I n f e l i c i t à :t r a n o i a ed e p r e s s i o n ePunti di contatto e di contrasto tra due romanzi.
Madame Bovary (1857), Flaubert
La Donazione (2009), FlorenceNoiville
profondità e finezza
psicologica.
Straordinario e
sconvolgente”
(Le Parisien)
Spesso piccoli libri nascondono
molto di più di quello che la loro
apparenza può lasciare
trasparire. È il caso di questo
libricino, un romanzo dal titolo
curioso, LaDonazione, che non ci
rivela nulla del contenuto delle
sue pagine; è una parola che
vuole dir molto e che tende così
ad aprire troppe strade e a
lasciare tutto tacito, a lasciare il
lettore smarrito e a spingerlo, per
sua curiosità, ad affrontare la
lettura.
La scrittrice si chiama FlorenceNoivile
ed è un’affermata giornalista
francese che, con questo
romanzetto, per altro
pluripremiato, ha raggiunto grande
fama. Ha scritto questo libro che
ha come tematica di fondo la
depressione intesa come vera e
propria malattia, nel 2009. Ha
saputo ricreare tematiche
diversificate tra loro ed è riuscita a
svilupparle in modo tanto
profondo e internato che in
qualche modo sembra che tra
quelle righe abbia voluto inserire
parte della sua esperienza
personale, come lei stessa
ammette in un’intervista. Secondo
alcune critiche del libro,
l’alternarsi di momenti poetici e
commoventi, ben curati sotto il
profilo psicologico, rendono
questo romanzo particolare e di
elevata qualità.
“La copertina scelta per
l’edizione italiana Garzanti pare
molto significativa: una donna
di spalle che si affaccia alla
finestra… Cosa significa?
Questa finestra aperta sui ricordi
è in realtà una finestra aperta
anche sulla tragedia, nonostante
si scorga un bellissimo giardino,
quello che collettivamente è
identificabile come una strada
verso la felicità. La nonna lo dice
apertamente nel libro: “Hai tutto
per essere felice”; ma l’infelcità è
un brutto coinquilino del proprio
animo, una malattia che non
risparmia nessuno, in qualsiasi
condizione si trovi.”
(Intervista alla scrittrice)
Due vicende diverse
La donazioneIl romanzo inizia con la
convocazione dal notaio,
durante la quale la
protagonista -non ché voce
narrante del libro- riceve in
donazione da parte dei
genitori la vecchia casa
d’infanzia a Tours. È proprio
in questo momento, mentre
il notaio legge a tutti i
presenti i vari documenti
legali, che la sua mente, al
suono della parola Tourse
alla vista dei genitori, che da
tempo non incontrava, viene
sommersa dai ricordi.
Madame BovaryEmma Roualt, figlia di un
agiato proprietario terriero,
animo romantico e
desiderosa di sogni e di
avventure, sposa Charles
Bovary, modesto medico di
campagna, vedovo di una
donna benestante. Emma,
dopo i primi tempi di
matrimonio, resta delusa
dalla mediocrità del marito e
della vita che le offre. La
fanciulla si lascia andare alla
tristezza e il marito decide di
trasferirsi a Yonville, con la
speranza che il
cambiamento migliori
l’umore della moglie.
Ricordi che forse avevavoluto cancellare per poteresistere, per riuscire asposarsi e avere lei stessadei figli. In un attimo tornaperò tutto alla memoria: iduri rapporti con la madreche soffriva di crisi maniaco-depressiva, la solitudine, ilvedersi la realtà crollareaddosso, sgretolarsi sotto isuoi piedi e così il ritrovarsiinerme di fronte a difficoltàtroppo dure perun’adolescente. Ecco, d’untratto tutto questo le ricadeaddosso e noi abbiamo lapossibilità di indagare il suoanimo mentre lei ripercorree rivaluta, da adulta, tuttequeste vicende con unamaturità e unaconsapevolezza diversa,dopo averle, da tempo,dimenticate.
