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Parecchie volte ๐œ‹2/6

Prof. Luigi Verolino

Universitร  Federico II di Napoli

Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dellโ€™Informazione

Via Claudio, 21 [80125] Napoli

[email protected]

Risolvere il problema di Basilea vuol dire riuscire a determinare il valore della

serie dei reciproci dei quadrati, precisamente a dimostrare che

โˆ‘1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

=๐œ‹2

6 .

Esso fu posto per la prima volta da Pietro Mengoli e divenne famoso quando Jakob

Bernoulli ne scrisse nel 1689. Jakob era il fratello di Johann Bernoulli, insegnante

di Eulero, che probabilmente lo mostrรฒ ad Eulero stesso. Fu cosรฌ che il problema

divenne conosciutissimo tra i matematici ed รจ dunque comprensibile che Eulero

divenne famoso quando lo risolse a soli ventotto anni.

La differenza tra il poeta ed il matematico รจ che il poeta cerca di infilare la testa nel

cielo, mentre il matematico cerca di infilare il cielo nella sua testa.

Gilbert Keith Chesterton

Londra, 29 maggio 1874 โ€“ Beaconsfield, 14 giugno 1936

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Introduzione

Basilea รจ una cittร  situata nella Svizzera nord-occidentale, lungo unโ€™ansa del fiume

Reno al confine con Francia e Germania. รˆ un importante centro industriale del

settore chimico e farmaceutico e costituisce lโ€™ultimo porto fluviale accessibile ai

natanti da trasporto di grandi dimensioni provenienti dal Mare del Nord. Ospita

la piรน vecchia universitร  svizzera, fondata nel 1459, in cui hanno lavorato ed

insegnato, seppure in tempi diversi, Erasmo da Rotterdam, Paracelso, diversi

membri della famiglia Bernoulli, Leonardo Eulero e Friedrich Nietzsche. Piรน

recentemente, Basilea ha acquisito un certo rilievo per il lavoro sviluppato sulla

medicina tropicale. La cittร  รจ rinomata per il suo carnevale, per la manifestazione

di arte contemporanea denominata Art Basel e per la piรน importante fiera di

orologi e preziosi a livello mondiale.

Basilea, con oltre centosettantamila abitanti, rappresenta la terza cittร  svizzera

per popolazione, dopo Zurigo e Ginevra.

Risolvere il problema di Basilea vuol dire determinare il valore a cui tende la

somma degli inversi di tutti i quadrati dei numeri naturali, cioรจ la somma della

serie

๐‘† = โˆ‘1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

= 1 +1

22+

1

32+ โ‹ฏ .

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Si osservi che le prime tre somme parziali valgono

๐‘†1 = 1 , ๐‘†2 = 1 +1

4=

5

4= 1.25 , ๐‘†3 = 1 +

1

4+

1

9=

49

36= 1.361

e tanto basta per dimostrare che il valore numerico a cui tende la serie supera

lโ€™unitร , per cui

๐‘† > 1 .

Pietro Mengoli

Bologna, 1626 โ€“ Bologna, 7 giugno 1686

Il problema di Basilea รจ un problema ben conosciuto dagli analisti: fu proposto

per la prima volta da Pietro Mengoli, un matematico universitario bolognese

piuttosto conservatore, solo da poco riscoperto ed apprezzato. Studiรฒ Matematica

all'Universitร  di Bologna, sotto la guida di Bonaventura Cavalieri, cui subentrรฒ nel

ruolo di docente a partire dal 1648. Due anni piรน tardi, nel 1650, ottenne il

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dottorato in filosofia, sempre presso l'Universitร  di Bologna, e nel 1653 riuscรฌ a

conseguirne uno in legge civile e canonica. Alcune sue importanti scoperte ebbero

una certa qual risonanza europea, sebbene venissero esposte in un latino

piuttosto astruso ed incomprensibile. A fianco degli studi matematici, perseguรฌ

anche la carriera ecclesiastica, venendo ordinato sacerdote: a partire dal 1660, fu

il parroco di Santa Maria Maddalena a Bologna.

Leonardo Eulero

Basilea, 15 aprile 1707 โ€“ San Pietroburgo, 18 settembre 1783

Eulero, che era nato a Basilea, iniziรฒ molto giovane a meditare su questo

problema, con il quale si confrontรฒ da vari punti di vista. In un primo lavoro,

pubblicato nel 1731, egli ottenne unโ€™approssimazione numerica di ๐‘†, migliore di

quelle ottenute per calcoli diretti, sommando un gran numero di termini. Qualche

anno dopo, precisamente nel 1735, allโ€™etร  di ventotto anni, riuscรฌ ad ottenere la

somma. Si trattava di un risultato sorprendente, dato che il problema aveva

resistito agli attacchi dei piรน grandi matematici dellโ€™epoca.

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Tuttavia, le considerazioni proposte da Eulero erano basate su passaggi non

completamente chiari, poichรฉ talvolta lโ€™estro dei matematici geniali, sottoposto al

severo vaglio della comunitร  degli studiosi, รจ fonte di polemiche ed

incomprensioni. Pur avendo fornito quattro dimostrazioni nel corso degli anni,

probabilmente nessuna di esse, tranne forse lโ€™ultima, oggi sarebbe accettata come

completamente rigorosa: tuttavia, lo slancio intellettuale di Eulero nella

risoluzione di questo problema รจ davvero mirabile e merita di essere ripercorso.

Bisognerร  nondimeno attendere fino al 1741 per una dimostrazione rigorosa.

Oggi รจ ben noto che la somma della serie proposta รจ un numero irrazionale e,

parafrasando lo stesso Eulero, si puรฒ affermare che sei volte la somma di questa

serie รจ uguale al quadrato della lunghezza della circonferenza di un cerchio di

diametro unitario, vale a scrivere

6๐‘† = ๐œ‹2 โ†’ ๐‘† =๐œ‹2

6โ‰… 1.6449340668 .

Eulero รจ una figura chiave della Matematica del Settecento: รจ con molta

probabilitร  il piรน grande fisico teorico del secolo e dovrebbe essere accostato ad

Archimede, Newton e Gauss. Quando Johann Bernoulli venne a conoscenza del

successo di Eulero, commentรฒ: ยซE cosรฌ viene soddisfatto lโ€™ardente desiderio di mio

fratello che, rendendosi conto che la ricerca di tale somma era piรน difficile di

quanto si sarebbe potuto pensare, confessava apertamente che tutti i suoi ferventi

sforzi erano stati vaniยป.

รˆ interessante notare che la serie di Basilea non รจ poi molto diversa dalla serie

armonica; ogni termine รจ il quadrato del termine corrispondente nella serie

armonica e, se si calcola il quadrato di un numero positivo inferiore allโ€™unitร , si

ottiene un numero ancora piรน piccolo: ad esempio, il quadrato di un mezzo รจ un

quarto, che รจ piรน piccolo di un mezzo. Minore รจ il numero di partenza, piรน evidente

รจ lโ€™effetto: un quarto รจ solo di poco piรน piccolo di un mezzo, ma il quadrato di un

decimo รจ un centesimo, che รจ molto piรน piccolo di un decimo. Comunque, come

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per ogni serie numerica che si rispetti, รจ necessario iniziare a studiarne la

convergenza, un compito che puรฒ essere assolto in modi assai diversi, come verrร 

diffusamente mostrato in quel che segue.

La convergenza

Allโ€™epoca di Eulero era ben noto, grazie ad una dimostrazione elaborata nel tardo

Medioevo, verso il 1350, dal monaco francese Nicolas Oresme, matematico, fisico,

astronomo ed economista, poi vescovo di Lisieux, che la serie armonica era

divergente.

Nicolas Oresme

Fleury-sur-Orne, 1323 โ€“ Lisieux, 11 luglio 1382

Si sapeva, dunque, che la serie

โˆ‘1

๐‘˜

โˆž

๐‘˜=1

= 1 +1

2+

1

3+ โ‹ฏ = โˆž

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era divergente. Si tratta di un risultato che per essere ottenuto richiese un grosso

sforzo intellettuale, dato che non รจ facile convincersi della divergenza di questa

serie solo con esperimenti numerici. La serie รจ detta armonica, dato che ogni suo

termine รจ la media armonica del termine che lo precede e di quello che lo segue,

essendo il suo inverso pari alla media aritmetica degli inversi dei due numeri

considerati.

Lโ€™idea di base, per dimostrar la divergenza della serie armonica, รจ raggruppare, in

maniera opportuna, gli addendi, in modo che

โˆ‘1

๐‘˜

โˆž

๐‘˜=1

= 1 +1

2+ (

1

3+

1

4) + (

1

5+

1

6+

1

7+

1

8) + โ‹ฏ = 1 +

1

2+

7

12+

533

840+ โ‹ฏ .

Si nota che, dopo il terzo, ogni nuovo addendo, cosรฌ raggruppato, รจ sempre

maggiore di 1/2, sicchรฉ

โˆ‘1

๐‘˜

โˆž

๐‘˜=1

> 1 +1

2+

1

2+

1

2+ โ‹ฏ .

Dalla divergenza dellโ€™ultima serie scritta a destra, segue altresรฌ la divergenza della

serie armonica. La somma parziale ๐‘› โˆ’esima di questa serie รจ il cosiddetto

numero armonico di ordine ๐‘›

๐ป(๐‘›) = โˆ‘1

๐‘˜

๐‘›

๐‘˜=1

= 1 +1

2+ โ‹ฏ +

1

๐‘› โˆ’ 1+

1

๐‘› .

Nonostante ciascuna di tali somme si ottenga dalla precedente addizionando un

termine via via piรน piccolo e convergente a zero, la successione delle somme

stesse, cioรจ la serie armonica, come si รจ mostrato, diverge positivamente.

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Anche Mengoli produsse una dimostrazione della divergenza della serie armonica

e si tenga presente che, se si alternano secondo una data legge i segni dei diversi

addendi, la serie armonica puรฒ convergere. Ad esempio, una serie convergente,

basata sulla serie armonica, con correzione dei segni, fu trovata da Eulero nel

1748 e fornisce una rappresentazione di ๐œ‹

๐œ‹ = 1 +1

2+

1

3+

1

4โˆ’

1

5+

1

6+

1

7+

1

8+

1

9โˆ’

1

10+

1

11+

1

12โˆ’

1

13+ โ‹ฏ ,

laddove i segni si determinano con il criterio che segue:

il numero 2 ha segno positivo;

i numeri primi della forma 4๐‘š โˆ’ 1 hanno segno positivo;

i numeri primi della forma 4๐‘š + 1 hanno segno negativo;

per i numeri composti il segno รจ il prodotto dei segni dei singoli fattori.

Tuttavia, non รจ troppo sperare che la serie di Basilea, composta di termini sempre

piรน piccoli, se confrontati con quelli dellโ€™armonica, converga. Il calcolo suggerisce

che รจ effettivamente cosรฌ ed i primi ricercatori iniziarono a determinare a mano

alcune somme parziali

๐‘†๐‘› = โˆ‘1

๐‘˜2

๐‘›

๐‘˜=1

con ๐‘› โ‰ฅ 1 .

La successione di queste somme parziali, come giร  detto, parte da ๐‘†1 = 1 e cresce

in maniera monotona, dato che

๐‘†๐‘›+1 = ๐‘†๐‘› +1

(๐‘› + 1)2> ๐‘†๐‘› per ๐‘› โ‰ฅ 1 .

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Le somme parziali dei primi dieci, cento, mille, diecimila termini, troncate a

cinque decimali, sono riportate nella tabella precedente, allo scopo di mostrare

quanto sia lenta la convergenza, se risulta verificata, della serie. Sembra proprio

che la serie converga a un qualche numero compreso tra 1.644 e 1.645.

๐‘› 10 100 1000 10000

๐‘†๐‘› 1.54977 1.63498 1.64393 1.64483

Ma verso quale numero tende la serie?

In situazioni del genere, i matematici non si accontentano di ottenere solo

unโ€™approssimazione, soprattutto quando la serie in esame converge piuttosto

lentamente, come in questo caso: la somma dei primi diecimila termini differisce

solo dello 0.006% dalla somma infinita. La risposta รจ forse una frazione o qualcosa

di piรน complicato, magari con una radice quadrata oppure una radice quinta. Un

profano potrebbe pensare che sia sufficiente conoscere una mezza dozzina di

decimali, ma i matematici vogliono conoscere esattamente il numero a cui

converge la serie. Fanno cosรฌ non solo perchรฉ sono bizzarri fino allโ€™ossessione, ma

perchรฉ sanno per esperienza che ottenere quel valore esatto puรฒ aprire porte

inaspettate, gettando nuova luce sulla Matematica sottostante. Il termine tecnico

matematico, usato per indicare questa rappresentazione esatta di un numero, รจ

forma chiusa. Una semplice approssimazione decimale, per quanto buona, รจ

comunque una forma aperta, come รจ il numero

1.6449340668 โ‹ฏ .

