secondo l’art. 5 del nuovo Codice Deontologico “ il medico è tenuto a considerare l’ambiente quale fondamentale
determinante della salute dei cittadini”
il decreto 502/1992 preveda “l’integrazione fra politiche sanitarie e politiche ambientali e l’esercizio da parte dei medici della sorveglianza epidemiologica e della comunicazione del rischio per la partecipazione delle comunità alla tutela della salute e dell’ambiente”.
In base alle modalità della loro produzione gli inquinanti si possono suddividere in: • inquinanti primari: quelli che vengono direttamente immessi nell’atmosfera tal quali sia a causa di processi umani che naturali; • inquinanti secondari: quelli che si formano per reazioni chimico fisiche tra gli inquinanti primari stessi o con l’atmosfera attivati o meno dall’energia solare;
Inquinanti primari Componenti in atmosfera Inquinanti secondari Tipo reazione
gas acidi NH3
+ + particelle basiche H2SO4
= particelle saline (NH4)2SO4
reazione acido base
SO2, H2S, part. atmosf. NO + + O2, H2O O2, O3 == H2SO4 NO2 ossidazioni
Idrocarburi, HC+
+ + + + NO, O3 rad.
solare, O2 rad.
solare, NO2, O2 O3
==== NO2 O3 NO
radicali liberi
reazioni fotochimiche
Principali effetti sull’uomo Conc. Troposferica Media
livello di soglia di presenza avvertibile 0.3
primi effetti sanitari 1.0
fenomeni di broncocostrizione 1.6
Principali effetti sulla vegetazione 0.2 ppm
livello di soglia inizio danni 0.15
livello danni cronici vegetazione sensibile 0.3
livello di necrosi 1-2
Valori indicativi degli effetti dell SO2 sull'uomo
Valori indicativi degli effetti del NO sull'uomo
Principali effetti sull’uomo Con. Troposferica Media
presenza avvertibile 0.12 ppm
trascurabile irritazioni delle mucose e degli occhi 15 ppm
problemi di respirazione edemi polmonari
100 ppm
I più significativi inquinanti organici in atmosfera
Concentrazione indicativa in zone urbane Conc. Troposf. Media
metano 1.6 - 10 ppm
Totale sost. organiche 1.0 - 3.0 ppm
etano 0.05-0.50 ppm
propano 0.05-0.40 ppm
n-butano, isobutano 0.1-0.75 ppm
n-pentano, isopentano 0.1-0.7 ppm
etilene 0.012-0.25 ppm
acetilene 0.015-0.25 ppm
propilene 0.005-0.05 ppm
benzene, toluene, etil-benzene, xilene 0.03-0.15 ppm
aromatici policiclici 0.01-0.2 ppm
Metalli
Metallo Fonte Principale Effetto
Nichel nafta, olii, acciaio, leghe cancro polmonare
Boro carbone, vetrerie, ceramiche non tossico se non sotto forma di borani
Arsenico carbone, petrolio può causare cancro
Mercurio carbone, pile danno sistema nervoso , a volte morte
Cadmio carbone, lavorazione zinco sospetto malattie cardiovascolari, ipertensione
Piombo Benzina super danni al cervello, convulsioni
Ozono
Principali effetti sull’uomo Conc. Troposf. Media
presenza avvertibile 0.05 ppm
40 a 160 mg/m3
secchezza delle fauci 0.1 ppm
mancanza di coordinazione (2h di esposiz.)
1-3 ppm
edema polmonare (2h di esposiz.) 9 ppm
Particolato
Effetto Diametro Provenienza
fermate dal naso e dalla bocca Ø > 10 μm processi meccanici, es. Erosione vento
5 μm < Ø < 10 μm
tipi di terrreno, determinate combustioni, alcuni sali marini
depositi a livello dei bronchioli 1 μm < Ø < 5 μm
0.5 μm < Ø< 1 μm
combustione e aerosol fotochimici
possibili depositi alveolari 0.1 μm < Ø< 0.5 μm
Ø < 0.1 μm praticamente derivanti dai soli processi di combustione
Classificazione del particolato• PM10 particolato con diametro aerodinamico <10 μm
• PM2.5 particolato con diametro aerodinamico <2.5 μm• PM0.1 particolato con diametro aerodinamico <0.1 μm
INQUINAMENTO DA PARTICOLATO MORTALITA’
Inquinamento atmosferico e salute: i risultati del “Cancer Prevention Study II” (Pope et al, 2002)
• Inclusi nello studio 1,2 milioni di adulti USA dal 1982 al 2000.
