Monopolio e altre forme di mercato
(Capitolo 15 e cenni ai capitoli 16-17)
Corso di laurea in Servizio Sociale
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Monopolio e altre forme di mercato
Struttura della lezione:
Lo spettro delle strutture di mercato
Definizione di monopolio e cause
Decisione di produzione e di prezzo
curva di domanda
max profitto
Costi sociali del monopolio
Altre forme di mercato (cenni)
Acqua potabile TV via cavo
Monopolio
(capitolo 15)
Romanzi
Film
Grano
Latte
Concorrenza
monopolistica
(capitolo 16)
Petrolio greggio
Oligopolio
(capitolo 17)
Numero di imprese
Concorrenza perfetta
(capitolo 14)
Tipo di prodotto
Prodotti identici
Prodotti differenziati
Una impresa
Poche imprese
Molte
imprese
Lo spettro delle strutture di mercato
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Tabella 16.1 p. 256
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Monopolio (cap 15)
Un’impresa è un monopolio se:
è l’unico venditore di un prodotto;
il suo prodotto non ha buoni sostituti;
può influenzare il prezzo di mercato del proprio bene.
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Perché esistono i monopoli La causa fondamentale del monopolio sono le
barriera all’entrata che dipendono dalle seguenti cause :
1. Possesso di una risorsa chiave
2. Diritto esclusivo concesso per legge di produrre un bene
3. Struttura dei costi di produzione tale da rendere la singola impresa più efficiente di una molteplicità di produttori
4. Acquisizione da parte di un’impresa del controllo di altre imprese, crescendo in dimensione
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1. Monopolio delle risorse
La proprietà esclusiva di una risorsa chiave che non può essere prontamente duplicata è una causa potenziale di monopolio.
Esempio: il mercato dell’acqua in una piccola città in cui vi è un solo pozzo.
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2. Monopoli legali (1/3)
Se la protezione dalla concorrenza è dettata dalla legge.
Obiettivi di:
i) sostegno di imprese nascenti o di alcuni settori produttivi;
ii) efficienza dinamica (innovazione);
iii) tutela delle invenzioni (brevetti);
iv) pressioni delle lobby.
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2. Monopoli legali (2/3) ii) efficienza dinamica.
Schumpeter (1942) avanzava l’ipotesi che il monopolio è necessario all’attività innovativa e fondava questa ipotesi su 4 postulati:
• Solo un’organizzazione atta a operare su larga scala è in grado di sopportare il rischio connesso all’attività innovativa
• I profitti che si possono estrarre da una posizione di monopolio rappresentano una risorsa indispensabile per una attività innovativa
• L’incentivo a innovare è legato alla possibilità per l’innovatore di ottenere profitti e questi sono meglio garantiti quando l’innovatore è anche monopolista
• La velocità del progresso tecnico è più sostenuta in condizioni di monopolio
Verifiche empiriche non portano sempre a questa conclusione
Il progresso tecnico è più rapido nei settori in cui, indipendentemente dalla struttura di mercato, la domanda è più sostenuta;
Rapporto non univoco tra struttura dell’offerta e velocità dell’innovazione: né una concorrenza troppo intensa, né un monopolio troppo protetto favoriscono il processo innovativo; …….
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2. Monopoli legali (3/3) iii) tutela delle invenzioni (brevetti).
Le leggi sui brevetti e sui diritti d’autore sono le maggiori risorse dei monopoli legali. Il monopolio si crea perché l’amministrazione pubblica offre a un singolo operatore il diritto esclusivo di vendere un particolare bene in un determinato mercato.
Perché? Alle case farmaceutiche viene garantito il monopolio sulle proprie scoperte per incentivare la ricerca farmacologica!
Ci sono costi e benefici: – Costi: prezzi più elevati
– Benefici: incentivo a comportamenti virtuosi (incentivi alla ricerca, alla produzione artistica,…)
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3. Monopolio naturale (1/2)
Un settore è un monopolio naturale se una singola impresa può fornire il bene o il servizio all’intero mercato a costi inferiori rispetto a quelli di due o più imprese.
A causa delle economie di scala, la dimensione minima efficiente dell’impianto di un’impresa è così grande che solo un ‘impresa può fornire il bene efficientemente.
Esempio. Per distribuire l’acqua potabile occorre costruire una rete di condutture.
Se lo fanno 2 o + imprese, invece di una sola, le spese di impianto aumentano; il costo medio dell’acqua è + basso se il servizio è fornito da una sola impresa.