Si osservino con attenzione i tre puntini finali: essi dicono che il numero รจ aperto

allโ€™estremitร  destra e, volendo, si puรฒ sempre pensare di calcolare qualche cifra in

piรน. Questo era dunque il problema di Basilea: trovare una forma chiusa per la

serie dei quadrati reciproci, un problema che, come si รจ giร  avuto modo di

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osservare, venne risolto nel 1735, quarantasei anni dopo il suo enunciato, dal

giovane Eulero, che lavorava duramente a San Pietroburgo.

Prima perรฒ di esaminare come Eulero lo risolse, รจ opportuno discutere la

convergenza delle somme parziali, dimostrando, come richiesto ad esempio nel

secondo quesito alla Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1992 per lโ€™ammissione

alle classi di Chimica e Biologia, che la somma

๐‘†๐‘› = 1 +1

22+

1

32+ โ‹ฏ +

1

๐‘›2

รจ minore di 2, quale che sia lโ€™intero positivo ๐‘›. Per provare questa affermazione,

si puรฒ procedere almeno lungo tre direttrici parallele.

๐‘Ž Una prima strada parte dalla considerazione che

๐‘˜(๐‘˜ โˆ’ 1) < ๐‘˜2 < ๐‘˜(๐‘˜ + 1) per ๐‘˜ โ‰ฅ 2 ,

che consente di scrivere

1 + โˆ‘1

๐‘˜(๐‘˜ + 1)

๐‘›

๐‘˜=2

< ๐‘†๐‘› = โˆ‘1

๐‘˜2

๐‘›

๐‘˜=1

< 1 + โˆ‘1

๐‘˜(๐‘˜ โˆ’ 1)

๐‘›

๐‘˜=2

per ๐‘› > 1 .

Ora, le due sommatorie limitanti, superiormente ed inferiormente, si possono

facilmente calcolare, essendo somme telescopiche di Mengoli

โˆ‘1

๐‘˜(๐‘˜ + 1)

๐‘›

๐‘˜=2

= โˆ‘ (1

๐‘˜โˆ’

1

๐‘˜ + 1)

๐‘›

๐‘˜=2

=1

2โˆ’

1

๐‘› + 1 ,

โˆ‘1

๐‘˜(๐‘˜ โˆ’ 1)

๐‘›

๐‘˜=2

= โˆ‘ (1

๐‘˜ โˆ’ 1โˆ’

1

๐‘˜)

๐‘›

๐‘˜=2

= 1 โˆ’1

๐‘› .

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Si conclude allora che

3

2โˆ’

1

๐‘› + 1< ๐‘†๐‘› < 2 โˆ’

1

๐‘›< 2 per ๐‘› โ‰ฅ 2 ,

cioรจ esistono un maggiorante ed un minorante per la successione delle somme

parziali e che, pertanto, la serie converge.

Vale la pena notare che le due disuguaglianze appena scritte possono essere

facilmente ottenute ed interpretate anche per mezzo del calcolo integrale.

Precisamente, utilizzando il cosiddetto criterio dellโ€™integrale, si possono scrivere

le limitazioni per le somme parziali

1 + โˆซ๐‘‘๐‘ฅ

(๐‘ฅ + 1)2

๐‘›

1

๐‘‘๐‘ฅ =3

2โˆ’

1

๐‘› + 1< ๐‘†๐‘› < 1 + โˆซ

๐‘‘๐‘ฅ

๐‘ฅ2

๐‘›

1

= 2 โˆ’1

๐‘›< 2 ,

come รจ possibile convincersi osservando la figura che segue, in cui sono state

rappresentate le funzioni

๐‘ฆ =1

๐‘ฅ2 [linea blu] , ๐‘ฆ =

1

(๐‘ฅ + 1)2 [linea rossa] .

I rettangoli colorati riproducono i primi termini della serie: essi hanno sempre

una base di lunghezza unitaria ed unโ€™altezza variabile, che si ottiene campionando

le due funzioni, rispettivamente nellโ€™estremo inferiore e nellโ€™estremo superiore di

ciascun intervallo. In particolare, per il primo intervallo risulta ๐ด1 = 1, mentre per

il secondo si ha che a ๐ด2 = 1/4. Ripetendo piรน volte questo ragionamento, รจ

evidente che si ottiene il risultato riportato, cioรจ che la somma risulta sempre

confinata tra le aree rappresentate dalle aree sottese dalle due funzioni.

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๐‘ La seconda maniera di provare la convergenza della serie di Basilea si basa

sullโ€™osservazione che una frazione contenente una potenza di due puรฒ essere

sostituita a ciascuna frazione non contenente una potenza di due. Si puรฒ, ad

esempio, scrivere

1

32<

1

22 ,

1

52<

1

42 .

In tal modo, si ottiene una serie che ha somme parziali sempre superiori alla serie

data, vale a scrivere

๐‘† = โˆ‘1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

< 1 +1

22+

1

22+

1

42+

1

42+

1

42+

1

42+

1

82+

1

82+ โ‹ฏ .

Sommando i termini simili, si ottiene

๐‘† < 1 +2

22+

4

42+

8

82+

16

162+ โ‹ฏ ,

cioรจ una serie geometrica di ragione โ„Ž = 1/2, per cui risulta

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๐‘† < 1 +1

2+

1

22+

1

23+

1

24+

1

25+ โ‹ฏ = โˆ‘

1

2๐‘˜

โˆž

๐‘˜=0

=1

1 โˆ’12

= 2 .

๐‘ Essendo inefficaci, per la serie in esame sia il criterio del rapporto che quello

della radice, si puรฒ pensare si utilizzare il criterio dovuto al matematico svizzero

Raabe, il quale, nato da genitori abbastanza poveri, fu costretto a guadagnarsi da

vivere sin da molto piccolo dando lezioni private. Portรฒ diversi contributi al

calcolo infinitesimale e studiรฒ anche alcune questioni di Astronomia. รˆ anche

conosciuto per lโ€™integrale della funzione gamma

โˆซ log ฮ“(๐‘ก)๐‘Ž+1

๐‘Ž

๐‘‘๐‘ก =1

2log(2๐œ‹) + ๐‘Ž log ๐‘Ž โˆ’ ๐‘Ž , ๐‘Ž โ‰ฅ 0 .

Joseph Ludwig Raabe

Brody (Galizia), 15 maggio 1801 โ€“ Zurigo, 22 gennaio 1859

Per la generica serie a termini positivi

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๐ด = โˆ‘ ๐‘Ž๐‘˜

โˆž

๐‘˜=1

,

introdotto il limite

๐ฟ = lim๐‘˜โ†’โˆž

[๐‘˜ (๐‘Ž๐‘˜

๐‘Ž๐‘˜+1โˆ’ 1)] ,

il criterio di Raabe stabilisce che si possono presentare le tre situazioni:

1) se ๐ฟ > 1, allora la serie converge,

2) se ๐ฟ < 1, allora la serie diverge,

3) se ๐ฟ = 1, nulla si puรฒ concludere sul comportamento della serie.

Per la serie di Basilea, essendo il generico addendo positivo ed pari a ๐‘Ž๐‘˜ = 1/๐‘˜2,

si puรฒ scrivere che

๐ฟ = lim๐‘˜โ†’โˆž

[๐‘˜ (๐‘Ž๐‘˜

๐‘Ž๐‘˜+1โˆ’ 1)] = lim

๐‘˜โ†’โˆž[๐‘˜

(๐‘˜ + 1)2

๐‘˜2โˆ’ ๐‘˜] = lim

๐‘˜โ†’โˆž(

2๐‘˜ + 1

๐‘˜) = 2 > 1

e concludere che la serie converge.

In definitiva, si puรฒ die che si รจ pervenuti, in diverse maniere, alla conclusione che

la serie di Basilea converge e che il suo valore numerico รจ compreso tra i due

estremi

3

2< ๐‘† < 2 .

Con gli estremi cosรฌ trovati si puรฒ determinare una stima piuttosto grossolana del

valore della serie e soltanto considerazioni piรน raffinate, che stanno per essere

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sviluppate, consentiranno di ottenere una migliore approssimazione e poi il

valore esatto.

La velocitร  di convergenza

Dopo aver dimostrato in diverse maniere che la serie di Basilea รจ convergente,

sorge spontanea la domanda successiva: quanto velocemente la successione delle

somme parziali tende al valore limite?

Se si riporta in un grafico, come quello della figura che segue, lโ€™andamento delle

prime duecento somme parziali, ad esempio, ci si rende immediatamente conto di

essere ancora piuttosto lontani dal valore asintotico previsto: ciรฒ indica una certa

lentezza nella convergenza della serie. Per comprendere appieno quanto appena

detto, รจ necessario stimare la differenza

๐‘† โˆ’ ๐‘†๐‘š =๐œ‹2

6โˆ’ ๐‘†๐‘š = โˆ‘

1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=๐‘š+1

= ๐‘…๐‘š ๐‘š โˆˆ โ„• ,

ovverosia determinare la successione dei resti ๐‘…๐‘š.

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Ottenere questa stima รจ molto semplice, se si utilizza la tecnica del confronto con

lโ€™integrale, peraltro giร  usata in precedenza. Si puรฒ arrivare ai due limiti, superiore

ed inferiore, per il resto, scrivendo che

โˆซ๐‘‘๐‘ฅ

๐‘ฅ2

โˆž

๐‘š+1

=1

๐‘š + 1< ๐‘…๐‘š < โˆซ

๐‘‘๐‘ฅ

๐‘ฅ2

โˆž

๐‘š

=1

๐‘š .

Da ciรฒ discende che la serie in esame non converge troppo rapidamente: se si

sommano mille termini, si ottiene un errore sulla terza cifra decimale, mentre la

somma del primo milione di termini addendi produce un errore sulla sesta cifra

decimale. Tuttavia, sommando un milione di termini, si assiste, con gran sorpresa,

ad un evento veramente strano. Si confrontino i due risultati, quello esatto e

quello approssimato al primo milione di addendi, limitatamente alle prime 45

cifre:

๐œ‹2

6= 1.644934066848226436472415166646025189218949901 ,

โˆ‘1

๐‘˜2

106

๐‘˜=1

= 1.644933066848726436305748499979391855885616544 .

La sesta cifra dopo la virgola รจ errata, come era prevedibile, ma le sei cifre

successive sono giuste. Poi, si trova ancora una cifra sbagliata ed altre cinque cifre

corrette. Questa sorprendente scoperta รจ stata fatta nel 1988 e rappresenta

qualcosa di troppo strano per essere una pura coincidenza. Uno sguardo al

termine di errore, sempre limitatamente alle prime 45 cifre,

๐‘…106 = 0.000000999999500000166666666666633333333333357

rivela lโ€™esistenza di una trama curiosa e ben nascosta.

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La dimostrazione di Eulero

La dimostrazione proposta da Eulero รจ tanto ingegnosa quanto originale.

Tuttavia, essa utilizza le regole dei polinomi finiti, come se fossero valide anche

per le serie infinite, unโ€™argomentazione che avrebbe richiesto una dimostrazione.

Anche senza questa giustificazione, semplicemente ottenendo un valore prossimo

a quello fornito dal calcolo numerico, egli poteva essere piuttosto sicuro della

correttezza del suo risultato.

Per seguire la dimostrazione di Eulero, bisogna ricordare lo sviluppo in serie di

Maclaurin della funzione seno

sin ๐‘ฅ = โˆ‘(โˆ’1)๐‘˜๐‘ฅ2๐‘˜+1

(2๐‘˜ + 1)!

โˆž

๐‘˜=0

= ๐‘ฅ โˆ’๐‘ฅ3

3!+

๐‘ฅ5

5!โˆ’

๐‘ฅ7

7!+ โ‹ฏ ,

da cui, dividendo membro a membro per ๐‘ฅ, si ricava

sin ๐‘ฅ

๐‘ฅ= โˆ‘(โˆ’1)๐‘˜

๐‘ฅ2๐‘˜

(2๐‘˜ + 1)!