• Sono state registrate tutte le morti in relazione al livello medio di inquinamento atmosferico nell’area di residenza, tenuto conto di tutti gli altri fattori di rischio
• Per un aumento di 10 microgrammi/m3 di polveri fini si èriscontrato un aumento di mortalità per:
Malattie cardiovascolari: + 6% Cancro polmonare: + 8% Tutte le cause: + 4%
PM 2.5: effetticardiovascolari
• Per ogni aumento di esposizione di 10 microg./m3 di PM 2.5• Aumento decessi del:
• 76% per cause cardiovascolari (infarti)• 83% per ictus
The N. En J Med, 2.2007,vol 356:447- 458:Miller:
non c'è nessun filtro in grado di fermare le polveri di dimensione inferiore a PM 2,5 !!!
la diffusione degli inquinanti: dai camini....ai polmoni, alla tavola...
Comprendono Diossine, PCB, Arsenico e Mercurio, sono Persistenti a lungo nell’organismo dove svolgono la loro azione di Endocrin Disruptors ( distruttori Endocrini) con aumento di disturbi ormonali, diabete, patologie cerebrovascolari,
ischemie cardiache, tosse, bronchiti, allergie, malformazioni congenite.Sono soggetti a Bioaccumulo e Bioamplificazione- Liposolubili-Spesso tossici
l’effetto dannoso avviene a causa della loro sommazione e persistenza nell’organismo.
Il Progetto REACH: iniziato dal Parlamento Europeo per costringere le industrie a testare a loro spese 30000 sostanze di uso comune e a fornire i dati.
Il REACH è stato attaccato in modo così violento dalle lobby dell’industria europea ed americana che da 30000 sostanze si è scesi a 500 e poi a 50. Sarà tanto se si riuscirà a testarne
una decina.
POPs Persistent Organic Pollutants (Contaminanti Organici Persistenti)
l’assunzione di PCB e diossine nell’uomo avviene per il 95% attraverso la catena alimentare. Queste sostanze fortemente liposolubili, si accumulano nel tessuto adiposo, quindi in cibi quali: carne, pesce, latte, latticini, compreso il latte materno dove si concentrano maggiormente. Il loro bioaccumulo aumenta risalendo la catena alimentare ai livelli superiori (l’uomo è l’animale al vertice della catena), grazie alla loro lunga emivita, circa 9 anni nell’essere vivente, e alla loro lunghissima persistenza nei suoli (tab 4).
BIOACCUMULO DELLE DIOSSINE E PCB
Tabella 4: Tempi di emivita delle diossine in vari substrati Tempi di Persistenza delle Diossine
Emivita nel tessuto adiposo umano 7-12 anni
Emivita sulla superficie del suolo 9-15 anni
Emivita sotto la superficie del suolo 25-100 anni
ESPOSIZIONE Adulti: 1.2-3.0 pg TEQ/ Kg/ giorno
Bambini: 2-4 volte più degli Adulti Neonati: Fino a 160 pg/ TEQ/ Kg/ giorno
Confronti- TDI 2 pg./ Kg/ giorno
anche nel cordone ombelicale
E soprattutto nel latte materno!
Effetti delle Diossine
- Sulla Pelle e sul Fegato
- Soppressione Immunitaria - Effetti Teratogeni e sul sistema riproduttivo - Effetti sul Comportamento
- Cancro
INCIDENZA DEI TUMORI INFANTILI IN ITALIA 1988-2002
Rapporto AIRTUM 2008
INCREMENTO ANNUO DI
CANCRO NELL’INFANZIA
USA: + 0.6
EUROPA: + 1.1
ITALIA: +2.0
1° ANNO DI VITA:
+3.2
QUALI INDICATORI DI IMPATTO SULLA SALUTE?
La rilevazione delle emissioni degli impianti nei fumi e nell’aria (trascurando gli effetti dei bioaccumuli, della moltiplicazione della tossicità per le interazioni tra esse, della persistenza nei tessuti degli inquinanti, della mancanza di dati sulla maggioranza delle sostanze
prodotte) fornisce dati assolutamente insufficienti per definire
l’impatto di tali emissioni sulla salute
I veri indicatori diventano allora i Marcatori Biologici (biodiversità licheniche, i controlli nei vegetali , nel cibo, negli animali), Le rilevazione nell’ambiente Aereo, nel Latte Materno, nel Sangue e
ancor di più i Dati Epidemiologici rilevati in Coorti di Residenti correlati ai livelli di concentrazione nell’aria degli inquinanti e alla
distribuzione geografica rispetto agli impianti
QUALI CONTROLLI?
