PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI SANITARI REQUISITI SECONDO UNI 9182 E
NORME DEL GRUPPO EN 806
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RIFERIMENTI NORMATIVI
In Italia, le norme di riferimento per la progettazione degli
impianti idrico sanitari sono la UNI 9182 unitamente al
gruppo delle EN 806:
• UNI 9182:2014: Impianti di alimentazione e distribuzione
d'acqua fredda e calda - Progettazione, installazione e
collaudo.
2
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RIFERIMENTI NORMATIVI
• UNI EN 806: Specifiche relative agli impianti all'interno di
edifici per il convogliamento di acque destinate al
consumo umano:
o Parte 1 (2008):Generalità.
o Parte 2 (2008): Progettazione.
o Parte 3 (2008): Dimensionamento delle tubazioni,
metodo semplificato.
o Parte 4 (2010): Installazione.
o Parte 5 (2012): Esercizio e manutenzione.
3
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RIFERIMENTI NORMATIVI
OBIETTIVI:
1. Ridurre gli sprechi d’acqua e di energia
2. Evitare velocità eccessive nelle tubazioni
3. Rendere disponibile la fornitura di acqua per ogni punto
di prelievo alla pressione e alla temperatura di progetto.
4. Evitare l’ingresso di aria nelle tubazioni.
5. Salvaguardare gli occupanti dell’edificio da eventuali
pericoli dovuti all’utilizzo dell’impianto.
6. Evitare il danneggiamento delle tubazioni (corrosione) e
i deterioramenti della qualità dell’acqua potabile.
7. Facilitare l’accesso e la manutenzione del sistema.
Vita utile dell’impianto: almeno 50 anni!
4
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
SISTEMI DI PRODUZIONE DI ACS
Impianto di produzione ACS di tipo istantaneo.
5
• Semplice
• Economico
• Facile manutenzione
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
SISTEMI DI PRODUZIONE DI ACS
Impianto di produzione ACS con accumulo.
6
• Generatori meno
potenti.
• Maggiore efficienza
del generatore.
• Temperatura nel
serbatoio di accumulo
superiore a 60°C
(rischio legionella).
• Miscelatore a valle
dell’impianto.
• Vaso di espansione.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
SISTEMI DI PRODUZIONE DI ACS
Impianto di produzione ACS con accumulo e ricircolo.
7
Un sistema di
produzione con
accumulo è sempre la
scelta migliore nel caso
in cui sia necessario
realizzare una rete di
ricircolo.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RETI DI DISTRIBUZIONE AF
8
Distribuzione dal basso (a
sorgente).
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RETI DI DISTRIBUZIONE AF
9
Distribuzione dall’alto (a
pioggia).
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RETI DI DISTRIBUZIONE AC
10
Alimentazione dal basso e
preparatore di acqua calda
in basso.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RETI DI DISTRIBUZIONE AC
11
Alimentazione dall’alto a
pioggia e preparatore di
acqua calda in basso.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RETI DI DISTRIBUZIONE AC
12
Alimentazione mista dal
basso e dall’alto e
preparatore di acqua calda
in basso.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RETI DI DISTRIBUZIONE AC
13
Alimentazione dall’alto e
preparatore di acqua calda
in alto.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RETI DI DISTRIBUZIONE AC
14
Alimentazione dal basso e
preparatore di acqua calda
in alto.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
DIRAMAZIONI E COLLEGAMENTI AI SANITARI
15
Impianti in derivazione
• Portata e pressione
disponibili alle utenze
si influenzano a
vicenda.
• Elevato numero di
giunzioni sotto traccia.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
DIRAMAZIONI E COLLEGAMENTI AI SANITARI
16
Impianti a collettore
• Nessuna giunzione
sotto traccia.
• Installazione veloce.
• Manutenzione
facilitata (è semplice
isolare un singolo
sanitario).
• Poca influenza
reciproca tra i sanitari
in fase di utilizzo.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
17
Portate d’acqua secondo EN 806
Sia per AF che per AC si utilizza il metodo delle unità di
carico (LU, Loading Units) con:
1 𝐿𝑈 = 0,1 𝑙
𝑠
• Non sono in relazione con eventuali norme di prodotto.
• Nota la somma delle unità di carico (ΣLU) e la massima
unità di carico (LUmax) tra i sanitari connessi al ramo di
impianto considerato, si ricava la portata di progetto QD
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
18
Portate d’acqua secondo EN 806
Punto di prelievo Portata QA
[l/s]
Unità di
carico (LU)
Lavabo, bidet, WC. 0,1 1
Lavandino domestico, lavastoviglie, lavatrice
domestica, doccia. 0,2 2
Orinatoio con valvola di scarico. 0,3 3
Vasca da bagno domestica. 0,4 4
Rubinetti da giardino o garage. 0,5 5
Lavandini e vasche da bagno non domestici
DN20. 0,8 8
Valvola di scarico DN20. 1,5 15
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
19
Portate d’acqua secondo EN 806
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
20
Portate d’acqua secondo EN 806
Esempio:
ΣLU = 30
LUmax = 4 (vasca)
QD
ΣLU
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
21
Portate d’acqua secondo UNI 9182
Portate QA per i diversi punti di prelievo:
Punto di prelievo Portata QA [l/s]
Lavabo, bidet, WC. 0,1
Lavandino domestico, lavastoviglie, lavatrice
domestica, doccia, orinatoio. 0,15
Vasca da bagno domestica. 0,3
Idrantino/Rubinetti da giardino. 0,4
WC con passo rapido o flussometro. 1,0
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
22
Portate d’acqua secondo UNI 9182: calcolo QD
Per il calcolo della portata di progetto, sia per AF che per
AC si utilizza il metodo delle unità di carico (LU, Loading
Units).
Approccio diverso rispetto alla EN 806: alle LU non è
associata un’unità di misura ma si tratta di grandezze
adimensionali.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
23
Apparecchio Alimentazione
Unità di carico
Acqua fredda
AF
Acqua calda
AC
Totale
AF + AC
Lavabo Gruppo miscelatore 0,75 0,75 1,00
Bidet Gruppo miscelatore 0,75 0,75 1,00
Vasca Gruppo miscelatore 1,50 1,50 2,00
Doccia Gruppo miscelatore 1,50 1,50 2,00
Vaso Cassetta 3,00 - 3,00
Vaso Passo rapido o
flussometro 6,00 - 6,00
Lavello cucina Gruppo miscelatore 1,50 1,50 2,00
Portate d’acqua secondo UNI 9182: calcolo QD
Unità di carico per le utenze delle abitazioni private:
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
24
Apparecchio Alimentazione
Unità di carico
Acqua fredda
AF
Acqua calda
AC
Totale
AF + AC
Lavabiancheria Solo acqua fredda 2,00 - 2,00
Lavastoviglie Solo acqua fredda 2,00 - 2,00
Pilozzo Gruppo miscelatore 1,50 1,50 2,00
Idrantino 3/8" Solo acqua fredda 1,00 - 1,00
Idrantino 1/2" Solo acqua fredda 2,00 - 2,00
Idrantino 3/4" Solo acqua fredda 3,00 - 3,00
Idrantino 1" Solo acqua fredda 6,00 - 6,00
Portate d’acqua secondo UNI 9182: calcolo QD
Unità di carico per le utenze delle abitazioni private:
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
25
Portate d’acqua secondo UNI 9182: calcolo QD
• Per ogni tratto di impianto al servizio di una
combinazione di apparecchi sanitari si devono sommare
le LU corrispondenti ad ogni apparecchio compreso
nella combinazione.
• Nota la somma delle LU, si determina per ogni tratto di
impianto la portata di progetto.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 1: PORTATE D’ACQUA
26
Portate d’acqua secondo UNI 9182: calcolo QD (ab. private)
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 2: PRESSIONE DISPONIBILE
27
Ai diversi punti di prelievo, sono ammesse le seguenti
pressioni:
Tipologia Limite [bar]
Massima pressione idrostatica pR per ogni punto di
prelievo esclusi rubinetti in giardini o garage 5
Massima pressione idrostatica pR per rubinetti in
giardini o garage 10
Minima pressione idrodinamica pFL 1
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 3: TEMPERATURA AMMESSA
28
Al fine di ridurre la proliferazione batterica (in particolare
dei batteri della Legionella Pneumophila e della
Pseudomonas Aeruginosa) sono previsti i seguenti limiti di
temperatura (secondo EN 806):
Attenzione…
Tipologia di rete Limite di temperatura [°C]
Acqua fredda ≤ 25°C
Acqua calda ≥ 60°C
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 3: TEMPERATURA AMMESSA
29
Conflitto tra necessità di risparmio energetico e
salvaguardia della salute!
