Come è ormai consuetudine, ogni anno
il Papa si rivolge ai cristiani della Chiesa
universale con un messaggio per la
Quaresima, invitando a riflettere su un
tema che unifichi il comune pensiero e
crei comunione. Il tema di quest’anno
riguarda la pratica del digiuno
“Incoraggio le parrocchie ed ogni altra
comunità ad intensificare in Quaresima
la pratica del digiuno personale e
comunitario, coltivando altresì l'ascolto
della Parola di Dio, la preghiera e
l’elemosina.
Nelle prime comunità cristiane i fedeli
erano invitati a dare ai poveri quanto,
grazie al digiuno,era stato messo da
parte. Anche oggi tale pratica va
riscoperta e incoraggiata”.
Ma perché digiunare? Quale valore e
quale senso ha il privarci di qualcosa
che sarebbe in se stesso buono e utile
per il nostro sostentamento?
Domande e risposte ci sono suggerite
dal documento pontificio e meritano
una particolare attenzione.
Scrive il Papa: “Le Sacre Scritture e
tutta la tradizione cristiana insegnano
che il digiuno è di grande aiuto per
evitare il peccato e tutto ciò che ad
esso induce. Per questo nella storia
della salvezza ricorre più volte l’invito
a digiunare”. E’ però necessario non
imitare “l’atteggiamento dei farisei, i
quali osservavano con scrupolo le
prescrizioni imposte dalla legge, ma il
loro cuore era lontano da Dio”.
Il vero digiuno si compie “nel segre-
to”, è “finalizzato a mangiare il «vero
cibo», che è fare la volontà di Dio” e
con il digiuno, “il credente intende
sottomettersi umilmente a Dio, confi-
dando nella sua bontà e misericor-
dia”. “Ai nostri giorni la pratica del
digiuno pare aver perso un po’ della
sua valenza spirituale e aver acquista-
to piuttosto, in una cultura segnata
dalla ricerca del benessere materiale,
il valore di una misura terapeutica
per la cura del proprio corpo.
Continua a pag.5
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INTENSA PREPARAZIONE
SPIRITUALE ALL’ASSEMBLEA
VICARIALE IN VISTA DELLA
PRIMA
SESSIONE
SINODALE DI
MAGGIO
pag. 2
ACCOGLIENZA
DEL MESSAGGIO
DEL PAPA CHE
INVITA A
VALORIZZARE LA
PRATICA DEL
DIGIUNO
pag. 1 e 4
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Per noi fedeli cristiani che viviamo in
questo lembo di terra che è il Polesine,
la Quaresima 2009 costituisce una
grande e felice occasione per prepa-
rarci alla prima sessione sinodale che si
terrà verso la fine di maggio e che si
concluderà con una celebrazione
liturgica nella nostra chiesa Concatte-
drale del Duomo.
Tale momento sarà preceduto da una
assemblea vicariale che ci vedrà riuniti
presso il Teatro Duomo nella domenica
29 marzo prossimo.
Stiamo raccogliendo in questi giorni i
contributi delle schede elaborate per
la lettura comunitaria della nostra
esperienza di fede, con particolare ri-
ferimento al senso della sua acco-
glienza, della sua incisività sul
territorio, della forza liberante che
promana.
I mesi passati ci hanno impegnato in
una attenta riflessione che ci ha
permesso di scorgere i semi di bene
presenti nella comunità, ma anche i tanti
limiti e soprattutto le nuove emergenze
umane, culturali e religiose.
presenti nella comunità, ma anche i
tanti limiti e soprattutto le nuove
emergenze umane, culturali e religiose.
Ci siamo interrogati, mettendo davanti
al Signore tutta la nostra impotenza di
operatori pastorali, e in special modo la
grande fiducia nella azione d’amore
dello Spirito di Dio che supplisce ai
nostri vuoti, alle nostre ristrette visioni,
alla parzialità dei nostri interventi. E’
cresciuta la convinzione che senza di Lui
non possiamo far nulla, e che solo con
Lui tutto diventa possibile.
