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Organo d’informazione interna dell’Unione Pensionati Gruppo UniCredit
Sicilia Orientale e Calabria
Sede: Corso Sicilia, 8 – 95131 – Catania – telef.0959521977 Redattori: Ninì Renzo Pappa, Pasquale Alessandro, Antonino Magrì, Michele Pitrone
Periodico redatto stampato e distribuito in proprio, gratuitamente ed esclusivamente, al personale in quiescenza
Anno IV°
Num.3
Marzo
2016
Cari amici,
penso che sarete d'accordo con me nel verificare che con il passare del tempo, lo stesso scorra
sempre più velocemente e purtroppo ci accorgiamo di non aver realizzato tutto quello che avremmo
voluto.
A tal proposito, raccogliendo le lamentele di alcuni di voi, ci impegniamo ad intensificare i nostri
sforzi per attivare delle iniziative che coinvolgano sempre più iscritti su diversi fronti.
Per cominciare comunico che, solo per Catania, abbiamo rinnovato la convenzione con il patronato
Caf ACLI che lo scorso anno ha assistito positivamente diversi nostri iscritti.
Ribadisco comunque che il principale scopo del nostro sodalizio è quello di tutelare gli interessi
previdenziali dei soci e nel raccomandarvi il sostegno, vi invito a seguire gli eventi attraverso
quanto riportato sul periodico nazionale "La Quercia Nuova".
Colgo l'occasione per salutare, con vivo piacere, l'ingresso di quattro nuovi soci, Maria Fiamingo,
Michele Aurite, Giacomo Russo e Corrado Sfragaro di recente pensionati.
Alla fine di questo mese ricorre la SANTA PASQUA e a nome mio e di tutto il direttivo porgo i più
affettuosi AUGURI.
Il Presidente
EDITORIALE
Sommario :
Pag, 1 Editoriale Pag. 6 Ricette carnascialesche di M.Pitrone
Pag. 2 Viva S.Agata di S.Ramella Pag. 7 Dobbiamo piangere o ridere di N.Pappa
Pag. 3 Grida la terra di città di A.Teresi Pag. 8 Accadeva cento anni fa’ di S.Ramella
Pag. 4 Tanti auguri e vignette Pag. 9 Amarcord di N.Magrì
Pag. 5 L’angolo del relax e del buon umore Pag.10 L’Angolo del tempo che fu….
Anno IV°
Num. 3
Marzo
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Come già preannunciatovi nel numero dello scorso mese di feb 2016 proseguo nella mia narrazione
sulla festa di Sant’Agata che ogni anno si tiene nella mia città di Catania.
Le "candelore"
Il popolo, da sempre vicino alla patrona, ha
voluto essere presente nella festa con
creazioni proprie, opere di fattura artigianale
che rappresentassero, inoltre, le associazioni
delle varie categorie di lavoratori.
La festa di Sant’Agata è inscindibile dalla
tradizionale sfilata delle "candelore", grandi
ceri realizzati in legno, rivestiti con
decorazioni artigianali, puttini in legno
dorato, santi e scene del martirio, fiori e
bandiere. Sono portate a spalla da un numero
di portatori che può
variare da 4 a 12 uomini
in relazione al peso che
va dai 400 fino ai 1.000
chili. Ognuna delle 12
candelore possiede una
precisa identità. Sulle
spalle dei portatori, essa
si anima e vive la
propria unicità, che si
compone di diversi
elementi: la forma che
caratterizza il cero,
l’andatura e il tipo di
ondeggiamento che gli
viene dato, la scelta di
una marcia come sottofondo musicale. Tipica
andatura la cosiddetta "annacata" utilizzata in
segno di ossequio o rispetto per qualche
benefattore o associato.
Le candelore sfilano sempre nello stesso
ordine. Ad aprire la processione è il piccolo
cero di Sant'Agata, che venne donato nel
1766 da monsignor Ventimiglia.
