Ministero degli Affari Esteri
Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie
Ufficio II
Quadro Strategico Nazionale2007 – 2013
Documento di strategia specifica della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del MAE
e proposta operativa nell’ambito delPON “Governance e Assistenza Tecnica” Ob. Convergenza
FSE
4 maggio 2007
INDICE
A. LE PROSPETTIVE DELLE POLITICHE ORDINARIE DEL MAE NEL SETTORE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO E DELLE MIGRAZIONI E
L’INQUADRAMENTO STRATEGICO DI POLICY DEL QSNpag. 6
A.1 Gli italiani all’estero: consistenza e scenari emergenti pag. 6
A.2 La rigidità dei sistemi della formazione e del mercato del lavoro di fronte ai fenomeni della mobilità dei lavoratori e dei nuovi
bisogni di competenze in ambito transnazionale pag. 8
A.3 Il disegno di una politica aggiuntiva per la valorizzazione delle professionalità e delle competenze degli italiani all’estero
nel quadro della Strategia di Lisbona: le linee programmatiche della Conferenza Stato – Regioni, Province Autonome e Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) pag. 10
A.4 Il ruolo degli italiani all’estero per lo sviluppo territoriale nel quadro della politica di Lisbona pag. 11
A.5 Le scelte del QSN 2007 – 2013 per la policy di settore della
DGIEPM del MAE pag. 13
A.5.1 Esplicitazione della Policy della DGIEPM del MAE “ Sviluppo della dimensione transnazionale dei sistemi di
istruzione-formazione in collegamento con le comunità e con le competenze degli italiani all’estero” nell’ambito del QSN pag. 14
A.5.2 La risorsa costituita dagli italiani all’estero per gli obiettivi della Policy pag. 15
A.5.3 Strategia attuativa della Policy pag. 18
A. 5.3.1 La “riappropriazione delle alte qualifiche” pag. 19
A.5.3.2 Il centro di competenze della rete pag. 19
1
A.5.3 Conclusioni pag. 20
B. L’ATTUALE IMPOSTAZIONE E ATTUAZIONE DELL’AZIONE
DI POLICY E LO SPECIFICO RUOLO DEL MAE DGIEPM pag. 21
B.1 L’azione di sistema del MAE DGIEPM nel PON ATAS del QCS Ob.1 2000 – 2006 “Iniziative specifiche di animazione e promozione
di legami stabili con gli italiani all’estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno” pag. 21
B.1.1 Metodologia attuativa pag. 23
B.2 Altri strumenti di intervento del MAE coerenti con l’azione di Policy pag. 24
B.2.1 La Banca Dati sui “Comunicatori Italiani all’Estero” pag. 24
B.2.2 POLIS Osservatorio degli italiani all’estero pag. 24
B.2.3 La banca dati DAVINCI pag. 25
C. LA PROPOSTA DI DETTAGLIO PER DARE ATTUAZIONE ALLA
STRATEGIA DEL QSN: AZIONI DI SISTEMA DEL MAE DGIEPM NELL’AMBITO DEL PON “GOVERNANCE E ASSISTENZA
TECNICA” OB. CONVERGENZA FSE pag. 26
C.1 Scenario di riferimento dell’iniziativa pag. 26
C.2 Complementarietà con le politiche a favore degli italiani all’estero pag. 26
C.3 Il confronto con le Regioni: manifestazioni di interesse pag. 27
C.4 Impostazione attuativa dell’iniziativa nell’ambito del PON
“Governance e Assistenza Tecnica” di FSE – Convergenza pag. 27
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C.5 Linee di intervento pag. 28
C.5.1 Sviluppo della dimensione transnazionale dell’offerta di istruzione-formazione professionale attraverso le reti dicompetenze costituite dagli italiani all’estero pag. 28
C.5.1.1 Dimensione strategica pag. 28
C.5.1.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS pag. 28
C.5.1.3 Obiettivi pag. 29
C.5.1.4 Attività pag. 29
C.5.1.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e priorità del QSN pag. 30
C.5.1.6 Destinatari pag. 30
C.5.2 Promozione di reti tra Attori socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di settore italiani e di altri Paesi europei in
collegamento con gli italiani all’estero al fine di migliorare l’occupazione e la circolazione del capitale umano in ambito transnazionale pag. 30
C.5.2.1 Dimensione strategica pag. 30
C.5.2.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS pag. 31
C.5.2.3 Obiettivi pag. 31
C.5.2.4 Attività pag. 31
C.5.2.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e Priorità del QSN pag. 32
C.5.2.6 Destinatari pag. 32
C.5.3 Sviluppo della cooperazione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con gli italiani
all’estero pag. 32
3
C.5.3.1 Dimensione strategica pag. 32
C.5.3.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS pag. 33
C.5.3.3 Obiettivi pag. 33
C.5.3.4 Attività pag. 34
C.5.3.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica
FSE e Priorità del QSN pag. 34
C.5.3.6 Destinatari pag. 34
C.6 Coerenza dell’Azione del MAE con il QSN 2007 – 2013 e con il PON Gonernance e A.T. di FSE pag. 35
C.7 Complementarietà dell’Azione del MAE con i POR – FSE delle Regioni del Mezzogiorno pag. 38
C.8 Complementarietà dell’Azione del MAE con i POR – FESR delle Regioni del Mezzogiorno pag. 39
ALLEGATI
Allegato 1: ITENETs (International Training and Employment Networks):
Rete Nazionale, Rete Regionale, Rete Estera pag. 40
1.1. Attori socio – economici locali coinvolti nella rete pag. 53
Allegato 2: Accordi tra Attori territoriali (I^ fase) pag. 55
Accordi tra Istituzioni (II^ fase) pag. 66
Allegato 3: Report Ricercatori (Aggiornamento al 1.8.2006) – Archivio
della banca dati DAVINCI pag. 71
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Allegato 4: Protocollo MAE-DGIEPM – MLPS per la mobilità
internazionale dei lavoratori pag. 72
Allegato 5: Protocollo MAE-DGIEPM – Assocamerestero pag. 77
Allegato 6: Aspetti normativi: la riforma del Titolo V della Costituzione, nuove prospettive di Governance nel sistema Stato-Regioni pag. 81
Allegato 7: Espressioni di interesse delle Amministrazioni Regionali per la continuità dell’azione di sistema del MAE-DGIEPM pag. 84
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A. LE PROSPETTIVE DELLE POLITICHE ORDINARIE DEL MAE
NEL SETTORE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO E DELLE MIGRAZIONI E L’INQUADRAMENTO STRATEGICO DI POLICY DEL QSN
A.1 Gli italiani all’estero: consistenza e scenari emergenti.
La consistenza della migrazione italiana all’estero ha conosciuto un’evoluzione significativa nel corso degli ultimi decenni: essa, molto rilevante all’inizio del secolo, e costituita per lo più da emigrazione di forza lavoro con bassa qualifica, è nel tempo scemata, divenendo per lo più esportazione di lavoratori altamente qualificati, che ricercano all’estero la possibilità di capitalizzare l’impegno profuso in istruzione e formazione, o nuovi sbocchi commerciali e produttivi. Il fenomeno migratorio, quasi dimenticato negli anni di trasformazione dell’Italia da paese di emigrazione ad area di attrazione di flussi migratori, assume oggi rinnovata importanza in considerazione del nuovo panorama economico europeo e globale.
I cittadini Italiani Residenti all’Estero (IRE) sono circa 4 milioni, distribuiti in 198 paesi. Il numero tuttavia aumenta in maniera considerevole se si considerano gli italiani in “mobilità” temporanea all’estero per motivi professionali di cooperazione e di “delocalizzazione” delle imprese. Inoltre, i discendenti delle comunità italiane nel mondo (quindi l’emigrazione italiana che ha avuto luogo verso i paesi più sviluppati tra il 1800 ed il 1900) sono oltre 60 milioni: si tratta di una seconda Italia distribuita tra l’America Latina, gli Stati Uniti e il Canada, l’Europa e l’Australia, una “Italia estesa” che costituisce una risorsa significativa per lo sviluppo dell’economia italiana in quanto coesa, qualificata e fortemente legata al paese di origine.
L’analisi della consistenza e della struttura (stock) delle comunità emigrate all’estero permette di mettere in luce le caratteristiche delle strutture che hanno permesso di consolidare il rapporto fra l’Italia e i paesi di emigrazione; l’analisi dei flussi, ed in particolare delle dinamiche migratorie recenti, è per contro essenziale al fine di ipotizzare gli scenari futuri dell’emigrazione. La relazione che lega le due grandezze è evidentemente molto stretta: i flussi possono avere importanti conseguenze sulla struttura e, analogamente, quest’ultima sintetizza il complesso processo di rinnovo e di estinzione delle comunità oggetto di analisi.Con riferimento ai flussi, una prima indagine sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche nei comuni italiani gestita dall’ISTAT, consente di disegnare un profilo dei flussi della recente migrazione italiana verso l’estero. Si tratta di una popolazione prevalentemente maschile ed in età lavorativa, pur se non manca una rappresentazione significativa delle fasce di età estreme.
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Di particolare interesse risulta la composizione dei flussi in funzione del ramo di attività e qualifica, con l’aumento della categoria degli studenti e con la prevalenza dell’industria sul commercio , la Pubblica Amministrazione e servizi privati e l’agricoltura . Sul fronte delle qualifiche, il flusso si caratterizza per la presenza decrescente di persone in condizione non professionale accompagnate da posizioni medio alte: le categorie imprenditore, libero professionista, dirigente, lavoratore in proprio rappresentano il 36% del totale dei flussi.
La dinamica migratoria italiana pone, quindi, in luce soprattutto l’emergere di forme di emigrazione altamente qualificata (il cosiddetto “brain drain” o “fuga dei cervelli”), che può essere considerata come risultato, a livello individuale, del desiderio di massimizzare il ritorno dei propri investimenti in istruzione e formazione, in presenza di situazioni più vantaggiose in altri paesi rispetto a quello che l’Italia può offrire. Taluni paesi – primo fra tutti gli USA – seguono ad esempio una politica palesemente opposta alla nostra: quella di attrarre e “catturare” il massimo numero di persone altamente qualificate o capaci, dall’intero pianeta.
La situazione italiana ha origini di tipo strutturale e socio-economico. Numerosi fattori condizionanti, legati alle scelte politiche e strategiche di sviluppo dell’economia, ed al ruolo della ricerca e dei programmi di istruzione e formazione, hanno generato nel corso degli anni le significative differenze che esistono oggi tra l’Italia ed altri Paesi quanto a capacità di attrarre studenti, ricercatori e personale qualificato. I principali aspetti sono ovviamente quelli legati al trattamento economico, alla qualità del lavoro e delle strutture ed al più ampio tema della qualità della vita in Italia rispetto ad altri paesi ospitanti, per determinate categorie di reddito o categorie professionali o accademiche.
Questo tipo di brain drain ha origine infatti soprattutto nel settore dell’università e della ricerca, e può essere ridimensionato tramite strategie di collaborazione internazionale e politiche di investimento che sono state ampiamente identificate dalle istituzioni centrali preposte, e spesso discusse per le loro valenze politiche e modalità di attuazione; ma senza, sino ad oggi, risultati sistematici di rilievo.
Esiste tuttavia una tipologia emergente di brain drain, che nasce invece per rispondere positivamente alle strategie di mobilità delle imprese. Essa deve essere incoraggiata, e soprattutto gestita, identificandone l’appartenenza a precise categorie, ciascuna caratterizzata da specifici rischi ed opportunità:
a) Mobilità in prevalenza “non permanente” e sostenibile nel contesto della cooperazione economica internazionale. In altre parole, la mobilità è conseguente a reali opportunità (e possibilmente precise strategie) di cooperazione tra territori o distretti o imprese sui mercati internazionali, per motivi economici, produttivi, distributivi, etc. In questo caso si auspica il mantenimento dei rapporti del personale “in mobilità” con il territorio o impresa di origine, e quindi il ritorno di know-how e personale qualificato verso il nostro paese nell’ambito della
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cooperazione internazionale. E’ una situazione che porta ad un arricchimento, in termini formativi ed occupazionali, sia nel paese di origine (Italia) che in quello di destinazione.
b) Mobilità forzata ed originante dalla ricerca, da parte di singoli professionisti o imprenditori, di opportunità di lavoro mancanti in Italia. Solo a lungo termine o nel contesto di creazione di nuova impresa all’estero questa fattispecie può portare benefici di ritorno. Per la massima parte, si tratta per il nostro Paese di una perdita di know-how, e/o di investimenti. Trattasi di una fattispecie gestibile con iniziative formative dirette a personale qualificato (o da qualificare) sia italiano che estero, sulle opportunità di cooperazione tra territorio e Paesi esteri e sulle specifiche conoscenze e qualifiche oggi necessarie per competere ed eccellere nel settore prescelto, sia in Italia che nei Paesi con cui si prospetta la cooperazione, a seguito di interessi professionali, di esigenze di settore industriale, o di strategie promosse dalla Regione. Si crea in tal modo, partendo da una carenza del sistema, una opportunità per gli individui (e, a lungo termine, per lo stesso sistema, sia nel paese di origine che in quello ospitante).
Si assiste oggi anche al fenomeno, relativamente recente, ma in crescente espansione, della mobilità verso l’Italia; è la “nuova immigrazione”, dalla quale consegue una necessità di bilanciamento e sviluppo dei patrimoni di conoscenza tra territori italiani ed esteri.
Infatti in modo crescente, in Italia, al brain drain positivo (precedente punto a) o negativo (precedente punto b) sopra descritto si associa una immissione di personale che, se pure qualificato, tuttavia non trova offerte di lavoro nel proprio settore di specializzazione, determinando una palese tendenza dannosa in presenza di una crescente delocalizzazione delle imprese, che “rimuove” il problema occupazionale immediato dal territorio regionale o italiano, per spostarlo, amplificato, a più lunga scadenza.
In questo contesto la “bilancia del sapere” che sinora ci ha posto in posizione di vantaggio rispetto ad altri Paesi, è destinata, in assenza di nostri provvedimenti competitivi, a tendere all’equilibrio ed in alcune aree perfino all’inversione.
