Anno II – Numero 158 Martedì 16 Aprile 2013, S. Lamberto, Bernadette, Grazia, Giuditta
AVVISO 1. I Farmacisti Napoletani
incontrano i Farmacisti
Europei: Praga
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
2. Vitamina E, svelati i
meccanismi dell’azione
antitumorale.
3. Dopo i 60 anni arriva la
crisi di “Fine-vita”
Alimenti e Salute 4. Broccoli contro la
leucemia, la chiave nel
sulforafano
5. La birra tiene lontano il
raffreddore
Stili di vita e
Salute 6. Sonno, la migliore
medicina il decalogo del
riposo perfetto
7. Che cos’è il ginocchio
“da cinema”?
Curiosità
8. Lo straordinario
coltello che taglia le
gocce d’acqua
I farmacisti Napoletani incontrano i Farmacisti
Europei: PRAGA
MODALITÀ DI PRENOTAZIONE Si può prenotare andando sulla Home page del sito
istituz. dell’Ordine nella sez. EVENTI o nella sez. ECM
In caso di difficoltà contattare gli uffici dell’Ordine.
TERMINE PRENOTAZIONE: Lunedì 22 Aprile p.v. CURIOSITÀ
LO STRAORDINARIO COLTELLO CHE TAGLIA LE GOCCE D'ACQUA
Potrà essere utile per separare le proteine dei fluidi biologici. A volte, noi profani facciamo fatica a distinguere la scienza dalla magia, come in
questo caso in cui un gruppo di ingegneri dell’Univ. Statale dell’Arizona hanno creato un coltello in grado di tagliare
l’acqua. Lo spieghiamo meglio: un coltello in grado di tagliare una goccia d’acqua in due parti perfette. Niente
schizzi, niente confusione.
Il coltello è stato realizzato dal Dr. Antonio García e dal suo team che voleva
trovare un nuovo tipo di metallo che permettesse bioseparazioni perfette. Il cuore della lama è uno strato di rame e zinco spesso 0,5 millimetri. Dopo
essere stato forgiato, è stato pulito ed asciugato con azoto sotto forma di gas. A
quel punto i ricercatori l’hanno immerso in “una soluz. acquosa di nitrato d’argento 10 nanomolare”. Infine, hanno aggiunto l’elemento magico
immergendolo in una soluzione 1 nanomolare di una sostanza chiamata HDFT.
Questo materiale e la particolare tecnica con cui è stato realizzato, possono
rivoluzionare la biomedicina, permettendo la separazione di proteine nei fluidi biologici “senza il problema della formazione di gocce satellite”. A sua volta,
questo permetterà un’analisi delle sostanze liquide biochimiche più veloce ed
efficiente. Per testare la lama, hanno messo una goccia d’acqua su una superficie di teflon trattenuta da cavi a forma di cappio. (gizmodo)
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PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 158
SCIENZA E SALUTE
VITAMINA E, SVELATI I MECCANISMI DELL'AZIONE ANTITUMORALE
Arriva dall'Ohio State's Comprehensive Cancer Center di Columbus (Stati Uniti) la conferma del ruolo svolto dalla vitamina E nella prevenzione e nel trattamento del cancro.
In uno studio pubblicato sul numero del 19 marzo di Science Signalling,
Ching-Shih Chen e colleghi hanno infatti dimostrato che nelle cellule di cancro alla prostata questo nutriente inibisce l'attivazione di un enzima, Akt, essenziale per la sopravvivenza delle cellule tumorali. In passato diversi studi condotti sugli animali avevano portato ad ipotizzare un ruolo per la vitamina E
nella prevenzione dei tumori, ma gli studi clinici condotti fino ad oggi non hanno rilevato gli stessi
benefici sull'uomo. Questa nuova ricerca svela un meccanismo che, invece, supporta questa ipotesi,
dimostrando che una particolare forma di vitamina E che non uccide le cellule sane elimina quelle
tumorali proprio facendo loro perdere l'attività di Akt. Fra le varie forme di vitamina E, il gamma-tocoferolo è risultata essere la più efficace. Manipolando la sua struttura Chen colleghi hanno creato
una nuova variante della molecola 20 volte più efficace della vitamina E originale, in grado di ridurre
le dimensioni del cancro alla prostata nei topi.