Nella nuova città, Emma, silascia corteggiare prima daun praticante notaio, Léon; einseguito dal giovaneRodolphe che, dopo qualchetempo, l’abbandona.Sconvolta dalla delusione,cerca di stordirsi in ognimodo; si riavvicina a Léon,ma il giovane, spaventatodagli eccessi della fanciulla,preferisce allontanarsi.Emma si lascia andaresempre di più ad un destinodi degrado: indebitatasi conun usuraio, non sapendocome pagare i debiti, sirivolge inutilmente aRodolphe e a Léon, da cuicrede di essere stata amata.Alla fine disperata si uccide,mentre il marito che haperdonato i suoi errori, silascia lentamente morire.
D o n n e a c o n f r o n t oEntrambi i romanzi hanno al centro figure femminili. Bovary emergeattraverso tutto il romanzo, Flaubert preferisce utilizzare particolarisparsi che il lettore dovrà saper cogliere piuttosto che concentrare ladescrizione in una volta. Questo vale pure per il romanzo di Florence,nel quale percepiamo il pensiero della protagonista attraversomonologhi e conversazioni tra sé e sé , mentre il carattere della madreviene delineato, come per Emma, durante tutta la durata del romanzo.
Emma è un’inguaribile romantica e vivrà tutta la vita nella speranzadi trovare quell’avventura, quel attimo che la porterà al di fuoridella noia, che le permetterà di distaccarsi da quell’incredibileinfelicità e solitudine in cui si ritrova. I rapporti col marito sonoincredibilmente instabili, infatti in lui non farà altro che ritrovare lastessa noia da cui già è afflitta, per questo motivo commetteràadulterio e durante i tradimenti vivrà la sensazione di aver trovatoquel piacere insostituibile, ma terminati quegli attimi tutto ricadrànel buio e nella monotonia precedente. Capisce quindi che ildestino la obbliga ad essere ciò che lei è e che solo attraverso ilsuo fascino riesce a ricavarsi piccoli sprazzi in cui vede un futuropositivo e migliore. L’insoddisfazione viene aggravata dall’arrivodi una figlia femmina, invece del maschio sperato che avrebbepotuto cambiare la situazione; si rende conto infatti che la suacondizione si sarebbe strasmessa a sua figlia in quanto donna ein quanto impotente e non padrona del proprio destino. La suainfelicità culminerà con il suicidio, anche se in realtà possiamovedere questa morte come un ultimo gesto di questa poveradonna di poter raggiungere un attimo di libertà e di controllo suglialtri, infatti sappiamo che è solo grazie al suo fascino che riusciràad ottenere il veleno che utilizzerà per uccidersi.La madre della protagonista presenta numerosi punti in comunecon Emma. Infatti, essendo una depressa maniacale vivenell’infelicità più e nell’insoddisfazione di non poter crearerelazioni stabili con i familiari.
Come Emma però riesce a trovare dei momenti difelicità, di gioia; se per Emma questi attimi attimi sonodati dall’adulterio, per la donna sono invece derivatidal vedere ordine, dal trovare il bello in un oggetto, inun abito, in una persona. Si viene così a creare unadonna con due facce. Al contrario della nostra Bovaryperò lei è cosciente della sua infelicità econtemporaneamente del fatto che gli attimi di calmaed estasi siano derivati da oggetti materiali, da cosereali, concrete; non si perde quindi a fantasticare, neisogni, o alla ricerca di avventura. Al contrario sarà lafiglia, ovvero la protagonista, che mostrerà questolato di Emma. La giovane infatti, prima di andare dalnotaio e rivivere quindi tutta la sua esperienza vivenell’illusione e quindi nel sogno che tutto ciò che lamadre aveva vissuto era recuperabile, che tutto nonfosse perso. Dimostra inoltre di possedere la paura diEmma di consegnare alle sue figlie il patrimonio, cheda generazioni colpiva il ramo femminile della suafamiglia, della depressione e quindi anche di tutte lefasi maniacali che ne derivano. Per questo vuole chele sue figlie crescano pronte ad affrontare la vita eche non si rifugino dietro le illusioni come lei stessaaveva fatto.
