PIANO DI ZONA DEI COMUNI DI NICHELINO, NONE, VINOVO E CANDIOLO
DOCUMENTO CONCLUSIVO DELLA PRIMA FASE DI LAVORO DEDICATO ALL’ANALISI DEI PROBLEMI E ALL’INDIVIDUAZIONE
DELLE PRIORITÀ PER LA PROGETTAZIONE
Nichelino, Giugno 2004
A cura del gruppo di lavoro composto dai coordinatori dei tavoli (Cappello Giovanni, Novarino Laura, Pastorelli Angela, Preteroti Francesca, Savoldi Susanna) e dai consulenti per la realizzazione del Piano di Zona (Marco Brunod, Adriana Sumini).
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Indice
Presentazione pag. 3
Problemi e priorità trasversali pag. 4
Tavolo tematico: Minori e responsabilità famigliari pag. 6
Tavolo tematico: Disabilità pag. 11
Tavolo tematico: Anziani pag. 17
Tavolo tematico: Dipendenze patologiche pag. 28
Tavolo tematico: Contrasto della povertà e Immigrazione pag. 38
Mappa delle Risorse pag. 47
Allegati Tavolo tematico Disabilità pag. 68
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1. Presentazione
Il presente documento rappresenta il primo momento di sintesi dei lavori prodotti dai cinque Tavoli Tematici avviati per la progettazione del Piano di Zona dei Comuni aderenti al C.I.S.A. 12.In questa fase il lavoro dei Tavoli Tematici è stato finalizzato, attraverso la partecipazione di tutti i soggetti della consultazione e a partire dall'analisi dell'esistente, alla costruzione di una prima e provvisoria "mappa" dei problemi e delle risorse per ogni ambito tematico. Questo documento è pensato come strumento per predisporre il passaggio dei lavori dei Tavoli Tematici che si sono costituiti alla fase di co-progettazione, finalizzata alla definizione specifica dei contenuti del P.d.Z., delle modalità organizzative e gestionali da attivare per il perseguimento delle priorità individuate.
Struttura del documentoIl documento è organizzato secondo il seguente indice:
1. Presentazione2. Problemi e priorità trasversali3. Minori e responsabilità famigliari4. Disabilità5. Anziani6. Contrasto della povertà e Immigrazione7. Dipendenze8. Mappa delle Risorse9. Allegati Disabilità
Il paragrafo Problemi e priorità trasversali, precede la presentazione dei documenti dei singoli Tavoli e contiene una sintesi delle priorità individuate come trasversali all'interno del lavoro di analisi dei diversi ambiti tematici. Tale sintesi è costruita individuando specifici ambiti di rapporto tra la comunità locale e i cittadini, in cui sono evidenziabili i problemi delle persone, nelle diverse fasi dei loro percorsi di vita e le criticità dell'attuale offerta dei servizi, evidenziate in questa prima parte del lavoro.
I cinque documenti dei Tavoli tematici che seguono sono gli elaborati che i coordinatori hanno prodotto in un costante confronto con i soggetti che hanno partecipato ai lavori. Pertanto, gli sforzi di omogeneizzazione, sia del percorso proposto che dell'organizzazione dei documenti, hanno dovuto tenere conto di variabili importanti, quali:
La diversa composizione numerica dei singoli Tavoli La forte disomogeneità di linguaggi e rappresentazioni delle problematiche di cui i diversi
soggetti sociali coinvolti sono portatori La diversa disponibilità di tempo dei singoli coordinatori.
Pertanto la struttura dei documenti, presenterà evidenti disomogeneità. A fronte delle specificità della composizione e della "vita" stessa di ogni Tavolo, i documenti hanno assunto forme e contenuti diversi tra loro, ma rappresentano la base di partenza per il lavoro di progettazione per ogni ambito tematico: all'interno di ogni documento prodotto dal singolo Tavolo tematico, è compresa l'individuazione delle problematiche rilevate come priorità per la prossima fase di co-progettazione.
La parte Mappa delle Risorse contiene la Scheda delle Risorse prodotta dai Tavoli: Minori e responsabilità famigliari, Anziani e Disabilità. Il Tavolo Dipendenze e Povertà e immigrazione hanno incluso all'interno del corpo del documento l'elenco delle risorse rispetto alle diverse problematiche affrontate che sono state evidenziate nel lavoro dei Tavoli.
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Nella parte Allegati sono inclusi i documenti prodotti dai diversi soggetti del Tavolo Disabilità che hanno contribuito alla definizione del documento di sintesi del Tavolo.
Tutti i documenti di raccolta dati che i Tavoli hanno prodotti sono raccolti a parte e a disposizione presso il CISA 12 per la consultazione.
L’apporto dell’Ufficio di Piano nel processo di progettazionePoiché il processo attivato per la realizzazione del Piano di Zona dipende dalla qualità delle cooperazioni che si sviluppano sia all’interno dei gruppi di lavoro dei diversi Tavoli, che tra i Tavoli e l’Ufficio di Piano, ci sembra importante sottolineare l'importanza del contributo dell'Ufficio di Piano e delle sue diverse componenti (tecniche, politiche, sociali e sanitarie) alla realizzazione del processo di progettazione. A fronte del lavoro di analisi prodotto dai Tavoli tematici, (che coniuga al suo interno analisi dei problemi, individuazione delle criticità e delle priorità da perseguire) l'Ufficio di piano come organo di governo del processo avviato è il soggetto che deve avviare la fase di progettazione dei Tavoli affidando loro un mandato sufficientemente preciso. In relazione agli indirizzi strategici adottati, alle analisi e alle individuazioni di priorità fornite dai Tavoli, l’Ufficio di Piano deve quindi specificare le priorità da perseguire, i vincoli e le risorse da considerare per la realizzazione del Piano di Zona dei Comuni aderenti al C.I.S.A. 12. I Tavoli Tematici nel recepire le indicazioni dell'Ufficio di piano, avvieranno la fase di progettazione.
3. Problemi e priorità trasversali
Come già è stato sottolineato, ci è sembrato importante, in questa fase del lavoro, individuare alcune problematiche che sono state evidenziate da più di un Tavolo Tematico come criticità attuali, presenti sul territorio, caratterizzanti il rapporto tra comunità locale e cittadini e l'attuale offerta di servizi. In particolare si possono rilevare dagli elaborati dei diversi Tavoli, Criticità trasversali legate a:
1. Scarsa conoscenza dei fenomeni e gestione delle informazioni.La presenza di pochi dati rispetto alle problematiche del territorio e spesso tra loro non confrontabili, ha messo in evidenza nei lavori dei Tavoli un sistema di relazioni tra tecnici operanti nelle diverse organizzazioni non orientato ad una gestione integrata delle informazioni e alla produzione di conoscenze e informazioni adeguate ad una comprensione profonda dei fenomeni sociali che lo attraversano. A questo riguardo è emersa l'assenza di dialogo e di coordinamento tra i diversi sistemi informativi, l'assenza di un sistema informativo integrato, ma anche una debole attenzione, nelle diverse organizzazioni, all'acquisizione di dati significativi per la progettazione e programmazione degli interventi.
2. Insufficiente integrazione tra soggetti territoriali e tra servizi per la promozione di una comunità locale accogliente.
La possibilità di affrontare in modo efficace le problematiche che attraversano un territorio, è direttamente proporzionale al grado di convergenza e integrazione strategica che le diverse istituzioni presenti riescono a sviluppare tra loro, con il volontariato, la cooperazione sociale e l'associazionismo. Al fianco di positive esperienze di coordinamento, la frequente separatezza con cui le diverse organizzazioni (ASL, Comuni, Consorzio, Scuola, INPS, ecc..) agiscono a livello territoriale, si traduce spesso in carenza di protocolli d'intesa e accordi condivisi rispetto al "lavorare insieme". La frammentazioni, le sovrapposizioni e i vuoti di intervento nei
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confronti degli anziani, delle famiglie in difficoltà, delle situazioni che esprimono particolari fragilità rinforzano le condizioni di solitudine delle persone e delle famiglie nella ricerca di soluzioni adeguate ai loro problemi, determinano un’insufficiente ascolto e accoglienza delle persone e delle famiglie in difficoltà e la non presa in carico integrata dei loro problemi, favoriscono, a fronte di linguaggi e approcci diversi alle problematiche, fenomeni di allontanamento e disorientamento dell’utenza e spreco di risorse.
3. Carenze di risorse strutturali, di personale ed economiche.
A fronte dell'invecchiamento della popolazione, di una maggiore sensibilità e cultura preventiva nei confronti delle diverse forme di disagio giovanile, di un differenziarsi e moltiplicarsi dei bisogni legati alle situazioni di handicap, di povertà e d'immigrazione, i Tavoli hanno sottolineato un disinvestimento economico delle istituzioni preposte alla promozione della salute, del ben - essere e della qualità della vita che si traduce in un rischio di riduzione delle garanzie di accessibilità dei servizi da parte di tutti i cittadini e in particolare di quelli che vivono una situazione di maggiore svantaggio sociale e nella drastica riduzione di investimento sulla prevenzione delle molteplici forme di dipendenza e di disagio nelle diverse fasi della vita.
4. Ridotta informazione sulle risorse presenti sul territorio.Una rete di servizi che funziona è in grado di promuovere all'esterno la propria immagine in modo tale da favorire e promuovere vicinanza e accessibilità in base alle diverse esigenze. La costruzione di un'immagine di questo tipo è legata alla capacità della rete di comunicare all'esterno le condizioni per il proprio utilizzo e i molteplici percorsi e opportunità di cui è composta. Nella relazione tra organizzazioni, servizi e cittadini le informazioni accessibili per potersi orientare in modo adeguato nella rete di risorse che il territorio offre, sono scarse e non integrate. Inoltre risulta mancante "una porta di accesso unica" alla rete di servizi in grado di accogliere i cittadini, decodificare le loro domande, orientarli, costruendo accompagnamento e monitoraggio.
5. Insufficiente cultura dell'accoglienza e dell'inclusione.La promozione di una cultura dell'accoglienza e dell'inclusione deve essere accompagnata da concrete scelte politiche e organizzative in grado di rendere possibile l'esercizio del diritto di cittadinanza anche per chi fa più fatica, o per quanti, per diversi motivi (genere, età, condizione fisica, economica, etnia di appartenenza) si trovano a vivere una particolare condizione di debolezza. In quest'ottica è stato sottolineato come esistano:
• sostanziali resistenze culturali all'integrazione in contesti di normalità delle persone con handicap fisici e psichici
• sostanziali debolezze delle reti primarie nel supportare le persone anziane auto e non autosufficienti
• problemi di percorribilità del territorio in particolare per i più giovani spesso costretti dall'assenza di opportunità per il tempo libero ad un "nomadismo forzato"
• problemi di accessibilità dei servizi (anche ASL) concentrati su Nichelino
• problemi di integrazione delle persone straniere legati anche all'assenza della figura del mediatore culturale.
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MINORI E RESPONSABILITA’ FAMILIARITavolo Tematico coordinato da Laura Novarino
Al tavolo sono state invitate a partecipare tutte le agenzie che a diverso titolo operano nel territorio del Consorzio nell’ambito dei minori e delle famiglie.Hanno aderito alla proposta ed hanno partecipato:
ASL 8 – Servizio di Psicologia Consultorio FamiliareNPIS.S.M.
COMUNI – NICHELINO VINOVO NONE CANDIOLO
SCUOLE – I Circolo Nichelino III Circolo Nichelino Sc. MANZONI Nichelino S.M.S. Via Sangone Nichelino AFT IAL Nichelino ITS MAXWELL Nichelino D.Didattica Vinovo S.M.S. Vinovo Istituto comprensivo None
COOPERATIVEANIMAZIONE VALDOCCOACCOMAZZIFRASSATI
SINDACATO
CISL
ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATOFRIDA MALAN
Il Tavolo si è incontrato 5 volte dalle 14,30 alle 17-17,30 e precisamente il:- 21.11.03- 11.12.03- 09.01.04- 22.01.04- 05.03.04
Premessa
Il numero degli aderenti agli incontri è passato dai 25 del primo giorno ai 15 degli altri. I partecipanti hanno espresso vivo interesse contribuendo attivamente ai lavori come risulta dal materiale prodotto allegato.
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I primi due incontri sono stati finalizzati alla conoscenza dei servizi e delle attività svolte dall’ente o associazione rappresentate al tavolo. Per favorire la raccolta dei dati è stata consegnata la scheda “Mappa offerta servizi sul territorio” da compilare e restituire al coordinatore del tavolo. Nei successivi incontri si è lavorato, con l’aiuto della “Scheda per l’individuazione dei problemi”, sulle criticità e sulla definizione delle priorità d’intervento da sottoporre all’Ufficio di Piano.
Si deve segnalare la mancata adesione delle Parrocchie e dei Carabinieri. Assenza di due agenzie che, anche se a titolo diverso, conoscendo ed operando attivamente sul territorio, avrebbero potuto arricchire il gruppo delle rispettive esperienze: le parrocchie nel campo delle attività offerte in favore delle famiglie e dei giovani all’interno degli oratori; i Carabinieri riguardo ai fenomeni locali di devianza, costituzione di bande, prostituzione minorile, ecc.
La totalità dei partecipanti al tavolo è stata di “addetti ai lavori”. Come spesso accade quando si parla di minori sono gli adulti a parlare di loro; non ci sono “associazioni di categoria” che avanzano rivendicazioni e sono gli operatori, con tutti i limiti, a “far sentire” la loro voce.
Problematiche emerseIl Tavolo ha individuato i sottoelencati problemi che rivestono tutti una pari importanza.
In particolare le problematiche evidenziate riguardano:- carenze o limiti dei servizi - problemi organizzativi/metodologici di rapporto tra i diversi enti/associazioni.
1) CARENZA DI SERVIZI EDUCATIVI E SCOLASTICI A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE CON FIGLI MINORI
2) INSUFFICIENTE RISPOSTA ALLE RICHIESTE DI SUPPORTO PSICOLOGICO DI MINORI E DI GENITORI IN DIFFICOLTA’
3) CARENZA DEL TRASPORTO PUBBLICO SU TUTTO IL TERRITORIO E SOPRATTUTTO dei COLLEGAMENTI CON NICHELINO sede dei Servizi dell’ASL
4) CARENZA, IN TUTTI I COMUNI, DI ATTIVITA’ RIVOLTE AI GIOVANI PER FAVORIRE L’AGGREGAZIONE E L’INTEGRAZIONE anche attraverso nuove strategie di coinvolgimento degli stessi
5) INSUFFICIENTE INTEGRAZIONE TRA SERVIZI SOCIALI, SANITARI E SCUOLE SIA SUL FRONTE DELLA PREVENZIONE DEL DISAGIO CHE DELLA PROMOZIONE DELL’AGIO
DESCRIZIONE
1) CARENZA DI SERVIZI EDUCATIVI E SCOLASTICI A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE CON FIGLI MINORI
Il benessere dei minori è strettamente legato a quello dei genitori, quindi risulta di fondamentale importanza facilitare la vita a coloro che si trovano ad affrontare problemi quotidiani in relazione all’accudimento dei figli. Al fine di favorire e/o migliorare l’integrazione lavoro/famiglia è necessario garantire supporti di base adeguati e qualificati quali asili nido, scuole materne, ecc.
Criticità
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Nel territorio si evidenzia: • L’Asilo Nido è presente solo nel territorio di Nichelino ed è accessibile a tariffe
agevolate in rapporto al reddito familiare, solo per i residenti. Nel 2004 a None è stata attivata una sperimentazione di “assistenza domiciliare all’infanzia” per la fascia 0-3 anni, sempre in favore dei soli residenti. L’efficacia di tale intervento sarà valutabile alla fine dell’anno.
• Liste d’attesa (rilevazione al 31.12.03), per l’anno in corso, nelle scuola materne di:Nichelino n. 92 bambiniVinovo n. 20 bambiniNone n. 9 bambiniSi fa presente che nei dati su riportati non sono stati conteggiati i bambini di anni 2 e mezzo che, in base alla nuova riforma scolastico, avrebbero diritto di accesso.
• Assenza o carenza di servizi in orario post- scuola, per la fascia elementare e media. Le opportunità più diffuse sono offerte dalle società sportive che comportano per le famiglie l’assunzione di oneri economici.
Obiettivi:- garantire l’aiuto ai genitori che lavorano ed hanno figli in età 0-3 anni attraverso l’offerta di
nidi o nuove sperimentazioni di assistenza educativa qualificata nei comuni di Vinovo, None, Candiolo.
- favorire la collaborazione tra comuni per rispondere alle richieste dei cittadini in assenza di servizi idonei (es. convenzionamento per l’utizzo dei nidi per i non residenti a tariffe agevolate)
- eliminare le liste d’attesa alle scuole materne - offrire alle famiglie spazi educativi adeguati e qualificati ove i figli possano trascorre il
tempo post-scuola
2) INSUFFICIENTE RISPOSTA ALLE RICHIESTE DI SUPPORTO PSICOLOGICO DI MINORI E DI GENITORI IN DIFFICOLTA’
In particolare si intende sottolineare la carenza di supporti psicologici agli adulti a-sintomatici in difficolta’. Per adulti in difficoltà a-sintomatici si intendono coloro che pur non presentando delle patologie conclamate sono portatori di forti disagi personali che si ripercuotono fortemente sui famigliari ed in particolare sui figli minori presenti.
Questa fascia di popolazione non è istituzionalmente in carico ad un servizio specifico e comprende la maggioranza dei genitori di minori seguiti dai servizi sociali e/o segnalati dalle scuole. L’impossibilità di offrire sostegni e supporti psicologici ed educativi adeguati agli adulti in difficoltà, anche alle prime manifestazioni di disagio, può causare il deterioramento delle situazioni e/o vanificare gli interventi effettuati dai servizi sociali e sanitari in favore dei minori presenti nel nucleo.
Uno sforzo maggiore dovrebbe essere rivolto al recupero del contesto primario affettivo ed ambientale del minore in un ottica globale non sostitutiva della famiglia, ma “a fianco” di quest’ultima nei momenti di crisi.
