Appunti di
SCIENZE MOTORIE
Prof. Giorgio Storti
IIS “S. CECCATO” – Montecchio Magg. (VI)
A.S. 2016-2017
Preacrobatica
APPUNTI DI SCIENZE MOTORIE Giorgio Storti
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Preacrobatica
Appunti per la secondaria di II grado
La preacroabtica è una parte della ginnastica artistica in cui si effettuano soprattutto salti ed esercizi in volo.
Prima di addentrarci negli elementi base di questa disciplina è utile ed opportuno ripassare alcuni principi di fisica applicati al corpo umano.
Principi di fisica ed anatomia
Equilibrio e baricentro
In fisica si definisce equilibrio lo stato di un corpo non soggetto a forze che ne modifichino le condizioni di quiete
(equilibrio statico) o di moto rettilineo uniforme (equilibrio dinamico).
Il baricentro o centro di gravità di un corpo rigido è il punto di applicazione della forza-peso del corpo. Un corpo
appeso per un punto P è in equilibrio se il suo baricentro G si trova sulla retta verticale che passa per P. Un corpo
appoggiato su un piano è in equilibrio se la retta verticale che passa per il suo baricentro interseca la base di
appoggio.
Quando questa retta cade fuori dalla base di appoggio l’equilibrio viene rotto ed il corpo si muove.
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I segmenti corporei Il corpo umano è costituito da vari segmenti interconnessi e mobili. Questi segmenti si muovono sui tre piani
fondamentali del corpo umano e possono farci assumere posizioni diverse.
Riferimenti anatomici
Gli assi del corpo
Gli assi anatomici sono delle linee che attraversano il corpo umano nel suo baricentro (nella posizione eretta è a
livello dell’ombelico).
Gli assi principali del corpo umano sono:
1. Asse longitudinale (verticale): perpendicolare alla base di appoggio, quando il corpo è in posizione eretta.
2. Asse trasversale (orizzontale): diretto da sinistra a destra ed è perpendicolare all'asse longitudinale.
3. Asse sagittale (antero-posteriore): diretto dalla superficie posteriore alla superficie anteriore del corpo.
Questo asse è perpendicolare agli altri due assi.
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I piani del corpo
I piani anatomici sono delle linee immaginarie disegnate attraverso il corpo. Queste linee permettono di descrivere
oggettivamente i movimenti e le posizioni del corpo.
I piani anatomici sono tre e scaturiscono dall’intersezione di 2 assi. Assumendo che il corpo sia in posizione eretta,
essi sono:
1. Piano frontale: è un piano verticale immaginario individuato dagli assi longitudinale e trasversale. Divide il
corpo in parte anteriore e parte posteriore.
2. Piano trasverso: è un piano orizzontale immaginario parallelo alla base di appoggio individuato
dall’intersezione degli assi trasversale e sagittale. Divide il corpo in parte superiore e parte inferiore.
3. Piano sagittale : è un piano verticale immaginario individuato dagli assi sagittale e longitudinale. Divide il
corpo in parte sinistra e parte destra.
PIANO FRONTALE PIANO TRASVERSO PIANO SAGITTALE
La fisica applicata al corpo umano Il corpo umano non è un oggetto unico, bensì formato da diversi segmenti. La posizione dei segmenti corporei (del
loro baricentro) nello spazio determina la posizione del baricentro del corpo. Ne consegue che il baricentro del corpo
umano non è fisso ma varia a seconda della posizione che assumiamo.
Nella stazione eretta con le braccia lungo i fianchi il baricentro è posto all’altezza dell’ombelico, ma se muoviamo
uno qualsiasi dei segmenti corporei esso cambia. Molto spesso esso è al di fuori del corpo:
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La capovolta La capovolta fa parte della grande famiglia dei rotolamenti. Nella fattispecie è una rotazione del corpo attorno
all’asse trasverso. Può essere effettuata in avanti ed all’indietro.
L’esecuzione di una capovolta in avanti, partendo dalla stazione eretta, prevede
1. Appoggio delle mani a terra (i palmi!)
2. Piegamento della testa a toccare lo sterno con il mento in modo da inarcare la schiena e favorire il
successivo rotolamento
3. Sbilanciamento in avanti
4. Rotolamento
5. Appoggio dei piedi
In molti casi non si parte da fermi, per cui la fase di sbilanciamento è già in atto. Sarà quindi sufficiente prendere
contatto col suolo appoggiando i palmi ed inarcare la schiena per ottenere il rotolamento. Nell’esempio una
capovolta tuffata:
L’esecuzione di una capovolta all’indietro, partendo dalla stazione eretta, prevede:
1. Fronte opposta alla direzione d’esecuzione dell’esercizio
2. Appoggio del bacino a terra e raccolta degli arti inferiori per favorire il rotolamento
3. Sbilanciamento indietro
4. Rotolamento
5. Appoggio delle mani (i palmi!) che saranno rivolte in alto e vicino alle orecchie
6. Spinta delle braccia per far passare la testa
7. Appoggio dei piedi
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La verticale La verticale fa parte della famiglia dei rovesciamenti. Significa che per compiere questo gesto è necessario invertire
l’ordine alto/basso del corpo.