Quando penso a miamadre, bellezza eaffanno sonoinseparabili. Erano iltormento, il caosinteriore a portarla aquell’ossessionedell’ordine che laacquieta, dellabellezza che calma?[…] Sapeva fare tuttoper creare il bello.Le volevo indipendenti
e forti. Avevo la
tentazione –crudele?-
di passare loro il
messaggio che si
viaggiava da soli per
tutta la vita? E che è
meglio rendersene
conto fin dalla tenera
età?
(La Donazione)
S p a z i o e t e m p o ac o n f r o n t oGli ambienti giocano, in Madame Bovary, un ruolo fondamentale e
Flaubert si destreggia facilmente nella descrizione di ogni paesaggio
col quale i personaggi vengono a contatto. Anche nel libro La
Donazione l’autrice dona volutamente, in alcuni passaggi, un
maggiore importanza ai luoghi, non tanto per la descrizione, ma
quanto più per l’effetto che hanno sulla memoria della protagonista,
infatti dal ricordo della casa d’infanzia prende avvio la vicenda.
Entrambe le vicende sono ambientate in Francia.Madame Bovary, o meglio, Emma, nasce da unagricoltore nella campagna francese, piùprecisamente nella città di Rouen; allo stessomodo anche la protagonista di LaDonazione nascenella campagna francese a Tours, cittadina nellaquale troviamo la casa lasciata in eredità dalla
madre.Per quanto riguarda gli ambienti interni, se nelclassico, ritroviamo un’attenzione maggiore perquesti, nel romanzo di Florence, essi assumono unimportanza più marginale e l’attenzione è rivoltaalla natura a cui la madre della protagonista e lanonna sono tanto affezionate.I romanzi sono ambientati in epoche differenti:entrambe però contemporanee al periodo sonostati scritti. Analizzando l’uso del tempo all’internodelle opere, notiamo che non viene scanditosistematicamente, ma è ad ogni modo fortementepercepibile e influenza tutte e due le vicende. In LaDonazione la protagonista affida alla sua mente ilcompito di andare indietro nel tempo a ripescarequei ricordi che il tempo stesso e la volontà delladonna avevano sepolto. Emma invece si senteschiava del tempo, sa che la sua infelicità, la noiache proverà sarà eterna e che al contrario sonosolo brevi, i piccoli istanti in cui riesce a ritagliarsimomenti di gioia.
Ciò accadeva a
qualche chilometro
di distanza da
Tours, un posto
minuscol: il paesino
dove sono
cresciuta, in un
immensa casa con
un’alta torretta, un
parco […] e come
se non bastasse un
fiume. [….] È uno
dei ricordi d’infanzia
più dolorosi.
(La Donazione)
T e m i a c o n f r o n t oParte delle tematiche comuni ai due testi sono già emerse a seguitodel confronto dei personaggi, rilevandone per ognuno quella che erala maggior caratteristica psicologica. In realtà quello che ho fatto èstato mettere a paragone la tematica del Bovarismo, che derivadirettamente dalla figura di Emma Bovary, e da altre tematiche adesso connesse, quali la solitudine, l’incapacità di creare relazionistabili e il sogno come illusione, la libertà.
Il tema del Bovarismo -come vita vissuta nell’infelicità e nella noia,nell’illusione di poter vivere avventure fantastiche che facciano siche questa infelicità scompaia- è presente all’intero del libro LaDonazione, anche se le sua caratteristiche sono smistate tra ipersonaggi. La madre infatti abbiamo constato che vive nella piùtotale infelicità, anche se è bene sottolineare una differenzasostanziale: l’infelicità di Emma è derivata dal non vivere una vitaeccitante, come invece la dipingevano i libri romantici di cui tantosi era infatuata e in cui tanto (troppo) si era immedesimata; alcontrario la madre vive nell’infelicità perché costretta da unamalattia reale. Entrambe però riescono ad ottenere attimi di gioia:Emma commettendo adulterio ed ottenendo quell’avventura tantodecantata e sognata, mentre la donna trovando e creando il belloe l’ordine in ciò che la circonda. È da sottolineare invece unadifferenza tra i due suicidi. La donna arriverà al suicidio,scaraventandosi dalla finestra, per il semplice fatto di esserearrivata ad un limite massimo di sopportazione della sua malattia,al contrario Bovary non si ucciderà solo per il circolo di eternainfelicità in cui si trovava, ma per determinare per una volta, unascelta nel suo destino. Destino che non voleva di ripercuotessesulla figlia. Per quanto riguarda questo fatto possiamo trovareanalogie con La Donazione, in quanto la protagonista non volevache la depressione si trasmettesse alla figlia.