Il primo grande cero, dei rinoti, rappresenta
gli abitanti del quartiere di San Giuseppe La
Rena ed é realizzato in stile barocco,
contraddistinto alla base da quattro aquile
poste agli angoli.
E’ seguito da quello dei giardinieri e dei
fiorai, realizzato all’ inizio dell’Ottocento in
stile gotico-veneziano, per il suo aspetto
regale viene denominata "la regina". Per
controversie con il Comitato dei fedeli non
ha partecipato alla festa dal 1954 al 1960.
Il terzo in ordine di uscita è quello dei
pescivendoli, in stile tardo-barocco o rococò
con fregi santi e piccoli pesci, gli altarini
sono cinti da una
ghirlanda che dondola
nel suo procedere; il suo
passo inconfondibile ha
fatto guadagnare alla
candelora il soprannome
di "bersagliera". Il cero
che segue è quello dei
fruttivendoli, che invece
per il suo passo elegante
e leggiadro è chiamato
la "signorina", ha alla
base quattro splendidi
cigni.
Quello dei macellai o
meglio dei "chianchieri"
è una torre a quattro ordini, con alla base
quattro artistici leoni ed al centro la
raffigurazione di San Sebastiano protettore
della categoria, danneggiata nel 1943 é stata
più volte restaurata.
La candelora dei pastai è un semplice
candeliere settecentesco senza scenografie
costruita in stile barocco, porta in cima una
corona in legno dorato.
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VIVA S.AGATA a cura di Salvo Ramella
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Num. 3
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La candelora dei pizzicagnoli è in stile liberty,
con quattro belle cariatidi alla base.
La candelora dei bettolieri, realizzata in stile
impero é la più alta di tutte, alla base
troneggiano quattro leoni in atteggiamento
mansueto.
La candelora dei panettieri, costruita nel 1731,
venne fortemente danneggiata durante il
bombardamento del 1943 che colpì duramente
il centro di Catania e fra questi il "deposito
della vara" dove era custodita; é la più pesante
di tutte, ornata con grandi angeli ai quattro
angoli, per la sua cadenza è chiamata la
"mamma".
A seguire la candelora più recente, quella del
Villaggio Sant’Agata.
Chiude la processione la candelora del circolo
cittadino di sant’Agata che fu voluta dal
cardinale Dusmet nel 1876, si compone di tre
ordini nel secondo dei quali sono raffigurate
le figure di Sant'Agata, di Sant’Euplio e
dell'Immacolata Concezione, compatrona di
Catania: al termine culmina con una cimosa
di fiori.
La tradizione della candelora a Catania risale
agli inizi del sesto secolo, quando se ne
contavano giá 22, esistevano infatti quelle dei
calzolai, dei confettieri, dei muratori e molte
altre in rappresentanza di arti e mestieri ormai
scomparsi, fino a raggiungere in alcuni
periodi il numero di 28.
GRIDA LA TERRA DI CITTA’
Grida la terra di città, arsa da anni di siccità,
soffocata da milioni di granelli di smog ad
asfissiarla, irrigata da umane e fetide urine di
cani randagi. Grida la terra di città, incapace
di germogliare, incapace di fiorire. Grida la
terra di città sulla cui crosta un albero grande,
maestoso, dalla fronda larga e possente ha
deciso di sopravvivere a tutto, spandendo la
sua coperta di rami come ombra benigna.
Grida la terra di città e attorno brulica
l’umanità distratta, il cemento sovrapposto in
piani dagli occhi miopi. Il formicaio non
vede, il formicaio non sente l’odore della
polvere che tenta di soffocarlo. Ma cartoni in
forma umana, in scatoli bara, si riproducono
ogni notte in cellule vive, dalla pelle bruciata
dai sogni infranti, dai silenzi taglienti di
straniere bocche cucite. Scatoli illuminati da
Giove e Venere in amore, che distratti bucano
l’aria a colorare un cielo senza speranza,
respirano piano, per non farsi sentire… Case
senza anima, infiammabili, coperte di stracci
tutto attorno alla sua ombra drenano le paure,
assorbono i fiati e proteggono i sogni dagli
orrori del giorno, che ladro ogni volta ritorna,
fino all’eternità di mille vite dannate, vigili in
giacigli assonnati.