A.2 La rigidità dei sistemi della formazione e del mercato del lavoro di fronte ai fenomeni della mobilità dei lavoratori e dei nuovi bisogni di competenze in ambito transnazionale
I sistemi di istruzione-formazione e di regolazione del mercato del lavoro nelle regioni dell’obiettivo Convergenza e del Mezzogiorno, sono in notevole ritardo sul presidio dei nuovi fenomeni migratori legati alla integrazione europea ed internazionale dei mercati e delle attività produttive. Infatti mentre le imprese hanno dovuto già da anni reagire “in
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tempo reale” (cioè immediatamente, pena l’immediata perdita di posizione) alla sempre più rapida evoluzione delle tecnologie e dei mercati, le nostre Pubbliche Amministrazioni centrali e regionali sono ancora nella fase della formulazione delle strategie più idonee.
Gli interventi normativi sono peraltro in ritardo in tutti i paesi del mondo, perfino in settori specifici critici, come la protezione del copyright o la normativa tributaria. Ed ancora, in tutti i paesi del mondo, inclusi i più avanzati come gli Stati Uniti, si osserva che mentre le imprese, le università e gli istituti di ricerca sono da anni allineati ad un vasto network di cooperazione internazionale che valorizza le “eccellenze” del proprio Paese, la formazione professionale è in ritardo poiché rimane legata a sistemi economici ed amministrativi strettamente locali.1 La più evidente conseguenza è che perfino nelle multinazionali la mobilità del personale tra le varie sedi internazionali è scoraggiata, in quanto fonte di potenziali problemi (soprattutto culturali e, appunto, formativi) più che di vantaggi. A titolo di esempio, le posizioni evidenziate nella bacheca “careers” sul sito della sede centrale delle multinazionali americane sono visibili dalle sedi di tutto il mondo, ma i posti vengono alla fine assegnati a personale locale (meno problemi logistici, o di contratto, o di conoscenza del mercato locale) o al massimo proveniente dalle filiali anglofone (meno problemi formativi).
Fanno eccezione le nuove tecnologie della informazione e comunicazione (ICT) per alcuni Paesi emergenti che, forse per carenza di forti tradizioni industriali, si sono lanciati con successo nell’arena post-industriale (v. India, Taiwan), ovvero, nei settori dell’industria tradizionale, quelli in cui l’enorme disponibilità di mano d’opera a basso costo e la semplicità dei “task” manifatturieri ha consentito di sviluppare in brevissimo tempo enormi capacità produttive (v. Cina).
E’ comunque evidente che l’evoluzione delle economie avanzate da “locale” a “globale” e da “materiale” a “immateriale” sta rapidamente modificando il quadro migratorio e le esigenze di formazione professionale. E per tutte le economie avanzate l’allineamento tra i temi dell’emigrazione-immigrazione e quelli della formazione professionale è sempre più critico.
1 Uno specifico studio sul grado di apertura internazionale dei sistemi di istruzione-formazione italiani è stato condotto dalla DGIEPM del MAE nel 2005. Lo studio ha rilevato la grande debolezza dell’offerta formativa italiana nel contesto europeo ed internazionale sulla base degli indici di mobilità studentesca (Cfr. “Le prospettive di valorizzazione delle competenze tecnico-scientifiche degli italiani all’estero per l’internazionalizzazione del sistema formativo”, febbraio 2006).
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A.3 Il disegno di una politica aggiuntiva per la valorizzazione delle professionalità e delle competenze degli italiani all’estero nel quadro della Strategia di Lisbona: le linee programmatiche della Conferenza Stato –Regioni, Province Autonome e Consiglio Generale degli Italiani all’Estero
(CGIE).
Tenuto conto dello scenario descritto ai punti precedenti, la Conferenza Permanente Stato-Regioni, Province Autonome e CGIE ha individuato alcuni obiettivi centrali di policy.
In particolare, nelle “Linee programmatiche per l’attività del Governo, del Parlamento, delle Regioni e Province Autonome e del CGIE” del 20 marzo 2002 la Conferenza ha tracciato un nuovo quadro per l’emigrazione italiana caratterizzato da:
a) nuovo profilo del lavoratore italiano nel mondo che si caratterizza come un “lavoratore in mobilità”;
b) una emigrazione per lo più “intellettuale”.
Tale rinnovata situazione richiede, secondo la Conferenza, interventi adeguati tra i quali:
1) il potenziamento della formazione e della specializzazione professionale, anche a livello superiore;
2) il rilancio della cooperazione internazionale.
Ulteriori contributi alla analisi dei nuovi scenari dell’emigrazione provengono dall’intervento del Segretario Generale del CGIE alla Conferenza del 29 novembre 2005.
Viene, in particolare, tracciato una nuova connessione tra il fenomeno della globalizzazione, l’azione delle Regioni e i cittadini emigrati:
“La globalizzazione pone numerose domande a livello culturale, sociale ed economico sul ruolo delle comunità italiane all’estero, sulle opportunità che offrono in termini di sviluppo a livello locale e in un’ottica transnazionale. La globalizzazione ha dato maggiori responsabilità alle Regioni nel predisporre le condizioni di competitività del territorio governato ed è noto quanto sia reale e consistente l’intreccio economico tra cittadini emigrati e la loro Regione di origine”.
Nel mondo globalizzato l’Italia si pone, nella analisi del Segretario del CGIE, tra i Paesi che con l’Unione Europea hanno fatto la scelta di competere come “economia immateriale” basata sull’informazione. Questo è il senso della “Strategia di Lisbona”, nata nel 2000 e sviluppatasi in seguito, che punta ad un’economia basata sulla conoscenza. In questo contesto l’Italia può contare sulle professionalità dei cittadini
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italiani e di origine italiana all’estero “che nonostante i processi di integrazione molto avanzati, hanno forte il senso delle comuni radici di valori, di identità culturale”.
Queste analisi e questi indirizzi hanno avuto molta rilevanza per la messa a punto della strategia della DGIEPM per la nuova programmazione dei Fondi dell’Unione Europea.
A.4 Il ruolo degli italiani all’estero per lo sviluppo territoriale nel quadro della politica di Lisbona
La strategia Europea di Lisbona è stata lanciata nel Maggio 2000 in previsione di un radicale cambiamento dei parametri di sviluppo socio-economico nei paesi industrializzati. Il cambiamento era stato individuato sin dal 1997 dalla Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) analizzando l’evoluzione della divisione del lavoro a livello internazionale; essa prevede che mentre nella fase di industrializzazione primaria la crescita è funzione dell’aumento della produttività (basata a sua volta sulla crescita degli investimenti e sul basso costo della manodopera), per superare i limiti di questa fase ed entrare nella società post–industriale l’economia dovrà invece svilupparsi non più sulla base della relazione tra capitale e lavoro, ma sulla crescita del capitale umano (“Società della Conoscenza”).
Ciò significa che le economie più avanzate dovranno perseguire un nuovo tipo di sviluppo ad elevata coesione economica e sociale, favorendo la crescita innovativa e dinamica del lavoro intellettuale, la ricerca e sviluppo, la riorganizzazione manageriale dell’impresa, il trasferimento tecnologico e, ove necessario, la delocalizzazione della produzione.
La crescita della “Società della Conoscenza” per i Paesi altamente industrializzati è una conditio sine qua non per avanzare nella scala della divisione internazionale del lavoro e della produzione, e quindi per non essere superati in modo irreversibile dalla concorrenza generata dalla forte crescita industriale e produttiva dei paesi di più recente industrializzazione.
Il rilancio della strategia di Lisbona (marzo 2005) e degli orientamenti integrati della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione(2005-2008), sollecitano un adattamento dei sistemi di istruzione e di formazione mediante l'aumento e la garanzia dell'attrattività, dell'apertura e dell'elevata qualità; la risposta a nuove necessità occupazionali, a competenze principali e a esigenze future in termini di qualifica migliorando la definizione e la trasparenza delle qualifiche, il loro reale riconoscimento e la convalida della formazione non formale e informale. Il Consiglio e i rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio sul ruolo dello sviluppo delle capacità e delle competenze nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona (GUCE 292 C del 24/11/2005 p. 3) hanno ricordato che lo sviluppo di "capacità e competenze"
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riguarda la gamma dei risultati di tutte le forme e i livelli di apprendimento, compresi i risultati dell'apprendimento formale, non formale e informale e che occorre intensificare partenariati a livello nazionale, regionale, locale e settoriale con le principali parti in causa, conformemente alle legislazioni e alle prassi nazionali. Tali partecipazioni dovrebbero creare un sistema che risponda alla domanda, tenga conto delle esigenze a lungo termine in materia di capacità e competenze, incoraggi l'investimento nelle capacità e nelle competenze. Metodi innovativi di insegnamento, ad esempio con il ricorso alle TIC, consentono una più ampia partecipazione all'apprendimento permanente e possono così ridurre l'esclusione sociale e migliorare l'equilibrio tra vita e lavoro. La flessibilità nell'impartire istruzione ai lavoratori può essere facilitata da una migliore collaborazione con i docenti e da un uso efficace delle infrastrutture TIC.
Conseguentemente, la Commissione delle Comunità Europee ha adottato “Un quadro coerente di indicatori e parametri di riferimento per monitorare i progressi nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona in materia di istruzione e formazione (COM(2007) 61 definitivo del 21.2.2007), che rifletta pienamente le priorità politiche della strategia Istruzione e formazione 2010.
L’Italia, per la sua struttura sociale e produttiva (scarse risorse primarie, sviluppo dei settori della trasformazione e del terziario, elevati costi di mano d’opera) dovrà affrontare questo cambiamento più rapidamente di altri stati europei. I requisiti necessari sono tutti presenti, con l’esclusione della formazione, istruzione e ricerca che richiedono un forte sviluppo sia in senso territoriale che internazionale.
L’Italia dovrà agire in uno scenario nel quale le gerarchie territoriali sono meno stabili ed i posizionamenti sul territorio sono sempre più il risultato ( e sempre meno la condizione di partenza) di una convergenza tra istanze economiche e di mercato globali, esigenze ed opportunità sociali e culturali e capacità individuali. Hanno quindi sempre maggior peso, in tale contesto evolutivo, i processi negoziali politici e strategici tra istituzioni pubbliche centrali e regionali, enti locali ed operatori economici.
Tre appaiono pertanto i versanti principali di espressione della Strategia europea di Lisbona per il consolidamento delle nostre regioni nei network nazionali ed internazionali di formazione del valore per i quali le professionalità degli italiani all’estero prima citate dal Segretario Generale del CGIE possono avere un ruolo molto significativo:
- la creazione, a monte delle azioni di partenariato territoriale, di una adeguata base di competenze e conoscenze (alle strategie di politica territoriale si legano quindi nuove regole e nuove opportunità);
- la valorizzazione delle reti transnazionali che permettono il collegamento in rete del giacimento dei saperi e delle competenze del lavoro e delle imprese, ed in particolare,nei nostri programmi, del lavoro e delle imprese italiane nel mondo;
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- la condivisione, da parte di economie diverse, di modelli di sviluppo locale e metodologie di organizzazione dei processi produttivi imparentati con l’esperienza italiana, ciò che a sua volta è facilitato dalla formazione di bacini professionali (a tutti i livelli, dal management al lavoro specializzato) familiarizzati con i contesti italiani.
“Rete” e “Conoscenza” sono quindi oggi i due concetti chiave nel nostro contesto sociale ed economico. Il primo evidenzia l’importanza dei legami, delle relazioni, delle interdipendenze, in altri termini del “capitale sociale” come strumento di miglioramento collettivo; il secondo fa risaltare la centralità del “capitale intellettuale” indispensabile ai processi di innovazione, cambiamento, sviluppo.
Il vasto patrimonio di esperienze e conoscenze degli italiani all’estero, le valenze conoscitive del loro utilizzo, le strutture di rete di cooperazione in area istituzionale, economica, culturale e sociale che è possibile con essi costituire a livello globale, rendono gli IRE una risorsa di vastità e competenza difficilmente eguagliabile da altri paesi concorrenti.
A.5 Le scelte del QSN 2007 – 2013 per la policy di settore della DGIEPM del MAE
In relazione al contesto migratorio emergente, ai relativi problemi ed opportunità di tipo formativo ed occupazionale, all’esperienza maturata nella programmazione del FSE 2000-2006, la DGIEPM del MAE ha approfondito gli indirizzi programmatici sopra descritti contribuendo ai lavori del Tavolo tematico 1 – Istruzione, Formazione e Territorio – e poi nella formulazione definitiva del QSN che ha inquadrato in modo specifico il contributo degli italiani all’estero nella Priorità 1 “Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane “.
I riferimenti specifici riguardano:
L’Obiettivo generale 1.1: “Rafforzare, integrare e migliorare la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro e il loro collegamento con il territorio” ,L’Obiettivo specifico 1.1.1: “Migliorare la qualità dell’offerta di istruzione-formazione, i risultati dell’apprendimento e agevolare la riconoscibilità delle competenze acquisite”,L’Ambito tematico: “Una specifica dimensione qualitativa dei sistemi è legata alla loro capacità di collocarsi nella dimensione europea ed internazionale, anche valorizzando e integrando le competenze costituite dalle migliori personalità italiane all’estero”;
L’Obiettivo generale 1.3: “Aumentare la partecipazione a opportunità formative di base e avanzate lungo tutto l’arco della vita”,
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L’Obiettivo specifico 1.3.2: “Sostenere la costruzione di un sistema nazionale di formazione superiore per aumentare la competitività”,L’Ambito tematico: realizzare “reti di centri di eccellenza, creare network con sistemi d’impresa, poli culturali e formativi, centri di ricerca, università, reti delle nostre eccellenze all’estero e promuovere l’internazionalizzazione e la mobilità”.
