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Page 1: Martedì14Marzo2017 Quella torre incastonata UNA FOTO, …...a Pescara. Il ponte, poi, è un piacere: è aggregazione, è dialogo, pensiamo a Mostar o a Istanbul. Il cambiamen-to del

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Martedì 14 Marzo 2017www.ilmessaggero.itPescara

UNA FOTO, UNA CITTA’Le torri gemelle non sono più unanovità. E in fondo neanche il pilonestrallato del Ponte nuovo, che svettacon la raggiera di tiranti d’acciaiodal piano della sopraelevata. La no-vità è la torre civica che nel giocodella prospettiva sembra sottomes-sa ai nuovi elementi forti del paesag-gio urbano, finendone incorniciatacome fra gigantesche parentesi. Puòun solo frame riassumere megliol’avventura di una città, nel caso diPescara tutta giocata nell’eterno,complesso dialogo tra dovere dellamemoria storica e ansia di moderni-tà e futuro? Nella giornata del pae-saggio, a rispondere sono cinque os-servatori particolari.

L’URBANISTAPaolo Fusero, direttore del diparti-mento di Urbanistica: «Genovese dinascita e pescarese di adozione mitrovo a riflettere su alcune peculiari-tà che accomunano le due città. L’in-gresso a Pescara dall’asse attrezzatoè molto simile alla sopraelevata ge-novese e altrettanto maestoso. Sin-golare è poi il susseguirsi cadenzatodi capisaldi tipologici elevati che ac-compagnano il visitatore misuran-do lo spazio come pietre miliari: pri-ma le Torri Camuzzi, poi il Pontenuovo, la Torre dell’orologio, fino adarrivare al Ponte del mare. Quasi co-me se la città volesse rappresentarsiattraverso i suoi manufatti architet-tonici. La modernità di Pescara è sta-ta a lungo legata all’immagine dellegrandi opere di architettura dellaprima metà del ’900: le ville libertydella Pineta d’Annunziana, gli edifi-ci come l’Aurum di Michelucci, lamonumentale città pubblica sededel governo locale. Negli ultimivent’anni questa propensione allamodernità si è andata ulteriormenterafforzando. Se si chiede oggi a unpescarese di identificare la città at-traverso un manufatto architettoni-co, molto probabilmente egli sceglieproprio una di queste nuove opere.Da questo punto di vista Pescara pa-ga lo scotto della sua giovane età, maquesto non deve essere un limite.Naturalmente non ci si deve accon-tentare di rinnovare, bisogna farloattraverso il riconoscimento dei va-lori paesaggistici esistenti, la soste-nibilità ambientale e la qualità deiprogetti di trasformazione».

LA GALLERISTABenedetta Spalletti: «Ho sempre pen-sato che Pescara sia una città persua natura contemporanea, e vedoquesto aspetto come la sua più gran-de forza. Negli anni abbiamo vistoche da sempre è stata in grado di ac-cettare un visivo legato al presente,pensiamo nell’arte alle gallerie diMario Pieroni e Lucrezia de Domi-zio e ai tanti Fuori Uso che si sonosusseguiti. In ambito architettonico,parlando da profana, spesso non si èavuta la dovuta considerazione del-la realtà preesistente e tanti paesag-gi della città e dei dintorni sono statideturpati senza rispetto».

LO STORICO DELL’ARTEGiovanni Benedicenti: «Le Torri Ca-muzzi non sono un capolavoro di ar-chitettura, ma hanno contribuito ariqualificare un intero quartiere pro-blematico e nel contesto di Pescarastanno bene. Il ponte crea un pen-dant piacevole, anche se un giudiziocompiuto sull’opera lo si potrà daresoltanto a lavori ultimati. È vero, latorre civica sullo sfondo sembrascomparire, ma nel complesso nonla colgo come un’operazione negati-va, o di prevaricazione sui simboliistituzionali della città. La torreesprime uno stile architettonico or-mai storicizzato, diverso da quelloche meglio esprime la vocazionecontemporanea di Pescara. Per asse-condarla occorrerebbero piuttostoprogetti di qualità, in grado di in-staurare un dialogo con gli elementidella storia, a partire dalla torre civi-

ca. Agli occhi del visitatore, lungo lasua principale porta di accesso, oggiPescara appare come una città au-tenticamente contemporanea».

LO STORICOEnzo Fimiani: «Ho sempre pensatoche le Torri Camuzzi abbiano piùtolto che aggiunto al complessivopanorama della città, e quindiall’idea stessa di Pescara. Hanno pre-giudicato, in sostanza, e da troppeangolature, ciò che essa ha di più ori-ginale, caratteristico, bello. Pescaranon ha alcuna peculiarità per il fattodi avere il mare e la sua linea d’az-zurro sullo sfondo, né tantomenoper avere il fiume o le colline d’intor-no. Lo skyline più affascinante vienedal fatto di poter guardare le catenedelle cime più elevate d’Italia esclu-se le Alpi avendo mare, fiume, colli-ne davanti. Ora, le Torri lo impedi-scono da troppi punti della città. Perquanto riguarda il ponte... beh, i

ponti in genere mi piacciono sem-pre e comunque, anche quando so-no francamente brutti (e certo nonmi pare questo il caso). I ponti han-no un tale valore simbolico di unio-ne, dialogo, capacità di andare versoqualcosa o qualcuno, che è difficilenon restarne colpiti. Ecco, tra unnuovo ponte inteso in tal senso e leTorri che incombono, sta forse lametafora della città: il simbolo e ilprevalere, troppo spesso, degli inte-ressi privatistici su quelli pubblici.Lungo questo crinale, da cui si scivo-la quasi sempre dall’altra parte, staun po’ la cifra della vicenda storicamoderna di Pescara».

IL FOTOGRAFOLuciano D’Angelo: «La modificazio-ne del paesaggio urbano è la cifradell’evoluzione delle città, ancor piùa Pescara. Il ponte, poi, è un piacere:è aggregazione, è dialogo, pensiamoa Mostar o a Istanbul. Il cambiamen-to del paesaggio è destino comunealle città e alla natura: prima dellepiramidi la piana di Giza era deser-to. La torre Eiffel fu considerataun’offesa a Parigi dai benpensantidell’epoca. Il contemporaneo noncapisce, è naturale: tra cinquan-ta-cento anni capiremo. Nel dialogotra torri, ponte e torre civica colgoinfine un netto miglioramento dellaqualità del costruito e questa è la ve-ra novità pescarese».

Paolo Mastri

Quella torre incastonatatra il ponte e i grattacieli`Antico e moderno: una vicenda urbanariassunta nello scatto sul nuovo skyline

Paolo Fusero

UN’ESALTAZIONEDELLA VOCAZIONECONTEMPORANEAL’IMPORTANZADELLA QUALITA’PROGETTUALE

`Nella giornata nazionale del paesaggiocinque osservatori speciali commentano

Benedetta Spalletti

Enzo Fimiani

Luciano D’Angelo

Giovanni Benedicenti

La torre civica in fondo alla prospettiva del nuovo skyline di Pescara FOTOMAX

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