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DECRETO INTERMINISTERIALE 2 aprile 2001
Determinazione delle classi delle lauree universitarie delle professioni sanitarie(Pubblicato nel S.O. n. 136 alla Gazzetta Ufficiale n. 128 del 5 giugno 2001)
Nell'ambito della professione sanitaria del fisioterapista, i laureati sono operatori sanitari cui competono le attribuzioni previste dal D.M. del Ministero della sanità 14 settembre 1994, n. 741 e successive modificazioni ed integrazioni; ovvero svolgono, in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita.
I laureati in fisioterapia, in riferimento alla diagnosi ed alle prescrizioni del medico, nell'ambito delle loro competenze, elaborano, anche in equipe multidisciplinare, la definizione del programma di riabilitazione volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile; praticano autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali; propongono l'adozione di protesi ed ausili, ne addestrano all'uso e ne verificano l'efficacia; verificano le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale; svolgono attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le loro competenze professionali; svolgono la loro attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale.
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Programma
L’obiettivo del corso è quello di guidare lo studente nell’acquisizione di conoscenze relative alle caratteristiche e ai limiti degli strumenti usati nella diagnosi della personalita' e dell’intelligenza in ambito clinico.
Verranno presi in esame strumenti e modelli per la valutazione della personalità e dell’intelligenza, con particolare riferimento a questionari psicopatologici e sul disagio psichico e alle nosologie attuali, nonchè a tecniche proiettive.
Infine, verranno inquadrati gli ambiti di applicazione dei test psicologici e illustrati casi di uso e abuso dei test.
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Contenuti
Teoria dei test e teorie della personalita'
Teoria dei test e teorie dell’intelligenza
Classificazione dei test psicologici
Caratteristiche principali dei test psicometrici
Tecniche psicodiagnostiche proiettive
Ambiti di applicazione dei test psicologici
Uso e abuso dei test psicologici
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Testo di riferimento
Pedrabissi, L. e Santinello, M. “I test
psicologici”. Il Mulino.
Cap. 1, 2, 3, 4, 7, 8.
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L’OGGETTO DI STUDIO
DELLA PSICOMETRIA
Psicometria = misura dell’anima
“La psicometria si riferisce a tutti quegli aspetti della psicologia che riguardano i test psicologici, ossia sia ai metodi del testing che alle scoperte sostanziali da essi derivate. La psicometria può essere ritenuta lo studio delle differenze individuali”.
Kline (2000)
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L’OGGETTO DI STUDIO
DELLA PSICOMETRIA
PERCHE’ I TEST?
“Di Dio ci fidiamo; tutti gli altri ci devono
presentare dei dati!”
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TEST PSICOLOGICO
Procedura sistematica attraverso cui viene
presentato ad un soggetto un insieme di
stimoli (domande, problemi, compiti) capace
di elicitare particolare risposte valutabili e
interpretabili quantitativamente in base a
criteri specifici o a standard prestazionali.
Zeidner e Most (1992)
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USO DEI TEST PSICOLOGICI
SISTEMA SCOLASTICO
SERVIZI SOCIOSANITARI
ISTITUZIONI OSPEDALIERE
ATTIVITA’ CLINICA PRIVATA
ORGANIZZAZIONI LAVORATIVE
PUBBLICITA’ E INDAGINI DI
MERCATO
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VANTAGGI DEI TEST PSICOLOGICI
“I test rappresentano la forma migliore,
più corretta e più economica, per
ottenere le informazioni necessarie al
fine di prendere importanti decisioni
riguardanti le persone”.
Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti
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Valutazione testistica
versus valutazione intuitiva
I test sono strumenti che favoriscono una valida conoscenza delle persone attraverso una modalità conoscitiva meno influenzabile da interferenze soggettive e da distorsioni più o meno consapevoli, quali:
effetto alone
teorie implicite di personalità
caratteristiche del valutatore
stereotipi culturali e sociali
equazione personale
fenomeni proiettivi
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LIMITI E CRITICHE DEI TEST PSICOLOGICI
forme di intrusione nella sfera della vita
privata del soggetto
mezzi di classificazione rigida, inflessibile e
permanente degli individui, ingiustamente
selettiva nei confronti dei soggetti
appartenenti a gruppi etnici minoritari e a
ceti socioculturalmente svantaggiati
strumenti di potere politico
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OBIEZIONI
strumenti con piena legittimità sociale e morale
strumenti atti a prevenire varie forme di discriminazione
strumenti democratici di giudizio
”I test non possono vedere se un ragazzo è vestito di stracci o di velluto, non possono cogliere l’accento del ghetto; rivelano i talenti intellettuali a qualunque livello della popolazione”
Excellence, Gardner (1961)
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STORIA DEL TESTING PSICOLOGICO
Gli studi di sir Francis Galton
[Laboratorio di Antropometria, Londra, 1884]
Il contributo di J. Mc Keen Cattell
[Laboratorio di Psicologia, Columbia University, 1890]
La scala di intelligenza di Binet
concetto di “età mentale”
concetto di QI
Army Alpha e Army Beta
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RIVOLTA ANTI-TEST ANNI ‘60
massiccia produzione dei test
scarsa competenza professionale e psicometrica dei
somministratori
business del testing psicologico
inadeguata comunicazione tra i testisti e gli utenti del
test
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I TEST OGGI
Uso dei computer
Contributi della meta-analisi
Contributi della “teoria del tratto
latente”
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CLASSIFICAZIONE DEI TEST PSICOLOGICI
Criteri di classificazione
area psicologica misurata
mezzo per l’applicazione
modalità di somministrazione
modalità di risposta
forma della risposta
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CLASSIFICAZIONE DEI TEST PSICOLOGICI
TEST DI MASSIMA PERFORMANCE
mirano a determinare la prestazione massima che un individuo
può dare in uno specifico ambito.
TEST DI TIPICA PERFORMANCE
mirano alla conoscenza di preferenze, interessi, abitudini,
predisposizioni o aspetti della personalità dell’individuo.
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TRA I TEST DI MASSIMA PERFORMANCE…
TEST DI ABILITA’: misurano fattori specifici che correlano
con l’abilità cognitiva generale (abilità verbale, numerica,
spaziale, ragionamento induttivo, fluidità ideativa, verbale,
abilità musicale, artistica, abilità infantili, rapidità e
accuratezza percettiva)
Uso: orientamento scolastico, orientamento professionale,
selezione del personale
TEST ATTITUDINALI: si riferiscono a “potenzialità”
dell’individuo e permettono di prevedere la capacità di far
progressi in una certa abilità
Uso: ammissione a corsi di addestramento o formazione
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TRA I TEST DI MASSIMA PERFORMANCE…
TEST DI PROFITTO O DI RENDIMENTO: misurano a rilevare e valutare il livello attuale di conoscenze, di capacità o di competenza del soggetto. In genere, item a scelta multipla con una sola risposta corretta e una serie di distrattori.
Uso: situazioni specifiche di apprendimento
TEST DI INTELLIGENZA: insieme di compiti la cui soluzione richiede al sg. una capacità di ragionamento primaria o “abilità cognìtiva generale”, che viene misurata dal numero di compiti eseguiti correttamente.
Per la misura di gf (intelligenza fluida), gli item dovranno essere compiti insoliti o basati su materiale talmente noto da poter escludere l’influenza sui risultati di differenze individuali dovute all’apprendimento e all’acculturazione.
Per la misura di gc (intelligenza cristallizzata), gli item dovranno rispecchiare particolari abilità culturalmente acquisite.
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Wechsler Adult Intelligence Scale-Revised
Misura l’intelligenza come un insieme di
abilità specifiche
Suddiviso in due scale verbale e non
verbale
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WAIS-R – Associazione di simboli a numeri
“Osservi queste
caselline. In ogni
casellina in alto c’è
un numero e sotto
un segno
particolare. A
ciascun numero
corrisponde un
segno diverso”
“Ora osservi qui. In ogni casellina in alto c’è
un numero, ma sotto non c’è alcun segno.
Sarà lei a mettercelo, come ora le mostrerò”
Interruzione: dopo 90” di tempo dal momento del via
Punteggio: 1 punto per ogni item corretto, ½ punto per ogni segno speculare o rovesciato
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WAIS-R Completamento di Figure
Si concedono 20 secondi
per ciascuna figura
Punteggio: 1 punto per
ogni risposta esatta
“Guardi qui.