A.5.1 Esplicitazione della Policy della DGIEPM del MAE “ Sviluppo della dimensione
transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con le
comunità e con le competenze degli italiani all’estero” nell’ambito del QSN
Rispetto alle precitate tematiche individuate dal QSN nell’ambito della Priorità 1, la DGIEPM del MAE intende dare luogo ad azioni di sistema finalizzate allo “ Sviluppo della dimensione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con le
comunità e con le competenze degli italiani all’estero” .Obiettivo della Policy è quello di dare un contributo al rafforzamento della dimensione cognitiva della formazione in rapporto ai processi di apertura transnazionale dell’economia e del lavoro,attraverso l’inclusione delle competenze delle “eccellenze” italiane all’estero all’interno dei dispositivi dell’offerta formativa, particolarmente quella riferita allo sviluppo del territorio ed alla cooperazione transnazionale.
Costituisce obiettivo specifico della policy quello di orientare gli enti ed i sistemi formativi locali verso un utilizzo organico e strutturato delle risorse professionali e dei saperi italiani all’estero nella logica dello sviluppo dei territori. In questo contesto possono svolgere un ruolo primario le strutture formative professionali di alto livello. Dovrà trattarsi, come si è detto, di un ruolo e di un impegno organico e sistematico: ad oggi gli enti di formazione svolgono una intensa attività internazionale, ma senza “fare sistema”, e solo per seguire singoli o specifici progetti di cooperazione. Una logica di sviluppo integrato può nascere solo da una esperienza di politica integrata del territorio, condotta in una logica di integrazione delle risorse regionali e locali, di amministrazione pubblica e di impresa, mettendo a punto sistemi di analisi dei fabbisogni e di certificazione della qualità, per creare un’offerta formativa potenzialmente “esportabile”.Tale politica, che mira a rafforzare in senso transnazionale l’offerta formativa, si aggiunge dunque a quella ordinaria, il cui scopo è realizzare azioni a favore delle collettività italiane all’estero. La politica aggiuntiva, invece, intende utilizzare le nostre migliori personalità all’estero per lo sviluppo dei territori italiani: essa si basa dunque su presupposti speculari rispetto alla politica ordinaria, pur restando con quella perfettamente coerente, senza alcun pericolo di sovrapposizione o confusione di azioni.
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A.5.2 La risorsa costituita dagli italiani all’estero per gli obiettivi della Policy
Per decenni il fenomeno migratorio in Italia è stato caratterizzato dall’emigrazione di nostra forza-lavoro verso Paesi più ricchi e bisognosi di manodopera (soprattutto dalle regioni del sud). Attualmente invece questo tipo di emigrazione, tradizionale, pare essersi arrestato, anche nelle regioni dell’Obiettivo 1, e si assiste alla nascita di nuove modalità di spostamento, non più permanenti, ma reversibili, e di tipo nuovo, dovute non tanto allo spostamento personale e alla ricerca di migliori opportunità lavorative all’estero, quanto dalla delocalizzazione di attività produttive già esistenti in Italia, verso territori più favorevoli, perché con costo del lavoro o della materie prime minore o perché in via di esplosione e dunque potenzialmente foriero di più ampio mercato.
Pertanto, da un paio di decenni (e progressivamente sempre più), il fenomeno migratorio caratterizza il nostro Paese anche in altra valenza: di luogo di nuova immigrazione dai Paesi con minor tasso di sviluppo.
Si tratta di due aspetti di uno stesso fenomeno, originanti da cause storicamente ed economicamente opposte, che danno luogo allo stesso tipo di vantaggio competitivo per l’Italia.
Emigrati ed immigrati sono chiamati a svolgere un nuovo ruolo strategico nella dimensione globale – locale, in quanto “soggetti gate” del mondo globale, agenti di sviluppo nei rispettivi paesi di provenienza. Poiché tuttavia in molti paesi questi soggetti non sono ancora sufficientemente strutturati per partecipare a processi decisionali e ad azioni riguardanti lo sviluppo locale e quelli transnazionali, occorre riflettere su tale nuovo ruolo ed orientare il dibattito decisionale a livello centrale, regionale e locale verso l’analisi di questo contesto.
In primo luogo occorre tener conto dei possibili rischi e fattori impeditivi di un effettivo svolgimento del ruolo di “perno” da parte dei migrati, soprattutto nei contesti in cui il migrante tende a recidere rapporti con la madre patria, a non manifestare nel paese ospitante la propria differente cultura e ad integrarsi in maniera assimilativa nella società ospitante.
Se questo infatti comporta vantaggi in un senso, ingenera anche una maggiore difficoltà per quel che concerne il ruolo transnazionale dell’emigrato, il suo duplice ruolo su cui fondare il co-sviluppo dei territori d’origine e destinazione.
Con riferimento all’emigrazione italiana, tuttavia, questo fenomeno non dovrebbe essere un fattore di eccessivo rischio, se non nei confronti delle nuove generazioni. Gli IRE infatti ben possono originare sviluppo nei territori d’origine grazie all’utilizzo delle reti di collegamenti fra persone, lavoratori, professionisti, fortemente integrati nel paese di residenza, e potenzialmente operativi a favore dei territori d’origine.
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Alcuni Programmi regionali per la programmazione 2007 – 2013 prevedono proprio il rafforzamento della rete dei loro regionali nel mondo al fine di favorire lo sviluppo locale, implementando strumenti nuovi o mettendo a sistema quelli già esistenti (quale, ad esempio, gli Osservatori dei regionali nel mondo).
Come è stato spesso sottolineato (cfr. anche Conferenza permanente Stato-Regioni-Provincie autonome-CGIE del 29 novembre 2005) sono in atto processi simili soprattutto tra i giovani che vivono e lavorano all’estero: a) la reversibilità dell’esperienza migratoria, accompagnata da una forte mobilità dei lavoratori e dei professionisti; b) la compresenza culturale, dovuta all’alto livello di istruzione e di abilità tecnologica, consente di seguire l’evoluzione in atto in Italia ed in altri paesi diversi da quelli di residenza; c) la riflessività o “reinvenzione” dell’italianità, che consente una revisione del retaggio nazionale in chiave di scoperta dell’Italia quale paese moderno e post-industriale (soprattutto nella dimensione dell’offerta di servizi e di cultura da parte delle città d’arte).
Si tratta di potenzialità e opportunità che gli Italiani all’estero possono esprimere grazie alla facile connettività con il territorio di origine, in considerazione sia dei loro legami individuali che delle reti a struttura internazionale. La nuova mobilità internazionale del lavoro che riguarda nostri connazionali che “partono per poter ritornare”, si avvale, in misura ancora più accentuata che nel passato, degli atout dell’emigrazione italiana:
• attaccamento emotivo alla terra d’origine;
• soggetti con una consolidata posizione sociale ed economica nei paesi che li hanno accolti;
• elevato potenziale nella gestione di relazioni cross cultural e nell’attività di mediazione economico-culturale;
• mobilità non legata ad un necessario definitivo trasferimento per la vita.
Il valore aggiunto di questo posizionamento delle Comunità degli italiani nel mondo può consentire innovative politiche di capacity building dei soggetti istituzionali e, per loro tramite, degli attori del territorio.
Il nostro crescente legame, anche politico, con l’”Italia estesa” costituita dagli IRE, renderà ancor più opportuno un ulteriore sviluppo delle risorse e degli strumenti realizzati nella programmazione precedente, ed un loro utilizzo nell’ambito delle nuove strategie europee dell’”economia della conoscenza”.
Un contributo importante come si è detto potrà venire dal realizzarsi di “reti immateriali”: reti di contatti, comunicazioni tra istituzioni e persone, supportate e concretizzate dalle tecnologie emergenti. In questo scenario va studiata la modalità di recuperare il patrimonio di risorse che già esistono e che rappresentano la presenza produttiva degli italiani all’estero e delle loro strutture.
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Alcune “piattaforme immateriali” già esistono e derivano dal flusso migratorio partito dall’Italia tanti anni fa, che ha creato ampie comunità nei paesi di accoglienza. A questo ha fatto seguito lo sforzo imprenditoriale degli italiani all’estero e lo sviluppo delle organizzazioni di assistenza, le associazioni di lavoratori ed imprenditori, le camere di commercio di natura bilaterale.
Occorre dunque consolidare queste reti immateriali, ed inserirle nel quadro della strutturazione d’una azione formativa di tipo internazionale volta al lavoro e all’occupazione, valorizzando le risorse disponibili: richiamo ad hoc delle nostre eccellenze all’estero per azioni di alta formazione specialistica, contestualizzazione delle competenze nelle realtà produttive dei paesi di destinazione, creazione di reti di contatto e network settoriali, etc.
Occorrerà anche prevedere azioni volte a favorire la “migrazione temporanea e circolare”, sia degli italiani all’estero (che peraltro sembra sempre più caratterizzare le nuove forme di spostamento degli italiani nel mondo, con azioni di delocalizzazione e rilocalizzazione delle imprese e delle società di servizi), sia degli stranieri in Italia.
Con riferimento all’immigrazione in Italia, si registra come questo sia ormai elemento imprescindibile del mercato del lavoro italiano che, a causa del calo demografico si alimenta progressivamente sempre più di forza lavoro straniera. Occorre notare anche che la strategia di Lisbona prevede obiettivi di crescita e produttività molto ambiziosi entro il 2010, che non potrebbero essere raggiunti senza l’apporto alla produzione italiana fornito dall’immigrazione dai Paesi terzi.
Questi elementi evidenziano emblematicamente l’interconnessione molto forte fra mercato del lavoro in Italia e fenomeno migratorio, che occorre affrontare in maniera coordinata, in modo da garantire il più possibile percorsi di mobilità transnazionale e ingresso nel nostro paese di un numero di lavoratori coerente con il fabbisogno espresso dai territori, e prevedere specifiche azioni formative, linguistiche ed operative (in Italia e all’estero) che consentano di ottenere manodopera rispondente ai bisogni qualitativi e quantitativi del mondo imprenditoriale, produttivo e dei servizi italiano.
Anche in questo contesto un ruolo importante può essere giocato dalla rete degli italianiall’estero, che deve essere coinvolta nell’identificazione di politiche globali di sviluppo e che permetta di mirare attività di istruzione e di formazione professionale sia nei Paesi di origine finalizzate a all’inserimento lavorativo mirato nei settori produttivi italiani in Italia e all’estero (processi formativi in loco per la delocalizzazione e l’outsourcing).
Occorre anche agire per il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero e coinvolgere in un sistema unitario gli Istituti italiani di cultura, col duplice scopo di vitalizzare contatti e scambi con gli IRE e agli stranieri fornire impressioni di società e culture italiane ed offrire formazione linguistica prima della partenza.
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Allo stesso modo, nell’ottica di una democrazia partecipativa e nella prospettiva di sviluppo congiunto, occorre incoraggiare il coinvolgimento degli stessi migranti, singolarmente e per mezzo delle loro associazioni, nell’individuazione delle maggiori difficoltà per loro, nella definizione degli obiettivi, nella concreta realizzazione delle azioni di formazione, nella creazione di reti e legami istituzionali con i loro territori d’origine, proprio per favorire il loro ruolo di “antenne” per lo sviluppo del Paese di partenza.
In un’ottica di sistema occorre inquadrare queste azioni nel dialogo, nel partenariato e nella cooperazione con paesi interessati o loro organizzazioni regionali, in azione sinergica con i programmi pluriennali di cooperazione con i partner (strategie e piani d'azione per paese e regionali) a livello bilaterale e regionale che comprendano, disposizioni specifiche sulla cooperazione in materia di migrazione.
A.5.3 Strategia attuativa della Policy
L’azione della DGIEPM del MAE si esplicita nell’integrare e capitalizzare le migliori competenze professionali degli Italiani Residenti all'Estero per:
a) la costruzione di uno spazio europeo di formazione-occupazione e di mobilità dei lavoratori;
b) migliorare l’occupazione attraverso la ricerca di un sistema di standard e certificazioni delle competenze e lo sviluppo in senso internazionale dei percorsi formativi.
Il programma della DGIEPM del MAE consiste, pertanto, nell’identificazione di una possibile risposta alla necessità di introdurre importanti elementi di qualificazione internazionale nei sistemi di formazione e di istruzione attraverso la costituzione di “reti di competenza” con le eccellenze italiane che si siano distinte nelle professioni, nell’impresa e nella ricerca in tutto il mondo.
Le reti si fondano sull’importanza delle conoscenze e delle competenze degli individui, e sulla capacità di sviluppare occasioni e strumenti dedicati per permettere alle stesse persone di dialogare, collaborare, mettere in comune il proprio background professionale e cognitivo in una prospettiva di crescita collettiva.
Da ciò deriva l’importanza di ancorare la scelta delle persone appartenenti alle rete non sul mero criterio della provenienza geografica, bensì grazie al concetto chiave di “esperto”, sul possesso di un profilo professionale, culturale ed intellettuale di eccellenza sviluppato a seguito di esperienze internazionali di tipo economico, istituzionale, culturale o associativo.
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Elemento distintivo della rete di esperti diviene pertanto la sua expertise in termini di competenze e di capitale sociale che, tagliando trasversalmente gli specifici contesti territoriali, si fonda su legami e connessioni basate su affinità professionali e cognitive capaci di amplificare il valore internazionale e sovra-territoriale della stessa comunità.
I capisaldi delle reti di competenza si ispireranno a due principi:
- la “riappropriazione delle alte qualifiche”;- il centro di competenze della rete.
A. 5.3.1 La “riappropriazione delle alte qualifiche”
Le politiche tradizionali, perseguite sinora in Italia e in vari altri Paesi dell’Unione, vedono il tentativo di far rientrare in patria esperti emigrati (specialmente dagli USA), in particolare ricercatori, scienziati e docenti, offrendo loro condizioni normative, economiche e strutturali professionalmente attraenti in cui operare. Tali politiche potrebbero essere integrate e rafforzate grazie alla proposta Comunità di pratica Professionale in rete, che faciliterebbe la partecipazione a programmi formativi ed educativi di ampio respiro e durata su due livelli: (a) in presenza, tramite la leva della mobilità fisica, (b) a distanza tramite la Comunità Virtuale di pratica.
