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estratto da dday.it n. 64 / 27 febbraio 2013

Voglia di novitàNei momenti di crisi le quote di mercato sono più volatili: le aziende in maggiore sofferen-za finiscono per concentrarsi sui problemi di finanza interna trascurando la sfide “esterne” di un mercato sempre più difficile; le aziende più in salute, o perché stra-leader o perché emergenti, possono così approfittarne e spostare ancora più velocemente gli equilibri. Proprio come è accaduto nelle recenti elezioni politiche. Da un lato c’è la “radicalizza-zione” di alcune leadership: Samsung e Apple, sul fronte mobile, appiono sempre più forti; nel mercato dei TV cambia qualche nome ma la musica è la stessa: un oligopolio sempre più stretto. Un numero più con-tenuto di produttori è per certi versi preferibie: investimenti in ricerca e sviluppo più concen-trati, prodotti meglio progettati e magari - date le economie di scala - anche costi di produ-zione più contenunti (che però non è datto che si trasformino in prezzi più bassi). Dall’altro - ragionando per estensione da altri ambiti - si sente il bisogno di una certa “biodiversità”, garanzia di rinnovamento e miglioramento della specie. I giapponesi, che hanno fatto la storia del nostro mercato, sem-brano lenti, stanchi, burocratiz-zati, non in grado di rispondere alla voglia di novità di utenti e negozianti. La “biodiversità” potrebbe arrivare invece dalla Cina, quella Cina capace di produrre bene e sdoganata dalla stessa Apple: i nomi da tenere d’occhio sono ZTE, Huawei, Haier, Hisense, magari anche Foxconn, se mai decidesse di fare un brand proprio. E c’è da credere che la distribuzione, che inizia a patire il giogo di pochi super-leader industriali, possa spingere e sostenere la crescita dei nuovi player. La crisi non è finita e i prossimi saranno mesi di grandi cambiamenti.

Gianfranco GIardIna

Firefox OS alla conquista dei mercati emergenti Ci sono già i primi accordi per smartphone e operatoriNel mirino Apple e Google

Samsung Galaxy Note 8 Le nostre impressioni in fieraAl MWC 2013 abbiamo toccato con mano il tablet da 8” Telefona, ha la S-Pen e fa diretta concorrenza all’iPad mini

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Nokia punta alla gamma media Ecco i Lumia 720 e 520 con WP8 Presentati al MWC 2013 due nuovi Lumia destinati a un pubblico giovane, attento a design e prestazioni, senza dimenticare però il prezzo

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Asus Padfone Infinity e Fonepad

La presentazione di Sony PlayStation 4

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Office 2013 e la licenza che non si può trasferire

Sardegna zona franca: via al turismo Hi-Tech

Surface RT, in prova il tablet Win RT di Microsoft17 20 36

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

Speciale 2013

di roberto PEZZaLI

Samsung e Apple guidano il mercato mobile, e senza Apple al Mobile World Congress di

Barcellona è Samsung la regina della scena. L’azienda coreana è cambiata in questi anni, ha imparato molto dai suoi errori passati e ha scelto di foca-lizzare tutta l’attenzione del pubblico sul nuovo Galaxy Note 8. Si parlava di tanti tablet, nuovi Galaxy Tab da 7”, nuovi tablet da 10” con schermi ad alta definizione eppure qui a Bar-cellona si è visto un solo protagoni-sta, quello che noi di DDay.it aveva-mo già svelato in esclusiva. Abbiamo avuto modo di giocare un po’ con il Galaxy Note 8 e senza troppe sor-prese Samsung è riuscita ancora una volta a sfornare un ottimo prodotto. Il concetto di Note è ben chiaro: si può fare tutto con le dita, come un normale touch, ma solo grazie a S-Pen si aprono possibilità interessanti legate appunto all’uso del pennino. Nel caso del Note 8 la funzionalità nuova è il Dual View, che permette di dividere lo schermo da 8” in due per vedere e fare due cose in contem-poranea. Il Dual View funziona sia in modalità portrait che landscape e anche durante le chiamate: permette quindi di fare una videoconferenza prendendo appunti con il pennino. Abbiamo parlato anche di telefo-nate perché come gli altri prodotti della famiglia Note il tablet telefona. Purtroppo non ci sarà una versione solo Wi-Fi, cosa che potrebbe tene-re il prezzo un po’ più alto della di-retta concorrenza, cioè l’iPad mini. Inoltre, chi vuole telefonare deve considerare nel tablet un vero pia-no telefonico, opzione più costosa della sola SIM dati. La miopia degli operatori italiani purtroppo limita la diffusione di più SIM agganciate allo stesso piano, operazione questa che con prodotti come la Galaxy Came-ra e il Note 8 sarebbe davvero utile. Samsung ha sicuramente realizzato un tablet intelligente: la cornice è spessa il giusto per evitare di toccare

MOBILE Uno smartphone cresciuto, un tablet che telefona con in più la S-Pen per scrivere

Galaxy Note 8: le prime impressioniSamsung presenta il nuovo tablet da 8” che telefona e diventa taccuino

con il palmo lo schermo e di afferrar-lo anche con una mano sola; il tasto fisico è più immediato di quello a schermo e soprattutto permette di poter usufruire di uno schermo più ampio. Decisamente intel-ligente anche l’integrazione della tecnologia Wacom sui tasti menù e back: se im-pugniamo il Note con una mano e il pennino dall’al-tra non dobbiamo tutte le volte appoggiare la penna per premere i tasti. Anco-ra non è stato fissato un prezzo di lancio. Samsung assicura che, comunque,

sarà allineato con le soluzioni della sua più diretta concorrenza, ovvero con l’iPad mini versione 3G: stiamo quindi parlando di una forbice che va dai 400 ai 430 euro.

Samsung Galaxy Note 8Le caratteristiche principali

Samsung troppo leader Google è preoccupataSamsung inizia a diventare un partner ingombrante per Google che non vuole trovarsi davanti a un altro fenomeno Amazon di roberto PEZZaLISamsung è troppo forte nel mondo Android e Google inizia a preoccu-parsi. Lo rivela una fonte del Wall Street Journal vicino a Google, che riporta un po’ di malumore per la continua crescita del produttore nel mercato degli smartphone e dei tablet. Una crescita che met-te Samsung nella posizione di chiedere e pretendere sempre di più da Google e che, nel peggiore dei casi, potrebbe anche portare l’azienda coreana a sviluppare una sua versione del sistema operativo e staccarsi definitivamente da Big G. Abbiamo ipotizzato la possi-bilità di un passaggio a Tizen e Samsung stessa ci ha confermato che ci saranno prodotti flagship con a bordo il nuovo OS. Tuttavia non è Tizen a preoccupare Google ma Android: Samsung potrebbe infatti prendere la strada di Ama-zon e realizzare il proprio “fork” di Android, cioè creare un sistema operativo basato su Android ma scollegato dal mondo Google. Uno scenario che porterebbe Samsung ad avere il suo market, gli utenti e tutti i guadagni derivanti dall’eco-sistema. Forse per Google è giunto il momento di giocare la carta Mo-torola, di sua proprietà: fino a oggi non ha voluto spingere il proprio brand affidandosi a produttori ter-zi per realizzare i suoi Nexus, ma dopo Asus, HTC, LG e Samsung potrebbe decidere che è arrivato il tempo di un Motorola Nexus, il tanto atteso Nexus X-Phone che, venduto a un prezzo competitivo, potrebbe rimettere tutto in gioco.

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

Speciale 2013

di roberto PEZZaLI

I l messaggio forte e chiaro che è ar-rivato dal palco di Mozilla al MWC 2013 è che peggio di un monopolio

c’è solo il duopolio, una situazione dannosa per il mercato e i consuma-tori. Il riferimento è ad Apple e Google e all’App Store e a Play Store, i due market che monopolizzano il mondo delle app mobile. Ma in gioco non c’è solo il fatto che le piattaforme siano chiuse e che a guadagnarci siano i due colossi americani, ma il proble-ma che, legando la distribuzione del software al possesso di una carta di credito, questo modello di business non è adatto per raggiungere i due miliardi di potenziali utenti di Inter-net e smartphone. Per questo Mozilla lancia Firefox OS, sistema operativo basato su tecnologie HTML aperte, una piattaforma sulla quale chiunque può portare un’applicazione passando per il marketplace di Mozilla o no, in

MOBILE Mozilla parte all’attacco del duopolio Google-Apple e punta con decisione ai mercati emergenti con il suo Firefox OS

Firefox OS è il sistema operativo open-source per tutti Lanciato Firefox OS con i primi smartphone e accordi: nel mirino i “giardini dorati” di Apple e Google

completa libertà. Firefox OS si pre-senta come una piattaforma con in mente gli sviluppatori, perché chi oggi sviluppa già per il web, può senza ul-teriori risorse lanciare le proprie web app anche su Firefox OS. Mozilla ha realizzato diverse nuove API per gesti-re l’hardware di uno smartphone, web API che sono state sviluppate in col-laborazione con il W3C così che pos-sano essere implementate anche in altri browser diventando il più possi-bile universali. Obiettivo di Firefox OS non sono al momento gli smartphone top di gamma, per quanto non ci sono controindicazioni in questo senso, ma la fascia più bassa del mercato, per-

ché la sfida è portare sulla rete quei miliardi di persone che ancora oggi non sono connesse. Un mercato po-tenzialmente enorme che fa gola a produttori di smartphone e operatori telefonici equamente rappresenta-ti, sul quale figurava anche Franco Bernabé di Telecom Italia, uno dei principali partner di Mozilla, con cui abbiamo scambiato qualche battuta (clicca qui per vedere l’intervista). Per quanto riguarda l’hardware sono stati annunciati i primi smartphone che arriveranno sul mercato targati ZTE, LG, Alcatel OneTouch, ma come scritto in questa news anche Sony è della partita. L’azienda giapponese ha infatti annunciato ufficialmente che un team di ingegneri sta sviluppando l’hardware per far girare Firefox OS e che i prodotti arriveranno sul mer-cato nel 2014. L’annuncio è parte di una partnership strategica firmata da Sony e dall’operatore Telefonica che distribuirà inizialmente i terminali.

Bob Ishida, Executive VicePresident di Sony Mobile ha lasciato trapelare oltre ad un certo entusiasmo anche la sensazione che Sony è già oltre una fase iniziale e che probabilmente sta già provando un primo prototipo di hardware. La fascia bassa e i mercato in via di sviluppo sono troppo impor-tanti per i produttori.

di roberto PEZZaLI

S amsung si è presentata al Mo-bile World Congress con due soli prodotti: il Galaxy Note 8

e HomeSync, un piccolo set-top-box dalle mille funzionalità. HomeSync è l’anello di congiunzione tra il mondo Galaxy e i TV, tutti i TV: è un sistema di backup, una Smart TV basata su Android e un Media Player efficace e veloce. Di HomeSync, che abbiamo potuto provare rapidamente, ci ha stupito proprio la velocità, la facilità d’uso e l’interfaccia in stile Touchwiz che lo rende un prodotto estrema-mente intuitivo per chi ha già uno smartphone Android. HomeSync è anche un dispositivo molto intelli-gente e Samsung potrebbe riuscire dove molti con i NAS hanno fallito:

MOBILE Un set-top-box con funzionalità Smart molto evolute: Samsung si fa la guerra in casa sul versante Smart TV

HomeSync: Samsung adesso ha due Smart TV?HomeSync porta Android sui TV rendendoli Smart, anche più della stessa piattaforma dei TV Samsung

far capire alla gente che le foto, i video e i ricordi sono tra i beni più preziosi e vanno messi al sicuro. Samsung ha parlato di cloud ma forse ha sbagliato termine: Home-Sync non è cloud, non carica nulla sul web e non condivide niente con i social network. Quello che è cloud è la logica: condivisione dei contenuti sui dispositivi dell’utente con una sicura connessione Wi-Fi domesti-ca. HomeSync, paradossalmente, è anche più completo delle Smart

TV che Samsung vende e promuove da tempo: fa poche cose utili senza troppi fronzoli. Non promette con-trollo gestuale e vocale, non ha una videocamera, ma grazie all’hard disk da 1 Terabyte integrato mantiene dati, foto, video e backup dei termi-nali Android di otto diversi utenti. Il backup e la sincronizzazione avven-gono non appena si entra in casa con l’applicazione che lavora in background: tutto quello che teniamo sul nostro smartphone o tablet sarà sempre al si-curo. Grazie ad Android, poi, HomeSync permette di lanciare nativamente in modalità tablet tutte le app presenti sul Play Store, alle quali si possono aggiunge-

re anche le app particolari che Sam-sung ha sviluppato come Movie Hub per i film e Music Hub per la musica. Non mancano, infine, le funzioni di Media Server e Media Player con possibilità anche di fare mirroring tramite quella funzione che Sam-sung chiama Allshare Play e che a tutti gli effetti è simile a Miracast.

Samsung HomeSyncCome funziona il set-top-box Smart TV

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

Speciale 2013

Bill Gates fa “mea culpa” su WinPhoneMicrosoft ammette di aver sbagliato strategia con l’entrata nel mondo dei cellulari; ed è il presidente Bill Gates ad ammettere l’errore di Vittorio romano BaraSSINonostante gli elogi riservati alla divisione Bing, a Xbox e a Windows 8, Bill Gates ha voluto esprimere molte perplessità su come l’azienda in passato abbia sottovalutato l’incredibile ascesa del mercato dei telefoni cellula-ri/smartphone. In Microsoft nes-suno si sarebbe mai aspettato un iPhone così forte da scombusso-lare ogni equilibrio e l’aver “per-so il treno” è stato solo il primo passaggio negativo che ha portato all’attuale situazione: Microsoft con Windows Phone è costret-ta a inseguire e lo stesso Gates nutre diversi dubbi sul fatto che l’azienda riesca a recuperare quel ruolo da protagonista assoluto che vorrebbe. Windows Phone 8 è un gran bel sistema operativo ma, rispetto alla concorrenza, è ancora giovane e sia Android sia iOS hanno “clientele affezionate” che Microsoft può solo sognare. Ora che le cose vanno meglio, l’azienda dovrà lavorare duro per riguadagnare importanti fette di mercato e l’idea di un unico “eco-sistema” fatto di desktop, tablet, smartphone e anche console è ciò a cui Microsoft può aggrap-parsi. Almeno su questo Gates e Ballmer, cui il presidente non ha risparmiato qualche critica, sono completamente d’accordo.

di roberto PEZZaLI

Asus ha presentato due nuovi prodotti a Barcellona che sem-brano un gioco di parole: il Pa-

dfone Infinity e Fonepad. Partiamo dal primo, nuova evoluzione del Pa-dfone con caratteristiche tecniche tut-te al top. Come prima si tratta di uno smartphone che si trasforma in un vero e proprio tablet da 10.1 pollici con riso-luzione di 1.920x1.200 pixel. Tutta la tecnologia è però custodita all’interno dello smartphone, realizzato con gu-scio posteriore in alluminio e costruito intorno al display da 5” con risoluzio-ne Full HD. Sotto lo schermo trovia-mo il potente processore quad core di Qualcomm Snapdragon 600 a 1.7 GHz, oltre a quello che sta diventando ormai uno standard, la fotocamera da ben 13 MP con apertura F2.0 e senso-re BSI Sony. Asus ha lavorato per ot-timizzare al meglio l’esperienza di uti-lizzo, riducendo il tempo di accensione del display ogni qualvolta rimuoviamo lo smartphone dallo schermo tablet: il passaggio da una modalità all’altra è praticamente istantaneo. Il dispositi-

vo è dotato di connettività LTE, Blue-tooth 4.0, NFC, Wi-Fi n e integra una batteria da 2.400 mAh. Per l’NFC Asus ha sfruttato un’idea ingegnosa inte-grando l’antenna nel logo Padfone po-sto sul retro dello smartphone. L’au-tonomia chiaramente aumenta grazie alla dock/tablet che integra una batte-ria da ben 5000 mAh. Evidentemen-te caratteristiche tecniche al massimo si rispecchiano in un prezzo di listino che si fa notare: 999 euro con dispo-nibilità a partire da aprile. L’altra no-vità è Fonepad, con cui Asus cerca di porre l’accento sulla parte telefoni-ca, anche se si tratta a tutti gli effetti di un tablet da 7 pollici con connetti-vità 3G. Certo telefona, e può essere utilizzato come smartphone, ma sia-mo chiaramente più dalle parti di un

Nexus 7 che di un Galaxy Note II. Det-to questo, il punto di forza del Fone-pad è innanzitutto il prezzo, perché il tablet con display da 7 pollici con riso-luzione di 1.280x800 pixel avrà infatti un costo in Europa di 219 euro, senza fotocamera posteriore. Questo perché ci sarà anche una versione con foto-camera da 3 MP in alcuni mercati. In questo caso le caratteristiche tecniche non sono evidentemente al top, ma il Fonepad spicca per un altro motivo: è infatti basato su processore Intel Atom 2420 da 1.2 GHz che, con la batteria da 4.200 mAh, Asus dice assicuri un’au-tonomia di circa 9 ore di navigazione web. Anche Fonepad sarà disponibile a partire da aprile.

MOBILE Asus rilancia lo smartphone trasformabile in tablet e il Fonepad, tablet che telefona

Asus lancia due nuovi device mobili Ecco Padfone Infinity e il FonepadSpicca la novità Fonepad, il tablet da 7 pollici con CPU Intel che telefona

MOBILE È l’evoluzione della versione per smartphone

Ecco Ubuntu OS per tabletdi Paolo CEnTOFanTI

Canonical ha svelato oggi Ubuntu per tablet, un nuovo sistema opera-tivo che porta la stessa esperienza di utilizzo che abbiamo visto per lo smartphone, sui dispositivi con schermo più grande. Gli elementi che

rendono interessante già la versione per smartphone ci sono tutti: multi-tasking con visione direttamente sulla homescreen di tutte le app aperte, barra laterale con le app più frequenti, interfaccia completamente basata su intuitive gesture multi-touch. La novità più importante è che su Ubuntu per tablet sarà possibile, tramite Side Stage, utilizzare in uno spazio laterale a destra, richiamabile con un semplice swipe, le app native per Ubuntu per smartphone nel loro formato ori-ginale e visualizzarle side-by-side con le app native per tablet. Un concept inte-ressante specie per app di messagistica e social networking, come ben illustrato dal patron di Canonical Mark Shuttleworth. Il video è esaustivo già di suo, ma la notizia è che la developer preview del nuovo sistema operativo è già disponibile per tablet Nexus 7 e Nexus 10.

Asus Fonepad

Asus Padfone Infinity

Estratto dal quotidiano onlinewww.dday.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 416 del 28 settembre 2009

direttore responsabileGianfranco Giardina

editingMassimo Monti, Alessandra Lojacono

progetto graficoGreta Genellini

EditoreScripta Manent Servizi Editoriali srl

via Gallarate, 76 - 20151 MilanoP.I. 11967100154

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

Speciale 2013

MOBILE Due Lumia pensati per un’utenza giovane, attenta al prezzo ma anche alla qualità. Un toccasana per WP8

Belli, colorati ed economici: ecco i Lumia 520 e 720 Nokia porta al Mobile World Congress due Lumia con Windows Phone 8 per aggredire la fascia media

di Paolo CEnTOFanTI

N okia ha completato la gamma Lumia con due nuovi modelli che vanno a coprire nuove fa-

sce di prezzo soprattutto per quanto riguarda quella medio/bassa. Con il Lumia 520, che sarà disponibile indi-cativamente intorno ai 199 euro in Ita-lia, Windows Phone 8 diventa ancora più economico ma senza rinunciare a tutte le funzionalità più importanti. È forse questo il vero punto di forza della piattaforma: il Lumia 520 è un pro-dotto che ha tutte le app esclusive di Nokia, un’interfaccia fluida e reattiva e rinuncia unicamente alla fotocame-ra frontale e all’NFC. La piattaforma hardware è però la stessa del Lumia 620 e del nuovo Lumia 720, proces-sore dual core da 1 GHz, 512 MB di RAM e 8 GB di storage espandibili via microSD, quindi con prestazioni mol-

to interessanti per la fascia di prezzo. Il design è più netto e spigoloso di quello del Lumia 620 ma la qualità costruttiva ci è parsa molto buona e la scelta dei colori è decisa-mente azzeccata. Il display da 4 pollici e 800x480 non è però ClearBlack e si vede, sia nel contrasto che nell’angolo di visione. Il Lumia 720 è un altro smartphone che spicca in primo luogo per il bel design: molto sottile, linee morbide, struttura unibo-dy e soprattutto il bel vetro arrotondato sui bordi. In questo caso il display è da 4.3 pollici (la risoluzione non cambia) e con filtro ClearBlack per migliorare il contrasto. Il prezzo per l’Italia non è ancora stato confermato ma si parla indicativamente di una fascia intorno ai 349 euro. Il Lumia 720 è dotato di NFC ed è compatibile con delle nuove

cover che consentono di utilizzare lo stesso wireless charging dei modelli superiori. La nostra prima impressio-ne è che il bilanciamento tra design e prestazioni di questo Lumia 720 sia molto interessante e se non si cade nel tranello del gioco delle pure specifiche tecniche, il rapporto qualità prezzo è buono. Alla fine anche il Lumia 720 a livello di funzionalità ha tutto quello che Windows Phone 8 ha da offrire.

Nokia Lumia 720 e 520Il nostro hands-on sui due nuovi LumiaNokia Lumia 720

Nokia Lumia 520

MOBILE Apple cerca nuove vie per aumentare l’autonomia della batteria durante l’uso

Apple brevetta il touchpad con celle solariLa casa della mela registra il brevetto del pannello touch con celle solari integrate

di roberto PEZZaLI

L’ufficio brevetti americano è uno degli amici più intimi di Apple, che non perde tempo

per brevettare ogni idea possibi-le, sperando che prima o poi possa venire in qualche modo realizzata. Recentemente l’azienda californiana ha registrato uno dei brevetti forse più interessanti dell’ultimo periodo, ovvero la possibilità di integrare un pannello solare all’interno di un di-splay touchscreen. L’autonomia è uno dei punti chiave per i device del futuro: anno dopo anno aumentano potenza e dimensioni dei display ma l’approccio alla sezione energetica è sempre piuttosto conservativo, ov-vero si tende a mantenere quell’au-

tonomia che viene ritenuta ormai sufficiente: un giorno. Apple, con il brevetto numero 8,368,654, ha messo in cassaforte una tecnologia che permetterà di creare pannelli touch dove gli elettrodi possono es-sere usati sia per il controllo sia per raccogliere e accumulare energia. I nuovi pannelli sono addirittura più evoluti dei touchscreen capacitivi at-tuali e dovrebbero riuscire a rilevare i movimenti anche senza tocco diret-to, ma mediante “optical touch”. Per migliorare l’efficienza del pannello è previsto anche un sofisticato algorit-mo in grado di convertire l’uso degli elettrodi da sensori di tocco a celle solari. Trattandosi di un brevetto non è certo sapere se si trasformerà in un prodotto, ma questa sarebbe

davvero una di quelle tecnologie “Wow” che riporterebbe gli appas-sionati, delusi da qualche scivolone di Apple nell’ultimo periodo, ai fasti dell’era Jobs.

MOBILE

Da Marvell smartphone quad-core a 100 euroMarvell, fornitore di processo-ri per produttori molto famosi, ha presentato XA1088, un SoC quad-core che diventerà la base di partenza per prodotti che non costeranno più di 100 euro. Quad-core ovunque quindi, anche se non si sa bene con quali prestazioni. L’XA1088, infatti, è basato su quattro CPU Cortex A7 da 1.2 Ghz, un’architettura non re-centissima ma efficace se gesti-ta bene. Al suo interno, per for-nire una soluzione completa, si trovano anche il modem per la connettività HSPA+ da 21 Mbps e un chipset che gestisce Wi-Fi , Bluetooth e Radio FM.