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In quali situazioni si verifica monopolio naturale? Si verifica sempre quando il peso dei costi variabili
è relativamente ridotto rispetto ai costi fissi. Ad esempio, per la gran parte delle aziende che
forniscono gas, acqua, elettricità, servizi telefonici, radiotelevisivi, trasporti pubblici, ecc.
Per queste imprese il costo delle strutture fisse (costi fissi) è di solito molto alto, mentre la sola gestione del servizio (costi variabili) è poco costosa.
3. Monopolio naturale (1/2)
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4. Crescita esterna
Molte delle più grandi imprese al mondo sono cresciute tramite fusioni o acquisizioni di altre società.
Quando ciò accade, il numero di imprese che operano in quel settore diminuisce.
Effetto: un’impresa acquisisce potere monopolistico sui concorrenti ed erige barriere all’entrata per impedire ad altre imprese di entrare nel settore
Le decisioni di produzione e di prezzo in regime di monopolio
Come un’impresa monopolistica decide quanto produrre e a che prezzo?
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Monopolio e concorrenza
Monopolista
E’ l’unico produttore
Ha una curva di domanda inclinata verso il basso
E’ un price maker cioè determina il prezzo
Riduce il prezzo per aumentare le vendite
Impresa concorrenziale
E’ una dei tanti produttori
Ha una curva di
domanda orizzontale
E’ un price taker cioè prende il prezzo come dato
Vende qualsiasi quantità allo stesso prezzo
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Monopolio e concorrenza
Concorrenza: domanda (prezzo di mercato) come una retta orizzontale, dato che può vendere qualsiasi Q a quel P
Monopolio: domanda con pendenza negativa (essendo l’unico produttore, la sua domanda coincide con quella di mercato)
Se il monopolista aumenta P, i consumatori riducono Q;
Se il monopolista riduce Q, P sale
QUINDI, il monopolista aggiustando Q o P, può scegliere di collocarsi in qualunque punto sulla curva di domanda
La differenza fondamentale è la capacità del monopolista di influenzare il P. Un modo per evidenziare questa differenza è considerare la curva di domanda.
La curva di domanda
(a)Domanda impresa concorrenziale
Quantità 0
Prezzo
(b) Domanda impresa monopolistica
Quantità
Prezzo
0
DOMANDA DOMANDA
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Monopolio e concorrenza
Quale punto sulla curva di domanda sceglierà il monopolista?
Obiettivo: MAX del profitto
Profitto: RT-CT
Per analizzare il comportamento dell’impresa monopolistica, occorre studiare i ricavi.
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Il ricavo di un monopolista
Ricavo totale
P x Q = RT
Ricavo medio
RT/Q = RMe = P
Ricavo marginale
RT/Q = RM
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Ricavo totale, medio e marginale di un’impresa monopolistica
Quantità Prezzo Ricavo totale Ricavo medio Ricavo marginale
Q P RT=PxQ RMe=RT/Q RM=RT/Q
0 11 0 — —
1 10 10 10 10
2 9 18 9 8
3 8 24 8 6
4 7 28 7 4
5 6 30 6 2
6 5 30 5 0
7 4 28 4 –2
8 3 24 3 –4
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Ricavo marginale di un monopolista
Il ricavo marginale di un monopolista è sempre inferiore al prezzo del bene che produce.
La curva di domanda è inclinata verso il basso
Per vendere una quantità superiore del bene, l’impresa deve offrirlo a un prezzo più basso
Monopolio e concorrenza RM del Monopolista
Quando il monopolista aumenta la quantità venduta, sortisce due effetti sul ricavo totale (P x Q).
L’effetto produzione—aumenta la quantità venduta, quindi Q è maggiore e RT aumenta.
L’effetto prezzo—il prezzo diminuisce, quindi P è minore e RT diminuisce.
La curva del ricavo marginale giace sempre al di sotto della curva di domanda: RM<P.
RM in concorrenza
Potendo vendere qualsiasi Q al prezzo di mercato P, non subisce l’effetto prezzo.
Se aumenta l’offerta di 1 unità, incassa il P anche per quella. Come per le altre unità già vendute.
La curva del ricavo marginale coincide con la curva di domanda: RM=P.
QUINDI, in monopolio RM<P: per vendere Q maggiore si deve ridurre P per tutte le unità vendute (domanda
pendenza negativa) 21
Monopolio L’effetto produzione: è il
maggior ricavo derivante dalla vendita dell’ultima unità del bene.