• Secondo D.P.R. 412 del 6/8/1993 art. 5, temperatura
massima al punto di produzione 48°C (+5°C).
• Secondo le " Linee guida per la prevenzione e il controllo
della legionellosi " della "Conferenza permanente per i
rapporti tra Stato, Regioni e province autonome di Trento
e Bolzano " del 04/04/2000, la temperatura dovrebbe
essere superiore a 55°C.
• Come visto, le EN 806 suggerisce una temperatura
superiore a 60°C (ogni tratto di impianto deve poter
raggiungere i 70°C).
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
REQUISITO 4: VELOCITA’ MASSIMA
30
Il dimensionamento dell’impianto deve essere operato
rispettando i seguenti limiti di velocità:
Parte di impianto Velocità massima di progetto
[m/s]
Collettori di alimentazione, colonne e
tubazioni di distribuzione al piano
(diramazioni)
2
Tratti terminali di collegamento al
singolo punto di prelievo 4
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO SEMPLIFICATO SECONDO EN 806-3
31
La EN 806-3 tratta un metodo semplificato di
dimensionamento, applicabile agli impianti normalizzati (o
standard), cioè che rispettino le seguenti condizioni:
1. Le portate ai singoli punti di prelievo non possono
essere superiori a quelle già indicate per le LU.
2. La portata di progetto QD non deve superare i 9 l/s.
3. L’impianto non prevede l’utilizzo continuo di acqua per
una durata superiore a 15 minuti.
Il metodo semplificato può essere applicato anche a parti
standard di impianti non standard.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO SEMPLIFICATO SECONDO EN 806-3
32
Procedimento:
1. A partire dall’ultimo sanitario collegato alla rete si
procede alla somma delle LU su ciascun tratto di
tubazione.
2. In base al tipo di materiale usato per le tubazioni e alle
LU calcolate, si determina il diametro di ciascun tratto di
tubazione secondo questa tabella:
ΣLU LU 3 4 5 6 10 20 55 180 540 1300 2200* 3400*
LUmax LU 4 5 5 8
de x s mm 16x2,25/16x2 18x2 20x2,5 26x3 32x3 40x3,5 50x4 63x4,5 75x5 90x7
di mm 11,5/12 14 15 20 26 33 42 54 65 76
max
lunghezza
tubo
m 9 5 4
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO SEMPLIFICATO SECONDO EN 806-3
33
ESEMPIO
Dalla norma si ricavano le unità
di carico per i singoli sanitari:
Punto di prelievo Unità di carico
(LU)
WC. 1
Lavabo 1
Vasca da bagno 4
Lavandino 2
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO SEMPLIFICATO SECONDO EN 806-3
34
ESEMPIO
Si procede determinando per
ciascun tratto di tubo la
somma delle unità di carico…
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO SEMPLIFICATO SECONDO EN 806-3
35
ESEMPIO
Tratto LUTOT
Diametro
(es. Pexal®)
HK 2
GH 6
FG 7
EF 8
DE 16
CD 24
BC 32
AB 40
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO SEMPLIFICATO SECONDO EN 806-3
36
ESEMPIO
Tratto LUTOT
Diametro
(es. Pexal®)
HK 2
GH 6
FG 7
EF 8
DE 16
CD 24
BC 32
AB 40
ΣLU LU 3 4 5 6 10 20 55 180 540 1300 2200* 3400*
LUmax LU 4 5 5 8
de x s mm 16x2,25/16x2 18x2 20x2,5 26x3 32x3 40x3,5 50x4 63x4,5 75x5 90x7
di mm 11,5/12 14 15 20 26 33 42 54 65 76
max
lunghezza
tubo
m 9 5 4
16x2,25
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO SEMPLIFICATO SECONDO EN 806-3
37
ESEMPIO
Tratto LUTOT
Diametro
(es. Pexal®)
HK 2 16x2,25
GH 6
FG 7
EF 8
DE 16
CD 24
BC 32
AB 40
ΣLU LU 3 4 5 6 10 20 55 180 540 1300 2200* 3400*
LUmax LU 4 5 5 8
de x s mm 16x2,25/16x2 18x2 20x2,5 26x3 32x3 40x3,5 50x4 63x4,5 75x5 90x7
di mm 11,5/12 14 15 20 26 33 42 54 65 76
max
lunghezza
tubo
m 9 5 4
18x2
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO SEMPLIFICATO SECONDO EN 806-3
38
ESEMPIO
Tratto LUTOT
Diametro
(es. Pexal®)
HK 2 16x2,25
GH 6 18x2
FG 7
EF 8
DE 16
CD 24
BC 32
AB 40
ΣLU LU 3 4 5 6 10 20 55 180 540 1300 2200* 3400*
LUmax LU 4 5 5 8
de x s mm 16x2,25/16x2 18x2 20x2,5 26x3 32x3 40x3,5 50x4 63x4,5 75x5 90x7
di mm 11,5/12 14 15 20 26 33 42 54 65 76
max
lunghezza
tubo
m 9 5 4
20x2,5
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO SEMPLIFICATO SECONDO EN 806-3
39
ESEMPIO
Tratto LUTOT
Diametro
(es. Pexal®)
HK 2 16x2,25
GH 6 18x2
FG 7 20x2,5
EF 8 20x2,5
DE 16 26x3
CD 24 32x3
BC 32 32x3
AB 40 32x3
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
40
La UNI 9182 propone nell’Appendice I il metodo dettagliato
per il dimensionamento della rete:
1. Indicare per ciascun tratto la portata in LU sia per acqua
fredda che per acqua calda.
2. Convertire le LU in portate di progetto.
3. Determinare il diametro minimo delle tubazioni in base
all’equazione di continuità
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
41
La UNI 9182 propone nell’Appendice I il metodo dettagliato
per il dimensionamento della rete:
4. Calcolare le perdite di carico lungo la tubazione dal
punto di alimentazione fino al punto di prelievo, e
verificarne la compatibilità con la pressione disponibile.
5. Nel caso di rete AC, verificare i tempi di erogazione
dell’acqua per l’utenza più sfavorita, per stabilire la
necessità di ricircolo.
La procedura può essere riassunta in uno schema a
blocchi…
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
42
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
43
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
44
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
45
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
46
ESEMPIO
Dimensionare la rete di acqua calda
realizzata in tubazioni multistrato Valsir
Mixal per l’impianto di distribuzione
sanitaria rappresentato in figura.
• Pressione disponibile alla sorgente: 4
bar
• Quota relativa dell’utenza più sfavorita:
6 m
• Temperatura dell’acqua calda: 60°C
• Diramazioni a collettore (supporre una
perdita di carico di 0,2 bar tra collettore
e utenza più sfavorita)
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
47
ESEMPIO
Si devono individuare le unità di carico associate ai punti di
prelievo:
Apparecchio Alimentazione
Unità di carico
Acqua fredda
AF
Acqua calda
AC
Totale
AF + AC
Lavabo Gruppo miscelatore 0,75 0,75 1,00
Bidet Gruppo miscelatore 0,75 0,75 1,00
Vasca Gruppo miscelatore 1,50 1,50 2,00
Doccia Gruppo miscelatore 1,50 1,50 2,00
Vaso Cassetta 3,00 - 3,00
TOTALE: 3 LU
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
48
ESEMPIO
Sommare le LU dei sanitari
connessi a ciascun tratto di
tubo:
CD (1 piano) = 3 LU
BC (2 piani) = 6 LU
AB (3 piani) = 9 LU
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
49
ESEMPIO
Tramite le tabelle, si determina la portata di progetto QD:
Si consideri quindi il tratto CD…
Tratto Sanitari
collegati ΣLU Portata QD [l/s]
CD 1 piano 3 0,30
BC 2 piani 6 0,30
AB 3 piani 9 0,45
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
50
ESEMPIO
Si applica l’equazione di continuità:
di,min = 2 ∙V ∙ 103
π ∙ c
Dove di,min è il diametro minimo della tubazione [mm], V la
portata [l/s] e c la massima velocità ammessa.