โˆž

๐‘˜=0

= 1 โˆ’๐‘ฅ2

3!+

๐‘ฅ4

5!โˆ’

๐‘ฅ6

7!+ โ‹ฏ .

Si assuma poi, proprio qui sta lo slancio geniale ed imprevedibile di Eulero, che

sia possibile esprimere questa funzione come un prodotto infinito di fattori

lineari, uno per ogni radice, creando un polinomio di grado infinito, come si

farebbe per un numero finito di radici. Si scrive allora il polinomio

sin ๐‘ฅ

๐‘ฅ= (1 โˆ’

๐‘ฅ

๐œ‹) โˆ™ (1 +

๐‘ฅ

๐œ‹) โˆ™ (1 โˆ’

๐‘ฅ

2๐œ‹) โˆ™ (1 +

๐‘ฅ

2๐œ‹) โˆ™ โ‹ฏ ,

ovvero la forma equivalente

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sin ๐‘ฅ

๐‘ฅ= (1 โˆ’

๐‘ฅ2

๐œ‹2) โˆ™ (1 โˆ’

๐‘ฅ2

4๐œ‹2) โˆ™ โ‹ฏ .

Effettuando il prodotto di tutti questi fattori e concentrandosi sul solo temine di

secondo grado, che nello sviluppo in serie vale โˆ’1/6, si ottiene il risultato

desiderato

โˆ’1

๐œ‹2(1 +

1

22+

1

32+ โ‹ฏ ) = โˆ’

1

6 โ†’ ๐‘† =

๐œ‹2

6 .

Che bella dimostrazione: un volo meraviglioso ed altissimo che perรฒ si scontra

con il rigore matematico! Eulero afferma in effetti lโ€™equivalenza tra lo sviluppo in

serie ed il prodotto di infinite radici, ma si trova di fronte ad un imbarazzante

dilemma: anche la funzione

โ„Ž(๐‘ฅ) = e๐‘ฅsin ๐‘ฅ

๐‘ฅ

presenta le stesse radici e lo stesso valore in ๐‘ฅ = 0, ma non ne รจ certamente

equivalente a quella in esame. Benchรฉ ai suoi tempi non sembra siano state

sollevate obiezioni cosรฌ precise, pare certo che Eulero si rendesse conto che cโ€™era

qualcosa di misterioso e di incompiuto in alcuni passaggi cruciali. Lo prova il fatto

che ritornรฒ piรน volte sullโ€™argomento, tentando, invero senza molto successo, di

trovare una giustificazione rigorosa della tecnica del prodotto infinito. Ben coscio

della debolezza del metodo, Eulero confidava nella correttezza del risultato cui

era pervenuto: la sua convinzione si poggiava su unโ€™accurata stima numerica che

aveva intrapreso qualche anno prima, mentre lavorava al problema

dellโ€™interpolazione della serie, la cui esposizione si trova nel De summatione

innumerabilium progressionum del 1730. Lโ€™elegante soluzione rappresenta

dunque una testimonianza della genialitร  del suo autore, ma fu anche il frutto di

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un duro ed oscuro lavoro di calcolo numerico, condotto nel corso di alcuni anni in

modo paziente e meticoloso. Le sorprendenti concordanze che via via

emergevano dai calcoli furono di grande incoraggiamento per Eulero,

inducendolo ad impiegare gli strumenti dellโ€™indagine analitica nella ricerca di

dipendenze, prima di allora insospettate, tra la somma infinita dei reciproci dei

quadrati degli interi positivi e le funzioni circolari.

Ma allora in che modo รจ possibile rendere rigoroso questo ragionamento? Vi sono

altri modi di risolvere il problema di Basilea?

Eulero non risolse il dilemma, ma fornรฌ come sottoprodotto, sempre utilizzando

le medesime argomentazioni, altre due somme

โˆ‘1

๐‘˜4

โˆž

๐‘˜=1

=๐œ‹4

90 , โˆ‘

1

๐‘˜6

โˆž

๐‘˜=1

=๐œ‹6

945 .

Le argomentazioni di Eulero forniscono una risposta per ogni somma di potenze

inverse pari; egli stesso, in una pubblicazione successiva, esplicitรฒ i calcoli fino

alla potenza inversa ventiseiesima

โˆ‘1

๐‘˜26

โˆž

๐‘˜=1

=1 315 8627 ๐œ‹26

11 094 481 976 030 578 125 .

Piรน in generale, Eulero stesso provรฒ che

โˆ‘1

๐‘˜2๐‘›

โˆž

๐‘˜=1

= (โˆ’1)๐‘›+1(2๐œ‹)2๐‘›

2 (2๐‘›)!๐ต2๐‘› ,

dove ๐ต2๐‘› sono i numeri oggi detti di Bernoulli, che possono anche essere definiti,

usando una funzione generatrice esponenziale, per mezzo della formula

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๐‘ฅ

e๐‘ฅ โˆ’ 1= โˆ‘ ๐ต๐‘˜

โˆž

๐‘˜=0

๐‘ฅ๐‘˜

๐‘˜! ,

vale a dire una uguaglianza fra serie formali di potenze, che hanno un raggio di

convergenza minore di 2๐œ‹. Nella tabella che segue sono riportati, quale esempio,

i primi sette numeri di Bernoulli.

๐‘› 0 1 2 3 4 5 6

๐ต๐‘› 1 โˆ’1/2 1/6 0 โˆ’1/30 0 1/42

Dalla formula riportata si evince che, una volta provato che una qualsiasi potenza

intera di ๐œ‹ รจ irrazionale, segue che anche tutte le somme lo sono. Non รจ stato

invece compiuto alcun passo nella determinazione di una forma chiusa della

somma degli inversi dei quadrati degli interi dispari

โˆ‘1

๐‘˜2๐‘›+1

โˆž

๐‘˜=1

โ†’ ancora sconosciuta in forma chiusa ,

che rappresenta un problema aperto. Nel caso particolare ๐‘› = 1, la precedente

somma viene detta costante di Apรฉry e si tratta di un numero irrazionale che

rappresenta una quantitร  che si incontra in una grande varietร  di situazioni

1 +1

23+

1

33+

1

43+ โ‹ฏ = 1.20205690315959428539 โ‹ฏ .

Si conoscono rappresentazioni di questa costante in grado di fornire molti milioni

di cifre significative. La dimostrazione originale di Apรฉry, tuttavia, รจ piuttosto

complessa ed รจ difficile coglierne le linee essenziali; negli anni successivi, sono

state trovate dimostrazioni piรน brevi che si servono dei polinomi di Legendre.

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Nato a Rouen da madre francese e padre greco, Roger Apรฉry studiรฒ presso l'ร‰cole

Normale Supรฉrieure, con un anno d'interruzione degli studi in quanto prigioniero

di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1949 diventรฒ professore

presso l'Universitร  di Caen, dove rimase fino alla pensione. Morรฌ dopo lunga

malattia nel 1994.

Roger Apรฉry

Rouen, 14 novembre 1916 โ€“ Caen, 18 dicembre 1994

La costante prende il nome da questo matematico ed attivista politico francese,

che nel 1977 ha dimostrato che essa รจ un numero irrazionale. La sola cosa che

certamente si puรฒ dire รจ che

0 < โˆ‘1

๐‘˜3

โˆž

๐‘˜=1

< โˆ‘1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

=๐œ‹2

6 .

Il reciproco della costante, pari a circa 0.8319073726, รจ la probabilitร  che tre

interi minori di ๐‘› scelti a caso non abbiano divisori comuni, per ๐‘› tendente a

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infinito. Eulero stesso non riuscรฌ a risolvere in forma chiusa questo problema: il

meglio che riuscรฌ a fare fu dimostrare che

โˆ‘(โˆ’1)๐‘˜

(2๐‘˜ + 1)3

โˆž

๐‘˜=0

= 1 โˆ’1

27+

1

125โˆ’ โ‹ฏ =

๐œ‹3

32 .

Una curiositร  prima di terminare questo paragrafo. La tomba di Roger Apรฉry si

trova nel monumentale cimitero parigino di Pรจre Lachaise e sulla lapide, oltre alle

date di nascita e di morte, รจ riportato anche il risultato piรน importante da lui

ottenuto

1 +1

8+

1

27+

1

64+ โ‹ฏ โ‰ 

๐‘

๐‘ž ,

vale a dire lโ€™irrazionalitร  della somma dei reciproci dei cubi degli interi positivi.

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Una approssimazione di questa costante, che fornisce otto cifre decimali esatte, รจ

stata trovata da M. Hudson nel 2004

โˆ‘1

๐‘˜3

โˆž

๐‘˜=1

โ‰… (๐œ‹2 + ๐œ‹)69

962 = 1.202056945493 โ‹ฏ .

Unโ€™interpretazione geometrica

Quando Eulero risolse il problema di Basilea era la prima volta che il valore di ๐œ‹

appariva in una circostanza che non fosse collegata ad un problema geometrico e

la soluzione ๐œ‹2/6 emanava un fortissimo profumo geometrico. Persino la prova

piรน elementare del problema di Basilea comporta, come si avrร  modo di discutere

ampiamente, diversi passaggi, non proprio elementari e poco geometrici. Inoltre,

il problema generale non รจ ancora stato compreso appieno, come รจ evidente dalla

considerazione che una formula per la somma dei reciproci delle potenze dispari

รจ sconosciuta e rappresenta un tema tuttora caldo. Non รจ nemmeno detto che una

soluzione puramente geometrica del problema di Basilea sia banale oppure

elementare; tuttavia, essa potrebbe fornire approfondimenti che non appaiono

evidenti in dimostrazioni non geometriche. Le considerazioni che seguono sono

un tentativo di gettare una luce sullโ€™interpretazione geometrica della soluzione,

un ponte di collegamento tra due diverse sponde della Matematica.

Si consideri, per questo scopo, la funzione reale

๐‘ฆ =1

โˆš2(1 + ๐‘ฅ6)= ๐‘“(๐‘ฅ) .

Si tratta di una funzione pari, priva di discontinuitร , che ha, come asintoto

orizzontale, proprio lโ€™asse delle ascisse. Essa รจ sempre positiva ed assume il suo

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valore massimo nellโ€™origine, dove vale ๐‘“(0) = 1/โˆš2 ed il grafico รจ mostrato nella

figura che segue.

Si supponga poi di far ruotare completamente attorno allโ€™asse ๐‘ฅ la parte di grafico

relativa ai valori positivi dellโ€™ascissa e di voler calcolare il volume del solido cosรฌ

generato. Si domanda anzitutto: cosa rappresenta questo solido?

Nella rotazione si otterrร , in buona sostanza, una coppa di champagne, almeno la

coppa vera e propria, dato che la base รจ stata, nella figura in precedenza riportata,

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aggiunta solo per completezza. Se lo stelo รจ esteso fino a diventare infinitamente

lungo, il volume della coppa vale

๐‘‰ = ๐œ‹ โˆซ ๐‘“2(๐‘ฅ)โˆž

0

๐‘‘๐‘ฅ = ๐œ‹ โˆซ๐‘‘๐‘ฅ

2(1 + ๐‘ฅ6)

โˆž

0

,

da cui, scomponendo in fratti semplici lโ€™integrale, si perviene al risultato

๐‘‰ =๐œ‹

24[โˆš3 ln

๐‘ฅ2 + ๐‘ฅโˆš3 + 1

๐‘ฅ2 โˆ’ ๐‘ฅโˆš3 + 1+ 2 tanโˆ’1(2๐‘ฅ โˆ’ โˆš3) + 2 tanโˆ’1(2๐‘ฅ + โˆš3)

+ 4 tanโˆ’1 ๐‘ฅ]0

โˆž

=๐œ‹

24(๐œ‹ + ๐œ‹ + 2๐œ‹) =

๐œ‹2

6 ,

cioรจ si ottiene ancora una volta il valore della serie di Basilea.

In pratica, una coppa di champagne commerciale ha un volume che vale circa

150 ๐‘š๐‘™ ed un peso di circa 170 ๐‘”. Da oggi in poi, bere in una coppa di champagne

non avrร  piรน lo stesso sapore!

Lโ€™irrazionalitร  del risultato

Si รจ giร  avuto modo di dimostrare che il valore della serie di Basilea รจ un numero

irrazionale. Ma come si prova lโ€™irrazionalitร  di ๐œ‹2?