La normativa esistente non indica con chiarezza chi deve controllare il funzionamento dell’impianto.
Il passaggio di competenze in materia dalle ASL alle ARPA, ha lasciato un vuoto istituzionale non ancora colmato. Le ARPA,
infatti, non possiedono né i mezzi, né i finanziamenti per eseguire i controlli delle emissioni a camino, che dovrebbero essere di loro competenza. Le amministrazioni Provinciali, cui spetterebbe il controllo sui terreni circostanti gli impianti, non risulta che li
eseguano con regolarità per gli stessi motivi. Nessuna normativa su studi clinici e biologici.
Gli unici dati a disposizione, sono quelli in continuo su singole sostanze: So2, No2, PM 10. I dati sulle emissioni e sugli impiantiqualche determinazione annua di poche ore, forniti spesso con
autocertificazione dai gestori dell’impianto, rilevati e gestiti con prelievi programmati, nelle condizioni ottimali di funzionamento
COORTE DEI RESIDENTI : SUDDIVISIONE IN 5 ANELLI CONCENTRICI E IN BASE ALL’ ESPOSIZIONE A METALLI
PESANTI E DISLOCAZIONE CENTRALINE
La residenza nella Zona D produce un eccesso pb sensibile (14%) (Tab.4) che si rafforza per coloro chehanno risieduto per più di 30 anni nella stessa area (27%) (Tab.6). siritiene che il dato relativo all’eccesso nella prevalenza di anemia autoriferita osservato nella popolazione della Zona D durante lo studio portato a termine nel 1999(1), sia confermato
Figura 1 – Distribuzione geografica delle abitazione e delle potenziali fonti di inquinamentoall’interno della zona sud-orientale del Comune di La Spezia (Zona D).- Siti di discarica di rifiuti solidi urbani: A) Sistemi Ambientali (SA); B–H) altri siti di discarica.- Istallazioni industriali: I) impianto per la lavorazione di metalli pesanti (PBO); L) cantieri navali;M) fabbriche e centrale a carbone Enel.- Località: Pagliari (PA), S.Bartolomeo (SB), Ruffino (RU), Pitelli (PI).- : direzione dei venti prevalenti.
Figura 2 – Distribuzione geografica dell’inquinamento da Pb all’interno del Comune di La Spezia.La Zona D è indicata dal cerchio. La scala è espressa in mg di Pb per g di peso secco di licheni(ppm). (Modificato da: AA.VV. La Città e l’ENEL. Atti del Convegno, Lerici, 1994).
Inquinamento da Piombo ed Effetti Sanitari nella ZonaSud-Orientale del Comune di La Spezia. (2001)
1) Servizio di Epidemiologia Ambientale, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Genova2) Servizio di Epidemiologia, ASL “Città di Milano”, Milano3) Servizio di Igiene Pubblica, ASL 12 “Versilia”, Viareggio4) Laboratorio di Biotossicologia, ARPAL, La Spezia
Proprietà Emissioni Quote assegnate Differenza 2007
1) CENT. TERMOELETTRICA DI BRINDISI SUD Enel 14.198.000 13.417.000 + 781.000
2) STABILIMENTO ILVA DI TARANTO Ilva 10.620.000 8.990.000 + 1.630.000
3) CENT. TERMOELETTRICA DI TARANTO Edison 9.502.000 8.507.000 + 995.000
4) RAFFINERIE SARAS DI SARROCH Saras 6.259.000 6.160.000 + 99.000
5) CENT. TERMOEL. DI MONTALTO DI CASTRO Enel 4.582.000 729.000 + 3 .853.000
6) CENT. TERMOEL. DI FIUMESANTO Endesa Italia 4.314.000 3.615.000 + 699.000
7) CENT. TERMOEL. DI FUSINA Enel 4.246.000 4.750.000 - 504.000
8) RAFFINERIA DI GELA Eni 3.875.000 3.652.000 + 223.000
