Prima d’iniziare l’argomento di oggi
• Un’esercitazione differita• Un approfondimento sul brainstorming
Esercitazione differita(inviare la risposta entro il 26/3 a [email protected])
• Le dieci cose dell’intervento di Luca Josi che mi sono «portato a casa»
oppure, in alternativa
• Il comunicatore Luca Josi. La mia analisi in dieci punti
Formato della risposta: libero
- Se testo: non più di 4000 battute (spazi compresi)
- Se power point, keynote, prezi…: non più di 15 slide o
schermate
- Se video: durata massima 2 minuti e 30 secondi
Brainstorming (tempesta di cervelli – assalto mentale)
che è un po’ l’erede delle…
Vi è già capitato di utilizzare il metodo…
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… Questiones disputatae
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Raimondo Lullo in una disputa – miniatura dall’ “Electorium
parvum seu Breviculum”, 1321 ca – Karlsruhe, BadischeLandesbibliothek.
Brainstorming
• metodo selettivo/decisionale consistente in una sessione intensiva di dibattito volto a stimolare proposte e a identificare una soluzione
• le regole: esclusione di ogni giudizio critico; accettazione di ogni forma di proposta; produzione del maggior numero di idee; sintesi delle idee espresse
Sinteticamente
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Il Brainstorming quindi è una tecnica creativa per la soluzione di problemi. Usata in genere nelle riunioni. Ciascuno è chiamato a partecipare portando il proprio contributo,
qualunque esso sia, senza essere interrotto, contraddetto o censurato. Critica e selezione avvengono in un secondo
momento. Questa tecnica fu promossa dal pubblicitario Alex F. Osborn negli anni ’50.
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Linee guida di Osborn
• Non si criticano le idee altrui: occorre concedere a chiunque la possibilità di sentirsi a proprio agio, tanto da proporre i propri pensieri senza remore
• Ogni forma d’idea iniziale deve essere accolta: il confronto sulle idee ha lo scopo di modificare e migliorare il punto di partenza
• L’obiettivo è la qualità: Bisogna puntare sempre alla qualità, all’innovazione e al miglioramento delle cose
• Nessuna idea è perfetta subito o per sempre: non bisogna mai fermarsi su qualcosa che apparentemente funziona. Una volta individuata la soluzione, inizia il prrocesso di verifica
Tecnologia, Comunicazione e Società: l’accelerazione progressiva e costante
Il «fenomeno selfie» sintomatico del desiderio/ansia di protagonismo comunicativo sfruttato dal Marketing
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WHEN YOU TRAVEL, THERE’S NOTHING MORE IMPORTANT THAN YOURSELF !
A. Gaudì Casa Battlò
Cominciamo con una metaforaarchitettonica per ”leggere” la Comunicazione Aziendale oggi
Gaudì supera, già alla finedell’800, la tradizionaledivisione degli spazi in singoliambienti: gli interni si fondonol’uno nell’altro e “continuano”negli esterni dove sono assentilinee rette o spigoli.E tutto sembra propagarsicome la “struttura di unacellula organica”.
Senza soluzione di continuità.
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Una continuità degli spazi, una fluidità della narrazione, un dialogo interno esterno ed esterno interno
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Una continuità degli spazi, una fluidità della narrazione, un dialogo interno esterno ed esterno interno
"L'architettura non è costituita quindi da blocchi rigidi, ma al contrario da volumi che si fondono per creare un profondo senso di immersione e avvolgimento»
"Con l'avanzare degli utenti più in profondità verso l'interno dell'edificio, si svelano spazi intimi che seguono la stessa logica di coerenza formale dominata dalla continuità della linea curva".
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"L'architettura non è costituita quindi da blocchi rigidi, ma al contrario da volumi che si fondono per creare un profondo senso di immersione e avvolgimento»
"Con l'avanzare degli utenti più in profondità verso l'interno dell'edificio, si svelano spazi intimi che seguono la stessa logica di coerenza formale dominata dalla continuità della linea curva".