A.5.3.2 Il centro di competenze della rete
Alle reti virtuali che si formeranno grazie alle politiche di ricerca e formazione tematica sopra descritte, deve essere fornito un centro di competenze. Si tratta, nella nostra ipotesi, non di un mero database o roster, ma dell’evoluzione di uno strumento operativo quale dell’Osservatorio ITENETS sul lavoro e l’impresa degli Italiani all’estero, che potrà offrire un sistema di servizi, oltre che conoscitivi, anche di supporto progettuale e per il lavoro cooperativo in rete delle Comunità Virtuali. In questo modo, le persone –sia interne alla comunità (gli esperti) sia esterne (gli utenti) – avranno a disposizione uno strumento per accedere a fonti di conoscenze e di competenze che sarebbero altrimenti difficili o impossibili da reperire.
Nella prospettiva anzidetta, in definitiva, il vero valore aggiunto della Rete risiede nella capacità di stimolare e sostenere il dialogo e la cooperazione tra gli stessi esperti e tra essi e i referenti di istituzioni e organizzazioni locali delle Regioni in materia di formazione, istruzione e scienza. Per questo è fondamentale che l’esistenza e il funzionamento della rete si basi da un lato sulla produzione, sullo scambio e sulla diffusione di informazioni, conoscenze e competenze a supporto della costruzione di partenariati internazionali finalizzati allo sviluppo sociale, economico e culturale dei territori regionali; dall’altro
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sulla fornitura e sull’erogazione di servizi di assistenza e consulenza finalizzati all’applicazione del patrimonio conoscitivo ed esperenziale detenuto dalla stessa rete.
A.5.3 Conclusioni
Le strategie del MAE-DGIEPM per l’attuazione degli obiettivi del QSN prevedono, quindi, in sintesi:
• strategie della formazione e dell’istruzione che mirano, nel quadro della apertura transnazionale dell’economia e dei sistemi, a fornire indirizzi per una maggiore competitività dei sistemi formativi regionali nella società della conoscenza e dell’innovazione, valorizzando mobilità e reti immateriali, e coinvolgendo le nostre migliori eccellenze all’estero;
• nello stesso quadro, strategie dell’occupazione, che mirano allo sviluppo delle qualifiche e conoscenze emergenti, al bilanciamento e gestione strategica dei dislivelli di conoscenza tra il nostro paese ed altri Paesi;
• strategie di convergenza territoriale, sia nelle nostre regioni che negli altri Paesi europei, tra i suddetti temi di sviluppo delle risorse umane (priorità del FSE) ed i paralleli temi di tipo istituzionale (“capacity building”), economico, culturale e sociale, secondo gli obiettivi della Commissione Europea;
• strategie tese a garantire l’equità nell’accesso e nelle prestazioni, come fondamento delle politiche di una società inclusiva, con particolare attenzione alle fasce più deboli dell’immigrazione, puntando altresì all’integrazione sociale degli immigrati e alla lotta ai fenomeni di lavoro irregolare e d’immigrazione clandestina.
In questo senso, è fondamentale portare a sistema le azioni della formazione per la conoscenza, sotto i suoi diversi, ma correlati aspetti, di formazione professionale e alta formazione, e collegarla ai temi del rafforzamento della mobilità e delle reti immateriali.
Occorre inoltre istituire un sistema di cooperazione partenariale per la formazione e l’istruzione con gli altri paesi, soprattutto per il tramite – o con il diretto coinvolgimento – degli Italiani Residenti all’Estero; o comunque, con una gestione lungimirante delle opportunità offerte ai nostri territori dal fenomeno migratorio nel suo più ampio e attuale significato.
Gli IRE in questo contesto, ed in tutte le aree indicate, divengono un utilissimo “canale privilegiato di contatto” che si è dimostrato efficiente, coeso e motivato allo sviluppo di rapporti costruttivi con i territori di origine.
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B. L’ATTUALE IMPOSTAZIONE E ATTUAZIONE DELL’AZIONE DI POLICY E LO SPECIFICO RUOLO DEL MAE DGIEPM
B.1 L’azione di sistema del MAE DGIEPM nel PON ATAS del QCS Ob.1 2000 – 2006 “Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili
con gli italiani all’estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno”
Lo sviluppo dei sistemi formativi attraverso la valorizzazione delle comunità e dellecompetenze degli italiani all’estero ha costituito il motivo conduttore di una importante azione di sistema della programmazione di FSE 2000 – 2006 affidata dal Ministero del Lavoro alla DGIEPM del MAE nella qualità di organismo intermedio nell’ambito delPON ATAS QCS Ob.1.
L’Azione della DGIEPM si articola lungo le seguenti linee di intervento:
a. Creazione di una rete di raccordo istituzionale in materia di formazione e lavoro tra le Regioni e i Paesi di emigrazione - ITENETs.
Il MAE - DGIEPM ha creato, con la collaborazione delle Regioni del Mezzogiorno, la rete ITENETs (International Training and Employment Networks), che consiste di un sistema di servizi di analisi, progettazione e orientamento volto a collegare i centri di programmazione della formazione professionale regionali (unitamente agli enti associativi economici e culturali ad essi funzionalmente collegati) con le principali sedi diplomatico – consolari e con le Camere di Commercio Italiane all’estero.Il progetto ha coinvolto Paesi quali: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Etiopia, Germania, Inghilterra, Marocco, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera, Tunisia, Uruguay, Venezuela.Esso ha creato un network internazionale di raccordo istituzionale in materia di formazione e di lavoro, costituito da sette Osservatori Regionali e da un polo di raccordo centrale presso la DGIEPM.La rete comprende un centro di documentazione, una comunità di progetto cui aderiscono italiani residenti all’estero e soggetti/istituzioni delle Regioni obiettivo 1, delle piattaforme formative, un forum di discussione con gli IRE, una bacheca di proposte progettuali, newsletter mensili e speciali sulle comunità di italiani all’estero e, infine, 7 progetti pilota di sperimentazione dei servizi in rete offerti dagli Osservatori Regionali
b. Promozione di accordi di partenariato territoriale con gli Italiani all’estero
(PPTIE).L’azione è finalizzata a sviluppare il ruolo delle comunità italiane all’estero e delle Regioni nei progetti di partenariato territoriale attraverso la promozione di accordi di cooperazione territoriale con i Paesi e le Regioni estere più significative per le relazioni esterne delle Regioni.
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Il programma PPTIE è strutturato in due fasi distinte : la I Fase (agosto 2003 –febbraio 2004), è stata finalizzata ad animare partenariati tra gli attori territoriali e gli italiani all’estero, nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. La II Fase (marzo 2004 – dicembre 2006), invece, ha avuto l’obiettivo di consolidare e mettere a sistema le competenze, in materia di partenariato territoriale con gli italiani all’estero, acquisite dalle Amministrazioni regionali (con l’aggiunta della Regione Molise) e dagli attori del territorio.
Durante la prima fase del progetto sono stati coinvolti i seguenti Paesi: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Egitto, Etiopia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Israele, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Senegal, Sudafrica, Svizzera, Turchia Uruguay, USA, Venezuela. Sono stati sottoscritti 362 accordi. Inoltre, sono stati formulati 451 progetti di partenariato territoriale oltre ad azioni di accompagnamento puntuali per la realizzazione delle idee progettuali delle Regioni.Durante la seconda fase del progetto sono stati stipulati 22 protocolli d’intesa dalle Amministrazioni regionali e coinvolti i seguenti Paesi: Argentina, Australia, Belgio, Francia, Germania, Marocco, Tunisia, Uruguay e Stati Uniti.
c. Promozione di reti imprenditoriali e formative.Sono stati finanziati e realizzati 31 progetti regionali allo scopo di migliorare l’offerta di attività formative per la creazione di reti di collaborazione con gli italiani all’estero. I progetti hanno favorito l’attivazione di collegamenti fra partner nazionali ed esteri, la realizzazione di eventi internazionali e di gemellaggi e la nascita di consorzi ed imprese. Hanno, inoltre, prodotto: attività formative, anche a distanza; stageformativi; borse di studio; master; seminari ed eventi promozionali e culturali.
d. Sviluppo del partenariato Ministero – Regioni per la sistematizzazione delle azioni sul territorio.Tutte le iniziative progettuali sono state accompagnate da un’attività di partenariato tra la DGIEPM e le Amministrazioni Regionali interessate, che si è consolidata nelle seguenti azioni:
• Stipula di un Protocollo di collaborazione tra la DGIEPM e le Autorità di Gestione dei POR;
• Attivazione di sette task force di esperti regionali per attività di supporto progettuale;
• Preparazione e diffusione di “Linee guida regionali per la valorizzazione degli italiani all’estero”;
• Realizzazione di Convegni nazionali e regionali di riflessione sulle principali tematiche di progetto.
In conclusione, l’azione di sistema della DGIEPM ha introdotto nelle Amministrazioni Regionali importanti innovazioni strutturali, sia in termini di nuovi servizi di
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programmazione, sia in termini di nuovi strumenti, competenze e modelli per lo sviluppo del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse costituite dagli italiani all’estero.
B.1.1 Metodologia attuativa
Per la realizzazione delle attività è stata costituita presso la DGIEPM un’apposita Sezione di Fondo Sociale Europeo.
Il MAE DGIEPM ha adottato un modello operativo ispirato al principio di concertazione con le Amministrazioni regionali interessate costituendo una rete partenariale con le Autorià di Gestione regionali. Tale rete si poggia su un protocollo di collaborazione tra il MAE DGIEPM e le Regioni e sulla costituzione di un gruppo di lavoro permanente con compiti di monitoraggio e di indirizzo delle attività
La rete opera attraverso riunioni di partenariato, attività seminariali e la partecipazione a gruppi di lavoro tematici.
In particolare, sono stati istituiti tre gruppi di lavoro: il primo con la Direzione Generaleper l’Integrazione Europea del MAE per il raccordo delle attività con quelle previste dalla Misura I del PON per l’internazionalizzazione; il secondo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la mobilità internazionale dei lavoratori, il terzo con Assocamerestero per lo sviluppo della formazione imprenditoriale internazionale e i partenariati economici all’estero.
Da segnalare, inoltre, che nell’ambito di questo partenariato, il MAE-DGIEPM ha promosso la progettazione di un Piano di internalizzazione delle competenze per dare continuità ai risultati dei progetti finanziati con il PON. Tale Piano ha coinvolto le AdG regionali e ha raggiunto una prima formulazione che è stata presentata durante l’incontro organizzato dal MEF il 26 settembre 2005. Si segnala, inoltre, la collaborazione con il Nucleo di Valutazione degli Interventi Pubblici del MAE con il quale è stata avviata la preparazione delle linee strategiche per il futuro dell’Azione nel periodo 2007-2013.
Per quanto riguarda la specifica attività seminariale, si segnala che nel 2005 sono stati realizzati il “Seminario sulle prospettive di valorizzazione delle competenze tecnico-scientifiche delle reti italiane all’estero”, il 6 giugno 2005 e il seminario “Il ruolo delle Comunità italiane all’estero nei partenariati territoriali: contesti geografici e modalità di intervento”, il 7 dicembre 2005, che hanno avviato nuove riflessioni sulla valorizzazione degli italiani all’estero.
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B.2 Altri strumenti di intervento del MAE coerenti con l’azione di policy
B.2.1 La Banca Dati sui “Comunicatori Italiani all’Estero”
Nell'ambito di un progetto di valorizzazione dell'informazione e della comunicazione italiana nel Mondo, il Ministero degli Affari Esteri ed il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti (CNOG) stanno realizzando una Banca Dati sui "Comunicatori Italiani all'Estero". Entro l'anno 2007 sarà possibile la consultazione on-line, attraverso un link presente sul sito del MAE (http://www.esteri.it ), che re-indirizzerà l'utente sul sito della Banca Dati del CNOG (http://www.banchedatigiornalisti.it/default.do).
Le categorie di consultazione saranno così suddivise:
o Editori o Giornalisti o Comunicatori o Pubblici o Pubblicitari
B.2.2 POLIS Osservatorio degli italiani all’estero
POLIS è un progetto per la realizzazione di un "Osservatorio degli Italiani all'estero" dove è possibile rilevare, attraverso gli schedari consolari mondiali, la consistenza della collettività italiana. Grazie alla rete Intranet del Ministero degli Affari Esteri, ( nella rispettiva sezione "Portale Anagrafe Consolare"> Ministero Affari Esteri – SICC –Ufficio I – Funzioni Consolari.>POLIS Osservatorio Italiani all'Estero), è possibile consultare i risultati statistici totali e i dati disaggregati per aree geografiche, e per singolo Paese.Grazie a POLIS - "Osservatorio degli Italiani all'estero" , realizzato in collaborazione con la DGIEPM è possibile fruire informazioni sui seguenti temi specifici:
o Residentio Fasce d'etào Recapiti incompletio Nati in Italiao Senza Comuneo Riepilogo
Attualmente i dati sono aggiornati al 01 dicembre 2006.
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B.2.3 La banca dati DAVINCI
DAVINCI è una banca dati accessibile via internet (http://www.esteri.it/davinci/), predisposta dal Ministero Affari Esteri (Direzione Generale Promozione Culturale).Per far conoscere e valorizzare l’attività dei ricercatori italiani all’estero, favorire la cooperazione tra gli Enti di ricerca e le università Italiane e i Centri di ricerca stranieri dove operano i ricercatori italiani, e permettere una circolazione di informazioni che sia più agile possibile, la rete raccoglie informazioni sulle attività, sugli interessi di ricerca e sulle competenze della comunità dei ricercatori italiani operanti all’estero.
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C. LA PROPOSTA DI DETTAGLIO PER DARE ATTUAZIONE ALLA STRATEGIA DEL QSN: AZIONI DI SISTEMA DEL MAE DGIEPM
NELL’AMBITO DEL PON “GOVERNANCE E ASSISTENZA TECNICA” OB. CONVERGENZA FSE
C.1 Scenario di riferimento dell’iniziativa
Il principio secondo il quale gli italiani all’estero vadano valorizzati in quanto costituiscono una “risorsa” per lo sviluppo, fu identificato nella prima Conferenza degli italiani nel mondo del 2000 ed è stato ribadito, come già descritto nei paragrafi precedenti, durante i lavori della Conferenza Stato-Regioni-CGIE del 2005.