Per CD:
di,min CD = 2 ∙0,3 ∙ 103
π ∙ 2= 13,82 mm
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
51
ESEMPIO
Applicandola anche agli altri tratti:
Si devono quindi verificare le perdite di carico…
Occorre calcolare la velocità reale (e non imposta) in ogni
tratto di tubo in funzione del diametro Mixal® scelto.
Tratto di,min [mm] Diametro Mixal®
CD 13,82 18x2
BC 13,82 18x2
AB 16,93 26x3
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
52
ESEMPIO
Grazie ai diagrammi, si calcola il coefficiente di perdita di
carico sul tubo...
Tratto Portata QD [l/s] Diametro
Mixal® Velocità [m/s]
CD 0,30 18x2 1,95
BC 0,30 18x2 1,95
AB 0,45 26x3 1,43
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
53
ESEMPIO
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
54
ESEMPIO
Restano quindi le perdite di carico puntuali…
Tratto L [m]
Perdita di
carico lineare a
60°C [mbar/m]
Perdite di
carico continue
[mbar]
CD 3 29,9 89,7
BC 3 29,9 89,7
AB 3 10,9 32,7
TOTALE - - 212
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
55
ESEMPIO
Secondo la UNI 9182, è necessario calcolare le perdite di
carico puntuali sui raccordi, secondo la nota relazione:
Z = kρv2
200
Dove k è il fattore di perdita per il raccordo considerato, v
la velocità del flusso nel tratto [m/s] e ρ densità dell’acqua
[kg/m3] (a 60°C per questo esempio).
Il produttore deve dare il valore k dei propri raccordi
(altrimenti: valore medio in norma).
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
56
ESEMPIO In D:
Z D = 3,3983 1,952
200= 62 mbar
Identicamente si procede per i
punti C e B, calcolando le
perdite di carico puntuali
totali dalla sorgente fino al
punto più sfavorito. Si ottiene:
𝒁𝒕𝒐𝒕 = 62 + 21 + 22= 𝟏𝟎𝟓 𝐦𝐛𝐚𝐫
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
57
ESEMPIO Rtot = 212 mbar (distribuite)+
105 mbar (concentrate) + 200
mbar (da collettore a utenza) =
516 mbar = 0,52 bar
Indicata con H la perdita di
carico geodetica [bar], poiché il
dislivello che l’acqua deve
vincere è di 6 m risulta:
H = 0,6 bar
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
METODO DETTAGLIATO SECONDO UNI 9182
58
ESEMPIO Deve essere verificata:
Rtot + H + pFL ≤ press. disponibile
Cioè:
0,52 + 0,6 + 1 ≤ 4 OK!
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO
59
SCOPO
Lo scopo del ricircolo è quello di mantenere in
circolazione l’acqua calda all’interno della rete di
distribuzione per evitarne il raffreddamento. Il ricircolo evita
la stagnazione e riduce quindi il rischio igienico.
LIMITE: TEMPO DI EROGAZIONE
Secondo la UNI 9182 (in accordo alla
EN 806-2), il ricircolo deve garantire alle
diverse utenze acqua calda alla
pressione e alla portata di progetto
entro 30 secondi.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO
60
CASI DI RICIRCOLO NON NECESSARIO:
1. I consumi di acqua calda sono continui o con
prevalenza di consumo continuo e interruzioni non
superiori a 15 minuti.
2. Impianti autonomi, per uso residenziale o simile:
• Con produzione istantanea mediante apparecchi di
potenza termica inferiore a 35 kW in assenza di
serbatoio di accumulo.
• Con serbatoio di accumulo ≤ 100 litri o comunque
con serbatoi dotati di sistema integrato di
mantenimento della temperatura di progetto.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO
61
CASI DI RICIRCOLO NON NECESSARIO:
3. Nel tratto di distribuzione al piano di un impianto
centralizzato con ricircolo, qualora il volume di acqua
calda complessivo contenuto nelle tubazioni, dal punto
di distacco della linea in cui è attivo il ricircolo sino a
ogni punto di prelievo, non superi i 3 litri.
IMPORTANTE:
• Valvole di bilanciamento su ogni colonna.
• Vanno evitati i rami morti per impedire la stagnazione.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
62
DIMENSIONAMENTO SEMPLIFICATO UNI 9182
Il dimensionamento semplificato può essere applicato a
impianti di piccole dimensioni, che rispettino le seguenti
caratteristiche:
1. Lunghezza complessiva di tutte le tubazioni di acqua
calda inferiore a 30 m.
2. Lunghezza massima di ogni singola linea di ricircolo
inferiore a 20 m.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
63
DIMENSIONAMENTO SEMPLIFICATO UNI 9182
Se le condizioni sono rispettate:
• Diametro minimo delle singole linee di ricircolo e dei tratti
collettori pari a 10 mm.
• Pompa di ricircolo DN15 con una portata minima di 200
l/h a 100 mbar di pressione.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
64
DIMENSIONAMENTO DETTAGLIATO UNI 9182
Per calcolare correttamente la portata di una rete di
ricircolo si devono conoscere innanzi tutto le dispersioni
termiche delle tubazioni di acqua calda:
Posizione di
installazione Simbolo
Valore dispersione
per metro di tubo
[W/m]
Centrale termica qW,K 11
Cavedio qW,S 7
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
65
DIMENSIONAMENTO DETTAGLIATO UNI 9182
Si assume che il salto termico tra l’uscita del serbatoio di
accumulo e il punto più distante della rete di ricircolo sia:
ΔTW = 2°C
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
66
DIMENSIONAMENTO DETTAGLIATO UNI 9182
V p =lW,K ∙ qW,K + lW,S ∙ qW,S
ρ ∙ c ∙ ∆TW
𝑽 𝒑 è la portata della pompa di ricircolo [l/h], 𝒍𝑾,𝑲 la lunghezza di
tutte le tubazioni di acqua calda presenti in centrale termica [m],
𝒒𝑾,𝑲 la dispersione termica al metro per tubazioni in centrale
termica [W/m], 𝒍𝑾,𝑺 la lunghezza di tutte le tubazioni di acqua calda
presenti in cavedio [m], 𝒒𝑾,𝑺 la dispersione termica al metro per
tubazioni in cavedio [W/m], ρ la densità dell’acqua a 60°C [kg/l] e c
la capacità termica dell’acqua, pari a 1,2 Wh/kg°C.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
67
DIMENSIONAMENTO DETTAGLIATO UNI 9182
In presenza di una diramazione della rete di acqua calda, si
possono calcolare i flussi parziali:
Le portate calcolate con questo
metodo per la rete di acqua calda
corrispondono, tratto per
tratto, alle portate che devono
essere garantite dalla rete di
ricircolo ad essa parallela.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
68
DIMENSIONAMENTO DETTAGLIATO UNI 9182
𝐕 𝐚 è la portata in ingresso alla
diramazione [l/h], 𝐕 𝐛 la portata in
uscita dalla diramazione nel percorso
di diramazione [l/h], 𝐕 𝐜 la portata in
uscita dalla diramazione nel percorso
di passaggio [l/h], Qb la dispersione
termica di tutte le tubazioni a valle del
percorso di diramazione [W] e Qc la
dispersione termica di tutte le
tubazioni a valle del percorso di
passaggio [W].
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
69
DIMENSIONAMENTO DETTAGLIATO UNI 9182
V b = V a ∙ Qb
Qb+ Qc
V c = V a ∙ Qc
Qb+ Qc
Oppure: V c = V a − V b
Valgono le seguenti relazioni:
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
70
DIMENSIONAMENTO DETTAGLIATO UNI 9182
Note le portate nei diversi tratti, si applica l’equazione di
continuità per dimensionare le tubazioni, rispettando i
seguenti limiti:
Parte di impianto Velocità massima [m/s]
In prossimità della pompa di ricircolo,
collettori 0,5 ÷ 1
Distante dalla colonna di ricircolo,
colonne montanti, diramazioni 0,2 ÷ 0,3
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: DIMENSIONAMENTO
71
DIMENSIONAMENTO DETTAGLIATO UNI 9182
Infine, per calcolare la prevalenza della pompa di ricircolo:
• Calcolare tutte le
perdite di carico
generate lungo il tratto
più sfavorito del
circuito.
• Nota la portata e la
prevalenze minima
richiesta, si individua il
punto di funzionamento
dell’impianto.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
72
• Posizione tubi AC:
cavedio.