9) CENT. TERMOEL. DI VADO LIGURE Tirreno Power 3.824.000 3.289.000 + 535.000
10) CENT. TERMOELETTRICA DI LA SPEZIA Enel 3.665.000 3.407.000 + 258.000
11) CENT. TERMOEL. DI S. FILIPPO DEL MELA Edipower 3.341.000 1.357.000 + 1.984.000
12) CENT. TERMOEL. DI MONFALCONE Endesa Italia 2.992.000 2.244.000 + 748.000
13) STABILIMENTO DI FERRERA ERBOGNONE Enipower 2.964.000 2.750.000 + 214.000
14) CENT. TERMOEL. DI BRINDISI NORD Edipower 2.925.000 3.174.000 - 249.000
15) CENT. TERMOEL. DI TORREVALDALIGA SUD Tirreno Power 2.790.000 1.608.000 + 1.182.000
Fonte: Elaborazione Greenpeace su dati Registro europeo CITL e Registro italiano GRETA, aggiornati al 07/07/2008
EMISSIONI DI CO2 NEL 2007
I 15 IMPIANTI PIÙ INQUINANTI IN ITALIA
- dati in tonnellate di CO2 -
Biomonitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico in Liguria Campagna 2000 Giordani et al.- 2002 Environmental Pollution
CENTRALE A CARBONE DI VADO QUINTILIANO ( SAVONA )
Dr. Paolo Franceschi- pneumologo Isde –febbraio 2007
centro allende, 7 dicembre 2007centro allende, 7 dicembre 2007
Incidenza neoplasie nel Distretto 1(maschi);
confronto distretto vs ASL e distretto vs GE
00,20,40,60,8
11,21,41,61,8
2
ELP SNC ALTRI TUTTI
DS1 vs ASL
DS1 vs GE
Incidenza neoplasie nel Distretto 1(femmine);
confronto distretto vs ASL e distretto vs GE
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
1,8
ELP SNC ALTRI TUTTI
DS1vsASL
DS1vsGE
centro allende, 7 dicembre 2007centro allende, 7 dicembre 2007
Incidenza neoplasie nel Distretto 2(maschi);
confronto distretto vs ASL e distretto vs GE
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
1,8
2
2,2
2,4
2,6
2,8
3
ELP SNC ALTRI TUTTI
DS2 vs ASL
DS2 vs GE
00,20,40,60,8
11,21,41,61,8
22,22,42,62,8
33,23,43,63,8
ELP SNC ALTRI TUTTI
DS2vsASL
DS2vsGE
Incidenza neoplasie nel Distretto 2(femmine);
confronto distretto vs ASL e distretto vs GE
centro allende, 7 dicembre 2007centro allende, 7 dicembre 2007
Incidenza neoplasie nel Distretto3(maschi);
confronto distretto vs ASL e distretto vs GE
00,20,40,60,8
11,21,41,61,8
22,22,42,62,8
ELP SNC ALTRI TUTTI
DS3 vs ASL
DS3 vs GE
Incidenza neoplasie nel Distretto3(femmine);
confronto distretto vs ASL e distretto vs GE
00,20,40,60,8
11,21,41,61,8
22,22,42,62,8
3
ELP SNC ALTRI TUTTI
DS3 vs ASL
DS3vs GE
Figura 9. Tasso di ricovero per BPCO (50-74 anni). Liguria 2005-2007
ATC
DDD x 1000 AB. RES. DIE
ANNO 2009 ASL5
DDD x 1000 AB. RES. DIE
ANNO 2009
Liguria
DDD x 1000 AB. RES. DIE
ANNO 2009 Italia
Variaz% 2009 DDDASL5/Lig
uria
Variaz% 2009 DDD
ASL5/Italia
C01 TERAPIA CARDIACA 423,83 364,12 402,51 16,40 5,30
C02 ANTIPERTENSIVI 137,07 139,09 117,43 -1,45 16,73
C03 DIURETICI 392,34 371,25 401,03 5,68 -2,17
C04 VASODILATATORI PERIFERICI 0,19 0,19 0,15 2,50 25,49
C05 VASOPROTETTORI 0,54 0,53 0,35 0,93 52,46
C07 BETABLOCCANTI 568,65 579,26 490,99 -1,83 15,82
C08 CALCIO-ANTAGONISTI 887,08 854,25 738,06 3,84 20,19
C09 SOST. AD AZ. SUL SIST. RENINA-ANGIOT. 2.748,10 2.736,00 2.396,61 0,44 14,67
C10 SOSTANZE MODIFICATRICI DEI LIPIDI 714,38 684,79 657,58 4,32 8,64
R01 PREPARATI RINOLOGICI 0,23 0,24 0,21 -2,10 11,03
R02 PREPARATI PER IL CAVO FARINGEO 0,02 0,03 0,01 -27,20 45,58
