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impero romano

Apollonio alter Christus

C retini «Lo Stato italiano è rettosostanzialmente da cretini».Chili «Un’agenziaspecializzata di Londra,

Paperbook, ha calcolato che un tempo, lasera a letto, chiudevamo o posavamo unlibro di 400 pagine almeno quattro voltea causa della fatica di reggerlo, adessouna volta sola».

Libri «Ogni giorno in Italia escono 170nuovi libri, il 35-40% dei quali nonvenderà neppure una copia, segno chepersino i parenti più stretti sonodisinteressati a conoscere ciò che taluniscrittori hanno da dire. Nello stessogiorno, 109 libri vengono ritirati dalcommercio dopo una permanenzamedia sugli scaffali di un paio di mesi, enessuno ne parlerà più o se li ricorderà.Vigini sostiene che il 68% deiconnazionali non può comprendere ciòche legge, essendo analfabeta oppuresemianalfabeta, in possesso della solalicenza elementare o media. Per il 29%degli italiani Montalbano è unpersonaggio dei Promessi sposi. E per il36% il Decamerone è un vino rosso.Invece I Malavoglia per il 28% sono ungruppo di studenti alla vigilia dellaPrima guerra mondiale. Statistiche vere,eh».

Pandoro «È questione di mettere unpo’ più, un po’ meno, un po’ prima, unpo’ dopo» (la ricetta del pandoro secondoRuggero Bauli).

Corano «Abbiamo aperto un’agenziain Arabia Saudita per portarci a casacommesse da tutti i Paesi del GolfoPersico, inclusa la stampa del Corano perconto della Penguin books, forti del fattoche la Grafica Veneta ha un’ottantina didipendenti di religione musulmana, gliunici autorizzati a mettere le mani sullibro sacro dell’Islam durante le varie

fasi produttive».Corrotti Che cosa non le piace dell’Italia

di oggi? «L’inerzia e il ladrocinio. Qui nonfunziona un cazzo. Il 50% di tutti icorrotti del Vecchio Continente alloggiada noi: su 120 miliardi di malaffareeuropeo, 60 sono rappresentati datangenti italiane. La stima è della Cortedei conti».

Manutenzione «Non è possibile checirca un terzo dell’umanità non producanulla di utile e sia dedito unicamente allamanutenzione del denaro, come hacalcolato il professor Pierangelo Dacrema,ex bocconiano che insegna economiadegli intermediari finanziari all’Universitàdella Calabria. E non mi riferisco solo abanchieri, bancari, finanzieri, agenti dicambio, tributaristi, assicuratori,dipendenti dell’erario, e via discorrendo.Parlo di quei 33 dipendenti su 100 che inqualsiasi industria sono adibiti aquantificare attraverso grafici, numeri,contabilità che cosa fanno gli altri 67».

Giudici «Una grande civiltà ha pochigiudici e poche leggi».

Stipendio «A noi servirebbe una leggecostituita da un solo articolo:"I parlamentari eletti dal popoloconservano per tutta la durata del mandatolo stesso stipendio che percepivano almomento di candidarsi, salvo un incentivoper la responsabilità che si assumono edeventuali diarie e rimborsi per le spese vivelegate al loro incarico».

Mafia «Io sono per il mantenimentodella mafia e della ’ndrangheta. Il Suddeve darsi uno statuto poggiante sullapersonalità del comando. Che cos’è lamafia? Potere personale, spinto fino aldelitto. Io non voglio ridurre il Meridioneal modello europeo, sarebbeun’assurdità. C’è anche un clientelismobuono che determina crescitaeconomica. Insomma, bisogna partiredal concetto che alcune manifestazionitipiche del Sud hanno bisogno di esserecostituzionalizzate» (Gianfranco Miglio).

Sedia elettrica In America c’è la sediaelettrica. «Non sarei pregiudizialmentecontrario».

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Notizie tratte da: Fabio Franceschi,Stefano Lorenzetto, L’Italia che vorrei,Marsilio, Venezia, pagg. 174, € 14,00

di Gennaro Sangiuliano

F riedrich Nietzsche ne La nasci-ta della tragedia, libro dedica-to ai greci, avvertiva che sen-za mito «ogni civiltà perde lasua sana e creativa forza di na-tura», perché «solo un oriz-

zonte delimitato da miti può chiudere inunità tutto un movimento di civiltà». CosìErnst Junger riprendendo Nietzsche e Do-stoevskij inquadra il nichilismo come unmoto di «svalutazione dei valori» che si so-stanzia «nello sfaldarsi di antichi ordina-menti e nella consunzione di ogni risorsatradizionale». Ecco perché Martin Heideg-ger giunge a connotare il nichilismo «co-me il processo storico attraverso cui il so-prasensibile viene meno e vede annullatoil suo dominio, e di conseguenza l’ente stes-so perde il suo valore e il suo senso».