• MN = NO = OP = PQ =
QR = RS = 12 m
• NT = OU = PV = QW =
RZ = SL = 10 m
CALCOLARE LA RETE DI RICIRCOLO:
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
73
Per calcolare la portata della rete di ricircolo, si analizza la
rete di acqua calda:
• Nota la lunghezza di ogni tratto
• Nota la dispersione termica per metro di tubo
Si ottiene immediatamente:
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
74
Per calcolare la portata della rete di ricircolo, si analizza la
rete di acqua calda:
Tratto L [m] 𝑞𝑊,𝑆 [W/m] Dispersioni
[W] Portata [l/h]
AB 12 7 84
BT 10 7 70
BC 12 7 84
CU 10 7 70
CD 12 7 84
DV 10 7 70
DE 12 7 84
EW 10 7 70
EF 12 7 84
FZ 10 7 70
FG 12 7 84
GL 10 7 70
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
Si applica quindi l’equazione:
V p =lW,K ∙ qW,K + lW,S ∙ qW,S
ρ ∙ c ∙ ∆TW=
RICIRCOLO: ESEMPIO
75
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
76
Si applica quindi l’equazione:
V p =lW,K ∙ qW,K + lW,S ∙ qW,S
ρ ∙ c ∙ ∆TW=
=132 ∙ 7
0,983 ∙ 1,2 ∙ 2= 391,7
𝑙
ℎ
Si inserisce il valore ottenuto in tabella:
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
77
Tratto L [m] 𝑞𝑊,𝑆 [W/m] Dispersioni
[W] Portata [l/h]
AB 12 7 84 391,7
BT 10 7 70
BC 12 7 84
CU 10 7 70
CD 12 7 84
DV 10 7 70
DE 12 7 84
EW 10 7 70
EF 12 7 84
FZ 10 7 70
FG 12 7 84
GL 10 7 70
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
78
Per tutti i tratti successivi, essendoci delle
diramazioni, si applicano le equazioni di
partizione.
Se V AB è 391 l/h, per BT si ha:
V BT = V AB ∙ QBT
QBT + QTOT A VALLE DI B=
= 391,7 ∙ 70
70 + 770= 32,6
l
h
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
79
Tratto L [m] 𝑞𝑊,𝑆 [W/m] Dispersioni
[W] Portata [l/h]
AB 12 7 84 391,7
BT 10 7 70 32,6
BC 12 7 84
CU 10 7 70
CD 12 7 84
DV 10 7 70
DE 12 7 84
EW 10 7 70
EF 12 7 84
FZ 10 7 70
FG 12 7 84
GL 10 7 70
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
80
Per tutti i tratti successivi, essendoci delle
diramazioni, si applicano le equazioni di
partizione.
Se V AB è 391 l/h per BC si ha:
V BC = V AB ∙ QTOT A VALLE DI B
QBT + QTOT A VALLE DI B=
= 391,7 ∙ 770
70 + 770= 359
l
h
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
81
Tratto L [m] 𝑞𝑊,𝑆 [W/m] Dispersioni
[W] Portata [l/h]
AB 12 7 84 391,7
BT 10 7 70 32,6
BC 12 7 84 359,0
CU 10 7 70
CD 12 7 84
DV 10 7 70
DE 12 7 84
EW 10 7 70
EF 12 7 84
FZ 10 7 70
FG 12 7 84
GL 10 7 70
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
82
Tratto L [m] 𝑞𝑊,𝑆 [W/m] Dispersioni
[W] Portata [l/h]
AB 12 7 84 391,7
BT 10 7 70 32,6
BC 12 7 84 359,0
CU 10 7 70 36,6
CD 12 7 84 322,4
DV 10 7 70 42,4
DE 12 7 84 280,0
EW 10 7 70 51,8
EF 12 7 84 228,1
FZ 10 7 70 71,3
FG 12 7 84 156,8
GL 10 7 70 156,8
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
83
Le portate calcolate per
ogni tratto della rete di
acqua calda sono le
stesse della rete di
ricircolo ad essa
parallela:
V AB = V MN
V BT = V NT
V BC = V No
etc…
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
84
Tratto Portata [l/h] vMAX [m/s] di,min [mm] Diametro
Pexal®
MN 391,7 0,5
NT 32,6 0,3
NO 359,0 0,5
OU 36,6 0,3
OP 322,4 0,5
PV 42,4 0,3
PQ 280,0 0,5
QW 51,8 0,3
QR 228,1 0,5
RZ 71,3 0,3
RS 156,8 0,5
SL 156,8 0,3
Velocità massima
suggerita per il
collettore
Velocità massima
suggerita per le
colonne montanti
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
85
Per determinare il diametro interno minimo della tubazione,
si applica quindi l’equazione di continuità:
di,min = 2 ∙V ∙ 103
π ∙ c
Dove di,min è il diametro minimo della tubazione [mm], V la
portata [l/s] e c la massima velocità ammessa.
Attenzione: prestare attenzione a trasformare la portata
della tabella da [l/h] a [l/s].
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
86
Tratto Portata [l/h] vMAX [m/s] di,min [mm] Diametro
Pexal®
MN 391,7 0,5 16,64
NT 32,6 0,3 6,20
NO 359,0 0,5 15,94
OU 36,6 0,3 6,57
OP 322,4 0,5 15,10
PV 42,4 0,3 7,07
PQ 280,0 0,5 14,07
QW 51,8 0,3 7,82
QR 228,1 0,5 12,70
RZ 71,3 0,3 9,17
RS 156,8 0,5 10,53
SL 156,8 0,3 13,60
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RICIRCOLO: ESEMPIO
87
Tratto Portata [l/h] vMAX [m/s] di,min [mm] Diametro
Pexal®
MN 391,7 0,5 16,64 26x3
NT 32,6 0,3 6,20 14x2
NO 359,0 0,5 15,94 20x2
OU 36,6 0,3 6,57 14x2
OP 322,4 0,5 15,10 20x2
PV 42,4 0,3 7,07 14x2
PQ 280,0 0,5 14,07 20x2
QW 51,8 0,3 7,82 14x2
QR 228,1 0,5 12,70 18x2
RZ 71,3 0,3 9,17 14x2
RS 156,8 0,5 10,53 16x2 18x2
SL 156,8 0,3 13,60 18x2
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
88
Un sistema di produzione ACS ad accumulo è
caratterizzato dalla presenza di un serbatoio d’acqua (di
accumulo appunto) che viene riscaldato da un
serpentino.
Possono contribuire al
riscaldamento
dell’accumulo:
• Pannelli solari termici
• Termocamini
• Caldaie a biomassa
• …
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
89
Il volume del serbatoio di accumulo si calcola con la formula:
Vc = f ∙ Ctot ∙Tm − TfTc − Tf
∙tr
tr + tp
f è il fattore di contemporaneità per i soli edifici residenziali in funzione
del numero di alloggi (per edifici di tipo diverso da quelli residenziali si
consideri f = 1); Ctot è il fabbisogno complessivo di acqua calda
sanitaria [litri] e dipende dal tipo di utenza; tp e tr sono rispettivamente
la durata [h] del periodo di punta e del periodo necessario al
preriscaldamento del volume del serbatoio di accumulo; Tm è la
temperatura [°C] di utilizzo dell’acqua calda sanitaria il cui valore è
generalmente posto uguale a 40°C; Tf e Tc sono rispettivamente le
temperature [°C] dell’acqua fredda in ingresso all’accumulo e di
mantenimento dell’acqua nell’accumulo.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
90
Utenza Fabb. C
[litri]
Temp. di
utilizzo Tm
[°C]
Periodo di
punta tp
[h]
Periodo di
prerisc. tr
[h]
Edifici residenziali con
doccia 260 40 1,5 2
Edifici residenziali con
doccia e vasca 340 40 1,5 2
Uffici e simili 40 40 1,5 2
Camera d’albergo 5
stelle 200 40 1,5 2
Camere d’albergo 4
stelle con vasca 180 40 1,5 2
Camere d’albergo 4
stelle con doccia 130 40 1,5 2
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
91
Utenza Fabb. C
[litri]
Temp. di
utilizzo Tm
[°C]
Periodo di
punta tp
[h]
Periodo di
prerisc. tr
[h]
Camere d’albergo 1,
2, 3 stelle 100 40 1,5 2
Ospedali 120 40 2 2
Cliniche 150 40 4 2
Palestre e Centri
sportivi 170 40 0,3 1,5
Spogliatoi di
stabilimenti 50 40 0,5 1,5
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
92
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
93
ESEMPIO
Calcolare il volume del serbatoio di accumulo necessario
per asservire 10 alloggi di tipo residenziale con doppi
servizi, considerando una temperatura di accumulo di 60°C
e dell’acqua di ingresso di 13°C.