La domanda non รจ affatto banale, dato che, se รจ vero che โˆš2 รจ irrazionale, รจ pur

vero che il suo quadrato non lo รจ. Pertanto, non รจ affatto detto che il quadrato di

un numero irrazionale sia anchโ€™esso irrazionale ed il dubbio potrebbe

giustamente assalire il lettore.

Tra le dimostrazioni dellโ€™irrazionalitร  di ๐œ‹2 spicca, per semplicitร , quella proposta

dal matematico canadese ed americano Ivan Niven alla fine degli anni Quaranta

del secolo scorso, che qui viene riproposta con la semplice aggiunta di qualche

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dettaglio. Per la veritร , Niven in un articolo magistrale lungo appena una pagina,

che andrebbe studiato da tutti coloro che veramente amano la Matematica,

dimostra lโ€™irrazionalitร  di ๐œ‹. Nella convinzione che la Matematica, come lโ€™Amore,

non si apprende dai libri, ma con la pratica, di seguito, seguendo la stessa linea di

pensiero, si dimostrerร  lโ€™irrazionalitร  di ๐œ‹2.

Ivan Morton Niven

25 ottobre 1915, Vancouver, Canada โ€“ 9 maggio 1999, Eugene, Oregon, USA

Si supponga, per assurdo, che esistano due interi positivi coprimi, che si

indicheranno con ๐‘Ž e ๐‘, per cui risulti

๐œ‹2 =๐‘Ž

๐‘ .

Si introducano inoltre un intero positivo ๐‘›, il cui valore verrร  specificato nel

prosieguo, e la funzione polinomiale cosรฌ definita

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๐‘“(๐‘ฅ) =๐‘ฅ๐‘›(1 โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘›

๐‘›!=

1

๐‘›!โˆ‘ (

๐‘›๐‘˜

)

๐‘›

๐‘˜=0

(โˆ’1)๐‘˜ ๐‘ฅ๐‘›+๐‘˜ .

Ad essa รจ collegata anche una seconda funzione

๐น(๐‘ฅ) = ๐‘๐‘› โˆ‘(โˆ’1)๐‘˜

๐‘›

๐‘˜=0

๐œ‹2(๐‘›โˆ’๐‘˜)๐‘“(2๐‘˜)(๐‘ฅ) ,

che si ottiene come una combinazione lineare delle derivate della prima. Poichรฉ

๐‘“(๐‘ฅ) รจ un polinomio di 2๐‘› โˆ’esimo grado nella variabile ๐‘ฅ, la sua derivata

๐‘š โˆ’esima รจ identicamente nulla per ogni intero ๐‘š > 2๐‘›. Ancora, per ogni ๐‘š < ๐‘›,

risulta ๐‘“(๐‘š)(0) = 0, dato che ๐‘› il minimo esponente con cui compare ๐‘ฅ nella

funzione. Allora, si puรฒ facilmente ottenere la derivata

๐‘“(๐‘š)(๐‘ฅ) =1

๐‘›!โˆ‘ (

๐‘›๐‘˜

)

๐‘›

๐‘˜=๐‘šโˆ’๐‘›

(๐‘› + ๐‘˜)!

(๐‘› + ๐‘˜ โˆ’ ๐‘š)! (โˆ’1)๐‘˜ ๐‘ฅ๐‘›+๐‘˜โˆ’๐‘š (๐‘› โ‰ค ๐‘š โ‰ค 2๐‘›)

e valutarla in ๐‘ฅ = 0

๐‘“(๐‘š)(0) =(โˆ’1)๐‘šโˆ’๐‘›

๐‘›!(

๐‘›๐‘š โˆ’ ๐‘›

) ๐‘š! โˆˆ โ„ค per ๐‘› โ‰ค ๐‘š โ‰ค 2๐‘› ,

stabilendo che essa รจ rappresentata da un numero intero. In ogni caso, si puรฒ

concludere sinteticamente che

๐‘“(๐‘š)(0) โˆˆ โ„ค per ๐‘š โˆˆ โ„• .

Dopodichรฉ, dato che sussiste la relazione di simmetria

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๐‘“(1 โˆ’ ๐‘ฅ) = ๐‘“(๐‘ฅ) ,

si conclude che deve anche essere

๐‘“(๐‘š)(1) โˆˆ โ„ค per ๐‘š โˆˆ โ„• .

Sono altresรฌ interi relativi ๐น(0) e ๐น(1), dato che, per lโ€™ipotesi di assurdo, si puรฒ

scrivere

๐น(0) = โˆ‘(โˆ’1)๐‘˜

๐‘›

๐‘˜=0

๐‘Ž๐‘›โˆ’๐‘˜๐‘๐‘˜๐‘“(2๐‘˜)(0) ,

๐น(1) = โˆ‘(โˆ’1)๐‘˜

๐‘›

๐‘˜=0

๐‘Ž๐‘›โˆ’๐‘˜๐‘๐‘˜๐‘“(2๐‘˜)(1) .

Oltre a ciรฒ, ricordando che

๐‘“(2๐‘›+2)(๐‘ฅ) = 0 ,

si puรฒ scrivere la relazione differenziale

๐‘‘

๐‘‘๐‘ฅ[๐‘‘๐น(๐‘ฅ)

๐‘‘๐‘ฅsin(๐œ‹๐‘ฅ) โˆ’ ๐œ‹๐น(๐‘ฅ) cos(๐œ‹๐‘ฅ)] = ๐œ‹2๐‘Ž๐‘›๐‘“(๐‘ฅ) sin(๐œ‹๐‘ฅ) ,

da cui discendono ovviamente gli integrali

๐œ‹๐‘Ž๐‘› โˆซ ๐‘“(๐‘ฅ) sin(๐œ‹๐‘ฅ)1

0

๐‘‘๐‘ฅ = ๐น(0) + ๐น(1) โˆˆ โ„ค .

Ebbene, sussistendo la maggiorazione

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0 < ๐‘“(๐‘ฅ) <1

๐‘›! per 0 โ‰ค ๐‘ฅ โ‰ค 1 ,

si ricava che gli integrali precedenti sono dei numeri interi ed appartengono

allโ€™intervallo

๐œ‹๐‘Ž๐‘› โˆซ ๐‘“(๐‘ฅ) sin(๐œ‹๐‘ฅ)1

0

๐‘‘๐‘ฅ โˆˆ (0,๐‘Ž๐‘›

๐‘›!) โˆฉ โ„ค .

Dโ€™altra parte, in forza del limite notevole

lim๐‘›โ†’โˆž

๐‘Ž๐‘›

๐‘›!= 0 ,

si puรฒ affermare che, a partire da un valore di ๐‘, grande quanto si vuole, si deve

verificare che

0 <๐‘Ž๐‘

๐‘!< 1 .

Si รจ, pertanto, pervenuti alla conclusione

๐œ‹๐‘Ž๐‘› โˆซ ๐‘“(๐‘ฅ) sin(๐œ‹๐‘ฅ)1

0

๐‘‘๐‘ฅ โˆˆ (0,1) โˆฉ โ„ค per ๐‘› โ‰ฅ ๐‘ ,

palesemente assurda, non esistendo interi nellโ€™intervallo (0, 1). Questo dimostra

che non possono esistere i due interi ๐‘Ž e ๐‘ e quindi che il valore di ๐œ‹2, ma anche

quello di ๐œ‹, deve essere un numero irrazionale. Una dimostrazione veramente

semplice ed elegante, degna del genio di Eulero.

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30

Le somme dei soli pari e dei soli dispari

Noto il valore della somma di Basilea ๐‘†, non รจ difficile ottenere le somme dei

quadrati dei soli interi pari ๐‘†๐‘ƒ e dei soli interi dispari ๐‘†๐ท, cosรฌ definite

๐‘†๐‘ƒ = โˆ‘1

(2๐‘˜)2

โˆž

๐‘˜=1

, ๐‘†๐ท = โˆ‘1

(2๐‘˜ โˆ’ 1)2

โˆž

๐‘˜=1

.

Si osserva anzitutto che deve essere

๐‘†๐‘ƒ + ๐‘†๐ท = ๐‘† =๐œ‹2

6 .

Inoltre, il valore della somma dei soli pari รจ

๐‘†๐‘ƒ = โˆ‘1

(2๐‘˜)2

โˆž

๐‘˜=1

=1

4โˆ‘

1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

=๐‘†

4=

๐œ‹2

24 .

Segue che la somma dei dispari si ottiene per differenza, per cui

๐‘†๐ท = ๐‘† โˆ’ ๐‘†๐‘ƒ = ๐‘† โˆ’๐‘†

4=

3

4๐‘† =

๐œ‹2

8 .

Si puรฒ allora concludere che la somma degli inversi dei quadrati dei numeri pari

e dispari rappresentano, rispettivamente, un quarto e tre quarti della somma

totale ๐‘†.

Con le somme a disposizione, รจ possibile anche determinare la somma dei

quadrati degli interi con segno alternante, vale a dire

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31

๐‘†๐ด = โˆ‘(โˆ’1)๐‘˜โˆ’1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

= 1 โˆ’1

22+

1

32โˆ’

1

42+

1

52โˆ’ โ‹ฏ .

Basta osservare che

๐‘†๐ด = ๐‘†๐ท โˆ’ ๐‘†๐‘ƒ =๐œ‹2

8โˆ’

๐œ‹2

24=

๐œ‹2

12 .

A questo punto, risulta veramente difficile resistere alla tentazione di presentare

unโ€™altra dimostrazione elementare e rigorosa, che possa sanare le incongruenze

mostrate nella dimostrazione di Eulero: nel prossimo paragrafo, lโ€™arcano verrร 

finalmente svelato.

Una dimostrazione rigorosa

Prima di intraprendere dimostrazioni basate su concetti non proprio elementari,

รจ indispensabile presentare una dimostrazione elementare e rigorosa del

risultato

๐‘† = โˆ‘1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

= 1 +1

22+

1

32+ โ‹ฏ =

๐œ‹2

6 .

Essa apparve per la prima in una serie di esercizi in un libro di problemi dei

gemelli Akiva e Isaak Yaglom, la cui edizione russa originale risale al 1954.

Versioni di questa splendida dimostrazione furono riscoperte e presentate a piรน

riprese negli anni Settanta ed Ottanta del secolo passato. Il nocciolo della

dimostrazione si basa su una relazione notevole, che sussiste tra i valori della

funzione cotangente al quadrato. Precisamente, si puรฒ dimostrare che, per ogni

intero ๐‘š โ‰ฅ 1, vale la relazione

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32

โˆ‘ cot2๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1

๐‘š

๐‘˜=1

=๐‘š(2๐‘š โˆ’ 1)

3 .

Per valori non troppo elevati di ๐‘š questa somma puรฒ anche essere verificata, a

mano o con lโ€™uso di un calcolatore, ed i primi tre valori sono riportati nella tabella

che segue.

๐‘š = 1 cot2๐œ‹

3=

1

3

๐‘š = 2 cot2๐œ‹

5+ cot2

2๐œ‹

5= 2

๐‘š = 3 cot2๐œ‹

7+ cot2

2๐œ‹

7+ cot2

3๐œ‹

7= 5

Il lettore che fosse interessato alla dimostrazione generale puรฒ studiare quella

dettagliatamente discussa in Appendice.

A partire da questa relazione, servendosi della identitร  goniometrica

cot2 ๐‘ฅ =cos2 ๐‘ฅ

sin2 ๐‘ฅ=

1 โˆ’ sin2 ๐‘ฅ

sin2 ๐‘ฅ= csc2 ๐‘ฅ โˆ’ 1 ,

se ne puรฒ ricavare unโ€™altra che coinvolge i quadrati della funzione cosecante

โˆ‘ csc2๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1

๐‘š

๐‘˜=1

= โˆ‘ 1

๐‘š

๐‘˜=1

+ โˆ‘ cot2๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1

๐‘š

๐‘˜=1

= ๐‘š +๐‘š(2๐‘š โˆ’ 1)

3 ,

da cui discende immediatamente la somma

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33

โˆ‘ csc2๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1

๐‘š

๐‘˜=1

=2๐‘š(๐‘š + 1)

3 .

Se si osserva poi che lโ€™argomento delle funzioni goniometriche delle due

precedenti sommatorie รจ superiormente ed inferiormente limitato

0 < ๐‘ฅ๐‘˜ =๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1<

๐œ‹

2 per ๐‘˜ = 1, 2, โ‹ฏ , ๐‘š ,

si puรฒ affermare che si รจ sempre in presenza di angoli del primo quadrante.