GALAXY SOHO – PECHINO(evidentissima la continuità con Gaudì)
da ottobre 2012
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Gae(tana) AULENTI
«Voi studiate Comunicazione: l’Architettura è la
Comunicazione nella quale abitiamo»
Incipit dell’intervento/dibattito in aula con gli studenti.Facoltà di Scienze della Comunicazione, corso di Comunicazione Interna e Intranet. SAPIENZA 2003
Quindi un’Organizzazione (impresa, ente, associazione…) parla, prima ancor che parli qualsiasi suo «portavoce»,
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attraverso:
• i suoi ambienti on e off line
• le modalità di accoglienza
• le sue scelte di dettaglio (slide successiva)
• l’organizzazione di un evento
• le modalità di convocazione di una conferenza stampa
• le sue campagne
• il suo sito
• il modo di stare sui Social
• ogni singolo appartenente all’Organizzazione
Oggi tre livelli di competenze comunicative nelle Organizzazioni
• Quello di ogni singolo appartenente all’Organizzazione, «portavoce di fatto» (in termini di consapevolezza)
• Quello del manager (di qualsiasi livello, di qualsiasi settore) al quale oggi non può mancare la competenza trasversale della comunicazione
• Quello specialistico del comunicatore che deve misurarsi con i problemi quotidiani della comunicazione organizzativa (interna+esterna+di prodotto)
Quella indispensabile continuità tra comunicazione interna e comunicazione esterna
Nessuna Organizzazione può comunicare bene,in maniera continuativa, con i suoi clienti/utenti(comunicazione esterna) se non funzionanoefficacemente i flussi di comunicazione interna
Era già vero nel passato, ancora più vero oggi…
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Come ci appare semplice OGGIil mondo di IERI quando c’erano le “etichette”
le casalinghe di Voghera
i pastori sardi
gli impiegati del catasto
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Dai tempi delle casalinghe di Voghera, dei pastori sardi e degli impiegati del catasto si afferma una COMUNICAZIONE basata sul MODELLO TRASMISSIVO:
• sia all’esterno, verso il consumatore
• sia all’interno delle aziende, verso il “dipendente”
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Per la comunicazione interna (della quale peraltro si acquista consapevolezza solo negli anni ’90)
l’obiettivo è:
• trasmettere ordini e divieti
• trasmettere dati e informazioni
• trasmettere obiettivi
• trasmettere risultati
• trasmettere ……………….
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nei casi piu’ illuminati
e perfino
ma sempre un modello di trasmissione
TOP
DOWN
• trasmettere valori
• trasmettere strategie
• trasmettere motivazione
• trasmettere entusiasmo
“You must do it as I tell you !” 28
Nel modello trasmissivo la comunicazione:
nonostante che…
• è formale e normativa
• è solo quella ufficiale
• distingue nettamente tra produttori e consumatori di comunicazione
• è unidirezionale
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nonostante che…siamo nel pieno della Rivoluzione digitalee il consumatore / utente diventi
sempre più protagonista consapevole
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Ma nell’era digitale, che è caratterizzatadal protagonismo del singolo, il modello
«trasmissivo» della comunicazione ha ancora senso?
Artuso e Mason* ritengono che un modello sempre e solo trasmissivo non ha più senso perché :
• E’ insufficiente sul piano teorico(la comunicazione è un processo inferenziale)
• Non è pagante sul piano pratico(annullamento dei soggetti, strumenti inadatti, messaggi insufficienti)
• E’ limitante sul piano strategico(visione ristretta dei processi comunicativi, ruolo marginale della comunicazione interna)
• E’ frustrante e non incentivante sul piano dei risultati(frustrazione dei collaboratori, scarso riconoscimento dei reali contributi di tutti)
* Artuso e Mason: La Nuova Comunicazione Interna, Franco Angeli editore
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Il modello inferenziale, proposto da Artuso e Mason, è piùrispettoso del network comunicativo e cioè dei reali processicomunicativi che avvengono in azienda ora che l’intera societàsta diventando sempre più 2.0
Modello trasmissivo
Enfasi sul messaggio
Cercare di dare omogeneità ai messaggi
L’informazione si genera alla fonte
Valorizza il messaggio letterale
Non richiede feed-back
Non considera i fraintendimenti
Guarda solo al contenuto
Comunicazione, nel migliore dei casi, come scambio di messaggi
Modello Inferenziale
Enfasi sui soggetti
Cerca di evidenziare le diversità interpretative
L’informazione si genera all’arrivo
Valorizza i processi interpretativi
Implica un processo di feed-back
Tiene conto dei fraintendimenti
Guarda sia il contenuto che la relazione
Comunicazione come conversazione permanente
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L’importanza del FEEDBACK (risposta, reazione)
“Il messaggio non è quello che tu dici, ma quello che l’altro capisce“
o anche
“Quello che abbiamo comunicato è quello che l’altro ha capito“
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Il senso della pittura non è ciò che rappresenta ma l’emozione che comunica, la reazione che genera
(V. Kandinskij)
WWW2.0
E noi rinascemmo prosumer!