Cosa manca di
importante?”
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WAIS-R
Riordinamento di storie figurate
“Osservi queste figure, illustrano la storia di un passerotto che
costruisce il proprio nido; così non sono però in ordine. Le metta in
ordine lei, in modo che la storia abbia senso”
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WAIS-R Ricostruzione di figure
1 punto per ogni accostamento
esatto. Piccole fessure o
spostamenti fino a ½ cm sono
tollerati
180” per ciascuna figura
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Matrici di Raven
Abilità misurata: capacità di ragionamento logico
PM 38
Il test è costituito da quattro serie (A,B,C,D) di dodici items
ciascuna di complessità crescente
Tempo massimo per l’intera prova: 30 minuti
PM 47
Il test è costituito da tre serie (A, AB, B) di dodici items
ciascuna di complessità crescente
Tempo massimo per l’intera prova: 10 minuti
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Matrici di Raven (PM47 -PM38)
Matricidi Raven (PM47 -PM38)
Istruzioni:
il S viene invitato a scegliere un disegno, tra quelli numerati
riportati sotto il modello, così da completare il modello.
Il criterio di scelta suggerito deve essere sempre quello di
trovare la figura che permetta di formare un insieme logico
Il S è invitato a fornire la risposta ogni volta
Sono ammessi ripensamenti e cambi di scelta
Non è possibile ritornare sulle matrici già esaminate
Punteggio grezzo: Numero totale di risposte esatte fornite
entro il tempo massimo
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TRA I TEST DI TIPICA PERFORMANCE…
Test proiettivi
Test self-report di personalità
Questionari psichiatrici autovalutativi
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LIMITI DEI TEST DI TIPICA PERFORMANCE
Assenza di definizioni chiare e precise
Problema della “desiderabilità sociale”
Ambiguità di significato degli item
Relatività delle norme statistiche
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TRA I TEST DI TIPICA PERFORMANCE…
Rorschach
Il test si compone essenzialmente di 10 tavole, su ciascuna delle quali è riportata una macchia d'inchiostro simmetrica: 5 monocromatiche, 2 bicolori e 3 colorate. La scelta delle tavole, il loro ordine di presentazione, e le loro caratteristiche formali e contenutistiche richiesero molti anni di ricerche e tentativi da parte di Hermann Rorschach. Le tavole vengono sottoposte all'attenzione del soggetto una alla volta e, per ciascuna e senza limiti di tempo imposto, viene chiesto di esprimere tutto ciò cui la macchia somiglia, secondo il soggetto.
Non esistono risposte giuste o sbagliate, ma dall'interpretazione delle risposte date a ciascuna macchia è possibile - a seconda del tipo di siglatura e di approccio teorico interpretativo - delineare un profilo per attitudini, un profilo di personalità e identificare eventuali nodi problematici del soggetto. È un test molto usato in ambito clinico, e là dove sia necessario esplorare le dinamiche interpersonali.
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La psicometria. Ovvero: che cosa
misurano realmente i test?PSICOMETRIA=
branca della psicologia
che applica i metodi di misurazione quantitativa
alle variabili psicologiche.
PSICOMETRIA DI TRATTO PSICOMETRIA FUNZIONALISTALa base delle differenze individuali Le variabili psicologiche non hanno
nella personalità altro significato se non la loro applicazione.
è correlata alle differenze individuali
nella biologia dell’organismo a livello
biochimico, fisiologico, anatomico e
neurologico.
I test servono a misurare i tratti I test servono a misurare abilità richieste in un lavoro, a
geneticamente e biologicamente determinati stabilire mansioni, ad orientare i contenuti di un curricolo
educativo, a definire i sintomi che portano ad una diagnosi
psichiatrica.
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Teoria dei punteggi veri
Detta anche modello classico della teoria dei test, trovala sua formula di base in:
X = V + E
Il punteggio ottenuto in un test o ad un item (X) si può scomporre in 2 componenti ipotetiche:
V = punteggio vero
E = errore di misura
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Tipi di errore
Errori sistematici: dovuti all’influenza sistematica (nella stessa direzione e nella stessa intensità) sulle risposte al test di variabili diverse da quella che il test si propone di misurare.