Anna Teresi
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Alessi Elio (14) Bonanno Giuseppe (28) Cipriani Alessandro(12) Conti Lorenzo (27) D’Arrigo
Fortunata (31) Drago Gaetano (4) Ferraro Nicoletta (8) Garaffo Giovanni(14) Golini Bruna (7)
Guarino Giuseppe (26) Leotta Filippo (10) Polimeni Domenico (15) Sanfilippo Giuseppe (9)
buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno
buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno
LA VIGNETTA DEL MESE LA FOTO CURIOSA DEL MESE
Triste realtà. Questa si che può essere definita una
donna con gli…….attributi.
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Brevissime
Informiamo i nostri lettori che quest’anno le Giornate FAI di primavera si svolgeranno il 19 e 20
marzo. Il sito non è ancora aggiornato per cui non siamo in grado di fornirvi i dettagli. Invitiamo
pertanto i soci che utilizzano il computer di seguire su internet e ad usare il “passaparola” per
divulgare la notizia di questa manifestazione che assume, di anno in anno, sempre maggiore
interesse.
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IMPORTANTE
CI VIENE PRECISATO CHE “ PER QUANTO RIGUARDA IL PENSIONATO DI 85 ANNI
COMPIENDOLI NEL CORSO DEL 2016 POTRA’ ADERIRE ALLA POLIZZA PER L’INTERO
BIENNIO 2016/2017 “
L’ANGOLO DEL RELAX E DEL BUON UMORE
COSI’, TANTO PER RIDERE
“Voglio il divorzio “ dice un tale al suo
avvocato. “ Per quale motivo ? “ gli
chiede il legale “Mia moglie mi ha dato
dell’imbecille ! “. “Mi sembra un motivo
un po’ fiacchino! “, risponde l’avvocato.
“ Comunque mi dica esattamente come
sono andate le cose”
“L’altro giorno sono tornato a casa prima
del solito e l’ho trovata a letto con un
tipo. Le ho urlato: cosa stai facendo
Eufrasia ?.
E lei mi ha risposto: “ma non lo vedi
imbecille ! “.
Carabbbbbinieri Siete in contravvenzione.
Perché ?
Siete in 2 e state viaggiando su una A 1.
Ma mi faccia il piacere: A1 è il tipo di
autovettura. Chiami il suo collega e vedrà
che glielo confermerà.
Non può, è occupato. Sta sanzionando
un altro automobilista
E perché.
Sono in 5 su una A 4
HANNO DETTO
IL DENARO Il denaro può comprare una casa non una
famiglia.
Il denaro può comprare un orologio ma
non il tempo.
Il denaro può comprare un libro e non la
conoscenza.
Il denaro può pagare un medico non
comprare la salute.
Il danaro può comprare il sangue, non la
vita.
Il denaro può comprare il sesso non
l’amore.
Il denaro può comprare dei fiori non la
primavera.
Col denaro compri ciò che vuoi ma mai la
felicità.
(antico proverbio cinese )
La matematica non è un opinione ! Se tu
hai 10.000 euro e tua moglie 100 LEI NE
AVRA’ 10.100. ( proverbio…..internazionale )
La giovinezza sarebbe un periodo più
bello se solo arrivasse un po’ più tardi nella
vita.
( Charlie Chaplin )
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RICETTE CARNASCIALESCHE PIGNOLATA MESSINESE
PREPARAZIONE PER LA PASTA DELLA PIGNOLATA MESSINESE
In una terrina sbattere con energia i tuorli d’uovo e l’alcool, quindi
aggiungere poco per volta la farina amalgamando fino a ottenere un
impasto omogeneo e consistente che tenderà a staccarsi dalle pareti
della terrina.