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

Speciale 2013

di roberto PEZZaLI

N VIDIA ha recentemente pre-sentato Tegra 4i, nome in codice Gray, il suo primo pro-

cessore realizzato espressamente per smartphone con integrato il modem multibanda programmabile i500. Te-gra 4i deriva direttamente dal Tegra 4 presentato al CES di Las Vegas ma è molto più piccolo e, considerando che integra anche il modem, ciò significa che NVIDIA ha dovuto fare davvero i sacrifici e rinunciare a qualcosa. Tegra 4i è realizzato utilizzando un processo produttivo a 28 nm ma non utilizza una CPU quadcore Cortex A15 da 1.9 GHz come Tegra 4, bensì una nuova CPU realizzata ad hoc per questo pro-dotto denominata R4, realizzata par-tendo da un’architettura Cortex A9 e spinta a 2.3 GHz. Qualche sacrificio anche per quanto riguarda la parte video: la GPU a 72 Core di Tegra 4 diventa una GPU a 60 core su Tegra

4i, riduzione necessaria per liberare lo spazio per il modem. Una riduzio-ne che porta la dimensione massima dello schermo gestibile a 1920 x 1080 al posto dei 4K di Tegra 4, ma dob-biamo sempre considerare che siamo di fronte a un prodotto nato per gli smartphone. NVIDIA sottolinea le di-mensioni del chip: è decisamente più piccolo rispetto ai processori della con-correnza e riesce a esprimere (in pro-porzione) più potenza. Il riferimento diretto è allo Snapdragon 800, il SoC di Qualcomm che sta guadagnando rapidamente terreno in ambito mobi-le. NVIDIA, parlando di prestazioni, è molto sibillina: Tegra 4i ha prestazioni superiori per mm2 rispetto a S800, ma S800 è più grande quindi ipotizziamo che possa andare leggermente più ve-loce. NVIDIA ha anche mostrato altre funzionalità del processore fotografico computazionale integrato in Tegra 4i: oltre alla ripresa video HDR “Always On” c’è anche la possibilità di tracciare

MOBILE Svelato il primo processore per smartphone con LTE integrato di NVIDIA

NVIDIA Tegra 4i, il chip all-in-one con l’LTEPresentato il processore per smartphone Tegra 4i con modem LTE integrato

un soggetto in tempo reale e di realiz-zare scatti panoramici in HDR. NVI-DIA ha ribattezzato questo processo-re Chimera, e promette funzionalità fotografiche uniche sui prodotti che sfrutteranno al meglio questo elemen-to integrato nel chip. Per agevolare, infine, lo sviluppo di smartphone con Tegra 4i a bordo, NVIDIA ha realizza-to Phoenix, un reference smartphone con display da 5” Full HD spesso solo 8 mm. Una base di partenza per tutti coloro che vogliono prendere qualcosa di già “pronto” e ottimizzato per rea-lizzare uno smartphone da zero, cam-biando solo software e design.

di roberto PEZZaLI

P urtroppo non arriverà in Italia, almeno per il momento, ma il nuovo Optimus G Pro è uno de-

gli smartphone che più ci ha impres-sionato a Barcellona. Sorvolando sul design, che ricorda davvero troppo il Galaxy Note II di Samsung, LG ha de-ciso di puntare sul nuovo processore Qualcomm Snapdragon 600 e ha fatto bene. La reattività è davvero impres-sionante, difficilmente abbiamo visto uno smartphone con questa velocità e con questa fluidità. I benchmark non mentono: Snapdragon 600 è davvero un grande passo avanti rispetto al già ottimo S4 Pro e segna di fatto un nuo-vo riferimento. Tornando all’Optimus G Pro, LG ha utilizzato uno schermo

MOBILE Tanta potenza al servizio di funzioni evolute legate al video streaming, anche in 4K. Incerto l’arrivo in Europa

LG Optimus G Pro: è lui lo smartphone più veloceAbbiamo provato il top di gamma LG: impressionanti le performance grazie alla CPU Snapdragon 600

IPS da 5.5” con una buona luminosità e un eccelso angolo di visione: la ri-soluzione è 1080p ma possiamo dire che non si vede e non si sente neppu-re. Il processore, infatti, è talmente potente che spinge uno schermo così risoluto senza il minimo problema e, su uno schermo da 5.5”, è già dif-ficile vedere i pixel con un pannello 720p. LG ha personalizzato molto il sistema operativo ma non ha mol-to senso parlarne: trattandosi di un prodotto che verrà venduto in Giap-pone e Corea molte app sono dedi-cate ai loro servizi. Interessante però quella che gestisce lo streaming verso i TV 4K con upscaling dei contenuti dal Full HD e il widget per la gestio-ne dei device esterni tramite porta IR integrata nella parte alta. Curioso ve-

dere come le porte IR stia-no tornando di moda: il te-lecomando non muore mai. Optimus G Pro è completo anche sul segmento video e foto: la fotocamera da 13 MP posteriore e quella da 2 MP frontale possono la-vorare anche insieme. Inol-tre, dispone di funzione di ripresa video ad alta dina-mica con due esposizioni contemporanee, una funzione identi-ca a quella HDR Video dei competi-tor ma che LG ha deciso di chiamare più correttamente Dual Exposure Re-cording. Per vedere Optimus G Pro in Europa e in Italia dovremo aspettare probabilmente altri sei mesi, sempre che LG decida di importarlo.

LG Optimus G ProTutta le potenza del top di gamma LG

MOBILE

Il Galaxy S IV verrà presentato il 14 marzoSamsung toglierà i veli al nuo-vo Samsung Galaxy S IV a New York il prossimo 14 marzo. La data è ufficiale, e lo ha confer-mato il presidente della divisio-ne mobile di Samsung, JK Shin alla stampa coreana. Dopo il lancio lo scorso anno a Londra, quest’anno Samsung ha deciso di spostarsi sull’altra sponda dell’oceano per soddisfare le richieste di tutti gli operatori americani, un mercato che dopo anni di monopolio Apple sta diventando interessante. Nelle prossime settimane dobbiamo quindi aspettarci un’impennata di rumors, indiscrezioni e apparizioni sul web, anche se difficilmente il nuovo smartphone riuscirà a stupire per caratteristiche tecniche. Da Samsung ci aspet-tiamo però nuove funzionalità e nuovi livelli di interazione uomo/smartphone.

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

Speciale 2013

di roberto PEZZaLI

H P torna a realizzare tablet consumer: al Mobile World Congress l’azienda ameri-

cana ha presentato il suo primo tablet Android da 7”, l’HP Slate 7. Un prodotto, però, senza troppe pretese: il prezzo di 149 euro, in-fatti, lo identifica subito come uno dei possibili concorrenti di prodotti come Acer B1, tablet low cost che forti di un nome conosciuto cerca-no di rosicchiare un po’ di mercato a tablet di marche meno note, ed è ad esempio il caso di Mediacom in Italia. Slate 7 offre uno schermo da 1.024x600 pixel di risoluzione con un buon angolo di visione, un pro-cessore dual core da 1 GHz e 1 GB di RAM: davvero poco se si pensa che per qualche decina di euro in

MOBILE Un tablet low cost dalle poche pretese ma HP poteva sicuramente fare di più

Slate 7, HP torna sui tablet con AndroidCosta 149 euro, ha uno schermo da 7” con processore dual-core da 1 GHz

MOBILE Kit fotografico per effettuare scatti di vero impatto

Olliclip, obiettivi di qualità Foto super con l’iPhone 5

di roberto PEZZaLI

O lliclip ha presentato la nuova versione del suo “parco otti-che” per iPhone. Il modello

è compatibile con iPhone 5 e con iPod touch (tramite adattatore) e permette di agganciare un piccolo gruppo che integra tre obiettivi di qualità: un grandangolo, un fisheye e un macro. Una soluzione che ab-biamo potuto provare (foto a fian-co) e che funziona abbastanza bene: in modalità Wide e Macro le lenti aggiuntive permettono scatti che normalmente lo smartphone non potrebbe fare. D’impatto anche il fish-eye, ma il tipo di foto realizzata con questo obiettivo è utile solo in particolari occasioni. Olliclip è di-sponibile anche per iPhone 4 e 4S e viene venduto a 69 euro.

più possiamo portare a casa un quad core. La memoria interna è di soli 8 GB (espandi-bile), non c’è NFC ma c’è una doppia camera con la posteriore da 3 Megapixel. Due le note distintive: la presenza dell’audio Beats (che sta diventando più un marchio di cui fregiar-si che una vera sicu-rezza di qualità audio) ed ePrint, un’appli-cazione per stampare documenti su stampanti HP senza fili. L’autonomia dichiarata è di 5 ore di riproduzione video, e anche qui non stiamo certo parlando di autonomia record. Il prezzo è bas-so, certo, ma HP poteva fare sicura-

mente di più. Abbiamo avuto modo di giocarci un po’ e dobbiamo dire che lo schermo ha effettivamente un buon angolo di visione, ma l’in-terfaccia non è sempre velocissima e impeccabile.

MOBILE

Addio Bada è l’ora di Tizen Samsung ha deciso di mettere la parola fine a Bada, facendo confluire molte delle caratte-ristiche più apprezzate (non si sa ancora quali) in quel che sarà Tizen OS. In attesa di vedere i primi prodotti basati su Tizen, Samsung - tramite il presidente della divisione Samsung Media Solutions Center - ha fatto sapere che, nonostante Bada sia giunto al termine del proprio ciclo vita-le, le app saranno compatibili con Tizen. Inoltre, nessun dispositivo equipaggiato con una versione di Bada avrà la possibilità di essere aggiornato a Tizen. Si tratta di una mossa interessante che conferma le intenzioni di Samsung: puntare su una piattaforma software fatta in casa. Con la compatibilità tra le app Bada e quelle Android, Samsung potrebbe diventare un produttore completo con i vantaggi e i rischi del caso.

ZTE furbetta Il Grand Memo non esisteZTE ha presentato al MWC il primo smartphone con CPU Qualcomm Snapdragon 800: peccato si sia rivelata una bugiadi roberto PEZZaLIGrand Memo, Grand Balla. For-se questo sarebbe il titolo più az-zeccato per quello che ha fatto la grossa azienda di telefonia cinese al Mobile World Congress 2013. Per attirare l’interesse del pubbli-co e delle community di super ap-passionati attenti a ogni dettaglio tecnico, dal processore alla RAM, l’azienda cinese ha presentato il nuovo Grand Memo come lo smartphone più potente al mon-do, il primo con all’interno il su-per processore Snapdragon 800 di Qualcomm. Una caratteristica questa evidenziata anche nei co-municati rilasciati dall’azienda, ma che all’atto pratico si è rivelata totalmente falsa. Qualcomm stes-sa, infatti, al suo stand dimostrava lo Snapdragon 800 all’interno di un reference tablet, e Sebastia-no di Filippo, Director Business Development di Qualcomm ci ha confermato che per lo Snapdra-gon 800 su uno smartphone avre-mo molto presto delle novità (14 marzo, Samsung Galaxy S IV?). Cosa c’è quindi dentro il Grand Memo che ZTE aveva allo stand? Probabilmente non c’è neppure uno Snapdragon 600, già usato su HTC One e LG Optimus G Pro, ma solo un normale S4 Pro, un pro-cessore eccellente ma che come prestazioni si colloca un gradino più in basso del nuovo 600. ZTE, secondo alcune fonti, avrebbe an-che imbrogliato sulla RAM del di-spositivo, che nel modello esposto in fiera non era di 2 GB ma di solo 1 GB. La corsa alle prestazioni, ormai ingiustificata, sta davvero facendo brutti scherzi.

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Speciale 2013

pEOpLE & MarkEt L’azienda coreana vuole diventare un punto di riferimento in ogni settore dell’elettronica di consumo

Samsung: “Il primo smartphone Tizen sarà un top di gamma”Più attenzione al consumatore, all’esperienza d’uso e spazio ai nuovi OS come Tizen con prodotti top Non sono esclusi anche futuri Samsung Store. L’intervista con Carlo Carollo, Marketing Director

di roberto PEZZaLI

S amsung ha le idee chiare per il futuro: diventare leader in ogni settore, dal mobile ai TV. E i

fatti dimostrano che ci sta riuscen-do: le quote di mercato parlano da sole. Abbiamo incontrato a Barcello-na Carlo Carollo, Sales & Marketing Director Telecom & Network Divi-sion di Samsung.

DDay.it: “Ultimamente Samsung è cambiata molto: da azienda foca-lizzata sui prodotti ad azienda che parla principalmente di esperienza d’uso. Come farete a trasmettere questo concetto al pubblico italiano, visto che dimostrare i prodotti è tut-t’altro che semplice?” Carlo Carollo: Per prima cosa ti confermo il trend in atto: Samsung va sempre più verso l’esperienza d’uso e l’ecosistema. Entrambi que-sti aspetti per noi sono essenziali ma anche molto difficili da trasmettere, soprattutto in un contesto commer-ciale. Stiamo lavorando in due dire-zioni: innanzitutto vogliamo creare aree “esperienziali” Samsung nel massimo numero possibile, parlia-mo di migliaia, e se abbiamo già fat-to tanto nel 2012, nel 2013 le tripli-cheremo. Inoltre, stiamo lavorando molto sulla parte digitale: tutorial e video tutorial, che pubblichiamo sul sito Samsung ma anche altrove, di modo tale che i consumatori possa-no farsi un’opinione prima di tocca-re con mano il prodotto.

DDay.it: “L’idea è buona ma, ap-punto, un video non è come prova-re il prodotto.”Carollo: Certamente, sono due momenti diversi ma pensiamo sia-no entrambi importanti: da un lato c’è la scoperta concettuale del pro-dotto, che può avvenire via rete o anche tramite le parole di un amico, dall’altro c’è l’esperienza fisica, an-che qui tramite un amico o diretta-

mente in punto vendita, che diven-ta fondamentale quando il prodotto è una novità. Sono entrambi aspetti molto importanti.

DDay.it: “Vedremo mai un Sam-sung Store, un luogo in cui si con-centra tutta l’esperienza di Sam-sung, o preferite continuare ad operare come fatto finora?”Carollo: Al momento il nostro in-teresse è di aumentare il Retail spa-ce all’interno dei canali in cui già operiamo e quindi di sfruttare al meglio e sviluppare sempre più la collaborazione con i nostri partner, operatori e retailer. Il tema dello spazio esclusivo del brand viene af-frontato a livello strategico globale quindi le cose potrebbero cambiare, ma per il 2013 ti confermo la nostra attuale strategia.

DDay.it: “Parlando di ecosistema, HomeSync ci sembra un prodotto interessante ma che di fatto “pesta i piedi” ai prodotti della divisione TV: è uno Smart TV integrato con gli strumenti mobili e fa tutto quello che, di fatto, fa un TV Samsung di ultima generazione. Paradosso o semplicemente primo passo verso l’unificazione delle varie divisioni?”Carollo: Sì, i confini tra le divisioni si stanno lentamente assottiglian-do: ormai cerchiamo di vendere un ecosistema completo, e ragionare per silos non fa bene a nessuno. Poi tra l’altro è il mercato stesso ad abbattere le barriere tra le divi-sioni: la gente vuole un’esperienza semplice e unificata, e HomeSync ti permette di avere Android sul TV, un media server e l’esperienza Smart TV su TV non Smart. Ciò non toglie focus e importanza al lavoro che stiamo facendo sugli Smart TV, pensiamo di poter portare queste due proposte in modo assoluta-mente parallelo.

DDay.it: “Al giorno d’oggi la gente

compra l’esperienza d’uso del Gala-xy, non è così interessata a sapere che alla base di tutto c’è Android. Questo vi permette, potenzialmen-te, di allontanarvi da Google e di puntare su qualcosa di vostro, come per esempio Tizen: uno sce-nario possibile?” Carollo: In realtà penso che la co-noscenza dei sistemi operativi e del modo in cui hardware e software si fondono in un solo apparecchio sta crescendo. Il sistema operativo è un fattore di scelta, molti consumato-ri vogliono proprio un ecosistema aperto ed enorme come Android. Sta però anche crescendo la consa-pevolezza che non tutte le esperien-ze Android sono uguali: Samsung offre l’esperienza migliore perché ottimizzata rispetto al sistema ope-rativo puro e semplice. La partner-ship tra Samsung e Android è più salda che mai perché siamo ancora in fase di accelerazione: al momen-to non avrebbe nessun senso met-terla in discussione. È peraltro vero che ci si debba interrogare anche su un piano temporale più ampio: Samsung sta lanciando Tizen e ve-

drà i primi dispositivi entro la fine dell’anno. In questo modo Samsung si troverà ad operare su tre diverse piattaforme software ma Android continuerà a rappresentare la stra-grande maggioranza.

DDay.it: “Cioè in pratica Android per i top di gamma, Windows Pho-ne e Tizen per le fasce più basse del mercato?” Carollo: In realtà, osservando l’assetto attuale e la direzione in-trapresa, è più la fascia entry level a essere predominio di Android; il portafoglio Microsoft, per esempio, ha un prodotto da 599 euro, e anche per Tizen è stato annunciato che il primo prodotto sarà un flagship. L’obiettivo è ottenere l’eccellenza su tutti i sistemi operativi, per poi scendere verso fasce di prezzo più basse e più accessibili. DDay.it: “Galaxy Note 8 telefona in Italia? E quanto costerà?”Carollo: Sì telefona. Il prezzo non è stato ancora fissato, ma il suo range sarà in linea con i dispositivi concorrenti, e in particolare con “il” dispositivo concorrente.

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Speciale 2013

LG sperimenta lo streaming in Ultra HD da smartphone al televisoreL’azienda coreana ha presentato alcuni prototipi di telefoni in grado di effettuare lo streaming 4K su un TV di Vittorio romano BaraSSI

LG punta tutto sulla siner-gia tra i propri dispositivi e al Mobile World Congress 2013 l’azienda coreana ha voluto di-mostrare come l’interoperabi-lità tra smartphone e Smart TV sia ancora un mondo da esplo-rare a fondo. Il colosso asiatico ha presentato un prototipo di smartphone in grado di effet-tuare lo streaming di conte-nuti Ultra HD su un televisore capace di riprodurre filmati in risoluzione 4K. L’azienda non ha rivelato molti dettagli al riguardo ma ha spiegato come tutto ciò sia possibile sempli-cemente facendo viaggiare un segnale “con lag e perdita di dati minimi” su una comune connessione Wi-Fi; per arri-vare al risultato attuale, LG ha ottimizzato il consumo di CPU riducendo a meno della metà il quantitativo di energia che sarebbe necessario per effet-tuare un’operazione simile con le tecnologie attualmente sul mercato. C’è, però, il trucco: il video originale è 1080p e lo smartphone effettua l’upsca-ling. Una limitazione che, però, finirà con l’affermarsi del-l’H.265. Nessuna informazione sui tempi di arrivo di tale tec-nologia “nel mondo reale”; del resto che senso ha lo streaming 4K se i TV Ultra HD venduti - permetteteci l’estremizzazione del concetto - sono poco più di una manciata?

di Emanuele VILLa

L a conferenza stampa di Huawei è stata la prima dell’edizione 2013 del Mobile World Congress.

In apertura, Amy Lou, global brand director di Huawei, ha illustrato il cammino dell’azienda nelle ultime decadi, dal terreno del b2b fino all’in-gresso e al proprio consolidamento all’interno del mercato consumer, un mercato nel quale Huawei ha fatto strada puntando su tecnologia, design, valore e convenienza. I risultati sono stati eccellenti: nel 2012 l’azienda ha ottenuto la terza posizione globale in termini di market share, con un valore complessivo di 7,5 miliardi di dollari. A Barcellona Huawei ha presentato Ascend P2, quello che l’azienda di-chiara essere lo smartphone più veloce al mondo; Ascend P2 è il primo smar-tphone con LTE a 150 Mbit/s, un dato eccellente se si considera che iPhone 5 e Galaxy S III LTE raggiungono i 100 Mb/s. Per quanto concerne il design, area in cui Huawei deve ancora fare un po’ di strada, l’azienda propone l’Infinite Edge Display, una linea stan-dard ma impreziosita dalle linee arro-tondate con texture e da uno spessore di 8,4 mm. Discreta attenzione è sta-ta dedicata al display, un LCD IPS da 4,7’’ 720p che è il primo con tecnolo-gia in-cell: questo lo rende fino al 30%

più sottile dei competitor, mentre per quanto concerne la sicurezza, si se-gnala il Gorilla Glass di seconda gene-razione e il Magic Touch; in pratica, il telefono funziona con tutti i guanti e non solo con quelli ad hoc. La scelta di un display 720p è legata, ci dicono, ai consumi, ma anche al fatto che proprio non si vedono le differenze tra un Full HD e un 720p. Il processore è realiz-zato da Huawei, quad core, mentre la fotocamera è da 13 Megapixel BSI con HDR sia per foto che per video. Legato alla fotocamera, ma chiaramente im-putabile al software, è una tecnologia di Face Recognition che riconosce i volti degli amici e ha senso soprattutto per lo sharing dei contenuti nei social network. C’è un pulsante dedicato per la fotocamera, NFC, una batteria da 2.420 mAh, e svariate tecnologie di ri-

sparmio energetico come ADRX, che attiva la connessione radio solo quan-do necessario: per questo Huawei di-chiara per il P2 un’efficienza del 30% superiore rispetto al passato, oltre al fatto che il terminale è del 25% più veloce nella ricarica. Non mancano le novità sotto il profilo software: basato su Android 4.1.2, Huawei P2 può av-valersi di diverse “personalizzazioni” che confluiscono nell’Emotion UI, con transizioni personalizzate, possibilità di cambiare la lockscreen, animazio-ni ad hoc, un nuovo Power Manager e Traffic & Permission Manager, il pieno supporto cloud (anche per il backup), il Phone Finder, la gestione avanzata dell’autonomia e della cari-ca, ecc. Huawei P2 sarà disponibile in Europa nel secondo trimestre dell’an-no a 399 euro.

MOBILE Uno smartphone a 399 euro che punta molto anche sul risparmio energetico

Huawei P2: l’LTE più veloce al mondoUn terminale con LTE da 150 Mb/s, display da 4,7’’ e un’interfaccia rivista

MOBILE Intel mira con decisione al mercato mobile con la nuova piattaforma Clover Trail+

Intel contro guerra Qualcomm e NVIDIAPresentati tre CPU dual-core per smartphone e tablet con grafica PowerVR

di roberto PEZZaLI

Intel intensifica gli sforzi per entrare nel mercato degli smartphone: dopo i primi processori Medifield della

passata generazione, quest’anno al Mobile World Congress 2013 Intel sve-la il nuovo dual-core Clover Trail in tre diverse versioni. Si parte dallo Z2580 a 2 GHz per i tablet per arrivare fino

agli 1.6 GHz e agli 1.2 GHz di Z2560 e Z2520. La parte interessante non è tanto quella legata alla CPU, ma l’inse-rimento di una sezione grafica con due GPU PowerVR SGX 544, aspetto che la rende decisamente appetibile. Il nuo-vo processore Intel integra anche una parte radio HSPA a 42 Mbps, ma l’LTE è separato: i produttori devono acqui-stare l’XMM 7160, un processore radio

che supporta 15 bande LTE. Entro fine anno dovrebbe arrivare la versione a 22 nm con modem integrato, soluzione abbastanza interessante. Intel ha anche svelato una nuova reference platform da utilizzare come base per lo sviluppo: a bordo ha lo Z2580, 2 GB di RAM, 256 GB di memoria, supporto per schermi fino a 1.920 x 1.080 e una fotocamera posteriore da 16 Megapixel.

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Speciale 2013

CoPilot ora naviga anche su WindowsAnnunciate le versioni Windows 8 e Windows Phone 8 del navigatore satellitare di ALK Technologies; arriverà in estate a un prezzo allineato alle attuali versioni di V. romano BaraSSI

Dopo essere approdato su Android e iOS, il famoso navi-gatore satellitare CoPilot sbarca anche sulle nuove piattaforme Microsoft. ALK Technologies ha annunciato che entro l’estate 2013 il software di navigazione GPS, da essa distribuito, sarà di-sponibile anche per tutti i dispo-sitivi mobile Windows Phone 8 e, un po’ a sorpresa, anche per Win-dows 8. Nessuna grossa novità tecnica è stata annunciata; ALK ha promesso una politica simile a quella attuata finora sulle altre piattaforme la quale è sviluppata in un’offerta free molto basilare (ma espandibile tramite acquisti in-app) e una premium che, a fronte di un pagamento iniziale, garantirà tutte le caratteristiche immancabili per un navigatore satellitare che si rispetti (tanto per citare qualcosa: navigazione vocale turn-by-turn, 12 mesi di ActiveTraffic, segnalazione dei li-miti di velocità e integrazione con Google, Yelp e Wikipedia). Anche i prezzi saranno allineati alle esi-stenti versioni iOS e Android.

di roberto PEZZaLI

Spotify approda sulle automobi-li Ford dotate di sistema Sync. Ford ha aperto anche in Euro-

pa la sua piattaforma sviluppatori e Spotify è uno dei primi content pro-vider a realizzare un’applicazione che può interagire con il sistema montato sulle autovetture Ford permettendo il controllo vocale. L’app resta sempre sullo smartphone, ma grazie a Sync sarà possibile richiamare le playlist, le canzoni e interi album chiedendo-li a voce, tutto senza staccare le mani dal volante. Ricordiamo che Ford ha scelto di produrre le sua piattaforma di Voice Control perchè necessitava di un qualcosa che funzionasse sempre e non di un servizio come Siri o Google Voice che richiedono un collegamen-

to web: questo ha dei vantag-gi, ma anche dei limiti: Siri e S-Voice sono sicuramente più “intelligenti” anche se da Ford promettono netti miglioramen-ti nel software e nel vocabolario delle prossime versioni. Spotify e la piattaforma AppLink fa-ranno il loro debutto sul nuo-vo Suv compatto EcoSport ma è previsto un aggiornamento anche per le attuali vetture. “Il SYNC con AppLink apre un nuovo mondo ai clienti Ford, che potranno accede-re, in auto e tramite comandi vocali, a una serie di contenuti mantenendo le mani sul volante e lo sguardo sulla strada,” ha dichiarato Paul Masca-renas, Chief Technical Officer e Vice Presidente Ricerca e Innovazione di Ford. “Spotify è uno dei più apprez-

zati servizi di streaming musicale al mondo, ed è il partner perfetto per mostrare le caratteristiche avanzate del sistema Ford SYNC con AppLink”. Sempre in Europa arriveranno altre app come Kaliki, un lettore di news audio che permette la riproduzione vocale in auto degli articoli di giornale e Glympse che permette di condivide-re l’orario stimato di arrivo a seconda del traffico.