Dalla tabella si ottengono C, Tm, tp, tr:
Utenza Fabb. C
[litri]
Temp. di
utilizzo Tm
[°C]
Periodo di
punta tp
[h]
Periodo di
prerisc. tr
[h]
Edifici residenziali con
doccia e vasca 340 40 1,5 2
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
94
ESEMPIO
Calcolare il volume del serbatoio di accumulo necessario
per asservire 10 alloggi di tipo residenziale con doppi
servizi, considerando una temperatura di accumulo di 60°C
e dell’acqua di ingresso di 13°C.
Dal grafico si deduce il fattore di contemporaneità f…
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
95
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
96
ESEMPIO
Calcolare il volume del serbatoio di accumulo necessario
per asservire 10 alloggi di tipo residenziale con doppi
servizi, considerando una temperatura di accumulo di 60°C
e dell’acqua di ingresso di 13°C.
Quindi…
Vc = f ∙ Ctot ∙Tm − TfTc − Tf
∙tr
tr + tp=
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
PRODUZIONE ACS: SERBATOI DI ACCUMULO
97
ESEMPIO
Calcolare il volume del serbatoio di accumulo necessario
per asservire 10 alloggi di tipo residenziale con doppi
servizi, considerando una temperatura di accumulo di 60°C
e dell’acqua di ingresso di 13°C.
Quindi…
Vc = f ∙ Ctot ∙Tm − TfTc − Tf
∙tr
tr + tp=
= 0,47 ∙ 3.400 ∙40−13
60−13∙
2
2+1,5= 525 litri
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
SOVRAPRESSIONI DI COLPO D’ARIETE
98
Quando si chiude rapidamente un rubinetto o si arresta o si
avvia una pompa, nella rete idrica si generano
sovrapressioni che possono provocare rumori,
vibrazioni, deterioramento dei rubinetti e,
potenzialmente, rotture.
Secondo il paragrafo 15 della UNI 9182, tutte le
distribuzioni di acqua fredda e calda devono essere
provviste di dispositivi di ammortizzamento del colpo
d’ariete.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
SOVRAPRESSIONI DI COLPO D’ARIETE
99
CALCOLO DELLA SOVRAPRESSIONE
Per il calcolo della sovrapressione di colpo d’ariete, si può
utilizzare:
∆p =2 ∙ L ∙ ∆v
100 ∙ t
dove L è la lunghezza della condotta [m], ∆v è la differenza
tra la velocità del flusso prima della manovra e quella dopo
la manovra [m/s] (se si tratta di chiusura di valvole,
spegnimenti o accensioni di pompe tale differenza equivale
con la velocità del flusso considerando che la velocità dopo
la manovra è nulla), t è il tempo della manovra [s].
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
SOVRAPRESSIONI DI COLPO D’ARIETE
100
AD ESEMPIO…
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RISCHIO IGENICO: LEGIONELLA
113
La legionella è una grave infezione polmonare causata dal
batterio della Legionella Pneumophila.
La legionella si trova facilmente in molti ambienti acquatici
sia naturali che artificiali. Tra questi ultimi potenzialmente:
• Impianti idrosanitari.
• Soffioni doccia, piscine,
vasche idromassaggio,
fontane, impianti termali.
• Torri di raffreddamento.
• Impianti di trattamento aria.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RISCHIO IGENICO: LEGIONELLA
114
Il contagio si basa sul meccanismo dell’aerosol, cioè
sull’inalazione di micro gocce di acqua contaminata dal
batterio.
In fase di progettazione di un impianto idrosanitario, vanno
evitate le condizioni di proliferazione dei batteri:
• Stagnazione dell’acqua (ad esempio, rami morti o
collegamenti a utenze raramente utilizzate).
• Temperature comprese tra i 25°C e 55°C.
• Presenza di biofilm sulle pareti di serbatoi e tubazioni.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RISCHIO IGENICO: LEGIONELLA
115
DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
Secondo EN 806-2: tutte le porzioni di impianto devono
poter essere portate alla temperatura di 70°C a scopo di
disinfezione.
In Italia fanno da riferimento in materia:
1. “Linee guida per la prevenzione e il controllo della
legionellosi” del 04/04/2000 (G.U. n. 103 del
05/05/2000).
2. “Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i
gestori di strutture turistico-ricettive e termali” del
13/01/2005 (G.U. n. 28 del 05/02/2005).
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RISCHIO IGENICO: LEGIONELLA
116
DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
3. “Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività
di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della
legionellosi” del 13/01/2005 (G.U. n. 29 del 05/02/2005).
4. “European guidelines for control and prevention of
travel associated legionnaires’ diseases”, prodotte dai
membri dell’European Working Group for Legionella
Infections (EWGLI) nell’anno 2003 (poi revisionate nel
gennaio 2005) e pensate ad integrazione di eventuali
linee guida nazionali già esistenti o per quei paesi
europei che ne sono ancora sprovvisti.
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RISCHIO IGENICO: LEGIONELLA
117
TRACCIANO SUGGERIMENTI TECNICO-PRATICI:
• Serbatoi di accumulo a bassa rugosità superficiale (per
limitare il biofilm) e volume dell’accumulo che faciliti un
veloce ricambio d’acqua.
• Ridurre il rischio di stagnazione, evitando inutili
sovradimensionamenti dell’impianto e rami morti al
servizio di possibili utenze future.
• Manutenzione periodica.
• Mantenere elevate temperature di distribuzione
dell’acqua.
• Attenzione all’acqua fredda: non deve superare i 25°C!
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RISCHIO IGENICO: LEGIONELLA
118
TECNOLOGIE DI DISINFEZIONE:
Non esiste una soluzione ideale e definitiva al problema!
Metodo più usato: disinfezione termica. Inconvenienti:
elevati consumi di energia, difficoltà nel raggiungere tutti i
rami di impianto, efficienza di scambio.
Sistemi fisici Sistemi chimici
Temperatura Clorazione
Radiazione ultravioletta Ozono
Filtrazione Uso di ioni metallici
SISTEMI DI ADDUZIONE PROGETTAZIONE
RISCHIO IGENICO: LEGIONELLA
119
DISINFEZIONE TERMICA:
TUBAZIONI MULTISTRATO NOZIONI DI BASE
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
I tubi multistrato sono realizzati mediante sovrapposizione
di strati di materiali diversi:
NOZIONI DI BASE
Strato interno ed esterno
Sono realizzati in materiale plastico,
tipicamente PE-X (Polietilene Reticolato) o
PE-RT (Polietilene Raised-Temperature
Resistant).
2
Strato intermedio
Realizzato in lega di alluminio. Strati leganti
Un potente collante realizza
l’adesione tra gli strati.
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
Le tubazioni multistrato sono molto versatili e possono
essere utilizzate per:
• Impianti di distribuzione sanitaria
• Sistemi di riscaldamento a bassa e alta temperatura
• Distribuzione di aria compressa
• Trasporto di liquido refrigerante
• Trasporto di gasolio
• Trasporto di gas tecnici non medicali (azoto, argon, elio,
etc.)
APPLICAZIONI
3
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
IL PROCESSO PRODUTTIVO
4
La produzione di un tubo multistrato è un processo ad alta
tecnologia, composto da una precisa sequenza di
lavorazioni:
1. Estrusione dello strato
interno.
2. Deposizione del primo
strato di adesivo.
3. Formatura e saldatura
del nastro di alluminio.
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
IL PROCESSO PRODUTTIVO
5
La produzione di un tubo multistrato è un processo ad alta
tecnologia, composto da una precisa sequenza di
lavorazioni:
4. Deposizione del
secondo strato di
adesivo.
5. Estrusione dello strato
esterno.
6. Raffreddamento del
tubo finito.
7. Taglio in barre o
avvolgimento in rotoli.
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
IL PROCESSO PRODUTTIVO
6
Se il polimero utilizzato per lo strato interno o esterno è
PE-X (Polietilene Reticolato), il processo produttivo
comprende la fase di reticolazione del polietilene.