Se non si considera la peculiarità sfug-gente del mondo antico che non è stato

mai «tutto logos e razionalità» non si puòcomprendere la necessità di valutare per-sonaggi come Apollonio di Tiana, figura fa-scinosa e ambigua ritenuta dai pagani su-periore a Gesù e dai cristiani un pericolosoanticristo, diventato padre di tutte le ten-denze esoteriche moderne. Celebrato daPound nei Cantos e prima da Flaubert, con-siderato e ripreso da Erasmo da Rotterdame Jean Bodin. Un accurato saggio di MiskaRuggeri, con prefazione di Luciano Canfo-ra, indaga attorno a questa presenza, Apol-lonio di Tiana, il Gesù pagano, conducendo-ci in un labirinto della cultura classica chesi risolve felicemente nel ritrovamento del-le radici dell’Occidente.

Apollonio è per molti l’alter Christus, l’an-ticristo dei pagani, esponente del movi-mento neopitagorico, espressione della se-te d’irrazionale dell’età ellenistica. I sogniper l’antichità, a partire da Omero, sono re-

altà oggettiva. Il mondo greco-romano, siera posto da sempre in bilico tra realtà emetafisica, Apollonio torna su questa lineaed è l’artefice di quel neomisticismo che,importato da Oriente, in epoca di crisi tro-verà terreno agevole. «Rinasce il pitagori-smo», scrive Miska Ruggeri, «come culto emodo di vivere, basato sull’io magico sepa-rabile, sul mondo quale luogo tenebroso esulla necessità di una catarsi, con contorno

di idee derivate dalla religione astrale, daPlatone, dall’occultismo di Bolo».

Nella prefazione Luciano Canfora nefa una accurata collocazione storica. Nel212 con Caracalla si era conseguito il mas-simo punto di coesione politica imperia-le, grazie anche all’estensione della citta-dinanza a tutte le comunità dell’impero.Nel 235, però, con l’uccisione di Alessan-dro Severo e l’ascesa violenta al trono del

trace semibarbaro Massimino «ha inizioil tracollo della civilitas», l’impero perde-rà le sue peculiarità perché diventerà conCostantino «un autocratico impero cri-stiano tendenzialmente sempre più intol-lerante». In questa transizione di crisi, se-gnata dall’anarchia e dallo sgretolamen-to, «la figura di Apollonio di Tiana», spie-ga Canfora, «taumaturgo e maestro disaggezza assume un significato rilevan-te». Le sue idee saranno a lungo fertiliinfluenzando il mondo bizantino e inquello arabo, il senso che Ruggeri scorgeè chiaro: «Nel mondo mediterraneo tut-to è pronto per gli operatori miracoli, l’av-vento di Gesù Cristo, considerato un ma-go da alcuni maestri del Talmud e da pa-recchi romani, e di Simon Mago. Nonchédi Apollonio di Tiana».

La Vita di questo filosofo è conosciuta so-prattutto attraverso la biografia scritta daFlavio Filostrato (165 d.C.), già autore dellaVite dei Sofisti, che utilizza le lettere e gliscritti Apollonio ricostruendone azione epensiero. La vicenda umana si snoda attra-verso noti personaggi della romanità: Ti-gellino, Vespasiano, Tito, Domiziano. Cen-trale è la rivendicazione della libertà comestile di vita, dimensione umana autentica,elemento tipizzante della civiltà. EzraPound data nel dopo Apollonio l’inizio delprocesso di decadenza del mondo: «E con-tro l’usura e la degradazione dei sacramen-ti... Dopo Apollonio desensibilizzazio-ne...». La fortuna che ha incontrato negliultimi quattro secoli, presso diversi autori,indica, in tempi di crisi del pensiero occi-dentale, la necessità di approfondirne itratti, genio o ciarlatano che sia.