MOBILE Dispositivi social pensati per quei 2 miliardi di persone che non hanno un cellulare

Nokia 301 e 105: bastano solo 15 euro di listinoUn feature phone da 65 euro e un cellulare da 15: Nokia non è solo Lumia

di Emanuele VILLa

L ’obiettivo di Nokia non è solo quello di estendere le proprie tecnologie di alta gamma verso

la fascia media del mercato (Lumia 720 e 520, nella fattispecie), ma anche di allargare il più possibile la propria offerta entry level: lo stesso Stephen Elop ha dichiarato che più di 2 miliardi di persone al mondo non hanno ancora un cellulare, e in quest’ottica si innesta la presen-tazione di un feature phone chiara-mente orientato all’impiego social, Nokia 301, e un cellulare dal prezzo incredibilmente contenuto: Nokia 105 che costa appena 15 euro. Nokia 301, disponibile in Italia a partire dal secondo trimestre dell’anno per 65 euro, è un terminale 3G “foto-grafico”, vale a dire che deriva parte delle specifiche e delle caratteristi-che fotografiche dai modelli di gam-ma più alta. In tal senso si segnala

MOBILE Con Ford Sync si potrà controllare l’app con la voce senza togliere le mani dal volante

Ford e Spotify per la musica in autoSpotify sarà una delle prime app compatibili AppLink per il mercato europeo

la fotocamera da 3,2 Megapixel e le funzionalità di sharing via Bluetooth (funzione Slam), ma anche lo scat-to a raffica fino a 5 fotogrammi, una funzionalità panorama e l’autoscat-to “assistito” (il telefono riconosce il volto e segnala all’utente dove spo-starsi). Nel telefono sono integrate le app social più importanti, come Fa-cebook e Twitter, oltre alla possibili-tà di accedere ai principali provider di posta (Gmail, Yahoo, Outlook..) e di chattare con Whatsapp e eBuddy. Disponibile in cinque colori, Nokia 301 fa uso della tecnologia HD voice per la riduzione del rumore di fondo durante le telefonate, ha un display da 2,4’’ da 320x240 pixel, 64 MB di RAM ed è dotato di micro-SD, uscita cuffie, Bluetooth 3.0 e offre un’au-tonomia in stand by di oltre 900 ore. Dedicato ai mercati emergenti, Nokia 105 è invece un cellulare en-try level proposto a 15 euro di listi-no, un terminale basic in tutto e per

tutto ma con una discreta attenzione al design, anche in questo caso co-loratissimo, e comunque, con fun-zionalità quali la radio FM, alcuni giochi preinstallati e la calcolatrice: infinita, dato il tipo di apparecchio, l’autonomia dichiarata. In pratica, Nokia 105 può essere ricaricato una volta al mese. La sua disponibilità, al momento, è prevista per Cina, Nige-ria, India e Indonesia.

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Speciale 2013

Qualcomm presenta Snapdragon 200 e 400Qualcomm annuncia il lancio dei processori Snapdragon 200 e 400, pensati per offrire prestazioni di ultima generazione ad apparec-chi entry level o di fascia media. Snapdragon 200 è basato su quattro CPU Cortex A5 operanti fino a 1.4 GHz, mentre come GPU abbiamo l’Adreno 203 ed è garantito il supporto per il video HD e per fotocamere fino a 8MP, GPS e versioni multiSIM. Il SoC superiore, Snapdragon 400, ha senz’altro una marcia in più e ne esistono due versioni: quella ba-sata su CPU Krait dual core fino a 1.7 GHz, e quella basata su Cortex A7 quad-core con frequenza fino a 1.4 GHz, ma in entrambi i casi la GPU è la Adreno 305, un buon processore anche per gli “impegni più onerosi”. Altre caratteristiche sono il supporto nativo per la tecnologia Miracast, Dual SIM e per fotocamere fino a 13,5MP.

MOBILE Convenienza al top per i nuovi terminali LG

LG lancia Optimus F5 e F7 Fascia media ma con LTE

di Emanuele VILLa

L G presenta Optimus F5 e F7, due terminali Android di fascia media dal-le caratteristiche tecniche interessanti e dedicati a chi chiede un prodotto di ultimissima generazione senza dover per forza “ricorrere” a un costoso

top di gamma. Sotto il profilo delle specifiche tecniche, Optimus F5, basato su Android 4.1.2 Jelly Bean, incorpora un processore dual-core da 1.2 GHz ed è ba-sato su 1 GB di RAM e 8 GB di memoria interna espandibile con microSD fino a 32 GB. Il display è un IPS da 4,3’’ con risoluzione di 800x480 pixel (256ppi), mentre sotto il profilo fotografico segnaliamo la presenza di una camera po-

steriore da 5MP e anteriore da 1,3MP per le videochiamate. Completa il quadro la con-nettività LTE e la batteria da 2.150 mAh. Optimus F7 ha caratteristiche un gradino superiori: processore dual core da 1.5 GHz, display con risoluzione HD (720) da 4.7’’, 2 GB di RAM e 8 GB di memoria interna espandibile fino a 32 GB. Non manca la fo-tocamera da 8MP, mentre quella frontale, da 1.3MP, è la stessa del modello inferiore. Stesso sistema operativo, ma cambia la bat-teria, che qui è da 2.540 mAh.

LG presenta Optimus L7 II, L5 II e L3 IILa serie L di LG si aggiorna a Jelly Bean e propone qualche miglioramento sotto il profilo hardware di Emanuele VILLa

La serie Optimus L giunge alla seconda generazione con tre nuo-vi innesti: L7 II, L5 II e L3 II, le versioni aggiornate dei terminali attuali, che hanno riscosso un notevole successo. È una secon-da generazione a tutti gli effetti, come testimoniato dai “nomi in codice” dei tre modelli, che però mostrano novità interessanti sotto il profilo hardware. In par-ticolare, il top di gamma L7 II ha un display IPS da 4,3 pollici con 800x480 pixel di risoluzio-ne ed è basato su un processore Qualcomm MSM 8225 quad-core da 1 GHz con 768 MB di RAM e 4 GB di memoria di storage, che possono essere ovviamente am-pliati con l’immancabile scheda SD. Sotto il profilo fotografico, abbiamo una camera “main” da 8MP e la consueta VGA frontale per le videochiamate; il sistema operativo è Android 4.1 Jelly Bean. A scendere, le caratteristi-che degli altri due modelli: L5 II avrà un display da 4’’ con la me-desima risoluzione del modello superiore, mentre per L3 II avre-mo un 3,2’’ con 320x240 pixel, un entry level a tutti gli effetti. Non ancora noti i prezzi di listino e le disponibilità: i modelli vedranno però una prima commercializza-zione in Russia.

di Paolo CEnTOFanTI

Con un video su YouTube, Google ci dà la possibilità di vedere il mondo attraverso le lenti di

Google Glass, il visore che vorrebbe ri-voluzionare il computing in mobilità. Il video mostra situazioni non esatta-mente all’ordine del giorno, ma offre un’anteprima più realistica di quello che potremo aspettarci dall’interfac-cia. Google Glass sovrappone un pic-colo OSD al nostro campo visivo per permetterci di ricevere informazioni

geolocalizzate e non, ed effettuare di-verse operazioni utilizzando i controlli vocali. Quali attività possiamo svolge-re? Scattare fotografie, riprendere fil-mati, inviare SMS, ricevere chiamate,

effettuare ricerche sul web. Google Now avrà una parte importante con la sua capa-cità di fornirci informazioni rilevanti in modo automatico in base alla nostra posizione, i nostri appuntamenti e abitu-dini. L’interfaccia è minimale, pulita e semplice, caratteristi-

che indispensabili per non affaticare la vista e non rendere l’utilizzo di Glass pericoloso. La vera domanda è se dav-vero vogliamo diventare una società di individui che camminano parlando ai propri occhiali. Di certo non man-cano situazioni in cui un prodotto del genere può essere d’aiuto, ma indos-sarlo per sostituirlo allo smartphone è un altro paio di maniche. In ogni caso, Google vuole estendere la fase di test e reclutare nuovi Glass Explorer negli USA, che potranno ricevere un kit per 1500 dollari tasse escluse.

MOBILE Google svela quella che dovrebbe essere l’esperienza d’uso di Google Glass

La vera interfaccia di Google GlassTecnologia rivoluzionaria o tecnofollia? Le premesse sono interessanti

L’interfaccia di Google Glass

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Speciale 2013

pEOpLE & MarkEt Proiettata sempre più verso il futuro, Ford vede nella tecnologia una risorsa per viaggiare sicuri e sereni

Ford: “Le nostre auto, intelligenti ma non guideranno da sole”Paul Mascarenas è l’uomo che sta costruendo, in un centro ricerca nella Silicon Valley, le auto del futuro

di roberto PEZZaLI

Scorrendo l’elenco delle 50 aziende più innovative del pia-neta pubblicato annualmente

da Fastcompany, non bisogna sor-prendersi se, dopo nomi che hanno fatto la storia dell’innovazione come Google, Apple e Amazon, troviamo un’azienda automobilistica, Ford. L’apertura di un centro di ricerca nella Silicon Valley, a Palo Alto, e l’aver sa-puto trasformare l’auto da un mezzo di trasporto a un perfetto sistema di integrazione tra elettronica, comfort e sicurezza, ha valso a Ford l’ambi-to e prestigioso riconoscimento. Un premio anche al lungo percorso che Ford ha iniziato qualche anno fa con la partecipazione alle più impostanti fiere di settore, dal CES di Las Vegas all’IFA, per arrivare al Mobile World Congress. Ed è proprio tra i padiglio-ni della fiera di Barcellona, di fianco a Intel e di fronte a Qualcomm, che ab-biamo incontrato il padrone di casa, Paul Mascarenas, Chief Technology Officer di Ford Motor Company. Le auto un giorno guideranno da sole? Gliel’abbiamo chiesto di persona.

DDay.it: “Ford nella top 50 delle aziende più innovative al mondo. Come è riuscita un’azienda nota per le auto a finire di fianco a Google, Apple e Amazon?”Paul Mascarenas: Ovviamente la cosa ci rende molto orgogliosi, un giusto riconoscimento per il lavoro che abbiamo fatto in questi anni. Con Sync e Applink abbiamo dimostrato

che si può davvero fondere la tecno-logia all’interno di un veicolo, e non stiamo parlando della classica tecno-logia legata alla sicurezza e alla guida ma anche di tecnologie “smart” che rendono il viaggio un piacere, senza ovviamente trascurare la parte sicu-rezza, che è sempre in primo piano.

DDay.it: “La sicurezza è fonda-mentale quando siamo in strada, e proprio per questo motivo avete scelto con Sync di controllare le ap-plicazioni e la tecnologia di bordo con la voce. Ma non siete soli: lo fanno anche Apple e Google. Non c’è i rischio che sistemi più avanzati in qualche modo possano essere più “smart” di Sync?”Mascarenas: Crediamo sia un ap-proccio diverso. Sync è un sistema embedded, il riconoscimento vocale funziona sempre anche quando non c’è copertura o una persona viaggia all’estero. Sistemi come Siri o S-Voice, anche loro funzionano all’in-terno delle nostre auto, ma si tratta comunque di sistemi proprietari. Ci piace pensare a Sync come ad un si-stema aperto, un sistema che strizza l’occhio a Windows Phone come ad Android o agli altri prodotti che arri-veranno in futuro.

DDay.it: “Non possiamo però na-scondere che Siri o Google Voice hanno un’intelligenza che i sistemi integrati non hanno: posso chiedere in cento diversi modi una canzone e il risultato è sempre quello.”Mascarenas: Oggi è ovviamente

impossibile raggiun-gere il livello di rico-noscimento vocale di un sistema cloud con riconoscimento vocale elaborato lato server come Siri, tuttavia sappiamo che dei mi-glioramenti enormi si possono fare. Basta guardare come sia-mo riusciti ad evol-vere Sync in questi

anni: più vocaboli, molte lingue e differenti strutture grammaticali ci hanno dato la possibilità di parlare alla macchina come facciamo di so-lito con una persona. E nei prossimi anni potremo fare ancora meglio.

DDay.it: “Si parla molto di Sync, tuttavia dietro Sync c’è un sistema operativo Microsoft integrato. La stessa Microsoft che oggi sta facen-do interfacce touch per smartphone e tablet che in ambito mobile potreb-bero trovare uno sbocco davvero interessante. Questa collaborazione con Microsoft porterà mai ad avere una macchina con Windows e le sue apps a bordo?”Mascarenas: Microsoft ha realiz-zato un sistema integrato flessibile che ci ha permesso di realizzare una piattaforma semplice e facilmente gestibile dagli sviluppatori che lavo-rano con noi. Tuttavia non credo ci siano possibilità di vedere l’interfac-cia touch di Microsoft sulle nostre auto: vogliamo continuare a svilup-pare il nostro sistema di entertain-ment, sarà sempre più integrato e con un numero sempre maggior di apps ma avrà sempre un look & feel disegnato da noi.

DDay.it: “Qual è il sogno di Paul Mascarenas, quella tecnologia che vorresti vedere su un’auto ma che al momento non è realizzabile per i limiti della tecnologia attuale?”

Mascarenas: Senza dubbio la sicu-rezza. Credo che per ogni ingegnere che crea auto il sogno sia quello di realizzare un’auto che non può fare incidenti e vittime. E piano piano ci stiamo arrivando, anche se la strada da fare è ancora lunga. Il primo pas-so sarà creare una sorta di cloud tra veicoli, una rete in mobilità dove ogni veicolo sa esattamente dov’è l’altro veicolo, dove sta andando e a che ve-locità sta andando, e si adatta così di conseguenza.

DDay.it: “Vedremo mai una mac-china Ford che guida da sola?”Mascarenas: Ford continuerà a inserire e sviluppare la tecnologia del veicolo per renderla più intelli-gente e più utile al guidatore, una sorta di assistente sempre presente e pronto a correggere eventuali er-rori di un guidatore stanco, malde-stro, sbadato o anche sfortunato. Le tecnologie già usate sulle auto più avanzate di oggi, se combinate insie-me e integrate con altri sensori pos-sono davvero creare una situazione che è molto vicina alla macchina che guida da sola: pensiamo ad esempio all’adattamento della velocità a se-conda del traffico e del veicolo che ci precede, oppure alla frenata assisti-ta e automatica di fronte a un osta-colo. Ma il guidatore, per Ford, sarà sempre la cosa più importante e non crediamo che sia possibile cedere controllo totale alla macchina.

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Tieniti pronto! Gestire contemporaneamente più applicazioni in un’unica schermata sarà possibile grazie alla nuova funzione QSlide. Potrai prendere appunti e tenerli sempre in vista con QuickMemo 2.0. Rimarrai colpito da immagini così brillanti e definite tutte da toccare. LG Optimus G: l’unico modo per scoprirlo veramente sarà provarlo.Live without boundaries.

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n. 64 / 28 febbraio 2013

di roberto PEZZaLI

Si chiamerà PlayStation 4: Sony sfida anche la cabala e sceglie il “4” per la console di nuova generazione. Una scelta non trop-

po scontata visto che il numero 4 in Giappone è considerato sfortunato, ma per fortuna ha vinto il buon senso. La nuova PlayStation conferma pra-ticamente tutti i rumors delle ultime settimane: è potentissima, ha un processore APU AMD con architettura X86, è connessa al cloud e ha una forte valenza social. Non è una sorpresa neppu-re il controller: rivisto con il touchpad integrato, minore latenza e una luce che funziona sia come identificativo del giocatore sia come riferimen-to per il sensore “stile Kinect” che sostituisce la piccola camera usata sulla PlayStation 3. Ma an-diamo con ordine. Sony ha realizzato una console più flessibile di PlayStation 3, basata proprio su una architettura universale che permetterà agli sviluppatori di spingere il sistema al massimo sfruttando le analogie tra le diverse piattaforme. Sony non ha snocciolato i dati precisi, ha solo parlato di processore unificato alla GPU con 8 GB di memoria GDDR5 e 170 Gbps di banda pas-sante (immagine 1). Nuovo anche il controller, ridisegnato interamente e più largo per ospitare non solo il touch (immagine 2) ma anche qual-che novità come la presa cuffie e nuovi tasti, in-cluso il tanto atteso pulsante share che permette di condividere filmati e foto di gioco con un sem-plice click (immagine 3). PlayStation 4 sarà in-fatti una console fortemente connessa e con una solida valenza social, una sorta di nodo cruciale per intrecciare le esperienze di gioco personali con quelle degli amici. Per fare questo è stato in-tegrato in Playstation un engine di compressione e decompressione in real time con un sistema di editing video integrato che permette di catturare clip dei giochi, sistemarle e condividerle con la priopria rete di amicizie in pochi secondi. Sony ha

aggiunto anche alcune tecnologie per migliorare l’esperienza di gioco: una di queste è il salvatag-gio della sessione di gioco in RAM: la console non sarà più spenta, ma sarà una una sorta di stato di sospensione in RAM dal quale si può risvegliare in una frazione di secondo ed essere pronta per tornare a giocare, ovviamente dal punto esatto in cui eravamo rimasti. Il nuovo sistema opera-tivo permette anche altre funzionalità legate al gaming e al download: i giochi infatti possono essere giocati anche a download appena inizia-to (un po’ come avviene per lo streaming con il buffer) e i livelli successivi verranno poi scaricati durante il gioco o durante le fasi di sospensione. PlayStation 4 sarà una console che impara anche le abitudini del giocatore: memorizza i gusti in fatto di gaming e scarica automaticamente i gio-chi che potrebbero piacere. L’obiettivo è arrivare ad un livello di efficienza tale per cui ogni gio-catore avrà sempre pronto, già scaricato, il gioco a cui vuole giocare. Rivisto interamente anche il

PlayStation Network: grazie all’integrazione con i social network i profili dei giocatori verranno arricchiti con i loro dati reali e sempre grazie alla rete sarà possibile inviare in streaming le proprie sessioni, farsi aiutare dagli amici aprendo an-che un canale di “accesso remoto” alla console e commentare livelli di gioco, tattiche e soluzioni. PlayStation 4 sposa anche Gaikai: Sony ha acqui-stato l’azienda di cloud gaming e ha integrato la sua tecnologia all’interno della console. Non solo sarà possibile tramite Gaikai provare ogni gioco in cloud gaming prima di acquistarlo, ma sarà anche possibile giocare a tutti i giochi di PlaySta-tion, PlayStation 2 e PlayStation 3. Una possibili-tà questa che verrà estesa in futuro anche ad altri dispositivi, dai tablet alle TV. Sempre tramite la tecnologia Gaikai, Sony permetterà di giocare con la PS Vita ai giochi di PlayStation 4: il server sarà integrato all’interno della console e il client all’in-terno della piccola console portatile. In questo

gaME & MOvIE Caratteristiche particolari della console: potente, semplice da programmare e fortemente social

Sony svela PlayStation 4: ecco i primi dettagliLa PS4 non delude le aspettative: la prima console next-gen è social e cloud, con APU AMD e pad touch

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n. 64 / 28 febbraio 2013

caso per il collegamento si userà il Wi-Fi. La tec-nologia cloud di Gaikai sarà integrata su PlaySta-tion 4 in diverse fasi, anche perchè per rendere al meglio serve una rete decisamente veloce, cosa che in molti paesi va proprio creata da zero (ed è il no-stro caso). Sony ha mostrato anche alcuni giochi, e durante l’evento grazie al tasto “Share” ha condivi-so su Facebook una clip di Killzone: Shadow Fall. Le potenzialità del sistema sono ovviamente altis-sime, e lo dimostra Quantic Dream con una demo sorprendente di modellazione del viso, qualcosa che va oltre la demo di Kara vista qualche anno fa. La nuova PlayStation 4 arriverà nella prossima stagione natalizia: la presentazione è stata solo un assaggio delle potenzialità della console ma tra le righe si è capito che il lavoro da fare è ancora lungo. Sony non solo non ha mostrato la console ma non ha neppure parlato di quelle che sono le funziona-

lità multimediali di PlayStation 4, e questo forse è stato il vero punto debole dell’evento: non un ren-dering, non una foto... all’evento di lancio di Play-Station 4 la PlayStation 4 non c’era. Larry Hyrb, meglio noto come MajorNelson e responsabile del team di Xbox non ha infatti perso troppo tempo e si è subito precipitato su Twitter per lanciare una piccola frecciata. Gli appassionati resteranno così con il fiato sospeso almeno fino al prossimo E3 di Los Angeles dove Sony terrà una seconda presen-tazione più dettagliata. Molte domande sono an-cora senza risposta, come ad esempio l’eventuale presenza del 4K. Al termine della conferenza stam-pa Sony ha comunque rilasciato alcuni dati tecnici preliminari del sistema definitivo:

•Processore single chip custom che integra una CPU AMD Jaguar con 8 core x86-64 e una GPU Radeon da 1.84 Teraflops •Memoria 8GB GDDR5•Hard disk integrato•Blu-ray 6x con DVD 8x•USB 3.0

•Gigabit Ethernet, 802.11 b/g/n e Bluetooth•HDMI, uscita AV analogica, uscita audio ottica•Controller dual shock con touchpad capaciti-vo a due punti, giroscopio a tre assi, speaker mono, porta micro USB, uscita stereo per le cuffie e porta di espansione•PlayStation 4 Eye camera, doppia video-camera da 1280x800 pixel con lenti a fuoco fisso f/2.0, 85° di angolo di visione e array di microfoni a quattro canali

Confermato quindi il Blu-ray, e un’altra buona no-tizia è che un portavoce di Sony ha confermato che non ci sarà alcun sistema di blocco dei giochi usati. Il primo assaggio è sicuramente buono: Sony ha realizzato una console facile da programmare ba-sata su una architettura PC e dalle demo mostrate le potenzialità per un ottimo livello di gioco ci sono tutte, ma quello che Sony ha mostrato è solo un pezzo della nuova PlayStation. Per dare un giudizio aspettiamo di vederla intera.

gaME & MOvIE

Sony svela PlayStation 4segue Da pagina 14

di Emanuele VILLa

U na macchina da gioco come PS4 non servi-rebbe a nulla senza una line-up di giochi in grado di sfruttarla al 100%; ecco perché, alla

conferenza di presentazione di PS4, è stato dato spazio alle software house più titolate, alcune del-le quali hanno presentato progetti per la console next-gen di casa Sony. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di primissime immagini e trailer di presentazione, ma più che sufficienti per far venire l’acquolina in bocca gli appassionati. La maggior parte dei commentatori ha dato ampio spazio a Killzone: Shadow Fall, considerandolo di fatto il titolo “top” per il debutto di PS4. Il trailer mostra quelli che saranno gli ingredienti del tito-lo: azione, adrenalina e armi di ogni genere e na-tura (video 1). Molto interessante la proposta di Capcom, che ha approfittato della convention Play-Station per presentare il nuovo engine Pantha Rei, che permetterà agli sviluppatori di raggiungere li-velli di realismo grafico ineguagliati. Lo vedremo in

azione nel gioco Deep Down (il titolo è ancora prov-visorio) (video 2). Chi ama i giochi di guida potrà provare DriveClub, un’esclusiva PS4 realizzata da MotorStorm: lo sviluppatore promette corse moz-zafiato e adrenalina a fiumi, ma anche una spiccata componente social, che presumibilmente si mani-festerà in un’area multiplayer ben strutturata (vi-deo 3). Inoltre Ubisoft ha confermato Watch Dogs per PS4 e mostrato una demo sul palco del mee-ting PlayStation che promette bene e che permette ai giocatori di addentrarsi nel mondo (pericoloso) di Aiden Pearce, l’hacker antieroe per eccellenza (video 4). Inoltre, Square Enix ha presentato un nuovo motore Luminous Engine per PS4 e, con-testualmente, annunciato un nuovo progetto della serie Final Fantasy, ma per il momento non sono disponibili dettagli, che arriveranno solo all’E3. Stesso discorso per Diablo III di Blizzard, che esce dal mondo PC per approdare su PS4 e per Destiny, del quale sono state mostrate le prime immagini e promessi contenuti esclusivi per PS4 (video 5).

gaME & MOvIE Alla conferenza di presentazione di PlayStation 4, non potevano mancare anche i primi giochi

Ecco i giochi per PS4: Killzone, Destiny & Co.Anche se in versione embrionale, di molti (promettenti) titoli è già presente il trailer di presentazione

Watch Dogs

DestinyKillzone: Shadow Fall

1

4

5

Deep Down

2

DriveClub

3

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n. 64 / 28 febbraio 2013

di Paolo CEnTOFanTI

È disponibile in Italia tramite tutti i prin-cipali operatori BlackBerry Z10, il primo smartphone BlackBerry basato sulla nuova

piattaforma Z10. Eravamo alla presentazione e abbiamo avuto modo di utilizzarlo per qualche minuto, abbastanza per farci una prima impres-sione. Partendo dall’hardware dobbiamo dire che la prima impressione è che se dalle immagini il design appare piuttosto curato, lo Z10 è realizzato completamente in plastica con materiali che non danno quella sensazione di pregio che il prezzo di listino di 699 euro lascia intendere. Lo smartpho-ne è sicuramente bello a livello di design, molto leggero, con il retro ruvido per una presa solida, ma appunto il guscio in plastica ci ha lasciati un po’ l’amaro in bocca con la sensazione di stringere in mano un prodotto di fascia più bassa. Decisa-mente più convincente il bel display con diago-nale di 4.2 pollici e risoluzione di 1280x768 pixel. Lo smartphone è basato su processore dual core da 1.5 GHz, è dotato di connettività LTE, NFC e fotocamera da 8 MP. La parte più interessante è quella software. BlackBerry 10 è il nuovo sistema operativo sviluppato partendo dal lavoro svolto su QNX con il tablet PlayBook, che presenta diversi aspetti interessanti. Il cuore di tutto è l’interfaccia grafica studiata per essere navigabile con sempli-ce gesture e il solo utilizzo del pollice. Dopo pochi minuti ci si prende subito la mano ed è in effetti molto pratica. Con uno swipe verso l’alto acce-diamo immediatamente alle ultime applicazioni aperte e attive in background. Completando il ge-sto spostando il pollice verso destra, richiamiamo il BlackBerry Hub, centro di raccolta per tutti gli strumenti di comunicazione del nostro smartpho-ne. Qui troviamo le notifiche delle chiamate, SMS, social network, email, BBM. Un ulteriore swipe da sinistra e possiamo andare a selezionare i singoli servizi. Uno swipe verso il basso del BlackBerry

MOBILE BlackBerry annuncia l’arrivo in Italia di Z10, il primo smartphone BlackBerry 10. Ecco le impressioni a caldo

BlackBerry Z10, le primissime impressioniMolti spunti interessanti e un’interfaccia fluida e reattiva. Sufficienti per conquistare il mercato?