Criticità:• scostamento tra la richiesta emergente e le risorse di personale ASL disponibili (Servizio di
psicologia e NPI ….)• prolungamento dei tempi di attesa per la presa in carico;• sospensione degli interventi al primo inquadramento. I servizi in questione non
hanno una lista d’attesa in quanto tutte le richieste vengono accolte, ma di fatto risulta impossibile per gli operatori mantenere i trattamenti secondo le necessità di ciascun paziente;
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• difficoltà a mantenere i trattamenti nei tempi concordati con altri servizi; quando il progetto sul minore e sulla famiglia è gestito in collaborazione altri servizi (servizi sociali, scuole, ecc…) risulta importante riuscire a rispettare quanto concordato per di evitare il prolungamento della presa in carico da parte tutti e per migliorare l’efficacia dello stesso intervento.
• mancanza di strumenti informatici ed informativi di base• carenza di personale amministrativo di supporto.
Obiettivi: - adeguare l’organico dei servizi sanitari (NPI, psicologia) per offrire un servizio
migliore in termini di efficienze e di efficacia- garantire la presa in carico degli adulti a-sintomatici con figli minori- fornire gli adeguati supporti informatici
3) CARENZA DEL TRASPORTO PUBBLICO SU TUTTO IL TERRITORIO E SOPRATTUTTO dei COLLEGAMENTI CON NICHELINO sede dei Servizi dell’ASLIl Tavolo segnala, salvo per i residenti a Nichelino, la difficoltà della popolazione, negli
spostamenti all’interno dei comuni del consorzio a causa delle tratte e/o degli orari non adeguati alle esigenze.
Criticità:• Difficile utilizzo, da parte dei residenti negli altri Comuni, dei servizi sanitari dell’ASL,
centralizzati a Nichelino• Maggiori penalizzazioni per i cittadini che appartengono alle fasce meno abbienti, gli anziani
ed i giovani che non hanno o non possono utilizzare mezzi propri per gli spostamenti. • "Nomadismo forzato" dei minori che risiedono nei comuni che non offrono spazi ed attività
adatte a loro.Obiettivo:
- garantire i collegamenti tra i comuni del Consorzio tra loro con l’orario delle tratte adeguate alle esigenze fondamentali della popolazione (entrata ed uscita dai luoghi di lavoro e delle scuole, apertura degli ambulatori sanitari e dei locali di svago)
4) CARENZA, IN TUTTI I COMUNI, DI ATTIVITA’ RIVOLTE AI GIOVANI PER FAVORIRE L’AGGREGAZIONE E L’INTEGRAZIONE anche attraverso nuove strategie di coinvolgimento dei giovani
Obiettivi:- Migliorare la collaborazioni tra enti, associazioni e soggetti operanti sul territorio nell’ottica
della valorizzazione e dello scambio delle singole esperienze. - Potenziare luoghi di aggregazione nei comuni del Consorzio, o luoghi “sovra comunali” che
devono però essere raggiungibili con trasporti pubblici adeguati (vedi punto 3).
I giovani gradiscono e frequentano più facilmente luoghi con:• accessi gratuiti • “laici” (tale aspetto è da tenere sempre più presente dato l’aumento nel territorio di
diverse etnie)• presenza di figure adulte di riferimento autorevoli e non invadenti.
Criticità:• Le offerte di spazi ludico/ricreativi per i giovani non sono adeguati in
tutti i comuni • Quelli esistenti sono “etichettati” (parrocchie).
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Il Consorzio, i servizi dell’ASL, alcuni enti locali e scuole del territorio hanno strutturato forme di collaborazione più o meno formalizzate che dovrebbero essere migliorate ed estese a coloro che fino ad ora non vi hanno partecipato.
La prassi del lavoro psicosociale richiede di dare alla dimensione progettuale lo spazio adeguato. I vari servizi devono poter capire, pensare e programmare interventi diversi ma connessi in un progetto unitario. Nessun operatore e neppure nessun servizio ha le competenze globali per fare da solo in una situazione complessa come è quella del disagio familiare e minorile.
Il Distretto di Nichelino dell’ASL 8 ed il Consorzio hanno approvato per il triennio 2000/2002 un protocollo operativo sulla tutela materno-infentile e dell’età evolutiva relativa ai minori “a rischio” nel quale vengono definiti gli ambiti di collaborazione dei diversi servizi dell’ASL (Servizio di Psicologia, NPI, SSM, Ser.T.) ed il Consorzio. Tale convenzione è scaduta e deve essere rivista ed adeguata alla luce dell’esperienza maturate nei tre anni precedenti. Il Tavolo evidenzia come gli interventi effettuati in sinergia tra enti in un ottica preventiva (es. PRO.DI.GIO, Sportello Aperto, ecc…) sono stati valutati positivamente in quanto hanno:
• favorito la conoscenza delle attività di ciascun ente • risolto sul nascere situazioni problematiche • consentito di attivare progettualità comuni• favorito l’utilizzo di un linguaggio comune.
Criticità:Alcune scuole sottolineano:
• la solitudine in cui si trovano a gestire le situazioni degli alunni in difficoltà e delle loro famiglie
• l’aumento della complessità dei problemi che devono affrontare non solo in presenza di un disagio conclamato ove anche altre istituzioni sono chiamate ad intervenire.
• La difficoltà ad intervenire in situazioni in cui gli allievi presentano un ritardo di apprendimento riconducibile a povertà culturale della famiglia d’origine, o non hanno i supporti famigliari adeguati per problemi relazionali, lavorativi, affettivi dei genitori
• La difficoltà ad operare in gruppi classe particolarmente “difficili”. Obiettivi:
• migliorare l’integrazione tra servizi ove è già presente e favorirla ove manca• definire dei protocolli d’intesa tra varie agenzie che si occupano sia dell’agio che del
disagio• coordinare e programmare gli interventi dei vari enti ottimizzando le risorse (es. Spazi
di ascolto), ma salvaguardando le singole tipicità frutto di specifiche esigenze.
5) INSUFFICIENTE INTEGRAZIONE TRA SERVIZI SOCIALI, SANITARI E SCUOLE SIA SUL FRONTE DELLA PREVENZIONE E FRONTEGGIAMENTO DEL DISAGIO CHE DELLA PROMOZIONE DELL'AGIO.
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DISABILITA'Tavolo Tematico coordinato da Susanna Savoldi
Premessa.
La recente legge quadro di riforma dell’assistenza si propone di ri-organizzare in modo organico e integrato i processi di costruzione sociale dei programmi di intervento, assegnando un ruolo fondamentale alla pianificazione, da realizzarsi attraverso il “Piano di zona”, nonché riconoscendo il diritto esigibile alle prestazioni assistenziali per i soggetti disabili gravi.Per riavvicinare i cittadini alle politiche sociali, per far sì che siano sentite come “proprie”, è necessario restituire centralità alla vita quotidiana, ai bisogni, alle istanze e alle aspettative della gente comune, di coloro che affrontano ogni giorno in prima persona la problematicità del vivere.Al tavolo della disabilità si è cercato di costruire un dialogo collaborativo tra i diversi partecipanti , evidenziando gli aspetti dell’esperienza quotidiana per poter riflettere sui problemi che si presentano in ogni realtà.Agli incontri la partecipazione è stata assidua e massiccia (in media trenta persone ogni volta); il gruppo ha dimostrato un’attenzione particolarmente sentita per le problematiche discusse.I partecipanti:
Comuni di: Nichelino, None, Vinovo; ASL 8: servizio riabilitazione funzionale; Servizio di Psicologia; Servizio di Salute Mentale; Servizio di Neuro Psichiatria Infantile;CISA12; Centro per l’Impiego di Moncalieri;Associazioni: il “Giglio”; UTIM; “Frida Malan”; “Il Sorriso”; T.E.S.A. SOMS;Cooperazione sociale/onlus: Cooperativa “Animazione Valdocco”; Cooperativa “La Testarda”; Cooperativa “Quadrifoglio”; Cooperativa “Il sogno di una cosa”; Cooperativa Sociale “Allegro con Moto”; Fondazione Agape dello Spirito Santo Residenza “S. Giovanni” di None; Istituto Sordomuti di Torino;Scuole: I, II, IV circolo didattico di Nichelino; la Scuola Media Statale di via Sangone Nichelino; l’I.T.I.S. “Maxwell”; l’I.T.C. “Erasmo da Rotterdam”; il C.F.P. “Ial” di Nichelino; scuola media “Manzoni” di Nichelino; Istituto Comprensivo di Candiolo; scuola Elem. e Materna di Vinovo e Garino; l’I.C. di None.
Gli incontri: numero, contenuti
Il primo incontro e parte del secondo sono stati dedicati alla presentazione dei partecipanti e delle relative risorse messe in campo a favore delle persone disabili, per poi iniziare ad identificare alcune problematiche e nodi critici.Nel terzo incontro sono stati analizzati in particolare i problemi che incontrano i soggetti nella fascia di età 0 - 18, le loro famiglie e la rete di servizi socio - sanitari. Le problematiche emerse sono connesse a:
- i livelli/bisogni di integrazione all'interno del percorso scolastico
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- l'adeguatezza/inadeguatezza delle risorse per il tempo libero rispetto alla loro fruibilità da parte dei soggetti disabili
- l’approccio dei servizi sociali e sanitari alle complessità delle problematiche connesse alla condizione di disabilità di un minore e della sua famiglia e ai livelli di integrazione necessari per farsi carico della globalità dei problemi in modo non settoriale.
Nel quarto incontro sono state esaminate le problematiche relative alla disabilità in età adulta:- carenza di servizi educativi ed assistenziali (liste di attesa, erogazione di servizi non sufficiente
in relazione ai bisogni delle famiglie)- difficoltà con i servizi sociali e sanitari, a causa di: tourn-over e/o carenza di personale,
difficoltà di comunicazione/accoglienza, mancanza di un riferimento unico che accompagni la famiglia nel suo percorso.
Il lavoro, data la numerosa partecipazione, è proseguito in sottogruppi (scuola, cooperazione sociale, sanità, volontariato) per l’approfondimento delle tematiche emerse.Ogni sottogruppo, riunitosi autonomamente in un incontro aggiuntivo, ha elaborato un documento riassuntivo, contenente le considerazioni e le problematiche rilevate.I documenti sono stati letti e discussi all’interno di un gruppo di lavoro (rappresentativo di tutti gli attori coinvolti) designato dal tavolo, incaricato della stesura del documento finale.Nel quinto e sesto incontro è stato discusso il documento e sono state apportate le modifiche necessarie.I partecipanti al gruppo hanno dimostrato interesse e competenza e soprattutto la volontà di contribuire ad un miglioramento della situazione esistente, investendo tempo ed energie per approdare a metodologie di lavoro il più possibile rispondenti ai bisogni delle persone disabili e delle loro famiglie.
Problematiche emerse .
1. Esigenza di una “regia forte” che accolga e accompagni il soggetto e la famiglia dalla nascita in poi.
2. Carenza di servizi educativi/assistenziali (le attuali risorse non sono sufficienti per rispondere ai bisogni soprattutto in termini quantitativi)
3. Carenza di risorse territoriali rivolte alla normalità in grado di accogliere i disabili: sport, tempo libero,ecc.
4. Mancanza di servizi di trasporto per disabili oltre al trasporto nel periodo dell’obbligo scolastico
5. Attività occupazionali
6. Mancanza di informazione alle famiglie e alla cittadinanza in merito ai diritti delle persone disabili, ai servizi esistenti e alla loro fruibilità.
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Problematiche
Esigenza di una “regia forte” che accolga e accompagni la famiglia.Coloro i quali vivono quotidianamente in prima persona i problemi della disabilità sono i migliori “critici” e i migliori “giudici” rispetto a come funzionino i servizi.Da tutti i componenti del tavolo è emersa la necessità di quella che è stata definita una “regia forte” che possa accogliere e accompagnare la famiglia dalla nascita del figlio disabile (o comunque dal primo momento di contatto con la disabilità) per tutto il ciclo di vita, anche con spazi di sostegno al nucleo famigliare.È necessaria la volontà da parte di ognuno di superare le differenze professionali e di praticare la messa in comune delle proprie specifiche competenze, per poter così concorrere a determinare l’esito del processo in cui ciascuno è coinvolto.
Non è infatti con la sovrapposizione di interventi fra di loro che si può aiutare il soggetto e il suo contesto famigliare, ma solo con un lavoro coordinato, all’interno di un unico progetto, condiviso da tutti i soggetti istituzionali e non, coinvolti.Per operare in questo modo bisogna avere la volontà e la capacità di pensare ed attuare, per ciascuno, un progetto di intervento che possa conciliare, a seconda delle necessità, gli approcci psicoterapeutici, socio-assistenziali, educativi, riabilitativi, ecc.. oltre che consolidare procedure adeguate nel dialogo inter - istituzionale.
È dunque preliminare che il progetto si fondi sul lavoro di un’équipe mutiprofessionale e sulla continuità terapeutica, pur nel rispetto delle specifiche competenze professionali dei suoi componenti.
E’ decisamente deleterio e confusivo per il disabile e per la sua famiglia non avere un riferimento stabile che possa accompagnare nel corso della vita e in particolare essere un supporto nei momenti più delicati (es. passaggio da un ordine di scuola ad un altro)
Per poter lavorare correttamente ed essere veramente d’aiuto all’utente è necessario dunque puntare su un’équipe multiprofessionale che costruisca, in collaborazione con la famiglia o la persona interessata, un progetto di intervento globale che contenga obiettivi e modalità condivise.
Il lavoro d’équipe non si realizza semplicemente riunendo un gruppo di operatori con professionalità diverse, che condividono uno stesso scopo, ma comporta un lavoro di grande impegno e comprensione reciproca anche da parte delle istituzioni che gli operatori rappresentano.
Responsabilità dell’équipe multiprofessionale è anche l’attivazione della rete dei servizi coinvolti nel progetto individuale, per un approccio globale che consideri la persona nella sua complessità.Alcune ipotesi operative:
• Potenziare tutte quelle modalità di lavoro che favoriscono lo scambio di informazioni tra operatori e la programmazione integrata delle varie attività scolastiche, educative, sociali e sanitarie (es. creazione di un coordinamento interscolastico tra le diverse scuole del territorio, al fine di individuale la “buona prassi per l’integrazione scolastica”).
• Rivalutare l’Unità multidisciplinare che dovrebbe accompagnare il disabile nel periodo scolastico
• Creare le condizioni affinché l’Unità di Valutazione Handicap possa svolgere pianamente il ruolo di progettazione e integrazione dei servizi, monitoraggio dei progetti educativi, pianificazione degli interventi, ecc.
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• Lavorare con le famiglie con programmi di intervento strutturati (es. Parent training) al fine di promuovere la qualità delle relazioni all’interno del nucleo e fra il sistema famigliare e la rete delle risorse e dei servizi territoriali
Carenza di servizi educativi/assistenziali/sanitariIl numero delle persone disabili che risiedono sul territorio dei comuni di Nichelino, None, Vinovo, Candiolo è particolarmente elevato: i soggetti disabili in carico ai servizi educativi ed assistenziali erogati dal C.I.S.A. in integrazione con la sanità sono 185 (dato aggiornato a settembre 2003, ad oggi superiore di qualche unità).Negli ultimi anni c’è stato un potenziamento dei servizi con la creazione di nuove risposte sia diurne che residenziali. Nonostante gli sforzi fatti si rileva:
la mancanza di 1-2 posti di pronto intervento per inserimenti residenziali temporanei sia urgenti che programmati (es. periodi di sollievo per la famiglia).
insufficienza dei servizi educativi/assistenziali di varia tipologia: servizi diurni, residenziali, di assistenza domiciliare, di educativa territoriale, di educativa scolastica, attività di psicomotricità.
Tra le persone già in carico ai servizi del C.I.S.A. emergono carenze riguardanti il monte ore erogato rispetto alle esigenze reali espresse dalla famiglia del disabile.
Necessità di un periodo di soggiorno estivo più lungo. A tal proposito si precisa che al momento per i servizi semiresidenziali è previsto un soggiorno di 7 giorni e, per particolari situazioni, potrà essere di 15 giorni previa approvazione da parte dell’U.V.H.
Carenza delle ore relative al sostegno nelle scuole.Esigenza di adeguare l’organico (operatori cessanti il servizio non sostituiti) per far
fronte alle esigenze del territorio, rispetto ai servizi di:• Neuropsichiatria infantile
• Psicologia
• Riabilitazione
• Salute Mentale Si ricorda che la nuova legge sull’assistenza regionale (n. 1/2004) riconosce a ciascun cittadino (ed in particolare ai soggetti “con incapacità totale o parziale di provvedere alle proprie esigenze per inabilità di ordine fisico e psichico” (art. 22, c. 3) il diritto di esigere le prestazioni sociali di livello essenziale, e cioè in particolare (cfr. art. 18):
- servizio di assistenza domiciliare territoriale e di inserimento sociale;- servizi residenziali e semiresidenziali;
- pronto intervento sociale per le situazioni di emergenza personali e familiari.
Carenza di risorse che accolgano i disabili: sport, tempo libero,ecc.Il tempo libero rappresenta il tempo dell'integrazione sociale: si rileva purtroppo una scarsità di opportunità sul territorio fruibili dalle persone disabili di ogni età per la pratica di attività sportive e di svago. Ciò limita dunque enormemente la possibilità di accedere ad opportunità di integrazione tra le persone disabili e il “mondo della normalità”.
14
Risulta carente la possibilità di svolgere attività inserite nel contesto sociale che consentano il confronto con persone e situazioni reali e che permettano di sperimentare e consolidare le capacità anche relazionali apprese all’interno dei percorsi educativi strutturati. Si tratta pertanto di far fronte sia ad un problema culturale che strutturale che caratterizza il nostro territorio.
Mancanza di servizi di trasporto per disabili oltre al trasporto nel periodo dell’obbligo
scolastico.
Il problema dei trasporti è connesso, in parte, al precedente. La possibilità per una persona disabile di perseguire livelli di autonomia, seppur diversi per ogni situazione, è vincolato alla possibilità di spostarsi sul territorio in modo autonomo per poter accedere ai servizi o raggiungere le mete desiderate. Su tutti i quattro comuni non risulta attivo un servizio di “Buoni taxi” o altro tale da consentire la mobilità, usufruibile da tutti i cittadini disabili. Gli spostamenti sono garantiti solo ed esclusivamente per il periodo dell’obbligo scolastico terminato il quale le possibilità di spostamento ricadono completamente sul contesto famigliare del soggetto o sul soggetto stesso.L’impossibilità di muoversi, uscire di casa, avere una vita di relazione, coltivare degli interessi, vivere esperienze significative al di fuori del nucleo famigliare, contribuiscono a favorire il senso di isolamento e di chiusura della persona disabile e del suo nucleo, oltre che inevitabilmente la sua esclusione dai percorsi di vita relazionale e sociale ordinari.