R03 FARMACI PER DISTURBI OSTRUTTIVI 487,08 519,04 475,52 -6,16 2,43
R06 ANTISTAMINICI PER USO SISTEMICO 92,71 143,97 120,54 -35,61 -23,09
GLI IMPIANTI DI TERMOVALORIZZAZIONE DI RSU: ASPETTI TECNOLOGICI ED IMPATTO SULLA SALUTE
Nel complesso, vengono evidenziati con una certariproducibilità rischi significativi per i tumori
polmonari, i sarcomi dei tessuti molli,i linfomi non Hodgkin e le leucemie infantili
I risultati sono contraddittori per i tumori laringei ed epatici e non conclusivi per le malattie respiratorie e non tumorali
STUDI EPIDEMIOLOGICI RELATIVI A POPOLAZIONI RESIDENTI IN PROSSIMITA’ DI INCENERITORI (FRANCHINI et al. 2004)
46 studi pubblicati fra il 1987 e il 2003, di cui 11 sul rischio per i lavoratori
Emissioni NO2 envisat: sistema satellitare di rilevazione
I TUMORI NELLE DONNE IT ALIANE Rapporto AIRTUM 2008
COORTE DEI RESIDENTI : SUDDIVISIONE IN 5 ANELLI CONCENTRICI E IN BASE ALL’ ESPOSIZIONE A METALLI
PESANTI E DISLOCAZIONE CENTRALINE
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/rifiuti_piano_salute/index.html “Gli impianti di incenerimento e termovalorizzazione (quale quello che entrerà in funzione ad Acerra) sono costruiti secondo le moderne tecnologie e non rappresentano un rischio aggiuntivo per la salute delle popolazioni residenti nelle aree circostanti. Il loro impatto ambientale è paragonabile a quello conseguente a normali situazioni di traffico urbano”
http://ec.europa.eu/environment/dioxin/pdf/stage2/volume_3.pdf
-VERONESI DICHIARA CHE "I MODERNI TERMOVALORIZZATORI NON INQUINANO".BENISSIMO, ANDIAMO A VEDERE CHI SONO GLI SPONSOR DELLA SUA FONDAZIONE:
TRA GLI ALTRI VEOLIA CHE COSTRUISCE INCENERITORIhttp://www.fondazioneveronesi.it/partners.html
ACEA - multiutility con inceneritoriPIRELLI - (petrolio, centrali ad olio combustibile)
ENEL (Centrali a Carbone ed oli pesanti e pure nucleare)VEOLIA Envoirment (ditta che costruisce inceneritori!!!)
http://www.e-gazette.it/index.asp?npu=74&pagina=1UMBERTO VERONESI A CHE TEMPO CHE FA: RISCHIO INCENERITORI ZERO!! (20-01-2008)
-- “L’ELETTROSMOG NON ESISTE”VERONESI, TIRELLI E GLI ESPERTI DI GALILEO 2000: IL PROBLEMA NON ESISTE, LE
EMERGENZE SONO ALTRE (Gazzett. 14.6.03), MA LA TELECOM E’ TRA I SOCI DELL’IST. EUROPEO DI ONCOLOGIA DIRETTO DA VERONESI
La Telecom tra i soci dell’Ist. Europeo di oncologia diretto dal Prof. Umberto Veronesihttp://www.ieo.it/italiano/il%20nostro%20istituto/soci.shtml
http://www.ieo.it/italiano/index.asp
- OGM, E’ IL BIOTECH IL SETTORE DEL FUTUROPER VERONESI CHE E’ AZIONISTA DELLA GENEXTRA AL 4,13%
http://www.tempi.it/archivio_dett.aspx?idarchivio=10274Tempi num.25 del 15/06/2006
Politica Genextra, quando la libertà di ricerca è un affare per gente per bene
Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR)Una parte consistente di rifiuti può essere recuperata come Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR), formato dalla frazione secca, in particolare carta e plastica: i materiali che producono più calore quando vengono bruciati. Il calore prodotto viene misurato in genere sul materiale tal quale con la sua umidità, e in tal caso si chiama Potere Calorifico Inferiore (PCI).