Sono meno fuorvianti degli errori casuali nella misura in cui le analisi sono comparative e non assolute.
Errori casuali: dovuti ad una molteplicità di fattori che agiscono in direzioni diverse, non sempre o non su tutti i soggetti: in altri termini, fattori che è impossibile isolare, identificare e prevedere.
Caratteristiche legate al soggetto testato, alla situazione in cui avviene la
somministrazione, al contenuto degli item, etc.
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Attendibilità e validità
Gli studi sulla validità (specie quella di costrutto) si propongono di identificare l’eventuale influenza di variabili estranee a quelle da misurare, e quindi di fornire elementi utili per ridurre l’incidenza degli errori sistematici.
Gli studi sull’attendibilità si propongono di quantificare l’incidenza degli errori casuali sul risultato totale e, dunque, di fornire elementi utili per ridurre l’ampiezza dell’errore casuale stesso.
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Attendibilità
Attendibilità = grado di accuratezza e precisione di una procedura di misurazione.
Uno strumento è tanto più attendibile quanto più i punteggi osservati sono coerenti, stabili nel tempo e costanti dopo molte somministrazioni, cioè quanto più corrispondono ai punteggi veri.
Il coefficiente di attendibilità evidenzia l’entità dell’errore casuale, che riduce la precisione della misura.
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Attendibilità
Attendibilità come continuum
Grado di attendibilità di un test
interpretazione dei risultati decisioni
importanti ricadute personali e sociali
Attendibilità come indipendenza dall’errore
casuale
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Fonti di errore casuale
Campionamento degli item
Condizioni di somministrazione
(soggettive e oggettive)
Scoring
Campionamento e dimensione del
campione
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Coefficiente di attendibilità
Il coefficiente di attendibilità è un
coefficiente di correlazione, valutabile
in base a 3 parametri:
forma lineare
direzione positiva o negativa
entità da 0 a 1 in valore assoluto
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Stime dell’attendibilità
Stabilità temporale test- retest
Equivalenza di misure forme parallele
Coerenza interna split-half
Alpha di Cronbach
Accordo tra valutatori r di Pearson
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Uso degli indici di attendibilità
Il metodo per il calcolo dell’attendibilità dipende
dall’obiettivo e dalla natura del test.
Somministrazione singola coerenza interna
Somministrazioni ripetute test-retest
Omogeneità degli item coerenza interna
Eterogeneità degli item test-retest
Test di velocità test-retest, coerenza interna,
forme parallele
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Validità
Validità = grado di accuratezza con
cui uno strumento misura
effettivamente ciò che si propone di
misurare.
Si tratta di un giudizio basato sul significato del punteggio al
test e sull’appropriatezza delle inferenze e delle conclusioni
possibili a partire da esso.
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Tipi di validità
L’American Psychological Association
ne individua 3 tipi:
1. validità di contenuto
2. validità di costrutto validità convergente
validità divergente
3. validità di criterio validità concorrente
validità predittiva
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Validità di contenuto
Si riferisce alla rappresentatività del contenuto
del test rispetto al costrutto da misurare.Modalità di controllo:
1. Descrizione del campo di contenuto
2. Campionamento degli itemRappresentatività
Chiarezza formale
Non equivocità concettuale
3. Verifica della validità attraverso il giudizio degli
esperti
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Validità di costrutto
Consiste nell’effettiva corrispondenza tra punteggi al test e costrutto teorico misurato.
Fasi dell’esplicazione del costrutto
1. Identificazione dei comportamenti concreti in relazione al costrutto da misurare
2. Identificazione di altri costrutti che possono essere collegati con questo
3. Definizione dei comportamenti che sono in relazione con costrutti supplementari e con il costrutto da misurare.
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Validazione del costrutto
Modalità di controllo
1. Evidenza dell’omogeneità degli item
2. Cambiamenti con l’età
3. Cambiamenti pre e post-test
4. Uso di gruppi distinti
5. Validità convergente: grado di correlazione tra diverse misure dello stesso costrutto
6. Validità divergente: grado di distinzione tra misure di costrutti diversi
7. Analisi fattoriale
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Validità di criterio
Consiste nel grado di corrispondenza o relazione tra una misura ed un criterio di riferimento (= misura diretta ed esterna, effettuata con procedure diverse, dello stesso costrutto misurato da un test, con cui vengono confrontati i relativi risultati. Esso deve essere: pertinente, valido e attendibile, indipendente dalla misura da validare).