Attività occupazionali
Contemporaneamente si rileva la necessità di un potenziamento di attività di tipo occupazionali (es. inserimenti risocializzanti) per favorire il più possibile la crescita, lo sviluppo di capacità e competenze, nonché l’integrazione delle persone con disabilità intellettive, che possono presentare anche difficoltà di tipo motorio o sensoriale, per le quali non si reputa possibile il collocamento lavorativo regolare a causa di capacità limitate, ma che possiedono sufficienti abilità di tipo manuale, di motricità fine, di autonomie e comportamenti congruenti con la vita di gruppo tali da far ritenere idonea una risposta di tipo occupazionale.
Mancanza di informazioni alle famiglie e alla cittadinanza.
Rispetto a questa problematica si evidenzia come sul nostro territorio ci sia una carenza di informazioni a più livelli:
tra i differenti attori istituzionali tra le istituzioni e le famiglieuno spazio (es. sportello informativo) per l’orientamento e la consulenza competente e
specifica sull'handicap rivolta ai cittadini (informazione sui servizi esistenti, sulle procedure per accedere alle prestazioni, diritti, ecc.)
Questi carenti livelli informativi comportano un basso livello, da parte delle persone che ne hanno bisogno, di conoscenza delle risorse, dei servizi esistenti e delle opportunità disponibili sul territorio generando spesso dei ritardi nell'accesso ai servizi e alle opportunità presenti oltre che la "fatica del disorientamento" che va ad aggravare una situazione già di per sé difficile.Ipotesi operativa:
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- organizzazione di una struttura informativa in grado di ricomporre le informazioni frammentate, rendendole rapidamente disponibili all’utenza.
Conclusioni.
Il breve percorso condiviso all’interno del tavolo tematico tra persone, pur con ruoli e funzioni diversi, coinvolte nelle problematiche inerenti la disabilità, ha favorito un primo livello di riflessione e di confronto estremamente importante, sicuramente da approfondire.L’attenzione posta alla necessità di una progettualità forte che focalizzi l’attenzione sulla relazione tra il sistema famigliare e i servizi, ha evidenziato la necessità di individuare una metodologia operativa idonea a sostenere la relazione tra famiglie e risorse locali, promuovendo programmi integrati di intervento e facilitando la comunicazione fra disabili-familiari-servizi (scuola, servizi sanitari, servizi sociali).Alla condizione di difficoltà delle famiglie di fronte al problema della disabilità si associa una reale difficoltà, spesso intrinseca ai servizi stessi, a districarsi tra le risorse/servizi presenti sul territorio.L’incrociarsi di questi due aspetti spesso finisce col paralizzare l’azione, intensificando il vissuto d’incapacità e frustrazione, acutizzando lo stato di isolamento di ogni persona coinvolta (sia famigliari che operatori).In quest’ottica, la qualità e le modalità del rapporto con le risorse territoriali e tra le diverse istituzioni, rappresentano quindi un nodo cruciale; risulta pertanto fondamentale elaborare un’azione comune atta a promuovere il benessere e la tutela dei cittadini e della comunità.Si rimanda ai documenti di seguito riportati, presentati da quattro sottogruppi (scuola, cooperazione sociale, associazioni, sanità) per una puntuale e completa comprensione delle problematiche evidenziate.
La realizzazione del piano di zona è l’occasione per un confronto tra Enti pubblici, terzo settore e cittadinanza, per lavorare in modo integrato e migliorare la programmazione della rete dei servizi rivolti agli anziani,
ampliandola e adeguandola alle effettive esigenze di questa fascia di popolazione.A partire da questa considerazione è apparso utile ragionare non solo in termini di “problemi” attuali, ma anche di “risorse” esistenti.Il tavolo sugli anziani ha avuto inizio il 25/11/2003 fino a 23.02.04, per un totale di 5 incontri di circa 2,30 ore ciascuno. Per rappresentare l’eterogenea realtà del territorio di riferimento (Nichelino, Vinovo, None e Candiolo), hanno partecipato complessivamente :
Tipologia ente/istituzione Numero rappresentantiCisa:Coordinatore del Tavolo, Direttore, Assistente Sociale 3Comune: Comune di Nichelino 1A.S.L. 8 Distretto di Nichelino: Dirigente Medico, Geriatra, Referente Servizio Cure Domiciliari
3
Associazioni di Volontariato: Società Operaia di Mutuo Soccorso ”TESA-SOMS” (Vinovo), AUSER (Nichelino e None),
8
ANZIANITavolo Tematico coordinato da Francesca Preteroti
Premesse
16
“FRIDA MALAN (Nichelino), CARITAS (Candiolo e None), SPAIP (Candiolo), CROCE VERDE (Candiolo, None e Vinovo)Cooperazione Sociale: CEMEA del Piemonte
1
Sindacati: UILP-UIL, F.N.P. CISL (Nichelino), SPI-CGIL LEGA 12 (Candiolo, Nichelino, Vinovo)
3
Presidi socio assistenziali: “LATOUR” Moncalieri - Animazione Valdocco – “RESIDENZA SAN GIOVANNI” None – Fondazione Agape dello Spirito Santo
2
La diversità di provenienza dei vari partecipanti ha permesso un confronto arricchente caratterizzato dalla condivisione sia dell’analisi dei bisogni sia degli obbiettivi da raggiungere.Una nota negativa è stata la scarsa partecipazione di alcune realtà particolarmente attive nei confronti degli anziani quali i rappresentanti dei singoli Comuni e dei medici di base nonché delle Parrocchie locali, salvo alcune eccezioni. La loro “assenza” ha impedito una mappatura capillare sia delle risorse sia delle problematicità facenti capo alla popolazione anziana.In particolar modo la limitata partecipazione di rappresenti comunali non ha permesso di realizzare una programmazione completa considerata la centralità dei Comuni trasversalmente alle:
• Politiche dei servizi alla persona (servizi comunali, socio-assistenziali e sanitari…)• Politiche sociali in senso lato (territorio, trasporti, casa, istruzione….)• Politiche per lo sviluppo socio economico (lavoro, formazione…)
Il dibattito tra i diversi componenti del tavolo ha sottolineato la presenza di numerosi bisogni parzialmente soddisfatti dalle risorse presenti sul territorio. Innanzitutto è emersa l’esigenza di puntare maggiormente sulla “sensibilità” della collettività verso le persone anziane, in particolare non autosufficienti riconoscendole come persone con dei diritti che vanno rispettati. In secondo luogo si è riscontrato che, per quanto vi sia una buona qualità di prestazioni/servizi, questi sono quantitativamente insufficienti rispetto ad una domanda in crescita sia a causa di un aumento della popolazione ultrasessantacinquenne sia a causa di un graduale isolamento dell’anziano in mancanza di una rete familiare e amicale adeguata. L’espansione delle fasce di età più anziane e la contemporanea contrazione di quelle più giovani, definito invecchiamento della popolazione, rappresenta un fenomeno di portata storica con conseguenze rilevanti sulla struttura della società e sulla economia.Considerando il peso percentuale degli ultra sessantacinquenni sul totale della popolazione (indice di vecchiaia) a livello nazionale, nel 2000, il contingente di questa fascia d’età costitutiva il 18% dell’intera popolazione. Se ad inizio ‘900 gli ultra ottantenni erano il 0,6% della popolazione complessiva, nel 2000 si è arrivati al 4% e nel 2050 le tendenze statistiche mostrano un ulteriore aumento della popolazione anziana fino ad arrivare al 12%.A livello dei quattro comuni, l’incidenza della popolazione anziana risulta leggermente inferiore rispetto alle tendenze nazionali come dimostrano i dati al 31.12.2002:
Popolazione con più di 65 anni
Totale popolazione
Pari a %
Candiolo 725
5.525 13,1%
17
Nichelino 7.258 47.950 15,1%None
1.0407.790 13,3%
Vinovo 2.045
13.568 15%
TOTALE11068
77.833 14,2%
L’innalzamento dell’età media comporta inevitabilmente, però, anche un aumento dell’incidenza delle patologie cronico-degenerativo, infatti se al di sotto degli ottantenni le persone “invalide” sono il 21%, superato questo limite d’età, l’incidenza raggiunge quasi il 47%. Tali dati hanno una ricaduta notevole sull’organizzazione dei servizi pubblici, privati e del terzo settore, in quanto all’aumento delle persone che si trovano in uno stato di bisogno sociale e/o sanitario non corrisponde un aumento delle risorse da investire in interventi e servizi. Se da un lato l’invecchiamento è un problema oggettivo legato ad una graduale involuzione fisica e psichica, dall’altro lato va sottolineato positivamente che l’anziano può rappresentare una risorsa importante per la collettività. Molti, infatti, sono gli anziani, che partecipano attivamente a forme di volontariato creando una rete di solidarietà “tra pari”. Le diverse testimonianze riportate dai partecipanti al tavolo hanno sottolineato come spesso sia proprio la solitudine e il percepirsi “inutili” a causare un più rapido decadimento delle condizioni psico-fisiche. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------Il gruppo di lavoro ha iniziato il proprio percorso di programmazione con la compilazione e socializzazione delle schede “mappa offerta servizi sul territorio” e “individuazione delle problematiche”.
RisorseL’analisi delle schede di rilevazione ha sottolineato la ricchezza delle iniziative, servizi, progetti che le organizzazioni partecipanti al tavolo gestiscono sul territorio. Non essendo possibile fare un elenco esaustivo di tutte queste attività, se ne riportano le tipologie:
informazione e consulenza; ascolto e sostegno relazionale; compagnia ed accompagnamento; aiuto nella svolgimento delle attività quotidiane; integrazione al basso reddito; socializzazione e tempo libero; supporto al caregiver e/o alle famiglie; pluralità di servizi socio-sanitario; prestazioni sanitarie a domicilio o ambulatoriali.
PrioritàRispetto alle area problematiche inerenti alla presenza, gestione ed integrazione delle diverse risorse si sono rilevati i seguenti punti che saranno approfonditi negli schemi successivi, la cui numerazione ha finalità solo schematiche e non di graduatoria:
1. La solitudine dell’anziano e della famiglia di riferimento;2. La ridotta informazione sui servizi esistenti e sulle modalità di accesso, sui diritti e
sulle agevolazioni legislative; 3. La mancanza di un’integrazione strutturata e formale la tra le diverse risorse presenti;4. La carenza di servizi diversificati rispondenti alle esigenze individuali di ciascun
anziano e numericamente insufficienti all’aumentare della richiesta (situazione presente in tutti gli ambiti , dai trasporti ai pasti a domicilio, dall’assistenza domiciliare ai posti letto in strutture convenzionate);
18
5. Lunghi tempi di attesa per usufruire di servizi pubblici rivolti in particolar modo anziani non autosufficienti;
6. Isolamento delle famiglie che si occupano da sole di anziani non autosufficienti o con gravi patologie degenerative.
7. Aumento degli anziani a basso reddito legato ad una non corrispondenza tra pensioni e spese indispensabili (vitto, alloggio, medicinali, assistenza privata…);
1. La solitudine dell’anziano e della famiglia di riferimento
BISOGNI e CRITICITA’ OBBIETTIVI DEL PIANO
I diversi partecipanti al Tavolo hanno esplicitato l’importanza di affrontare contemporaneamente i nodi problematici sopra elencati, in quanto non sarebbe possibile individuare tra essi delle priorità, perché ciascun punto sottolinea una dimensione diversa delle difficoltà che vivono gli anziani.
DESCRIZIONE PRIORITA' E OBIETTIVI
19
La solitudine, in particolare per le persone con limitata o nulla autosufficienza
I problemi rilevati sono: Difficoltà di raggiungere gli anziani che non
fanno richiesta di aiuto ma che vivono in condizioni di isolamento e necessiterebbero per migliorare la loro qualità di vita anche solo di piccoli aiuti
Difficoltà a far emergere i piccoli e grandi soprusi (truffe, scippi…)
Difficoltà di spostamento per accedere alle attività ricreative
Poca diffusione tra gli anziani semiautosufficienti di servizi domiciliari del telesoccorso e consegna dei pasti a domicilio o dei buoni mensa, inserimento in attività socializzanti (spazi d’incontro, gite organizzate, soggiorni estivi, università della terza età..) a causa probabilmente di fattori culturali frenanti legati alla non accettazione della propria involuzione fisica e psichica
Distribuzione non uniforme dei servizi sul territorio di riferimento
Isolamento degli anziani senza una famiglia in: struttura, ospedale o a domicilio
A. promuovere progetti sulla prevenzione della non autosufficienza e sul miglioramento della salute e della qualità di vita
B. promuovere e sostenere la cultura dell’anziano come risorsa e non come peso che grava sulla società.
C. sensibilizzare le realtà locali nel generare azioni volontarie di affiancamento e sostegno nei confronti degli anziani privi di una rete familiare sufficiente
D. prevenire situazioni di isolamento anche garantendo una rete capillare di trasporti che permetta di partecipare alle diverse iniziative o di accedere ai vari servizi ( ospedali, ambulatori..)
2. La ridotta informazione sui servizi esistenti e sulle modalità di accesso, sui diritti e sulle agevolazioni legislative
BISOGNI e CRITICITA’ OBBIETTIVI DEL PIANO
20
Necessità d’informazione sui servizi
(assistenziali e sanitari e del volontariato
locale) sulle agevolazioni (es. riconoscimento
d’invalidità, riconoscimento legge 104/92,
ausili, eliminazione barriere architettoniche…)
e sulle forme di tutela (interdizione/curatela,
sicurezza a domicilio,…)
I problemi da affrontare nella rete dei servizi
sono:
Difficoltà nell’individuare efficaci forme
di informazione capillare
Non conoscenza reciproca delle diverse
risorse pubbliche e del terzo settore e
mancanza di una collaborazione
strutturata.
A. Promuovere la conoscenza dei diritti e gli strumenti per renderli esigibili
B. Incrementare l’informazione rispetto ai servizi e le risorse esistenti
C. Incentivare il lavoro di rete e creare sinergie tra i diversi attori sociali e sanitari coinvolti.
3. La mancanza di un’integrazione strutturata e formale la tra le diverse risorse presenti
21
BISOGNI e CRITICITA’ OBBIETTIVI DEL PIANO
Necessità di maggiore coordinamento ed integrazione tra i servizi operanti sul territorio (in particolar modo tra comuni, servizi sociali e sanità e tra le associazioni di volontariato)
I problemi da affrontare: Difficoltà di dialogo fra tecnici e politici per
la valutazione e realizzazione dei progetti Mancanza di protocolli d’intesa per garantire
l’equità di accesso alle diverse risorse Mancanza di convenzioni tra gli enti pubblici
e il volontariato per la realizzazione di servizi (es. trasporti, disbrigo pratiche amministrative/bancarie, spesa, faccende domestiche, pasti) rivolti ai cittadini di tutto il territorio.
Richieste di visite specialistiche (es. geriatriche) a domicilio talora incongrue o lacunose causando allungamento della lista d’attesa e della durata delle visite effettuate.
Assenza di coordinamento tra le risorse di volontariato (es. associazioni che si occupano dei trasporti/acquisto farmaci…)
Lunghi tempi di attesa presso i presidi sanitari per i volontari che si occupano dei trasporti.
D. Creare una “rete” di servizi, basati sul confronto e la verifica continua rispetto all’adeguatezza tra offerta servizi e esigenze locali.
E. Razionalizzazione delle risorse.F. Attuare e/o potenziare progetti integrati
fra Sanità ed i servizi sociali per avere risposte più adeguate nei confronti delle persone non autosufficienti ed alternative al ricovero RSA/RAF
4. La carenza di servizi diversificati rispondenti alle esigenze individuali di ciascun anziano e numericamente insufficienti all’aumentare della richiesta (situazione presente in tutti gli
22
ambiti , dai trasporti ai pasti a domicilio, dall’assistenza domiciliare ai posti letto in strutture convenzionate)
BISOGNI e CRITICITA’ OBBIETTIVI DEL PIANO
Creare una pluralità di servizi rispondenti alle
esigenze specifiche di ciascun anziano in
particolar modo per i soggetti non
autosufficienti con patologie croniche o affetti
da forme involutive per soddisfare
tempestivamente il bisogno di cura e
assistenza.
I problemi da affrontare sono:
Carenza di servizi diversificati rispondenti alle esigenze individuali di ciascun anziano
Lontananza e difficoltà d’accesso alle lungodegenze o casa di cura.
Carenza di posti disponibili per
inserimento:
nei centri diurni,
nei ricoveri di sollievo
nelle strutture convenzionate per
ricoveri definitivi
Nell’attesa del posto letto definitivo, spesso, l’anziano è costretto a “girovagare” tra ospedali e convalescenziari, peggiorando lo stato cognitivo.Carenza di personale socio assistenziale e sanitario (es. infermieri, adest, fisioterapisti, operatori per le unità di valutazione geriatrica e per la Commissione della Medicina Legale…)
A. privilegiare il più possibile i servizi rivolti alla domiciliarità per contenere la richiesta di istituzionalizzazione
B. diversificare i servizi per renderli più corrispondenti ai bisogni emergenti (es. aumento dei malati di Alzheimer)
C. Soddisfare i LEA previsti sulla non autosufficienza attraverso accordi di programma con la ASL
23
5. Lunghi tempi di attesa per usufruire di servizi pubblici rivolti in particolar modo anziani non autosufficienti
BISOGNI e CRITICITA’ OBBIETTIVI DEL PIANO
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Lunghi tempi d’attesa per accedere ai servizi.
I problemi da affrontare sono:
Lunghi tempi d’attesa per valutazione da parte dell’Unità Valutativa Geriatrica
Lunghi tempi d’avvio del servizio di assistenza domiciliare con integrazione da parte della Sanità per anziani non autosufficienti.