L’effetto prezzo: è il minor ricavo causato dalla riduzione del prezzo necessaria a vendere l’unità addizionale.
Esempio. Un monopolista può
vendere 10 unità di un bene al prezzo di 14 euro, o 11 unità dello stesso bene al prezzo di 13 euro.
A quanto ammontano, rispettivamente, l’effetto di quantità e prezzo nel passare da 10 a 11 unità?
L’effetto produzione: il monopolista vende l’11ma unità a 13 euro, con un ricavo unitario di 13 euro.
L’effetto prezzo: il monopolista vende le 10 unità originarie non più a 14 euro, bensì a 13, con una perdita di ricavo pari a –1 euro × 10 unità = –10 euro.
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23
Domanda e ricavo marginale di un monopolista
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Domanda e ricavo marginale di un monopolista
Quantità d’acqua
Prezzo
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
-1
-2
-3 -4
1 2 3 4 5 6 7 8
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Domanda e ricavo marginale di un monopolista
Quantità d’acqua
Prezzo
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
-1
-2
-3 -4
Domanda (ricavo medio)
1 2 3 4 5 6 7 8
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Domanda e ricavo marginale di un monopolista
Quantità d’acqua
Prezzo
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
-1
-2
-3 -4
Domanda (ricavo medio) Ricavo
marginale
1 2 3 4 5 6 7 8
RM può essere negativo?
Si. Se effetto prezzo> effetto produzione: aggiungere 1 unità provoca riduzione di P tale da ridurre il RT, nonostante l’aumento di Q.
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Massimizzazione del profitto in regime di monopolio
Un monopolista massimizza il profitto producendo la quantità per il quale il ricavo marginale è uguale al costo marginale.
Il monopolista usa la curva di domanda per individuare il prezzo che i consumatori sono disposti a spendere per ogni data quantità di bene.
28
Massimizzazione del profitto in regime di monopolio
Quantità 0
Ricavi Costi e
29
Massimizzazione del profitto in regime di monopolio
Quantità 0
Domanda
Ricavo marginale
Ricavi Costi e
30
Massimizzazione del profitto in regime di monopolio
Quantità 0
Domanda
Costo medio totale
Ricavo marginale
Ricavi Costi e
marginale
Costo
31
Massimizzazione del profitto in regime di monopolio
Quantità 0
Domanda
Costo medio totale
Ricavo marginale
A
marginale
Ricavi Costi e
Costo
32
Massimizzazione del profitto in regime di monopolio
Quantità 0
Domanda
Costo medio totale
Ricavo marginale
1. L’intersezione della curva del ricavo marginale con quella del costo marginale determina la quantità che massimizza il profitto ...
A
Ricavi
Costi e
Costo marginale
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Massimizzazione del profitto in regime di monopolio
Quantità QMAX 0
Domanda
Costo medio totale
Ricavo marginale
1. L’intersezione della curva del ricavo marginale con quella del costo marginale determina la quantità che massimizza il profitto ...
A
Ricavi Costi e
Costo marginale
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Massimizzazione del profitto in regime di monopolio
Prezzo di
Quantità QMAX 0
Domanda
Costo medio totale
Ricavo marginale
B
1. L’intersezione della curva del ricavo marginale con quella del costo marginale determina la quantità che massimizza il profitto ...
A
2. …e la curva di domanda individua il prezzo coerente con tale quantità.
Ricavi Costi e
monopolio
Costo marginale
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Differenza tra impresa concorrenziale e impresa monopolistica
Regola generale RM=CM
MA, per un’impresa concorrenziale, il prezzo è uguale al costo marginale
P = RM = CM
Per un’impresa monopolistica, il prezzo è maggiore del ricavo marginale
P > RM = CM Questa differenza è fondamentale per comprendere il
costo sociale del monopolio
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Il profitto del monopolista
Il profitto è uguale al ricavo totale meno il costo totale.