Sulla base di questi orientamenti, la DGIEPM del MAE ha contribuito alla individuazione delle priorità e delle tematiche strategiche del QSN nella fase di preparazione dello stesso.
IL QSN 2007-2013 ha, infine, riconosciuto questo ruolo degli gli italiani all’estero considerandoli come un fattore strategico di innovazione dei sistemi di istruzione-formazione nell’ambito della priorità 1 “Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane”.
Coerentemente con l’impostazione strategica del QSN, il MAE DGIEPM ha, quindi, individuato una Policy per lo “ Sviluppo della dimensione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con le comunità e con le competenze degli italiani all’estero” descritta nella sezione “A” di questo documento.
In questa sezione del documento viene ora dato seguito operativo alla policy attraverso una proposta di azioni di sistema da inserire nel PON “Governance e Assistenza Tecnica” per l’Obiettivo Convergenza cofinanziato dal FSE che si pone in continuità con l’Azione di sistema già realizzata nel periodo di programmazione 2000-2006 con il contributo del FSE.
C.2 Complementarietà con le politiche a favore degli italiani all’estero
Le azioni proposte dal MAE DGIEPM svolgeranno una missione complementare a quelle già attuate con fondi nazionali per la formazione degli italiani all’estero (D.Lgs. 112/98) diventando perciò un intervento di politica aggiuntiva coerente con le finalità della programmazione di FSE e rafforzando altresì la collaborazione tra il MAE ed il Ministero del Lavoro che già si svolge in modo proficuo sul versante della formazione professionale per gli italiani all’estero.
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C.3 Il confronto con le Regioni: manifestazioni di interesse
Durante tutto il periodo di preparazione del QSN, il MAE DGIEPM ha continuamente informato e coinvolto le Regioni dell’Ob.1 (2000-2006) nel processo di definizione del proprio approccio e del proprio contributo ai lavori. Il confronto con le Regioni è stato proficuo per l’approfondimento che ne è scaturito in merito alle tematiche, ma è anche servito per una prima valutazione delle opportunità che la nuova programmazione offre per lo sviluppo delle innovazioni introdotte dai progetti che si stanno per concludere.
Tutte le Regioni hanno convenuto, in ultima analisi, sulla importanza di dare continuità nella nuova programmazione all’Azione di sistema svolta dal MAE DGIEPM nel periodo 2000-2006 con manifestazioni di interesse che sono riportate in allegato.
L’approccio delle Regioni si è differenziato in diverse soluzioni organizzative e prospettive programmatiche orientandosi sia verso i processi di sviluppo delle risorse umane, sia verso processi di sviluppo della competitività del territorio. In questo scenario, l’Azione di sistema futura del MAE DGIEPM avrà una funzione di raccordo delle diverse dimensioni della programmazione regionale agendo sia in collegamento diretto con le iniziative dei POR, sia modalità complementare e, comunque, in un’ottica di sistema nazionale.
C.4 Impostazione dell’iniziativa nell’ambito del PON “Governance e A.T.” di FSE
La proposta operativa del MAE DGIEPM si articola su due assi del PON “Governance e A.T.” di FSE:- Nell’asse C vengono individuati i modelli, gli strumenti e le metodologie di
innovazione del sistema di istruzione – formazione che consentirebbero di stabilire collegamenti strutturali tra le competenze degli italiani all’estero e i sistemi di istruzione e formazione al fine di rafforzare l’offerta di istruzione e formazione transnazionale;
- Nell’asse F i suddetti modelli costituiranno la base per sviluppare accordi e reti per la collaborazione transnazionale in materia di formazione – istruzione e di integrazione del mercato del lavoro.
Per quanto riguarda il processo attuativo, si prevede di realizzare tre linee di intervento:
A. Sviluppo della dimensione transnazionale dell’offerta di istruzione-formazione professionale attraverso le reti di competenze costituite dagli italiani all’estero;
B. Promozione di reti tra Attori socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di settore italiani e di altri Paesi europei in collegamento con gli italiani all’estero al fine
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di migliorare l’occupazione e la circolazione del capitale umano in ambito transnazionale;
C. Sviluppo della cooperazione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con gli italiani all’estero.
C.5 Linee di intervento
C.5.1 Sviluppo della dimensione transnazionale dell’offerta di istruzione-formazione
professionale attraverso le reti di competenze costituite dagli italiani all’estero.
C.5.1.1 Dimensione strategica
L’idea forza di questa iniziativa poggia sul principio che nella società della conoscenza le capacità conoscitive ed il “know how” degli italiani all’estero possono “circolare” e propagarsi in rete a beneficio dell’innovazione dei sistemi formativi in senso transnazionale, attraverso l’introduzione di moduli formativi per utenza che opererà all’estero e la realizzazione di attività di stage e scambio di buone prassi, anche con l’utilizzo di nuove tecnologie di e-learning. Gli italiani all’estero costituiscono, infatti, un immenso patrimonio di esperienze e di competenze che, per mezzo di gemellaggi e di network con organismi, enti ed istituti italiani, può contribuire al miglioramento della qualità dell’offerta di formazione transnazionale rivolta sia alle politiche destinate all’occupazione sia a quelle destinate all’adattabilità dei lavoratori nel contesto di un mercato del lavoro aperto oltre i confini italiani. Il vantaggio per il sistema formativo italiano di poter utilizzare in modo strutturato le competenze degli italiani all’estero poggia sui fattori culturali e linguistici che rendono sicuramente più efficace il loro contributo rispetto ad altre fonti di expertise.
C.5.1.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS
Questa azione intende sviluppare i risultati conseguiti con l’Avviso Pubblico del MAE DGIEPM del 2002 finalizzato ad individuare, su base regionale, modelli innovativi di formazione in rete e di nuove competenze e figure professionali. L’esperienza maturata consente di selezionare le best practice e di proiettarle in un nuovo programma con dimensione interregionale fornendo così indicazioni utili ai processi di riforma del sistema delle competenze e dei sistemi di accreditamento che il Ministero del Lavoro coordina a livello nazionale.
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C.5.1.3 Obiettivi
Con questo intervento, il MAE DGIEPM intende, quindi, conseguire i seguenti obiettivi:
i. Individuare e sperimentare su base interregionale nuovi modelli di formazione2, nuove competenze e figure professionali a valenza transnazionale che possano giovarsi del contributo di comunità professionali italiane all’estero. L’intervento rafforzerebbe, quindi, le iniziative coordinate dal Ministero dal Lavoro con specifico riferimento al contesto transnazionale, finalizzate alla creazione di standard di competenze, profili professionali, processi formativi.
ii. Supportare in modo specifico sia il miglioramento delle politiche di adattabilità dei lavoratori nei mercati aperti, sia lo sviluppo di politiche per l’occupabilità prevenendo forme di nuova emigrazione e collaborando anche alle politiche d’integrazione degli immigrati nel contesto italiano.
C.5.1.4 Attività
Le attività previste, a titolo esemplificativo, sono:
• Sperimentazione di modelli di formazione professionale integrata, assecondando le esigenze di quelle aziende che in forma individuale od associata (distretti, consorzi, joint-venture, etc.) operano su scala europea ed internazionale;
• Realizzazione di progetti di gemellaggio tra enti ed istituti formativi, associazioni di categoria italiane e corrispondenti italiani all’estero;
• Scambio di personale esperto e formatori e dirigenti di formazione delle Regioni con esperti e corrispondenti figure di italiani all’estero;
• Trasferimento di buone prassi da altri Paesi sulle tematiche dell’azione con la collaborazione di italiani all’estero;
• Progettazione e sviluppo di modelli per la formazione dei formatori anche attraverso corsi in fad;
• Creazione di figure professionali innovative spendibili in contesti transnazionali;
• Messa a punto di nuovi modelli per master all’estero e di voucher per work experiences;
• Progettazione e diffusione di forme associative tra strutture regionali e strutture estere di formazione con il concorso di comunità italiane all’estero;
2 La DGIEPM del MAE ha individuato alcuni possibili modelli di formazione che potrebbero integrare in modo sistematico collaborazioni con strutture formative di altri Paesi giovandosi degli apporti degli italiani all’estero (Cfr. “Le prospettive di valorizzazione delle competenze tecnico-scientifiche degli italiani all’estero per l’internazionalizzazione del sistema formativo”, febbraio 2006).
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• Studio di standard di accreditamento di strutture formative che offrono corsi internazionali;
• Studio di standard di competenze e di certificazione delle stesse a valenza europea ed internazionale,
• Promozione di gruppi di lavoro interregionali e di altre forme associative tra le Regioni per lo scambio di esperienze e la cooperazione tra le Regioni ed i Paesi esteri sulle tematiche dell’azione.
C.5.1.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e priorità del QSN
PON Asse C, ob 3.1, cat 72QSN 1.1.1,1.3.2
C.5.1.6 Destinatari
Nell’ambito dell’Obiettivo Convergenza, esteso al Mezzogiorno:
• Amministrazioni centrali, regionali e locali coinvolte nei processi di governo e di regolamentazione della formazione professionale e del lavoro;
• sistemi di istruzione, formazione e lavoro;
• parti sociali, soggetti socio-economici interessati, organizzazioni di settore, organizzazioni professionali.
C.5.2 Promozione di reti tra Attori socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di
settore italiani e di altri Paesi europei in collegamento con gli italiani all’estero al
fine di migliorare l’occupazione e la circolazione del capitale umano in ambito
transnazionale.
C.5.2.1 Dimensione strategica
Gli italiani all’estero presidiano importanti attività sociali, economiche ed istituzionali nei Paesi di residenza. Essi sono, pertanto, degli importanti mediatori di sviluppo di reti partenariali tra soggetti socioeconomici ed istituzionali in ambito europeo. Questa loro capacità offre un grande vantaggio di sistema per la creazione di mercati del lavoro integrati su base transnazionale che siano collegati a politiche di sviluppo.
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C.5.2.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS
Questa azione muove dal presupposto che il rilevante numero di accordi (362) tra soggetti socioeconomici italiani ed esteri, oltre a quelli promossi tra istituzioni territoriali (22), ottenuti nel periodo 2000-2006 con la promozione delle comunità italiane all’estero (PPTIE), offre uno scenario fecondo per sviluppare modelli di cooperazione transnazionale che riescano a collegare la cooperazione in materia di sviluppo locale con l’integrazione del mercato del lavoro e lo sviluppo dell’occupazione. L’azione dunque mira a consolidare e diffondere l’esperienza dei partenariati territoriali nell’ottica della costruzione di mercati del lavoro transnazionali, dandogli continuità e così capitalizzando il patrimonio di esperienze, di progetti e di relazioni già costituite. Il MAE, peraltro, ha già stipulato con il Ministero del Lavoro un Protocollo d’Intesa in materia di mobilità internazionale dei lavoratori.L’azione del MAE DGIEPM procederà selezionando un nucleo di accordi e di esperienze significative su cui effettuare un esercizio di modellizzazione di processi e di strumenti da diffondere tra tutte le Regioni (anche al fine di promuovere reti partenariali interregionali) da proporre in sede di coordinamento nazionale delle riforme delle politiche dell’occupazione e della mobilità dei lavoratori.
C.5.2.3 Obiettivi
L’azione ha i seguenti obiettivi:
a) Promuovere la creazione di reti trasnazionali tra attori territoriali socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di settore attraverso il coinvolgimento degli italiani all’estero al fine di migliorare l’integrazione delle politiche della formazione e dell’occupazione su base europea e la mobilità geografica dei lavoratori;
b) Rafforzare i processi di riforma del mercato del lavoro collegandolo allo sviluppo del territorio in contesti di economia aperta.
C.5.2.4 Attività
Le attività previste, a titolo esemplificativo, sono:
• Sviluppo degli accordi di partenariato regionali già promossi al fine di individuare modelli, standard e strumenti di partenariato tra soggetti socioeconomici e comunità italiane all’estero finalizzati a promuovere l’occupazione e la mobilità geografica dei lavoratori su scala geografica europea;
• Realizzazione di progetti di partenariato interregionali tra soggetti socioeconomici, parti sociali, organizzazioni di settore italiani e corrispondenti soggetti italiani all’estero;
31
• Scambio di personale esperto delle Regioni con esperti italiani all’estero;
• Trasferimento di buone prassi da altri Paesi sulle tematiche dell’azione con la collaborazione di italiani all’estero;
• Promozione di reti partenariali interregionali;
• Promozione di gruppi di lavoro interregionali e di altre forme associative tra le Regioni per lo scambio di esperienze e la cooperazione tra le Regioni ed i Paesi esteri sulle tematiche dell’azione.
C.5.2.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e Priorità del QSN
PON Asse F. cat spesa 81, ob.6.2.QSN ob.7.3.3
C.5.2.6 Destinatari
Nell’ambito dell’Obiettivo Convergenza, esteso al Mezzogiorno:
• Amministrazioni centrali, regionali e locali coinvolte nei processi di governo e di regolamentazione della formazione professionale e del lavoro;
• sistemi di istruzione, formazione e lavoro;
• parti sociali, soggetti socio-economici interessati, organizzazioni di settore, organizzazioni professionali.
C.5.3 Sviluppo della cooperazione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione
in collegamento con gli italiani all’estero.
C.5.3.1 Dimensione strategica
Gli italiani all’estero costituiscno una “sponda” naturale dell’Italia per tutti i processi di partenariato istituzionale e possono contribuire allo sviluppo della cooperazione in materia di formazione e di occupazione tra le autorità nazionali e regionali ed altri attori chiave italiani ed esteri. Infatti le comunità italiane all’estero sono inserite stabilmente nel sistema italiano all’estero tramite i COMITES ed il CGIE che già collaborano insieme al MAE con il Ministero del Lavoro per quanto riguarda gli interventi di formazione a favore degli italiani all’estero. Questa iniziativa intende affiancare alle attività già poste in essere nell’ambito della politica ordinaria una collaborazione istituzionale anche sul
32
versante delle Politiche di FSE attraverso la promozione degli italiani all’estero come risorse strategiche per lo sviluppo del sistema formativo ed occupazionale italiano in ambito transnazionale.