Lunghi tempi d’attesa per prestazione infermieristiche ( es. prelievi) a domicilio
D. ridurre significativamente i tempi d’attesa sia per la valutazione sia per l’accesso ai servizi.
6. Isolamento delle famiglie che si occupano da sole di anziani non autosufficienti o con gravi patologie degenerative
BISOGNI e CRITICITA’ OBBIETTIVI DEL PIANO
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Necessità di sostenere i nuclei che gestiscono per
lungo tempo, senza aiuti esterni, anziani non
autosufficienti. L’accudimento dell’anziano spesso
richiede l’abbandono del lavoro, ridefinizione della
struttura della famiglia allargata, l’insorgere di conflitti
familiari tra i parenti, stanchezza fisica e psichica del
caregiver.
I Problemi rilevati sono: Non sufficiente tempestività nell’avvio di
servizi di supporto e sollievo alla famiglia. Assenza di gruppi di auto mutuo aiuto o
sportelli informativi per ricevere supporto, consulenza, informazioni, consigli pratici sulla gestione del famigliare soprattutto quando affetto da demenza.
Non conoscenza dei diritti e dei servizi presenti
A. Sostenere le famiglie che hanno la possibilità e scelgono di mantenere a casa il proprio congiunto.
7. Aumento degli anziani a basso reddito legato ad una non corrispondenza tra pensioni e spese indispensabili (vitto, alloggio, medicinali, assistenza privata…)
BISOGNI e CRITICITA’ OBBIETTIVI DEL PIANO
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Aumento degli anziani a basso reddito
I problemi rilevati sono: Insufficienza del reddito per molti
anziani Canoni d’affitto molto elevati e
riduzione dei contributi alla locazione
Spese elevate per farmaci non mutuabili
Spese elevate per ausili quali protesi dentarie.
A. garantire il soddisfacimento dei bisogni primari
B. evitare situazioni di sfratto per morosità incolpevole
27
DIPENDENZE PATOLOGICHETavolo Tematico coordinato da Giovanni Capello
Componenti e partecipazioneHanno aderito al Tavolo delle Dipendenze:Dipartimento di Patologia delle Dipendenze ASL 8: Servizio Tossicodipendenze di NichelinoDipartimento di Salute Mentale ASL 8: Servizio di NichelinoCISA 12ACAT (Associazione Alcolisti in Trattamento)Comunità per tossicodipendenti “Nikodemo” di NichelinoComunità per tossicodipendenti “La Verbena” di VinovoComune di NoneAssociazione “Frida Malan” di NichelinoIstituto Tecnico “Maxwell” di NichelinoComando dei Carabinieri di Nichelino
Il tavolo ha iniziato gli incontri il 17/11/2003, li ha conclusi il 26/2/2004 e si è incontrato 5 volte. La partecipazione, dato anche il numero ridotto dei partecipanti, è stata sostanzialmente costante. Si segnala l’assenza al tavolo del Comune di Nichelino e delle Parrocchie e la presenza di una sola Scuola del territorio.
Fasi del lavoroIn una prima fase sono stati raccolti i dati messi a disposizione dalle varie realtà rappresentate. Ciò che è emerso in prima battuta è la non comparabilità degli stessi. Questo non ha tuttavia impedito di proseguire la discussione e di evidenziare gli aspetti di criticità, che, spesso, sono di ordine più qualitativo.
ConsiderazioniPur in presenza di pochi partecipanti il livello della discussione è stato buono e approfondito. La buona rappresentanza infatti di pubblico e privato oltre che di volontariato, ha permesso di acquisire punti di vista differenti e complementari.
Fotografia della situazioneLa fotografia quantitativa del fenomeno Dipendenze Patologiche è costruita dalla integrazione delle percezioni parziali di ogni servizio (pubblico e privato) che si occupa di questi problemi.
28
Utenti tossicodipendenti Ser.T. di Nichelino, anni 1995-2003 (territorio del Distretto Sanitario di Nichelino)
anno
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
In carico
In carico
In carico
In carico
In carico
In carico
In carico
In carico
In carico
Totali
Totali
Totali
Totali
Totali
Totali
Totali
totali
totali
< 15
0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0
15-19
3 3 6 7 6 5 0 0 0 7 1 4 10 7 3 1 0 0 10 4 10 17 13 8 1 0 0
20-24
14 9 11 26 11 9 5 7 7 62 38 39 33 46 42 24 22 23 76 47 50 59 57 51 29 29 30
25-29
9 11 10 11 12 11 10 9 7 80 88 84 70 62 57 58 59 62 89 99 94 81 74 68 68 68 69
30-34
5 5 3 9 6 9 11 5 5 57 62 59 63 58 54 57 67 64 62 67 62 72 64 63 68 72 69
35-39
0 1 3 2 3 6 2 4 2 12 13 26 26 33 49 53 56 55 12 14 29 28 36 55 55 60 57
< 39
1 1 0 1 3 4 5 4 2 3 14 11 14 11 20 34 46 36 4 15 11 15 14 24 39 50 38
tot 32 31 33 56 41 44 33 29 23 221
216
223
216
217
198
227
250
240
253
247
256
272
258
242
260
279
263
A fronte di una sostanziale stabilità nel numero totale di utenti afferenti al Ser.T. si può
notare una significativa variazione nella composizione delle fasce di età: diminuiscono i nuovi
utenti delle fasce giovanili e aumentano quelli delle fasce più adulte. Questo significa che il
ricorso al Ser.T. viene posticipato, probabilmente in relazione al fatto che l’uso di sostanze
come l’ecstasy o la cocaina non è percepito come problematico e solo con l’arrivo dell’eroina
si creano condizioni di problematicità. Ma significa anche che gli utenti del Ser.T. tendono a
restare a lungo in carico al servizio.
La tabella seguente, che prende in esame la relazione tra gli utenti del Ser.T. e la popolazione del territorio del CISA 12, conferma l’’invecchiamento’ degli utenti del servizio, ma anche la prevalenza della fascia di età 25-34 anni.
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Rapporto percentuale tra utenti Ser.T. e popolazione CISA 12, per fasce di età – anni 2001-2002
2001 2001 2002 2002Utenti Ser.T.
% su popolazione
Utenti Ser.T.
% su popolazione
Fasce di età
0 0 0 0 < 151 0,03 0 0 15-1929 0,63 29 0,69 20-2468 1,05 68 1,13 25-2968 1,01 72 1,08 30-3455 0,91 60 0,95 35-3939 0,24 50 0,31 40-54260 0,35 279 0,38 Totali
Utenti alcolisti Ser.T. di Nichelino, anni 1999-2002 (territorio del Distretto Sanitario di Nichelino)
1999
2000
2001
2002
2003
1999
2000
2001
2002
2003
1999
2000
2001
2002
2003
utenti alcol
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
Nuovi ut.
In carico
In carico
In carico
In carico
In carico
Totali
Totali
Totali
Totali
Totali
< 15 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 015-19
0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1
20-29
3 2 3 2 0 2 4 0 1 2 5 6 3 3 2
30-39
4 7 4 3 6 6 10 6 8 8 10 17 10 11 14
40-49
5 1 1 3 2 10 12 11 9 8 15 13 12 12 10
50-59
2 5 2 4 6 6 14 10 5 10 8 19 12 9 16
> 60 2 1 5 1 2 5 9 4 8 8 7 10 9 9 1016 16 15 13 17 29 49 31 31 36 45 65 46 44 53
Anche gli utenti alcolisti sono sostanzialmente stabili, inferiori di numero, ma certamente non
rappresentativi delle dimensioni del problema sul territorio.
Tant’è che la seguente tabella, relativa ai casi in carico presso i CAT della zona, presenta numeri abbastanza rilevanti e che non sono sovrapponibili a quelli del Ser.T.
30
Utenti ACAT di Nichelino, None e Vinovo - anni 1998-200
Anni 1998 1998 1999 1999 2000 2000 2001 2001 2002 2002Età M F M F M F M F M F
Nichelino
Nichelino
Nichelino
Nichelino
Nichelino
Nichelino
Nichelino
Nichelino
Nichelino
Nichelino
< 25 2 3 2 1 3 2 225/40 6 8 7 7 12 10 13 12 14 12> 40 10 12 9 13 12 9 14 13 15 15abbandoni
4 2 3 5 6
None None None None None None None None None None< 25 1 1 1 1 225/40 3 1 4 2 5 2 5 3 6 4> 40 5 2 6 5 6 5 6 5 7 5abbandoni
5 4 4 5
Vinovo Vinovo Vinovo Vinovo Vinovo Vinovo Vinovo Vinovo Vinovo Vinovo< 2525/40 2 1 3 1 2 3 2 3> 40 3 2 4 2 4 2 3 2abbandoni
2 1 1
Le tabelle che seguono sono relative agli inserimenti in comunità. Gli utenti delle due comunità presenti sul territorio (Nikodemo e Verbena) non sono sovrapponibili a quelli del Ser.T.
Utenti inseriti in comunità Ser.T. di Nichelino, anni 2002-2003 (territorio del Distretto Sanitario di Nichelino)
UTENTI GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEMBRE
Totale annuale
UTENTI 2002
25 27 31 36 33 31 31 38 36 35 45 42 62
UTENTI 2003
39 43 43 44 47 45 42 40 42 40 37 40 82
Utenti della Comunità “Nikodemo” di Nichelino - anni 200-2003
Età 2000 2000 2000 2001 2001 2001 2002 2002 2002 2003 2003 2003nuo. ut.
vec. ut.
abban.
nuo. ut.
vec. ut.
abban.
nuo. ut.
vec. ut.
abban.
nuo. ut.
vec. ut.
abban.
15-19 1 1 1 1 1 120-24 7 6 5 4 6 3 18 4 4 125-29 3 4 2 6 3 3 6 5 2 4 3 130-34 8 4 7 13 6 10 4 6 3 6 3 235-39 4 1 2 4 2 4 4 3 6 1 240...
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Utenti della Comunità “La Verbena” di Vinovo - anni 1998-2003
anni Casa Famiglia (Vinovo)
Comunità Reinserimento (Vinovo)
1998 16 12 91999 20 11 72000 22 8 52001 24 13 62002 19 14 32003 18 11 3totale 119 69 33
Può essere rilevante indicare l’aumento degli inserimenti in Centri Crisi che rappresenta una delle evidenze di aumento della problematicità nei trattamenti.Utenti Ser.T. di Nichelino inseriti in Centri Crisi – anni 2000-2003
Anno Interrotti Conclusi
In corso
Totali
2000 4 1 52001 4 2 62002 6 8 142003 10 5 5 20
Utenti CISA 12 – anno 2002
Maschi Femmine Età media Alcolisti Tossicodip. Entrambi Gioco d’azz.
31 9 47,2 26 10 1 2
Non tutti gli utenti seguiti dal Servizio Sociale sono anche seguiti dal Ser.T. Si segnala la prevalenza di alcolisti e l’elevata età media.
Si ribadisce quindi che uno dei fenomeni più rilevanti che si può osservare nelle tabelle, soprattutto quelle del Ser.T., è l’invecchiamento degli utenti: questo comporta naturalmente l’insorgere di nuove esigenze e di nuovi bisogni, legati soprattutto alla cronicizzazione della problematica, all’aumento di utenti con figli e famiglia, al collegamento con il mondo del lavoro e alla disponibilità di un’abitazione.
Nodi criticiNonostante le difficoltà a organizzare una riflessione sul tema delle Dipendenze Patologiche, a causa della estrema complessità del fenomeno e dei continui cambiamenti, sono stati individuati alcuni nodi critici giudicati rilevanti sul territorio del CISA 12.
Premessa: la dotazione del personale del Ser.T. e del Servizio di Salute Mentale di NichelinoPur coinvolgendo molte istituzioni, pubbliche e private, presenti sul territorio, le ‘politiche’ di intervento sul problema delle dipendenze patologiche investono in misura più significativa il Servizio Tossicodipendenze (Ser.T.) dell’ASL 8. In questo contesto diventa un nodo critico la progressiva erosione di personale del suddetto Servizio, che si evidenzia a partire dal 2000. La parziale sostituzione del personale dipendente a tempo pieno con consulenze a monte ore ridotto e l’aumento di personale che usufruisce dell’opzione di lavoro a part time, hanno causato un significativo calo di monte ore a disposizione dell’equipe. Questa diminuzione di monte orario e di
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numero di operatori va messa inoltre in relazione ad un sostanziale mantenimento del numero degli utenti e, addirittura ad un sensibile aumento del numero di prestazioni: gli utenti del Ser.T., a differenza del passato, utilizzano in misura maggiore il servizio, ricadono continuamente e restano in carico per molti anni e con una frequenza plurisettimanale dell’ambulatorio.Va inoltre considerato che i recenti cambiamenti del fenomeno delle dipendenze patologiche (vedi aumento di patologie mentali correlate all’uso di sostanze) hanno richiesto un aumento del ricorso alle consulenze degli operatori del Servizio di Salute Mentale, il quale si trova nella stessa situazione relativamente al personale in dotazione.Risulta evidente la ricaduta che questo problema di personale può avere sulla qualità del servizio erogato dal Ser.T. e dal S.S.M.
Monte ore del personale del Ser.T. di Nichelino - anni 1996-2003
medici
inf. prof.
psicol.
ed. prof.
ass. soc.
ammin.
totali
1996 114 108 76 72 72 36 4781997 114 108 76 72 72 36 4781998 114 108 76 72 72 36 4781999 114 108 101 72 72 36 5032000 114 108 101 72 72 36 5032001 68 108 101 36 72 36 4212002 68 90 96 24 60 36 3742003 68 90 82 20 60 36 356
1. Lavoro di integrazione tra i servizi pubblici e privati
La prima ricaduta della situazione descritta è sul lavoro di integrazione tra servizi. In particolare il trasferimento di uno dei medici del Ser.T., che si occupava di alcolismo, ha reso più difficile la collaborazione con l’ACAT. Qualche problema si è determinato rispetto alle donne tossicodipendenti in gravidanza o che hanno partorito: non sempre i servizi sono riusciti a lavorare di concerto. A questo si aggiunga il fatto che le persone con problemi di tossicodipendenza non possono essere costrette in nessun modo a farsi curare e che la possibilità di intraprendere un percorso di cura o di riabilitazione è strettamente legata al grado di motivazione dell’utente. La collaborazione con le comunità presenti sul territorio è resa difficoltosa anche dal fatto che molto spesso la scelta della comunità in cui iniziare un percorso viene fatta dall’utente, che si presenta al Ser.T. avendo già preso contatti e che altrettanto spesso viene scelta una comunità extraterritoriale. L’aumento significativo della presenza di minori, figli di tossicodipendenti, spesso padri, nei nuovi nuclei familiari, pone un problema di gestione che prevede un aumento delle relazioni fra operatori di servizi diversi. Infine la presenza di un forte aumento di casi di doppia diagnosi o anche soltanto di sintomatologia psichiatrica in utenti tossicodipendenti o alcolisti, ha creato la necessità di collaborare in maniera più stretta tra Ser.T. , SSM, CISA 12, ACAT e Comunità presenti sul territorio e ha evidenziato alcune difficoltà in questo senso.
Interventi attivati- Il Coordinamento Minori a Rischio (operatori CISA 12 e ASL 8), già presente da molti anni sul territorio, in parte risponde adeguatamente alle problematiche di integrazione relative ai minori. - Gruppi di Lavoro sull’Alcologia (GLA), attivati e operativi. Vi partecipano operatori Ser.T., ACAT e CISA 12. Si segnala la scarsa partecipazione da parte degli operatori del Servizio di Salute Mentale.
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Interventi propostiCostruire un Osservatorio sulle Diopendenze Patologiche, con la collaborazione di tutti i servizi, pubblici e privati che hanno già partecipato ai lavori del tavolo dei Piani di Zona.
RisorseASL 8. Ser.T. e Servizio di Salute Mentale di NichelinoComunità: Nikodemo e VerbenaIstituto Tecnico MaxwellACATCISA 12Comune di None
2. Nuove emergenze: doppia diagnosi, abuso di alcol e gioco di azzardo
Il citato aumento di situazioni di disagio psicopatologico tra i consumatori di droghe, l’aumento del ricorso all’abuso di alcol da parte dei tossicodipendenti, e l’avvento di nuove forme di dipendenza patologica, come ad esempio il gioco d’azzardo, costituiscono fonte di ulteriori difficoltà nel funzionamento dei servizi. In particolare Ser.T. e Comunità hanno costruito i loro modelli di presa in carico e di trattamento sulla tossicodipendenza da eroina e sono quindi costretti a rivedere tali modelli. Inoltre si fa più urgente e impegnativa la necessità di collaborare con altri servizi.
Interventi attivati- Il Ser.T. ha curato la specializzazione di due operatori psicologi nel settore gioco d’azzardo e ha iniziato a prendere in carico utenti che presentano tale patologia.- Ser.T. e SSM (ASL 8) hanno curato un percorso formativo per la gestione dei casi di doppia diagnosi.- Gruppo di Lavoro sull’Alcologia
Interventi proposti- far funzionare ciò che già esiste- corso di formazione sulla problematica del gioco d’azzardo, esteso agli operatori ASL 8, CISA 12, ACAT, Comunità territoriali, rappresentanti Scuole Superiori
RisorseASL 8. Ser.T. e Servizio di Salute Mentale di NichelinoComunità: Nikodemo e VerbenaIstituto Tecnico MaxwellACATCISA 12
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3. Il lavoro di prevenzione
In questi anni è stato certamente fatto molto lavoro in ordine alla prevenzione, sia dai servizi pubblici che da quelli privati e dalle scuole. Il Ser.T. sta attualmente facendo difficoltà a garantire le iniziative del passato, a causa della situazione dell’organico. Quello che tuttavia manca è una più attiva collaborazione tra tutti gli enti, pubblici e privati: gli interventi rispondono maggiormente ad una logica a macchia di leopardo e non rappresentano il frutto di un lavoro organizzato e organico.
Interventi attivatiIl Ser.T. (ASL 8) ha attivato, costantemente dal 1994, progetti di prevenzione nelle classi di III media inferiore delle scuole di Vinovo e del plesso Pellico di Nichelino, serate di sensibilizzazione della popolazione e un opuscolo di informazione sul Ser.T. e le dipendenze patologiche. Ha inoltre, da alcuni anni, iniziato a presentare il servizio in alcune scuole superiori del territorio (ENGIM, IAL, Erasmo) e, limitatamente all’Erasmo, un intervento di prevenzione all’HIV.L’istituto Maxwell collabora da alcuni anni con il Gruppo Abele per attività di prevenzione.La Counità Nikodemo mette da anni a disposizione la struttura per visite di studenti, che provengono prevalentemente da scuole extra territoriali.L’ACAT propone da tempo serate di sensibilizzazione rivolte alla popolazione sull’abuso di alcol.Esiste sul territorio il progetto PRODIGIO 95 (operatori CISA 12, ASL 8, Scuole di ogni grado del territorio, Associazioni del territorio, Comune di Nichelino) che si propone di attuare politiche di prevenzione in merito al disagio giovanile.