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Validità di criterio- 2
Validità predittiva: esprime il grado di relazione tra i punteggi ottenuti in un test e le misure di un criterio quando queste ultime si rendono disponibili nel futuro. Il coefficiente di validità esprime la probabilità di predire le prestazioni future dei sg.
Validità concorrente: esprime il grado di relazione tra i punteggi ottenuti in un test e le misure di un criterio quando queste ultime sono contemporaneamente disponibili.
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Scale di misura
Scale di misura:
1. Nominale: i valori dei dati rappresentano categorie senza alcun ordine intrinseco (sesso, categoria lavorativa).
2. Ordinale: i valori dei dati rappresentano categorie con qualche ordine intrinseco (basso/medio/alto).
3. Ad intervalli: i valori dei dati permettono di stabilire una relazione di distanza tra più oggetti misurati, a partire da uno zero arbitrario e stabilendo un’unità di misura costante.
4. A rapporti: i valori dei dati permettono di effettuare operazioni aritmetiche, avendo quale origine della scala uno zero assoluto.
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Il Modello dei Big Five
Il modello dei Big Five si propone come un tentativo di mediazione e unificazione tra le diverse teorie della personalità. Esso individua cinque dimensioni fondamentali per la descrizione e la valutazione della personalità che si pongono ad un livello di generalità intermedio rispetto ai modelli che fanno riferimento a poche dimensioni estremamente generali (per es., EPI di Eysenck) e rispetto ai modelli che prevedono un maggior numero di dimensioni di portata più specifica, ma di minor generalizzabilità (si veda il 16 PF di Cattell). Su questo modello convergono, inoltre, due differenti tradizioni di ricerca, quella lessicografica e quella fattorialista.
I Big Five sembrano dunque configurarsi come struttura canonica per la descrizione della personalità nel linguaggio "naturale" e nel contesto dei questionari di personalità. In questo senso essi rappresentano anche un asse di convergenza tra le teorie implicite della personalità, basate sulle conoscenze/credenze dell’"uomo comune" quali si sono sedimentate nel lessico della personalità, e teorie esplicite della personalità, basate sulle conoscenze accumulate in sede di ricerca scientifica.
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ESTROVERSIONE: fornisce un indice della socievolezza e della vivacità della persona, valorizzando l’adesione e l’adattamento alla realtà, la capacità di comunicare e di stare con gli altri, un certo grado di competitività, lo spirito pratico e il saper prendere la vita come viene. L’estroversione favorisce l’adattamento al mondo esterno e, in conseguenza dello spirito pratico che lo connota, promuove anche l’intraprendenza, il darsi da fare per trasformarlo.
AMICALITA’: include caratteristiche come l'altruismo, il prendersi cura, il dare supporto emotivo, la disponibilità, l’affettuosità
COSCIENZIOSITA’: caratteristiche come la precisione e l'accuratezza, l'affidabilità, la responsabilità, la volontà di avere successo e la perseveranza. Le persone con un alto livello di coscienziosità tendono ad essere estremamente ordinate, precise, molto caparbie nel perseguire gli obiettivi che si sono posti
NEVROTICISMO: comprende affetti negativi quali rabbia, ansietà, irritabilità, depressione, insicurezza, sfiducia, fragilità.
APERTURA ALL’ESPERIENZA: fa riferimento all'apertura verso nuove idee, verso i valori degli altri e verso i propri sentimenti. Alcuni autori definiscono questo fattore “intelligenza” e ne considerano aspetti centrali la cultura e la capacità di adattarsi all’ambiente.