I ricercatori hanno svelato i dettagli dell'azione svolta dalla vitamina E ed ora intendono sfruttare le
conoscenze acquisite per mettere a punto una pillola che possa essere assunta quotidianamente per prevenire il cancro. “Ci vuole del tempo – per ottimizzare la formulazione e la dose”. Questo
integratore potrebbe essere particolarmente utile nelle forme di cancro associate ad una mutazione
del gene PTEN che porta ad un'attivazione perenne di Akt. Gli attuali supplementi a base di vitamina E
non sono, invece, adatti a questo scopo perché contengono forme della molecola non efficienti tanto
quanto quella messa a punto dai ricercatori. Non solo, l'organismo umano non è in grado di assorbire
tramite questi integratori le dosi di vitamina necessarie per ottenere un effetto antitumorale.
Gli studi condotti sugli animali hanno dimostrato che la molecola messa a punto dai ricercatori non è
tossica. Attualmente l'Ohio State University ha presentato la domanda per ottenere un brevetto su
questa nuova forma sintetica di vitamina E. (Fonte: S. Soligon. Salute, Sole 24 ore)
DOPO I 60 ANNI ARRIVA LA CRISI DI "FINE-VITA"
Un terzo delle persone over sessant'anni soffre di una crisi di "fine-vita", secondo un nuovo studio condotto da Oliver Robinson dell'Universita' di Greenwich presentato al meeting della British Psychological Society.
L'indagine ha coinvolto poco meno di trecento persone di età superiore ai sessanta residenti nel Regno
Unito. Il 33% ha dichiarato di attraversare una fase difficile causata principalmente da un doloroso
lutto, la scintilla più comune della crisi over 60 seguita dalle malattie e dagli infortuni personali. "Si
tratta di un periodo in cui le persone tendono a diventare consapevoli della propria fragilità nei
confronti del futuro e della propria mortalità" ha spiegato Robinson.
"I nostri risultati rivelano che il periodo sessanta-sessantanove anni e' una fase cruciale per lo sviluppo della crisi, per la maggior parte delle persone un decennio soddisfacente ma per più di un terzo un momento di paure in cui ci si rende conto che non si potrà andare avanti come prima. Una crisi che si differenzia da quella di "mezza-età", in cui le persone soffrono per ciò che non hanno realizzato". (AGI)
PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 158
ALIMENTI E SALUTE
BROCCOLI CONTRO LA LEUCEMIA, LA CHIAVE NEL SULFORAFANO
Il sulforafano, molecola presente nei broccoli, nei cavoli e in altri ortaggi appartenenti alla famiglia delle crucifere, uccide le cellule della leucemia linfoblastica acuta, il tumore del sangue più diffuso in età pediatrica.
Pubblicati sulla rivista PLoS One, i risultati che hanno portato a questa conclusione sono frutto del
lavoro dei ricercatori del Baylor College of Medicine (Houston, Usa), che sono riusciti a ricostruire i
processi attivati in modo specifico nelle cellule tumorali in seguito alla somministrazione di un estratto
concentrato di questa sostanza.
Sotto la guida di Daniel Lacorazza, gli scienziati hanno purificato il sulforafano, già noto nel mondo
dell'oncologia perché in grado di prevenire e combattere alcuni tumori solidi. L'estratto è stato
utilizzato per trattare sia cellule leucemiche prelevate da pazienti pediatrici, sia linfoblasti, cellule dalle
caratteristiche non tumorali. Solo le cellule tumorali sono morte. In particolare, i ricercatori hanno
osservato l'arresto del ciclo cellulare, l'attivazione dei meccanismi che portano alla morte cellulare
programmata e l'inibizione delle vie che consentono la sopravvivenza delle cellule.