La reticolazione consiste nel sottoporre il polietilene a
processi chimici (aggiunta di catalizzatori ed agenti
reticolanti) o fisici (irraggiamento con radiazioni ionizzanti)
che ne modificano le caratteristiche
termomeccaniche…
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
RETICOLAZIONE
7
Il polietilene reticolato garantisce:
• Migliori caratteristiche meccaniche e chimiche.
• Maggiore resistenza all’invecchiamento a lungo termine.
• Maggiori prestazioni alle alte temperature.
PEHD PE-X
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
RETICOLAZIONE
8
TIPO METODO DI RETICOLAZIONE
PE-Xa chimico con perossidi
PE-Xb chimico con silani
PE-Xc bombardamento elettronico
Non esiste un metodo di reticolazione oggettivamente
migliore di un altro:
Ben più importante, per qualsiasi tubo, è far riferimento al
controllo qualità ed ai collaudi piuttosto che al metodo
adottato per la reticolazione.
Esistono diverse tecnologie che permettono di ottenere il
polietilene reticolato:
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
CONFRONTO TRA PE-X E PE-RT
PE-RT (polietilene a resistenza termica maggiorata):
9
Il PE-RT è il secondo
materiale più usato per
produrre multistrato. È una
variante del polietilene che,
nonostante la migliore
resistenza alle alte
temperature, a lungo
termine non può
competere con le
performance di qualsiasi
tipo di PEX! 50 ANNI
PE-X
1 ANNO 10
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
Lo strato di alluminio è l’elemento chiave di qualsiasi
tubo multistrato, influenzandone in modo significativo le
prestazioni. Sono di fondamentale importanza:
Anche la tecnologia di saldatura usata è importante…
LO STRATO DI ALLUMINIO
10
• La lega utilizzata (con
elevato limite di
snervamento).
• Lo spessore.
• Il diametro
d’avvolgimento.
• L’adesione fra gli strati.
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
La saldatura dell’alluminio può essere:
1. Con sovrapposizione (tramite ultrasuoni)
2. Di testa (tramite laser o con tecnologia TIG)
LO STRATO DI ALLUMINIO
11
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
UNI EN ISO 21003-1
La norma di riferimento internazionale per la produzione
del tubo multistrato è la UNI EN ISO 21003-1:
• La classe prevede una vita del tubo pari a 50 anni.
• La classe indica il campo di applicazione e quindi le
condizioni operative di utilizzo (temperatura e tempo a
una determinata pressione di progetto).
• In base alla classe vengono definite le prove che il
tubo deve superare. Ad esempio le classi 4 e 5
richiedono solo prove meccaniche, mentre la 1 e la 2
anche la prova di potabilità.
• La certificazione prevede una specifica marcatura del
tubo, in cui sia indicata la classe e la relativa pressione
di progetto.
12
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
CLASSI SECONDO UNI EN ISO 21003-1
La UNI EN ISO 21003-1 identifica quattro classi di utilizzo:
13
Classe TD
(°C)
Durata a
TD (anni)
TMAX
(°C)
Durata a
TMAX (anni)
TMALF
(°C)
Durata a
TMALF
(ore)
Campo
d’impiego
1 60 49 80 1 95 100 Acqua calda
(60°C)
2 70 49 80 1 95 100 Acqua calda
(70°C)
4
20 +
40 +
60
2,5
20
25
70 2,5 100 100 Riscaldamento
a pavimento e
radiatori
5
20 +
60 +
80
14
25
10
90 1 100 100 Radiatori ad
alta
temperatura
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
PERCHÉ USARE UN TUBO MULTISTRATO?
14
I tubi multistrato sono nati per coniugare nello stesso
prodotto i vantaggi di un tubo plastico con i vantaggi di
un tubo metallico. Ad esempio:
• Flessibilità.
• Mantenimento della piegatura.
• Leggerezza.
• Resistenza meccanica.
• Totale barriera ad ossigeno e luce.
• Elevata resistenza alla corrosione.
• Elevata resistenza all’acqua clorata.
• Limitata formazione di calcare sulla parete interna.
• Compatibilità con gli altri sistemi (rame, acciaio, ecc.)
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
Sul mercato, sono disponibili molti sistemi di giunzione per i
tubi multistrato, riassumibili in 4 categorie principali:
GIUNZIONI
15
1. Ad avvitamento
2. A pressare
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
Sul mercato, sono disponibili molti sistemi di giunzione per i
tubi multistrato, riassumibili in 4 categorie principali:
GIUNZIONI
16
3. Push-Fit
4. Con elevata sezione di passaggio
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
1. RACCORDO AD AVVITAMENTO
17
PRO:
• Facile da usare
• Raccordo smontabile
• Non necessita di attrezzi speciali.
CONTRO:
• Giunzione manuale, dipende da
come viene realizzata.
• Elevati tempi di installazione.
• Gamma dimensionale ridotta.
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
1. RACCORDO AD AVVITAMENTO: MONTAGGIO
18
1. Taglio del tubo.
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
19
1. Taglio del tubo.
2. Calibrazione.
1. RACCORDO AD AVVITAMENTO: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
20
1. Taglio del tubo.
2. Calibrazione.
3. Lubrificazione.
1. RACCORDO AD AVVITAMENTO: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
21
1. Taglio del tubo.
2. Calibrazione.
3. Lubrificazione.
4. Inserimento ogiva e dado.
1. RACCORDO AD AVVITAMENTO: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
22
1. Taglio del tubo.
2. Calibrazione.
3. Lubrificazione.
4. Inserimento ogiva e dado.
5. Inserimento raccordo.
1. RACCORDO AD AVVITAMENTO: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
23
1. Taglio del tubo.
2. Calibrazione.
3. Lubrificazione.
4. Inserimento ogiva e dado.
5. Inserimento raccordo.
6. Chiusura del dado sul
raccordo.
1. RACCORDO AD AVVITAMENTO: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
2. RACCORDO A PRESSARE
24
PRO
• Velocità d’installazione.
• Sicurezza della pressata.
• Gamma dimensionale completa.
• Possibilità di corpo in ottone o in
materiale plastico.
CONTRO
• Necessità di apposita
attrezzatura.
• Raccordo non smontabile.
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
25
1. Taglio del tubo.
2. RACCORDO A PRESSARE: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
26
1. Taglio del tubo.
2. Calibrazione.
2. RACCORDO A PRESSARE: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
27
1. Taglio del tubo.
2. Calibrazione.
3. Lubrificazione.
2. RACCORDO A PRESSARE: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
28
1. Taglio del tubo.
2. Calibrazione.
3. Lubrificazione.
4. Inserimento del raccordo
sul tubo.
2. RACCORDO A PRESSARE: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
29
1. Taglio del tubo.
2. Calibrazione.
3. Lubrificazione.
4. Inserimento del raccordo
sul tubo.
5. Pressatura del raccordo.
2. RACCORDO A PRESSARE: MONTAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
3. RACCORDO PUSH-FIT
30
PRO
• Nessuna attrezzatura specifica.
• Velocità di posa.
• Controllo posizionamento tubo.
CONTRO
• Perdite di carico sopra alla media.
• Non smontabile e riutilizzabile.
• Percepito come "sistema non
professionale".
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
4. RACCORDO A ELEVATA SEZIONE DI PASSAGGIO
31
• Si tratta di raccordi pensati per ridurre il più possibile
le perdite di carico localizzate.
• Per l’uso di questi raccordi il tubo viene in genere
svasato con un apposito utensile in modo da rendere
possibile l’inserimento sul tubo.
SISTEMI DI ADDUZIONE TUBAZIONI MULTISTRATO
4. RACCORDO A ELEVATA SEZIONE DI PASSAGGIO
32
PRO
• Passaggio totale.
• Elevata resistenza chimica,
soprattutto al cloro libero (se
realizzati in tecnopolimero).
• Facilità di posa.
• Smontabile.
CONTRO
• Necessità di attrezzatura
specifica.
TUBAZIONI MULTISTRATO POSA IN OPERA
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
POSA INTERRATA
2
• Le tubazioni di adduzione
devono distare almeno 1
metro da eventuali tubazioni
di scarico e installate sopra di
esse.