C.5.3.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS
Il MAE DGIEPM ha costituito nel periodo 2000-2006 la prima rete di raccordo istituzionale tra le Amministrazioni regionali del Mezzogiorno e la rete diplomatico-consolare in materia di formazione e di lavoro (rete ITENETs) con il coinvolgimento delle comunità italiane all’estero nell’intento di favorire la partecipazione attiva degli italiani all’estero nei processi di partenariato tra istituzioni italiane ed estere.Tale rete oggi dispone di strutture regionali, nazionali e focal point nei principali Paesi di emigrazione con una forte presenza europea e svolge servizi di informazione, orientamento, formazione, progettazione, scambio di buone prassi in collegamento anche con il sistema camerale italiano all’estero, consolidatosi con un Protocollo di collaborazione tra il MAE ed Assocamerestero.Terminata la fase di progettazione e di prima attivazione sperimentale della rete, occorre ora attuare interventi di consolidamento della rete, di adeguamento alle strategie del QSN, di raccordo con la programmazione operativa dei fondi strutturali 2007-2013, di integrazione della rete con tutte le altre iniziative di partenariato trasnazionale negli ambiti di intervento del FSE.La mancanza di questo intervento produrrebbe il rischio della dispersione dei risultati e degli investimenti realizzati nel periodo 2000-2006.
C.5.3.3 Obiettivi
L’obiettivo generale di questa azione è l’ integrazione ed il rafforzamento della rete ITENETs nel sistema di relazioni istituzionali previste dagli assi prioritari della Transnazionalità del PON FSE al fine di conseguire i seguenti obiettivi specifici:
• Promuovere l’accesso strutturato e regolare da parte delle Amministrazioni Centrali di settore, delle Regioni ed degli altri Attori istituzionali ai servizi della rete diplomatico – consolare nel settore della formazione-lavoro, valorizzando la collaborazione con i COMITES, il CGIE e con le altre istituzioni socioeconomiche rappresentative delle comunità degli italiani all’estero;
• Rafforzare i processi di partenariato/cooperazione istituzionale tra le Regioni e le Autorità degli altri Paesi;
• Supportare le Regioni nel processo di programmazione di iniziative per l’attrazione e la valorizzazione di risorse italiane dall’estero.
33
C.5.3.4 Attività
Le attività previste, a titolo esemplificativo, sono:
• Individuazione e progettazione di interventi, metodologie e strumenti per sviluppare la capacità delle Amministrazioni regionali e degli altri Attori chiave di avvalersi delle comunità italiane all’estero, dei COMITES e del CGIE a sostegno degli accordi transnazionali di formazione/lavoro delle Regioni e del Ministero;
• Trasferimento alle Regioni interessate di buone prassi, competenze e i modelli di sviluppo di equivalenti realtà estere;
• Scambi di risorse umane e professionali e di know-how con le diverse realtà-Paese;
• Azioni complementari rispetto a quelle previste dai POR per integrare i nodi regionali della rete ITENETs nelle iniziative transnazionali previste a livello locale e nazionale;
• Iniziative di supporto dei servizi della rete ITENETs per l’attuazione della programmazione nazionale e regionale in materia di transnazionalità.
C.5.3.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e Priorità del QSN
PON Asse F. cat spesa 81, ob, 6.1, 6.2.QSN ob. 1.1, 7.3.3
C.5.3.6 Destinatari
Nell’ambito dell’Obiettivo Convergenza, esteso al Mezzogiorno:
• Amministrazioni centrali, regionali e locali coinvolte nei processi di governo e di regolamentazione della formazione professionale e del lavoro;
• Sistemi di istruzione, formazione e lavoro;
• parti sociali, soggetti socio-economici interessati, organizzazioni di settore, organizzazioni professionali.
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39
ALLEGATO 1
ITENETs
International Training and Employment Networks
Sviluppo di un Network Istituzionale in materia di Lavoro e Formazione
Il sistema delle relazioni attivate è articolato su tre livelli:o Rete Nazionaleo Rete Regionaleo Rete Estera
1.1 Attori socio – economici locali coinvolti nella rete
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
40
RETE NAZIONALEIl livello nazionale è sotto la responsabilità del Ministero degli Affari Esteri (DGIEPM) con ilsupporto operativo dell’Agenzia esecutrice CIF – OIL (Centro Internazionale di Formazionedell’Organizzazione Internazionale del Lavoro) e raggruppa partners istituzionali quali:Ministero del Lavoro, la rete diplomatico consolare, la rete delle Camere di Commercio italiane.
Direzione Generale per gli Italiani all’Estero
e le Politiche Migratorie
Ministero degli Affari EsteriDirezione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM)Ufficio II Piazzale della Farnesina, 1 - 5 piano00194 - Roma - Italia Tel. +39.06.3691.4289Fax. +39.06.3691.5250
Referente: Consigliere d’Ambasciata Mauro Carfagnini
Unità Operativa Internazionale CIF - OIL Ministero degli Affari EsteriDirezione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM)Ufficio II Piazzale della Farnesina, 1 - 5 piano00194 - Roma - Italia Tel. +39.06.3691.3547Fax. +39.06.3236.317http://www.itenets.orge-mail: [email protected]
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
41
RETE REGIONALE
La rete regionale è costituita da 7 Osservatori regionali, chiamati a fare da cabina diregia su ciascun territorio per il coordinamento delle attività di matching tra i propriattori regionali (dal mondo istituzionale, politico, socio-economico, culturale) e le comunità di IRE.
Osservatorio ITENETs - Regione BasilicataPresidenza della Regione Basilicata Ufficio internazionalizzazione e promozione dell'immagineVia della Regione Basilicata 85100 - PotenzaTel.: +39.0971.668186Fax: +39.0971.668181
Orario d'attenzione al pubblicoLunedì - Mercoledì 15.30 - 18.00Martedì Giovedì 12.00 - 14.00
Referente: Rocco Messina
Osservatorio ITENETs - Regione CalabriaOsservatorio Regionale Italiani nel MondoPresidenza G.R. - Dipartimento 3 "programmazione Nazionale e Comunitaria - Affari Internazionali"Viale Europa, Centro Comalca, Loc. Germaneto88100 - CatanzaroTel.: +39 0961 858256/57/58Fax: +39 0961 858257
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
42
Orario d'attenzione al pubblicoLunedì - Venerdì 11.00 - 14.30Martedì e Giovedì 15.30 - 18.30
Referente: Pasquale Parisi
Osservatorio ITENETs - Regione CampaniaPresidenza della Regione CampaniaArea Generale di Coordinamento Rapporti con Organi Nazionali ed InternazionaliSettore studio e progetti CEE Via S. Lucia, 81 Napoli80132 - NapoliTel.: +39.081 796 2460/ 2632 / 2640Fax: +39.081 796 2109
Orario d'attenzione al pubblicoMartedì 9.00 - 13.30/14.30 - 18.00Giovedì 9.00 - 13.30
Referente: Liliana Ottazzi
Osservatorio ITENETs - Regione MoliseOsservatorio Regionale dei Molisani nel MondoAgenzia Molise Lavoro Via Masciotta, 13 86100 - CampobassoTel: +39.0874.418139Fax: +39.0874.412837
Orario d'attenzione al pubblico8.00-14.00 tutti i giorni feriali (escluso il sabato)Lunedì-mercoledì 15.00-18.00
Referente: Teresio Onorato
Osservatorio ITENETs - Regione PugliaOsservatorio sui processi formativi e lavorativi all'esteroAssessorato al Lavoro, Cooperazione e Formazione Professionale Via Corigliano, 1 70123 - Zona Industriale - BARI Tel. +39. 080 5405502Fax: +39.080 540 5506
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
43
Orario d'attenzione al pubblicoLunedì 10.00 - 12.00 e 15.00 - 19.00 Mercoledì 10.00 - 12.00
Referente: Giulia Veneziano
Osservatorio del lavoro e dell'impresa dei Sardi nel Mondo - Regione SardegnaAssessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza SocialeServizio della Cooperazione, Emigrazione e ImmigrazioneVia XXVIII Febbraio, 5 09131 - CagliariTel.: +39.070- 606 55 66Fax: +39.070- 606 55 82
Orario d'attenzione al pubblicoMercoledì 10.00 - 13.00Lunedì e Mercoledì 16.00 - 19.00
Referente: Salvatorica Addis
Osservatorio ITENETs - Regione SicilianaAssessorato Regionale Lavoro, Formazione Professionale, Previdenza Sociale ed EmigrazioneServizio Emigrazione/ImmigrazioneVia Imperatore Federico, 70 90146 - PalermoTel +39.091.7078485Fax +39.091.7078373
Orario d'attenzione al pubblicoLunedì 9.00 - 13.30Mercoledì 9.00 - 13.30 e 15.00 - 19.00
Referente: Gandolfo Conte
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
44
RETE ESTERA
Al fine di avviare processi di collaborazione interistituzionale tra le Regioni de Mezzogiornod’Italia ed i paesi che ospitano le nostre comunità di italiani è stata creata una rete di FocalPoint Esteri, in particolare nelle aree geografiche di interesse per il Progetto.
Fuso orario rispetto all'Italia: - 4 (-5 ore con l’ora legale in Italia)
Buenos Aires
CONSOLATO GENERALE D’ITALIA BUENOS AIRESMarcelo T. de Alvear 1149 C1058AAQ Buenos AiresTel.: 0054.11.4114.4800Fax: 0054.11.4114.4799
http://www.consbuenosaires.esteri.it
[email protected] Istituzionale:Seg. Leg. Nicola Occhipinti (Console)
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA NELLA REPUBBLICA ARGENTINAMarcelo T. de Alvear 1119 C1058AAQ Buenos AiresTel.: 0054 11 4816 5900Fax: 0054 11 4816 5902
www.ccibaires.com.ar
[email protected] Operativo: Claudio FARABOLA
Fuso orario rispetto all’Italia Melbourne e Sydney +8 (Perth +6)
Melbourne (VICTORIA)CONSOLATO GENERALE D’ITALIA DI MELBOURNE
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
45
509, St. Kilda Road Melbourne - VIC 3004Tel.: 0061 3 9867 5744Fax: 0061 3 9866 3932
www.consmelbourne.esteri.it
[email protected] Istituzionale: Maurizio Tomassini(Commissario Aggiunto Economico)
SydneyCONSOLATO GENERALE D’ITALIA DI SYDNEY(NUOVO GALLES DEL SUD) - Consolato GeneraleLevel 45 - 1 Maquarie Place Sydney NSW 2000
www.conssydney.esteri.it
[email protected].: 0061 2 9392 7900Fax: 0061 2 9252 4830Referente Istituzionale: Alessandro Falchetto
Perth (AUSTRALIA OCCIDENTALE)CONSOLATO D’ITALIA DI PERTHLevel 2, 1292 Hay StreetWest Perth WA 6005 Tel.: 0061 8 9322 4500Fax: 0061 8 9322 9911
www.consperth.esteri.it
[email protected] Istituzionale: Silvio Pentrella
San PaoloCONSOLATO GENERALE D'ITALIA IN SAN PAOLOAvenida Paulista 1963, 01311-300 San PaoloTel: 0055 11 3549 5643 Fax: 0055 11 3253 8801
http://www.italconsul.org.br
[email protected] Istituzionale: Andrea Amati (Commissario economico-finanziario)
CAMERA ITALO-BRASILIANA DI COMMERCIO E INDUSTRIAAv. Paulista, 2073 - Conjunto Nacional - Horsa II – 24° andar01311-940 San PaoloTel.: 0055 11 3179 0130Fax: 0055 11 3179 0131
www.italcam.com.br
[email protected] Operativo: Attilio FANIA
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
46
Rio de JaneiroCONSOLATO GENERALE D’ITALIA IN RIO DE JANEIROVia Presidente Antonio Carlos, 40 / 7º piano20020-010 - Rio de Janeiro (RJ) Tel: 0055 21 2282 1315Fax: 0055 21 2262 6348
www.consriodejaneiro.esteri.it
[email protected] Istituzionale: Livio ANGELONI
CAMERA DI COMMERCIO ITALO-BRASILIANA DI RIO DE JANEIROAv. Graça Aranha, 1/6° andar 20030-002 Rio de Janeiro Tel. 0055-21-22629141 / 22622996 / 25634100Fax 0055-21-22622998
www.camaraitaliana.com.br
[email protected] Operativo: Denise de Almeida PERES
CANADA
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org
CANADA
TorontoCONSOLATO GENERALE D’ITALIA A TORONTO136, Beverly Street – Toronto (Ontario) M5T 1Y5CanadaTel: +1 416 977 1566; 977 2569 Fax: +1 416 977 1119