Fatto questo, stendere con le mani l’impasto su una spianatoia
formando dei bastoncini sottili circa 7-10 mm. Quindi tagliare i
bastoncini in tocchetti lunghi circa un paio di centimetri ciascuno.
Friggere poco per volta i tocchetti della pignolata in abbondante
strutto caldo rigirandoli di tanto in tanto fino a farli dorare un po’ e
riporli infine su carta assorbente per fargli perdere il grasso in
eccesso.
PER LA GLASSA AL CIOCCOLATO
In un pentolino posto su fiamma molto bassa sciogliere il burro e
unire, poco per volta, lo zucchero a velo, il pizzico di vaniglia, il
cacao setacciato e dell’acqua che andrà versata a filo fino ad
ottenere la giusta densità. Lasciare intiepidire.
PER LA GLASSA AL LIMONE
Versare lo zucchero in un pentolino e scaldarlo a fiamma molto
bassa fino a quando non comincerà a filare, quindi versarlo in una
terrina e incorporarvi poco per volta gli albumi montati a neve.
Girare a lungo con un cucchiaio versando nel frattempo il succo
dei limoni a filo fino a ottenere una glassa morbida e bianca.
CONFEZIONAMENTO DELLA PIGNOLATA MESSINESE
Dividere i tocchetti fritti della pignolata messinese in due porzioni uguali e amalgamare bene la prima porzione con la
glassa al cioccolato tiepida e la seconda porzione con la glassa al limone. Dopodichè sistemare le due porzioni di
pignolata su di un piatto da portata, l’una accanto all’altra in modo da formare un’unica montagnola bicolore, e lasciare
che le glasse si asciughino per almeno un’ora prima di servire.
Questo è il dolce “tipicissimo” messinese di carnevale che vi proponiamo fuori tempo utile per
due motivi: primo perché abbiamo ritenuto opportuno dare la precedenza, nello scorso numero, alla
“cascatelle” più genericamente siciliane e dopo perché questa ricetta è senz’altro molto più
laboriosa con conseguente maggiore impegno e perdita di tempo. Provate a prepararla e buona
degustazione !
a cura di Michele Pitrone
Ingredienti
Per la pignolata:
750 g di farina 00
12 tuorli d’uovo
100 ml di alcool puro per dolci
Strutto per friggere q.b.
Per la glassa al cioccolato:
300 g di zucchero a velo
300 g di cacao amaro
200 ml di acqua
150 g di burro
Un pizzico di vaniglia
Per la glassa al limone:
400 g di zucchero a velo
Succo di 4 limoni
4 albumi d’uovo
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Num. 3
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Burocrazia & Arte a cura di n.r.pappa
Ricordate l’articolo pubblicato nel numero di gennaio dal titolo “La burocrazia in Italia: una
cancrena inestirpabile” ? Finalmente la situazione si è risolta in maniera positiva: anche la Regione
Sicilia ha approvato il regolamento , che è praticamente lo stesso di quello nazionale, che riguarda
la sponsorizzazione dei beni culturali.
Adesso la Cantina Settesoli può realizzare il suo progetto riguardo il Parco Archeologico di
Selinunte (e le Cave di Cusa). L’11 febbraio è stato firmato il contratto per stabilire i dettagli
dell’iniziativa.
Ed allora: tutto è bene quel che finisce bene. Ma ci si chiede perché tutte queste lungaggini
burocratiche ? Non c’è la possibilità di eliminarle o, quantomeno, snellirle ?
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DOBBIAMO PIANGERE O RIDERE ? Noterelle a cura di ninì renzo pappa
Leggete queste affermazioni di due personaggi politici e……..traetene le conclusioni
Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha proposto una soluzione per un
sostegno pari a 320 euro mensili per un milione di poveri per “dare la
possibilità a tutti di vivere dignitosamente”. Ovviamente, considerata la
furbizia degli italiani (anche i poveri possono diventare furbi: la povertà,
così come la fame, aguzza l’ingegno) ci sono alcuni paletti: chi riceverà
l’assegno avrà alcuni obblighi, come mandare i figli a scuola (non è
precisato se sono inclusi gli studi universitari con relative spese per chi
risiede fuori sede ) o accettare un’occupazione.