Hub e abbiamo una visuale di tutti gli appunta-menti sul calendario della giornata. Tutto molto intuitivo fin dai primi minuti di utilizzo. L’altro aspetto molto interessante, specie per le aziende, è la funzionalità BlackBerry Balance: con uno swipe da qualsiasi punto della homescreen verso il basso accediamo a un selettore che ci fa passare agevol-mente dall’ambiente privato a quello di lavoro. Applicazioni e soprattutto dati sono mantenuti di-visi sulla memoria del telefono. L’area lavoro acce-de ai servizi enterprise e protegge con crittografia i dati aziendali, e c’è una versione del BlackBerry World appositamente dedicata alle app professio-nali. Con uno swipe verso l’alto si accede comun-que sempre a tutte le app recenti, con quelle “la-vorative” che rimangono identificate da un’icona con la valigetta. Infine, la tastiera. BlackBerry ha introdotto anche in questo caso una serie di ge-sture touch per migliorare l’esperienza di utilizzo. La tastiera è ben disegnata con tasti (virtuali) della dimensione giusta per permettere una digitazione agevole. La particolarità è data però dalla tecnolo-gia di predizione che da una parte riconosce auto-

maticamente la lingua in cui scriviamo, dall’altra ci suggerisce in modo molto puntuale le parole che stiamo per utilizzare: basta uno swipe verso l’alto sul tasto che ci suggerisce la parola per completar-la. Per cancellare del testo, basta uno swipe con il dito sullo schermo da destra a sinistra. Per cam-biare il set di caratteri (maiuscole, punteggiature), basta scorrere il dito sulla tastiera verso il basso. Il sistema di predizione è sicuramente ben fatto ma se siamo già abituati a scrivere velocemente sulla tastiera touch, ci vuole un po’ per prendere con-fidenza con il sistema. Di certo è molto utile nel caso si impugni lo smartphone con una sola mano. Complessivamente la piattaforma BlackBerry 10 ha sicuramente diversi spunti interessanti e l’in-terfaccia su Z10 è fluida e reattiva. Basterà tutto questo per riagguantare il mercato? Lo Z10 arriva sul mercato in un momento in cui di certo non pri-meggia per caratteristiche tecniche, con un prezzo di listino piuttosto alto se lo guardiamo solo da questo punto di vista: 699 euro per processore dual core e schermo da 4.2 pollici sono un po’ tan-tini, anche considerando la connettività LTE.

BlackBerry Z10prime impressioni d’uso

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

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di Emanuele VILLa

Office 2013 è sotto attacco, ma non per problemi legati a funzionalità e potenziali bug

di sistema, bensì per una gestione delle licenze che fa registrare, in as-senza di interventi diretti da parte di Microsoft, un passo indietro rispetto alle precedenti edizioni della suite. All’estero, infatti, più fonti (InfoWor-ld, The Age) si sono soffermate sul rapporto tra i neonati Office 365 e Office 2013, rilevando le differenze e scoprendo particolari interessanti, soprattutto nei contratti di licenza.Com’è noto, Office 2013 e Office 365 differiscono principalmente per le modalità di fruizione del prodotto: Office 2013 si compra, è il “classico” Office cui siamo abituati e ne esisto-no più versioni tra cui quelle dedica-te a clienti aziendali; mentre Office

365 è fornito con formula di abbo-namento e permette l’accesso anche alle future versioni dei programmi. Office 365 può essere installato fino a 5 PC o Mac; se uno di questi si “rompe”, è relativamente sem-plice usarlo su un altro computer. Discorso diverso per Office 2013: a fronte di una licenza d’uso perpetua (quella di Office 365 è annuale), il contenuto può essere installato su un solo computer, e la licenza non è trasferibile ad altre macchine. Que-sto segna un passo indietro rispetto ai termini di Office 2010 retail, che prevedevano la possibilità di instal-lazione su 2 o 3 PC (cosa che era particolarmente utile per installare il programma su desktop, notebook e, magari, su netbook Windows). In pratica, The Age ha scoperto che Microsoft non ha fatto altro che ap-plicare a tutti, privati compresi, lo

pc E MuLtIMEdIa Microsoft sotto attacco per una questione legata alla gestione delle licenze e alla non trasferibilità di esse

Office: licenza trasferibile con PC in garanziaSecondo la licenza, Office 2013 si può installare su un solo PC e non si può trasferire su altri Se il PC si rompe? Si deve comprare un’altra licenza. Ma questo non vale se il PC è in garanzia

stesso contratto di licenza che finora aveva applicato solo agli OEM, per i quali è sempre valso il divieto di installazione del prodotto su più di una macchina. Interrogata in meri-to, Microsoft (dopo varie peripezie, che consigliamo di leggere in questo articolo) ha risposto che la licenza perpetua di Office 2013 è vincolata a un solo personal computer e che, nel caso di un crash di sistema, l’utente è autorizzato a reinstallarlo su quel PC. Ma se questo si rompe defini-tivamente? Se qualcuno porta in assistenza il Surface e Microsoft lo sostituisce con un nuovo prodotto? A livello puramente logico, la licen-za verrebbe meno: se il PC muore, lo stesso destino tocca alla licenza e se ne deve comprare un’altra. E questa sembrerebbe anche la logica conse-guenza dell’affermazione di Micro-soft secondo cui la licenza d’utilizzo non è trasferibile da un PC all’altro. Abbiamo quindi contattato l’azien-da, ed ecco che cosa è venuto fuori.

La risposta di Microsoft a DDay.itMicrosoft Italia ci conferma la limi-tazione, ma ci chiarisce anche che non si tratta di una novità. Le stesse condizioni erano presenti anche nel-la versione di Office 2010 venduta con Product Code e non su DVD. La versione Product Code, infatti, era abbinata ai computer in fase di acquisto e poteva essere utilizzata solo su quel singolo computer. La versione su DVD, invece, poteva es-sere installata su più computer tra-sferendo la licenza. Con Office 2013, però, la versione su DVD non esiste più, e quella che viene venduta tra-mite Product Code (con programma

da scaricare dal web) ha le stesse li-mitazioni di licenza di Office 2010, anche se questa volta non viene più venduta in abbinamento a un PC.Una situazione abbastanza strana che potrebbe essere anche una svista da parte di Microsoft: sarebbe abba-stanza assurdo non poter aggiornare il computer o cambiarlo perché si perde irrimediabilmente la licenza di Office. O forse Microsoft vuole spingere solo Office 365?

L’intervento di Microsoft sul suo blog ufficialePoco dopo che il caso è “scoppiato” in rete, Microsoft è intervenuta sul suo blog ufficiale estendendo la que-stione e proponendo un’eccezione alla regola ferrea della “non trasferi-bilità” della licenza. Per prima cosa, i colleghi americani confermano quanto già comunicato a DDay.it dalla filiale italiana di Microsoft, ov-vero che le restrizioni dell’attuale versione Office 2013 sono di fatto le stesse di Office 2010 PKC, e poi con-fermano che la licenza di Office 2013 si estende a 1 solo PC e non è trasfe-ribile. Ma con un’eccezione: se il PC (su cui è installato Office) si rompe ed è in garanzia, il cliente può con-tattare l’assistenza Microsoft e rice-vere un’eccezione ad attivare Office 2013 su un PC sostitutivo.In pratica, Microsoft conferma la re-gola ma propone un’eccezione, che lungi dal risolvere il problema (se il PC che si rompe non è più in garan-zia, Office va riacquistato? A questo punto pare proprio di sì), quanto meno dà soddisfazione a chi ha ap-pena acquistato un PC, una licenza regolare di Office e vorrebbe poterne usufuire a lungo.

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estratto da dday.it

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n. 64 / 28 febbraio 2013

di Paolo CEnTOFanTI

L e indiscrezioni delle scorse settimane ave-vano svelato quasi tutto. HTC One è il nuo-vo smartphone Android top di gamma di

HTC, che sfoggia un nuovo design e caratteristi-che hardware d’eccellenza. Il nuovo smartpho-ne è basato su Android 4.1.2 (ancora una ver-sione indietro quindi) ma con HTC Sense 5 che presenta una nuova funzionalità denominata BlinkFeed che aggrega widget, social network, news e notifiche con un’interfaccia grafica alla Flipboard. Prima di passare alle caratteristiche tecniche dettagliate, l’aspetto più interessante dell’HTC One è senza dubbio la fotocamera che, come già anticipato, utilizza il termine UltraPixel per rispondere alla tecnologia PureView di No-kia. HTC One integra, infatti, un sensore CMOS BSI custom da 4 Megapixel (probabilmente de-rivato dall’OmniVision OV4688) ma che occupa però lo spazio di uno da 8 Megapixel: ciascun pixel è più largo consentendo di raccogliere il 300% in più di luce rispetto a un sensore tra-dizionale usualmente impiegato all’interno di uno smartphone, da qui appunto il termine di UltraPixel. A ciò si aggiunge anche lo stabilizza-tore ottico di immagine, assistito da un girosco-pio, e non solo per la fotocamera posteriore ma persino per quella anteriore. Per portare ancora

MOBILE One punta tutto su display Full HD e fotocamera, che vuole essere la risposta di HTC al PureView di Nokia

HTC annuncia il nuovo One con UltraPixelSvelato lo smartphone top di gamma di HTC: display da 4.7 pollici Full HD e fotocamera UltraPixel

di più al limite le prestazioni della fotocamera, HTC ha implementato l’ImageChip 2 che per-mette di offrire la modalità HDR anche per il video a 1080p a 60 Hz. HTC One come da in-discrezioni è basato su un display da 4.7 pollici con risoluzione di 1920x1080 pixel, il che porta la densità al valore record di 468 punti per pol-lice (quanto serva davvero raggiungere una tale risoluzione è da vedere, ma il valore è davvero impressionante). Il processore è invece il nuovo Qualcomm Snapdragon 600, quad core da 1.7 GHz, 2 GB di RAM, NFC, Bluetooth 4.0, Wi-Fi fino a 802.11ac, LTE, 32 o 64 GB di memoria in-tegrata, IR blaster per l’uso come telecomando con l’app esclusiva HTC Sense TV, GPS e GLO-NAS. Insomma HTC One ha di tutto e di più, tranne lo slot per schede di memoria microSD. Infine il design, completamente in alluminio, elegante e con due larghi diffusori che in mo-dalità landscape offrono audio stereo. Comple-tano il quadro il supporto per le cuffie Beats e il doppio microfono per le registrazioni audio di qualità in HDR (stesso concetto della fotogra-fia, qui in chiave audio). Il giorno seguente la presentazione ufficiale HTC ha poi annunciato il prezzo per l’Italia di 699 euro, la disponibili-tà di una versione rossa e del supporto alle reti LTE grazie al modem integrato all’interno del SoC Snapdragon 600. Il prezzo non è comun-

que una sorpresa: HTC si allinea sia alla concor-renza sia al prezzo che aveva scelto per il lancio lo scorso anno di One X. Un prezzo come in tutti i casi “politico”: l’asticella di prezzo per la fascia alta degli smartphone è stata fissata a 700 euro ed è più facile che venga alzata ulteriormen-te piuttosto che abbassata ai vecchi 499 / 599 euro. In ogni caso HTC One sarà disponibile in vendita con tutti gli operatori telefonici abbinati ai normali piani abbonamento o ricaricabile con vincolo a 30 mesi: Wind, Tim, Vodafone e Tre lo hanno già inserito a listino con disponibilità prevista per metà marzo.

di roberto PEZZaLI

HTC punta tutto su audio e video: il nuovo HTC One, infatti, è una vera scommessa per l’azien-da di Taiwan che deve ripartire per continuare a crescere dopo mesi un po’ incerti. HTC ha pun-tato sul segmento audio e soprattutto su quello fotografico, identificando nella fotocamera uno degli elementi più importanti dello smartphone; per vincere, l’azienda ha puntato tutto su un con-cetto nuovo, gli UltraPixel. Cosa sono gli Ultra-Pixel? Molto semplice, sono pixel più grandi. Lo scorso anno, quando presentò il Titan II con la fotocamera da 16 Megapixel, HTC affermò che i Megapixel erano importantissimi; ora, con HTC One rimette tutto in discussione e riduce il nu-

MOBILE Analizziamo nel dettaglio la tecnologia UltraPixel dell’HTC One per capirne la portata nella fotografia mobile

Approfondimento UltraPixel: si tratta di vera rivoluzione?Meno pixel per fare foto migliori: vediamo se HTC con l’UltraPixel ha davvero creato qualcosa di nuovo

mero di Megapixel per tornare a parlare di luce e sensibilità. La base di partenza è, infatti, un sensore da 1/3” con 4 Megapixel di risoluzione, un sensore realizzato su specifiche HTC attor-no al quale il produttore ha costruito anche un sistema con ottica luminosa, stabilizzazione su due assi e processore dedicato: non si tratta di un sensore Foveon (stacked) come qualcuno ave-va pensato e neppure di un sensore più grande con pixel ricampionati; sono proprio 4 milioni di pixel in configurazione Bayer, che produco-no una fotografia da 4 Megapixel di risoluzione. Una scelta coraggiosa, anche se dobbiamo dire che alla fine 4 Megapixel sono più che sufficienti: al giorno d’oggi pochi stampano foto fatte con lo smartphone e queste vengono viste su monitor o

TV, che solitamente hanno risoluzioni inferiori. HTC, in ogni caso, predica bene e razzola male: da una parte fa bene a dire che il mito dei Mega-pixel serve solo a far vendere più fotocamere, ma

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estratto da dday.it

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MOBILE

Tecnologia UltraPixelsegue Da pagina 18

dall’altro ha dovuto inventare gli Ultrapixel, che è marketing al 100%. Il sensore utilizzato da HTC, infatti, non è più grande del sensore usato anche dagli altri smartphone, ma con un numero infe-riore di pixel HTC può contare su pixel più grandi (2 micron di lato contro gli 1.4 micron di lato del sensore da 8 Megapixel usato sull’iPhone).

Meno pixel = più qualità?La domanda a questo punto è: a parità di dimen-sioni del sensore, quanto influisce la dimensione dei pixel? La dimensione del sensore ancora inci-de, soprattutto per gamma dinamica e per quanti-tà di luce catturata, anche se su sensori di queste dimensioni le differenze potrebbero essere anche minime. Sono tantissimi i fattori da considerare, e tra questi ci sono anche l’ottica (HTC ha scelto un’ottima molto luminosa, F2) e lo stesso pro-

cessore: il discorso non è semplice da affrontare, comunque, basta vedere quello che succede in am-bito fotografico. La Nikon D700, con il suo sensore Full Frame 12 Megapixel, secondo questo princi-pio dovrebbe scattare meglio della D800 che ha un sensore Full Frame da 36 Megapixel, eppure la prova finale dà ragione alla nuova Nikon D800 anche in condizioni di bassa luminosità. Ci sareb-bero poi da fare molte altre considerazioni: HTC usa un sensore BSI, quindi ogni pixel è composto da una zona sensibile e da parte di circuito, men-tre i nuovi sensori Sony sono “stacked” e sfruttano tutta la superficie per i fotodiodi, cosa che dovreb-be portare notevoli vantaggi.

Non c’è solo il sensoreIl sensore non è tutto, è il sistema che fa la dif-ferenza ed è proprio contro il sistema Ultrapixel di HTC che si è scagliato l’ex capo dell’imaging di Nokia, Damian Dinning, famoso per aver realizzato l’808 PureView e per avere messo le basi per il Lumia 920. Secondo Dinning, infatti,

HTC non ha presentato nulla di rivoluzionario e il PureView 920 è ancora un passo avanti grazie a una stabilizzazione più sofisti-cata: con gli smartphone dotati di un sensore grosso quanto la capocchia di un fiammifero è importan-te permettere al sensore stesso di catturare più luce, e per farlo Nokia au-menta l’esposizione grazie alla stabilizzazione più ef-ficiente. Un risultato che HTC vuole invece ottenere usando pixel più grandi, strada comunque percor-ribile ma che porta poi a

foto con risoluzione minore. Lo stabilizzatore ottico lavora poi solo sulla rotazione di due assi (compensa Pitch e Yaw) e non corregge oscilla-zioni più complesse e il processore d’immagine ImageChip 2x, è l’evoluzione di quello dello scor-so anno ma non interviene in fase di creazione del file finale: gestisce la messa a fuoco continua, il video HDR, la compensazione della vignettatu-ra della lente (una luminosa F2) e della riduzione in tempo reale del rumore. Non gestisce però la compressione, il processo più delicato e quello che alla fine in molti casi (ed è il caso di molti Xperia) ha penalizzato la resa della parte foto su-gli smartphone Android: Google ha strutturato il processo di gestione delle immagini lasciando ai produttori poco margine di controllo sulla fase finale di compressione.

Soluzione intrigante ma che andava veicolata meglioDifficile dire se l’Ultrapixel sia fumo o arrosto, certo non è la rivoluzione fotografica che mol-ti si aspettavano. HTC però poteva essere più coraggiosa, e se voleva davvero far passare il messaggio che non è il numero dei megapixel la cosa più importante poteva evitare di creare l’Ultrapixel. Siamo in un mercato difficile, con tecnologie sempre più complesse e difficili da spiegare: l’Ultrapixel è davvero qualcosa di cui potevamo fare a meno.

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

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Anche Nikon paga l’obolo Android a MicrosoftNikon continuerà a sviluppare fotocamere con sistema operativo Android ed è entrata così nel gruppo dei produttori che paga royalties a Microsoft di roberto PEZZaLI

Nikon continuerà a supportare Android e la S800C, la prima Coolpix con sistema operativo Android, sarà probabilmente la prima di una serie. Nikon ha infatti firmato un accordo con Microsoft per lo sfruttamento di tecnologie inserite in alcuni brevetti Microsoft inclusi nel si-stema operativo di Google. Non è una cosa nuova ovviamente: ricordiamo infatti che Microsoft guadagna moltissimo ogni vol-ta che viene venduto un device Android, e anche se mancano le cifre precise si stima che nelle casse dell’azienda possano en-trare fino a 5 dollari per device. L’accordo con Nikon in ogni caso è decisamente importante: se il famoso produttore di foto-camere ha deciso di firmare que-sto agreement è proprio perché nel futuro della fotografia vede comunque una convergenza con il mondo degli smartphone e ha ritenuto importante anti-cipare i tempi. La prima Nikon con Android non è stata, a dire il vero, un grandissimo successo ma siamo certi che Nikon stia già correndo ai ripari con un modello ancora più avanzato.

di roberto PEZZaLI

Secondo il settimanale Panorama tra qualche mese la Sardegna dirà addio all’IVA diventando

una zona franca, ovvero una regione Tax Free. “Entro il termine perentorio del 24 giugno la Regione Autonoma Sardegna ha stabilito l’attivazione del regime doganale di zona franca” ripor-ta la documentazione ufficiale inviata da Ugo Cappellacci alla Commissione Europea, al Consiglio dei Ministri e alle Dogane. Manca solo la ratifica ufficia-le, che coincide con il riconoscimento delle dogane, per tagliare del tutto i prezzi e le accise sul carburante. Una situazione questa che il comune di Por-toscuso, diventato zona franca qualche mese fa, sta già provando: il prezzo per il gasolio è infatti pari a 0,830 euro al litro mentre per la benzina di 0,871 al litro. “L’istituzione della zona franca – scrive nella delibera il presidente Cappellacci – consente di compensare lo svantaggio relativo alla natura in-

sulare e ultraperife-rica della Sardegna, di limitare il feno-meno dello spopola-mento dell’isola e di mantenere la pace sociale”. Zona fran-ca però vuol dire an-che niente IVA, con il risultato che tutti i prodotti tecnologici in Sardegna costeranno molto meno di quanto li pagheremo noi sul territorio italiano continentale (che hanno IVA al 21%). Il rischio, quindi, che la Sardegna diventi una regione non solo appetibile per il normale turismo ma anche per il turismo tecnologico è altissimo: è vero che ci saranno le dogane, ma chi resiste alla tentazione di tornare da una vacan-za con una fotocamera nuova o con un iPhone fiscalmente scontato? Un volo andata a ritorno in giornata Milano Olbia costa 50 euro, davvero poco se andiamo a prendere un MacBook Pro da 1.600 euro pagandolo solo 1.350. Se

pEOpLE & MarkEt Tecnologia senza IVA per la Sardegna che diventa così meta ambita

Sardegna zona franca: via al turismo Hi-Tech?Secondo alcuni mezzi d’informazione entro fine giugno la Sardegna sarà NO TAX

poi prendiamo anche un Galaxy SIII e un iPhone 5 per l’amico, la spesa è ancora più conveniente. La situazione non vale, comunque, per l’e-commerce ma l’assenza di tassazione in un’intera regione italiana potrebbe comunque portare a una crescita di “contrabban-do tecnologico” sulla tratta Genova-Ol-bia e Cagliari-Civitavecchia, anche se come già succede a Livigno ci saranno comunque i controlli doganali. La fon-te della notizia sembra autorevole, tut-tavia non si capisce come mai una no-tizia di questo tipo non abbia avuto una grande risonanza a livello mediatico.

di Emanuele VILLa

L’ultimo trimestre del 2012 è, in realtà, il primo interamente “vissuto” dall’iPhone 5 di Apple.

iPhone 5 che, secondo una ricerca di Strategy Analytics, si è imposto come lo smartphone più venduto al mondo, surclassando tutti i concorrenti in un periodo cruciale come quello natali-zio. Più in dettaglio, secondo la ricerca iPhone 5 ha venduto 27,4 milioni di esemplari, al secondo posto si posizio-na il “fratello minore” 4S con 17,4 mi-lioni di pezzi e, al terzo posto, il Galaxy S III con 15,4 milioni. Da notare che, mentre i due prodotti Apple hanno venduto di più rispetto al trimestre precedente (scontato per iPhone 5,

meno per iPhone 4S), Galaxy S III ha subìto una riduzione in vo-lume, da 18 milioni a 15,4 milioni. Secondo Strategy Analytics, iPhone 5 avrebbe ac-quisito nel trimestre un eccezionale 13% del mercato ma molti commentatori pongo-no piuttosto l’accento su iPhone 4S, che a un anno dalla presenta-zione ha ancora l’8% del mercato: in pratica, 1 telefono su 5 di quelli ven-duti nel periodo natalizio è marchiato Apple. Sempre ottime le performance di Galaxy S III ma chiaramente in calo

pEOpLE & MarkEt Grandi performance di vendita dell’ultimo smartphone di Apple

iPhone 5 di Apple è il più venduto di fine 2012Lo rivela una ricerca di Strategy Analytics. Secondo iPhone 4S, terzo Galaxy SIII

rispetto al competitor più agguerrito: Samsung starà sicuramente meditan-do di tornare alla pari con Galaxy S IV, il cui lancio è previsto per il 14 di marzo. Stay Tuned!