La verticale normalmente si esegue portando i piedi in alto e la testa in basso, secondo le seguenti fasi:
1. slancio delle braccia in alto con una gamba tesa avanti
2. appoggio della gamba tesa e successivo appoggio delle mani a terra
3. richiamo delle gambe
Può essere eseguita libera o in appoggio (spalliera, muro, …).
Ruota e rondata
La ruota Anche la ruota fa parte dei rovesciamenti, in quanto per eseguirla si deve invertire l’ordine alto/basso. In pratica si
esegue una rotazione attorno all’asse sagittale tenendo braccia e gambe tese.
La ruota si esegue di fianco rispetto alla direzione dell’esercizio.
Per eseguire una ruota a sinistra bisogna, in sequenza:
1. appoggiare al suolo la mano sinistra
2. appoggiare la mano destra
3. rovesciare il corpo passando per la verticale
4. staccare la mano sinistra
5. appoggiare il piede sinistro
6. staccare la mano destra
7. appoggiare il piede destro
Nelle ruota a destra i lati sinistro/destro si invertono.
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La rondata La rondata è una variante della ruota che si distingue da essa per due piccole differenze:
1. vi è una breve fase di volo
2. l’arrivo è a piedi pari con fronte opposta alla direzione dell’esercizio
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Il volteggio Il volteggio è il superamento di un ostacolo attraverso una successione di azioni motorie:
1. rincorsa
2. stacco
3. appoggio delle mani
4. superamento
5. arrivo a terra.
L’entità dell’ostacolo può essere la più varia: una transenna, una trave, una cavallina, un cavallo, una tavola, etc. Il
superamento dell’ostacolo senza nessun contatto con lo stesso si chiama “salto”, mentre con l’appoggio delle mani
ed anche dei piedi si chiama “saltovolteggio”.
Per quanto ci riguarda l’ostacolo da superare è la cavallina. L’attività del volteggio necessita di diverse qualità sia
fisiche che psichiche: infatti non solo richiede risorse motorie quali la corsa , l’impulso degli arti superiori ed inferiori
e la capacità tecnica per valicare l’ostacolo, ma si basa anche su qualità quali la decisione, il coraggio e la fiducia in
chi assiste.
Nel volteggio ognuna delle diverse fasi (rincorsa, presalto, battuta, primo volo, posa delle mani, tecnica di volteggio,
secondo volo e arrivo a terra ) ha caratteristiche proprie.
Fase Caratteristiche
Rincorsa È costituita da un breve progressivo di velocità che consente di accumulare energia cinetica lineare.
Presalto È costituito da un salto lungo e radente che tende a non disperdere l’energia cinetica accumulata dalla rincorsa e prepara l’arrivo in pedana a piedi uniti.
Battuta È l’azione di arrivo e successivo stacco dalla pedana. Essa è costituita da una presa di contatto della porzione anteriore del piede sulla pedana e da un leggero ammortizzamento delle ginocchia per consentire un rapido impulso di spinta delle gambe e quindi per trasformare l’energia cinetica lineare in elevazione.
Primo volo È il tempo di volo tra lo stacco dalla pedana ed il contatto con l’attrezzo . Esso è costituito da un allungamento in aria del corpo disteso in elevazione al di sopra dell’ attrezzo.
Appoggio delle mani
È il momento di arrivo sull’attrezzo, in cui il ginnasta deve sostenere lo sforzo dell’impatto e attuare l’immediata spinta delle braccia e delle spalle per eseguire il volteggio vero e proprio.
Tecnica di volteggio
È la forma tecnica per superare l’attrezzo che può avere forme diverse a seconda che l’esecuzione sia laterale, lineare , ribaltata , in ruota laterale o altro.
Secondo volo È determinato dalla tecnica del volteggio e dalla spinta delle braccia. Esso deve consentire la ricomposizione del corpo in atteggiamento allungato distante dall’attrezzo.
Arrivo a terra È la parte conclusiva del volteggio. Esso deve avvenire in condizioni di stabilità e di equilibrio. L’impatto dell’atterraggio va ammortizzato con l’appoggio di tutta la pianta dei piedi al suolo, con un forte semi-piegamento elastico delle ginocchia ed un caricamento del busto leggermente inclinato sulle gambe.
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Per quanto ci riguarda vedremo 3 tipi di volteggio:
1. saltovolteggio (con appoggio dei piedi sulla cavallina)
2. divaricato (superamento della cavallina a gambe divaricate)
3. framezzo (superamento della cavallina a gambe raccolte tra le braccia)