Profitto = RT - CT
Dividendo e moltiplicando per Q: Profitto = (RT/Q - CT/Q) x Q
Profitto = (P - CMeT) x Q
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Il profitto del monopolista
38
Il profitto del monopolista
Quantità 0
Ricavi
Costi e
39
Il profitto del monopolista
Quantità 0
Costi e Ricavi
Domanda
Ricavo marginale
40
Il profitto del monopolista
Quantità 0
Costi e Ricavi
Domanda
Costo marginale
Ricavo marginale
Costo medio totale
41
Il profitto del monopolista
Prezzo di
Quantità QMAX 0
Costi e Ricavi
Domanda
Costo marginale
Ricavo marginale
Costo medio totale
monopolio
42
Il profitto del monopolista
Prezzo di
totale
Quantità QMAX 0
Costi e Ricavi
Domanda
Costo marginale
Ricavo marginale
Costo medio totale
monopolio
Costo medio
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Il profitto del monopolista
Prezzo di
Quantità QMAX 0
Costi e Ricavi
Domanda
Costo marginale
Ricavo marginale
B
C
E
D
Profitto di Costo medio totale
monopolio
Costo medio
totale
monopolio
Il monopolista riceverà profitti finché il prezzo è maggiore del costo medio totale.
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Il costo del monopolio in termini di benessere
Il monopolio porta ad un’allocazione inefficiente delle risorse e all’incapacità di massimizzare il benessere economico totale.
Il monopolista produce meno della quantità socialmente efficiente di prodotto.
Il prezzo di monopolio impedisce che si realizzino degli scambi mutuamente
vantaggiosi.
45
Quantità 0
Domanda
(valore del compratore)
Costo marginale
Il valore del
Costo del monopolista
Valore del compratore
Valore
del compratore
Prezzo
Costo del monopolista
Quantità efficiente
compratore è superiore al costo del produttore
Il valore del compratore è
superiore al costo del venditore
Se l’impresa fosse gestita da un pianificatore benevolo (obiettivo: max surplus totale) si produrrebbe Q efficiente:
quella in cui Domanda e CM si intersecano (P=CM)
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Il costo del monopolio in termini di benessere
Possiamo valutare gli effetti del monopolio sul benessere mettendo a confronto il livello di prodotto scelto dal monopolista con quello che avrebbe scelto il pianificatore benevolo.
Monopolista: Q in modo che RM=CM
Pianificatore benevolo: Q in modo che P=CM
POICHÉ in monopolio RM<P:
il monopolista è inefficiente perché (1) produce una QUANTITA’ minore di quella efficiente (PERDITA SECCA) (2) a un PREZZO più alto (dato che P>CM)
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La perdita secca
Quantità 0
Prezzo
48
La perdita secca
Quantità 0
Domanda Ricavo marginale
Prezzo
49
La perdita secca
Quantità 0
Domanda Ricavo marginale
Costo marginale Prezzo
50
La perdita secca
Quantità 0
Prezzo di
Quantità di monopolio
Domanda Ricavo marginale
Costo marginale Prezzo
monopolio
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La perdita secca
Quantità 0 Quantità efficiente
Prezzo di
Quantità di monopolio
Domanda Ricavo marginale
Costo marginale Prezzo
monopolio
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La perdita secca
Quantità 0 Quantità efficiente
Prezzo di
Quantità di monopolio
Perdita
Domanda Ricavo marginale
Costo marginale Prezzo
monopolio
secca
Poiché il monopolista applica P>CM, si crea un differenziale tra la disponibilità a pagare del consumatore e il costo del produttore. Questo differenziale provoca una caduta della quantità prodotta al di sotto del livello socialmente ottimale.
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Inefficienza del monopolio dal punto di vista del Prezzo
Poiché la DOMANDA descrive una relazione negativa tra Prezzo e Quantità, a una Quantità inefficientemente BASSA, corrisponde un Prezzo inefficientemente ALTO.
Dato che P>CM, alcuni potenziali consumatori si trovano nella condizione di valutare il bene più del costo marginale, ma meno del prezzo di monopolio e decidono di non acquistarlo.
RISULTATO è INEFFICIENTE: il valore che i consumatori attribuiscono al bene è MAGGIORE del costo in più che occorrerebbe sostenere per produrlo (CM).
CONCLUSIONE: il P di monopolio impedisce che si realizzino scambi reciprocamente vantaggiosi!!!
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Costi sociali del monopolio (1/3)
I costi sociali di monopolio NON sono solo quelli legati alla inefficienza allocativa (perdita secca) analizzata finora.
Vi sono almeno altri due costi:
• Inefficienza da costi
• Ricerca della rendita
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Costi sociali del monopolio (2/3) Inefficienza da costi o inefficienza X
L’assenza di concorrenza ha un impatto negativo sulla propensione all’efficienza del monopolista e, quindi, sul livello dei costi del settore monopolizzato
Le fonti: • Viene meno l’incentivo a minimizzare i costi
(barriere all’entrata sono un riparo dalla minaccia di nuove entrate….)