Questo infatti avrebbe significato una
continuazione del destino del ramo femminile
della famiglia. Parlando della figlia possiamo
ritornare alla tematica del Bovarisimo,
analizzando quello che è il sogno come illusione.
La protagonista infatti vive per anni nell’illusione
che sua madre si sarebbe potuta riprendere,
nell’illusione che la sensazione di sgretolamento
della terra sotto i piedi che provava da piccola e
anche da adolescente quando la madre cadeva
in una delle sue crisi maniaco-depressive,
potesse essere cancellata. Quest’illusione,
questo sogno viene improvvisamente cancellato
in una giornata, quando da adulta ripercorre tutte
queste vicende. In una attimo si trova catapultata
nella cruda realtà che quello che è successo non
può essere abbandonato, fa parte di lei e deve
accettarlo. Un’altra tematica riguarda
l’incomunicabilità e la difficoltà ad instaurare
rapporti familiari. Questa tematica è facilmente
visibile nel caso di Emma, la quale trova il marito
estremamente noioso e con il quale non riesce a
costruire rapporti saldi.
E che avevo
accettato, come una
necessità vitale,
l’idea di famiglia, di
passato, di
discendenza, di
eredità, insomma
l’idea di quella
grande donazione
che, nel suo senso
più ampio, ci
disorienta tutti.
(La Donazione)
Nel romanzo La Donazione invece l’incapacità di
costruire relazioni riguarda il rapporto tra la madre e
la protagonista. Le figlia infatti si è sempre
considerata i qualche modo colpevole per lo stato di
salute della madre, senza avere della ragioni
precise, ma da bambina quel’era, vedendosi più
volte allontanata da lei, aveva matura l’idea che
fosse sua la colpa di tutto. La madre d’altro canto
non faceva niente per sistemare questo rapporto, un
po’ a causa della sua malattia, ma non solo, sembra
infatti che le figlie le siano di peso e che non le
diano mai una soddisfazione; per questo motivo
evitava di accontentarle, di crescerle addirittura così
che i rapporti venivano tagliati in partenza.
In relazione a questo tema otteniamo quindi quello
dalla solitudine: come Emma si trovava da sola,
come unica compagna la noia, così anche la nostra
protagonista, abbandonata dalla madre si sente
inerme, sola, senza nessuno su cui fare
affidamento.
S’insediavano
in me
disperazione e
senso di
solitudine.
(La Donazione)
Ep o c he a co n f ro n toSe, per volontà di Flaubert, in Madame Bovary ritroviamo un contesto
culturale ben delineato, quello della Borghesia, materialista e priva di
valori alla quale Emma tanto aspira e dalla quale trae parte della sua
insoddisfazione; al contrario in La Donazione, possediamo un campo
di vista limitato e la protagonista non dipinge alcun contesto preciso,
ma si sofferma su un’analisi psicologica che esclude quella sociale
che avvolge i personaggi.
S t i l i a c o n f r o n t oI due romanzi, pur sfruttando stili nettamente distinti hanno
interessanti punti comuni. Il romanzo di Flaubert mostra un tipico
esempio di scrittura realista, che mira alla verosimiglianza. Abile nello
sfruttare uno stile raffinatissimo, ricco dei più piccoli e particolari, che
sembrano diventare privi di importanza, riesce a descrivere i suoi
personaggi in tutti i gesti e movimenti.