Interventi propostiLa proposta, già avanzata, di un Osservatorio sulle Dipendenze Patologiche offrirebbe maggiore organicità agli interventi
RisorseASL 8. Ser.T. e Servizio di Salute Mentale di NichelinoComunità: Nikodemo e VerbenaIstituto Tecnico MaxwellACATCISA 12Comune di None
4. Il rapporto con il mondo del lavoro
Anche se oltre il cinquanta per cento degli utenti del Ser.T. è regolarmente occupato, resta lo stesso un problema la possibilità di trovare un lavoro per chi ne è sprovvisto e la possibilità di mantenerlo nel tempo. La collaborazione con le istituzioni preposte al mondo del lavoro e con le organizzazioni imprenditoriali e commerciali della zona è tutta da costruire. Occorre sottolineare che, in questo particolare momento storico, il problema del lavoro e della possibilità di avere un lavoro stabile, è di carattere generale e riguarda molte altre fasce della popolazione.
Interventi attivatiIl Ser.T. (ASL 8) ha attivato, da tre anni, il Progetto PUZZLE, che consiste nel realizzare inserimenti lavorativi attraverso borse lavoro.
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Interventi proposti- Mappatura delle risorse lavorative esistenti sul territorio- Aprire una collaborazione dei servizi con i sindacati- Aprire una collaborazione dei servizi con il Centro per l’Impiego- Cooperazione in Ente Pubblico (lavori socialmente utili)
RisorseASL 8. Ser.T. e Servizio di Salute Mentale di NichelinoComunità: Nikodemo e VerbenaCISA 12Comune di None
5. La cronicizzazione degli utenti (ricadute)
Non aumentano gli utenti del servizio e diminuiscono i nuovi arrivi di persone giovani (sotto i 25 anni), ma aumenta invece in modo evidente la permanenza in carico degli utenti presso il servizio. L’età media è ormai superiore ai 30 anni. Sono frequenti le ricadute, la persistenza prolungata nell’uso di sostanze, passando da un tipo di sostanza all’altra e il viraggio verso l’alcolismo. Gli stessi fenomeni sono evidenziati anche dalle comunità che operano sul territorio. Questo comporta l’insorgenza di problematiche specifiche:- problemi di abitazione e di lavoro, quindi di mantenimento, per utenti che non hanno più famiglia alle spalle- si manifesta una emergenza in relazione al fatto che, ‘invecchiando’ l’utenza del Ser.T., aumentano i casi di tossicodipendenti o alcolisti che hanno figli.- le ricadute continue, anche alla fine di un percorso comunitario, pongono il problema di pensare a trattamenti prolungati nel tempo, ma con modalità differenti e un aumento dei costi.
Interventi attivati- Anche in questo caso risulta una importante risorsa il Coordinamento Minori a Rischio già citato.- Anche l’assistenza domiciliare del CISA 12 e l’Ufficio ‘casa’ del Comune di Nichelino offrono una risposta.
Interventi propostiComunità di vita, autogestite, ma con il sostegno di operatori pubblici e privati.
RisorseASL 8. Ser.T. e Servizio di Salute Mentale di NichelinoComunità: Nikodemo e VerbenaACATCISA 12Comune di None
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6. Il ruolo dei medici di base
Il medico di base rappresenta un anello importante di congiunzione tra l’utente tossicodipendente e i servizi territoriali, ma in realtà non viene minimamente utilizzato.
Interventi attivatiCi sono stati alcuni tentativi (Ser.T. e ACAT) di incontrare i medici di base, ma sono stati fallimentari (partecipazione quasi nulla).
Interventi propostiAlcune giornate di sensibilizzazione, nell’ambito di momenti istituzionalmente riconosciuti dall’ASL8, a cura di Ser.T., CISA 12, ACAT e Comunità.
RisorseASL 8. Ser.T. e Servizio di Salute Mentale di NichelinoComunità: Nikodemo e VerbenaACATCISA 12
7. Scarsa conoscenza dei servizi territoriali
Sembra scarsamente conosciuta sia la presenza dei servizi presenti sul territorio, sia la corretta informazione sulle loro competenze e sulle loro azioni.
Interventi attivatiE’ stato realizzato un progetto tra Ser.T. e Coune di None per aprire uno sportello di ascolto nel territorio comunale, ma è stato chiuso dopo alcuni mesi a causa di carenze di personale del Ser.T., ma anche perché non si è mai presentato alcun utente.L’ACAT ha promosso alcune serate di sensibilizzazione, in collaborazione con le scuole o con i comuni.Il Ser.T. ha promosso una piccola ricerca sul territorio per capire il grado di conoscenza del servizio e, successivamente, ha realizzato un opuscolo di presentazione del Ser.T. distribuito a Comuni, Scuole e Associazioni del territorio.
Interventi proposti- Contattare i mezzi di informazione locali per costruire una collaborazione continuativa- Realizzare un depliant informativo sulle attività dei servizi pubblici e privati, delle scuole e delle associazioni di volontariato del settore (carta dei servizi monografica).
RisorseASL 8. Ser.T. e Servizio di Salute Mentale di NichelinoComunità: Nikodemo e VerbenaIstituto Tecnico MaxwellACATCISA 12Comune di None
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CONTRASTO DELLE POVERTA' E IMMIGRAZIONETavolo Tematico coordinato da Angela Pastorelli
Descrizione della situazione problematica• Stretta correlazione fra immigrazione e povertà
• Difficoltà per i poveri e gli stranieri nell’individuare i servizi preposti alla risoluzione dei loro problemi
• Necessità di ampliamento della rete fra i servizi e di metodologie strutturate per i casi specifici e per i cittadini (in particolare immigrati irregolari e povertà nascoste).
• Difficoltà a definire la povertà e assenza di un metro comune per individuare e misurare i poveri (tipologie dei disagi e dati quantitativi)
• Comunque la povertà, a questo tavolo, è stata definita come assenza o insufficienza di reddito da lavoro e/o da pensione
• Difficoltà a individuare le povertà nascoste e quindi intervenire in tal senso• Non attivazione dell’assistenza economica nelle situazioni di sola disoccupazione• Difficoltà nella ricerca di un lavoro con conseguente ripiego nel lavoro nero o non stabile; sul
nostro territorio si consideri anche la forte crisi industriale con conseguenti grandi problemi soprattutto per le categorie deboli (es. donne ultraquarantenni non specializzate)
• La povertà culturale (che spesso si accompagna a quella materiale) è più difficile da estirpare (la povertà culturale non permette di accedere ai servizi).
• I bisogni primari per gli immigrati sono la casa e il lavoro• Assenza di collegamento con le comunità di stranieri del territorio.• Mancanza di una struttura istituzionale che si occupi di immigrazione e che porti avanti
delle politiche attive specifiche.• Mancanza di centri di accoglienza e servizi per immigrati regolari e irregolari e mancato utilizzo
di mediatori culturali; a questo proposito gli unici soggetti attivi sono le associazioni di volontariato (nel maggio 2003, l’associazione Abraham ha presentato all’amministrazione un progetto per creare un centro polivalente di accoglienza con annesso dormitorio e ha proposto, come eventuale sede, l’ex cascina Nikodemo, ma non ha ricevuto risposta positiva.
• Mancanza di un censimento circoscritto al territorio relativo alle ultime regolarizzazioni (la prefettura è in possesso dei dati relativi alla provincia nel suo insieme, collocamento e provincia sono sprovvisti di dati specifici).
• Mancanza di strumenti di misurazione per gli immigrati irregolari• Necessità di aiutare gli immigrati ad uscire dallo stato di indigenza, di difficoltà ed
emarginazione e di prevenire fenomeni di prevedibile futuro disagio sociale collettivo sul territorio, che facilmente possono derivare dall’esplosione dei problemi di una marginalità lasciata a se stessa.
• Mancato utilizzo delle risorse presenti sul territorio (es. Maxwell si è proposto per l’attuazione gratuita di un corso di italiano per adulti stranieri ma questa proposta non ha suscitato l’interesse nell’amministrazione).
• Mancanza di strumenti di misurazione per gli immigrati irregolari.
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Dati allegati riguardanti la situazione problematica
• Difficoltà a definire i poveri e quindi individuare i destinatari delle iniziative di contrasto alla povertà.
• La povertà a volte può derivare da un disagio psico sociale.
• La confusione degli operatori, in mancanza di parametri comuni, crea sconforto e confusione nell’utenza.
• Molte persone con problemi economici non si rivolgono agli operatori e quindi i loro problemi rimangono nascosti.
• Carenza di strumenti: sarebbe auspicabile un collegamento anche con gli enti previdenziali per avere informazioni immediate. (es. INPS).
• Non assistenza economica nelle situazione di sola disoccupazione.
• Difficoltà nella ricerca del lavoro o lavoro nero o non stabile.
• Retaggi culturali rispetto alle funzioni degli operatori sociali e del servizio sociale.
Per gli immigrati regolari:• casa;• lavoro (lavori sottopagati, perdita del lavoro
con conseguente passaggio all’irregolarità);• inserimento sociale;• difficoltà linguistiche;
Per gli immigrati irregolari:lavoro (lavoro nero, sfruttamento, lavori ai limiti della legalità);• casa;• inserimento sociale;• difficoltà linguistiche;• salute;• sopravvivenza ai margini della società
(pericolo di incappare nelle maglie della legge).
• Possibilità di utilizzo dei servizi solo da parte degli immigrati regolari
• Esenzione ticket sanitario rivolto alle famiglie con basso reddito. (Nichelino - Candiolo).
• Erogazione buoni mensa per anziani soli o in coppia (in base al reddito si stabilisce la quota che l’utente deve pagare per acquistare il buono pasto). (Nichelino)
I destinatari
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• Assegno al nucleo familiare: (erogato dall’INPS su segnalazione del comune) rivolto alle famiglie con basso reddito con tre figli o più.
• Assegno di maternità : (erogato dall’INPS su segnalazione del comune) rivolto alle madri con basso reddito che non lavorano.
• Agevolazione trasporto anziani: rivolto agli anziani ultra 65enni soli o in coppia con basso reddito. (Nichelino)
• Telesoccorso : servizio erogato a persone anziane e/o disabili con basso reddito e scarsa rete parentale disponibile all’assistenza. (Nichelino in collaborazione con il Cisa).
• Soggiorni marini per anziani: il costo del soggiorno varia a seconda della situazione ISEE. (Nichelino - Candiolo).
• Contributi regionali per l’affitto.• Case popolari assegnate per sfratto o casi
segnalati dal CISA. (Nichelino)• Bando per assegnazione case popolari.
(Nichelino)• Riduzione mensa scolastica in base all’ISEE.
(Nichelino - Candiolo).• Borse di studio per acquisto libri di testo (in
base a parametri adottati dalla regione). (Nichelino - Candiolo).
• Riduzione rette scolastiche e asili nido. (Nichelino - Candiolo).
• Servizio sociale professionale (Cisa).• Assistenza domiciliare (Cisa).• Assistenza economica (Cisa).• Assegno personalizzato di autosufficienza
rivolto agli anziani (Cisa).• Segnalazioni agli uffici casa dei vari comuni
per casi specifici (Cisa).• Collaborazione con associazioni di
volontariato, es. con l’ufficio Pio san Paolo (Cisa).
• Corsi di formazione alla qualifica OSS e EP (Cisa).
• Per ognuno di questi servizi vengono adottati criteri di assegnazione diversi, quindi i parametri differiscono in base al servizio; ciò comporta, oltre al disagio e confusione per l’utenza, anche disagio negli operatori.
• Sul nostro territorio il servizio di prima accoglienza sembra essere svolto esclusivamente dalle Associazioni di volontariato.
• Solo alcuni enti pubblici provvedono solo
La qualità/quantità dei servizi offerti
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attraverso forme di contributo alle associazioni preposte.
• Sarebbe necessario cercare di adottare parametri di valutazione simili.
• Perfezionamento dei programmi informatici per il trattamento dei dati. (contatti con l’INPS e istituti previdenziali)
• Sarebbe necessario istituire l’ufficio ISEE.• Erogazione dell’assistenza economica nel
momento dello stato di bisogno, senza riferimento all’ISEE ma alla situazione attuale (Cisa).
• Una prima rete è stata istituita relativamente al Progetto “PRO.DI.GIO.” (Comune di Nichelino, scuole e centri di formazione professionale, ASL, Associazioni) sulla prevenzione del disagio giovanile e della tossicodipendenza, con l’apertura sul territorio dello sportello In-formadulti.
• Finora è mancato un discorso “istituzionale” di “rete” fra i vari servizi (anche di volontariato), riferito al territorio del consorzio nel suo complesso.
• E’ necessario ampliare i collegamenti anche con Enti previdenziali (ad es. INPS) per avere informazioni immediate (ad es. sulla perdita del lavoro).
• Per quanto riguarda l’immigrazione l’Ente pubblico dovrebbe collaborare attivamente con le Associazioni di
Volontariato, promuovere in prima istanza una progettualità specifica, diventando soggetto attivo di politiche attive.
• Sarebbe necessario a procedere verso comunicazioni più incisive e capillari.
Soluzioni tecniche e/o organizzative adottate
Rapporti fra soggetti erogatori
42
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CRITICITA’ PREVALENTI
• Necessità di ampliare la rete per dare all’utenza una informazione completa, fruibile relativa ai servizi offerti e alle opportunità presenti.
• Non utilizzo di mediatori culturali per rapportarsi con le istituzioni locali.
• Scarsa rete collaborativa fra gli operatori dei vari servizi.
• Necessità di una progettazione integrata e di una strategia attiva volta al reperimento di occasioni di lavoro per fasce deboli.
• Incapacità (impossibilità, non volontà) delle istituzioni preposte ad intervenire nella risoluzione dei problemi che riguardano i soggetti deboli (immigrati regolari e non, poveri).
• Corposa presenza del lavoro nero.
• Limitatezza delle risorse delle associazioni di volontariato.
• Difficoltà di verifica dello stato di povertà effettiva dichiarato dagli interessati (con il rischio di spreco delle risorse).
• Mancanza di strutture di accoglienza per cittadini stranieri e in difficoltà (ambulatorio medico, mensa, dormitori, assistenza psicologica e legale, avviamento al lavoro).
• Mancanza di politiche mirate a favorire l’integrazione socio economica degli immigrati.
• Scarsa visibilità e immagine non sempre positiva che ha l’utente dei servizi socio assistenziali.
• Disagio sociale.
• Difficoltà a soddisfare i bisogni primari (casa, lavoro).
• Difficoltà, da parte degli enti, ad ottenere contributi e finanziamenti pubblici adeguati.
RISORSE PRESENTI
• Le risorse erogate, a livello economico e di
personale, sono insufficienti.
• Presenza sul territorio di operatori
qualificati e motivati.
• Associazioni di volontariato (servizi di
prima accoglienza, aiuto nella ricerca di
soluzioni per soddisfare i bisogni primari,
accompagnamenti a visite mediche, ritiro
pensioni e/o documenti, compagnia,
somministrazione di generi di prima
necessità, quali cibo e vestiti, aiuti
economici e aiuto nel pagamento di
bollette) spesso in collaborazione e/o con il
patrocinio dei comuni.
• Centro per l’impiego con la presenza di
un mediatore culturale per
l’accompagnamento delle persone
straniere nel percorso di ricerca di un
lavoro.
• Scuole e centri di formazione
professionale.
• Sindacati, patronati, associazioni dei
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OSSERVAZIONI PER LA PROGETTAZIONE
• Ampliamento della rete operativa e progettuale fra i servizi, con il coinvolgimento di altri enti del territorio (es. università di Torino, Sermig, Caritas, ufficio immigrati del comune di Torino...).
• Trovare una definizione comune della povertà, uniformare le risposte nei confronti degli utenti, per evitare abusi.
• Rilevazione dei dati sulla povertà tramite un censimento per agevolarne la definizione, magari in collaborazione con le facoltà di economia e sociologia dell’università di Torino.
• Fare proprio il concetto che la povertà culturale ha effetti più gravi e a lungo termine rispetto alla povertà economica, bisognerebbe quindi insistere in attività di formazione del cittadino al fine di favorire la sua reale integrazione sociale.
• Creazione di una mappa dei servizi sul territorio.• Elaborazione di piantine, guide, vademecum tradotti in più lingue per aiutare i soggetti interessati a
interloquire con i vari servizi preposti.• Creazione di uno sportello unico relativo a tutti i servizi sociali per indirizzare l’utenza in base ai suoi
bisogni.• Mediazione interculturale• Attivazione di corsi per mediatori interculturali.• Uso dei fondi di finanziamento pubblico (regionali e comunitari) specifici per l’integrazione e
l’accoglienza degli immigrati.• Creazione di corsi di formazione (es. per badanti) e di sportelli specifici per immigrati e indigenti.• Prevedere momenti di festa e confronto fra autoctoni e immigrati.• Istituzione di un ufficio ISEE.• Censire i cittadini stranieri residenti sul nostro territorio in base alle regolarizzazioni dell’ultima
sanatoria (attualmente non sono disponibili i dati relativi ai singoli territori, perché la Prefettura ha i dati relativi alla provincia di Torino nel suo insieme e nessun altro ente è in possesso dei dati che ci servirebbero).
• Più collaborazione fra il pubblico e il non profit.• Ridefinire la funzione educativa della scuola e valorizzare le risorse presenti.• Opera di sensibilizzazione circa la povertà e l’immigrazione nei confronti dell’amministrazione e
della popolazione.• Considerare il problema degli immigrati precari in relazione alla fruizione dei servizi e delle
agevolazioni (es. per partecipare al bando di assegnazione per le case popolari si richiede un lavoro continuativo negli ultimi tre anni).
• Creare sportelli-lavoro specifici per immigrati soprattutto alla luce delle nuove disposizioni della legge Bossi/Fini.
• Utilizzare i concetti di “cittadinanza attiva” e “democrazia dal basso” per la creazione di servizi e opportunità coinvolgendo i cittadini interessati (indigenti e immigrati) in un rapporto paritario.