L'efficacia del composto è stata confermata anche da esperimenti su topi cui è stato artificialmente
introdotto il tumore. Tuttavia, non è detto che basti mangiare più broccoli per sconfiggere questa
forma di cancro. “Il sulforafano è un prodotto naturale. Tuttavia, quella che abbiamo utilizzato in
questo studio è una forma concentrata e purificata. Perciò anche se mangiare crucifere è salutare, non avrà lo stesso effetto che abbiamo osservato in laboratorio”. (Fonte: S. Soligon. Salute, Sole 24
ore)
LA BIRRA TIENE LONTANO IL RAFFREDDORE
Nella birra si nasconde una molecola che può sconfiggere il raffreddore e altri malanni invernali, soprattutto nei più giovani.
La scoperta si deve a un team di ricercatori giapponesi della Sapporo Medical University che hanno individuato l'azione di una sostanza presente
nel luppolo, l'umulone, che se assunto in grandi quantità agisce come un
potente scudo contro i virus. Virus banali, come quelli del raffreddore, ma
anche più insidiosi come quelli che possono provocare polmoniti e bronchiti nei giovani. I ricercatori hanno, infatti, dimostrato che l'estratto del luppolo è efficace contro il Virus respiratorio sinciziale umano, un agente patogeno
che “può causare polmonite grave e difficoltà respiratorie per i neonati e nei
bambini, ma per il quale nessuna vaccinazione è al momento disponibile". Attenzione, però, avverte
Fuchimoto, per avere gli effetti antivirali un uomo dovrebbe bere circa 30 bottiglie di birra da 350 ml per consumare la quantità di umulone necessaria. Per questo, i ricercatori stanno cercando di
introdurre l'umulone in prodotti alimentari, non solo bevande, efficaci contro i virus.
E comunque, fatte le doverose raccomandazioni per evitare il consumo eccessivo di alcol, la birra sta
dando grandi soddisfazioni alla comunità scientifica. Ricercatori dell'Ecole Polytechnique Federale di
Losanna (Svizzera) e del Weill Cornell Medical College di New York (Stati Uniti) hanno scoperto che un
altro ingrediente delle bionde, il nicotinamide riboside, difficile da trovare in natura e ancora più
difficile da sintetizzare in laboratorio, sembra giocare un ruolo nella prevenzione dell'obesità e persino
contro il diabete. (Fonte: Salute, Sole 24 ore)
PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 158
SONNO, LA MIGLIORE MEDICINA IL DECALOGO DEL RIPOSO PERFETTO
Secondo la World Association of Sleep Medicine (WASM) il sonno, con i suoi poteri
ristorativi e salutari, è "la migliore medicina della natura". Ecco il decalogo stilato
dai suoi esperti contenente le regole da seguire per garantirsi un buon riposo.
Garantirsi un sonno
regolare. Per riuscire a
dormire regolarmente è
utile fissare un orario per
coricarsi e uno per svegliarsi.
Vietato esagerare con i
riposini. Durante la
giornata non bisogna
concedersi dormite per più
di 45 minuti
Niente vizi prima di
dormire. Nelle 4 ore
prima di coricarsi
bisogna evitare il
consumo eccessivo di
alcol e non fumare.
Stop alla caffeina. Questa
sostanza eccitante deve
essere evitata a partire da
6 ore prima di andare a
dormire, rinunciando non
solo al caffè, ma anche al tè, alle molte
bevande gassate che la contengono e al
cioccolato.
Niente cibi pesanti.
Nelle 4 ore prima di
coricarsi bisogna vitare
cibi pesanti, speziati o
troppo zuccherati. In
loro sostituzione ci si può concedere uno
snack leggero.
No allo sport in
notturna. Garantirsi
un'attività fisica
regolare è importante,
ma per non
compromettere la qualità del sonno non
bisogna fare esercizio subito prima di andare
a dormire.