Orbene, nel primo quadrante รจ verificata la catena di disuguaglianze

sin ๐‘ฅ โ‰ค ๐‘ฅ โ‰ค tan ๐‘ฅ ,

come รจ ben noto e come prova la figura di seguito riportata, in cui la funzione seno

รจ riportata in blu, la bisettrice รจ in rosso, la tangente รจ in verde.

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34

Essendo nel primo quadrante, tutte le funzioni goniometriche sono positive e si

puรฒ anche scrivere

sin2 ๐‘ฅ โ‰ค ๐‘ฅ2 โ‰ค tan2 ๐‘ฅ ,

da cui, prendendo gli inversi, si ottiene una nuova catena di disuguaglianze

cot2 ๐‘ฅ โ‰ค1

๐‘ฅ2โ‰ค csc2 ๐‘ฅ .

Questโ€™ultima catena di disuguaglianze, applicata al generico addendo delle due

somme riportate, consente di acquisire i due estremi

cot2๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1โ‰ค

(2๐‘š + 1)2

(๐‘˜๐œ‹)2โ‰ค csc2

๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1 per ๐‘˜ = 1, 2, โ‹ฏ , ๐‘š .

Sommando allora membro a membro, si ricava che

๐‘š(2๐‘š โˆ’ 1)

3โ‰ค โˆ‘

(2๐‘š + 1)2

(๐‘˜๐œ‹)2

๐‘š

๐‘˜=1

โ‰ค2๐‘š(๐‘š + 1)

3 ,

cioรจ una relazione che, dopo qualche elementare manipolazione algebrica,

diventa

๐œ‹2

3

๐‘š(2๐‘š โˆ’ 1)

(2๐‘š + 1)2โ‰ค โˆ‘

1

๐‘˜2

๐‘š

๐‘˜=1

โ‰ค๐œ‹2

3

2๐‘š(๐‘š + 1)

(2๐‘š + 1)2 .

La somma parziale ๐‘†๐‘š risulta, in tal modo, limitata tra due estremi che, al tendere

allโ€™infinito di ๐‘š, convergono verso lo stesso limite

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35

๐‘† =๐œ‹2

6 .

Si รจ, in definitiva, ottenuto il valore della somma di Basilea, seguendo

ragionamenti elementari e rigorosi. รˆ giusto, a questo punto, domandarsi se esiste

una diversa dimostrazione che non faccia uso soltanto di concetti elementari: ve

ne sono diverse e verranno proposte nei paragrafi che seguono.

Usando una somma telescopica

Una somma telescopica รจ unโ€™espressione informale, giร  adoperata per lo studio

della convergenza, per indicare una somma del tipo

โˆ‘(๐‘Ž๐‘˜+1 โˆ’ ๐‘Ž๐‘˜)

๐‘›

๐‘˜=1

= ๐‘Ž๐‘›+1 โˆ’ ๐‘Ž1 .

Ad esempio, si puรฒ dire che la somma di Mengoli vale

โˆ‘1

๐‘˜(๐‘˜ + 1)

๐‘›

๐‘˜=1

= โˆ‘ (1

๐‘˜โˆ’

1

๐‘˜ + 1)

๐‘›

๐‘˜=1

= 1 โˆ’1

๐‘› + 1 .

In questo paragrafo verrร  elaborata una nuova dimostrazione della serie di

Basilea, che adopera le somme telescopiche. Allo scopo, si introducono gli

integrali

๐ด๐‘˜ = โˆซ cos2๐‘˜ ๐‘ฅ๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ , ๐ต๐‘˜ = โˆซ ๐‘ฅ2 cos2๐‘˜ ๐‘ฅ๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ per ๐‘˜ โˆˆ โ„ค โ‰ฅ 0 ,

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36

che definiscono due successioni di numeri reali positivi. Ad esempio, รจ facile

verificare che esse cominciano dai valori

๐ด0 = โˆซ ๐‘‘๐‘ฅ๐œ‹/2

0

=๐œ‹

2 , ๐ต0 = โˆซ ๐‘ฅ2

๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ =๐œ‹3

24 .

Ebbene, adoperando la tecnica di integrazione per parti e lโ€™identitร  pitagorica, รจ

possibile scrivere le formule di ricorrenza

๐ด๐‘˜ =2๐‘˜ โˆ’ 1

2๐‘˜๐ด๐‘˜โˆ’1 , ๐ด๐‘˜ = (2๐‘˜ โˆ’ 1)๐‘˜๐ต๐‘˜โˆ’1 โˆ’ 2๐‘˜2๐ต๐‘˜ .

Isolando il termine in ๐‘˜2 dalla seconda e sostituendo la prima, si ottiene

1

๐‘˜2=

(2๐‘˜ โˆ’ 1)๐ต๐‘˜โˆ’1

๐‘˜๐ด๐‘˜โˆ’

2๐ต๐‘˜

๐ด๐‘˜=

2๐ต๐‘˜โˆ’1

๐ด๐‘˜โˆ’1โˆ’

2๐ต๐‘˜

๐ด๐‘˜ .

Sommando membro a membro, si puรฒ scrivere una somma telescopica

โˆ‘1

๐‘˜2

๐‘›

๐‘˜=1

= โˆ‘ (2๐ต๐‘˜โˆ’1

๐ด๐‘˜โˆ’1โˆ’

2๐ต๐‘˜

๐ด๐‘˜)

๐‘›

๐‘˜=1

=2๐ต0

๐ด0โˆ’

2๐ต๐‘›

๐ด๐‘› ,

valida per tutti i valori interi ๐‘› โ‰ฅ 1. Risulta allora

โˆ‘1

๐‘˜2

๐‘›

๐‘˜=1

=๐œ‹2

6โˆ’

2๐ต๐‘›

๐ด๐‘› โ†’

๐œ‹2

6โˆ’ โˆ‘

1

๐‘˜2

๐‘›

๐‘˜=1

=2๐ต๐‘›

๐ด๐‘›โ‰ฅ 0 .

Infine, dal momento che sussiste la disuguaglianza

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sin ๐‘ฅ โ‰ฅ2

๐œ‹๐‘ฅ per 0 โ‰ค ๐‘ฅ โ‰ค

๐œ‹

2 ,

vale il limite superiore

๐ต๐‘› = โˆซ ๐‘ฅ2 cos2๐‘› ๐‘ฅ๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ โ‰ค๐œ‹2

4โˆซ sin2 ๐‘ฅ cos2๐‘› ๐‘ฅ

๐œ‹2

0

=๐œ‹2

4(๐ด๐‘› โˆ’ ๐ด๐‘›+1) .

Ricordando la relazione ricorsiva che collega gli integrali ๐ด๐‘›, risulta ancora

๐ต๐‘› โ‰ค๐œ‹2

4(๐ด๐‘› โˆ’ ๐ด๐‘›+1) =

๐œ‹2

4๐ด๐‘› (1 โˆ’

2๐‘› + 1

2๐‘› + 2) =

๐œ‹2

4

๐ด๐‘›

2(๐‘› + 1) ,

dalla quale discende che la stima del termine del resto

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0 โ‰ค๐œ‹2

6โˆ’ โˆ‘

1

๐‘˜2

๐‘›

๐‘˜=1

โ‰ค๐œ‹2

4(๐‘› + 1) .

Il valore della serie di Basilea segue immediatamente nel limite ๐‘› โ†’ โˆž.

Nel paragrafo successivo si mostrerร  come anche il calcolo integrale possa aiutare

a risolvere il problema di Basilea.

Un integrale reale con valore immaginario

La dimostrazione che viene ora proposta si basa sullo studio delle proprietร 

dellโ€™integrale

๐ผ = โˆซ ln(2 cos ๐‘ฅ)๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ

e porterร  al calcolo della serie degli inversi dei quadrati degli interi dispari. Per

spiegare chiaramente il metodo che si vuole seguire, nella figura che segue la

funzione integranda รจ stata rappresentata: si noti che lโ€™integrale

๐ผ1 = โˆซ ln(2 cos ๐‘ฅ)๐œ‹/3

0

๐‘‘๐‘ฅ > 0

รจ sicuramente positivo, mentre la rimanente parte

๐ผ2 = ๐ผ โˆ’ ๐ผ1 = โˆซ ln(2 cos ๐‘ฅ)

๐œ‹2

๐œ‹3

๐‘‘๐‘ฅ < 0

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39

assume valore negativo. In realtร  come si avrร  modo di discutere in dettaglio,

questi due integrali sono uguali ed opposti e, pertanto, lโ€™integrale complessivo

assumerร  valore nullo.

Questa dimostrazione fu proposta agli inizi degli anni Novanta dal matematico

canadese Dennis C. Russel e si basa su alcune manipolazioni che non avrebbero

affatto disturbato Eulero, che avrebbe utilizzato sicuramente la sua famosa

formula

e๐‘—๐‘ฅ = cos ๐‘ฅ + ๐‘— sin ๐‘ฅ .

La serie di potenze complesse, detta serie di Mercator,

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โˆ‘(โˆ’1)๐‘˜+1

๐‘˜๐‘ง๐‘˜

โˆž

๐‘˜=1

= ๐‘ง โˆ’๐‘ง2

2+

๐‘ง3

3โˆ’ โ‹ฏ = ln(1 + ๐‘ง)

converge uniformemente in tutti i punti del cerchio unitario centrato nellโ€™origine,

tranne il punto ๐‘ง = โˆ’1.

Nicolaus Mercator, in tedesco Nikolaus Kauffmann

Eutin, 1620 โ€“ Versailles, 14 gennaio 1687

Per dimostrare questa proprietร  legata alla convergenza puntuale, si

moltiplichino per 1 + ๐‘ง entrambi i membri dellโ€™espansione riportata: si osservi

che la serie risultante converge uniformemente per tutti i punti del cerchio

unitario chiuso. In particolare, posto ๐‘ง = exp(โˆ’๐‘—๐‘ฅ), si deduce che

ln(1 + eโˆ’๐‘—๐‘ฅ) = โˆ‘(โˆ’1)๐‘˜+1

๐‘˜eโˆ’๐‘—๐‘ฅ๐‘˜

โˆž

๐‘˜=1

.

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41

Ebbene, lโ€™integrale preso in esame, utilizzando la definizione della funzione

coseno

cos ๐‘ฅ =e๐‘—๐‘ฅ + eโˆ’๐‘—๐‘ฅ

2 ,

diventa pari a

๐ผ = โˆซ ln(e๐‘—๐‘ฅ + eโˆ’๐‘—๐‘ฅ)๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ = โˆซ ln[e๐‘—๐‘ฅ(1 + eโˆ’๐‘—๐‘ฅ)]๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ ,

vale a dire la somma di due termini

๐ผ = ๐‘—๐œ‹2

8+ โˆซ ln(1 + eโˆ’2๐‘—๐‘ฅ)

๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ .

Utilizzando la serie di Mercator, si ha che

๐ผ = ๐‘—๐œ‹2

8+ โˆ‘

(โˆ’1)๐‘˜+1

๐‘˜

โˆž

๐‘˜=1

โˆซ eโˆ’2๐‘—๐‘˜๐‘ฅ๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ = ๐‘— [๐œ‹2

8โˆ’ โˆ‘

(โˆ’1)๐‘˜

2๐‘˜2(eโˆ’๐‘—๐‘˜๐œ‹ โˆ’ 1)

โˆž

๐‘˜=1

] .

Se poi si osserva che vale la relazione

eโˆ’๐‘—๐‘˜๐œ‹ = cos(๐‘˜๐œ‹) + ๐‘— sin(๐‘˜๐œ‹) = (โˆ’1)๐‘˜ ,

si conclude che lโ€™integrale รจ pari a

๐ผ = ๐‘— [๐œ‹2

8โˆ’ โˆ‘

1 โˆ’ (โˆ’1)๐‘˜

2๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

] = ๐‘— [๐œ‹2

8โˆ’ โˆ‘

1

(2๐‘š โˆ’ 1)2

โˆž

๐‘š=1

] .

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42

Poichรฉ ๐ผ deve essere reale, occorre che il termine in parentesi quadra, che รจ la

somma di due quantitร  reali, sia nullo e quindi si ricava che

โˆ‘1

(2๐‘š โˆ’ 1)2

โˆž

๐‘š=1

=๐œ‹2

8= ๐‘†๐ท โ†’ ๐‘† =

4

3๐‘†๐ท =

๐œ‹2

6

ed il problema di Basilea รจ risolto. Una bella dimostrazione, semplice, originale ed

elegante, degna di Eulero.