Mi chiedo e chiedo all’egregio signor Ministro: ma Lei riuscirebbe a vivere
con questo importo. In caso di risposta affermativa ci suggerisca come. Per
noi pensionati bancari sarebbe l’occasione di risparmiare un mucchio di soldi e permetterci una Ferrari,
alberghi di lusso nelle principali località turistiche e tant’altro ancora: insomma una vita da quasi “ nababbi”
.
Altra perla da parte del deputato all’Assemblea Regionale Siciliana
Vincenzo Vinciullo il quale in una intervista rilasciata all’emittente
“LA7” ha detto testualmente : “Le posso assicurare che con quello che
prendiamo abbiamo, come tutti i comuni mortali, difficoltà ad arrivare a fine mese” precisando però , con……. un’onestà intellettuale
degna del massimo encomio , i motivi e cioè: mantenimento di case a
Palermo e Siracusa, Segreteria Politica, spese condominiali e di carburante
per i viaggi a o da Palermo e quant’altro. Pare che l’on.Vinciullo non abbia gradito le critiche rivoltegli (da più parti
sui social network gli è stato rivolto l’invito a “trovarsi un lavoro vero”) e
addirittura abbia dato incarico ai suoi avvocati di adire le vie legali contro
i suoi denigratori
Se volete inviateci un vostro commento.
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Nonostante esistesse già dal 1867 un
collegamento ferroviario tra Catania e
Acireale le località intermedie costiere di
Acicastello, Acitrezza e Capo Mulini non ne
potevano usufruire a causa della distanza
eccessiva della propria stazione. Venne
pertanto progettata una
tranvia con un percorso che
attraversava direttamente le
località interessate servendo
anche alle esigenze della città
di Acireale la cui stazione era
stata costruita all'estremità
meridionale dell'abitato.
La prima domanda di
concessione venne presentata
il 26 febbraio del 1907
dall'avvocato G. Lombardo
Indelicato per conto di una
società che all'uopo si
sarebbe costituita. Detta
concessione venne accordata, con regio
decreto n. 1469 del 30 novembre 1911, solo
dopo la convenzione stipulata il 10 novembre
dello stesso anno tra il Ministero dei Lavori
Pubblici, nella persona dell'ispettore generale
dirigente l'ufficio speciale delle ferrovie, ed il
legale rappresentante della Società Anonima
Galatea. La tranvia venne realizzata e
inaugurata proprio alle soglie della prima
guerra mondiale, il 10 febbraio del 1915.
Durante gli anni del conflitto ai figli dei
soldati, alunni dell'istituto San Luigi di
Acireale fu concesso, su interessamento
dell'on. Pennisi di Santa Margherita, il
biglietto di libera
circolazione nella linea
tramviaria Catania -
Acireale.
La Società Anonima
Galatea, costituitasi in
Acireale, ebbe come
amministratore
l'avvocato Gabriello
Carnazza, in seguito
ministro dei lavori
pubblici nel primo
governo Mussolini.
Con l'avvento del
traffico automobilistico e
il calo di utenza, anche per il fatto che
esisteva la linea abbastanza vicina delle FS
con stazioni ad Acitrezza e Cannizzaro e
fermate ad Aci Castello e Ognina non si
ritenne più opportuno mantenerla in esercizio
e venne soppressa nel 1934.
( nella foto: il tram a Piazza Vigo ad Acireale).
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molti di noi , ha una certa età e specialmente nel periodo invernale riduce le uscite da casa. Per
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quant’altro ).