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Miska Ruggeri, Apollonio di Tiana,il Gesù pagano, prefazionedi Luciano Canfora, Mursia, Milano,pagg. 224, € 13,00

Il Belpaese,tra librie corruzione

un libro in goccedi Giorgio Dell’Arti

di Andrea Di Consoli

Vittorio Dotti, la caduta di un liberale

P er 16 anni, Vittorio Dotti è statol’avvocato di fiducia di Silvio Ber-lusconi. Poi, nel 1996, ci fu la rot-tura: la sua fidanzata, Stefania

Ariosto, denunciò clamorosamente alcu-ni fatti di corruzione, coinvolgendo l’avvo-

cato "rivale" di Dotti, Cesare Previti. Di col-po, da capogruppo alla Camera di ForzaItalia, Dotti si ritrovò estromesso da ognicontesto politico. Berlusconi gli diedeun’ultima possibilità. Lo convocò a Romae gli chiese una pubblica smentita del-l’Ariosto (in cambio gli offrì la poltrona disindaco di Milano), ma l’avvocato si rifiu-tò, e da allora sulla sua vicenda è calato ilsilenzio. Ora, senza rancore e con ritrova-to orgoglio, "il liberale" Vittorio Dotti rico-struisce la sua storica amicizia con Berlu-sconi, le tante battaglie legali di cui fu pro-

tagonista, la nascita di Forza Italia e l’atti-vità politica e istituzionale in un memoirtutto sommato "raffreddato" delle passio-ni tumultuose del tempo. Il libro è scrittoinsieme ad Andrea Sceresini, ed è intitola-to L’avvocato del diavolo. I segreti di Berlu-sconi e di Forza Italia nel racconto inedito diun testimone d’eccezione (Chiarelettere,pagg. 220, € 14,60).

Storia dello stupro

Storie e vicende storiche di vergogna fami-gliare, di autocolpevolizzazione, di maschi-

lismo, di misoginia, di falso onore. In unaparola: storie e vicende che ruotano intor-no allo stupro. Non solo con le sue tante sto-rie tragiche, violente, feroci, ma anche conil suo corrispettivo normativo e culturale,tanto che Enzo Ciconte, in questa poderosae inquietante Storia dello stupro. E di donneribelli (Rubbettino, pagg. 386, € 15,00), par-te dal principale dei pregiudizi, ovvero che,se la donna non vuole, lo stupro è "tecnica-mente" impossibile: «Voltaire era solito rac-contare come una volta una regina avesseeluso l’accusa di una querelante: prese il fo-dero di una spada e, continuando a muover-lo, mostrò alla dama che non era possibileinfilarvi dentro la spada».

Armi nucleari in Italia

L’Italia è nella Nato, e quest’adesione

militare – ma anche geopolitica – hacomportato e comporta per l’Italia unalimitazione della sovranità nazionale.Pochi sanno, per esempio, che il nostroPaese, dal Tirreno all’Adriatico, è disse-minato – in spregio a ogni convenzioneantinucleare – di bombe, mine e missilinucleari, che ovviamente pongono an-che una serie di questioni ambientalinonché sanitarie. Denunciare quest’ar-senale "segreto" non significa auspica-re l’uscita dalla Nato o esprimere un faci-le antiamericanismo, ma anzitutto por-re una questione di trasparenza istitu-zionale, che purtroppo manca, come ri-gorosamente documenta Gianni Lan-nes in Italia, Usa e getta (Arianna editri-ce, pagg. 88, € 9,80).

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di Raffaele Liucci

«I n che mondo viviamo?», sichiede Giorgio Galli con-cludendo il suo piccolosommario di storia italia-

na dal 1815 ai giorni nostri. Risposta: inun mondo dominato da una ristretta"superclass" di banchieri e manager. Ilfuturo è incerto: «o la democrazia elet-torale si estenderà alle multinazionali,oppure le multinazionali svuoterannola democrazia». Anche da noi, l’indub-bia «velocità di Renzi» riflette «l’accele-razione della crisi sistemica: motus infine velocior».

In questo denso volumetto – dal ta-glio fortemente interpretativo –, Gallicompendia una vita di riflessioni da poli-tologo, storico delle dottrine politiche eopinionista (a lungo titolare di una rubri-ca su «Panorama»: 1972-95). Ecco dun-que alternarsi i suoi motivi prediletti. Ildeficit di "cultura civica" (un concetto ap-preso nel ’63, quando lesse fresco frescoil classico studio di Almond e Verba). Il«bipartitismo imperfetto» fra democri-stiani e comunisti, oggetto nel ’66 delsuo libro più iconico. La fine dell’illusio-ne socialista, con il Psi diventato prestouno dei cardini dell’«economia della cor-ruzione». Gli Arcana Imperii e il governoinvisibile. L’Italia come «Occidente man-cato», stretto fra un’alta borghesia «fi-nanziario-speculativa» e una media bor-ghesia «burocratica-parassitaria». Lafragilità della sinistra post-comunista.Ma soprattutto – uno dei suoi chiodi fis-si sin dal ’94 – la sopravvalutazione diBerlusconi: un personaggio che non haaffatto incarnato «l’autobiografia dellanazione», tanto da non aver mai ottenu-to un consenso elettorale maggiorita-rio. Eppure, i suoi indulgenti oppositorihanno avuto buon gioco nel dipingerloalla stregua di un Leviatano invincibile.