Da quanto in precedenza detto, discende anche che lโ€™integrale รจ nullo, cioรจ

โˆซ ln(2 cos ๐‘ฅ)๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ = 0 โ†’ โˆซ ln cos ๐‘ฅ๐œ‹/2

0

๐‘‘๐‘ฅ = โˆ’๐œ‹

2ln 2 .

Nel paragrafo seguente verrร  discussa una nuova dimostrazione che fa uso degli

integrali multipli.

Una dimostrazione con gli integrali multipli

Al fine di mostrare una nuova tecnica per il calcolo della serie di Basilea, si

supponga di voler determinare lโ€™integrale doppio

๐ผ = โˆฌ๐‘ฅ ๐‘‘๐‘ฅ ๐‘‘๐‘ฆ

(1 + ๐‘ฅ2)(1 + ๐‘ฅ2๐‘ฆ2)๐ท

,

in cui il dominio di integrazione ๐ท, mostrato nella figura che segue, rappresenta

una zona del piano cartesiano: precisamente, si tratta di una striscia illimitata,

tutta contenuta nel primo quadrante, che รจ un dominio normale rispetto ad

entrambe le coordinate. Per determinare la serie di Basilea, si svilupperร  questo

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43

integrale due volte, sfruttando proprio lโ€™idea che il dominio di integrazione รจ

normale rispetto ad entrambi gli assi.

Si immagini innanzitutto il dominio normale rispetto allโ€™asse ๐‘ฆ. Lโ€™integrale ๐ผ puรฒ

essere allora calcolato applicando il Teorema di Fubini, che consente di scrivere

lโ€™integrale doppio come due integrali elementari innestati

๐ผ = โˆซ๐‘ฅ

1 + ๐‘ฅ2(โˆซ

๐‘‘๐‘ฆ

1 + ๐‘ฅ2๐‘ฆ2

1

0

)โˆž

0

๐‘‘๐‘ฅ ,

in cui lโ€™integrale rispetto alla variabile ๐‘ฆ puรฒ essere determinato, dal momento

che sussiste la primitiva

โˆซ๐‘‘๐‘ฆ

1 + ๐‘ฅ2๐‘ฆ2=

tanโˆ’1(๐‘ฅ๐‘ฆ)

๐‘ฅ+ ๐ถ

con ๐ถ costante di integrazione. Si puรฒ conseguentemente scrivere che

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๐ผ = โˆซ๐‘ฅ

1 + ๐‘ฅ2[tanโˆ’1(๐‘ฅ๐‘ฆ)

๐‘ฅ]

๐‘ฆ=0

๐‘ฆ=1โˆž

0

๐‘‘๐‘ฅ = โˆซtanโˆ’1 ๐‘ฅ

1 + ๐‘ฅ2

โˆž

0

๐‘‘๐‘ฆ .

Guido Fubini Ghiron

Venezia, 19 gennaio 1879 โ€“ New York, 6 giugno 1943

Anche questo integrale rispetto ad ๐‘ฅ รจ elementare, per cui si conclude che

๐ผ = โˆซtanโˆ’1 ๐‘ฅ

1 + ๐‘ฅ2

โˆž

0

๐‘‘๐‘ฆ = [1

2(tanโˆ’1 ๐‘ฅ)2]

๐‘ฅ=0

๐‘ฅ=โˆž

=๐œ‹2

8 .

Si consideri poi il dominio normale rispetto allโ€™asse ๐‘ฅ, sicchรฉ

๐ผ = โˆซ [โˆซ๐‘ฅ ๐‘‘๐‘ฅ

(1 + ๐‘ฅ2)(1 + ๐‘ฅ2๐‘ฆ2)

โˆž

0

]1

0

๐‘‘๐‘ฆ ,

che, in forza della scomposizione in fratti semplici

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1

(1 + ๐‘ฅ2)(1 + ๐‘ฅ2๐‘ฆ2)=

1

1 โˆ’ ๐‘ฆ2(

1

1 + ๐‘ฅ2โˆ’

๐‘ฆ2

1 + ๐‘ฅ2๐‘ฆ2) ,

si puรฒ facilmente riscrivere nella forma equivalente

๐ผ = โˆซ [ln1 + ๐‘ฅ2

1 + ๐‘ฅ2๐‘ฆ2]

๐‘ฅ=0

๐‘ฅ=โˆž๐‘‘๐‘ฆ

2 โˆ’ 2๐‘ฆ2

1

0

= โˆซln ๐‘ฆ

๐‘ฆ2 โˆ’ 1

1

0

๐‘‘๐‘ฆ .

Ebbene, questโ€™ultimo integrale si puรฒ calcolare per serie, sfruttando la serie

geometrica

1

1 โˆ’ ๐‘ฆ2= โˆ‘ ๐‘ฆ2๐‘˜

โˆž

๐‘˜=0

con 0 โ‰ค ๐‘ฆ < 1 ,

che lo trasforma nella serie di integrali

๐ผ = โˆ’ โˆ‘ โˆซ ๐‘ฆ2๐‘˜ ln ๐‘ฆ1

0

โˆž

๐‘˜=0

๐‘‘๐‘ฆ .

Dato che questi integrali si possono determinare per parti, per cui

โˆซ ๐‘ฆ2๐‘˜ ln ๐‘ฆ ๐‘‘๐‘ฆ =๐‘ฆ2๐‘˜+1

(2๐‘˜ + 1)2(ln ๐‘ฆ2๐‘˜+1 โˆ’ 1) + ๐ถ

con ๐ถ costante di integrazione, si ricava che

๐ผ = โˆ‘ [๐‘ฆ2๐‘˜+1(1 โˆ’ ln ๐‘ฆ2๐‘˜+1)

(2๐‘˜ + 1)2]

๐‘ฆ=0

๐‘ฆ=1โˆž

๐‘˜=0

= โˆ‘1

(2๐‘˜ + 1)2

โˆž

๐‘˜=0

.

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46

Si riconosce immediatamente nella serie trovata che la serie dei quadrati degli

inversi dei dispari positivi, per cui

๐ผ = ๐‘†๐ท =3

4๐‘† =

๐œ‹2

8 โ†’ ๐‘† =

๐œ‹2

6 ,

cioรจ ancora una volta il calcolo della serie di Basilea.

Una diversa rappresentazione si ottiene per mezzo dellโ€™integrale doppio

๐ผ = โˆฌ๐‘‘๐‘ฅ ๐‘‘๐‘ฆ

1 โˆ’ ๐‘ฅ2๐‘ฆ2๐ท

,

dove questa volta il dominio di integrazione ๐ท รจ il quadrato di lato unitario,

mostrato nella figura che segue.

Come รจ collegato questo integrale alla serie di Basilea? La risposta รจ semplice, se

si sviluppa in serie la funzione da integrare, per cui

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1

1 โˆ’ ๐‘ฅ2๐‘ฆ2= โˆ‘ ๐‘ฅ2๐‘˜๐‘ฆ2๐‘˜

โˆž

๐‘˜=0

, essendo |๐‘ฅ๐‘ฆ| < 1 .

Sostituendo nellโ€™integrale ed integrando per serie, si ottiene la seguente

rappresentazione

๐ผ = โˆ‘ โˆซ ๐‘ฅ2๐‘˜ ๐‘‘๐‘ฅ1

0

โˆซ ๐‘ฆ2๐‘˜ ๐‘‘๐‘ฆ1

0

โˆž

๐‘˜=0

= โˆ‘1

(2๐‘˜ + 1)2

โˆž

๐‘˜=0

,

vale a dire la somma sui quadrati dei dispari. Segue ancora una volta che il valore

della serie di Basilea discende dallโ€™integrale in esame, essendo

๐ผ = ๐‘†๐ท โ†’ ๐‘† =4

3๐ผ .

Ebbene, al fine di ottenere rapidamente ed in maniera elementare il valore di ๐ผ,

Beukers, Calabi e Kolk proposero lโ€™introduzione di due nuove coordinate, ๐‘ข e ๐‘ฃ,

cosรฌ collegate alle cartesiane originarie

๐‘ฅ =sin ๐‘ข

cos ๐‘ฃ , ๐‘ฆ =

sin ๐‘ฃ

cos ๐‘ข .

Non รจ affatto una trasformazione banale, anzi รจ quasi una magia, specialmente se

si ricava il determinante Jacobiano

๐œ•(๐‘ฅ, ๐‘ฆ)

๐œ•(๐‘ข, ๐‘ฃ)= |

cos ๐‘ข

cos ๐‘ฃ

sin ๐‘ข sin ๐‘ฃ

cos2 ๐‘ขsin ๐‘ข sin ๐‘ฃ

cos2 ๐‘ฃ

cos ๐‘ฃ

cos ๐‘ข

| = 1 โˆ’sin2 ๐‘ข sin2 ๐‘ฃ

cos2 ๐‘ฃ cos2 ๐‘ข= 1 โˆ’ ๐‘ฅ2๐‘ฆ2 .

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Non รจ dato sapere come abbiano potuto concepire una tale trasformazione;

tuttavia, si tratta di un vero prodigio, dato che il determinante Jacobiano coincide

proprio con lโ€™inverso dellโ€™integrando, per cui

๐ผ = โˆฌ ๐‘‘๐‘ข ๐‘‘๐‘ฃ๐‘‡

= Area(๐‘‡) .

Non resta che determinare come nella trasformazione si trasforma il dominio ๐ท e

come รจ definito il dominio trasformato ๐‘‡. รˆ agevole mostrare che ๐‘‡ รจ un triangolo

rettangolo isoscele, definito dalle relazioni

๐‘‡ = {(๐‘ข, ๐‘ฃ): ๐‘ข โ‰ฅ 0, ๐‘ฃ โ‰ฅ 0, ๐‘ข + ๐‘ฃ โ‰ค ๐œ‹/2} .

Pertanto, si conclude che

๐ผ = Area(๐‘‡) =1

2โˆ™

๐œ‹

2โˆ™

๐œ‹

2=

๐œ‹2

8 โ†’ ๐‘† =

4

3๐ผ =

๐œ‹2

6 .

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รˆ superfluo dire che si ottenuto ancora una volta lo stesso valore per ๐‘† e che

questa seconda dimostrazione proposta รจ veramente splendida, tanto piรน che lo

stesso metodo di dimostrazione si estende al calcolo di una somma di potenze

inverse pari (2๐‘›), come un integrale 2๐‘› โˆ’dimensionale, per ogni ๐‘› โ‰ฅ 1.

Ora perรฒ รจ giunto il momento di mostrare una diversa tecnica di soluzione, basata

su concetti piรน complicati: nel paragrafo che segue, si determinerร  il valore della

somma di Basilea adoperando, nella maniera piรน semplice possibile, la serie di

Fourier.

Una dimostrazione con la serie di Fourier

Si consideri la funzione periodica (๐‘‡ = 2๐œ‹) e lineare a tratti

๐‘“(๐‘ก) = |๐‘ก| con โˆ’ ๐œ‹ โ‰ค ๐‘ก โ‰ค ๐œ‹ ,

mostrata nella figura che segue.

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Risulta immediato stabilire che la pulsazione fondamentale vale

๐œ”0 =2๐œ‹

๐‘‡= 1

e, trattandosi poi di una funzione periodica, essa puรฒ essere sviluppata mediante

una combinazione lineare di funzioni goniometriche, come scoprรฌ, studiando la

propagazione del calore intorno al 1800, il matematico e fisico francese Joseph

Fourier, il cui nome รจ scritto persino sulla Torre Eiffel a Parigi. Per la evidente

paritร  della funzione, i termini in seno sono assenti e, pertanto, si puรฒ scrivere

unโ€™espansione in serie di Fourier contenente solamente i termini in coseno

๐‘“(๐‘ก) =๐‘Ž0

2+ โˆ‘ ๐‘Ž๐‘˜

โˆž

๐‘˜=1

cos(๐‘˜๐‘ก) per โˆ’ ๐œ‹ โ‰ค ๐‘ก โ‰ค ๐œ‹ ,

laddove il generico coefficiente di espansione si puรฒ ottenere mediante la ben

nota formula

๐‘Ž๐‘˜ =2

๐‘‡โˆซ ๐‘“(๐‘ก)

๐‘‡/2

โˆ’๐‘‡/2

cos(๐‘˜๐œ”0๐‘ก) ๐‘‘๐‘ก =1

๐œ‹โˆซ |๐‘ก|

๐œ‹

โˆ’๐œ‹

cos(๐‘˜๐‘ก) ๐‘‘๐‘ก =2

๐œ‹โˆซ ๐‘ก

๐œ‹

0

cos(๐‘˜๐‘ก) ๐‘‘๐‘ก ,

una relazione che puรฒ essere scritta per tutti gli interi ๐‘˜ non negativi. In

particolare, il primo coefficiente di questโ€™espansione, proporzionale al valor

medio, รจ pari a

๐‘Ž0 =1

๐œ‹โˆซ |๐‘ก|

๐œ‹

โˆ’๐œ‹

๐‘‘๐‘ก =2

๐œ‹โˆซ ๐‘ก

๐œ‹

0

๐‘‘๐‘ก = ๐œ‹ ,

mentre, eseguendo unโ€™integrazione per parti, si ottengono tutti gli altri

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๐‘Ž๐‘˜ =2

๐œ‹โˆซ ๐‘ก

๐œ‹

0

cos(๐‘˜๐‘ก) ๐‘‘๐‘ก =2[cos(๐‘˜๐œ‹) โˆ’ 1]

๐œ‹๐‘˜2=

2

๐œ‹๐‘˜2[(โˆ’1)๐‘˜ โˆ’ 1] .