Il Modello dei Big Five
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Dimensioni principali e
rispettive sottodimensioni del BFQ
DINAMISMO
DOMINANZA
COOPERATIVITA'
CORDIALITA'
SCRUPOLOSITA'
PERSEVERANZA
CONTROLLO EMOZIONI
CONTROLLO IMPULSI
APERTURA CULTURA
APERTURA ESPERIENZA
ENERGIA
COSCIENZIOSITA’
AMICALITA’
STABILITA’
EMOTIVA
APERTURA
MENTALE
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ESTROVERSIONE
Tale dimensione è definita dalle due
sottodimensioni di Dinamismo (Di) e di
Dominanza (Do). La prima tende a
misurare aspetti che riguardano
comportamenti energici e dinamici, la facilità
di parola e l’entusiamo. La seconda tende a
misurare aspetti connessi con la capacità di
imporsi, di primeggiare, di far valere la
propria influenza sugli altri.
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AMICALITA’
Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni di Cooperatività/Empatia(Cp) e di Cordialità/Atteggiamento amichevole (Co). La prima tende a misurare aspetti più legati al saper capire e venire incontro alle necessità e agli stati di bisogno degli altri, la capacità di cooperare efficacemente con gli altri. La seconda misura aspetti più collegati con l’affabilità, la fiducia e l’apertura verso gli altri.
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COSCIENZIOSITA’
Tale dimensione è definita dalle due sottodimensioni di Scrupolosità (Sc) e di Perseveranza (Pe). La prima tende a misurare aspetti che riguardano l’affidabilità, la cura di ogni cosa nei minimi particolari, l’amore dell’ordine. La seconda misura aspetti che si riferiscono alla persistenza e alla tenacia nel portare a compimento i compiti e le attività intraprese, e nel non venir meno agli impegni presi.
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NEVROTICISMO
Controllo dell’emozione (Ce) e di Controllo
degli impulsi (Ci). La prima tende a
misurare soprattutto aspetti che riguardano
il controllo degli stati di tensione connessi
all’esperienza emotiva. La seconda misura
aspetti che si riferiscono alla capacità di
mantenere il controllo del proprio
comportamento anche in situazioni di
disagio, conflitto e pericolo.
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APERTURA ALL’ESPERIENZA
Apertura alla Cultura (Ac) e Apertura all’esperienza(Ae). La prima tende a misurare gli aspetti che riguardano l’interesse a tenersi informati, l’interesse nei confronti della lettura, l’interesse ad acquisire conoscenze. La seconda misura aspetti dell’apertura mentale che si riferiscono ad una disposizione favorevole nei confronti delle novità, alla capacità di considerare ogni cosa da più prospettive, ad un’apertura favorevole nei confronti di valori, stili, modi di vita e culture diverse.
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Applicazione del modello del Big Five
all’orientamento universitario
Gli studenti delle facoltà umanistico-sociali (ad es., Psicologia, Sociologia, Scienze della formazione) sono descritti come mentalmente aperti e con alti punteggi in nevroticismo. In questi aspetti tali studenti si differenziano da quelli che scelgono facoltà scientifiche i quali sono descritti come poco aperti mentalmente, molto precisi, emotivamente stabili e non impulsivi. Gli studenti delle facoltà scientifiche, inoltre, risultano avere basi punteggi nello Psicoticismo, sono tendenzialmente poco socievoli, cooperativi e poco attratti dal successo e dall’autonomia personale.
I tratti di Estroversione ed Amicalità accomunano gli studenti delle facoltà scientifiche con quelli delle sole discipline psicosociali. Questi ultimi, infatti, pur condividendo con gli studenti delle discipline umanistiche alcuni tratti di personalità (Apertura Mentale, Coscienziosità e Nevroticismo), se ne differenziano in altri risultando, rispetto ai secondi, più estroversi, empatici e collaborativi. Questi tratti di personalità sembrano dunque caratterizzare quelli studenti che per la loro scelta di studi sono orientati agli scambi interpersonali, all’aiuto, alla collaborazione ed alla prosocialità.
Un profilo per certi aspetti simile è quello degli studenti che scelgono discipline artistiche, i quali si caratterizzano come tipi socievoli, aperti al contatto con il nuovo, creativi, amichevoli, empatici e cooperativi, caratterizzati da alti punteggi di Nevroticismo e meno coscienziosi e rigidi di tutti gli altri gruppi di studenti. Tuttavia, gli studenti delle materie letterarie sono meno empatici e cooperativi rispetto a quelli delle discipline artistiche, mentre gli studenti di Psicologia, Sociologia o Pedagogia sono più estroversi rispetto agli altri due gruppi.