Galli ha sempre incarnato una sini-stra laica e libertaria, poco propensa adaccettare verità rivelate. Per esempio,nonostante il suo storico garantismo(risalente agli anni di piombo), non haesitato a definire la condanna di Sofri ecompagni per il delitto Calabresi comeil «risultato di un processo serio e rigo-roso». Parimenti, in queste pagine dia-loga con intellettuali a lui non certo af-fini, come Gianfranco Miglio (euroscet-tico ante litteram, nonché autore di unalungimirante analisi sull’Italia unifica-ta dall’evasione fiscale) e Franco Cardi-ni (assai critico verso il potere delle ca-ste finanziarie).

Un altro nome qui ricorrente è quellodi Pier Paolo Pasolini. Ma forse Galli neenfatizza lo sguardo "sociologico". D’ac-cordo, i suoi Scritti corsari (ospitati dalquotidiano di via Solferino nel 1973-75)offrono squarci illuminanti sugli effettiperversi del consumismo e sull’omolo-gazione culturale indotta dalla televisio-ne. Però non mancano neppure le cadu-te di tono, come un imbarazzante peanaall’Urss che grida ancora vendetta («ilfatto che il popolo abbia vinto nel ’17,una volta per sempre, la lotta di classe eabbia raggiunto l’uguaglianza dei citta-dini, è qualcosa che dà un profondo esal-tante sentimento di allegria e di fiducianegli uomini»). Molto più allettanti so-no invece alcuni pezzi coevi di GoffredoParise che Galli avrebbe potuto citare,ospitati anch’essi dal «Corriere» e rac-colti nel 2013 da Silvio Perrella in un vo-lumetto per Adelphi (Dobbiamo disobbe-dire). Lo scrittore vicentino vi affrontagli stessi temi pasoliniani: il sesso,l’aborto, il divorzio, la borghesia, la cul-tura contadina, la speculazione edilizia,la ricchezza e la povertà. Ma lo fa scan-sando gli accenti apocalittici sulla«scomparsa delle lucciole». Per questo,la sua impietosa analisi sul nostro paese– vittima di una laicizzazione senza valo-ri – ci appare oggi più penetrante.

Infine, una curiosità: pur essendo uncultore delle scienze sociali (stuzzicantela rievocazione delle sue pionieristichericerche condotte per il Mulino), Galli av-verte l’esistenza preponderante di «com-ponenti non logiche della realtà». Lam-pi di un’"energia oscura" capace di for-giare gli accadimenti più tenebrosi: dal-la Grande Guerra alla rivoluzione bolsce-vica sino al nazismo. Onde l’importanzadelle culture esoteriche nell’orientare ilcorso della storia. È il tema del rapportofra occultismo e politica, da lui sviscera-to in diversi altri libri, suscitando lo stu-pore dei colleghi più ortodossi.

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Giorgio Galli, Storia d’Italia traimprevisto e previsioni. DalRisorgimento alla crisi europea(1815-2015) , Mimesis, Sesto SanGiovanni, pagg. 132, € 12,00

Il saggio di Miska Ruggeri tratteggiala figura fascinosa e ambigua del filosofo,ritenuta dai pagani superiore a Gesùe dai cristiani un pericoloso sovversivo

giorgio galli

Bilanciocriticosull’Italia

In libreria «Memorie della nobiltà romana 1893 - 1900»È da poco in liberia «Memorie della nobiltà romana, 1893-1900» (Gaspari editore),il diario di Ignazio della Porta Rodiani Carrara, nobile e guardia del Papa. Per 7 anniegli annota pubblico e privato dell’alta società della Roma umbertina. Il suo racconto,pungente ma temperato dall’ironia, interessa aristocrazia bianca e nera e si estendealla situazione politica e sociale, fino alla crisi di fine secolo di cui denuncia la gravità

cronaca vera

La Nato e l’arsenale segreto

celebrato da flaubert | Apollonio di Tiana al Museo archeologico di Heraklion a Creta,sede della più importante collezione di reperti minoici (foto di Roberto Coaloa)

n. 273 37DOMENICA - 5 OTTOBRE 2014 Il Sole 24 Ore

Storia e storie

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