Jean Baptiste Joseph Fourier

Auxerre, 21 marzo 1768 โ€“ Parigi, 16 maggio 1830

Si deduce allora che vale la seguente espansione

|๐‘ก| =๐œ‹

2+

2

๐œ‹โˆ‘

(โˆ’1)๐‘˜ โˆ’ 1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

cos(๐‘˜๐‘ก) per โˆ’ ๐œ‹ โ‰ค ๐‘ก โ‰ค ๐œ‹ ,

che, valutata in ๐‘ก = 0, fornisce la somma dei quadrati degli interi positivi dispari

โˆ‘1

(2๐‘› โˆ’ 1)2

โˆž

๐‘›=1

= ๐‘†๐ท =๐œ‹2

8 โ†’ ๐‘† =

4

3๐‘†๐ท =

๐œ‹2

6 ,

da cui รจ facile riottenere il valore della serie di Basilea.

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Dunque, anche la serie di Fourier puรฒ essere utilmente impiegata per risolvere il

problema della serie degli inversi dei quadrati e, nel prossimo paragrafo si

illustrerร  una diversa procedura per il calcolo di ๐‘†, basata sugli sviluppi delle

funzioni meromorfe, cioรจ funzioni complesse che sono olomorfe in tutto il piano

complesso, eccezion fatta per alcuni punti in cui presentano singolaritร  polari

isolate.

Una dimostrazione mediante lo sviluppo di Mittag-Leffler

Lo sviluppo di Mittag-Leffler รจ uno sviluppo in serie che consente di ricostruire

lโ€™intera funzione, conoscendo il comportamento in tutti i poli: dimmi le tue

singolaritร  e ti dirรฒ chi sei, ripeteva Francesco Tricomi, grande matematico di

origine napoletana.

Francesco Giacomo Tricomi

Napoli, 5 maggio 1897 โ€“ Torino, 21 novembre 1978

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Gรถsta Mittag-Leffler, allโ€™anagrafe Magnus Gustaf Mittag-Leffler (Stoccolma, 16

marzo 1846 โ€“ Djursholm, 7 luglio 1927), fu uno specialista di Analisi Complessa

ed un matematico di primโ€™ordine, in competizione con il chimico Alfred Nobel per

il primato nel mondo scientifico svedese della sua epoca. Il teorema che porta il

suo nome rispose in modo positivo ad una questione ben correlata con le ricerche

che svolgeva nellโ€™ultimo quarto del diciannovesimo secolo la scuola di Karl

Weierstrass a Berlino. Qui verrร  enunciato solo per il caso in cui la funzione in

esame abbia solo poli semplici, perรฒ esistono simili sviluppi anche per funzioni

con poli di ordine arbitrario.

Sia ๐‘“(๐‘ง) una funzione meromorfa con (infiniti) poli semplici nei punti ๐‘ง = ๐‘ง๐‘˜ e con

residui pari rispettivamente a

๐›ผ๐‘˜ = Res(๐‘ง๐‘˜) = lim๐‘งโ†’๐‘ง๐‘˜

[(๐‘ง โˆ’ ๐‘ง๐‘˜)๐‘“(๐‘ง)] .

Sia ๐ถ๐‘ una circonferenza di raggio ๐‘…๐‘ contenente ๐‘ di questi poli. Se risulta

verificata la condizione

lim๐‘โ†’โˆž

max|๐‘ง|=๐‘…๐‘

|๐‘“(๐‘ง)|

๐‘…๐‘= 0 ,

allora vale lo sviluppo in serie di Mittag-Leffler

๐‘“(๐‘ง) = โˆ‘๐›ผ๐‘˜

๐‘ง โˆ’ ๐‘ง๐‘˜

โˆž

๐‘˜=โˆ’โˆž

.

Si consideri, ad esempio, la funzione complessa

๐‘“(๐‘ง) =1 โˆ’ ๐‘ง cot ๐‘ง

2๐‘ง2 ,

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che รจ discontinua negli infiniti punti

๐‘ง๐‘˜ = ๐‘˜๐œ‹ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Tuttavia, รจ immediato verificare che essa รจ prolungabile per continuitร  in ๐‘ง = 0 e

che si puรฒ scrivere

๐‘“(0) = lim๐‘งโ†’0

1 โˆ’ ๐‘ง cot ๐‘ง

2๐‘ง2= lim

๐‘งโ†’0

sin ๐‘ง โˆ’ ๐‘ง

2๐‘ง2 sin ๐‘ง+ lim

๐‘งโ†’0

1 โˆ’ cos ๐‘ง

2๐‘ง2= โˆ’

1

12+

1

4=

1

6 .

Dunque, in zero non presenta alcuna discontinuitร , ma negli altri infiniti punti di

discontinuitร , per cui ๐‘˜ โ‰  0, presenta poli semplici con residui pari a

๐›ผ๐‘˜ = Res(๐‘˜๐œ‹) = lim๐‘งโ†’๐‘˜๐œ‹

[(๐‘ง โˆ’ ๐‘˜๐œ‹)1 โˆ’ ๐‘ง cot ๐‘ง

2๐‘ง2] = lim

๐‘งโ†’๐‘˜๐œ‹

sin ๐‘ง โˆ’ ๐‘ง cos ๐‘ง

2๐‘ง2โˆ™ lim

๐‘งโ†’๐‘˜๐œ‹

๐‘ง โˆ’ ๐‘˜๐œ‹

sin ๐‘ง ,

vale a dire

๐›ผ๐‘˜ = โˆ’cos(๐‘˜๐œ‹)

2๐‘˜๐œ‹โˆ™

1

cos(๐‘˜๐œ‹)= โˆ’

1

2๐‘˜๐œ‹= โˆ’

1

2๐‘ง๐‘˜ .

Pertanto, in forza del Teorema di Mittag-Leffler, si puรฒ scrivere

1 โˆ’ ๐‘ง cot ๐‘ง

2๐‘ง2= โˆ‘ ๐›ผ๐‘˜ (

1

๐‘ง โˆ’ ๐‘ง๐‘˜โˆ’

1

๐‘ง + ๐‘ง๐‘˜)

โˆž

๐‘˜=1

= โˆ‘1

๐‘˜2๐œ‹2 โˆ’ ๐‘ง2

โˆž

๐‘˜=1

,

che, nel limite per ๐‘ง โ†’ 0, consente di conseguire di nuovo il valore della serie di

Basilea

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๐‘“(0) =1

๐œ‹2โˆ‘

1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

=1

6 โ†’ ๐‘† =

๐œ‹2

6 .

In maniera simile, ma forse piรน elegante, lo svedese Johan Wรคstlund della

Chalmers University of Technology, partendo dallo sviluppo

โˆ‘1

(๐‘˜ โˆ’ ๐‘ง)2

โˆž

๐‘˜=โˆ’โˆž

= [ ๐œ‹

sin(๐œ‹๐‘ง) ]

2

,

valido per tutti i valori di ๐‘ง non interi, ha potuto determinare la somma degli interi

dispari, riportando anche unโ€™interpretazione geometrica del risultato.

Precisamente, valutando la relazione riportata per ๐‘ง = 1/2, si ottiene

โˆ‘1

(๐‘˜ โˆ’ 1/2)2

โˆž

๐‘˜=โˆ’โˆž

= ๐œ‹2 โ†’ โˆ‘1

(2๐‘˜ โˆ’ 1)2

โˆž

๐‘˜=โˆ’โˆž

=๐œ‹2

4 ,

da cui discende la somma degli inversi dei quadrati degli interi positivi dispari

๐‘†๐ท = โˆ‘1

(2๐‘˜ โˆ’ 1)2

โˆž

๐‘˜=1

=๐œ‹2

8 .

Generalizzazione

Una prima funzione speciale, legata al problema di Basilea, รจ la funzione

dilogaritmo, cosรฌ definita

Li2(๐‘ง) = โˆ’ โˆซln(1 โˆ’ ๐‘ก)

๐‘ก

๐‘ง

0

๐‘‘๐‘ก ,

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giร  conosciuta da Eulero nella forma di una rappresentazione in serie

Li2(๐‘ง) = โˆ‘๐‘ง๐‘˜

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

.

Essa si incontra frequentemente negli ordini superiori degli sviluppi in serie che

intervengono nei calcoli perturbativi dellโ€™Elettrodinamica Quantistica e del

Modello Standard delle particelle elementari. Alcuni valori caratteristici sono

Li2(0) = 0 , Li2(1) =๐œ‹2

6 , Li2(โˆ’1) = โˆ’

๐œ‹2

12

e proprio il valore Li2(1) rappresenta la soluzione del problema. Lโ€™integrale,

determinato per serie in un precedente paragrafo, puรฒ essere agevolmente

calcolato grazie a questa funzione, essendo

โˆซln ๐‘ฆ

๐‘ฆ2 โˆ’ 1๐‘‘๐‘ฆ = โˆ’

1

2[Li2(1 โˆ’ ๐‘ฆ) + Li2(โˆ’๐‘ฆ) + ln ๐‘ฆ ln(1 + ๐‘ฆ)] + ๐ถ ,

essendo ๐ถ una costante arbitraria di integrazione. Segue allora che

๐ผ = โˆซln ๐‘ฆ

1 โˆ’ ๐‘ฆ2

1

0

๐‘‘๐‘ฆ =๐œ‹2

24+

๐œ‹2

12=

๐œ‹2

8 .

Questo integrale ha anche una interpretazione probabilistica, ritrovandosi nella

determinazione della densitร  di probabilitร  del rapporto di due variabili aleatorie

di Cauchy, come ha dimostrato Luigi Pace dellโ€™Universitร  di Udine.

Comunque, un tratto di questa curva, che presenta un andamento monotono

decrescente, almeno per valori positivi dellโ€™argomento, รจ riportato nella figura

che segue, in cui il rettangolo ombreggiato evidenzia proprio che

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Li2(1) =๐œ‹2

6= ๐œ(2) ,

essendo ๐œ(2) un particolare valore della funzione zeta di Riemann, la funzione piรน

interessante e maggiormente foriera di applicazioni e che si sta per introdurre.

Prima perรฒ si deve definire cosa si intende per serie di Dirichlet, vale a dire una

qualunque serie della forma

๐‘“(๐‘ ) = โˆ‘๐‘Ž๐‘˜

๐‘˜๐‘ 

โˆž

๐‘˜=1

,

dove ๐‘  ed i coefficienti ๐‘Ž๐‘˜ sono numeri complessi. Questo tipo di serie riveste un

ruolo importante nella Teoria dei Numeri: la funzione zeta di Riemann ๐œ(๐‘ ) puรฒ

essere scritta proprio come serie di Dirichlet

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๐œ(๐‘ ) = โˆ‘1

๐‘˜๐‘ 

โˆž

๐‘˜=1

nel semipiano Re(๐‘ ) > 1 .

La restrizione รจ necessaria, affinchรฉ la serie risulti convergente; tuttavia, la

funzione si puรฒ prolungare analiticamente ad una funzione olomorfa su tutto il

piano complesso ad eccezione di ๐‘  = 1, laddove presenta un polo semplice.

I primi risultati riguardanti questa funzione furono ottenuti da Leonardo Eulero

nel diciottesimo secolo e la serie di Basilea rappresenta un particolare valore di

questa funzione, precisamente si puรฒ scrivere che

๐‘† = ๐œ(2) = โˆ‘1

๐‘˜2

โˆž

๐‘˜=1

=๐œ‹2

6 .

