Parole sulla scuola,
scuola di parole
@flaviatrupiahttp://discorsipotenti.blogspot.it/retoricatiamo.it
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I bambini con una buona istruzione sbocciano. I bambini con un’educazione povera vivranno per
sempre con questa tara. Quanto talento, e
capacità, e potenzialità sprechiamo?
Quanti bambini non sapranno mai che, nella vita, una buona educazione non solo fa guadagnare di più, ma che l’arte e la cultura allargano l’immaginazione e gli orizzonti?
Un’istruzione scadente è una tragedia personale e uno scandalo nazionale.
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Ma dalla crisi non usciremo semplicemente con una ricetta economica, anche se fin dalla prossima settimana arriveranno i primi provvedimenti economici del nuovo Governo.
No, dalla crisi si esce con una scommessa sul valore più
grande che un Paese può incentivare: educazione, educazione, educazione.
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Piero Calamandrei, Discorso al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale, Roma11 febbraio 1950
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Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli
organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura.
Ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo.
Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il
sangue.
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[…] alla fine dei conti, le circostanze della vostra vita – il vostro aspetto, le vostre origini, la vostra condizione economica e
familiare – non sono una scusa per trascurare i compiti o avere un atteggiamento negativo.
Non ci sono scuse per rispondere male al proprio insegnante, o
saltare le lezioni, o smettere di andare a scuola. Non c’è scusa per chi non ci prova.
[…] Michael Jordan […] perse centinaia di incontri e mancò migliaia di canestri durante la sua carriera. Ma una volta disse: «Ho fallito più e più volte nella mia vita. Ecco perché ce l’ho fatta».
Nessuno è nato capace di fare le cose, si impara sgobbando.
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Era ovviamente impossibile unire i puntini guardando al futuro mentre ero al college […]. Ma la realizzazione era estremamente chiara, guardandola dieci anni dopo.
Ve lo ripeto, non puoi unire i puntini guardando al futuro, puoi connetterli in un disegno, solo se guardi al passato.
Dovete quindi avere fiducia nel fatto che i puntini si connetteranno, in qualche modo, nel vostro futuro.
Dovete avere fede in qualcosa, il vostro intuito, il destino, la vita, il karma, quello che sia. Questo approccio non mi ha mai deluso e ha fatto tutta la differenza nella mia vita.
Per me e Bill non c’è stata esperienza più impegnativa,
gratificante e che ci ha reso umili come crescere nostra
figlia.
Abbiamo imparato che per crescere un bambino felice, sano e pieno di speranza ci vuole una famiglia. Ci vogliono gli insegnanti. Ci vogliono i sacerdoti.
Ci vogliono gli imprenditori. Ci vogliono i capi delle comunità. Ci vogliono coloro che proteggono la nostra salute e la nostra
sicurezza. Ci vogliono tutti noi. Sì, ci vuole un villaggio.
E ci vuole un presidente.
[…] Ci vuole Bill Clinton.
«Per educare un figlio ci vuole un villaggio». Per educare un ragazzo ci vuole tanta gente: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti! Vi piace questo proverbio africano? […]
Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà.
[…] Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E
noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà!
[…] E poi amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al
bello.
La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita!
Gli estremisti avevano e hanno paura dell’istruzione, dei libri e delle penne.
Hanno paura del potere dell’istruzione. Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa. Ed è per questo che hanno appena ucciso a Quetta 14 studentesse di medicina innocenti. È per questo che fanno saltare scuole in aria tutti i giorni. È per questo che uccidono i volontari antipolio […].
Perché hanno avuto e hanno paura del cambiamento, dell’uguaglianza che essa porterebbero nella nostra società. […]
I Taliban hanno paura dei libri perché non sanno che cosa c’è scritto dentro.
I Taliban pensano che Dio sia un piccolo essere conservatore che manderebbe le bambine all’inferno
soltanto perché vogliono andare a scuola.