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estratto da dday.it

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n. 64 / 28 febbraio 2013

di Vittorio romano BaraSSI

S viluppato da Level 5 in collaborazione con lo storico Studio Ghibli, che ha realizzato le animazioni e supervisionato tutta la parte

artistica del titolo, Ni No Kuni: La minaccia del-la Strega Cinerea è il gioco di ruolo che tutti gli appassionati del genere stavano aspettando da tanto, troppo tempo. Rilasciato in Giappone nel 2010 per Nintendo DS e nel 2011 per PlayStation 3, il videogame è finalmente uscito dai confini del Paese del Sol Levante e l’ha fatto in grande sti-le. La critica lo attendeva al varco e Ni No Kuni non ha deluso le attese: in molti si aspettavano un gioco diverso, un capolavoro, e il duo Level 5-Studio Ghibli (il publisher è Namco-Bandai) ha saputo soddisfare ogni palato. Ni No Kuni è un gioco proprio per tutti. Ai più giovani lucciche-ranno gli occhi alla visione delle splendide e sa-pientemente colorate animazioni, mentre i meno giovani - che a primo acchito potrebbero non ve-dere di buon occhio lo stile cartoonesco del gioco - dopo poche ore apprezzeranno appieno mec-caniche di gioco nuove ai più, ma che i “vecchi lupi” del genere non faranno fatica a ricondurre alla quintessenza dei veri GdR del passato (im-possibile non “scomodare” un mostro sacro come Final Fantasy VII, risalente al lontano 1997). Parte piano, ma ben presto diventa appassionante Protagonista dell’avventura è Oliver, un ragazzi-no di tredici anni che ha da poco perso la madre. Dopo qualche giorno passato a piangere, facen-

do cadere qualche lacrima su un pupazzo rega-latogli qualche anno prima dalla defunta madre, il giovane Oliver “risveglia” Lucciconio, niente-meno che Signore delle Fate proveniente da un mondo parallelo e imprigionato con un incante-simo malvagio nel pupazzo stesso. Sarà proprio Lucciconio a spiegare ad un sorpreso Oliver - e quindi al giocatore - la sua provenienza e il per-chè del suo esilio; sarà sempre Lucciconio a con-vincere Oliver a seguirlo nel suo mondo (fatto di anime connesse con il mondo di Oliver), dando-gli la speranza di poter riabbracciare la mamma. Dopo aver trovato una rudimentale bacchetta magica, Oliver e Lucciconio si trasferiranno in uno spettacolare mondo parallelo, che sin dai

primi minuti di gioco si dimostrerà splendida-mente disegnato e che col passare delle ore si confermerà essere un vero e proprio capolavoro grafico. Oliver, che ben presto sarà “accompa-gnato” da un paio di amici, viaggerà in lungo e in largo in questo mondo, affrontando nemici di tutti i generi e acquistando poteri magici sempre più impressionanti che saranno fondamentali per il resto dell’avventura. Fondamentali saran-no anche i “famigli” che Oliver dovrà reclutare, far crescere e utilizzare nei combattimenti; ce ne sono davvero a centinaia, diversi per caratteri-stiche e qualità fisiche, quasi come fossero dei Pokemon che il protagonista si porterà sempre dietro e che, nel momento opportuno, gli verran-no in soccorso previa “evocazione”. Sarà possibi-le far crescere, evolvere e specializzare i famigli come meglio si preferisce, ottenendo vere e pro-prie creature ad-hoc da utilizzare nei (fin trop-po?) frequenti combattimenti che si andranno ad affrontare durante la lunga avventura. I combattimenti? Sempre più difficiliSono proprio i combattimenti a rappresentare il vero cardine del gioco: il combat system è al-l’apparenza molto semplice ma col passare delle ore tutti saranno in grado di apprezzare una pro-fondità inaspettata. Oliver e i famigli condivido-no la stessa energia vitale e i punti “mana”, con una sola barra di “energia” che indicherà quando questi ultimi saranno stanchi; toccherà al gioca-tore decidere il momento giusto per lanciare un

segue a pagina 22

gaME & MOvIE Abbiamo provato il titolo per PS3 realizzato da Level 5 in collaborazione dello storico Studio Ghibli

La prova di Ni No Kuni: il gioco che mancavaDopo molte, molte ore di gioco, possiamo darvi il nostro parere su Ni No Kuni: un capolavoro

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estratto da dday.it

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n. 64 / 28 febbraio 2013

attacco e quello adatto a ripararsi in una difesa. A seconda dell’avversario, Oliver - quindi il player - dovrà essere bravo a capire quali sono i punti deboli dell’avversario di turno e, una volta sco-perti, potrà con facilità scegliere il famiglio giusto con cui attaccare. Nei boss fight poi, la strategia e la pianificazione saranno gli elementi più im-portanti; come già accennato in precedenza, ben presto alla nostra avventura si aggregheranno due compagni di viaggio, non proprio delle “vol-pi” sul fronte dell’IA ma comunque abbastanza bravi a recepire le nostre direttive strategiche. L’uso dei famigli sarà fondamentale e con il pro-

seguire dell’avventura ci si renderà presto conto che non sarà affatto possibile prescindere da que-sti; nonostante i notevoli poteri che Oliver riusci-rà ad evocare grazie all’aiuto dell’Abbecedario, una vera e propria enciclopedia della magia cui il protagonista entrerà subito in possesso, il giusto famiglio sarà sempre la vera arma in più. Manca il doppiaggio italianoma meglio cosìL’Abbecedario è la testimonianza di quanto bene

abbia lavorato il team di localizzazione italiano; tutto il libro è stato completamente tradotto nella nostra lingua, un lavoro davvero incredibile che merita un plauso incondizionato. Riguardo alla localizzazione dell’avventura vera e propria, si è deciso di preservare la lingua giapponese (sicura-mente l’idioma “parlato” da scegliere per godersi al massimo dell’avventura) e quella inglese; cu-riosa la scelta di Level-5 di far parlare Lucciconio in un uno slang della regione del Kansai oppure in scozzese, decisione che noi italiani assorbire-mo dedicandoci alla lettura di sottotitoli in roma-nesco i quali, ogni tanto, distolgono l’attenzione del giocatore (leggendo i sottotitoli capita di per-dersi alcune animazioni). Può piacere oppure no: a noi non ha convinto fino in fondo, anche perchè spesso, se non si è romani, è abbastanza diffici-

le interpretare alcuni dialoghi. L’accompagnamento musicale del maestro Joe Hisaishi è poi sempre piacevole e dona al titolo un piz-zico di magia in più. Esplorare in lungo e in largo l’Altro Mondo di Ni No Kuni è un’esperienza uni-ca che vi porterà via moltissimo tempo ma solo una volta ottenuto il Drago, gli spostamenti saranno più rapidi e piacevoli poichè po-trete ammirare dall’alto tutto lo splendore della creazione di Stu-

dio Ghibli. Si fa molta fatica a stimare una dura-ta media del gioco poichè esistono un’infinità di quest secondarie che possono “alterare” - e non di poco - il conteggio finale; detto questo, in li-nea di massima, è giusto mettere in conto almeno 23-25 ore solo per la storia principale. La prima ora e mezza sarà essenzialmente il “tutorial” che aiuterà a capire tutte le meccaniche di gioco; col passare delle ore le cose si faranno sempre più complesse e non di rado si sarà costretti a ripete-re più di una volta alcuni combattimenti cardine.

Ha tutto per essere definito un vero capolavoroNi No Kuni: La minaccia della Strega Cinerea è un gioco che consigliamo vivamente; che siate amanti dei giochi di ruolo oppure no, il titolo di Level 5 è un vero capolavoro che merita di esse-re giocato almeno una volta. La parte tecnica è di livello assoluto, mentre quella artistica non ha eguali. Lo Studio Ghibli è riuscito nell’im-presa di rendere tutto incredibilmente bello: con animazioni ricche di colori, ambientazioni uniche e personaggi stravanganti non sparirà mai la voglia di andare avanti nell’avventura che, col passare delle ore, si farà sempre più appassionante. I giocatori più lontani dal ge-nere GdR potranno storcere il naso dopo un paio di ore di gioco; noi consigliamo a tutti di cercare di superare le perplessità iniziali poi-chè in men che non si dica il titolo acquisterà una profondità tale da riuscire a conquistare anche i più scettici. Attualmente non esistono videogiochi paragonabili a Ni No Kuni; si tratta di una perla “inaspettata” che si merita il mas-simo dei voti. E se non fosse per la scelta di lo-calizzazione e per l’intelligenza artificiale non proprio eccelsa dei nostri compagni di viaggio (dettaglio che comunque non rovinerà affatto l’avventura), avrebbe facilmente potuto ottene-re anche la lode virtuale. Difficilmente in que-sta generazione ci ritroveremo dinanzi ad altri titoli come questo.

gaME & MOvIE

Ni No Kunisegue Da pagina 21

Longevità Più di venti ore, ma solo se siete bravi e se lasciate stare le quest secondarie. chiaro o scuro? Colorato; non c’è bisogno di dire altro.

curva di apprendimento

La difficoltà cresce gradualmente e c’è tutto il tempo per familiarizzare con le meccani-che di gioco.

quaLità/prezzo Anche se fosse costato 200 euro...

ambientazioneL’Altro Mondo, un mondo parallelo disegna-to alla perfezione da uno Studio Ghibli in grande spolvero.

acquisto usato Nessuna controindicazione. Ma ci sarà qualcuno che lo venderà?

tv o monitor? Assolutamente TV; il gioco è una gioia per gli occhi e più grande è il TV, meglio è. pegi: 12

Ni No Kuni è un titolo per tutti e anche i più piccoli possono affrontarlo senza problemi; alla difficoltà più bassa...

stereo o 5.1?5.1 per godere al massimo delle piacevoli musiche e del fantastico giapponese di Lucciconio.

per Lui o per Lei?Non fa differenza; magari lui apprezzerà più le dinamiche da GdR e lei impazzirà per le splendide animazioni.

prezzo: 64,99 eurostudio: Level 5distributore: Namco-Bandaigiocatori: 1 multiplayer: assentepegi dichiarato: 12disponibile per: PS3

La scheda di dday.it

Ni no Kuni: La minaccia della Strega Cinerea

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

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NVIDIA GTX Titan: il top per il gamerSe ne parla da mesi, finalmente è realtà: NVIDIA ha presentato GTX Titan, scheda video dedicata agli hardcore gamer: potenza mostruosa, prezzo… anche di Emanuele VILLa

Lo scorso novembre NVIDIA ha presentato Tesla K20, sche-da basata su chip GK110, una scheda hi-end dedicata al seg-mento professionale (server), e oggi tocca alla versione de-sktop, che si chiama GTX Ti-tan, sale sul gradino più alto del podio nell’offerta NVIDIA e vuole diventare il nuovo ri-ferimento da battere nel mon-do gaming. Le caratteristiche sono impressionanti: 837 MHz di clock, 2,688 core CUDA, 6 GB di RAM GDDR5 (frequenza di clock di 6.008 MHz e bus a 384bit) e 7.1 miliardi di tran-sistor, per una potenza pari a 4500 Gigaflop. Potenza che si paga molto cara, senz’altro in termini di consumo ener-getico, ma anche di prezzo di listino, che in USA è di 1.000 dollari tondi tondi: la scheda si indirizza quindi a un pubblico da gamer hardcore di altissimo profilo, e può essere anche im-piegata (come nella presenta-zione fatta da NVIDIA in USA) in configurazione SLI a tre vie, raggiungendo livelli prestazio-nali (e di costo) immensi. La scheda sarà disponibile in USA (a seguire nel resto del mondo) a partire da fine mese.

di roberto PEZZaLI

G oogle ha il suo Chromebook, Pixel. Le scorse settimane era apparso online un video re-

lativo a questo particolare progetto di Google: la stampa mondiale scet-tica aveva prematuramente bollato il Pixel come bufala, ma come sem-pre più spesso accade si sbagliava. Google ha presentato oggi Pixel, il Chromebook touchscreen progetta-to e realizzato direttamente da lei. Un Chromebook particolarissimo, realizzato in alluminio e con uno schermo touchscreen da 12.85” a ri-soluzione elevatissima, 2560x1700 pixel. Uno schermo che, come sug-gerisce la risoluzione stessa, non ha formato 16:9 ma 3:2, un formato “fotografico” che permette secon-do Google una perfetta visualizza-zione sia delle foto sia delle pagine web. Uno schermo molto luminoso, 400 nits, con una risoluzione pari a 239 ppi, un record per un note-book. Pixel si differenzia dagli altri Chromebook anche per l’adozione di un processore Core i5 a 1.8 GHz con GPU HD4000, una soluzione più potente delle soluzioni Atom o ARM scelte invece per i modelli più economici. Due le soluzioni di disco fisso: 32 GB o 64 GB SSD con uno spazio di 1 Terabyte su Google Drive per tre anni. Pixel è un prodotto cu-rato sotto ogni punto di vista: per migliorare la resa audio sono stati inseriti tre microfoni con un siste-ma di cancellazione ambientale, la

videocamera è HD ed è stato rivisto anche il trackpad con l’adozione di un nuovo materiale. Sotto il profilo del-le connessioni non mancano due porte USB, il Wi-Fi con Bluetooth e uscite e ingressi audio: non c’è la porta di rete. Google ha dichia-rato 5 ore di auto-nomia, ma il valore è come sempre da verificare. Chrome-book Pixel è dispo-nibile al momento in preorder negli Stati Uniti a 1299$ per la versione Wi-Fi da 32 GB e a 1449$ nel-la versione da 64 GB con LTE a bordo: questa versione verrà consegnata ad aprile. A prescindere dall’ottima qualità costruttiva del prodotto la prima cosa che viene da chiedersi è a cosa serva un Chromebook touch da oltre 1000€. Google ha mostrato una nuova applicazione fotografica che beneficia dello schermo ad ele-vata risoluzione, ma tolto questo il Pixel come piattaforma ha davvero poco senso al momento. Non sap-piamo quali siano i progetti di Google per il futuro, ma se Pixel vuole essere una al-ternativa al MacBook Pro Retina, deve avere anche i programmi di produttività che Ap-ple (e anche gli Ultra-book Windows) ha e

pc E MuLtIMEdIa Google lancia Pixel, il Chromebook touchscreen con display da 13”

Google Chromebook Pixel a 1200$ Processore i5, 32 GB o 64 GB di RAM e anche LTE. Dubbi sul prezzo

che giustificano l’acquisto di un tale prodotto. Il Chromebook era il com-puter per tutti, fatto per navigare sul web, leggere la posta e guardare i video. Il Chromebook piace, però costa meno di 300 dollari. Pixel è bello, sottile, costruito alla perfezio-ne e con un display magnifico ma al tempo stesso, a oltre 1000 euro, è davvero difficile da collocare (e pro-babilmente anche da vendere).

Chromebook Pixel

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

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tv E vIdEO Nuova esclusiva Sky dedicata allo sport

Sky: i test della F1 sono in 3Ddi Emanuele VILLa

N uova esclusiva Sky dedicata a tutti gli appassionati di Formula 1: grazie all’accordo con BSkyB, i test invernali di Barcellona (28 febbraio/3 mar-zo, Autodromo di Catalunya) saranno trasmessi in diretta esclusiva e in

3D su Sky 3D. Gli appassionati avranno, quindi, a disposizione due ore e mezza di diretta per ognuno dei 4 giorni di test, dalle 15 alle 17,30, su Sky 3D e, in si-mulcast, su Sky Sport F1 HD, il neonato canale Sky dedicato esclusivamente al campionato di Formula 1 2013. Il commento dei test invernali è affidato a Carlo Vanzini, coadiuvato da Jacques Villeneuve, dal pilota Ferrari Marc Gené e da Sarah Winkhaus. Le prove saranno seguite da 20 minuti (anche in 3D) con in-terviste ai piloti e analisi, mentre sotto il profilo tecnico, le telecamere impiegate per la produzione 3D saranno 8, tra cui una dedicata al super slow motion e la beauty-cam dedicata alle riprese dall’alto, mentre la linea di partenza e il Pad-dock saranno sempre coperti da ulteriori due camere 3D. Per quanto riguarda l’audio, confermata la doppia traccia Dolby 5.1, con e senza commento.

tv E vIdEO

LG compra WebOS per i suoi Smart TVLG ha comprato da HP un pezzo di WebOS, il sistema operativo che HP aveva a sua volta rilevato da Palm. Un ac-cordo di una certa importanza che prevede l’utilizzo da parte di LG del sistema operativo sugli Smart TV di prossima generazione. Secondo alcuni magazine, il produttore coreano ha messo le mani su dipendenti, codice sorgente e brevetti dell’interessante OS, stabilendo un nuovo quartiere operativo in Silicon Valley. LG, che fa parte della Smart TV Alliance, ha capito che uniformare le piattaforme di TV connesse sotto un unico ecosistema è praticamente im-possibile e quindi preferisce viaggiare da sola, abbando-nando la Google TV.

Panasonic: i TV si calibrano con il tabletDisponibile un’app per tablet e smartphone per facilitare la calibrazione dei TV Panasonic di roberto PEZZaLI

Calibrare un TV Panasonic è molto più facile se si possiede un tablet o uno smartphone. Panasonic, infatti, sulla gamma di TV 2013 ha aggiunto un’op-zione davvero interessante per gli appassionati che vogliono spremere al massimo il loro TV. Tramite la nuova applicazione infatti è possibile agire con una interfaccia grafica molto ben fatta su tutte le opzioni di rego-lazione del TV, salvando una se-rie di preset e caricandone altri.Niente di esclusivo, sia chiaro: tutte le opzioni regolabili sono disponibili anche da menu a schermo, tuttavia tramite iPad o tablet si possono fare le regola-zioni con un segnale video a tut-to schermo (e senza OSD) e c’è il vantaggio di poter salvare i ban-chi di calibrazione richiaman-doli per dei confronti rapidi. La funzionalità di calibrazione sarà disponibile per tutti i modelli dotati di sistema di regolazio-ne ISF. Ecco di seguito alcune schermate dell’interfaccia.

di roberto FaGGIanO

I l tema delle interferenze sul di-gitale terrestre dei segnali LTE a 800 MHz sta suscitando allarme

nell’opinione pubblica e sta creando un vero mercato dei filtri anti inter-ferenze. Il web è già pieno di prodotti ultra economici (anche a 10 euro) da sistemare nelle abitazioni, lungo il cavo d’antenna, mentre i produttori specializzati sono già prontissimi con sofisticati filtri per i centralini con-dominiali da centinaia di euro (più manodopera). Però non tutti i filtri sono uguali ed è bene fare ordine in materia. Secondo gli esperti del-l’Iplab-Rener (scuola di formazione antennisti riconosciuta da Eutelsat, CNA e Confartigianato), i modelli più economici sarebbero del tutto ineffi-caci per risolvere il problema. Sola-mente i modelli di filtro rispondenti alla normativa CEI 100-7 saranno in

grado di fare il loro lavoro nelle zone interessate dalle interferenze. Il pro-blema è soprattutto dovuto all’enor-me potenza dei segnali LTE, che in alcuni casi potrebbero entrare non solo dai centralini e antenne ma an-che attraverso i cablaggi o addirittura nel sintonizzatore del TV. Sarebbe il caso di quelle abitazioni poste a meno di 250 metri da un’antenna telefoni-ca, dove l’attenuazione di 30 dB tipi-ca dei filtri più economici potrebbe essere del tutto inutile. Le frequenze dtt più a rischio sono le ultime dedi-cate alle trasmissioni televisive, cioè

la 58, 59 (mux locali) e 60 (mux Timb 2) che potrebbero risultare del tutto oscurate. Molto dipenderà da dove verranno irradiati i segnali LTE a 800 MHz: se verranno accese tut-te le postazioni i problemi saranno moltissimi, se invece verranno accese solo postazioni secondarie per copri-re le zone dove non è già disponibile il segnale a 1.800 MHz la situazione potrebbe essere meno drammatica. Al momento l’unica scelta sicura è quella di non correre ad aggiornare gli impianti con filtri che potrebbero rivelarsi inutili o insufficienti.

tv E vIdEO I filtri economici per bloccare le interferenze potrebbero non essere sufficienti

LTE e TV, i filtri forse non bastanoIl rischio in certe zone è quello di trovarsi comunque la televisione oscurata

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Sony R4 è il Full LED entry level che piaceTra i TV presentati da Sony a Las Vegas mancava una serie che sicuramente verrà molto apprezzata, la nuova R4. Anche Sony ha puntato sulla retroil-luminazione Full LED per la sua serie entry level, seguen-do un po’ quello che ha fatto Samsung lo scorso anno: tre modelli da 32” (KDL-32R4), 40” (KDL-40R4) e 46” (KDL-46R4) con processore X-Reality, Mo-tionflow a 50 Hz e funzionalità Smart TV. La novità della nuova serie Smart Entry level, oltre al costo contenuto, sarà la com-patibilità piena con MKV anche tramite DLNA e la gestione del file system NTFS tramite USB. Sony Italia ci ha confermato che questa serie arriverà anche da noi, ma alcuni dati non corrispondono con quelli dei TV che verranno commercializzate in Italia: la data di introduzione non è ancora certa (aprile o maggio) così come i prezzi.

tv E vIdEO Inizia la distribuzione coreana dei TV OLED

Finalmente arriva l’OLED In Italia però solo a giugno

di roberto PEZZaLI

L G ha finalmente iniziato a distribuire i primi TV OLED. Il comunicato, emesso direttamente dall’azienda coreana e riportato da Reuters, apre di fatto l’epoca delle TV OLED. LG ha annunciato che le spedizioni inizieran-

no lunedì e che ci sono già circa 100 preordini per il TV “delle meraviglie” che ricordiamo costa ben 11 milioni di Won, circa 7500 euro. LG continuerà co-munque a spingere sulle Smart TV tradizionali, segmento per il quale si aspetta una crescita delle vendite del 15% rispetto allo scorso anno. Cosa succederà in Italia? Al momento non c’è ancora un prezzo ufficiale, ma LG ci ha conferma-to l’arrivo nel secondo semestre dell’anno, data indicativa che potrebbe voler dire giugno così come settembre. C’è inoltre il dubbio sul modello che arriverà

in Italia: inizialmente si pensava potesse ar-rivare il modello pre-sentato a Montecarlo lo scorso anno (quel-lo che sta per essere venduto in Corea), ma considerati i tem-pi di introduzione po-trebbe arrivare subito il modello successivo.

TV Sharp per l’Europa c’è anche il 4kSharp annuncia quali novità porterà anche nel nostro Paese. Il 4k è ovviamente il fiore all’occhiello di Emanuele VILLa

Le novità più interessanti che Sharp ha presentato allo scorso CES di Las Vegas stanno per ar-rivare in Europa. A proposito dei nuovi TV, Alberico Lissoni, Vice President Consumer Electronics di Sharp Electronics Europe, ha annunciato: “Dai bellissimi pro-dotti Ultra HD alle TV a grande schermo, le novità che porteremo quest’anno sul mercato europeo cambieranno il modo in cui le persone usufruiscono della TV, offrendo loro immagini chiare e vivide e una facilità di utilizzo straordinariamente semplice [...]”. In pratica, Sharp conferma l’arrivo del 4K anche in Italia, che si somma a una nuova gamma LED con una dozzina di modelli e dimensioni di 50, 60, 70, 80 e 90 pollici. La nuova gamma di televisori LED sarà guidata dalla serie LE8, le cui caratteristiche salienti sono la tecnologia Quat-tron e l’Active Motion 800 Hz, ol-tre a un nuovo design con cornice in alluminio: sarà disponibile in formati da 60, 70 e 80 pollici. In primavera arriveranno anche le serie LE7 ed LE6, con dimensioni dai 39 ai 90 pollici. Tra le caratte-ristiche, il pannello Sharp UV2A e l’Active Motion 200 Hz; al di sotto queste, arriveranno anche le serie entry level LE3 e LE2.

di Vittorio romano BaraSSI

P anasonic ha annunciato l’arrivo di cinque nuovi modelli di lettori Blu-ray che andranno ad affian-

carsi a DMP-BDT500 e DMP-BBT01, i due modelli “superstiti” della gamma 2012. Tre avranno la possibilità di ri-produrre supporti con contenuti in 3D (DMP-BDT330, DMP-BDT230 e DMP-BDT130) mentre uno (DMP-BD79) sarà esclusivamente capace di leggere contenuti 2D. “I lettori Blu-Ray appena presentati sono al vertice per design, performance e connettivi-tà”, ha dichiarato Michael Friedrich, Senior Product Marketing Manager Europe Home AV. “Grazie a funzio-nalità quali la piattaforma VIERA Connect ulteriormente implementa-ta, connessione al web veloce e possi-bilità di interazione con smartphone e tablet. Panasonic continua a offrire

soluzioni avanzate per le esigenze dei consumatori più esigenti”. BDT330 e BDT230 portano in dote il suppor-to a Miracast e dispongono di Wi-Fi integrato, possibilità di conversione 2D-3D, web browser con puntatore e VIERA Connect, piattaforma IPTV di Panasonic. Il modello BDT330, rispet-to al fratello minore, offre all’utente anche la possibilità di upscaling 4K. Panasonic ha poi presentato due so-luzioni destinate alla registrazione dei contenuti: DMR-BWT735 (con dop-pio tuner HD e Wi-Fi integrato) è una soluzione all-in-one che permette di

registrare sia su supporti Blu-ray che su Hard Disk mentre DMR-PWT535 è in grado di leggere dischi Blu-ray e di archiviare le registrazioni su disco rigico. Entrambi i modelli dispongono della modalità Pure Sound la quale, una volta attivata, permette di ridurre al minimo il rumore di funzionamen-to dei dispositivi. I prezzi saranno di 89 euro per il BD79, 129 euro per il BD130, 149 euro per il BD230 e 229 euro per il BD330 con Miracast. Per i recorder invece si sale a 449 euro per il PWT535 e a 649 euro per il top di gamma con Blu-ray recorder.

tv E vIdEO Annunciati quattro nuovi lettori (tre 3D) e due registratori Blu-ray Disc

Panasonic: Blu-ray più vivo che maiRestano in gamma BDT500 e BBT01, i modelli di maggior successo del 2012

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

torna al sommario 26

Arriva Steam per LinuxGrandi scontiIl 14 febbraio è stato rilasciato Steam per Linux. L’offerta è ottima ma il catalogo ancora un po’ ristretto di Vittorio romano BaraSSI

Il grande giorno è arrivato: nel-la serata del 14 febbraio, Steam è stato rilasciato in veste defi-nitiva sul sistema operativo del pinguino. Un evento per molti versi storico che “chiude” anni e anni di diatribe e apre uffi-cialmente - o meglio, avvicina ulteriormente - Linux a quel mondo dei videogiochi che solo un lustro fa sembrava lontanis-simo. Steam per Linux, al mo-mento, è scaricabile solamente dagli utilizzatori del sistema operativo Ubuntu attraverso l’apposito Software Center; Val-ve ha deciso di rivolgersi prima alla più grande comunità Linux del mondo per poi, presumibil-mente, estendere la compatibi-lità anche ad altre distribuzioni. Ad accompagnare il rilascio di Steam per Linux sono arrivati immediatamente tanti sconti su tutto il catalogo dei giochi disponibili per il sistema ope-rativo del pinguino: ogni gioco scaricabile è stato infatti scon-tato, fino al 21 febbraio, dal 50 all’80%, percentuale decisa-mente interessante che aveva l’intento di avvicinare anche i più scettici “linuxiani” a Steam. Sia chiaro, il catalogo non è af-fatto vasto ma questa non è di certo una novità. Ci sono co-munque titoli interessanti come i “classici” Half Life (1,99€) e Counter Strike Source (3,74€), Serious Sem 3 BFE (5,49€), Darwinia (2,49€) o Crusader Kings II (9,99€). Per avere un’idea completa del catalogo e degli sconti vi rimandiamo di-rettamente alla pagina web che Valve ha dedicato all’offerta.

di Vittorio romano BaraSSI

B rutte notizie per tutti coloro che stanno aspettando con ansia il prossimo titolo in sviluppo

presso gli studi Naughty Dog: la sof-tware house “madre” di Uncharted ha annunciato che The Last of Us subirà un ritardo di qualche settimana e ar-riverà sugli scaffali solo il 14 giugno. L’uscita del tanto atteso titolo post-apocalittico, esclusiva PlayStation 3, era originariamente prevista per il 7 maggio ma Naughty Dog ha deciso di prendersi poco più di un mese per limare alcuni dettagli sul gioco. È Nick Druckmann, Creative Director della software house ad annunciare lo slit-tamento: “Ora che siamo entrati nella fase finale dello sviluppo di The Last of Us, abbiamo realizzato quanto sia grande l’avventura di Joel ed Ellie.