http://www.constoronto.esteri.itReferente Istituzionale: Elena Sollazzo
Fuso orario rispetto all’Italia: + 2
Addis Abeba
AMBASCIATA D’ITALIA AD ADDIS ABEBA"Villa Italia" - Kebenà - P.O.Box 1105 Addis Abeba Tel. 00251 1 235687/4
Fax 00251 1 235689
http://www.ambaddisabeba.esteri.it
Referente Istituzionale: Alessandra Pastorelli – Segretario Commerciale
47
IBCA - ITALIAN BUSINESS COMMUNITY ASSOCIATIONP.O. Box 18675Addis Ababa, Ethiopia
www.ibcaethiopia.org
[email protected]. / Fax 00251 1 551152
[email protected] Operativo: Antonio PAGLIARICCI
BerlinoAMBASCIATA D’ITALIA Hiroshimastrasse, 1 10785 Berlin GermaniaTel.: 0049 30 254400Fax: 0049 30 25440169
www.ambberlino.esteri.it
[email protected] Istituzionale: Ivella MARABISSI - Ufficio [email protected]
FrancoforteCONSOLATO ITALIANO DI FRANCOFORTE Kettenhofweg, 1 - D 60325Francoforte sul MenoGermania
http://www.consolati-italiani.de/francoforte
[email protected].: 0049 69 75310 Fax: 0049 69 7531143Referente Istituzionale: Rosa Maria Chicco – Console Generale
Fuso orario rispetto all’Italia: -1
AMBASCIATA ITALIANA DI LONDRAAMBASCIATA D'ITALIA A LONDRA 14, Three Kings Yard, London W1K 4EHTel.: 0044 (0) 2073122200Fax: 0044 (207) 73122230
http://www.amblondra.esteri.itReferenti istituzionali: Giuseppe Berlendi - Consigliere per l'Emigrazione e gli AffariSocialiStefano Stefanile - Consigliere Commerciale
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
48
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA NEL REGNO UNITOChristian Fianco 1 Princes StreetW1B 2AY Londra - REGNO UNITO Tel.: +44 20 74958191Fax: +44 20 74958194
http://www.italchamind.org.uk/
Newsletter UK
Fuso orario rispetto all’Italia: 0
RabatAMBASCIATA D'ITALIA Francesco Grieco2, Zankat Idriss Al Azhar Tel.: 00212 37 219 746/730Fax: 00212 37 70 68 82
www.ambrabat.esteri.it
[email protected] Istituzionale: Francesco Grieco
Fuso orario rispetto all’Italia: + 1
New York CONSOLATO ITALIANO DI NEW YORK690, Park Avenue - New York, NY 10021Tel. +1 (212) 737 9100Fax. +1 (212) 249 8631
http://www.italconsulnyc.org
MiamiCONSOLATO ITALIANO DI MIAMI4000 Ponce de Leon Boulevard, Suite 590 - Coral Gables, FL 33146Tel. +1 (305) 374 6322Fax +1 (305) 374 7945
www.consmiami.esteri.it
[email protected]: Giovanni Turturiello - Commissario Agg.to Economico Finanziario e Commerciale
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
49
FiladelfiaCONSOLATO ITALIANO DI FILADELFIA1026, Public Ledger Bldg. – 150 South Indipendence Mall West Suite 1026 – PhiladelphiaTel: +1 215 592 7329 - 0079 Fax: +1 215 592 9808
http://www.italconphila.org
BostonCONSOLATO ITALIANO DI BOSTON600 Atlantic Ave. - Boston, MA 02210Tel: 001 61 77229201 – 2 - 3Fax: 001 617 7229407
http://www.consboston.esteri.it
Fuso orario rispetto all’Italia: + 1
PretoriaAMBASCIATA ITALIANA DI PRETORIA796, George Avenue, 0083 Arcadia – Pretoria Sud AfricaTel 0027 12 4230000 – 5158 - 5157Fax 0027 12 4305547
www.ambpretoria.esteri.it
JohannesburgCAMERA DI COMMERCIO DI JOHANNESBURGSportello Unico, 42 Chester Road, Parkwood21913 JohannesburgSud AfricaTel: +27 (0)11 327 3888Fax: +27 (0)11 327 3892
http://www.italcham.co.za
[email protected], [email protected]: Andrea Rinaldi – Segretario Generale
Città del Capo CONSOLATO GENERALE2, Grey’s Pass8001 Gardens - Cape Town Sud AfricaTel. +27 21 4873900 Fax +27 21 4240146
http://www.ctcons.com
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
50
CAMERA DI COMMERCIO DI CITTà DEL CAPO1st floor Scalabrini Centre, 43-47 Commercial Street Cape Town 8001Sud Africahttp://ww.icc.org.zaTel: 0027 21 4659599 Fax: 0027 21 4656317 E-mail: [email protected]:Giovanna Roma – Segretario Generale
Fuso orario rispetto all’Italia: 0
Zurigo
CONSOLATO GENERALE D’ITALIA ZURIGO Tödistrasse 67 8039 ZurigoTel. 0041-44-2866111Fax 0041-44-2011611
http://www.consolato-italia-zh.ch
[email protected]: Stefano SCARPA
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA PER LA SVIZZERASeestrasse 123 8027 Zurigo Tel. 0041-44-2892323Fax 0041-44-2015357
www.ccis.chReferente: Luigi PALMA
Fuso orario rispetto all’Italia: 0
TunisiAMBASCIATA D'ITALIA 3, Rue de Russie1002 TunisiTel.: 00216 7132 1811 - 7073Fax: 00216 7132 4155
www.ambtunisi.esteri.it
[email protected] Istituzionale: Mariano FotiDirettore Ufficio Cooperazione
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
51
Fuso orario rispetto all’Italia: - 4
MontevideoAMBASCIATA D'ITALIA A MONTEVIDEOCapo Ufficio CommercialeJosé Benito Lamas 2857 / C.P. 26811300 Montevideo – UruguayTel. + 598 2 708.0542
www.ambmontevideo.esteri.it
[email protected] Istituzionale: Primo Segretario Carlo Romeo
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA DELL’URUGUAYPaysandú 81611100 Montevideo
http://www.davanet.com.uy/cciuTel. 00598-2-9015005Fax. 00598-2-9021421Referente: Gerardo FERNANDEZ GIGLIO
CaracasCONSOLATO ITALIANO A CARACASQuinta el Ancla, Av. Mohedano 64 entre 1.ra y 2.da Transversal La CastellanaTel.: 0058212 2121.148 – 119 - 104Fax: 0058212 2621420
http://www.consitaliacaracas.com
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
52
1.1 ATTORI SOCIO – ECONOMICI LOCALI COINVOLTI NELLA RETE
Regione Attori socio – economici localiBasilicata 1. Provincia di Matera
2. Provincia di Potenza 3. Centro Estero Camere Commercio Basilicata4. Università
Calabria 1. Provincia di Crotone,2. Provincia di Cosenza 3. CCIE Crotone4. CCIE Cosenza,5. CCIE Reggio Calabria,6. Arssa
Campania 1. Società MATER2. CNR Campania3. Osservatorio sulla qualità delle politiche sociali dell’Assessorato allePolitiche Socio-Culturali e al Turismo della Provincia di Benevento4. Sportello SPRINT (Sportello per l’Internazionalizzazione) RegioneCampania5. COLDIRETTI Campania6. Agenzia di Sviluppo Locale “Sannio Europa”7. Agenzia di Sviluppo Locale MU.SV.EUR8. INIAS - Institute of Italian-American Studies
Molise 1. Unioncamere Molise2. Centro Estero Molise
Puglia 1. Teatro Pubblico Pugliese2. Universus CSEI3. CRATE ( Centro Regionale Assistenza e Tutela Emigrati)4. AITEF (Associazione Italiana Tutela Famiglie Emigrate)5. IRSEM (Istituto di ricerca dei sistemi evolutivi del management)6. IRSEO Onlus (Istituto di ricerca di Sistemi Educativi e dell'Orientamento)7. F.I.L.E. (Federazione Italiana Lavoratori Emigrati)8. PROMOSUD9. Tecnopolis 10. Camera di Commercio Italo-Lussemburghese 11. ACIT (Autorità Portuale Taranto)12. Studi Economici13. Consiglio Regionale Puglia - Teca del Mediterraneo
Sardegna Accordi: 31 Circolo Sardo di Berlino / VERSUS (Germania) 2 Circolo Sardo di Bruxelles /ADBS Devenirs (Belgio)3 Federazione dei sardi in Francia / Metz Technopole (Francia)
Adesioni all’Osservatorio: 69 1 imprese sarde: 37 2 circoli sardi all'estero: 12 3 associazioni di categoria: 3 4 imprese estere: 135 enti esteri: 4 (3 camere di commercio e 1 università)
Sicilia 1. Provincia di Ragusa 2. Comune di Ragusa 3. Provincia di Catania 4. Comune di Catania
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
53
5. Consorzio Med Europe/Confindustria Sicilia6. Camera di Commercio di Ragusa 7. Università di Messina 8. ISIDA – Istituto Superiore per Imprenditori e Dirigenti d’Azienda 9. Collegio Universitario ARCES10. CIAPI - Centro Interaziendale Addestramento Professionale11. ANFE – Associazione Nazionale Famiglie Emigrati12. Associazione “Ragusani nel Mondo”13. Associazione “Siracusani nel Mondo”14. CRASES – Centro Regionale Assistenza Solidarietà Emigrati
Siciliani15. USEF – Unione Siciliana Emigrati e Famiglie 16. Patronato INAS CISL17. Patronato ENCAL
Progetto ITENETshttp://www.itenets.org; [email protected]
54
ALLEGATO 2
PPTIE
Programma di Partenariato Territoriale con gli Italiani all’Estero
Accordi tra Attori territoriali (I^ fase)1. Risultati raggiunti
2. Tipologia dei progetti presentati
3. Accordi di partenariato promossi dall’iniziativa durante la prima fase
Accordi tra Istituzioni (II^ fase)Riepilogo accordi PPTIE II fase
55
1. Risultati raggiunti
Dalla pubblicazione dell’invito nel Settembre 2003 alla chiusura dei termini di invio delle
candidature sono state ricevute 771 domande di partecipazione da soggetti che rappresentano
le comunità degli italiani all’estero e da attori dei territori delle Regioni dell’Obiettivo 1.
La sintesi dei risultati del PPTIE in termini di partecipazione ai Workshops, contatti, progetti,
accordi formalizzati è la seguente:
DOMANDE DI PARTECIPAZIONE
771 (ITALIA 343 – ESTERO 428)
Accordi 362Progetti 451Contatti 1101Presenze 2096Copertura dei media 60 testate 170 articoli o servizi radio-tv
Partecipanti ai Workshop suddivisi per Regione
Regione
Basilicata
Regione
Calabria
Regione
Campania
Regione
Puglia
Regione
Sardegna
Regione
Sicilia
TOTALE
Numero di partecipanti
103 203 168 293 221 176 1164
Partecipantiprovenientidall’estero
13 32 45 36 24 34 184
Numero di presenze
156 373 320 584 369 312 2114
56
Risultati raggiunti durante i Workshops suddivisi per Regione
Regione
Basilicata
Regione
Calabria
Regione
Campania
Regione
Puglia
Regione
Sardegna
Regione
Sicilia
TOTALE
48 147 147 194 118 117 771Propostepervenute 34 estero
14 Italia
94 estero
53 Italia
75 estero
72 Italia
111 estero
83 Italia
75 estero
43 Italia
39 estere
78 Italia
428 estere
343 Italia
Accordi 38 46 55 200 23 / 362
Progetti 38 46 69 200 25 73 451
Contatti 98 152 201 349 149 152 1101
2. Tipologia dei progetti presentati
Nel corso dei Workshops i proponenti sia territoriali che esteri hanno spesso realizzato
ulteriori o diversi accordi rispetto a quelli “preventivati” nelle domande di partecipazione,
sulla base di affinità e prospettive emerse durante l’evento.
Sono state presentate proposte per l’avvio di nuove università, la creazione di “bio-villaggi
turistici” sostenibili, gemellaggi innovativi, come quello tra il porto di Napoli e di Miami, con
collegamenti diretti e scambio di know how, collaborazioni in campo tecnologico, scientifico
e medico/biologico, come la collaborazione tra aziende farmaceutiche meridionali e università
estere per lo sviluppo di nuovi farmaci; nuove applicazioni delle biotecnologie, progetti per lo
sviluppo di flussi turistici specifici verso l’Italia, gli scambi commerciali, etc., sempre
nell’ambito delle priorità regionali per lo sviluppo, la formazione, la creazione d’impresa ed i
rapporti con i paesi esteri di maggiore interesse.
I grafici di seguito presentati illustrano la proporzione nelle quattro macroaree e nelle diverse
tipologie di accordo complessivamente attivate nella prima fase del PPTIE.
Aree progettuali
50%
30%
11%9%
Econom ia
Cultura
Pubblica Am m inis trazione
Sociale
57
Tipologia di accordo
24%
56%
20%
Networking
Capacity building eformazione
Sviluppo
Le tipologie degli accordi sottoscritti per ciascuna area progettuale, risultano dalla seguente
tabella:
Macro – area
Tipologia di progetto
Pubblica
amministrazione
istituzioni
Economica Culturale Sociale
Totale
Creazione di retie Promozione
25 54 30 7 116
Capacity Buildinge Formazione
15 151 80 30 276
Sviluppoe Cooperazione
16 39 38 7 100
Totale 56 244 148 44 *
* Il totale non è significativo poiché un certo numero di accordi riguarda più aree progettuali
e/o tipologie
Per quanto attiene alla distribuzione geografica delle partnership estere, si può notare che essa
riflette le presenze di emigrati italiani di prima, seconda e terza generazione nei relativi Paesi.