Direttive ComunitarieAll’interno di un “sistema integrato” di smaltimento dei rifiuti, prevedono la possibilità di un recupero energetico (Incenerimento) della sola parte residua non riciclabile e solo se sono state rispettate le priorità (anche quantitative) della riduzione del rifiuto e della raccolta differenziata (direttiva 2001/77/CEE).Solo la parte organica del rifiuto è fonte rinnovabile. Nel dicembre 2008 la CEE ribadisce tali priorità ponendo solo all’ultimo posto il recupero energetico.
CIP 6Provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi numero 6 del 29 aprile 1992 che fissa un contributo molto alto per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate: 293 £/Kwh. Dalla legge delega italiana nel 2004 il CDRQ ( che il decreto Ronchi aveva normato nel ’97) formato dalla frazione secca di qualsiasi origine, urbana, industriale, speciale, viene classificato fonte rinnovabile e assimilabile e non più rifiuto, acquisendo così tali incentivi economici, pagati ovviamente dai contribuenti.Si calcola che da allora l’82% di quanto poteva e potrebbe essere destinato alle fonti rinnovabili (solare, eolico, fotovoltaico ecc.) sia andato verso l’incenerimento di RSU.Nel dicembre 2005 la Comunità Europea deferisce l’Italia per tale motivo.Riconfermata tale normativa nel 2006 la Corte di Giustizia sanziona una penale all’Italia per tale illegalità, che si aggiunge da allora ogni anno al costo che paghiamo per l’energia elettrica. Nel 2007 l’allora ministro Pecoraro Scanio blocca la normativa, ma nel maggio 2008 il decreto per “l’emergenza campania” modifica nuovamente il T.U. per le centrali di Acerrra, Santa Maria La Fossa e Salerno…..ma tutte quelle che avevano iniziato la procedura precedentemente al 2007 usufruiscono di tali disposizioni, anche fuori dal territorio campano. Esempio Campania: Cip6 per CDR prodotto in un anno con tutti i rifiuti= 113.25 milioni di euro, in 8 anni per metà dei rifiuti= 453 milioni di euro
IL CDR…ED OLTRE
•Enel–Centrale Termoelettrica di Fusina–Impianto utilizzatore•Venezia Servizi Territoriali e Ambientali –Produttore CDR
•Azienda Consortile Miranese–Produttore CDR
•Attivitàmonitorata da un gruppo tecnico di controllo insediato allo scopo (Regione Veneto, Provincia Venezia, ARPAV, ULLS, ISS )
PremessaIniziativa promossa tramite protocollo d’intesa ed accordo di programma tra Regione Veneto -
Provincia di Venezia -Comune di Venezia –Enel del 1998
Impianto CDR: risultati della prima fase di sperimentazione
•Aumento della concentrazione di HF non legata all’impiego del CDR ma per malfunzionamenti interni all’impianto
•Aumento della concentrazione dell’HCl con l’incremento della quota CDR Aumento concentrazione PCDD/DF non lineare con la quota CDR e di un ordine di grandezza
al di sotto dei limiti di legge
Impianto CDR: risultati della seconda fase di sperimentazione
•Superate le carenze di funzionamento e di affidabilità. Con le seguenti precisazioni:
•Concentrazione di HF non più critica in seguito a manutenzione componenti linea fumi•Confermato aumento della concentrazione dell’HClcon l’incremento della quota CDR
•Confermato aumento concentrazione PCDD/DF non lineare con la quota CDR e di un ordine di grandezza al di sotto dei limiti di legge
•Le contenute emissioni di macro e microinquinanti confermano la idoneità di entrambi i gruppi alla co-combustioneCDR-carbone
Aziende coinvolte nell’iniziativa
L’ESPERIENZA DI FUSINA
IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
Principio di Precauzione trova applicazione qualora i dati scientifici siano insufficienti, inconcludenti o incerti”
(Earth Summit 1992, art. 15)
“ Si richiama il Principio di Precauzione in tutte le situazioni in cui si identifichi un rischio ma non vi sono prove scientifiche sufficienti a dimostrarne la
presenza o l’assenza”( Costituzione Europea, art. 111-233)
Fondamentale ribadire che:
IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE NON SI BASA SULLA DISPONIBILITA’ DI DATI CHE PROVINO LA PRESENZA DI UN
RISCHIO BENSI’ SULLA MANCANZA DI DATI CHE GARANTISCANO L’ASSENZA DI TALE RISCHIO