Invece di fare dei tagli o di compro-mettere la nostra visione, siamo giun-ti alla decisione che il gioco si merita qualche settimana di sviluppo in più, per fare in modo che ogni dettaglio sia degno degli al-tissimi standard interni di Naughty Dog. L’attesa in più sarà poca e la vo-stra pazienza verrà ricompensata. Aggiornate i vostri ca-lendari, non dovrete nemmeno cam-biare stagione. The Last of Us sarà disponibile il 14 giugno 2013”. Siamo alle solite: l’annuncio del ritardo è accompagnato dalle classiche frasi di

circostanza. Ormai è diventata una - brutta - abitudine e non possiamo far altro che rassegnarci; in questo caso si tratta solo di un mese e una settimana, ma in passato c’è chi ha fatto peggio. Speriamo ne valga davvero la pena.

gaME & MOvIE Potrebbe essere un problema serio per il gamng on line multiplayer

Nuove console, addio retro-compatibilitàSecondo Jorgensen di EA con le nuove console si perderà la retrocompatibilità

di roberto PEZZaLI

B lake Jorgensen, CFO di EA, dal palco della Goldman Sachs Technology and Internet Con-

ference di San Francisco ha espres-so alcune opinioni sulle nuove con-sole in uscita da parte di Microsoft e Sony. Il punto caldo, secondo quanto riportato dal magazine Ga-masutra, riguarda la compatibilità con le piattaforme attuali: secondo Jorgensen le console di prossima generazione non saranno compa-tibili con le attuali, sarà un vero e proprio punto di partenza nuovo. Una notizia questa non certo ine-dita: le piattaforme next-gen basate su piattaforma AMD Jaguar diffi-cilmente potranno far girare giochi realizzati su architettura PowerPC e Cell, e anche pensare ad una emu-lazione potrebbe diventare non solo oneroso in termini hardware

gaME & MOvIE Secondo la software house il tempo in più servirà a perfezionare il titolo

The Last of Us rimandato al 14 giugnoNaughty Dog ha deciso di posticipare l’uscita dell’attesissimo gioco per PS3

ma anche costo-so. Un problema questo che incide con le strategie di gaming online: sarà difficile se-condo Jorgensen pensare a giochi multiplayer che supportino diver-se generazione di console, e questo per gruppi di amici che giocano allo stesso gioco diven-ta un problema, visto che sarebbero costretti tutti a passare alla next gen contemporaneamente. Electronic Arts comunque ha già ben chiaro quello che possono dare le prossime console, le gen-four: tanta grafica ma il punto chiave sarà la connet-tività con altri devices come smar-tphone e tablet, e qui crediamo che il remote play da console verso un tablet sia la soluzione che Micro-

soft e Sony adotteranno per contra-stare Android e iOS. Ma non solo: l’esperienza di gioco continuerà a console spenta, con giochi quindi che integreranno parti da giocare a schermo e parti che possono essere giocate anche da tablet o smartpho-ne (ad esempio la compravendita di giocatori in un Football Manager). La data di uscita, come già si voci-ferava, sembra anche questa certa: Electronic Arts si aspetta le nuove console per il prossimo Natale.

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UN PICCOLO GESTO E IL TUO MONDO DIVENTA GRANDE

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Nuovi TV Smart VIERA. Un piccolo gesto e le tue immagini, i filmati e i contenuti web passano dal tuo smartphone o tablet al grande schermo, con una qualità straordinaria. An idea by Panasonic.

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estratto da dday.it

28

n. 64 / 28 febbraio 2013

di Claudio STELLarI

D opo il CES è finalmente giunto il momen-to della presentazione ufficiale dei TV Panasonic LCD destinati al mercato euro-

peo. I nuovi modelli puntano su funzioni di per-sonalizzazione avanzate, connettività migliorata, efficienza energetica (consumo ridotto del 15%), design moderno con spigoli smussati e piedistal-lo minimalista, oltre che ovviamente sulla qualità dell’immagine: in poche parole tutti gli aspetti principali sono stati migliorati rispetto alla scor-sa generazione. Andiamo con ordine e partiamo dalla qualità dell’immagine: i TV LCD LED Smart VIERA 2013, come vi avevamo anticipato, utiliz-zano pannelli IPS LED di nuova generazione che promettono angoli di visione estremamente ampi. Panasonic ha inoltre migliorato la tecnologia di retroilluminazione (BLS) portando la scansione a 3600 Hz utilizzando un’avanzata tecnologia di interpolazione dei frame che dovrebbe consenti-re di annullare le sfocature e la perdita di dettagli nelle immagini in movimento. La nuova genera-zione di TV Panasonic si avvale di una tecnologia di local dimming a 16 aree e di un nuovo control-lo del gamma per aumentare il contrasto e offrire un livello del nero più profondo e una migliore gradazione delle sfumature. Dal punto di vista dell’interfaccia, la gamma 2013 è stata progetta-ta per offrire un ambiente Smart TV più facile e

tv & vIdEO Dopo il CES, Panasonic annuncia quelli che saranno i TV LED per l’Europa: gli schermi vanno dai 19“ ai 60”

Panasonic: ecco i TV LED pensati per l’EuropaIn totale la gamma è composta da 28 modelli suddivisi in nove serie, e sono tutti rigorosamente LED

intuitivo: la funzione My Home Screen consente di personalizzare la schermata iniziale, in questo modo ciascun componente della famiglia avrà a disposizione un ambiente più amichevole, perso-nalizzato in base alla proprie preferenze. Swipe and Share 2.0 è, invece, una nuova funzionalità di connessione che trasforma il TV in un hub per lo streaming e la condivisione immediata di foto e video con lo smartphone o il tablet: basta uno swipe sullo schermo per trasferire immagini, foto o video dai dispositivi Android o iOS al grande schermo del TV. Per rendere più semplice l’inte-

razione con il TV è prevista anche una funzione di interazione vocale, compatibile con 18 lingue europee. Per quanto riguarda il networking, la piattaforma VIERA Connect è stata potenziata con opzioni per lo streaming di contenuti video e funzioni per i social network, dispone di app completamente integrate, offre un browser web ottimizzato per il TV e nuove caratteristiche di ricerca intuitive. La LAN Wireless è incorporata. Non sono stati comunicati per ora i prezzi, ma di seguito i dettagli delle nuova gamma, estrapolati direttamente dal comunicato Panasonic.

Serie WT60 Dimensioni: 47” e 55”Full HD 3DSchermo IPS LED, 3600 HzProcessore Hexa-processingContrasto infinitoClear Panel ProTelecamera incorporataVIERA Connectmy Home ScreenInterazione VocaleSwipe and Share 2.0Registrazione su HDD USB

Serie DT60 Dimensioni: 42”, 47”, 50”, 55” e 60” Full HD 3D schermo IPS LED, 1600 HzProcessore Hexa-processingClear Panel ProVIERA ConnectMy Home Screen

Interazione VocaleSwipe and Share 2.0 e registrazio-ne su HDD USB

Serie FT60Dimensioni schermo: 42” e 47”Full HD 3D, schermo IPS LED, 1600 HzClear Panel ProProcessore Hexa-processingVIERA ConnectMy Home ScreenInterazione VocaleSwipe and Share 2.0Registrazione su HDD USB

Serie ET60Dimensioni schermo: 42”, 47”, 50” e 55”Full HD 3D, schermo IPS LED, 600 Hz, Angolazione visuale di 178°, Contrasto brillante

VIERA ConnectMy Home ScreenSwipe and Share 2.0 Serie E6Dimensioni 32”, 39”, 42” 50”;Full HD 3DRetroilluminazione Black Light Blinking a 100 Hz Ottimizzatore dei contenuti WebVIERA Connect, My Home Screen e Swipe and Share 2.0

Serie EM6Dimensioni: 32”, 39” e 50”TV Full HD LED Retroilluminazione Black Light Blinking (BLB) a 100 HzV-audioMedia Player: riproduce foto, video e musica da una sorgente USB

Serie X6Dimensioni schermo: 24’’ Pannello LED ad alta definizione Design sottileVIERA ConnectV-audio

Serie XM6Dimensioni: 19”, 24” e 32”Design a bordi smussati sottili e pannello ad alta definizioneContrasto elevatoMedia Player: riproduce foto, video e musica da una sorgente USB

Serie B6Dimensioni: 32”, 39”, 42” e 50”Contrasto elevatoMedia Player: riproduce foto, video e musica da una sorgente USB

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Zeppelin Air

Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancoramigliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo Zep-pelinAir™ più che mai il miglior diffusore per iPod®.

La tecnologia AirPlay® di Apple vi permette di trasfe-rire la musica direttamente dal vostro computer, op-pure da un iPhone®, iPod Touch® o iPad®. Senza fili.

Stream your music with AirPlay®

Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

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WD My Book AV-TV è l’hard disk nato per il PVRWestern Digital lancia My Book AV-TV, un hard disk USB 3.0 pensato per essere usato come sistema di storage delle registrazioni PVR sui nuovi TVdi roberto PEZZaLI

Western Digital ha presentato My Book AV-TV, un hard disk pensato espressamente per il collegamento ai televisori dotati di funzionalità PVR integrato. Apparentemente My Book AV-TV può sembrare un normale di-sco USB 3.0 esterno, ma Western Digital assicura che sono stati fatti piccoli cambiamenti per adattarlo al meglio a un ambito consumer. Tre le particolarità: la prima è l’alimentazione esterna che assicura il funzionamento anche con quei televisori e deco-der (ad esempio il TS900 Tele-system) che non dispongono di porte USB in grado di pilotare un disco fisso; la seconda è un par-ticolare firmware che ottimizza il processo di lettura e scrittura dei grossi file (solitamente le re-gistrazioni), la terza è l’adozione di un disco GreenPower studiato per funzionare 24 ore su 24 sen-za riscaldarsi e senza consumare troppo. La connessione USB 3.0 assicura poi la velocità necessa-ria per quei TV, ed è il caso degli ultimi Panasonic, che registra-no contemporaneamente due flussi grazie a un doppio tuner integrato. Invitante il prezzo: 69 euro iva inclusa per la versione da 1 Terabyte.

tv & vIdEO Hi-Tech ed equilibrati i TV del 2013 targati Philips, con il plus Ambilight

TP Vision presenta i nuovi TV Philips Svelata la gamma di TV Philips per il 2013: cinque serie per tutte le esigenze Focus su Smart TV, 3D, sharing con Miracast e un design ancora più raffinato

di roberto PEZZaLI

C inque serie di TV, in vendi-ta come sempre nel secondo semestre: ecco la proposta

di TP Vision per la gamma di TV 2013 marchiate ovviamente Philips. Ricordiamo che, come sempre, il produttore olandese/cinese sceglie di non mostrare nella prima parte dell’anno il modello top di gamma, la serie 9000: per questa si dovrà aspettare l’IFA di Berlino. Ecco le cinque serie di TV che arriveranno nei prossimi mesi sul mercato.

Philips PFL4208

È la serie entry level per i modelli di piccolo taglio, 22” e 24”. Scher-mo LED, Wi-Fi integrato e Smart TV anche su queste dimensioni, e per la prima volta anche collega-mento USB per un’eventuale vi-deocamera Skype.

Philips PFL5008

È la serie entry level che copre tutti i formati dal 32” per passare al 42”, al 47” e al 50”. Ambilight, Edge LED e sistema 3D polarizzato. Non man-cano tre ingressi HDMI, la Smart TV con Wi-Fi e la funzione PVR.

Philips PFL6008La serie 6000 è la classica serie di fascia media: 42”, 47”, 55” e 60”

con design frameless, ovvero con cornice molto sottile. Su questa se-rie Philips usa il nuovo processore d’immagine con 500Hz Perfect Mo-tion Rate e Perfect 3D Natural Mo-tion. Non mancano 3D polarizzato,

Smart TV e telecomando con tastie-ra QWERTY integrato. Sulla serie 6 Philips supporta anche Miracast per lo streaming e il mirroring da dispositivi Android.

Philips PFL7008

La serie 7 è molto simile alla serie 6 ma il design subisce un’ulteriore evoluzione: oltre all’Ambilight a tre lati, infatti, sul frontale c’è un unico vetro che copre tutta la cornice, un design edge to edge che ricorda la

design line dello scorso anno. Di-sponibile con finitura silver o black. La serie 7008 rispetto alla 6008 in-tegra anche la videocamera frontale nello chassis. Sarà disponibile nei tagli da 42”, 47” e 55”.

Philips PFL8008

Come negli anni scorsi, la serie 8 è quella che racchiude tutte le tec-nologie Philips più avanzate: pro-cessore dual-core, videocamera integrata e driver del pannello con funzionalità 1400Hz Perfect Mo-tion Rate e Super 3D Resolution. Design senza bordi, Ambilight a 3 lati e questa volta 3D attivo com-pletano la dotazione. La serie 8000 sarà disponibile solo nei tagli da 46” e 55”.

Nelle prossime settimane dovrem-mo avere maggiori dettagli e pro-babilmente riusciremo anche a fare una breve anteprima dei modelli più interessanti presentati sin qui da TP Vision.

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

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Skype da record: fa 1/3 del traffico internazionaleMentre Microsoft starà senz’altro lavorando per incrementare le per-formance commerciali di Windows 8 e Surface, una cosa che dà grande soddisfazione c’è: Skype. Secondo una ricerca di TeleGeography, di-sponibile qui, Skype avrebbe fatto un 2012 da record incrementando il proprio traffico internazionale del 44% (167 miliardi di minuti di telefonate), una cifra astronomica se si pensa che è il doppio dell’in-cremento di tutti gli operatori tele-fonici internazionali sommati tra di loro. Sempre secondo lo studio, se il traffico di Skype fosse stato incluso nelle statistiche del traffico internazionale degli operatori tele-fonici tradizionali, questo sarebbe cresciuto, globalmente, del 13% anziché del 5% rispetto al 2011.

pEOpLE & MarkEt Produzione di massa entro il 2014?

LG Display crede nell’OLED 500 mln di euro da investire

di Emanuele VILLa

L G Display ha an-nunciato di avere in programma un

investimento di circa 500 milioni di euro (706 miliardi di won) nella produzione dei pannelli OLED, inve-stimento che permet-terebbe all’azienda di estendere il range di prodotti e di giunge-re alla produzione di massa entro la prima metà del 2014. Un investimento del genere, oltre alla chiara rilevanza strategica nei confronti dei competitor, dimostra in modo inequivocabile la volontà di LG Display di rendere l’OLED un prodotto “mainstream” in tempi relativamente brevi. Staremo a vedere...

Con 3 il 4G è quasi gratis1 euro in piùTre Italia svela le sue tariffe per la rete 4G LTE: si dovrà pagare solo 1 euro in più al mese per navigare con il proprio piano dati di roberto PEZZaLI

Così come era stata aggressiva con l’arrivo del 3G in Italia, H3G si dimostra la più conveniente con la nuova rete superveloce 4G. L’operatore, infatti, ha co-municato la sua offerta LTE 4G al costo di 1 euro al mese in più rispetto a quanto si paga normal-mente per l’abbonamento. Una cifra simbolica, una promozione che vale fino a fine 2013 e dal-la quale potranno ovviamente trarre vantaggio solo coloro che abitano a Milano, Roma o Frosi-none. I clienti H3G che vogliono sottoscrivere l’opzione possono farlo già da ora gratuitamente, i clienti consumer tramite chia-mata al 408540 oppure dal por-tale Tre, i clienti business sca-ricando un modulo sempre dal sito e inviandolo via fax al nume-ro 800179800. Ricordiamo che fino a fine marzo l’LTE sarà co-munque gratuito. L’opzione è in-compatibile con i piani di naviga-zione a tempo (SuperWeb Time, Web 60, Tre.Time Small, Tre.Time Medium, Tre.Time Large). Abbiamo avuto modo di provare la rete LTE di Tre a Milano e i risultati sono davvero buoni, so-prattutto nelle zone periferiche: 30 Mb/s sia in download che in upload. Non male.

di Giuseppe LandOLFI

H uman Brain Project è il nome dell’ambizioso progetto di ri-cerca che ha come obiettivo

quello di realizzare un supercompu-ter di nuova generazione che sappia imitare il cervello umano sotto ogni aspetto, sia logico che emotivo. L’in-tento è quello di mettere insieme tut-te le conoscenze disponibili a livello molecolare e neuronale all’interno di un “supercomputer da cento miliar-di di neuroni”, cosicché possa essere in grado di simulare l’intera attività del nostro cervello e permettere di studiare l’evoluzione e le possibi-li terapie per contrastare malattie neurodegenerative quali Alzheimer e Parkinson, ma anche epilessia e schizofrenia. Lo studio potrebbe, inoltre, avere risvolti in campo in-formatico, dando il via alla creazio-ne di macchine superintelligenti. La Commissione Europea ha espresso molta fiducia nel progetto, stanzian-

do un finanzia-mento record di quasi 2 miliardi di euro, cifra che ha sollevato numerose pole-miche tra i neu-roscienziati più scettici, convin-ti che questo sia solo uno spreco di soldi e tem-po. Al program-ma di ricerca, diretto da Hen-ry Markram del Politecnico di Losanna, partecipano ricercatori di 87 Istituti di ricerca europei e internazionali, tra cui al-cuni italiani, che avranno un ruolo determinante: il Laboratorio Eu-ropeo di Spettroscopia Non lineare (Lens) dell’Università di Firenze, il Politecnico di Torino, l’Universi-tà di Pavia, l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Fatebe-

nefratelli di Milano e il Consorzio Interuniversitario Cineca di Bolo-gna. Il supercervellone dovrebbe essere pronto entro il 2020, anche se si spera di ottenere risultati im-portanti già nelle tappe intermedie del progetto e il patrimonio di dati, messi a disposizione su piattaforme avanzate, sarà offerto agli scienziati di tutto il mondo.

pEOpLE & MarkEt Il programma consentirà anche di studiare l’intelligenza artificiale

Un computer per imitare il cervello Il progetto è nato per curare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer

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pEOpLE & MarkEt Tra i prodotti e-book, audio e film

Saturn, novità sul sito online Il portale ospita più contenuti

di Emanuele VILLa

I l sito di e-commerce di Saturn, accessibile all’indirizzo www.saturnonlineshop.it, apre a nuovi servizi digitali, che si affian-cano alla tradizionale attività di vendita online dei prodotti. Il punto

di partenza è il Download Shop, che dà accesso a una ricca library di libri digitali, musica e film, con contenuti italiani e internazionali. L’area E-book ha un catalogo di 21.000 titoli; l’area Musica, invece, offre oltre 130.000 titoli di circa 150.000 artisti italiani e stranieri. Infine, quella Film permette di scegliere se scaricare o noleggiare i video scegliendo tra un catalogo di 1.500 titoli disponibili per lo streaming e il download.

PEOPLE & MARKEt

Telefono: 300€ in meno con la tariffa giustaSe è vero che l’italia è uno dei Paesi in cui si spende più per internet e telefono fisso (rap-porto 2012 di Ofcom, Authority inglese delle TC), è anche vero che scegliere la tariffa migliore telefono + Internet sulla base delle proprie esigenze può portare a forti risparmi. È quanto dichiara l’Osservatorio di SuperMoney, che tra l’altro ha stilato una classifica delle re-gioni in cui si spende di più per il telefono in Italia. Secondo il comunicato: “Tra le regioni che puntano al risparmio ci sono, invece, Basilicata, Molise e Abruzzo, dove la maggior parte degli utenti spende fino a 35 €”. Restringendo ulterior-mente l’indagine, si scopre che a Biella, Verbania e Nuoro gli utenti sono disposti a spendere di più per chiamate e ADSL, mentre gli abitanti di Bolzano, Campobasso e Imperia sono più “risparmiosi”.

Apple compra Loewe? Le azioni si impennanoIndiscrezioni non verificate vogliono Apple interessata ad acquisire il produttore tedesco di TV. E le azioni di Loewe fanno un balzo del 43% di roberto PEZZaLI

A volte basta un sussurro per fare infiammare i mercati. È quello che è capitato nei giorni scorsi a Loewe che, a seguito di una nuo-va indiscrezione che la vedrebbe nel mirino di un’acquisizione da parte di Apple, ha visto le proprie azioni arrivare a toccare un picco del +43% nel corso della stessa giornata (dopo aver toccato un massimo di 3.93 euro ad azione il titolo è sceso poi a 3.5 euro). L’indiscrezione non è conferma-ta da parte di Loewe, che si dice all’oscuro di una qualsiasi offerta, né tanto meno da Apple che de-clina ogni commento, ma stando al report dell’agenzia di stampa Reuters, le voci di corridoio in borsa sono che Apple voglia ac-quistare Loewe per 4 dollari ad azione. Solo speculazioni? Sta di fatto che il mercato almeno un giorno ci ha creduto. Già lo scor-so anno era emersa una voce del genere senza evidentemente al-cun seguito. Loewe è partecipata in primo luogo da Sharp, che ha il 28% delle azioni, e da LaCie per l’11%. Il 13% è in mano al manag-ment di Loewe scrive Reuters, mentre il resto delle azioni è sul mercato.

pEOpLE & MarkEt A giugno partirà il test pilota nella sede milanese di una multinazionale

Lybra, quando il dosso produce elettricitàUna startup italiana ha ideato un sistema green per produrre elettricità

di Vittorio romano BaraSSI

U n progetto italiano punta a ri-voluzionare il modo di ottene-re energia elettrica; l’idea è di

sfruttare l’energia meccanica ottenu-ta dal passaggio di un’automobile su quello che potrebbe sembrare un co-mune dosso alto circa 12 centimetri. Andrea Pirisi, CEO di Underground Power, ha spiegato a Wired come il sistema sia in grado di produrre una quantità smisurata di energia elettrica qualora fosse adottato, ad esempio, dai varchi Telepass del casello di Mi-lano Sud della tangenziale: in un anno si produrrebbero circa 6 milioni di kWh (che in “soldoni” equivalgono a 650mila euro). Sebbene Lybra, questo il nome del progetto, sia ben lungi dal-l’essere pronta (al momento, infatti, il

sistema non sopporterebbe a lungo il “carico” di un casello autostradale), l’idea è ottima e nei prossimi mesi ver-rà sperimentata sul campo: a giugno, infatti, partirà un test pilota presso la sede milanese di una grande multina-zionale che in Italia conta oltre mille

dipendenti. Se la sperimentazione an-drà bene saranno raccolti altri finan-ziamenti per portare avanti un proget-to che interessa già a molti e che fuori dal nostro Paese in tanti stanno già tentando di replicare, ma non con lo stesso successo.

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Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancoramigliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo Zep-pelinAir™ più che mai il miglior diffusore per iPod®.

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Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.