• L’ente pubblico dovrebbe assumere un ruolo più pregnante e collaborativo in relazione alle iniziative e alla promozione di politiche attive, potenziando il ruolo e le risorse delle associazioni di volontariato, tradizionalmente considerate punto di riferimento degli indigenti.
• Uscire dalla logica assistenziale di domanda/offerta solo in situazioni di criticità ed emergenza.• Campagna pubblicitaria dei servizi sociali pubblici in modo da crearne un’immagine positiva tramite
l’utilizzo dei mezzi di informazione locale (giornali, siti internet, radio, televisioni).
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ELENCO DELLE PROBLEMATICHE IN ORDINE DI PRIORITA’A
PRIORITA’ ISTITUZIONALI E ORGANIZZATIVE
• Indagine conoscitiva e censimento relativi alla povertà e all’immigrazione;
• Istituzione dell’ufficio ISEE e utilizzo dell’ISEE su tutti i servizi;
• Ampliamento della rete fra i vari servizi;
• Definizione comune di povertà, conseguente misurazione della stessa e individuazione dei
poveri sul territorio;
• Istituzione, da parte dei comuni, di un ufficio immigrati.
B
PRIORITA’ – BISOGNI URGENTI E PRIMARI
• Riduzione dell’imposizione fiscale a livello comunale per favorire gli indigenti;
• Condurre una politica agevolata per dare agli indigenti e agli immigrati abitazioni con
affitti contenuti;
• Promuovere politiche del lavoro che contrastino il lavoro nero e condurre iniziative di
formazione-lavoro rivolte agli immigrati e ai soggetti deboli;
• Investire in costruzione di specifiche professionalità e utilizzare a pieno regime quelle già
esistenti;
• Creazione di un centro di accoglienza per immigrati con annessi servizi rivolti al
soddisfacimento delle loro esigenze (centro medico, mensa, dormitorio, consulenza legale e
psicologica...);
46
C
PRIORITA’ SOCIO-CULTURALI, FORMATIVE E AGGREGATIVE
• Realizzazione di uno sportello unico di segretariato sociale di informazione per l’utente, al
fine di facilitare l’accesso ai servizi. Attualmente mancano, sul territorio, iniziative di
orientamento all’utilizzo dei servizi sul territorio;
• Porre al centro dei dibattiti, soprattutto in sede politica, il problema della coesione sociale;
• Utilizzo, sul territorio, di mediatori culturali;
• Integrazione scolastica e approccio interculturale, corsi di formazione, riqualificazione e
alfabetizzazione;
• Aggregazione fra le diverse comunità di immigrati e fra queste e i nativi;
• Pubblicizzazione dei servizi sociali;
• Migliore utilizzo delle associazioni di volontariato da parte dell’amministrazione pubblica
e loro integrazione nelle strutture, al fine di garantirne la crescita nel campo dell’utilità
sociale.
47
MAPPA DELLE RISORSE
TAVOLO MINORI E RESPONSABILITA' FAMIGLIARI
SCHEDA RISORSE
ENTE/ASSOCIAZIONE RISORSA TARGET
COMUNI
COMUNE DI NICHELINO
COMUNE DI CANDIOLO
ParrocchieAssociazioni sportiveAssociazioni culturaliAssociazioni regionaliComitati di QuartiereCircoli di partitoLudoteca ComunaleInformagiovaniBiblioteca ComunaleLe piazzette di quartiereBarServizio accompagnamentoscuolabus scuole materne, elementari e medieServizio di pre e dopo scuolaIniziative assessorato all’istruzione(educazione stradale, laboratorio all’immagine “Teleintendo”, uscite didattiche e visite guidate, progetto pace, la giornata della memoria, scambi scolastici delle scuole superiori della città, progetto “SENECA”)Asili nido comunaliServizio estivo scuole materne e centri estiviProgetto “ZERODICIASSETTE”
“C’era una volta in biblioteca” ( progetto di lettura e animazione)
“Acquainsieme” (progetto di acquaticità) comprensivo del trasporto presso piscina
Servizio mensa
Minori e loro famiglie
3 – 10 anni
11 – 13 anni
48
COMUNE DI VINOVO
Servizio scuolabus
Asilo Nido( convenzione con comune di Torino)
Centri estivi
Adesione progetto “RAGAZZI DEL 2006”
Servizio di pre scuola
Informagiovani
Convenzione con Torino per inserimento bambini di Vinovo presso asili nido di Torino
Progetti educativi (laboratori, teatro, musica, ceramica ecc….)
Centri estivi comunali per 100 minori
Contributo alle parrocchie per la gestione di “Estate ragazzi”
Servizi scolastici quali mensa e trasportoErogazione della borsa di studio su finanziamento legge dello Stato a famiglie con reddito al di sotto di Euro 10.632,94
Acquisto libri scuola media inferiore per famiglie con ISEE al di sotto di Euro 10.632,94
Servizio Informagiovani(apertura novembre 2003)
Biblioteca comunale
Progetto stereo ( laboratori per gli adolescenti)
Coordinamento per i giovani composto da rappresentanti di enti ed
Alunni scuola materna ed elementare
Studenti sc. Elementare e media residenti oltre i 500 mt. dalla scuola
Famiglie con minori da 0 a 3 anni
Minori da 3 a 14 anni
Ragazzi nati tra il 1981 e il 1988
Bambini scuola elementare
Popolazione giovanile e non
Minori 0 – 3 anni
Minori frequentanti i vari gradi di scuola
390 minori
Minori frequentanti la materna e la scuola dell’obbligoN° 76 minori
N° 50 minori
49
associazioni che si occupano dei giovani e dai giovani
Locali nido disponibili dopo trasferimento della biblioteca Propone iniziative e coordina i progetti
sui giovani nel territorio
ASL
CONSULTORIO FAMILIARE
SPAZIO GIOVANI
SERVIZIO PSICOLOGIA
Prestazioni di informazione, consulenza, medicina specialistica, ostetrica e ginecologica in:
- IVG- percorso nascita- adolescenza- menopausa
Servizio di informazione, consulenza, prestazioni ostetriche, ginecologiche, psicologiche a giovani tra i 14 e 25 anni senza prenotazione, senza prescrizione, senza pagamento del ticket
DiagnosiTrattamento individuale e/o di gruppo
Coordinamento minori a rischio
SESAMO : abuso e maltrattamento
Spazio Ascolto genitori
Adozioni
Affidamento
A tutta la popolazione o a chi transita sul territorio del distretto (compresi stranieri senza permesso di soggiorno)
Adolescenti e giovani adulti (14 – 25 anni) residenti e non
Il servizio viene fatto conoscere con offerta attiva da parte del personale a tutte le III medie, le II o III superiori di tutte le scuole del distretto scolastico con 1 ora di presentazione per ogni classe, in ogni anno scolastico.
Minori 0 -18 che presentano dei problemi psicologici o di disabilità che accedono spontaneamente al servizio o su segnalazione dei servizi sociali, degli insegnanti, ecc.
Raccordo interistituzionale operatori sanità / CISA sui minori
Consulenza sul tema abuso per insegnanti e pediatri o altri operatori sociali Sensibilizzazione sul problema
Consulenza psicologica genitori senza appuntamento Gruppi tematici
Selezione coppie aspiranti all’adozione – affidam. Post adoz.
Selezione coppie gestione gruppo famiglie affidatarie e d’origine
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SERVIZIO N.P.I.
C.S.M.
Counseling genitori
Colloqui di sostegno ai pazienti ed ai genitori
Colloqui con insegnanti di alunni disabili e/o in situazione di disagio
Counseling agli insegnanti per allievi non in carico al servizio (in forma anonima)
Incontri di raccordo sul singolo caso con operatori altri servizi sanitari e non
Valutazioni psicologiche su richiesta T.M. e T.O.
Coordinamento minori a rischio
SESAMO
Impostazione e gestione continuativa delle cure farmacologiche(vis. Specialistica,vis. Domiciliare medica e/o infermieristica)
Cura psicoterapeutica (visita specialistica psichiatrica e psicologica , psicoterapie di gruppo)
Appoggio ai famigliari (consulenza e supporto)
Consulenza specialistica (valutazione psicodiagnostica, certificazioni per invalidità, patente, uvh)
Attività di accoglienza (att. Psicoriabilitative, risocializzanti, laboratori, soggiorni ecc…)
Inserimento in strutture residenziali (comunità protette, com. alloggio, gruppi appartamento)
Famiglie con figli fascia 0 -18
Idem
insegnanti delle scuole del territorio
Idem
Operatori di altri servizi che operano nel territorio
Minori 0 -18 e loro genitori
Operatori della zona
Consulenza sul tema abuso per insegnanti e pediatri o altri operatori sociali Sensibilizzazione sul problema
Maggiorenni con l’eccezione di alcuni 16/17enni con diagnosi di malattia psichiatrica(psicosi, borderline, gravi nevrosi, disturbi dell’umore ed alimentari) prevalentemente residenti nel territorio dell’ASL ma accesso libero anche ai non residenti
Rivolti alla stessa utenza previa valutazione
Genitori di pazienti
Utenti che ne facciano richiesta
Adulti sofferenti di gravi disturbi mentali identificati dal medico curante
Pazienti giovani con gravi patologie che necessitano di un allontanamento da casa per un percorso terapeutico con cure complesse
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Appoggio educativo Pazienti identificati dal curante
SCUOLE
I CIRCOLO DIDATTICO DI NICHELINO
SCUOLA ELEMENTARE E MATERNA II CIRCOLO NICHELINO
III CIRCOLO DIDATTICO NICHELINO
“ALESSANDRO MANZONI” DI NICHELINO
Scuola infanziaScuola elementareServizio di pre – scuola e dopo- scuolaTempo scuola a modulo e tempo pienoIntegrazione alle attività curriculari con opportunità ludico sportive ed educative in collaborazione con:Comune di NichelinoAssociazioni sportiveCISA12Interventi nelle classi di scuola elementare e sportello psicologico per insegnanti.Adesioni iniziative osservatorio alimentazione e salute.Collaborazione con ASL8 e servizio NPI e psicologia distrettuale
Osservazione – educazione alla salute
Progetto 0 – 17 legge 285
Attivazione corso su maltrattamento e abuso
Pre – scuolaPost – scuolaTempo scuola a tempo pieno
Integrazione di progetti con opportunità ludico – educ. Offerte dal Comune e associazioni sportive.Legge 285Interventi nelle classi a cura di docenti specializzati Sportello d’ascoltoEducazione alla salute “osservatorio”Progetti e partecipazione a servizi di NPI
“ascolta che ti ascolto”
Completamento del ciclo dell’istruzione di base ed educazione alla cittadinanza.Per promuovere l’agio a scuola:- corsi di italiano per allievi stranieri- corsi di recupero per allievi in difficoltà- corsi di potenziamento per allievi che presentano delle eccellenze- attività e corsi di orientamento in
Bambini e famiglie I Circolo didattico
Insegnanti, genitori, alunni
Alunni
Insegnanti
A tutti i bambiniAlle famiglie del III Circolo Didattico ed ai docenti
Servizio di sportello di ascolto con la psicologa a scuola
Ragazzi in età preadolescenziale 11 – 13 anni
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SCUOLA SUPERIORE ITIS E LICEO TECNOLOGICO MAXWELL
Liceo scientifico tecnologico Itis Maxwell (istituto tecnico industriale con specializzazione in :elettronica e telecomunicazioni informatica)
A.F.T. IAL DI NICHELINO
S.M.S. GIOANETTI DI VINOVO
vista delle superiori e delle scelte future- valorizzazione delle attitudini, qualunque esse siano, dei ragazzi- sportello di ascolto- collaborazione, se necessario, con i servizi territoriali- servizio mensa
Possono conseguirsi le seguenti certificazioni:a) area linguistica:
P.E.T.(preliminary English test) che vale come credito in caso di iscrizione ai corsi universitari
b) nell’area dell’ICT(information comunication technology)
c) patente europea computerd) certificazione Microsoft
Percorsi integrati di orientamento alla scelta
Percorsi per l’assolvimento del diritto / dovere all’istruzione – formazione
Orientamento personalizzato
Addetto servizi all’impresa (biennale 2400 ore)
Introduzione di processi produttivi vendite (annuale 1200 ore)
Sede orientativa
Tempo scuolaAssistenza servizio mensa (garantito dal Comune oltre al servizio trasporto)
Offerta formativa di base (educativa, cognitiva, metacognitiva)
Ampliamento offerta formativa
Progetti:contrasto al disagioeccellenze (sport, lingue straniere)
servizi aggiuntivi
Aggiornamento
Il servizio viene offerto non solo ai ragazzi che frequentano la scuola ma anche ad utenti esterni
14 – 18 anni
Ragazzi obbligo formativo
Ragazzi 15 – 18 anni
Ragazzi 15 – 18 anni
Allievi T.P.
Allievi in difficoltàPersonalizzazione percorso apprendimento allievi
Tutti gli allievi per ampliamento offerta form.
Allievi classi III e genitoriGenitori classi V elem. Famiglie alievi di classi V elem. e scuola media
Docenti/personale amministrativo e
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ISTITUTO COMPRENSIVO DI NONEScuola dell’Infanzia
Scuola elementare
Scuola media
Tempo pieno: dalle ore 8,30 alle ore 16,30 per 5 giorni settimanali
Pre – scuola: dalle ore 7,45 alle ore 18,15
Mensa scolastica
Offerta formativa
Collaborazione con l’extra scuola ( enti locali, cinema, piscina, palazzetto dello sport……..)
Compresenza del personale docente
Rapporti con le famiglie
Moduli organizzativiTempo pieno
Mensa scolastica
Progetti:- continuità- curriculum verticale- autovalutazione d’istituto- pre – rete- scienza e tecnologie- comenius………..
collaborazione con l’extra scuola (enti locali, cinema, piscina, palazzetto dello sport)
compresenza del personale docente
rapporti con le famiglie
riorganizzazione del tempo scuola(autonomia)
- tempo normale- tempo prolungato
mensa scolastica- 2 giorni- 4 giorni
Dettato d’oro
Progetto multimedialità
Consiglio comunale dei ragazzi
Ecole du voisin – scambi internazionali
scolastico
Alunni da 3 a 6 anni
Alle famiglie con particolari esigenze di lavoro
A tutti gli alunni
A tutti gli alunni
A tutti : alunni e famiglie
A tutti gli alunni
A tutte le famiglie
Alunni da 6 a 11 anni
A tutti gli alunni iscritti al T.P. e ad alcuni iscritti ai M.O.
A tutti gli alunni
A tutti: alunni e famiglie
A tutti gli alunni
A tutte le famiglie
Alunni 11 – 14 anni
Agli alunni che ne fanno richiesta
Ragazzi della scuola media e studenti della scuola superiore
Alunni
Alunni
Alunni
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Progetto di partecipazione ai gruppi sportivi studenteschi
Orientamento scolastico professionale
Alunni e famiglie
Alunni e famiglie
CISA 12 Assistenza economica
Assistenza domiciliare : aiuto a domicilio per la cura e l’assistenza a persone in difficoltà
Tutela minori
Progetto “Sesamo”: prevenzione e cura dei minori vittime di abusi sessuali e gravi maltrattamenti(equipe multiprofessionale con ASL)
Affidamento familiare: collocazione temporanea, extra – familiare di minori che vivono situazioni di disagio nella propria famiglia d’origine (in collab. con ASL)
Inserimento in strutture residenziali su disposizione Autorità Giudiziaria
Educativa territoriale: interventi educativi nei confronti di minori che si trovano in situazioni di disagio familiare (serv. appaltato a coop. Sociale)
Il FOYER: accoglienza temporanea (di II livello) di mamme con bambini con attivazione di sostegno educativo finalizzato alla graduale autonomizzazione
Incontri in Luogo Neutro: luogo attrezzato e gestito da personale specializzato per favorire le relazioni tra minori e genitori non affidatari
Famiglie su progettoMinori per mantenimento o specifiche esigenze su progetto definito con i genitori
A nuclei che presentano difficoltà nell’accudimento dei figli e per i quali si prevede che il sostegno temporaneo garantisca migliori condizioni di vita ai minori presenti nel nucleo ed offra la possibilità agli adulti di acquisire o mantenere capacità di cure elementari
Minori 0 – 18 anni che vivono in situazioni di rischio e presentano un disagio
Minori 0 – 18 anni vittime grave maltrattamento o abuso
Consulenza ad operatori , insegnanti, volontari, ecc….
Monitoraggio fenomeno
Minori 0 – 18 anni
Minori 0 – 18 anni che vivono in situazioni di rischio e presentano un disagio che la famiglia non vuole o non è in grado di risolvere
Minori 0 – 18 anni e loro famiglie
Max 2 mamme con 2 bambini ciascuna
Con provvedimento autorità giudiziaria
Figli di genitori separati, divorziati, ex conviventi, e minori allontanati dal nucleo di origine
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“la scuola ed il disagio dei minori” : interventi di prevenzione per ragazzi ed insegnanti
Servizio inserimenti lavorativi: formazione al lavoro attraverso attivazione di tirocini formativi presso aziende private
Alcune scuole dell’obbligo del territorio
Minori 16 – 18
COOPERAZIONE SOCIALE
COOP. ANIMAZIONE VALDOCCO
COOP. SOCIALE “P.G. FRASSATI”
Educativa territoriale suddivisa in tre sottoprogetti
EDIT: educativa domiciliare integrata territoriale
SAET: servizio di appoggio educativo territoriale
PAD: progetto adolescenti
Gruppo di sostegno per mamme.Il gruppo è condotto da un’educatrice del servizio di E.T. ed un assistente sociale
Servizio di incontri in luogo neutroServizio di sostegno alla genitorialità in ambito extrafamiliare; tutela del diritto di visita; tutela del minore nell’incontro con il familiare non affidatario
Gestione di:gruppo appartamento (maschile)
sostegno domiciliare riabilitativo per
A nuclei familiari con minori in età tra 3 e 18 anni in carico al servizio sociale
A nuclei familiari con minori in età compresa tra 3 e 10 anni dove la manifestazione del disagio è riconducibile a difficoltà dei genitori.L’intervento è quindi rivolto soprattutto verso i genitori
Rivolto a nuclei familiari con minori in età compresa tra 10 e 18 anni con problemi di disadattamento sociale, ad elevato rischio di coinvolgimento in azioni criminose,appartenenti a nuclei familiari caratterizzati da povertà socio – culturale, emarginazione, problematiche relazionali, provvedimenti Autorità Giudiziaria
Minori in età compresa tra 15 e 18 anni fuori dal circuito scolastico ma che hanno assolto l’obbligo scolastico
Mamme con minori in età compresa tra 3 e 10 anni
Distretti dei S.S. del CISA 12.Da questi a: minori e familiari che, a seguito di provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, possono incontrarsi in uno spazio protetto e di sostegno, alla presenza di personale specializzato, al fine di riconquistare una relazione parentale più funzionale o comunque mantenere la relazione.