• Posizionate in apposito letto di
posa da ricoprire con sabbia
o terra vagliata per almeno
20 cm.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
POSA INTERRATA
3
• Le tubazioni multistrato
che si immettono
nell’edificio devono
essere posate all’interno
di una guaina sigillata
all’estremità, per
impedire l’ingresso di
acqua, gas e animali.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
POSA SOTTO TRACCIA NEGLI EDIFICI
4
• I tubi multistrato possono
essere installati nel
calcestruzzo.
• Per praticità sono comunque
consigliate pose con guaine
corrugate protettive o guaine
isolanti.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
POSA SOTTO TRACCIA NEGLI EDIFICI
5
• Il calcestruzzo non deve
penetrare fra tubo e guaina.
• Far sporgere le guaine dai
pavimenti di almeno 25-30 mm
per evitare l’ingresso di liquidi.
• I raccordi terminali possono
essere installati usando
apposite scatole di protezione.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
POSA A VISTA NEGLI EDIFICI
6
• Necessità di supporti (clip o collari) che devono
sopportare il peso della tubazione e dei relativi
raccordi.
• Per tubazioni isolate prevedere lo spazio sufficiente
fra tubo e parete.
• Per tubazioni di lunghezza oltre i 20 metri, prevedere
un sistema per l’assorbimento delle dilatazioni.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
REGOLE GENERALI DI POSA
7
• Posare le tubazioni ad una
distanza reciproca tale da
poter effettuare le
manutenzioni.
• Evitare se possibile
accavallamenti; nel caso di
sorpasso legare le
tubazioni per impedirne lo
sfregamento.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
REGOLE GENERALI DI POSA
8
Le tubazioni non devono
essere posate all’interno
di cabine elettriche, sopra
i quadri o apparecchiature
elettriche, nei camini, nei
canali di ventilazione, nei
vani ascensore.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
REGOLE GENERALI DI POSA
9
• Prevedere punti di
drenaggio nel punto più
basso per lo
svuotamento della
tubazione.
• Le tubazioni non
devono essere piegate
sugli spigoli vivi della
struttura.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
REGOLE GENERALI DI POSA
10
• I raccordi soggetti ad
aggressione
atmosferica o di malte
cementizie devono
essere protetti.
• Tracciare una mappa
dei percorsi dei tubi e la
posizione dei
dispositivi.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
STAFFAGGIO
11
L L T
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
STAFFAGGIO
12
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
STAFFAGGIO
13
Lo staffaggio deve essere
realizzato tenendo conto delle
dilatazioni. Si hanno:
1. Staffaggio con
compensazione delle
dilatazioni.
2. Staffaggio rigido.
3. Staffaggio con libertà di
movimento.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
STAFFAGGIO
14
E’ necessario prevedere
sempre punti di
ancoraggio (F) per
impedire il movimento di
alcuni punti.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
STAFFAGGIO
15
I collari di staffaggio
in genere non
possono esser
considerati punti fissi
tranne nei cambi di
direzione.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
16
Sfrutta la
flessibilità delle
tubazioni per
compensare le
dilatazioni.
1. COMPENSAZIONE DELLE DILATAZIONI
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
17
COMPENSAZIONE
MEDIANTE BRACCIO
FLESSIBILE
C= 33 per tubi
multistrato
C=12 per tubi PE-X
1. COMPENSAZIONE DELLE DILATAZIONI
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
18
1. COMPENSAZIONE DELLE DILATAZIONI
COMPENSAZIONE
MEDIANTE BRACCIO
FLESSIBILE
C= 33 per tubi
multistrato
C=12 per tubi PE-X
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
19
COMPENSAZIONE MEDIANTE OMEGA
C= 33 per tubi multistrato
C=12 per tubi PE-X
1. COMPENSAZIONE DELLE DILATAZIONI
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
20
SENZA SUPPORTO CONTINUO PER TUBI PE-X
2. STAFFAGGIO RIGIDO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
21
CON SUPPORTO CONTINUO PER TUBI PE-X
2. STAFFAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
22
I tubi multistrato e PE-X possono essere
posati in canaline orizzontali. Si suggerisce
di fissare le tubazioni con fascette in
plastica per evitare il movimento verticale
3. CON LIBERTÀ DI MOVIMENTO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
23
Per tubi multistrato e per tubi PE-X
installati in verticale può essere
tollerato un movimento dovuto alla
dilatazione.
Le tubazioni orizzontali o verticali
posate con libertà di movimento devono
però possedere punti di ancoraggio in
prossimità di derivazioni ed allacci.
3. CON LIBERTÀ DI MOVIMENTO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
24
3. CON LIBERTÀ DI MOVIMENTO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
25
• Tubi nel calcestruzzo
senza protezione: le
dilatazioni sono
impedite.
• Tubi nel calcestruzzo
con protezione: le
dilatazioni termiche
vengono assorbite
dall’isolante o
all’interno della guaina
corrugata.
TUBI SOTTO TRACCIA
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
26
1. Curvatura manuale:
• Effettuabile per
diametri 14 mm, 16
mm, 18 mm, 20 mm.
• E’ necessaria una
certa pratica per non
schiacciare il tubo.
CURVATURA DEI TUBI MULTISTRATO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
27
2. Curvatura con molla
• La molla ripartisce la
deformazione sul tubo
facilitando l’operazione.
• Effettuabile per diametri 14
mm, 16 mm, 18 mm, 20 mm.
• Utilizzabili sia molla esterna
che interna.
CURVATURA DEI TUBI MULTISTRATO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
28
3. Curvatura con curvatubi
• Disponibili versioni
meccaniche e idrauliche.
• Effettuabile per tutti i
diametri.
• Necessita di un tempo
maggiore.
• Utilizzare le dime per
multistrato.
CURVATURA DEI TUBI MULTISTRATO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
29
Raggi di curvatura per tubi multistrato
CURVATURA DEI TUBI MULTISTRATO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
30
Isolare i tubi permette di:
• Riduce gli scambi energetici.
• Isola acusticamente la tubazione.
• Protegge da stress meccanici.
ISOLAMENTO DEI TUBI
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
31
PER CONDOTTE DI ACQUA
FREDDA:
• Impedisce la formazione di
condensa.
• Riduce il riscaldamento
dell’acqua.
• Riduce la trasmissione dei
rumori.
• Protegge la tubazione.
ISOLAMENTO DEI TUBI
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
32
ISOLAMENTO DEI TUBI
PER CONDOTTE DI ACQUA
CALDA:
• Riduce le perdite energetiche e
quindi il raffreddamento
dell’acqua.
• Riduce la trasmissione dei
rumori.
• Protegge la tubazione.
• Assorbe le dilatazioni/contrazioni
termiche.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
33
ISOLAMENTO DEI TUBI
MATERIALI IMPIEGATI:
• Poliuretano espanso.
• Polietilene espanso.
• Lana di roccia.
• Lana di vetro.
• Gomme sintetiche.
• Sughero.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
34
• Formazione di condensa:
quando la temperatura di parete
è inferiore alla temperatura di
rugiada.
• Per evitare la condensa si usano
guaine isolanti di elevata
resistenza termica che
aumenta la temperatura della
superficie con la quale l’aria
umida entra in contatto.
ISOLAMENTO E CONDENSA
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
35
• L’isolamento dei tubi serve
anche per ridurre pe perdite
energetiche attraverso il
tubo.
• E’ possibile calcolare il flusso
termico per metro di tubazione
con la seguente:
ISOLAMENTO E PERDITE ENERGETICHE
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
36
• Il rischio va tenuto in
considerazione in fase di
progettazione.
• Scegliere opportunamente i
percorsi delle tubazioni
evitando zone a rischio quali
all’esterno o fuori terra,
garage, cantine etc.
• Isolare sempre i tubi con
spessore di coibente adeguato
alle condizioni.
PROTEZIONE DAL GELO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
37
Se possibile, adottare sistemi di mantenimento della
temperatura (es. trace heating). Indicazioni:
• Non superare 80°C.
• Tenere aderenti i cavi scaldanti alla tubazione.
• Proteggere il tutto con guaina termoisolante.
PROTEZIONE DAL GELO
In generale, se esistono
rischi di congelamento:
prevedere un sistema
per lo svuotamento
dell’impianto!
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
38
• Per impianti di riscaldamento o climatizzazione si
suggerisce di aggiungere di liquidi antigelo (glicole
etileneco o propilenico).
• La densità aumenta e quindi è necessaria una maggior
prevalenza delle pompe di circolazione.