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n. 64 / 28 febbraio 2013estratto da dday.it

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dIgItAL IMAgIng

Adobe “libera” Photoshop 1.0Scaricare Photoshop gratui-tamente? Da oggi si può, ma non l’ultima versione, bensì la prima: grazie a un accordo con Adobe, il Computer History Museum, ha messo a disposizione per il download tutte le 128000 linee di codice che compongono Photoshop 1.0.1, rilasciato nel 1990. Il software, origina-riamente solo per Apple, venne scritto nel 1987 da uno studente dell’Università del Michigan, e poi commercia-lizzato in 200 copie, prima di essere definitivamente venduto ad Adobe. Il resto, è storia del digital imaging. Questo il link per scaricare il codice.

di Emanuele VILLa

I n casa Samsung devono aver pensato che se i tablet sono di-sponibili in versione Wi-Fi e

Wi-Fi+3G/4G, perché non fare lo stesso con le fotocamere? La prima della lista è ovviamente la Galaxy Camera, finora

disponibile in una sola versione con doppia connettività Wi-Fi e 3G/4G, e da oggi presente a catalogo (per il momento, americano) anche in ver-sione Wi-Fi Only: questo modello è dedicato a chi non vuole rinunciare alla versatilità della macchina, ma non ha neppure bisogno di connet-

tività costante e conti-nua. Costerà di meno, senz’altro, ma al mo-mento Samsung non

ha annunciato uno street price:

alcuni siti p a r l a n o di 100$ in meno

della ver-sione regola-

re, ma si tratta

di dati assolutamente non ufficiali. Per quanto concerne la macchina, riassumiamo le caratteristiche tec-niche principali: la Galaxy Camera è basata su Android 4.1 Jelly Bean e un sensore CMOS BSI da 16 MP, con ottica zoom 21x grandangolare (23mm) e un display di controllo da 4,8’’ e 308 ppi, rigorosamente touch. La macchina incorpora un processore quad core da 1,4 GHz e 8GB di memoria, espandibile con slot microSD; per personalizzare gli scatti ci sono 19 smart mode, oltre a svariate possibilità di condivisio-ne delle immagini e dei video, rigo-rosamente Full HD. Ma soprattut-to, ci sono le centinaia di migliaia di app di Google Play, molte delle quali in grado di personalizzare ul-teriormente l’esperienza d’uso.

dIgItaL IMagIng Costerà meno, ma non si sa ancora quanto, si parla forse di 100 dollari

In arrivo la Galaxy Camera Wi-Fi OnlyLa fotocamera è identica alla versione regolare ma senza connettività 3G/4G

di Gianfranco GIardIna

Q ualche giorno fa avevamo dato le prime anticipazioni relative alla D7100, la nuova reflex di

casa Nikon. In queste ore la nuova ar-rivata è stata presentata ufficialmente in una conferenza stampa tenutasi a Milano, che ci ha permesso di avere tutti i dettagli sulla macchina e fare anche qualche scatto (non pubblica-bile, purtroppo, visto che il firmware è ancora beta). E si tratta effettivamente dei primi prototipi, visto che neppure sono riportate le serigrafie sul fronta-le con il nome del modello. Malgrado ciò le nostre prime impressioni sono decisamente entusiastiche. Infatti la macchina ha un piglio professionale, con gli stessi controlli che possiamo trovare sulla D800 (una macchina che costa più del doppio e si rivolge a un target ben più evoluto), una densi-tà di pixel del sensore eccellente, con 24 megapixel sul formato APS-C, e

alcune scelte progettuali ambiziose, che in qualche modo ne fanno un prodotto pressoché unico. Prima fra tutte quella di non avere affatto il filtro passa bas-so davanti al sensore, che in tutti gli altri modelli di tutti i produttori è previsto, tra le altre cose, per ridur-re il rischio di moiré. Con questa densità di pixel, più alta delle macchine prece-denti della stessa fascia (la D7000 ha 16 megapixel sul medesimo formato), il rischio di moiré - secondo Nikon - è assolutamente contenuto; ma il van-taggio di non avere il filtro è netto, per avere il microdettaglio in grado di enfatizzare i vantaggi del sensore così risoluto. La macchina appare piccola e leggera (circa 650 grammi), malgrado parte del telaio sia in lega di magnesio; la versatilità eccellente, con doppio slot SD card e la disponibilità di ingresso

microfonico e uscita cuffia per il mo-nitoraggio durante la ripresa. Discorso prezzo: ancora non è stato annunciato il prezzo della D7100 per l’Italia, ma crediamo che non possa essere molto lontano dal 1399 euro annunciato in Germania per la versione in kit con il 18-105 VR, forse una cinquantina di euro in più per le differenze di IVA tra i due Paesi; sempre in Germania, il solo corpo macchina è stato annunciato a un listino di 1179 euro.

dIgItaL IMagIng La reflex di gamma medio/alta di Nikon sarà disponibile da marzo

Presentata la Nikon D7100, bella senza filtroTra le novità: ISO fino a 25.600, processore Expeed 3, niente filtro lowpass

Sony la vuole fare piccolaSony vuole produrre e commer-cializzare Cyber-shot WX300, la fotocamera più piccola e leggera al mondo nella sua categoria (com-patte con zoom ottico 20x in su). Dotata di ottica zoom grandando-lare 25-500mm (20x), di un senso-re Exmor R BSI da 18,2 Megapixel e di un nuovo sistema SteadyShot ottico. Il controllo avviene tramite il display LCD da 3’’ con 460.000 pixel ed è supportata la ripresa video in Full HD. Sul fronte della connettività si segnala il suppor-to Wi-Fi integrato. Infine, Sony dichiara per WX300 un’autonomia fino a 500 foto con una carica, mentre nelle funzionalità vanno segnalate il Superior Auto, che im-posta automaticamente i parametri di scatto, la funzione Picture Effect per aggiungere un tocco artistico a foto e filmati e Beauty Effect, che ritocca i ritratti eliminando le imperfezioni della pelle.

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pc E MuLtIMEdIa Addio Hotmail, si passa ad Outlook

È il momento di Outlook.com di Paolo CEnTOFanTI

U n nuovo im-portante tas-sello verso

l’armonizzazione dei prodotti Microsoft è andato oggi al suo po-sto con il lancio uffi-ciale di Outlook.com. Si tratta del nuovo servizio di posta web che integra anche la gestione dei contatti, lo spazio cloud SkyDrive con la possibilità di apri-re, creare ed editare documenti Office con le apposite web app. La pre-view di Outlook.com ha raggiunto quota 60 milioni di utenti in sei mesi e nelle prossime settimane Microsoft inizierà la migrazione degli account Hotmail che verranno tutti convertiti al nuovo servizio. E-mail, caselle di posta, impostazioni, password, verranno mantenuti nel passaggio da un servizio all’altro ma l’indirizzo di posta cambierà da @hotmail.com a @outlook.com (chiramente sarà attivo un redirect automatico dal vecchio indirizzo al nuovo). Spariranno così anche i domini geografici, per cui da .it si passerà a .com. Il servizio rimarrà naturalmente gratuito.

Con SoShare condividi fino a 1 TB gratisI creatori di BitTorrent, il noto protocollo di file sharing, lanciano SoShare, servizio gratuito che permette di condividere fino a 1 TB

di Emanuele VILLa

Lo storage e il trasferimento di file via cloud inizia finalmente a prendere piede anche da noi. Ma restano dei limiti: intanto, ci sono i limiti di banda in upload, tipici delle connessioni ADSL, e in più la capacità di storage gra-tuito offerta dai vari operatori è, per forza di cose, limitata. Al fine di risolvere questo secondo inconveniente, BitTorrent pre-senta SoShare, un servizio gra-tuito di sharing di file di grandi dimensioni (fino a 1 TB) finaliz-zato a permettere alle piccole e medie aziende il trasferimento di contenuti del tutto gratuito. Come funziona il servizio? Non sono trapelati molti dettagli in merito, ma parrebbe che i file da condividere, una volta caricati nel cloud, impieghino il proto-collo BitTorrent per lo sharing con i destinatari, che non devono essere iscritti al servizio per usu-fruirne (ricevono semplicemente un’email con le istruzioni per il download): trattandosi di un servizio rivolto principalmente alle aziende, si suppone che la banda in upload non sia un pro-blema. Non resta che provarlo: l’indirizzo di registrazione (e sca-ricamento del plug-in relativo) è https://soshareit.com/signup

Pc E MuLtIMEdIA

Un MacBook Air Retina dopo l’estateDall’Asia arriva la notizia che i fornitori di Apple si stanno attrezzando per un lancio del nuovo modello indicativa-mente verso il terzo trime-stre del 2013. Ma stavolta il capostipite degli Ultrabook verrà ridisegnato anche fuori. A livello hardware è scontato il passaggio da Ivy Bridge alla nuova architettu-ra Intel Haswell (che dovreb-be arrivare entro l’estate), ma secondo l’indiscrezione il nuovo MacBook Air presen-

terà un nuovo design per accogliere un display con risoluzione Retina.

di Simona ZuCCa

S i chiamano Fusion, Ambient e Square le tre nuove linee di elettrodomestici da incasso di

Whirlpool, accomunate da un con-cetto di design totale, che dai mate-riali alle finiture accompagna i diversi prodotti della singola gamma. Forni, forni a microonde, piani cottura a gas e a induzione, lavastoviglie, frigorife-ri, cappe: la proposta Whirlpool si ar-ricchisce anche di lavelli e miscelato-ri, disponibili da luglio di quest’anno. Tra i prodotti, degno di nota è il forno a induzione. Sarà presentato al pros-simo Salone del Mobile e per questo non si conoscono dettagli precisi, ma si sa che è un forno tradizionale che dispone anche della tecnologia 6° Senso Induction. Un ripiano indut-tore, infatti, può essere collocato nel vano del forno e regalare i vantaggi di questo innovativo sistema di cottura.

Whirlpool continua a puntare molto sull’iXelium, un particolare tipo di acciaio ideato dall’azienda che, ini-zialmente utilizzato solo per i piani cottura (Fusion GMF 7522/IXL), ora si ritrova anche sulle porte di forni (Fusion AKZM 6560/IXL) e mi-croonde (Fusion AKZM 848/IXL) e sui gocciolatoi dei lavelli. Questo gra-zie alla sua resistenza ai graffi, all’in-giallimento e alla facilità di pulizia. I prodotti che utilizzano questo ma-teriale costano circa il 10-15% in più rispetto a quelli che usano l’acciaio tradizionale, ma l’azienda garanti-sce che il risultato vale l’aumento di spesa. Tra le novità, la lavastoviglie con tecnologia 6° Senso Power Clean (WP108), classe energetica A+, 13 coperti, funzione di consumo d’ac-qua ridotto a soli 6 litri e 3 cestelli; il frigorifero Everest che con un’altezza di 193 cm e 310 litri di capacità offre

una capienza del 10% in più rispetto ai frigo combinati tradizionali. La lavastoviglie 6° Senso PowerClean è già disponibile; le linee Ambient e Fusion composte dai piani cottura, i forni e i microonde in iXelium sa-ranno disponibili da maggio; la linea Square in acciaio è già disponibile, mentre le nuove versioni in vetro sa-ranno disponibili da maggio.

sMarthOME Design, materiali pregiati e finiture accurate per Fusion, Ambient e Square

L’incasso di Whirlpool si rinnovaTre nuove linee: spiccano il forno a induzione, i nuovi lavelli e i miscelatori

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Smart Window da trasparente a opaco in 5’Dopo i TV, i telefoni e gli elettrodomestici, a breve anche i vetri diventeranno “smart”di Emanuele VILLa

Una delle feature particolar-mente hi-tech del Boeing 787 è il sistema di dimming elettro-chimico che agisce sui vetri dei finestrini previo “tocco”: il pas-seggero tocca il finestrino e que-sto diventa più o meno opaco. I limiti sono due: per cambiare stato, queste Smart Window im-piegano 30 secondi e non pos-sono diventare completamente riflettenti. Il Japan’s National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST) ha annunciato un’evoluzione che non solo potrà portare bene-fici ai frequent flyer, ma anche (in futuro) agli utenti domestici: una nuova Smart Window che cambia stato quando le viene applicata una bassa tensione e passa in 5 secondi da trasparen-te a completamente riflettente. Questa tecnologia sembrerebbe low cost e impiegabile anche su finestre di ampie dimensioni: la riflessione della luce impedi-rebbe al vetro di surriscaldarsi evitando l’eccessivo surriscal-damento estivo, con risparmio di corrente dedicata al condi-zionamento.

di Simona ZuCCa

D ue lavatrici della serie VX4, una lavatrice e un’asciugatrice con funzione vapore e un forno a

microonde senza piatto rotante. Sono alcune delle novità presentate da Pa-nasonic, a conferma dell’interesse della società per il settore dei grandi e piccoli elettrodomestici.Iniziamo con la serie di lavatrici VX4, NA-140VX4 e NA-168VX4, con capacità di carico rispettivamente di 10 e 8 kg e classe di efficienza A+++. Panasonic confer-ma nella 10 kg alcune delle tecnologie di cui ha dotato anche le sue lavatrici precedenti, come il cestello Sazanami, il compressore Inverter, la tecnologia HydroActive e la funzione Stain Ma-ster per l’eliminazione di 23 macchie senza necessariamente pretrattare i capi. Saranno entrambe disponibili dal prossimo mese di marzo. Pana-sonic crede nel vapore e immette sul mercato una lavatrice e un’asciuga-trice con tecnologia Steam Action: NA-140VS4 (10 kg, classe A+++, compressore Inverter, disponibile da marzo) e NH-P80S1 (8 kg, classe

sMarthOME Tecnologie all’avanguardia per elettrodomestici sempre più efficienti

Panasonic si concentra sul suo “bianco”Lavatrici, asciugatrici e microonde: c’è attenzione dell’azienda per il settore

A++, compressore Inverter, da poco disponibile). Entrambi gli apparecchi dispongono di una serie di programmi a vapore, di cui sfruttano i vantaggi: capi pronti da stirare, capi meno stro-picciati, funzione “refresh”. Tra le no-vità in cucina, invece, Panasonic pre-senta il microonde NN-DF383B, un combinato compatto (483 x 396 x 310 mm) con una particolarità, l’assenza del piatto rotante: la tecnologia di di-stribuzione delle onde permette infat-ti di eliminare il piatto girevole, e dà quindi la possibilità di inserire piatti

di forme e dimensioni diverse. Dotato anch’esso di tecnologia Inverter, di-spone anche di un sensore di cottura che, rilevando l’umidità, regola tempo e potenza in base al tipo di alimento scelto da cucinare. Sarà disponibile a partire dal mese di maggio.

sMarthOME Tecnologia e scrittura a mano libera convivono nella penna Lernstift

Lernstift, la penna che corregge i tuoi erroriEcco la penna che avvisa nel caso di errori di calligrafia o grammaticali

di Emanele VILLa

È un’idea curiosa quella che “ali-menta” Lernstift, la prima penna ad alto contenuto tecnologico:

apparentemente è una penna comune, solo un po’ più grande e voluminosa, scrive su carta e quindi non è una pen-na “capacitiva” di quelle che si usano con smartphone e tablet. Ma in realtà è poco meno di un computer: grazie ai sensori di movimento, la penna è in grado di “capire” ciò che stiamo scrivendo e come lo stiamo scrivendo; grazie al confronto con un database interno (localizzato in diverse lingue,

non ancora annunciate), la penna rileva all’istante errori di calligrafia e vi-bra per permetterci una correzione immediata. Sono previste due mo-dalità: “calligrafia”, che valuta la leggibilità delle lettere e delle parole, e “ortografia”, che rileva errori gram-maticali e ortografici. L’azienda, una start-up tedesca, ha già annunciato i passi successivi: una volta che la pri-ma penna sarà in commercio (agosto 2013, con possibilità di prenotarne una già attiva), il secondo passo sarà

l’inserimento di sensori di pressione, un modulo Wi-Fi per il collegamento al PC e lo sviluppo di una piattaforma “open” per le app. L’idea è utile, so-prattutto ai fini didattici: se funzionerà bene, come promesso, potrebbe essere davvero una piacevole sorpresa.

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n. 64 / 28 febbraio 2013

di Paolo CEnTOFanTI

Surface è arrivato in Italia: il primo tablet Microsoft con sistema Windows RT con cui l’azienda lancia la sua sfida ad iOS e Android.

Un prodotto annunciato a sorpresa, spiazzando i partner storici di Microsoft, un tablet completa-mente sviluppato in casa e che vuole essere l’esem-pio da seguire per quanto riguarda l’esperienza di Windows RT e 8 oltre il PC. Windows RT in particolare rappresenta lo storico passo con cui Microsoft porta il suo sistema operativo (o meglio una sua grossa fetta) su architettura ARM, una mossa fondamentale per poter competere con le piattaforme mobile di Apple e Google, ma che ha richiesto anche qualche difficile compromesso: su Windows RT non girano i software per Windows 7 e 8 per architettura Intel e questo può essere fonte di confusione per i consumatori che guardano Sur-face e la sua interfaccia a prima vista indistinguibile da quella di Windows 8. Ma andiamo con ordine.

Robusto e leggero Surface è un tablet disegnato intorno a un display LCD in formato 16:9 con diagonale di 10.6” e risolu-zione di 1366x768 pixel. La risoluzione non è eleva-tissima considerando le dimensioni dello schermo e lo standard imposto dai tablet con display Full HD e oltre, ma nonostante lo schermo non possa definirsi “retina” (i pixel si vedono eccome), si trat-ta comunque di un buon display. Il guscio è stato realizzato in una particolare lega di magnesio (con un processo denominato VaporMG) che conferisce maggiore robustezza rispetto all’alluminio mante-nendo però una buona leggerezza. Nel complesso Surface pesa poco più dell’ultimo iPad (680 gr con-

tro 652 gr), ma è legger-mente più sottile (9.3 mm rispetto ai 9.4 del-l’iPad). Il design è piut-tosto pulito, sobrio, con la particolarità di avere una staffa retrattile di-rettamente integrata sul retro. Questa è studiata per l’utilizzo di Surface in combinazione con le due tastiere disponibili come accessori, Tou-chCover e TypeCover. Entrambe funzionano sia come tastiera che come custodia protetti-

tEst Alternativa agli Ultrabook? O ai netbook? La risposta per chi pensa che l’iPad sia un giocattolo? L’abbiamo provato

Prova Surface RT, un tablet in cerca di autoreIl tablet è completamente sviluppato in casa e ha un nuovo sistema operativo per i processori ARM

va per il frontale. La prima si distingue per il suo ridottissimo spessore, appena 3 mm, per i tasti a sfioramento e i colori sgargianti. La seconda è più spessa perché offre i classici tasti meccanici a pres-sione. Entrambe le cover sono opzionali, e hanno un costo rispettivamente di 120 euro e 130 euro, ma è disponibile anche un bundle con la TouchCover nera nella confezione a 587 euro che permette di risparmiare una decina di euro. Surface RT è basa-to su processore Tegra 3 di NVIDIA, assistito da 2 GB di RAM. Il tablet è dotato di connettività Wi-Fi, Bluetooth 4.0 e al momento non è disponibile una versione con modulo 3G. Sotto il cavalletto, trovia-mo uno slot per schedine microSD che soprattutto nella versione da 32 GB di memoria potrebbe torna-re molto utile. Surface RT infatti è disponibile con memoria da 32 o 64 GB ma il sistema operativo si tiene per sé 16 GB di memoria, per cui sul modello base sono 16 i GB effettivamente utilizzabili. Surfa-ce è dotato di due fotocamere, entrambe con capa-cità di ripresa a 720p, una frontale e una posteriore.

Quella posteriore ha l’obiettivo inclinato di 22 gradi per permettere un’inquadratura centrata quando il tablet è appoggiato su un piano tramite il cavalletto integrato. Infine, per quanto riguarda le connessio-ni, Surface RT è dotato di una porta USB 2.0 host, alla quale possiamo collegare accessori di ogni tipo. È possibile trasferire file utilizzando normali chia-vette o hard disk USB, un’impostazione che rende il tablet più simile a un notebook come utilizzo, per cui non è previsto il collegamento diretto a un PC per il trasferimento di file. Sul lato destro, oltre alla porta USB, troviamo la connessione per l’ali-mentazione che utilizza una presa proprietaria con connettore magnetico, e l’uscita micro HDMI per il collegamento a monitor esterni.

La doppia anima di Windows RT Surface RT è basato su sistema operativo Windows RT, la versione di Windows pensata per dispositivi ARM. Un po’ come la gamma Nexus di Google per Android, Surface vuole presentare la pura espe-rienza Windows RT, per cui troviamo il sistema operativo così come Microsoft l’ha pensato e con la dotazione base di programmi, quindi tutte le app native per quanto riguarda la parte touch del sistema operativo, a cui si aggiungono Office 2013 RT, Internet Explorer e alcune utilità per la parte desktop della piattaforma. Da questa doppia ani-ma nasce il difficile posizionamento di Surface e dei tablet Windows RT in generale. Microsoft pro-

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estratto da dday.it

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pone Surface RT come il primo tablet dedicato an-che a chi cerca la produttività, questo per via della presenza di Office 2013 RT, ma allo stesso tempo Surface RT punta molto sugli aspetti più consumer per contendersi la stessa fetta di mercato di iPad e tablet Android. La presenza però del desktop è fonte di confusione, non solo per chi si aspetta di vederci girare i programmi per Windows 7 e 8, che comunque su un dispositivo touch di queste dimensioni dubitiamo possano essere utilizzabili, ma anche perché molte funzioni base (risparmio energetico ad esempio) sono accessibili unicamen-te da qui. Alla prima accensione occorre seleziona-re la lingua e creare un utente. La soluzione ideale è quella di procedere alla creazione di un account Microsoft, se già non ne abbiamo uno, visto che questo sarà necessario per poi scaricare app dallo store e accedere a SkyDrive e ad altri servizi (XBox Live, Xbox Music, ecc). L’installazione è piuttosto lunga per un tablet: siamo abituati a metterci pochi secondi quando accendiamo la prima volta un iPad o un tablet Android, con Windows RT ci vogliono diversi minuti. Completata l’installazione siamo pronti a partire. Le applicazioni base sono la posta (Exchange, Microsoft, IMAP e POP), il calendario (solo account Exchange e Microsoft), contatti, le mappe di Bing, Internet Explorer, SkyDrive e poi ancora gli aggregatori di Bing notizie, finanza, me-teo, sport, viaggi e le app musica, video, giochi, foto a cui si aggiunge un lettore di PDF e file OneNote. Qui si esaurisce la dotazione per quanto riguarda l’interfaccia “Metro”. Musica e video, in particola-re, sono organizzate come in Windows 8 per met-tere l’accento sui contenuti disponibili sullo store e per quanto riguarda Xbox Music, Microsoft offre ai possessori di Surface RT l’accesso gratuito al ser-vizio di streaming musicale illimitato per 6 mesi

(poi scatta il limite di 10 ore mensili). Il resto sono utility per l’ambiente desktop, come la calcolatri-ce, il blocco note, desktop remoto fino al prompt dei comandi. È tutta questa area che a nostro av-viso “rompe l’incantesimo” e rende Surface RT più complicato del previsto. Se vogliamo scrivere una nota, out of the box, non abbiamo scelta che passa-re per il blocco note del desktop o utilizzare Office. Alcune impostazioni base del tablet sono disponi-bili solo tramite il pannello di controllo classico di Windows. Tutte le volte che veniamo portati sul desktop ci ritroviamo in un ambiente che, nono-stante gli aggiustamenti apportati da Microsoft (un po’ più di spazio tra icone e caselle di testo), non è pensato per l’utilizzo touch, il tutto a scapito del-l’esperienza di utilizzo. Se tutto ciò può avere un senso su tablet Windows 8 che comunque deve far girare programmi per ambiente Windows classico, su Windows RT non se ne sentiva la mancanza, vi-sto che il valore aggiunto è nullo. Il sospetto è che sia rimasto unicamente per far girare Office 2013 in assenza (per il momento) di una versione appo-sitamente studiata per “Metro”. Tornando invece all’utilizzo come dispositivo touch, il Windows Store è in espansione, ma al momento mancano ancora applicazioni di un certo peso. Se è vero che, come in Windows Phone, l’hub contatti può gestire i nostri account Twitter e Facebook, al momento nessuno dei due social network è disponibile con un’app ottimizzata per il touch. Google ha un rap-porto conflittuale con Microsoft in questa fase e ha annunciato che, al momento, non ha alcuna in-tenzione di sviluppare app apposite per Windows Phone o Windows 8/RT. La lista di applicazioni che mancano in questi primi mesi di vita della piattaforma rispetto ad Android e iOS è piuttosto lunga. Anche nell’app Tegra Zone che raccoglie i migliori giochi per sfruttare il processore NVIDIA, nel momento in cui scriviamo, i titoli più interes-santi sono ancora con lo stato “prossimamente”.

Interfaccia fluida ma non con tutte le appPer quanto riguarda le prestazioni, le app già instal-late presentano tutte una grande fluidità. L’interfac-cia animata di Windows RT ricorda quella di Win-dows Phone non solo a livello di design, ma anche come prestazioni e reattività. Qualche piccolo ral-lentamento si osserva solo quando sono aperte mol-te app in background oppure nell’utilizzo di Office 2013 che in effetti appare comunque un po’ pesante sul piccolo tablet. A questo proposito va aggiunto che, nonostante le ottimizzazioni per il touchscreen (minime), il pacchetto può essere seriamente utiliz-zato unicamente con tastiera e mouse e qui il limite è la dimensione dello schermo. Altre app, i giochi in particolare, offrono qualche calo di frame rate, anche nel caso di quelli scaricati da Tegra Zone. Reckless Racing e Pinball FX 2, ad esempio, mo-strano spesso dei cali di fluidità abbastanza percepi-

bili. Chiaramente questo è un discorso che varia da applicazione a applicazione, ma ad esempio anche l’app de Il Fatto Quotidiano, che non è particolar-mente complessa, ci è parsa a livello grafico poco reattiva. Le due fotocamere non sono molto per-formanti e vanno bene più che altro per le funzio-ni di videochiamata con Skype o altri programmi. Per quanto riguarda le due tastiere, TouchCover è sicuramente la più pratica soprattutto come cover oltre che la più piacevole: con TypeCover quando utilizziamo il tablet in modalità touch e la cover completamente ribaltata, le mani schiacciano tutti i tasti sul retro il che non è esattamente il massimo (i tasti sono chiaramente disattivati). La TypeCover è sicuramente la migliore per scrivere, con la ver-sioen Touch specie quando occorre fare delle com-binazioni di tasti (vedi le maiuscole) spesso il tocco non viene registrato. Viceversa nella TypeCover è il trackpad a essere meno convincente. Buone le pre-stazioni della batteria, il che non sorprende visto l’utilizzo del processore NVIDIA. In generale abbia-mo sperimentato un’autonomia perfettamente in li-nea a quella di altri tablet Android o l’iPad. Arrivare fino a sera non è certo un problema e si riescono ad ottenere circa 8 ore di utilizzo effettivo.