Un letto a tutto comfort.
Per riposare bene è
fondamentale che anche
la biancheria da letto sia
confortevole.
Trovare il clima più
adatto. Durante la notte
la temperatura deve
essere confortevole e non
distrubare il sonno. La stanza deve essere
mantenuta ben ventilata.
Niente distrazioni. Suoni
e rumori molesti devono
essere eliminati. Anche la
luce deve essere ridotta
al minimo.
Questa stanza non è un
ufficio. Ogni luogo della casa
ha la sua destinazione.
Perché sia un luogo di vero
riposo, in camera da letto non si dovrebbe
lavorare.
PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 158
STILI DI VITA E SALUTE
CHE COS'È IL GINOCCHIO «DA CINEMA»?
Diffuso tra i giovani e fra chi svolge attività che comportano un sovraccarico sulla parte anteriore del ginocchio
Non riuscite a stare seduti al cinema per tutta la durata di un film perché vi fa male il ginocchio?
Forse soffrite di sindrome dolorosa femoro-rotulea, condizione
diffusa tra i giovani, con una predilezione per il gentil sesso, ma
che non risparmia gli adulti specie se sportivi o impegnati in
attività che comportano un sovraccarico sulla parte anteriore del
ginocchio.
«Si tratta di un fenomeno che si esprime con una gradualità di
condizioni e che ha origine da un difettoso scorrimento della
rotula nella sua sede, che la porta a spingere verso l'esterno -
spiega Roberto D'Anchise, responsabile dell'Unità Operativa di
Chirurgia del Ginocchio, Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano -.
Tale situazione, detta iperpressione laterale, è in genere legata a una o più alterazioni ossee, muscolari e tendinee.
Nelle donne giovani, in particolare, sembrerebbe conseguenza di una lassità articolare congenita. L'aumento degli attriti nella zona di contatto tra rotula e femore, insieme al cattivo
scorrimento della rotula nel suo "binario", può, col tempo, favorire lo sviluppo di una condropatia,
ovvero il logorio e l'usura delle cartilagine della rotula e del femore.
La cartilagine può, inoltre, subire danni anche in relazione al alcune attività sportive (corsa, sport di
squadra, danza) e lavorative (pavimentatori, saldatori, ecc.) o in seguito a contusioni. Nel casi più
gravi si può sviluppare la cosiddetta instabilità di rotula, che comporta sublussazioni e lussazioni.
Nel primo caso la rotula si sposta di lato verso l'esterno durante la contrazione muscolare, per poi
rientrare nella sua sede centrale normale in flessione, mentre nella lussazione, la rotula lascia del
tutto il proprio binario, spostandosi verso l'esterno durante la flessione».
QUALI SONO I SINTOMI CARATTERISTICI? «All'inizio il fastidio può essere minimo, poi compare
il dolore, soprattutto in occasione di sollecitazioni sportive (salti, corsa, ecc.) o lavorative, ma anche
banalmente quando si sta a lungo seduti con le gambe flesse, come al cinema, o si cammina in
discesa. Il dolore è presente soprattutto sulla parte anteriore del ginocchio, a livello della rotula o
poco sotto. Se si instaura un'instabilità di rotula il segno più eclatante è il cedimento del
ginocchio».
CHE COSA BISOGNA FARE? «Una volta confermata la diagnosi, tramite una visita ortopedia e
altri accertamenti diagnostici (risonanza magnetica, radiografia e, a volte, TAC), il trattamento può
essere riabilitativo o chirurgico. La sindrome da iperpressione laterale può essere curata quasi
sempre con programmi di fisioterapia e rinforzo muscolare mirati. In caso di insuccesso e in
presenza di una condropatia può essere indicato un trattamento chirurgico, dopo avere rimosso la
causa. La sublussazione o la lussazione, infine, necessitano di un trattamento chirurgico più
invasivo. Il tipo di intervento varia in relazione alla causa dell'instabilità».
(Fonte: A. Sparvoli, Salute, Corriere)