58
Distribuzione accordi di partenariato per paesi esteri principali
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64
90
60
33
16
2837 37
75
19
0
10
20
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40
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Germania
Gran Bretagna
Sud Africa
Svizzera USA
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3. Accordi di partenariato promossi dall’iniziativa durante la prima fase
REGIONE BASILICATA
Paese EnteAccordi/
progetti
Experts by Experts 3
OAME 2Argentina
Assoargentina 3
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 4
Camera di Commercio Italo Brasiliana di Rio de Janeiro 7Brasile
TV Rio Sul 2
Canada Camera di Commercio Italiana di Toronto 8
Israele Dell’Ariccia Consulting 3
Sud Africa Scalabrini Development Agency 2
Fondazione Ecap 1Svizzera
Camera di Commercio italiana per la Svizzera 1
Uruguay Associazione lucana di Paysandu 1
USA Romantica Tour 1
REGIONE CALABRIA
Paese Ente Accordi/progetti
Università di Tella Buenos Aires 1
Camera di Commercio Italiana di Mendoza 2Argentina
Università de Congresso - Mendoza 1
Università Juan Agustin Maza - Mendoza 2
Istituto de Jarollo Indusrtial Tecnologico y de Servicios 1
Camera di Commercio Italiana di Perth 3Australia
Camera di Commercio Italiana di Melbourne 2
Università di Camberra 1
Telespazio Brasil 1
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 3
Università Mackenzie di San Paolo 1
Centro de Convecoes di Bahia 1
Brasile
Camera di Commercio italiana di Rio de Janeiro 2
Centro Richadson Sopitale 1
Camera di Commercio Italiana di Toronto 3
Canadian Calabrian Development Agency 1
Canada
Health Canada – National Microbiology Laboratry 1
60
Agriculture and Agri Food - Winnipeg 1
Camera di Commercio Italiana del Manitoba 1
Camera di Commercio Italiana di Montreal 5
Paese Ente Accordi/progetti
Cile Vigna Santa Adele 2
Francia Camera di Commercio Italiana di Parigi 4
EEIG Sustainable Development Enterprise 2GranBretagna Camera di Commercio Italiana – United Kingdom 2
Svizzera Assoi.CH 5
USA Lilia Inc 4
REGIONE CAMPANIA
Paese EnteAccordi/
progetti
Panorama International Productions 1
Image Service Australia 1
Camera di Commercio Italiana di Melbourne 1
Università di Swinburne 2
Camera di Commercio Italiana di Perth 6
Australia
Camera di Commercio Italiana di Sydney 6
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Rio de Janeiro 8
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 3
Camera di Commercio Italiana di Porto Alegre 1
Università di Rio de Janeiro 2
Telespazio Brasil 1
Brasile
Camera di Commercio Italiana di Rio Grande del Sud 1
Camera di Commercio Italiana del Manitoba 3
Agricolture and Agri-Food 2
Camera di Commercio Italiana di Toronto 1
Università del Manitoba 2
Camera di Commercio Italiana di Montreal 2
Camera di Commercio Italiana di Vancouver 4
National Microbiology Laboratory 1
Canada
De Luca Bros. Food International 1
Egitto C&F Services 3
Unisco 1Francia
Camera di Commercio Italiana di Parigi 2
61
Intoconsultants Ltd 1
Medirecord Ltd 1Gran
BretagnaCity Jet Travel 1
Arkya International 1Israele
Dell’Ariccia Consulting 1
Scalabrini Development Agency 1Sud Africa
Rural Development Technology 1
Assoi.CH 2
Fondazione ECAP 3Svizzera
Camera di Commercio Italiana di Zurigo 2
Camera di Commercio Italiana del Texas 1
Camera di Commercio Italiana di Miami 3
Camera di Commercio Italiana di Los Angeles 3
Italy’s Direct 2
Studio Legale Rinaldi 1
Italbitz 3
CIAO Italia 1
Italian Restaurant TV –Network 1
Istituto Commercio Estero – New Yorh 1
USA
INIAS – New York 2
Venezuela Camera di Commercio Italiana di Caracas 2
REGIONE PUGLIA
Paese Ente Accordi/progetti
Albania Centro Sociale Don Bosco – Tirana 2
Associazione Pugliese di Buenos Aires 13
Associazione Pugliese di La Plata 16
Camera di Commercio Italo-Argentina di Mendoza 4
Camera di Commercio Italiana di Buenos Aires 8
Collegio Preciosissimo Sangre 1
Universidad de Concepcion del Uruguay 13
Universidad Nacional de Rosario 1
Circoscrizione Generale di Buenos Aires 1
Centro de Estudios e Investigaciones, Universidad Nacional de Quilmes
6
Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas (CONICET)
1
Argentina
Consejo para el Desarrollo Productivo de Concepciòn del Uruguay
1
62
Associazione Puglia NSW Co – Operative Ltd 2AustraliaFederazione Pugliese d’Australia 14
Belgio Università di Liegi 1
Áquila serviços técnicos LTDA 10
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 7
Telespazio 5Brasile
Fundação Getulio Vergas 1
Camera di Commercio Italiana di Manitoba 8
Agricolture and Agri-Food 3Canada
Camera di Commercio Italiana di Toronto 1
Camera di Commercio Italiana per la Francia 7Francia
Istituto Europeo di Ricerca e Formazione 4
CGIL Bildungswerk 7Germania
Enaip Berufsbildungswerk 2
Scottish Crop Research Institute 2
Intoconsultants Ltd 8Gran
BretagnaMedirecord Ltd 6
Romania Unimpresa Romania 1
Associazione pugliesi nel mondo 9
Scalabrini development agency 7Sud Africa
Societ Dante Alighieri del KWAZULU Natal 10
Associazione Teatro Pan 4
Assoii.Ch 6
Fondazione Ecap Svizzera 6Svizzera
Federazione Associazioni Pugliesi 2
Turchia Associazione di amicizia e cultura Italo-Turca di Ankara 6
Camera di Commercio Italiana di Miami 3
Camera di Commercio Italiana del Texas 12USA
United Pugliesi Federation of the Metropolitan Area 6
Venezuela Fedapuve Federazione Pugliese Venezuela 7
REGIONE SARDEGNA
Paese Ente Accordi/progetti
Camera di Commercio Italiana di Cordoba 1
Camera di Commercio Italiana di Buenos Aires 1Argentina
Circolo Sardo del N.O.A. 1
ABT Agencia Brasileira de Turismo 1
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Rio de Janeiro 4
TV Rio Sul 1Brasile
Senac - Rio de Janeiro 2
63
Università di Sofia – Facoltà di Architettura 1BulgariaEta informatica 2
Ibas Inc 2
Metacork 1
National Microbiology Laboratori 1Canada
Camera di Commercio Italiana di Toronto 1
Université de la Méditerranée de Marseille 1Francia
Institut de marketing et développement 3
Germania Studio Legale Schillik 1
Compass Agencies 1GranBretagna Associazione Sardegna 2000 1
Israele Dell’Ariccia Consulting 7
Polonia Starostwo Powiatowe – Ente regionale della Regione Zywiec 1
Portogallo Istituto Politecnico de Tomar 1
RepubblicaCeca
KM Trade 1
Senegal Associazione Senegal-Italia (SEN-IT) 3
Sud Africa Sandown Tour 1
Svizzera Fondazione Ecap 1
USA Italy Direct 3
REGIONE SICILIA
Paese Ente Progetti
Camera di Commercio Italiana di Perth 4
Vizzini Social Club 1
Associazione Siracusane Australia 2
ALIAS Australia 4
NIMAC (Network of Italian Mayors and Councillors) 2
City of Whittlesea 1
City of Moreland 2
Swinburne University 2
Australia
Camera di Commercio italiana di Melbourne 7
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Rio de Janeiro 6
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 2
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Minas Gerais 5
ACIB Associazione Culturale Italo-Brasileira 1
Trinacria 1
Aquila Serviços tecnicos 1
Brasile
ABT Agenzia Brasileira de Turismo 2
64
Associazione Siciliani in Brasile 1
Camera di Commercio Italiana di British Columbia e dell’Alberta
4
Health Microbiology Laboratory 1Canada
University of Manitoba 1
Egitto C&F Services 4
Etiopia Italian Business Community Association 1
Enaip Francia 4
Camera di Commercio Italiana per la Francia 2Francia
Ancetres Italiens 3
Germania Centro Italiano Bad Soden an Taunus 5
GranBretagna
Enaip Gran Bretagna 2
Scalabrini Development Agency 1
Cape Town Opera 3Sud Africa
Sandown Tour & Incentives 2
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera 2Svizzera
Assoii.ch 1
Venezuela Camera di Commercio Italo-Venezuelana 7
Paese Ente Progetti
Sole Sicilia 3
Italy America Chamber of Commerce - West Inc 4
Romantica Tours 3
Camera di Commercio Italiana di Miami 2
USA
Van Vakys (The Italians) 4
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ALLEGATO 3
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Report Ricercatori (Aggiornamento al 1.8.2006) - Archivio della banca dati DAVINCI
Categoria N. ricercatori
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Architecture 26
Biology 361
Chemistry 134
Earth Science 56
Engineering 318
Humanities and Arts 143
Mathematics and Computer Science 169
Medicine 284
Physics 281
Science Policy 60
Social Science 244
Veterinari Medicine 10
Totale i1 : 1.418
1 Alcuni ricercatori risultano avere più competenze questo è il motivo per il quale i dati secondo la suddivisione per categoria non risultano essere uguali al totale dei ricercatori (Fonte : Ministero Affari Esteri)
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ALLEGATO 6
ASPETTI NORMATIVI: LA RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE, NUOVE PROSPETTIVE DI GOVERNANCE NEL
SISTEMA STATO – REGIONI
Tra le novità della riforma della Legge costituzionale n.3 del 2001 e della “legge La Loggia” del 5 giugno 20031 appare qui rilevante, in tema di rapporti con l'ordinamento internazionale, il nuovo testo dell'articolo 117. Esso prevede specificamente che:
- lo Stato conservi la riserva della "politica estera" e la potestà esclusiva dei "rapporti internazionali dello Stato";
- l’attribuzione alla potestà concorrente dei "rapporti internazionali e con l'Unione Europea delle Regioni", nonché del "commercio con l'estero";
- le Regioni abbiano il potere di concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro stato nelle materie di propria competenza in casi e forme disciplinati da leggi statali;
- le Regioni restino subordinate, nell'attività di attuazione della normativa internazionale e comunitaria, alle leggi statali che determinano i "livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale", mentre per i settori di competenza concorrente rimangono soggette anche alle leggi statali recanti i principi fondamentali.
Pertanto, le nuove disposizioni costituzionali non vietano affatto l'interposizione con valenza condizionante di leggi statali nell'attività regionale di attuazione degli obblighi internazionali e comunitari. In concreto, non impediscono un certo controllo dello Stato. Così, la mancata previsione di autorizzazione non vuol dire che le regioni siano pertanto autorizzate a tessere, in piena autonomia, rapporti e contatti esterni senza che il Governo centrale ne sia informato.
Le Regioni, dunque, pur avendo questo potere contrattuale "esterno", non potrebbero ora vantare un “treaty making power” nel senso tradizionale di potere di concludere trattati internazionali o comunque accordi che incidono sulla politica estera italiana.
Le disposizioni contenute nella legge La Loggia sono dirette soprattutto ad attuare e sciogliere i nodi interpretativi creati dal nuovo art.117 Cost. Per quanto riguarda l'attuazione del disposto dell'ultimo comma dell'art.117 ("nelle materie di sua competenza, la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato", conferendo alla legge ordinaria il compito di definirne i casi e le forme), viene ribadito che nella materie di legislazione concorrente, le regioni esercitano la potestà legislativa
1 La legge 2003 n.131, cosiddetta "legge La Loggia", recante disposizioni per l'adeguamento dell'ordina-mento della
Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3 ,adottata il 10 giugno 2003.
81
nell'ambito dei principi fondamentali espressamente determinati dallo Stato o, in difetto, quali desumibili da leggi statali vigenti..
In maniera schematica può dirsi che la legge La Loggia prevede la possibilità per le Regioni di:
a) provvedere direttamente all’attuazione e all’esecuzione degli accordi internazionali conclusi e ratificati dallo Stato;
b) concludere intese dirette a favorire il loro sviluppo economico, sociale e culturale, nonché a realizzare attività di mero rilievo internazionale inoltrando apposita comunicazione prima della firma alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari regionali ed al Ministero degli affari esteri, ai fini delle eventuali osservazioni di questi ultimi e dei Ministeri competenti, da far pervenire a cura del Dipartimento medesimo entro i successivi trenta giorni, decorsi i quali le Regioni e le Province autonome possono sottoscrivere l’intesa;
c) formalizzare accordi con altri Stati, nelle materie di propria competenza legislativa, vale a dire:
− esecutivi ed applicativi di accordi internazionali regolarmente entrati in vigore,
− accordi di natura tecnico-amministrativa,
− accordi di natura programmatica finalizzati a favorire il loro sviluppo economico,
− sociale e culturale.
La procedura per i negoziati e la conclusione degli atti delle Regioni risulta pertanto essere la seguente:
a) la Regione invia tempestiva comunicazione delle trattative al Ministero degli Affari Esteri ed alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari regionali, che ne danno a loro volta comunicazione ai Ministeri competenti;
b) il Ministero degli Affari Esteri indica eventualmente principi e criteri da seguire nella conduzione dei negoziati;
c) qualora i negoziati si svolgano all’estero, le competenti rappresentanze diplomatiche e i competenti uffici consolari italiani collaborano alla conduzione delle trattative (previa intesa con la Regione);
d) la Regione invia comunicazione del progetto, prima di sottoscrivere l’accordo, al Ministero degli Affari Esteri;
e) il Ministero degli Affari Esteri, sentita la Presidenza del Consiglio dei ministri –Dipartimento per gli affari regionali, accertata l’opportunità politica e la legittimità dell’accordo;
82
f) il Ministero degli Affari Esteri conferisce i pieni poteri di firma (previsti dalle norme del diritto internazionale generale e dalla Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati).
Per tutte e tre le categorie di atti è previsto un sistema di intervento dello Stato ed un sistema di soluzione delle possibili controversie tra stato e regioni:
Il Ministro degli affari esteri può, in qualsiasi momento, rappresentare alla Regione questioni di opportunità inerenti alle attività di cui ai commi da 1 a 3 e derivanti dalle scelte e dagli indirizzi di politica estera dello Stato e, in caso di dissenso, sentita la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari regionali, chiedere che la questione sia portata in Consiglio dei ministri che, con l’intervento del Presidente della Giunta regionale o provinciale interessato, delibera sulla questione.
Appare quindi evidente, come già inizialmente detto, che la modifica dell’art.117 Cost. non ha attribuito alle Regioni un proprio reale “treaty making power”. A conferma della soggettività internazionale e della titolarità dello Stato del potere di stipulare trattati internazionali, vi è la previsione dell’obbligo di comunicazione del progetto di accordo al Ministero degli Affari esteri (prima della sottoscrizione) a pena di nullità dell'accordo. Gli accordi sottoscritti in assenza del conferimento di pieni poteri sono nulli.
Sembra, quindi, che la legge La Loggia non abbia in realtà quel contenuto innovativo che si poteva attendere, limitandosi a riaffermare quanto già espresso nella normativa pregressa già esaminata (D.P.R. n.616 del 1977 e D.P.R. 31 marzo 1994) e secondo gli standard fissati dalla giurisprudenza costituzionale (sentenza n.187/1989). Il contenuto dell'attività estera delle Regioni coincide, pertanto, ancora, con la tradizionale suddivisione: quello delle attività promozionali all'estero e delle attività di mero rilievo internazionale.
83
ALLEGATO 7
Espressioni di interesse delleAmministrazioni Regionali
per la continuità dell’azione di sistemadel MAE-DGIEPM
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