C.S.M. di Nichelino(ASL8)
idem
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pazienti psichiatrici
SINDACATO
C.I.S.L.I.N.P.S. patronato
C.A.A.F. fiscale
ANOLF stranieri
SICET inquilini
ADICONSUM consumatori
Tutti
Idem
Idem
Idem
idem
VOLONTARIATO
FRIDA MALAN La nostra assoc. È stata creata da poco tempo Ha come scopo di affrontare i problemi delle donne (principalmente) e sensibilizzare l’opinione pubblica su determinati argomenti.Si promuovono incontri e dibattiti su molteplici argomentiE’ in progetto per il 2004 l’apertura di uno sportello amico dove le persone che hanno problemi possano incontrarsi e formare gruppi di auto aiuto
Alle famiglie
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TAVOLO ANZIANI
SCHEDA RISORSE
ENTE/ASSOCIAZIONERisorse
COMUNI
COMUNE DI NICHELINO
COMUNE DI VINOVO
ASL 8 – Distretto Sanitario di Nichelino
Centri sociali (attualmente 6 sul territorio)Erogazione buoni pastoSoggiorni mariniEsenzione ticketAgevolazione trasporto anzianiAnziani vittime di violenzaTelesoccorsoCorsi di ginnastica
ANZIANI AL MARESono previste riduzioni per chi ha un ISEE al di sotto di 8.263,31 Euro
ANZIANI ALLE TERMEPartecipazione del Comune per il pagamento delle spese del trasporto
CENTRO ANZIANIGestione del centro in collaborazione della pro Loco
TRASPORTO ASLRiduzione sul costo del biglietto del mezzo pubblico tragitto Vinovo – Nichelino
Mensa a domicilio per anzianiMensa presso pubblici esercizi per anziani soli
Prestazioni specialiste in geriatria a domicilio ed in ambulatorio
Servizio infermieristico a domicilio
Partecipazione commissione U.V.G. per valutazione servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali
Compartecipazione alla spesa per assistenza domiciliare
Fornitura ausili
Cisa 12Consorzio dei servizi socio assistenziali
Segretariato socialeAssistenza economica integrativa al reddito o per specifiche esigenzeAssistenza domiciliare e ColfAssegni per l’auto sufficienzaIntegrazioni rette: centri diurni, ricoveri di sollievo, strutture
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Due centri d’incontro di attivitàPartecipazione commissione U.V.G. per valutazione servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali
COOPERATIVE SOCIALI - ONLUS
FONDAZIONE
“AGAPE DELLO
SPIRITO SANTO” –
RESIDENZA “SAN
GIOVANNI”
CEMEA
SINDACATO
UILP – UIL Nichelino
F.N.P. CISL Nichelino
SPI – CGIL LEGA12
NICHELINO, VINOVO,
L’accoglienza degli ospiti anziani si configura come assistenza alla persona e come assistenza sanitaria(medici di base del territorio, assistenza infermieristica in struttura, fisioterapia….)Attività interne di musicoterapica e progetti individuali Coordinamento con associazioni di volontariato del territorio (Auser, Croce verde…..)
Assistenza domiciliare: adest, colf, pulizie straordinarieAnimazioni centri d’incontro per attività
Consulenza fiscale CAFPATRONATO:consulenza previdenziale
pratiche pensioni
UNIAT: consulenza per la casa
ADOC: consulenza ai consumatori
PADRONATO INAS: consulenza gratuita per pensioni, assegni familiari, recupero contributi, provvidenze per invalidi, ricongiunzioni, disoccupazioneMALATTIACONSULENZA FISCALECompilazione 730 – UnicoDichiarazioni ICISUCCESSIONI e tutte le pratiche relative al CatastoSICET CASA:stipula contratti d’affitto, contenzioso con i proprietariADICONSUM: associazioni consumatori
Previdenza (con INCA)Consulenze fiscaliContrattazione con enti localiConsulenza casa( con SUNIA)
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CANDIOLOInformazione sui servizi territorialiCollaborazione volontariato e solidarietà (con AUSER )Consulenza consumatoriConsulenza legaleTempo liberoConvenzioni servizi assicurativi (con UNIPOL)
VOLONTARIATO
AUSER di None
SOCIETA’ OPERAIA
DI MUTUO
SOCCORSO “TESA –
SOMS”
ASSOCIAZIONE DI
AZIONE POLITICO –
CULTURALE “FRIDA
MALAN”
CROCE VERDE di NONE
CARITAS di NONE
Trasporto di persone autosufficienti alle strutture ospedaliere e sanitarie per visite, terapie ecc….ed alle strutture pensionisticheCondivisione del tempo libero con persone sole o sostituzione nell’assistenza, concedendo una piccola tregua ai familiari di persone con difficoltà di autonomiaEsecuzione di piccoli lavori di manutenzione a domicilio
Iniziative a vari livelli di tipo culturale.Aggregazione anziani attraverso il coinvolgimento degli stessi nell’organizzazione di momenti di ascolto con altri anziani per condividere e risolvere vari problemi, anche di carattere prettamente pratico.
Trasporto infermi mediante ambulanza o autovettura con personale abilitato e certificato volontario del soccorso 118 o corso sara per trasporto infermi
La CARITAS ha i suoi locali presso la parrocchia di None.I suoi volontari (15) sono a disposizione del pubblico il giovedì dalle 10,30 alle 12,00 ed il sabato dalle 15,00 alle 17,00I servizi che offre sono:accompagnamento e compagnia a persone sole(12)distribuzione borse alimentari, vestiario ed aiuti economici secondo necessità e disponibilità della CARITASsi organizzano la giornata dell’anziano per dare modo agli anziani che vogliono di ritrovarsi e ravvivare i propri ricordi
Assistenza telesalvavita “Beghelli”
trasporto da e per ospedali di pazienti (anche solo temporaneamente)non autosufficienti
Trasporto ai servizi sanitari e luoghi di curapratiche burocratiche connesse al servizio sanitario: prenotazioni, ritiro refertiaccompagnamento al luogo di cura per anziani parzialmente inabili con carrozzina se necessario.
Occupazione del tempo libero : bocce, carte, bar(circolo Juventus )
Assistenza spirituale e psicologica (suora e 7 ministri Eucaristia)
60
CROCE VERDE di VINOVO e CANDIOLO
SPAIP di CANDIOLO
CARITAS di CANDIOLO
Incontri ricreativi e culturali (cucito, ricamo, coro, due gite all’anno(gruppo anziani)
AbitazioneCentro diurnoBanco alimentare(San Vincenzo)
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TAVOLO DISABILITA'
SCHEDA RISORSE
ENTE/ASSOCIAZIONE RISORSA TARGET
COMUNI
COMUNE DI NICHELINO
COMUNE DI NICHELINOPOLITICHE SOCIALI
Servizi ScolasticiServizio accompagnamento scolastico minori portatori di HC a mezzo pulmino
Servizio di assistenza educativa
Collettivo delle insegnanti di sostegno comunali
Ludoteca comunale
Asili nido comunali
Servizio estivo scuole materne e centri estivi
Progetto interscolastico
Sussidi scolastici
Progetto prodigio : apertura sportello informa adulti
Progetto “a regola d’arte.....”
Giornata eliminazione barriere architettoniche
Servizio organizzato per 13 ragazzi nel 2001, per 14 nel 2002, per 14 nel 2003
A tutti gli allievi disabili certificati, frequentanti le scuole materne, elem. e medie inferiori per i quali sono presenti limitazioni anche sul piano dell’autonomia.
Scuole materne, in diretto contatto con il bambino portatore di handicap
Bambini e ragazzi disabili seguiti da un educatore del Servizio
Bambini con problemi di handicap e/o in via di certificazione
Bambini delle scuole materne, elementari e medie
Vengono privilegiate le classi con bambini disabili
Acquisto di arredi speciali per bambini disabili(banco altezza variabile o inclinabile, seggiole particolari ecc………)
Sono state invitate le persone portatrici di handicap residenti
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COMUNE DI VINOVO
SCUOLE
I CIRCOLO DIDATTICO DI NICHELINO
II CIRCOLO DIDATTICO DI NICHELINO
( 5 ottobre 2003 )
Telesoccorso
Appoggio educativo assistenziale per alunni disabili. E’ stato scelto di seguire pochi minori per un numero maggiore di ore
Appoggio educativo assistenziale per minori inseriti ai Centri Estivi
Trasporto alunni disabili da casa a scuola e ritorno
Istruttore di nuoto 1/1 per minori disabili
Contributo con finanziamento regionale L.R. 13/89 “disposizioni per favorire superamento barriere architettoniche”
richiesta di casa adeguata per persone disabili con reddito basso ( difficoltà nel soddisfare questa esigenza)
Pre scuola, Dopo scuola,Tempo scuola: modulo, tempo pienoInsegnanti stataliIntervento educatoriCooperativa “allegro con moto”finanziato in parte dal comune integrato con i fondi della scuola.Interventi sulle classi con laboratori proposti dal CISA.Rapporti con il servizio N.P.I.Progetto “HELP” finanziato dalla scuola.Integrazione offerta formativa con proposte ludico didattiche offerta dal comune con fondi provinciali e regionali.
Servizio scolastico scuola infanzia
Servizio scolastico scuola primaria
Servizio prescuola
Servizio doposcuola
Cooperazione con i servizi di NPI, riabilitazione,
sul territorio
Rivolto a tutte le persone con problemi di non autosufficienza
Minori disabili scuola materna, elementare e media
Minori disabili scuola materna, elementare e media
Minori disabili scuola dell’obbligo che evidenziano particolari problemi
Minori disabili scuola materna, elem. e medie, più gravi
Invalidi oltre il 100%
Mediamente 3 casi all’anno (adeguamento servizi igienici, ascensore)
Bambini della scuola dell’infanzia e delle elementari
Tutti età 3 – 6 anni
Tutti età 6 – 11 anni
Tutti età 3 – 11
Tutti età 3 – 11
Tutti età 3 – 11
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ITC “ERASMO DA ROTTERDAM”
I.T.I.S. “JC MAXWELL”
C.F.P. “IAL”
ISTITUTO COMPRENSIVO DI NONE
CIRCOLO DIDATTICO DI VINOVO
con il Comune e con la famiglia
Frequenza scolastica
Insegnante di sostegno e strutture adeguate per l’inserimento scolastico
Assistenza all’autonomia personale
Formazione professionale finalizzata alla lotta contro la disoccupazioneOfferta formativa vasta ed articolata per tipologia di utenza e di corsiPrincipali finalità:contrastare disoccupazione sia con approccio preventivo che con quello curativo, a seconda delle differenti caratteristiche dell’utenza, come parte di più generali politiche attive del lavoro.
SCUOLA DELL’INFANZIASostegno scolastico per 5 alunni certificati con 4 insegnanti di sostegno specializzateSCUOLA ELEMENTARESostegno scolastico per 4 alunni certificati con tre insegnanti di sostegno specializzateSCUOLA MEDIASostegno scolastico per 7 alunni certificati con tre insegnanti di sostegno specializzatiPROGETTI SPECIFICI FACENTI PARTE DEL P.O.F.:psicomotricità, acquaticità, globalità di linguaggicontinuitàtrasversalità con il IV Circolo di MoncalieriORIENTAMENTO PROFESSIONALE
Offrire a tutti gli alunni, ed in particolare a quelli in difficoltà, ogni possibile opportunità formativa consentendo a ciascuno di:integrarsi in modo positivosviluppare le loro capacitàmettere in evidenza i potenziali individualivalorizzare le loro prestazioni, tutto ciò nel rispetto dei propri tempi e dei propri ritmi
Allievi tra 14 e 18 anni
Servizio offerto nelle classi in cui vengono inseriti allievi diversamente abili
Il personale ATA garantisce l’assistenza all’autonomia personale
Interventi formativi e di sostegno per le aree dello svantaggio e delle fasce deboli del mercato del lavoroIn generale servizi offerti a:obbligo formativopost obbligo scolasticopost obbligo formativo ultradiciottennisostegno handicap in corsi normalicorsi handicaporientamento in obbligo scolasticomaster e formazione di primo livellogiovani obbligo formativo assolto
A tutti gli alunni in situazione di handicap presenti nel Circolo.
Il servizio viene offerto a:4 alunni in situazione di handicap della Scuola dell’Infanzia10 alunni in situazione di handicap della Scuola ElementareLe difficoltà che incontrano sono di tipo relazionale, di comportamento, associati a deficit cognitivi più o meno gravi, a ritardi nel linguaggio, a deficit sensoriali e motori
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ASL 8
SERVIZIO DI PSICOLOGIA
SERVIZIO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
S.R.R.F.
C.S.M.
PsicodiagnosiCertificazioni ex lege 104Terapia di sostegno individuale/di gruppo
Sostegno alla genitorialitàSostegno psicologico
Diagnosi funzionaliPiani educativi individualizzati
Monitoraggi sistematici
Il servizio è costituito da medici specializzati in neuropsichiatria infantile che svolgono le loro attività ambulatorialmente e mediante consulenza ospedalieraOBIETTIVO:tutela dello sviluppo neurologico, intellettivo, affettivo del bambino e dell’adolescente, individuando e rimuovendo i fattori che lo alterano e lo ostacolano.
Valutazioni funzionaliInterventi rieducativi motori e logopedici a tutta la popolazione
Conselling riabilitativo
Ambulatorio psichiatrico con servizio di consulenzaIn particolare vengono effettuate le seguenti prestazioni:visite specialistiche psichiatriche, visite psicologiche, visite domiciliari, appoggio educativo, valutazione psicodiagnostica, psicoterapia individuale, psicoterapia di gruppo, consulenza e supporto per le famiglie dei pazienti, consulenza per certificazioni e per altri servizi sanitari ospedalieri e territoriali, socio assistenzialicertificazioni per pratiche medico – legali (invalidità, patente…..)attività di accoglienza del disagio psichicoattività psicoriabilitativa e risocializzante presso il centro diurnoinserimenti presso strutture residenziali non ospedaliere (sulla base di progetti terapeutici individualizzati)
La comunità alloggio è di tipo residenziale può ospitare 9 persone
Minori
Famiglia( genitori )
Scuola
Contesto di supportoEducatoriComunitàFamiglie affidatarie
Al soggetto portatore di H, alla sua famiglia ed a tutti gli operatori che ruotano intorno ad essi
Prevalentemente a disabili motori e con disturbi della comunicazione
Disabili ultradiciottenni che presentano sintomi psicopatologici
Il servizio viene offerto ad ultradiciottenni con disabilità intellettiva e fisica a cui viene a mancare la famiglia di
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COOPERATIVE
COOPERATIVA SOCIALE QUADRIFOGLIO – COMUNITA’ ALLOGGIO “LA CRISALIDE”
COOPERATIVA SOCIALE “LA TESTARDA”
ISTITUTO SORDOMUTI DI TORINO
COOPERATIVA “VALDOCCO”
COOPERATIVA “IL SOGNO DI UNA COSA”
“Fondazione Agape dello Spirito Santo”. RESIDENZA “SAN GIOVANNI”DI NONE
COOPERATIVA “ALLEGRO CON MOTO”
ASSOCIAZIONI
ASSOCIAZIONE “IL GIGLIO”
Comunità di tipo famigliare “I Naviganti”
Educativa territoriale
Servizio educativo territoriale per disabili sensoriali
Centro diurno “Iter”Centro diurno “La Trottola”Servizio educativo “Scarabeo”Servizio educativo territorialeSIL
Comunità alloggio di tipo B (D.G.R.230/97 e s.m.) per adulti con disabilità psico fisica di entità medio grave, per complessivi 8 posti letto.
Servizio educativo territoriale per minori disabili “Gabbianella”.
Accoglienza residenziale 40 posti
Servizio di assistenza educativa rivolto a bambini portatori di disabilità di tipo fisico e psichico, residenti a Nichelino, ad integrazione del programma educativo didattico individualizzato.
PUNTO DI ASCOLTO CON LE SEGUENTI FUNZIONI:recepimento delle problematiche inerenti alla disabilità sui territori (Nichelino, Candiolo, None, Vinovo)
informazioni di natura fiscale riguardanti la sfera della disabilità
assistenza sulla tutela dei diritti civili
PROGETTO PSICOMOTRICITA’
origine o vengono semplicemente a crearsi delle situazioni familiari critiche
4 posti (attualmente ospita ragazzi dai 20 ai 42 anni)
MaggiorenniMinori
Persone sorde
Disabili ultraquattordicenni lievi, medio gravi, gravi, gravissimi
Alle persone con le caratteristiche del target, alle loro famiglie,agli enti committenti(comuni, consorzi, ecc….)
Portatori di handicap psichico e neuromotorio
Il servizio è rivolto agli allievi disabili la cui necessità di assistenza è segnalata dalle scuole in base alla diagnosi funzionale e al PEI
Portatori di disabilità
Familiari e reti sociali legate agli ospiti
Ai soci ed alle famiglie di disabili che ne facciano richiesta nell’ambito del territorio
Beneficiari del servizio sono i soggetti che ne faranno richiesta, tenendone presente la situazione socio economica
Alle donne che hanno
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ASSOCIAZIONE CULTURALE “FRIDA MALAN”
ASSOCIAZIONE UTIM (UNIONE PER LA TUTELA DEGLI INSUFFICIENTI MENTALI)
“TESA – SOMS”SOCIETA’ OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO
ASSOCIAZIONE “SORRISO”
Associazione formata da poco tempo in via di espansione
Sensibilizzazione, informazione sui diritti delle persone con handicap intellettivo
Promozione e tutela dei diritti fondamentali delle persone con handicap intellettivo
Trasporto delle persone sprovviste di proprio automezzo alle istituzioni sanitarie periferiche ed eventualmente di bimbi disabili alle scuole vinovesi.