PROTEZIONE DAL GELO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
39
I sistemi idrici all’interno degli edifici
devono essere realizzati in modo tale da
ridurre i rumori provocati dal loro
funzionamento:
• Staffare le tubazioni con collari con
gomma antivibrante.
• Isolare acusticamente le tubazioni.
• Limitare la velocità dell’acqua nelle
tubazioni (< 2 m/s).
• Isolare gli apparecchi sanitari con fogli
di materiale antivibrante interposto
fra sanitari e muro.
RIDUZIONE DEI RUMORI
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
40
• Le tubazioni in materiale
plastico possiedono una
resistenza ridotta agli UV.
• Grazie allo strato di
alluminio, le tubazioni
multistrato impediscono il
passaggio e quindi la
distruzione nel tempo dello
strato interno.
PROTEZIONE DAI RAGGI UV
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
41
Per esposizioni prolungate, si
consiglia comunque:
• Installazione in canaline.
• Vernice anti UV (meglio se
preceduta da una deposizione
di aggrappante),
• La vernice deve comunque
essere ridata periodicamente.
PROTEZIONE DAI RAGGI UV
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
42
Un impianto idrico deve
sempre essere eseguito
in accordo con i
regolamenti nazionali o
disposizioni dei VVFF
in materia d’incendio.
PROTEZIONE DAL FUOCO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
43
PROTEZIONE MEDIANTE
GUAINE ISOLANTI
• In alcuni paesi sono richieste
classi di resistenza al fuoco
elevate.
• Possibile accoppiare il tubo
multistrato o il tubo plastico ad
opportune guaine
termoisolanti.
• Tali tecniche devono essere
collaudate in laboratorio.
PROTEZIONE DAL FUOCO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
44
PROTEZIONE DAL FUOCO
COLLARI TAGLIAFUOCO
• E’ il sistema più comunemente
utilizzato.
• Installabili sia a parete che a
soletta.
• I collari impiegano materiale
intumescente che espandendosi
all’interno forma un tappo di
materiale.
• Verificare la classificazione al
fuoco dei collari forniti dal
produttore.
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
45
La messa in servizio si di un impianto idrico si compone di
tre fasi:
1. Collaudo dell’impianto.
2. Flussaggio dell’impianto.
3. Disinfezione dell’impianto.
MESSA IN SERVIZIO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
46
Il collaudo deve essere eseguito usando acqua o aria (se
consentito dai regolamenti locali). Facendo riferimento alla
EN 806-4:
• I manometri usati devono avere un fondo scala di 16 bar
con accuratezza 0,2 bar.
• Pulire e spurgare bene l’intero impianto e riempirlo col
fluido di prova.
• Pressione di collaudo: TP = 1.1 MPD [bar] (MDP:
maximum design pressure).
• La pressione deve essere applicata con velocità
massima: V = 4/60*TP [bar/s].
1. COLLAUDO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
47
La pressione di prova
deve essere mantenuta
per 10 minuti, entro i
quali non devono
manifestarsi perdite di
pressione.
1. COLLAUDO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
48
• Flussare l’impianto idrico
sanitario con acqua
potabile filtrata (particelle
dimensione max. 150 μm).
• Flussare separatamente i
tubi dell’acqua fredda e
quelli dell’acqua calda.
2. FLUSSAGGIO
SISTEMI DI ADDUZIONE POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI MULTISTRATO
49
• Usare un disinfettante compatibile
con i materiali dell’impianto (tubi e
raccordi etc.) e conforme ai requisiti
per il trattamento delle acque.
• Realizzare la disinfezione per
sezioni d’impianto: tubi di servizio,
tubi di alimentazione, serbatoi di
accumulo, tubi di distribuzione.
• Durante il processo assicurarsi
che non si verifichi prelievo di
acqua.
La disinfezione non è richiesta per impianti di abitazioni
unifamiliari. Se necessaria:
3. DISINFEZIONE
TUBAZIONI MULTISTRATO IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
INTRODUZIONE
2
I sistemi multistrato possono
essere utilizzati per realizzare
impianti di distribuzione per aria
compressa.
1. Miglior qualità dell’aria
(assenza di ossidazione
all’interno delle tubazioni).
2. Inattaccabilità del PE-X
alle condense acide.
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
INTRODUZIONE
3
I sistemi multistrato possono
essere utilizzati per realizzare
impianti di distribuzione per aria
compressa.
3. Possibilità di installare
raccordi in polimero.
4. Possibilità di installare
raccordi a passaggio
totale (riduzione delle
perdite di carico).
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
INTRODUZIONE
A) Filtro aspirazione.
B) Compressore.
C) Raffreddatore.
D) Serbatoio accumulo
aria in pressione.
E) Disoleatore.
4
F) Essicatore.
G) Filtro finale.
H) Valvola di intercettazione.
L) Valvola di by pass.
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
TIPOLOGIE E SISTEMI
5
• Utilizzo di una
ridotta quantità
di tubo.
• Dimensioname
nto dei diametri
più complesso
per assicurare
le portate
necessarie ad
ogni utenza.
1. DISTRIBUZIONE ARIA COMPRESSA CON CIRCUITO APERTO
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
TIPOLOGIE E SISTEMI
6
• Possibilità di
servire utenze in
ogni punto
dell’ambiente.
• Equilibratura
delle pressioni in
caso di utilizzo
contemporaneo
di più utenze.
2. DISTRIBUZIONE ARIA COMPRESSA CON CIRCUITO AD ANELLO
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
TIPOLOGIE E SISTEMI
7
• Vantaggioso per
grandi ambienti.
• Riduce le perdite
di carico alle
utenze molto
distanti.
3. DISTRIBUZIONE ARIA COMPRESSA CON CIRCUITO A MAGLIE
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
TIPOLOGIE E SISTEMI
8
• Tubi ancorati a parete o
soffitto, rispettando le
regole di staffaggio dei
tubi a vista.
• Pendenza nella
direzione del flusso: da
1% a 2%.
• Pozzetti di raccolta
condensa dopo il tratto
inclinato con possibilità
di spurgo.
TRACCIATO TIPICO DISTRIBUZIONE CON CIRCUITO APERTO
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
TIPOLOGIE E SISTEMI
9
• Tubi ancorati a parete
o soffitto, rispettando
le regole di staffaggio
dei tubi a vista.
• Pendenza nella
direzione del flusso:
da 1% a 2%.
• Pozzetti di raccolta
condensa dopo il
tratto inclinato con
possibilità di spurgo.
TRACCIATO TIPICO DISTRIBUZIONE CON CIRCUITO AD ANELLO
O A MAGLIE
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
DIMENSIONAMENTO RETI ARIA COMPRESSA
10
E’ necessario un buon
dimensionamento della
rete per assicurare la
portata necessaria ad ogni
utenza.
REQUISITO VALORE
Caduta di pressione nel punto di prelievo più lontano <0.5 bar
Velocità massima dell’aria nella condotta < 15m/s
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
DIMENSIONAMENTO RETI: ESEMPIO
11
CALCOLO DEL DIAMETRO
Ipotizzando una velocità di 10 m/s, in
corrispondenza del valore di 7 atm si
conduce sul diagramma una linea
verticale che, intersecandosi con la
linea orizzontale in corrispondenza dei
10 Nm³/min, individua un diametro
compreso fra 50 mm e 63 mm…
Consigliamo il diametro 63 mm che
assicura v<10 m/s.
Si calcoli il diametro necessario per trasportare 10 Nm3/min di aria compressa alla
pressione (relativa) di 7 atm per un tratto di 100 m. Si calcolino anche perdita di carico e
velocità del flusso.
SISTEMI DI ADDUZIONE IMPIANTI AD ARIA COMPRESSA
DIMENSIONAMENTO RETI: ESEMPIO
12
CALCOLO DELLA PERDITA DI
CARICO
Utilizzando il diagramma per le perdite
di carico a destra si ricava una perdita:
J = 1.2 mbar/m
R = J*L = 1.2*100 = 120 mbar < 0.5 bar
Riutilizzando il diagramma precedente
si calcola la velocità effettiva che risulta
di 9 m/s.
Si calcoli il diametro necessario per trasportare 10 Nm3/min di aria compressa alla
pressione (relativa) di 7 atm per un tratto di 100 m. Si calcolino anche perdita di carico e
velocità del flusso.