Il Web diventò 2.0
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Il web 2.0
(il web della dimensione sociale, della condivisione, dell’autorialità diffusa rispetto alla mera fruizione)
l’individuo che non si limita a consumare informazione ma la produce anche, alternando continuamente i due ruoli
(comunicazione)
genera
il prosumeril nuovo cittadino della società 2.0
producer consumer
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OGGI
STORICO
quella grande mappa di Eurisko ha un valore più che altro
perché l’individuo è sempre meno collocabile in grandi gruppi caratterizzati dallo stesso
stile di vita.
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Gli stili di vita sono sempre meno catalogabili in maniera univoca. OGGI:
Qual è lo stile di vita?
• La casalinga di Voghera insegna danza del ventre e scommette sui cavalli
• Il pastore sardo arrotonda facendo il “document navigator” grazie al wi-fi di Tiscali
• L’impiegato del catasto ha una tariffa flat e frequenta le community di satanisti; il sabato gioca a golf
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In presenza di un consumatore (o di un utente) postmoderno
“CHE SI DICE DI NOI SULLA RETE?!?”
• Meno omologabile come stile di vita• Mutante tecnologicamente• Infedele (difficile da fidelizzare)• Grande frequentatore della rete e di Social Network
Le aziende, pubbliche o private, si pongono una nuova domanda
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La web collaboration, le community, i socialnetwork, i sistemi wiki, You tube, gli RSS…possono condizionare il mercato.
E’ nato, da qualche anno, un nuovo mestiere:
il BUZZDETECTOR(il rilevatore delle chiacchiere)
per sapere cosa si dice sul web di un’azienda, di un Ente, di una Istituzione, di un prodotto, di un servizio
…e non solo
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Un’altra agenzia che promette di « costruire l’identità aziendale in rete «
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Sempre di più le aziende utilizzano anche strumenti di comunicazione non convenzionale e i Social Media (Facebook, Twitter, YouTube, Corporate blog, comunità tribali, guerilla , flash mob, Realtà aumentata…)per “affrontare” i prosumer sul loro stesso terreno.
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E la navigazione sul Web, tramite PC, è già invecchiata:domina il MOBILE
(altro aspetto di cui tenere conto….)
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Oggi la Grande Libido Aziendale è dichiararsi
“Enterprise 2.0” o anche “Enterprise responsive” e perfino un’ “ExO”
ma perché questo possa avvenire è necessario
“ essere belli dentro ”
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Azienda responsiveun’azienda con un modello di business capace di adattarsi agli scenari di mercato Una ExO è
un’organizzazione leggera che utilizza al meglio le tecnologie digitali, capace di smaterializzare quello che era di natura fisica e di rispondere on demand.
Azienda 2.0Fa della relazione con il cliente un obiettivo prioritario
“Io dirigo una grande famiglia prima ancora che una grande azienda! Una grande azienda-famiglia 2.0 che ha messo a disposizione tutto l’Hw e il Sw più recente. Prima delle ferie, in teleconferenza con i miei dipendenti, sparsi in tutta Europa, ho ricordato che la voce dell’azienda può raggiungerli dovunque. Non li lasceremo mai soli…”
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Fine agosto di qualche anno fa. Ad un importante meeting sta parlando un CEO (Chief Executive Officer )
15 minuti per fare l’analisi di quello che avete letto e sentito
QUALI MESSAGGI SONO PASSATI?