Trasporto con mezzo attrezzato di persone disabili
problemi personali o familiari
Cittadini, familiari di persone con handicap, istituzioni
Ai cittadini di Vinovo
A tutti i richiedenti disabili del Comune di Nichelino ( nel caso le associazioni esistenti nei vari comuni di Vinovo, Candiolo, None, non siano in grado di effettuare il servizio, anche per i disabili dei suddetti comuni).
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ALLEGATI
ALLEGATO N. 1 Tavolo Disabilità
BOZZA DI DOCUMENTO DI SINTESI A CURA DELL’ U.T.I.M.
Premesso che il settore dell’assistenza deve intervenire solo se tutti gli altri settori (scuola, sanità, formazione professionale, lavoro, casa, trasporti, …) hanno compiuto le proprie funzioni a favore di TUTTI i cittadini, compresi quelli con handicap (cfr. allegato Y – scheda n. 2);
tenuto in particolar modo conto delle nuove disposizioni normative a favore delle fasce più deboli della popolazione previste dalla legge regionale del Piemonte n. 1/2004 (alcune delle quali richiamate più sotto);
si riportano, in estrema sintesi, i bisogni principali (esplicitati nelle varie schede dell’all. Y) rilevati nel territorio dei comuni afferenti al Cisa 12 per i soggetti con handicap intellettivo e/o pluri-minorati, rilevando innanzitutto la necessità di approvare a livello comunale/consortile una delibera quadro che garantisca il diritto esigibile per la fruizione dei servizi assistenziali, e di cui si allega una proposta in allegato (cfr. all. X).
BISOGNI principali rilevati
- Incremento del numero di presidi residenziali (comunità alloggio, gruppi appartamento, convivenze guidate, …) al fine di soddisfare la lista di attesa (cfr. all. Y - scheda n. 4) e, altresì, l’eventuale rientro nel territorio dei soggetti inseriti in strutture residenziali esterne, nonché la sistemazione in presidi più appropriati (gruppi appartamento) di alcuni ospiti della comunità alloggio di Nichelino;
- Incremento dei centri diurni e del servizio di educativa territoriale garantito a tempo pieno per soggetti con handicap in situazione di gravità (cfr. all. Y - scheda n. 5), al fine di soddisfare le liste di attesa ed il bacino di utenza previsto (congedi dalla scuola dell’obbligo, rientro nel territorio degli utenti inseriti in strutture esterne (cfr. all. Y - scheda n. 7), frequenza dei servizi diurni nel territorio da parte degli utenti della comunità alloggio di Nichelino (cfr. all. Y - scheda n. 9)).
- Incremento dei soggiorni estivi ad almeno 14 giorni/anno per i soggetti frequentanti i presidi territoriali diurni (cfr. all. Y - scheda n. 6)
- Sviluppo del servizio di aiuto personale (legge104/1992 e 162/1998) per le persone con limitata o nulla autonomia (cfr. all. Y - scheda n. 8)
- Informazioni alla cittadinanza, nonché alle famiglie interessate, in merito alla tematica “disabilità”, ai relativi diritti, ai servizi esistenti, ecc. (cfr. all. Y - scheda n. 10)
- Informazione periodica a favore delle associazioni di tutela degli utenti e alle famiglie che vivono l’esperienza di un handicap, delle varie liste di attesa per l’accesso ai servizi territoriali (cfr. all. Y - scheda n. 12)
- Predisposizione dei “buoni taxi” per i soggetti con handicap tale da non poter usufruire dei mezzi di trasporto pubblici (cfr. all. Y - scheda n. 11);
- Attivazione di uno sportello aperto al pubblico a supporto della predisposizione delle domande di interdizione, ecc., per i consigli del caso e per la presentazione diretta delle istanze (cfr. all. Y - scheda n. 13).
INTERVENTI PREVISTI
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Premesso che costituiscono «prestazioni essenziali» (art. 18, l.r. 1/2004) il «soddisfacimento delle esigenze di tutela residenziale e semiresidenziale delle persone non autonome», nonché la «piena integrazione dei soggetti disabili»;
visto che la Regione (art. 22, l.r. 1/2004) «riconosce a ciascun cittadino il diritto di esigere (…) le prestazioni sociali di livello essenziale», alle quali accedono con priorità i soggetti inabili e, ancor più, le persone in situazione di handicap grave;
ricordato ancora che i Comuni sono tenuti obbligatoriamente a fornire assistenza ai soggetti con handicap privi dei necessari mezzi per vivere (artt. 154-155, r.d. 773/1931);
il Piano di zona, quale strumento di programmazione degli interventi in risposta ai bisogni evidenziati, prevede la realizzazione dei seguenti servizi e prestazioni (cfr. art. 47, l.r. 1/2004):
• Sostegno e sostituzione alla famiglia - Accoglienza residenziale: - Un gruppo appartamento per soggetti con handicap intellettivo di tipo medio-lieve. - Una comunità alloggio familiare per soggetti con handicap in situazione di gravità da non più di 8-10 posti letto, sita in un normale appartamento o in una casa mono-familiare (da prevedersi in aggiunta alla già prevista comunità in Garino, fraz. di Vinovo).- Una comunità familiare di tipo sanitario (da non più di 8-10 posti letto) per soggetti con problematiche sanitarie prevalenti all’handicap, con garanzia di prestazioni medico-infermieristiche e di assistenza tutelare, inserita nel normale contesto urbano e facilmente accessibile con i mezzi pubblici.
• Assistenza socio-educativa territoriale - Centri diurni : - Locali da destinarsi a centro diurno da 10 utenti (oltre a quelli di via Turati a Nichelino), inseriti nel vivo del contesto sociale. - Servizio a tempo pieno presso tutti i centri diurni – riservati ai soggetti che a causa delle loro condizioni fisiche e psichiche non sono in possesso dell’autonomia necessaria per lo svolgimento di attività lavorative – e predisposizione dei soggiorni estivi di durata annuale pari ad almeno 14 giorni continuativi.
• Aiuto alla persona (interventi atti ad assicurare la vita indipendente) - Erogazione di un servizio o di un contributo diretto ad assicurare tutto il fabbisogno di cui la persona necessita per il raggiungimento dell’autonomia necessaria al fine di condurre una vita indipendente al proprio domicilio.- Reintroduzione dei “buoni taxi” - da parte dell’Assessorato ai trasporti - per ciascun utente impossibilitato a causa del suo handicap ad utilizzare i mezzi pubblici, previa verifica dei suoi bisogni (lavoro, scuola, riabilitazione, tempo libero).
• Piano di comunicazione sociale - Campagna informativa alla cittadinanza - a carico dell’Assessorato alla cultura - sugli aspetti relativi alla prevenzione dell’handicap, alle questioni generali delle varie tipologie di handicap, alle problematiche dell’emarginazione, …- Informazione ai cittadini, ed alle famiglie interessate, sui loro diritti, sulle iniziative/prestazioni a disposizione, ovvero sulle modalità d’accesso ai servizi, sulla presentazione delle relative istanze, sull’eventuale ricorso contro il diniego, sulle liste di attesa, ecc.
• Facilitazioni per l’accesso ai servizi/prestazioni da parte dei cittadini - Supporto ai cittadini che si rivolgono all’assistenza, nella redazione e presentazione delle domande scritte per la richiesta di accesso ai servizi.
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- Istituzione di uno sportello pubblico per l’istruzione delle pratiche di interdizione, inabilitazione, amministrazione di sostegno, che consigli correttamente gli interessati e aiuti nella compilazione della domanda, nonché presenti direttamente le istanze alla Procura.- Facoltà per le associazioni di rappresentanza dell’utenza all’accesso alle relative strutture diurne e residenziali al fine di osservarne e verificarne la gestione sia dal punto di vista dell’idoneità delle sedi che della rispondenza delle prestazioni educative ed assistenziali ai criteri generali affermati negli atti regolamentari vigenti.
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ALLEGATO N. 2 Tavolo Disabilità
Contributo Gruppo Sanità
Riteniamo che il nostro paese si sia dotato negli ultimi decenni di un’ottima legislazione in merito alle problematiche dell’handicap (prevenzione, riabilitazione, non emarginazione…). Purtroppo le applicazioni pratiche di questa normativa sono ben lungi dall’essere soddisfacenti.
Sicuramente una minor disponibilità di risorse economiche limita la progettazione di nuovi servizi e in certi casi il mantenimento di quelli esistenti.
Però vi è anche la sensazione che nell’attuale organizzazione dei servizi che ruotano
attorno all’handicap esistano delle possibilità di ottimizzazione delle varie risorse già a
disposizione.
Un elemento importante che può ridurre l’efficacia degli interventi è la loro dispersione sul territorio, cosa che se da un lato rappresenta la condizione per una migliore integrazione (in alternativa alla centralizzazione dell’istituto) dall’altro richiede un buon coordinamento sia sanitario sia sociale, carente in questo momento anche per l’assenza della figura del medico di famiglia nelle équipe di progettazione multidisciplinare, così come il supporto del neurologo per adulti nei casi specifici.
Nell’ambito delle leggi nazionali regionali sono contemplate modalità di lavoro che
favoriscono lo scambio d’informazioni tra operatori e la programmazione integrata tra le varie
attività educative, sanitarie e sociali. Tra queste vanno considerate l’Unità Multidisciplinare e
l’Unità Valutativa Handicap (UVH).
L’Unità Valutativa Handicap (UVH) ha per sua natura un ruolo di
progettazione ed integrazione dei servizi, nonché di valutazione dei progetti individuali. Nel nostro distretto durante i tre anni d’attività sono stati verbalizzati 251 progetti, concernenti 203 soggetti disabili. Ma la cosa più importante è che il gruppo UVH è diventatola sede dove almeno una volta il mese vengono analizzate le risorse del territorio disponibili a fronte delle richieste d’intervento sociosanitario pervenute e dove collegialmente si progettano altre possibili soluzioni. Le sue potenzialità sono però nettamente ridotte dall’impossibilità di conoscere il budget sanità assistenza.
La creazione di un registro delle disabilità che, in stretta collaborazione con la medicina legale, potrebbe fornire uno strumento tecnicamente valido per operare delle scelte oggettivamente rispondenti ai bisogni dei disabili e alle risorse del territorio.
E’ necessario pertanto potenziare queste modalità organizzative dando loro visibilità, riconoscimento e autorità decisionali.
L’Unità Multidisciplinare accompagna, con interventi di programmazione e coordinamento, il disabile nel periodo della frequenza scolastica. Uno dei motivi d’inadeguato funzionamento dell’Unità Multidisciplinare è rappresentato dall’assenza sul nostro territorio degli “accordi di programma”, con conseguente confusione di ruoli, doveri e modalità d’intervento. Inoltre è emersa la mancanza di una figura di riferimento che accompagni il disabile e la sua famiglia dal momento della diagnosi, talvolta già evidente alla nascita, lungo il difficile percorso (sia perché intricato, sia perché emotivamente gravoso) di conoscenza dei servizi e delle risorse del territorio.
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Un altro aspetto che riteniamo problematico consiste nella frequente confusione tra gli interventi di carattere strettamente sanitario da quelli di ordine più assistenziale ed educativo.
Confondere la rieducazione con l’assistenza può significare creare solo illusioni e sprecare risorse professionali ed economiche.
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ALLEGATO N. 3 Tavolo Disabilità
Contributo Gruppo Scuola
Premessa
Alcune finalità del piano di zona sulla disabilità dovrebbero essere:
- quella di promuovere una modalità di lavoro che preveda l’intreccio dei servizi in un’ottica di rete,
- quella di offrire servizi ed interventi di qualità che rispondano in modo adeguato alle specifiche esigenze di ciascun soggetto durante l’intero percorso scolastico-educativo, che devono proiettarsi nel progetto di vita e di integrazione socio-lavorativa,
- quella della diffusione di una cultura dell’handicap basata sulla valorizzazione della diversità, quale risorsa
- quella di favorire l’accesso ai servizi del territorio in un contesto di normali opportunità previste per tutti i cittadini, potenziando servizi terapeutici specifici come per esempio la psicomotricità.
Proposte
1. Omogeneità degli interventi volti all’inserimento della persona diversamente abile in ambito scolastico a livelo territoriale..
E’ innegabile che sul territorio del Cisa 12 ci siano situazioni scolastiche che hanno un
retroterra esperienziale variegato. La ricchezza delle esperienze didattiche pregresse non sempre
viene condivisa tra le varie scuole. Il confronto relativo a come sono stati affrontati i problemi da
altre persone può aiutare a risolvere nuove problematiche per le quali non sappiamo trovare
soluzioni.
Al fine di garantire la possibilità di interventi il più possibili soddisfacenti, è necessaria una condivisione del lavoro pregresso effettuato dalle scuole, permettendo quindi una omogeneizzazione dei servizi tendenti alla maggior efficacia di prestazione.
Per rendere effettivo tale confronto è necessario un coordinamento interscolastico tra le diverse scuole del territorio, (individuato dai piani di zona). Tale commissione avrà il compito di individuare la “buona prassi per l’integrazione scolastica” innestando un processo virtuoso. Si propone di indire una commissione integrazione scolastica (cisa12), che si riunisca due volte l’anno, per valutare sia gli indirizzi generali della didattica sia l’indirizzo delle eventuali progettazioni di passerella tra ordini di scuola diversi.Tale commissione dovrà essere formata da un responsabile per ogni scuola.
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2. Garanzia di mantenimento e potenziamento dei servizi di assistenza specialistica a tutti i soggetti diversamente abili inseriti nelle scuole, affinchè sia garantita l’autonomia personale, elemento necessario ed indispensabile per l’integrazione.
3. Informazione alle famiglie sui servizi esistenti.Costruzione di un opuscolo, di facile consultazione, terminologia semplice sui diritti delle
persone portatrici di handicap e sulla fruibilità dei servizi anche extrascolastici
4. Prevedere il mantenimento del servizio di sportello attivato dal CISA 12 a favore degli insegnanti della classe nella quale è inserito il bambino in situazione di handicap.
5. Prevedere la possibilità di avere un maggior numero di incontri con gli specialisti che lavorano sul territorio e afferenti il gruppo tecnico dell’A.S.L.
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ALLEGATO N. 4 Tavolo Disabilità
Contributo Gruppo Cooperazione Sociale
PremessaIl lavoro redatto e costruito nell’ambito del Piano di Zona dovrebbe consentire una modalità di
lavoro adeguata alla costruzione di una rete di Servizi che cooperano e si coordinano, non solo nella progettazione ma anche nella messa in opera delle strategie, nel sostegno delle azioni e delle competenze.
Si ritiene fondamentale pertanto che questo divenga lo spazio di confronto tra le parti sociali che sono direttamente coinvolte nella gestione di progetti di vita, anche per ridefinire e riformulare le risorse.
Problematiche e ipotesi operative
1 Si rilevano necessari due tipi di intervento: il primo si pone nella prassi operativa immediata, dove si rileva la necessità di un’estesa sensibilizzazione/informazione delle famiglie, con l’esigenza di dare uno spazio (Info H – Chi Fa Cosa?) dove la rete familiare possa accedere non solo ad una risorsa informativa sui servizi, ma anche ad uno spazio educativo di sostegno per il nucleo (Es. Progetto “Parents Training”)
2 Necessità di una formulazione effettiva di un’equipe multidisciplinare del territorio che centri su di sé la presa in carico, garantendo una continuità progettuale per tutto il ciclo di vita dei soggetti disabili, assicurando soprattutto il necessario passaggio di materiale informativo che ne conservi la continuità anamnestica.
3 Necessità di realizzazioni e potenziamenti delle risorse e degli spazi educativi con cui si possa attuare l’accoglienza non solo della disabilità, con sostegni e servizi mirati, ma anche della famiglia con progetti educativi di sostegno.
4 Necessità di formulare con risorse specifiche raccordi con le strutture scolastiche, per impostare non solo una sensibilizzazione professionale sulle disabilità, formulando una metodologia comune di accoglienza, ma anche per garantire nella prassi operativa la continuità informativa del progetto di vita del disabile che si ritrovi così già pronto ad essere pensato all’interno di una rete forte di servizi.
5 Un secondo intervento possibile si rileva nella dimensione della prevenzione a largo raggio, dove si rileva la mancanza di coinvolgimento dei servizi medici di base e pediatrici con cui effettuare non solo una sensibilizzazione finalizzata all’attuazione di screening neonatali, ma anche ad un’accoglienza globale del nucleo familiare che trova così accesso guidato ai servizi.
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ALLEGATO N. 5 Tavolo Disabilità
Contributo Associazione “IL GIGLIO”
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Individuazione e segnalazione delle problematiche emerse.
1. SCUOLA
• Necessità di individuare una regia forte che sia in grado di garantire, a partire
dalla scuola primaria ed assicurandone la continuità per tutto l’iter scolastico,
la realizzazione di progetti specifici e mirati volti ad un reale beneficio per lo
sfruttamento delle capacità del ragazzo diversamente abile.
S’intende per regia forte quel soggetto che sia capace di coordinare il progetto
onde ottenere la massima risposta e la maggior integrazione del diversamente
abile.
2. SANITA’
• La funzione riabilitativa dei singoli progetti non può essere strettamente legata
alle esigenze di bilancio dell’Azienda Sanitaria.
Diventa difficile pertanto l’individuazione delle singole priorità ed è quindi
indispensabile stabilire le risorse necessarie a soddisfare i bisogni dei singoli
territori, razionalizzando gli interventi fine a se stessi, individuando se necessario
altre funzioni riabilitative oggi non presenti sui territori.
3. COMUNI
• I Comuni devono individuare e realizzare, nell’ambito delle politiche sociali quei progetti che non rientrano nelle funzioni della scuola, della sanità e del socio assistenziale (vedi ippoterapia, musicoterapica, sport per disabili, ludoteche, trasporti per disabili, etc.).
4. SOCIO ASSISTENZIALE
• Soddisfare maggiormente le richieste di assistenza domiciliare in quanto questo servizio risulta assai carente sui territori.
• Integrare la funzione educativa e riabilitativa all’interno di quei progetti che si possono individuare al di fuori delle competenze degli altri soggetti.
5. LAVORO
• Il servizio socio assistenziale deve individuare i percorsi per un corretto inserimento lavorativo laddove si riscontrino le possibilità specifiche, integrate all’occorrenza da percorsi formativi debitamente studiati ed individuati all’Assessorato competente.
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