Tuttavia, il suo nome รจ legato a Bernhard Riemann (Breselenz, 17 settembre 1826

โ€“ Selasca, 20 luglio 1866), che nel testo

รœber die Anzahl der Primzahlen unter einer gegebenen Grรถsse,

pubblicato nel 1859, avanzรฒ l'ipotesi che sussiste una relazione tra gli zeri e la

distribuzione dei numeri primi, oggi conosciuta come congettura di Riemann. Non

รจ ancora noto se la distribuzione dei numeri primi segue o meno una tale legge:

essa, tuttavia, rappresenta uno dei sette enigmi matematici irrisolti del nostro

tempo, per cui il Clay Mathematics Institute ha messo in palio, per ciascun

problema, un milione di dollari.

Piรน in generale, come giร  avuto modo di sottolineare, si ottiene

๐œ(2๐‘›) = โˆ‘1

๐‘˜2๐‘›

โˆž

๐‘˜=1

= (โˆ’1)๐‘›+122๐‘›โˆ’1 ๐œ‹2๐‘›

(2๐‘›)!๐ต2๐‘› .

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59

Nel grafico che segue si riporta la funzione di Riemann per valori reali

dellโ€™argomento ๐‘  = ๐‘ฅ โˆˆ โ„ e si osserva che essa decresce in maniera monotona,

fino a raggiungere, per valori elevati dellโ€™argomento, lโ€™asintoto orizzontale

lim๐‘ฅโ†’โˆž

๐œ(๐‘ฅ) = 1 .

Vale la pena notare anche la presenza dellโ€™asintoto verticale in ๐‘ฅ = 1.

Conclusioni e ringraziamenti

Si รจ raccolto in questo scritto un poโ€™ di storia e le piรน interessanti soluzioni

proposte nel corso dei secoli del problema di Basilea, un problema classico

dellโ€™Analisi Matematica, risolto per la prima volta in maniera brillante dal giovane

Eulero. Alcune delle soluzioni riportate sono state liberamente riadattate dallo

scrivente e rese, in certa misura, originali. Il celebre matematico britannico Sir

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Michael Francis Atiyad, noto per i suoi numerosi contributi alla Geometria, ha

dichiarato in unโ€™intervista:

Any good theorem should have several proofs, the more the better. For two reasons:

usually, different proofs have different strengths and weaknesses, and they

generalize in different directions โ€“ they are not just repetitions of each other.

Questo problema รจ molto interessante anche dal punto di vista didattico, dato che

rafforza la preparazione dello studente universitario, essendo risolubile con

metodi assai diversi tra loro e, quindi, consente di passarli in rassegna, tenendoli

ben desti nella memoria. Dei metodi descritti si ha continuamente bisogno nelle

diverse applicazioni matematiche e soprattutto devono essere ben chiare a coloro

che volessero cimentarsi con il calcolo della costante di Apery.

Desidero fare un ringraziamento ad Emilio Ambrisi, caro amico e presidente

nazionale della Mathesis, il quale, durante il convegno Mathesis tenutosi a Serra

San Bruno nel mese di gennaio del 2016, ha, da par suo, riacceso nella mia

memoria questo problema, tanto che, come dice molto bene Dante, raunai le

fronde sparte (Inferno, Canto XIV) e decisi di raccogliere in questo scritto quanto,

in momenti diversi della mia esistenza, avevo appreso sul problema di Basilea.

Riferimento bibliografico

Si consiglia di leggere, e non soltanto per il problema di Basilea, lโ€™interessante

libro dei due accademici, lโ€™austriaco Martin Aigner ed il tedesco Gรผnter Matthias

Ziegler, dal titolo

Proofs from THE BOOK

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cioรจ Dimostrazioni dal Libro, edito da Springer-Verlag Italia a Milano nel 2006,

nellโ€™edizione italiana curata da Alfio Quarteroni. La serie di Basilea รจ trattata nel

capitolo settimo, intitolato Tre volte ๐œ‹2/6 ed alla fine del capitolo il lettore troverร 

unโ€™ampia bibliografia su questo problema.

Si tratta del Libro nel quale, a detta del grande Paul Erdล‘s, Dio conserva le

dimostrazioni matematiche, aggiungendo che non รจ necessario credere in Dio,

tuttavia, in quanto matematici, si deve credere nel Libro. Si tratta di un manuale

di eleganti dimostrazioni di celebri teoremi, corredato da simpatiche illustrazioni

e tradotto in almeno tredici lingue diverse; alcuni teoremi sono presenti con

diverse dimostrazioni e con parecchi risultati collegati.

Paul Erdล‘s

Budapest, 26 marzo 1913 โ€“ Varsavia, 20 settembre 1996

Il testo รจ suddiviso in cinque sezioni, secondo lo schema di seguito riportato.

1) Teoria dei numeri: i teoremi dimostrati sono lโ€™infinitร  dei numeri primi, il

postulato di Bertrand, la reciprocitร  quadratica, il Teorema di Fermat sulle

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somme di due quadrati, il teorema di Wedderburn sui corpi finiti,

lโ€™irrazionalitร  del numero di Nepero ed il calcolo di ๐œ(2).

2) Geometria: presenta la soluzione del terzo problema di Hilbert, alcune

conseguenza della formula di Eulero, una discussione della congettura di

Borsuk e la dimostrazione del Teorema di rigiditร  di Cauchy.

3) Analisi Matematica: vi sono diverse dimostrazioni legate all'ipotesi del

continuo e alla numerabilitร  dei numeri razionali, un elogio delle

disuguaglianze, il problema dellโ€™ago di Buffon e la dimostrazione del

Teorema Fondamentale dellโ€™Algebra.

4) Combinatoria: presenta il principio dei cassetti, alcuni teoremi sugli insiemi

finiti e sui quadrati latini.

5) Teoria dei Grafi: vi รจ, tra le altre cose, la dimostrazione del Teorema dei

cinque colori.

Il principio ispiratore nella scelta dei teoremi da dimostrare e delle dimostrazioni

proposte รจ che non vi รจ posto perenne per la Matematica brutta.

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Appendice: dimostrazione della somma adoperata

Si comincia ad osservare che la funzione โ„Ž(๐‘ฅ) = cot2 ๐‘ฅ definisce una

corrispondenza biunivoca nellโ€™intervallo

๐ฝ = {๐‘ฅ: 0 < ๐‘ฅ < ๐œ‹/2} .

Questa affermazione รจ evidente, se si considera il grafico della funzione

cotangente al quadrato per ๐‘ฅ โˆˆ ๐ฝ, riportato nella figura che segue, in cui si mostra

il suo andamento strettamente monotono.

Un dimostrazione piรน formale รจ ora sviluppata. Si supponga che esistano due

valori, detti ๐‘ฅ, ๐‘ฆ โˆˆ ๐ฝ, per cui cot2 ๐‘ฅ = cot2 ๐‘ฆ. Dato che la funzione cotangente non

รจ mai negativa in ๐ฝ, si ha pure che

cot ๐‘ฅ = cot ๐‘ฆ con ๐‘ฅ, ๐‘ฆ โˆˆ ๐ฝ .

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Ora, sempre nellโ€™intervallo considerato, la funzione cotangente รจ strettamente

crescente, per cui si puรฒ affermare che ๐‘ฅ = ๐‘ฆ.

Detto ciรฒ, una maniera per dimostrare che

โˆ‘ cot2๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1

๐‘š

๐‘˜=1

=๐‘š(2๐‘š โˆ’ 1)

3 ,

รจ quella di partire dalla ben nota formula per il calcolo della potenza nel campo

complesso, dovuta al matematico francese Abraham de Moivre, per cui

cos(๐‘›๐‘ฅ) + ๐‘— sin(๐‘›๐‘ฅ)

sin๐‘› ๐‘ฅ=

(cos ๐‘ฅ + ๐‘— sin ๐‘ฅ)๐‘›

sin๐‘› ๐‘ฅ= (cot ๐‘ฅ + ๐‘—)๐‘› โˆ€๐‘ฅ โˆˆ โ„ ,

in cui ๐‘— rappresenta lโ€™unitร  immaginaria e ๐‘› รจ un intero positivo.

Abraham de Moivre

Vitry-le-Franรงois, 26 maggio 1667 โ€“ Londra, 27 novembre 1754

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La potenza ๐‘› โˆ’esima puรฒ essere sviluppata secondo la formula del binomio di

Newton, per cui

cos(๐‘›๐‘ฅ) + ๐‘— sin(๐‘›๐‘ฅ)

sin๐‘› ๐‘ฅ=

(cos ๐‘ฅ + ๐‘— sin ๐‘ฅ)๐‘›

sin๐‘› ๐‘ฅ= โˆ‘ (

๐‘›๐‘ 

) ๐‘—๐‘  cot๐‘›โˆ’๐‘  ๐‘ฅ

๐‘›

๐‘ =0

.

Ora, considerandone la sola parte immaginaria, si puรฒ scrivere la seguente

espansione

sin(๐‘›๐‘ฅ)

sin๐‘› ๐‘ฅ= (

๐‘›1

) cot๐‘›โˆ’1 ๐‘ฅ โˆ’ (๐‘›3

) cot๐‘›โˆ’3 ๐‘ฅ + โ‹ฏ .

Si supponga poi che ๐‘› sia un intero dispari, cioรจ si immagini che ๐‘› = 2๐‘š + 1 , in

modo che lโ€™ultima relazione si possa scrivere nella forma equivalente

sin[(2๐‘š + 1)๐‘ฅ]

sin2๐‘š+1 ๐‘ฅ= โˆ‘ (

2๐‘š + 12๐‘˜ โˆ’ 1

) (โˆ’1)๐‘˜โˆ’1 cot2๐‘š+2โˆ’2๐‘˜ ๐‘ฅ

๐‘š+1

๐‘˜=1

.

Valutando questa espressione in corrispondenza di uno zero non nullo ๐‘ฅ๐‘˜ โ‰  0

della funzione seno al primo membro, essa diventa

0 = โˆ‘ (2๐‘š + 12๐‘˜ โˆ’ 1

) (โˆ’1)๐‘˜โˆ’1 cot2๐‘š+2โˆ’2๐‘˜ ๐‘ฅ๐‘˜

๐‘š+1

๐‘˜=1

.

Se poi si scelgano soltanto gli zeri appartenenti nel primo quadrante, sicchรฉ

0 < ๐‘ฅ๐‘˜ =๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1<

๐œ‹

2 con ๐‘˜ = 1, 2, โ‹ฏ , ๐‘š ,

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si puรฒ affermare che, essendo il quadrato della cotangente una funzione

invertibile nellโ€™intervallo ๐ฝ, la sequenza

๐‘ก๐‘˜ = cot2๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1

assume un valore diverso per ogni valore di ๐‘˜ = 1, 2, โ‹ฏ , ๐‘š. Si introduce allora un

polinomio di grado ๐‘š, definito come

๐‘(๐‘ก) = โˆ‘ (2๐‘š + 12๐‘˜ โˆ’ 1

) (โˆ’1)๐‘˜โˆ’1 ๐‘ก๐‘šโˆ’๐‘˜+1 ,

๐‘š+1

๐‘˜=1

le cui ๐‘š radici sono tutte reali e distinte e coincidono proprio con le precedenti

๐‘ก๐‘˜ . Siccome รจ ben noto che, per un generico polinomio di grado ๐‘š(โ‰ฅ 1)

๐‘(๐‘ก) = ๐‘Ž๐‘š๐‘ก๐‘š + ๐‘Ž๐‘šโˆ’1๐‘ก๐‘šโˆ’1 + โ‹ฏ + ๐‘Ž1๐‘ก + ๐‘Ž0 con ๐‘Ž๐‘š โ‰  0 ,

la somma delle sue radici, contando le molteplicitร , รจ pari a

somma delle radici = โˆ’๐‘Ž๐‘šโˆ’1

๐‘Ž๐‘š ,

nel caso in esame, si ottiene

โˆ‘ ๐‘ก๐‘˜

๐‘š

๐‘˜=1

= โˆ‘ cot2๐‘˜๐œ‹

2๐‘š + 1

๐‘š

๐‘˜=1

=(

2๐‘š + 13

)

(2๐‘š + 1

1)

=๐‘š(2๐‘š โˆ’ 1)

3 ,

che era precisamente quanto si desiderava dimostrare.


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