Ci voleva più coraggio Surface RT è un buon prodotto a livello hardware, penalizzato da una piattaforma software che non si capisce bene a chi si rivolge. Chi cerca un tablet nell’accezione “post PC” del termine, quindi come un’alternativa ad Android o iOS, troverà in Surfa-ce RT molte delle complicazioni e legnosità di un PC Windows con il solo vantaggio di poter avere a disposizione Office 2013, software che comun-que necessita di tastiera e mouse per poter essere utilizzato per davvero. La parte se vogliamo con-sumer, pur con molte potenzialità, al momento è limitata dalle applicazioni disponibili nello store. Viceversa chi cerca un vero PC Windows 8 in for-mato ridotto non lo troverà certo in Windows RT che paga l’impossibilità di lanciare software per Windows 7 o 8 e un Windows Store al momento ancora poco fornito se raffrontato alle proposte della concorrenza. Se il Windows Store potrà anche espandersi sempre di più, la presenza del-l’ambiente desktop continua a rimanere un peso per l’intuitività e l’esperienza di utilizzo.

tEst

Microsoft Surface RTsegue Da pagina 36

Microsoft Surface RTIl video di DDay.it sul tablet di Microsoft

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di Vittorio romano BaraSSI

D opo aver testato sul campo Nokia Lumia 920 e HTC 8X, è giunto il momento di esplorare quello che offre la fascia media

del mercato Windows Phone 8. In questa prova andiamo alla scoperta di HTC 8S, fratello mino-re del già citato 8X, dal quale eredita moltissime scelte di stile. La prima cosa che ci colpisce è la sua leggerezza: 113 grammi di peso - distribuiti molto bene - rendono questo HTC 8S uno dei dispositivi più leggeri della categoria; la scocca è solida e, se si esclude la piccola porzione infe-riore posteriore “sganciabile” (per l’inserimento della micro SIM e della scheda di memoria mi-croSD), il telefono è praticamente unibody: HTC ha fatto un ottimo lavoro sul fronte dell’assem-blaggio. Il lato sinistro del dispositivo è sgombro da pulsanti mentre quello destro presenta il bi-lanciere del volume e il tasto di accensione/scat-to della fotocamera; nella parte superiore c’è il tasto di sblocco affiancato dal jack da 3.5mm per le cuffie, nella porzione inferiore troviamo il mi-crofono e il connettore micro USB per la ricarica o il collegamento al computer. Infine, sulla co-pertura “morbida” posteriore, oltre a fotocame-ra e relativo flash, vi è l’altoparlante di sistema, quest’ultimo forse posizionato in modo non ec-celso, poiché quando il telefono è appoggiato su un piano, il suono esce molto compresso.

Hardware dignitoso ma poco spazio di archiviazioneAll’interno di HTC 8S batte un cuore Qualcomm dual core da 1 GHz di clock, accompagnato da 512 MB di memoria RAM e 4 GB di memoria fisi-ca; nonostante la possibilità di espansione della memoria (il telefono supporta microSD fino a 32 GB di capacità), il quantitativo base si è ben pre-sto rivelato insufficiente: con un paio di giochi “pesanti” lo spazio a disposizione finisce rapi-damente e l’impossibilità di portare le app sulla scheda di memoria emerge particolarmente in questo dispositivo. Il sistema operativo occupa 2,02 GB di spazio, lasciando all’utente circa 1,6 GB per applicazioni o dati vari; si tratta di una limitazione importante che Microsoft e/o HTC dovrebbero risolvere nel più breve tempo pos-sibile. Nessun problema per musica e video ma, ripetiamo, per giochi e app (si pensi anche a na-vigatori satellitari offline) si è sempre al limite. Il display da 4 pollici di diagonale con risoluzione WVGA da 480 x 800 pixel offre buone presta-zioni: nonostante non sia in grado di offrire neri

tEst Abbiamo provato il modello d’ingresso della gamma HTC che integra il nuovo sistema operativo di Microsoft

HTC 8S, il WP8 entry-level che punta in altoLo smartphone Windows Phone 8 stupisce per design, prestazioni e convenienza, pur con qualche limite

profondissimi e angoli di visione da primato, grazie alla sua brillantezza si sposa alla perfezio-ne con l’interfaccia colorata di Windows Phone 8. Certo, non si è ai livelli del top-di-gamma 8X, ma lo schermo di HTC 8S si difende bene, so-prattutto se ci si ricorda che quello in oggetto è un dispositivo entry level. Come per il fratello maggiore, non è difficile constatare una satura-zione eccessiva dei colori, elemento su cui forse Microsoft spinge molto per esaltare l’interfaccia di Windows Phone 8. Ammirevole, infine, la scelta di HTC di dotare questo smartphone di un Gorilla Glass.

Poca potenza in gioco? No, più che sufficienteNonostante qualche perplessità iniziale deri-vante dalla “poca potenza” in gioco (per avviarsi completamente il device ci mette dai 50 ai 55 secondi) , ben presto ci siamo dovuti ricredere sulle potenzialità di HTC 8S. Il sistema operati-vo, anche in questo caso, si dimostra fulmineo, senza palesare in alcun momento incertezze di qualsiasi tipo; la navigazione tra i menù è sem-pre immediata e solo il lancio di alcune applica-zioni molto onerose, il multitasking (che richia-ma i programmi attivi a seguito di una pressione prolungata della freccia “back”) oppure qualche - raro - inceppamento della schermata di blocco scalfiscono la fluidità dell’esperienza d’uso. Si tratta comunque di micro-incertezze, rilevabi-li solo dopo alcune ore - o giorni - di utilizzo e di cui nessuno mai potrà lamentarsi; Windows

Phone 8 si dimostra quindi eccellente anche sui “piccoli” che, sotto questo aspetto, non hanno da invidiare nulla ai dispositivi più potenti e costo-si. Inoltre, ci ha colpito positivamente il browser Internet Explorer, capace di assicurare una na-vigazione web di qualità: anche in questo caso la fluidità è notevole e sono davvero rarissime le indecisioni (i classici “microscatti”) riscon-trabili, la quasi totalità dei quali solo durante il caricamento delle pagine. Perfetta anche la leg-gibilità delle mail: lo schermo a risoluzione stan-dard non causa alcun limite sotto questo profi-lo, e la buona impaginazione dell’interfaccia di Windows Phone 8 rende la lettura delle email un piacere e la scrittura semplice e immediata.

Batteria “così così” ma è un problema comune Se sul fronte delle prestazioni il sistema operati-vo ha saputo offrire risultati degni di nota, non si può dire lo stesso sull’autonomia di utilizzo.Windows Phone 8 necessita di energia in ab-bondanza e i 1700 mAh della batteria di HTC 8S consentono di arrivare con l’acqua alla gola a fine giornata; accendendo lo smartphone alle 8 in punto e facendone un uso “normale” (qual-che chiamata, qualche SMS, una trentina di messaggi su WhatsApp, una ventina di minuti di navigazione web, qualche scatto con la fotoca-mera e diversi download dal Marketplace), con luminosità del display al massimo, connessione

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Smartphone HTC 8Ssegue Da pagina 38

dati, Bluetooth, Wi-Fi e GPS sempre attivi, dif-ficilmente dopo le 22.00 ci si ritroverà con più del 10-15% di carica residua. La situazione, ov-viamente, migliora sensibilmente andando a di-sabilitare alcune delle impostazioni sopra citate e/o attivando l’apposita opzione per il risparmio energetico. Dopo aver ridotto la luminosità del display e aver spento sia Bluetooth che GPS, sia-mo riusciti a spuntare quasi mezza giornata in più; non si tratterà di un risultato stupefacente ma è pur sempre un dato significativo. La rica-rica della batteria è piuttosto lunga: in media ci sono volute quasi tre ore per portare la carica al 100% (tramite presa di corrente); è da segnalare inoltre che lo stand-by dello smartphone è ab-bastanza “dispendioso”: una notte (con Wi-Fi sempre acceso), quando va bene, porta via oltre il 10% della carica.

E se non bastasse, è anche un ottimo telefono... La parte telefonica è apprezzabile e garantisce una buona qualità delle chiamate sia in entrata che in uscita. L’audio percepito è sempre chiaro e corposo: è possibile regolare il volume sfruttan-do una scala da 1 a 10, ma già a quota 5 il suono risulta essere perfettamente udibile. Meno sod-disfacente, se paragonata a quella in entrata, è la qualità della voce in uscita: ascoltandola da altri terminali, è evidente una sensazione di attenua-zione del rumore che, pur eseguendo a dovere il proprio compito, finisce col rendere le conver-sazioni un po’ ovattate. Detto questo, possiamo assicurare che non vi saranno mai problemi nel-le conversazioni, soprattutto perché il telefono è in grado di assicurare un’ottima ricezione del segnale. Differentemente dal modello superiore, HTC 8S non dispone di modulo LTE; la veloci-tà di connessione dati 3G è comunque sempre molto elevata e, come già detto in precedenza, la penetrazione del segnale è buonissima anche in zone critiche. HSDPA e HSUPA, per ora, ba-stano e avanzano. Molto buona anche la gestione dei contatti e degli account; il telefono è in grado di supportare “nativamente” account Microsoft (Outlook e Hotmail), Google e i vari Facebook, Twitter, LinkedIn e - principalmente per utenti cinesi - Weibo. Si tratta senza dubbio di un’otti-ma cosa considerando che, al momento, le appli-cazioni ufficiali dei più famosi social network non sono al livello delle controparti iOS o Android.

Tanta musica, con passione Sul versante della multimedialità, HTC 8S non delude le attese e supporta appieno il buon la-voro fatto da Microsoft sotto questo profilo:

notevole l’integrazione con l’ac-count Xbox, l’organizzazione dei giochi scaricati dal MarketPlace e davvero apprezzabile il lettore multimediale. Quest’ultimo offre performance di tutto rispetto, so-prattutto quando si vanno ad in-serire le cuffie (appena sufficiente, però, la qualità di quelle offerte in dotazione) nell’apposito connetto-re da 3.5mm: a quel punto si attiva automaticamente l’ottimizzazione Beats Audio (disattivabile qualo-ra non fosse gradita) che rende il suono molto coinvolgente. Gli appassionati non rimarranno delusi, ma per ottenere il massimo è consigliabi-le utilizzare cuffie di miglior qualità. Per quanto riguarda le prestazioni in ambito gaming, il test con qualche gioco in 3D evidenzia da un lato prestazioni di buon livello (è tutto molto fluido e dettagliato), ma anche una non piacevole pro-pensione a scaldarsi, problema che si ripresenta anche in caso di massiccio uso della connettività 3G e amplificata dal materiale morbido che con-traddistingue il retro del dispositivo. Succedeva su HTC Hero e accade anche ora. La riproduzio-ne dei filmati è generalmente fluida ma HTC 8S entra in difficoltà con molti flussi a 1080 linee: alcuni partono e vanno a scatti, altri non partono proprio, e questo è forse uno dei pochi casi in cui emergono i limiti prestazionali del processore e della GPU Adreno 305 Nessun problema, invece, con filmati 720p registrati dal dispositivo stes-so.

Migliorabile la fotocamera: Un punto debole di questo HTC 8S è senza dub-bio rappresentato dal comparto foto/video; la fotocamera da 5 Megapixel non si rivela all’altez-za delle migliori soluzioni presenti sul mercato ed è un peccato che l’azienda taiwanese abbia de-ciso di risparmiare proprio sotto questo aspetto. Nonostante l’apertura pari a f/2.8 e un obiettivo da 35mm, le foto scattate dallo smartphone non stupiscono mai per qualità: di giorno la resa è discreta ma non appena inizia a calare il sole il risultato finisce per peggiorare in modo eviden-te, sia sotto il profilo della rumorosità che del-le percezione di dettaglio. Inoltre, premendo il tasto di scatto, in molte occasioni si ottengono fotografie mosse; bisogna riprovare più volte, cercando di premere il pulsante il più delicata-mente possibile, prima di ottenere una ripresa buona. Il bilanciamento automatico del bianco è quello che è (da notare la dominante rosa della foto scattata all’interno del centro commerciale) e la messa a fuoco non soddisfa per rapidità; in pratica, di giorno può anche andar bene per una fotografia “casual”, ma si poteva senz’altro sce-gliere una soluzione migliore per soddisfare gli

utenti più attenti alla qualità. Sono risultati più soddisfacenti i video: di giorno, alla risoluzione massima di 720p@30fps, non sono mai emersi grossi problemi e, se si tralasciano piccole inde-cisioni da attribuirsi sempre alla messa a fuoco e al bilanciamento del bianco, la qualità finale non ha nulla da invidiare a dispositivi ben più blaso-nati. Buono il feeling del pulsante di accensione/scatto presente sul lato destro dello smartphone mentre è criticabile l’impossibilità di zoomare durante la registrazione dei filmati. Manca una fotocamera frontale, scelta piuttosto discutibile, che limita molto le possibilità di videochiamata. Mettiamo a disposizione un paio di video scari-cabili realizzati con il terminale HTC, disponibili a questi link: video diurno, video notturno.

Poche rinunce, pochi fronzoli e tanta sostanza HTC 8S offre tutto quello che un utente medio cerca in questa tipologia di dispositivo: è un prodotto funzionale, facile da usare, scattante e anche molto bello dal punto di vista estetico. La potenza non è un problema e il sistema operativo Microsoft svolge con disinvoltura il proprio com-pito. Ci sono anche dei limiti: sulla qualità della fotocamera, visto il carattere entry level del tele-fono, si può anche chiudere un occhio, ma sulla scarsa dotazione di memoria fisica è difficile pas-sarci sopra; si tratta di una limitazione impor-tante, ma se non siete “app dipendenti” potete stare tranquilli. La palla passa ora a Nokia che, con il suo Lumia 620, punta a insidiare la posi-zione di mercato attualmente occupata dall’8S, già in vendita al prezzo di listino di 299 euro.

HTC 8SScopri le caratteristiche di HTC 8S

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di Cristian VIarISIO

D isponibile in 4 colori diversi (rosso, nero, sil-ver e bianco), la nuova Pen Mini di Olympus (E-PM2) ha un corpo parzialmente in metal-

lo e dal design molto curato. La qualità costruttiva è elevata e, prendendola in mano, dà sensazioni positive, anche grazie ad un corretto bilanciamen-to dei pesi (almeno con l’ottica in dotazione col kit) e alla sagomatura gommata frontale che garanti-sce una presa abbastanza sicura e comoda. Sul corpo della E-PM2 ci sono pochi tasti e, in gene-re, questi hanno una sola funzione, ma sono quasi tutti riprogrammabili. La piccola Olympus vuole essere facile da usare e si pone a metà strada fra le “punta e scatta” e le fotocamere più complesse. Per assicurare la giusta ergonomia in qualsiasi si-tuazione, molte funzioni e modalità di scatto sono diventate semplici voci di menù. Le uniche due ghiere disponibili sono quella piccolina intorno al tasto a croce posteriore e quella intorno all’ottica che però riguarda esclusivamente la regolazione del fuoco quando siamo in modalità manuale. La Pen Mini è una mirrorless: rimuovendo l’ottica è immediatamente visibile il sensore (immagine 1) in formato micro quattro-terzi (e anche purtroppo abbastanza esposto alla polvere). Micro quattro-terzi è lo standard voluto da Panasonic e Olympus e che ricorre a un sensore in formato 4:3 (e non 3:2 come ormai è lo standard fotografico delle reflex) con una risoluzione di 16 Megapixel. Soluzioni interessanti per ottica e funzionalitàL’ottica zoom in dotazione è una Zuiko 14-42mm f/3.5-5.6, che quindi rappresenta un medio zoom 28-84mm equivalenti sufficientemente luminoso. In posizione grandangolo riesce a mettere a fuoco a 25 cm dal piano focale e non è prevista una funzio-nalità macro specifica (è disponibile una modalità

tEst Una macchina fotografica perfetta per chi vuole gettarsi nel mondo delle compatte a ottiche intercambiabili

Olympus E-PM2: la mirrorless pronta a tuttoEvoluzione naturale della specie: con la mirrorless E-PM2, Olympus migliora la prima Pen Mini

scena macro ma richiede una lente venduta a par-te). L’ottica è costruita in plastica, ed è parzialmen-te collassabile: in posizione di riposo l’estensione è quasi dimezzata e solo ruotandone l’anello di zoom (manuale) si sblocca uscendo tutta. Per evitare di chiuderla inavvertitamente, c’è un fermo con un interruttore meccanico da sbloccare per collassare l’ottica. L’ottica è stabilizzata e, ci pare utile come impostazione, è possibile scegliere l’intervento di stabilizzazione su entrambi gli assi (verticale e oriz-zontale), o solo su uno di essi. Dati i pochi tasti pre-senti (immagine 2), il controllo della E-PM2 può avvenire anche attraverso lo schermo touch. Icone e slide che però non sembrano ottimizzati per il controllo touch e a volte sono un po’ troppo piccoli e scomodi. In modalità touch è possibile anche sce-gliere liberamente il punto di messa a fuoco o fare in modo che al nostro tocco venga effettuato lo scatto. Immaginiamo, ad esempio, di avere la Olympus sul cavalletto e alcuni bambini che corrono davanti al-l’obiettivo: basterà toccarli sullo schermo per averli a

fuoco e “catturati” in quel istante. I connettori sono sul fianco destro (immagine 3) e sono protetti da uno sportellino in gomma. Il connettore HDMI è di tipo standard C, mentre l’uscita audio/video analo-gica condivide un connettore proprietario anche per la connessione USB. Ciò obbliga a portare il cavetto dedicato sempre con noi. La batteria ricaricabile Li-Ion è da 1150mAh e garantisce buona autonomia. Sulla Olympus non ci sono connessioni per alimen-tazione esterna, e la ricarica della batteria avviene col caricabatterie esterno. Il corpo della Mini Pen è anche privo di flash integrato, ma in dotazione tro-viamo un compattissimo illuminatore da inserire nella slitta standard. Sulla stessa slitta, e sfruttando il medesimo connettore aggiuntivo è possibile inseri-re una serie di accessori che vanno dal mirino ottico grandangolare (di cui la Pen è priva, basando tutto sul display posteriore), a microfoni stereo per le ri-prese video a vari tipi di flash fino a un trasmettitore Bluetooth per interfacciarsi con gli smartphone.

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Ricchezza di funzioni nell’uso praticoQualsiasi regolazione fotografica va fatta attraver-so l’interfaccia di gestione della Pen, richiamabile col tasto Menu sul dorso. Le modalità di scatto sono divise in 4 macro aree più una dedicata ai vi-deo, in colonne verticali. La più classica di queste sezioni è quella PASM, e una volta scelta la colon-na dedicata, sceglieremo la sotto-modalità. En-trati in una di esse, poi eseguiremo la regolazione desiderata con la piccola ghiera posteriore. Nel caso di doppia regolazione (come per il modo M), si può scegliere quale parametro regolare con la

ghiera. Ci sono poi ben 23 modalità scena per co-prire qualsiasi esigenza. Le ultime sono dedicate a chi usa lenti aggiuntive per fisheye, grandango-lo, macro e 3D. Interessanti le due modalità High Key e Low Key, grazie alle quali è possibile sbilan-ciare la luminosità della foto in un senso o nell’al-tro facendo sbucare i soggetti chiari dalla luce o viceversa i soggetti scuri dal buio e concentrando le sfumature solo in un range ristretto. C’è poi la modalità completamente automatica (chiamata iAuto) e quella dedicata ai filtri artistici. Nella modalità iAuto è comunque lasciata all’utente la scelta se agganciare o meno il flash e soprattutto se abilitarlo. Le modalità artistiche sono ben 13, ognuna con diverse varianti disponibili o con al-tri filtri da aggiungere. L’ultima ricorre anche al bracketing e scatta più foto per creare delle im-magini ad alta dinamica (HDR). Se si sta scattan-do in RAW, la piccola Olympus al momento dello scatto salverà un file .ORF (il RAW di casa) senza filtro applicato e la versione Jpeg trattata. Dato che la E-PM2 è in grado anche di elaborare le foto JPEG o RAW successivamente, è anche possibi-le scattare senza filtri attivati e aggiungerli dopo con più calma (ma siamo sempre dell’idea che una seria post-produzione possa essere fatta solo su computer). Fra i vari filtri applicabili ci sono sembrati particolarmente belli quelli dedicati alla

Grana della pellicola (immagine 5) e quelli Key Line che fumettano la foto. Sono però difficilmen-te interpretabili e regolabili solo col display dietro: si va un po’ a fiducia. Altre volte i filtri possono risultare eccessivi e solarizzare qualche particola-re come con i Toni Drammatici (immagine 4). Convincente, invece, l’uso dei Colori Vividi che sembra quasi un filtro polarizzatore. Accanto al tasto di scatto troviamo un tasto Funzione che di default porta a Live Guide, ma che, potendo es-sere riprogrammato, abbiamo subito impostato come Valore ISO. Live Guide non fa altro che in-tervenire su parametri di saturazione, nitidezza, luminosità per tarare la foto durante lo scatto. In alternativa è possibile avere dei suggerimenti su come realizzare determinate foto, ma questi suggerimenti sono poco utili (per fotografare un

cucciolo, per esempio, suggerisce di inquadrarne gli occhi attirandolo con del cibo). Concludiamo l’esame delle funzionalità con il menu dedicato alle riprese video. Gran parte degli effetti artisti-ci applicabili alle foto è direttamente applicabile anche al video (tranne quelli che prevedono ov-viamente il ricorso al flash, all’esposizione lunga o ai multiscatto), ma entrando nella modalità dei filtri per il video possiamo ulteriormente virare i colori per renderli più vividi o più naturali o mo-nocolore, ecc. Si può iniziare a riprendere video in qualsiasi momento grazie al tasto dedicato a portata di pollice. Durante una ripresa video è anche possibile fare degli scatti fotografici ma in questo caso il video registrato si ferma per poi ri-partire dopo.

Qualità fotografica: niente male!La Olympus E-PM2 è un’ottima compagna e non tradisce mai. È subito pronta all’accensione ed è velocissima e sicura nella messa a fuoco, anche quando la luce non è tantissima. Avendo il flash separabile, la luce di assistenza all’autofocus è a parte ma in una posizione un po’ infelice che rischia di finire dietro le dita durante l’impugna-tura. Bisogna stare attenti perché altrimenti la messa fuoco può essere più problematica. L’ag-gancio del fuoco avviene per velocissimi tentativi

in sequenza e in una sola direzione ma almeno ad occhio ci sembra anche senza indecisioni. In modalità video la messa a fuoco è leggermente meno decisa. Di assoluto livello professionale è la possibilità di forzare la messa a fuoco dopo l’intervento automatico: a fuoco confermato, col tasto di scatto premuto a metà è possibile inter-venire sull’anello intorno all’obiettivo per focheg-giare a gusto nostro. In completo automatismo e in piena luce la E-PM2 cattura tutti i dettagli e le sfumature anche nelle ombre, bilanciando i for-ti contrasti. In questa foto la piccola Olympus è stata un po’ tratta in inganno dal controluce delle nuvole e ha enfatizzato un po’ troppo i contrasti. Si nota un po’ di rumore su tutta la foto e un po’ di dithering in basso a sinistra (dal RAW espor-tato senza intervento). Di solito i rossi e i viola così accesi sono la dannazione di molti sensori. Apprezzabile invece come la E-PM2 riesca a con-tenere anche il fiore più acceso senza sbavare. La E-PM2 ha la scala delle sensibilità ISO che parte da 200 per arrivare fino ai 25.600. Abbiamo fatto alcuni scatti di prova col cavalletto a varie sensi-bilità: ISO 200, ISO 800, ISO 1.600, ISO 25.600. Già ai 200 ISO, complice anche un po’ l’esposi-zione lunga, il sensore genera una patina di ru-more. Ma questo rumore poi rimane contenuto e coerente almeno fino ai 1600 ISO. Il motore di riduzione del rumore è molto aggressivo e per pulire l’immagine perde però i dettagli più fini: la rugosità della superfice svanisce e i colori diven-tano tutti un po’ troppo compatti. In questi casi partendo dal RAW si salva molto più del dettaglio originale. Per puro gusto abbiamo provato anche i 25.600 e se nel RAW il rumore è veramente al limite del recuperabile e i colori sono addirittu-ra virati al violaceo, il trattamento ricevuto dalla versione in JPEG ha dello stupefacente e il risul-tato è quasi pienamente godibile da subito. Qui trovate tutte le immagini di esempio e una sele-zione di scatti che illustra, a vari livelli di sensi-bilità ISO, come si comporta il sensore (RAW) e la riduzione rumore/compressione JPEG. In so-stanza, Olympus E-PM2 è indubbiamente una fo-tocamera versatile. Ha sia la completa manualità, seppur raggiungibile solo via menù, che diverse modalità automatiche e artistiche per stuzzicare i neofiti. L’ottica in kit è un po’ ingombrante an-che in posizione di riposo e, così facendo, perde parte della tascabilità del micro-quattro terzi, ma è anche comoda da usare durante lo scatto, bi-lanciando tutta la presa. La qualità delle foto è sempre elevata, e il poco rumore anche a bassi ISO è ampiamente gestibile, garantendo detta-gli e colori fedeli. Gli automatismi si sono quasi sempre comportati correttamente nell’interpre-tare la scena e la messa a fuoco è molto rapida. Un’ottima scelta per chi vuole gettarsi nel mondo mirrorless a ottiche intercambiabili partendo dal formato micro-quattro terzi.

4

tEst

Olympus E-PM2 segue Da pagina 40

Effetto Grana della pellicolaEffetto Toni Drammatici

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