ACCADEVA CENTO ANNI FA’ a cura di Salvo Ramella
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AMARCORD (a cura di Nino Magrì)
Ad onore del vero non siamo adusi a riportare sul nostro giornale tutte le mail e/o le attestazioni di
stima che riceviamo da parte dei destinatari dello stesso.
Ma questa volta ci sembra giusto fare un’eccezione in considerazione del fatto che il mittente della
mail è un caro amico che ha lavorato presso la filiale di Catania del Credito Italiano e che si è fatto
benvolere per la simpatia che trasmetteva in ogni contatto interpersonale nonostante fosse un…….
continentale!! Sto parlando di Armando Gioberti dell’ufficio “Stabili” che a quei tempi faceva parte
del “PIC” (Personale - Ispettorato - Contabilità).
“Caro Nino, ho ricevuto il Giornalino, del
quale ti ringrazio e voglio condividere con voi
l'esultanza per la festa di S. Agata, al cui
ricordo sono molto
legato. Infatti giunsi a
Catania il 2 feb., del
...lontano 1967
(mi...lontanissimo, 49
anni fa)
e fui piacevolmente
sorpreso
dall'atmosfera festosa
che si respirava in
tutta la città, proprio
per i festeggiamenti
della vostra Patrona.
Venivo da Sassari e
mi apprestavo a
sostituire il Collega
Carta, che aveva
rifiutato il
trasferimento.
L'esordio non poteva essere dei migliori e ne
approfittai per barare un po' con Vittoria alla
quale telefonai per riferirle del viaggio e poi,
aggiunsi che, evidentemente, saputo del mio
arrivo, la città tutta, s'era addobbata per
riservarmi un'accoglienza regale. L' ho
sparata grossa ma, in qualche modo quei
festeggiamenti, riservati alla Santa, mi
coinvolsero e furono, per me, di buon
auspicio. Posso dire d'aver trascorso quattro
anni della mia vita lavorativa, tra i più belli e
gratificanti, non solo dal punto di vista
professionale me,
soprattutto, umano.
E questo grazie a voi
tutti, alla vostra
ospitalità e alla
stima e all' affetto
che mi avete sempre
manifestato. Era il
mio primo
trasferimento
ufficiale, in un
ambiente nuovo, con
tutta la famiglia al
seguito e, quindi con
mille problemi di
ambientazione.
Eppure, dopo pochi
giorni mi sono
sentito come a casa mia e la permanenza è
andata in crescendo. Non lo dimenticherò
mai: la vostra accoglienza m' è stata di
conforto e di sostegno. E allora Viva S.
Agata, per tutto quello che m'ha saputo dare,
rendendomi partecipe della vostra esistenza,
offrendomi l'opportunità di vivere un tratto
della mia vita indimenticabile. Salutami tutti
gli amici e fai gli auguri di buon compleanno
a Sergio. Un abbraccio.”
Anno IV°
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L’ANGOLO
del tempo che fu…… Gli antichi mestieri: il calzolaio (“u
scarparu”).
Veramente la figura del calzolaio esiste ancor
oggi ma modernizzata con laboratori all’insegna
dei tempi correnti. Ma noi vogliamo ricordare la
figura del vecchio “ciabattino”, come quella che
vi proponiamo nella foto, intorno al quale si
riunivano a discutere di argomenti vari amici e
clienti. A quei tempi si portavano le scarpe a
ripararle per farle durare il più a lungo possibile.
E duravano veramente….
………….e delle perle del nostro territorio
Località “QUATTROCCHI” nell’isola di Lipari (Isole Eolie) da cui si gode un panorama semplicemente
mozzafiato con vista sulla meravigliosa spiaggia di Valle Muria, i faraglioni e, di fronte, l’isola di Vulcano.
Le guide turistiche, ed anche gli abitanti, vi diranno che il nome deriva dal fatto che “due occhi non bastano
per vedere quel che c’è da vedere da lassù: ce ne vorrebbero almeno quattro”. E forse non hanno tutti i torti.