• Su un unico foglio non eccedente (possibilmente) il formato A4
• Nome, Cognome e matricola in alto a destra
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L’irresistibile voglia di 2.0 risulta contraddittoria, già alla prima analisi:
Siamo in presenza di un
Manager 2.0 o del Marchese del Grillo?
Azienda famiglia?
Tanta tecnologia fa automaticamente Enterprise 2.0?
“I MIEI DIPENDENTI”
Può essere, ma il modello è chiaramente patriarcale-trasmissivo
Non è tanto il dato tecnologico ma quello culturale che caratterizza il 2.0
L’affermazione contrasta in maniera stridente con il riconoscimento del lavoratore come Persona capace di interagire e proporre oltre che eseguire
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L’evoluzione del management
Il cambiamento portato dall’era digitale non incide su questo o quella componente organizzativa, ma le coinvolge tutte
Occorre ripensare i processi di interazione con il Personale e gli Interlocutori esterni (clienti, utenti, fornitori, azionisti, operatori dei media…)
Occorre accelerare i processi d’integrazione delle «conversazioni» interne ed esterne in una logica anche Social
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Social Organization
Un nuovo modo di fare impresa che consente alle Persone di collaborare offline
e online, anche tramite i social media, valorizzando le singole riserve di
conoscenze e competenze per il raggiungimento degli obiettivi aziendali
Il nuovo modello, dal «dipendente» alla «Persona»
Forte attenuazione della massificazione(persone riconoscibili che comunicano ad altre persone)
Passaggio dalla passività all’attività(Interpretativa, generativa)
Diversità nell’uso del linguaggio(informalità)
Attenuazione delle gerarchie(comunicazione tra pari)
Riconoscimento delle competenze(responsabilità individuali)
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Ma è così pericoloso “attenuare” le gerarchie?
L’introduzione di strumenti tipici del 2.0 nellacomunicazione interna (social network, corporate blog, webcollaboration, sistemi wiki…), che sollecitano un rapporto piùorizzontale tra appartenenti ad una Organizzazioneindipendentemente dal ruolo, è davvero inconciliabile con lastruttura spesso gerarchica di una grande azienda(pubblica o privata)?
in altri termini:
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Una comunicazione interna 2.0?Una possibile risposta dalla metafora organizzativa della tavola rotonda di re Artù
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Una considerazione a margine: anche quest’immagine è suggestiva ma… c’è un errore concettuale. L’avete individuato?
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Attenzione a non introdurre, nella quotidianità, elementi simbolici contraddittori…
Knowledgesharing
Una comunicazione interna 2.0?
Una possibile risposta dalla metafora organizzativa della tavola rotonda di re Artù
C’era il momento della partecipazione collettiva alla conoscenza e alla presa di decisioni della comunità
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Ma Artù restava sempre il re (il CEO insomma) e quegli altri, nella quotidianità operativa,
tornavano al loro posto di cavalieri
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Insomma siamo nell’era della Knowledge Economy e la RETE ha favorito ed accelerato il
processo di partecipazione degli individui.
Processo che non può non trasferirsi anche nel sistema comunicativo interno ed esterno delle
Aziende
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Il progressivo ma inarrestabile processo di contaminazione traSocial Network e Sistemi comunicativi aziendali deve indurre aripensare il flusso comunicativo interno in termini di modelloinferenziale, perché:
• Le intranet hanno stravolto la mappa del potere informativo/comunicativo nelle Organizzazioni
• Anche il “cliente interno” è un prosumer
• Gli individui non sono masse indistinte ma soggetti riconoscibili (e che vogliono essere riconosciuti). Sono Persone!
I flussi della nuova comunicazione interna
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… perché il modello inferenziale non cancella ma ingloba il modello trasmissivo e i suoi obiettivi
(diffondere direttive, veicolare le decisioni, trasmettere le novità) ottimizzandolo
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Occorrono però due condizioni:
- che non ci sia soluzione di continuità tra comunicazione interna ed esterna
- che non si rinunci al contributo propositivo che può arrivare da ciascuno
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