Progetto proprio dellaSienaProgetto proprio della
Fondazione Accademia Musicale Chigiana OnlusVia di Città, 89 - 53100 Sienatel. 0577.22091 fax 0577.288124www.chigiana.it | [email protected]
Istituita dal Conte Guido Chigi Saracini nel 1932Eretta in Fondazione con Decreto Presidenziale del 17 ottobre 1961
Progetto proprio della
Venerdì
14Febbraio
PalazzoChigi Saracini
ore 21
Cristina Zavalloni voce
Andrea Rebaudengopianoforte
È vietato - anche ai sensi della Legge 22/4/1941 n. 633 introdurre in sala registratori, videocamere, macchine fotografiche, nonché telefoni cellulari.
Prossimo concertoVenerdì 28 febbraio, Palazzo Chigi Saracini, ore 21Trio Sitkovetsky archiMusiche di Haydn, Brahms, Čajkovskij
@Chigiana
/FondazioneAccademiaMusicaleChigiana
con il contributo di
Anonimo medievalePer tropo Fede
Luciano BerioOneglia 1925 - Roma 2003
Quattro canzoni popolariDolce cominciamento
La donna ideale Avendo gran disio
Ballo
Hans EislerLipsia 1898 - Berlino 1962
Song of a German Mother
Cole PorterPeru, Indiana 1891 - Santa Monica 1964
Everytime we say goodbye
Kurt WeillDessau 1900 - New York 1950
Speak Low
Gao PingChengdu, Sichuan (Cina) 1970
Two Soviet Love Songs, for vocalizing pianist
Cristina ZavalloniBologna 1973
Ninna nanna sarda, for solo voice
Luigi TencoCassine 1938 - Sanremo 1967
Ho capito che ti amo
John Lennon - Paul Mc Cartney / Louis
Andriessen
Beatles SongsYesterday
You’ve got to hide your loveMichelle
A ticket to ride
Se esiste un termine musicale la cui semantica resiste all’azione dei secoli, quello è la canzone. Forgiata al servizio della musica ‘forte’ fin dal Medioevo ma ben stabilizzata nella tradizione popolare, la parola è passata ad indicare genericamente qualsiasi moto dell’animo che implicasse l’uso della voce, così come forme più o meno precise codificate dalla prassi e dalla teoria. Ma non solo: a partire dalla prima metà del Cinquecento per ‘canzone’ si intendevano anche forme strumentali derivate in un primo momento da modelli vocali, e in seguito assurte al rango di espressioni d’arte dotate di propria autonomia. Analoghi processi, pur condotti secondo specifiche tradizioni tipiche delle differenti etnie, si riconoscono in una pluralità di poopolazioni: i casi più evidenti, agli occhi di un osservatore occidentale, sono i destini della chanson francese, del Lied tedesco e del song anglosassone.Il percorso che compie Cristina Zavalloni ci porta ad incontrare e ad ammirare le mille sfaccettature che la canzone ha preso nelle varie epoche, nei vari luoghi e nelle varie tradizioni. Ecco quindi che, quasi a mo’ di archetipo, ci imbattiamo subito con la splendida Per tropo Fede, propriamente una ballata, tratta dallo splendido Codice Rossi, prima raccolta conosciuta contenente composizioni polifoniche profane italiane. L’omaggio a Berio si collega idealmente al ricordo per i trenta anni dalla scomparsa di Cathy Berberian, prima moglie del compositore e celeberrima interprete di molti dei maggiori capolavori vocali contemporanei. Si passa poi alle vigorose vocalità di Eisler e di Weill, tra i massimi esegeti della Germania nel suo traumatico periodo di trapasso dalla prima alla seconda metà del Novecento. Attraverso il jazz di Cole Porter e il pop rivisitato della triade Lennon-McCartney-Andriessen, si approda alla Ninna nanna sulla quale la stessa Zavalloni così si è espressa: «Non dobbiamo dimenticarci che nei grandi canzonieri del Novecento storico, firmati Yves, Chausson, De Falla, non mancava mai la berceuse, quasi sempre ripresa dalla tradizione per obbligo di semplicità e naturalezza. Ne ho scritta una anche io, su testo di Raimondo Piras, improvvisatore sardo».
C.M.
Cristina Zavalloni nasce a Bologna. Di formazione jazzistica, intraprende a diciotto anni lo studio del belcanto e della composizione presso il Conservatorio della sua città. Per molti anni si dedica anche alla pratica della danza classica e contemporanea. Si esibisce nei più importanti teatri, stagioni concertistiche, festival jazz di tutto il mondo. Si è esibita con molte prestigiose orchestre ed è stata diretta da Martyn Brabbins, Stefan Asbury, Reinbert De Leeuw, Oliver Knussen, David Robertson, Jurjen Hempel, Georges-Elie Octor, Andrea Molino, Marco Angius, tra gli altri. Collabora con il compositore olandese Louis Andriessen, che ha scritto per lei alcuni dei suoi più recenti lavori tra cui il monodramma Anais Nin (2010), appositamente commissionato dall’Accademia Musicale Chigiana di Siena per la Settimana Musicale Senese e poi eseguito più volte in tutto il mondo. È interprete di prime esecuzioni di Carlo Boccadoro, Luca Mosca, Emanuele Casale e di alcune composizioni di James McMillan. Frequenta il repertorio barocco. Ha pubblicato presso Egea IDEA (2006), Tilim–Bom (2008), Solidago (2009), La donna di cristallo (2012).
Andrea Rebaudengo, musicista dall’attività poliedrica, affianca alla carriera solistica un’intensa collaborazione con la cantante Cristina Zavalloni e l’ensemble Sentieri selvaggi diretto da Carlo Boccadoro. Ha studiato pianoforte con Paolo Bordoni, Lazar Berman, Alexander Lonquich, Andrzej Jasinsky e composizione con Danilo Lorenzini. Ha vinto il primo premio al Concorso Pianistico Internazionale di Pescara nel 1998. Ha suonato per le più importanti istituzioni concertistiche italiane. Si è esibito in Russia, Stati Uniti, Turchia, Germania, Spagna, Inghilterra, Belgio, Polonia, Irlanda, Serbia, Uzbekistan ed Emirati Arabi. Ha suonato come solista con numerose orchestre. Viene spesso invitato in progetti che lo coinvolgono anche come musicista jazz e improvvisatore.
PROGRAMMA
Canzoni