• Obiettivi diversi dalla massimizzazione del profitto. Essendo imprese grandi vi è una separazione tra
proprietà e controllo: chi gestisce l’impresa può non avere interessi a massimizzare il profitto.
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Costi sociali del monopolio (3/3) Ricerca della rendita Costi connessi all’acquisizione e al mantenimento
della posizione di monopolio: • investimenti per la creazione di barriere strategiche
all’entrata (costruzione di capacità in eccesso, spese in pubblicità…)
• azione di lobbyng • investimenti + o – leciti per ottenere protezione legale
(concessioni, protezione tariffaria, riconoscimento di standard di qualità)
Si tratta di risorse, trasferite dal consumatore al produttore che, anziché essere impiegate in modo efficiente in un altro settore produttivo, vengono “dissipate” nell’attività di ricerca della rendita.
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Monopolio e politica economica
Il legislatore risponde al problema del monopolio in uno di questi quattro modi: Cercando di stimolare la concorrenza nei
settori monopolistici
Regolamentando il comportamento delle imprese monopolistiche
Trasformando alcuni monopoli privati in imprese pubbliche
Restando inattivo
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1. Stimolare la concorrenza Il governo può sostenere normative antitrust per creare un
mercato più competitivo, stabilendo regole di comportamento e
sanzioni che tolgono alle imprese l’incentivo di cercare o
sfruttare il potere economico raggiunto.
Legislazione antimonopolistica (leggi antitrust):
• può dichiarare illegali le intese che hanno lo scopo di
restringere la concorrenza (accordi di collusione del prezzo,
per la ripartizione del mercato,…);
• può impedire l’abuso di posizione dominante (discriminazione
dei prezzi, fissazione di elevati prezzi di vendita, introduzione
di barriere strategiche, …);
• può contrastare la concentrazione di risorse economiche in
poche imprese.
• ………………………
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2. Regolamentazione Il governo può regolamentare i prezzi che il
monopolista chiede
L’allocazione delle risorse sarà efficiente se il prezzo eguaglierà il costo marginale.
Ci sono due problemi pratici nell’applicazione del principio di uguaglianza di prezzo e costo marginale.
Se vi è un monopolio naturale:
l’impresa subisce una perdita se si impone P=CM
Non crea alcun incentivo alla riduzione dei costi per il monopolista
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Uguaglianza tra prezzo e costo marginale
Quantità 0
Prezzo
Domanda
Costo marginale
Costo medio totale
Il Monopolio naturale presenta una curva del CMeT che decresce in modo costante e quindi CM<CMeT (N.B. affinché la «media» diminuisca l’«aggiunta» deve essere minore)
La diminuzione del costo medio
è da attribuire all’esistenza di
importanti costi fissi
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Uguaglianza tra prezzo e costo marginale
Quantità 0
Prezzo
Domanda
Costo marginale
Costo medio totale
Quantità
regolamentato Prezzo
regolamentata
Se il legislatore impone P=CM, per MAX il benessere economico…
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Uguaglianza tra prezzo e costo marginale
Costo
Quantità 0
Prezzo
Domanda
Costo marginale
Costo medio totale
Quantità
medio totale
regolamentata
Prezzo regolamentato
Essendo CMeT>CM…
63 regolamentata
Uguaglianza tra prezzo e costo marginale
Quantità 0
Perdita
Prezzo
Domanda
Costo marginale
Costo medio totale
Quantità
medio totale Costo
regolamentato Prezzo
… subisce una perdita
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2. Regolamentazione Nel caso di monopolio naturale che fare?
Non è possibile imporre alle aziende di produrre
in perdita, costringendole ad applicare P=CM; ma non è neppure “giusto” dal punto di vista
sociale lasciarle libere di stabilire il prezzo di monopolio, poiché si verificherebbe una insufficiente fornitura di questi servizi essenziali
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2. Regolamentazione Possibili soluzioni: • Sussidiare il monopolista facendosi carico
delle perdite provocate da P=CM Ma ciò implica introduzione di imposte per i cittadini. Non è efficiente!
• Lo Stato può permettere un P>CM ma =CMeT in modo che il profitto sia nullo. Ma P=CMeT non è efficiente!
Ulteriore problema: la regolamentazione basata su P=CM o P=CMeT non crea alcun incentivo alla riduzione dei costi per il monopolista!!!
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3. Proprietà pubblica
L’amministrazione pubblica può trasformare i monopoli in imprese pubbliche.