Le sue unghie erano brillanti,
appuntite, più polite degli avori di
Dieppe, e tagliate a mandorla.
Tuttavia la mano non era bella, non
abbastanza pallida, forse, e un po’
secca alle falangi. Quello ch’essa
aveva di veramente bello erano gli
occhi; benché fossero bruni,
sembravano neri per via delle ciglia.
(Madame
Bovary)Le bacche di uva spina si offrono a
noi con la loro spessa sfumatura di
madreperla e la tenera peluria
tutt’intorno. Hanno colori di
sfumature digradanti, come una
collana di perle fini, dai bianchi
cremosi ai rosa delicati. Ci sono
anche le grosse bacche color
carminio che scrocchiano sotto i
denti.
(La Donazione)
. Grazie alle lunghe descrizioni
in cui si cimenta le sensazioni
dei personaggi affiorano da
tutti i dettagli: dal portamento e
perfino dalle caratteristiche del
paesaggio circostante. Anche
Florence in realtà si districa tra
le descrizioni, rievocando
colori e immagini vivide, ma lo
stile è molto più fluido, i periodi
più concisi e rapidi, così che
vengano colti dal lettore in
modo immediato e assimilati
ancor più rapidamente,
permettendogli un più diretto
delineamento della psicologia
dei personaggi.
Curioso è stato aver notato
come l’autrice usasse spesso
parole straniere (derivate da
dialetti o spesso inglesi).
E s e m p i d i
d e s c r i z i o n i
Per me, in ogni caso, care è
una delle parole più dolci in
questa lingua: Take care
ofyourselfs…Meglio
ancora: Bear in mind
howmuch I care…senza
parlare del mitico: My Baby
just caresfor me.
[…] tutto può vacillare,
sgretolarsi, rovesciarsi,
andare a pezzi, crollare e
polverizzarsi da un minuto
all’altro. Non riesco a
trovare la parola giusta. La
più adatta pare
l’espressione inglese
fallapart, fallintopieces.
Ho pensato: sono un
garbuglio di nodi, chilometri
di corda utta piena di nodi
encramillés (è una parola di
mia nonna ardennese. Non
si trova in nessun
dizionario, ma basta il
suono a comunicare il lato
inestricabile delle cose.
Il suo intento, come si può notare dagli
esempi qui a fianco, è quello di ricreare
nella sua mente, e quindi anche in quella
del lettore stesso -dato che il suo compito
in questo romanzo è di scoprire la
psicologia di questa donna- un’immagine
più chiara, concreta, di ciò che vuole dire.
In un certo senso anche Flaubert utilizza il
linguaggio, da buon naturalista, con il fine
di creare persone vive e contesti e
paesaggi reali. Ma i due lavorano in modo
diverso, l’uno attraverso la mera
descrizione, l’altra attraverso un’analisi più
accurata della parola e del suo significato
e sfruttando il fonosimbolismo. Cercando,
ovvero, di percepire ciò che la parola
stessa, in combinazione con la melodia
essa che produce nel pronunciarla,
rievoca.
Tiriamo le fila del discorso
Il confronto tra questi due romanzi non è stato affatto facile, perché
in apparenza le due vicenda sembravano non avere punti in
comune ed in effetti è così: dal punto di vista dello svolgimento
della trama non esistono analogie. Leggendo però per intero La
Donazione ho scoperto quanti punti in comune vi fossero per
quanto riguardava le tematiche e la caratterizzazione dei
personaggi; oltre che sono riuscito a trovare spunti linguistici
curiosi tra i due romanzi. In conclusione devo ammettere che i
punti di contatto esistevano, solo che era meno diretta la strada
per cui arrivarci.
Riguardo all’argomento trattato posso dire che, nonostante
apparisse inizialmente noioso, si è dimostrato, lavorandoci, ma
soprattutto ragionandoci sopra, abbastanza affascinante. Quindi,
nonostante la fatica che mi ha fatto sudare, è stato un progetto
produttivo ed alternativo di cui vado fiero.
T h e E n d
Becchetti Pieralberto III B
Liceo Scientifico Luzzago