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4. Non agire
L’amministrazione pubblica rinuncia ad agire se il fallimento del mercato viene valutato meno pericoloso delle inevitabili imperfezioni della politica.
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La prevalenza del monopolio Quanto sono frequenti i problemi di monopolio? I monopoli sono comuni: la maggior parte delle
imprese ha un certo controllo sul prezzo poiché i beni che produce sono diversi.
MA le imprese con un reale potere monopolistico sono rare: pochi beni sono veramente unici.
In conclusione, il potere monopolistico è una questione di gradi: è vero che molte imprese godono di un certo potere di mercato, ma è anche vero che questo è abbastanza limitato.
Acqua potabile Televisione
via cavo
Monopolio
(capitolo 15)
Romanzi
Film
Grano
Latte
Concorrenza
monopolistica
(capitolo 16)
Palle da tennis
Petrolio greggio
Oligopolio
(capitolo 17)
Numero di imprese
Concorrenza perfetta
(capitolo 14)
Tipo di prodotto
Prodotti identici
Prodotti differenziati
Una impresa
Poche imprese
Molte
imprese
Lo spettro delle strutture di mercato
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Concorrenza imperfetta
Strutture di mercato che ricadono tra la concorrenza perfetta e il monopolio puro.
Imprese che hanno dei concorrenti, ma in numero limitato, e non sono costrette a prendere il prezzo di mercato come dato.
Concorrenza monopolistica (cap 16)
Oligopolio (cap 17)
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Concorrenza monopolistica
Concorrenza monopolistica
E’ un mercato nel quale ci sono molte imprese che vendono prodotti simili, ma non completamente identici.
Attributi della concorrenza monopolistica:
Molteplicità di venditori
Differenziazione del prodotto
Libertà di entrata e uscita
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1. Molteplicità di venditori
Molte imprese competono per lo stesso gruppo di consumatori.
esempi libri, dischi, film, videogiochi, ristoranti, lezioni di piano, biscotti, mobili, ecc.
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2. Differenziazione del prodotto
Ogni impresa produce un prodotto leggermente differente da quello delle altre imprese.
Invece di prendere il prezzo come dato, ogni impresa si confronta con una curva di domanda inclinata verso il basso.
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3. Libertà di entrata o uscita
Le imprese possono entrare o uscire dal mercato senza restrizioni.
Il numero delle imprese presenti sul mercato si aggiusta in modo da fare tendere a zero il profitto economico.
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Oligopolio: Mercato con pochi venditori
Oligopolio
E’ un mercato nel quale pochi venditori offrono prodotti molto simili o identici tra loro.
Poiché ci sono pochi venditori, le azioni di un venditore nel mercato può avere un largo impatto sui profitti di tutti gli altri venditori.
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Caratteristiche di un mercato oligopolistico
Pochi venditori offrono prodotti simili o identici.
Imprese interdipendenti
Gli oligopolisti si avvantaggiano con un comportamento cooperativo e monopolistico, producendo una bassa quantità bene per venderla a un prezzo superiore al costo marginale.
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Conclusione (1/5)
Un’impresa opera in regime di monopolio se è l’unico venditore presente sul mercato.
La curva di domanda per il proprio prodotto è inclinata verso il basso.
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Conclusione (2/5)
Come un’impresa concorrenziale, il monopolista massimizza il profitto producendo la quantità di bene per il quale il ricavo marginale è uguale al costo marginale.
Diversamente da quanto accade in regime di concorrenza, in regime di monopolio il prezzo è superiore al ricavo marginale e, quindi al costo marginale.
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Conclusione (3/5)
Il livello di produzione che massimizza il profitto del monopolista è inferiore a quello che massimizza la somma della rendita del consumatore e di quella del produttore.
Il monopolio produce costi sociali legati a:
• Inefficienza allocativa
• Inefficienza da costi
• Ricerca della rendita
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Conclusione (4/5)
L’amministrazione pubblica può reagire alle inefficienze del monopolista con una normativa antitrust, con regolamentazioni dei prezzi, o trasformando i monopoli in imprese pubbliche.
Se il fallimento del mercato viene valutato meno pericoloso delle inevitabili imperfezioni della politica, l’amministrazione pubblica può rinunciare ad agire.
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Conclusione (5/5)
CONCORRENZA IMPERFETTA: strutture di mercato che ricadono tra la concorrenza perfetta e il monopolio puro: Concorrenza monopolistica E
Oligopolio