Al Signore allora sentiamo il dovere di
affidare gli sforzi e la fatica del nostro
operare che paradossalmente è nel
contempo necessario e inutile. E’
necessario perché si fa quanto mai
urgente l’annuncio del Vangelo in una
società in continua trasformazione che
va perdendo le radici della sua storia,
che sempre più brucia le esperienze più
positive del passato; e tale annuncio
deve essere fatto in modo convincente
e appropriato, qualificato e incisivo.
Ma dobbiamo essere convinti, come ci
suggerisce la Parola di Dio, che alla fine
dobbiamo maturare la consapevolezza
che siamo servi inutili e che quello che
abbiamo fatto lo dovevamo fare
perché radicato nella nostra natura di
cristiani che scelgono l’umile servizio
agli altri come dato qualificante del
loro essere; ad operare comunque è
soprattutto il Signore e la salvezza è
solo Lui a realizzarla nel nostro mondo
e nella nostra realtà parrocchiale.
Al Signore diciamo la nostra volontà di
camminare insieme nel reciproco
ascolto, desiderosi di far parlare più Lui
che le nostre indagini, che pur utili, non
possono comunque sostituirsi a Lui,
unica parola che orienta e salva.
Con questo spirito ci avviamo verso la
assemblea vicariale, significativa tappa
che si apre alla grande esperienza
ecclesiale della prima sessione sinodale
diocesana.
Don Carlo, parroco
SINODO DIOCESANO
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Nelle foto: due momenti della celebrazione del 25 gennaio 2009
MINISTERI nella CHIESA
Cos’è il Ministero Istituito?
E’ un servizio alla comunità ecclesiale, che il Vescovo, a nome della Chiesa diocesana, affida a persone che si sono preparate a svolgerlo. Ogni ministero è un servizio che ha come fine ultimo l’edificazione della Chiesa “Corpo di Cristo”.La Chiesa di Dio si edifica mediante la proclamazione della Parola, la celebrazione dell’Eucaristia e degli altri sacramenti, l’esercizio della carità verso i piccoli, i poveri e i malati. Ne consegue che i ministri sono istituiti per collaborare con la comunità che evangelizza, per animare la comunità che prega e celebra l’Eucaristia e gli altri sacramenti, per curvarsi come buoni samaritani su tutte le ferite e le sofferenze umane.
IL SACRAMENTO DELLA UNZIONE DEGLI INFERMI Nella memoria delle apparizioni della Vergine a Lourdes, l’11 febbraio, a Bernadette, la Chiesa è solita celebrare la Giornata mondiale del malato. Anche la nostra comunità, quest’anno, ha scelto di vivere questa giornata nel segno dell’attenzione agli anziani e agli ammalati, riunendosi alle ore 15.45 in Duomo per celebrare il sacramento dell’Unzione dei malati durante la S. Messa concelebrata dal Parroco, don Carlo e dal Vicario parrocchiale, don Andrea. Il semplice rito, segno visibile dell’attenzione di Cristo, e della Chiesa, verso i deboli, i malati e i sofferenti, è stato vissuto con fede e commozione da quanti, ed erano numerosi, hanno partecipato. Questo momento, voluto dal gruppo dei Ministri Straordinari della Comunione Eucaristica, si è potuto svolgere anche grazie all’aiuto dei volontari che hanno accompagnato gli anziani in Chiesa e assistiti durante la celebrazione. A Loro e a quanti hanno partecipato va la riconoscenza e l’augurio di ogni bene nel Signore.
Domenica 25 gennaio nel corso della Celebrazione
Eucaristica, in Duomo, in occasione dell’annuale Giornata del
Seminario, il Vescovo mi ha conferito, e così ad altri cinque
miei compagni di Seminario, il ministero di Accolito. Tale
ministero che prima del Concilio Vaticano II era esclusi-
vamente riservato ai chierici, è ora destinato in primo luogo
ai laici e, in vista dell’ordina sacro, ai seminaristi.
Nel 1976 Papa Paolo VI con il Motu proprio “Ministeria
qaedam” riformò gli ordini minori riservati ai chierici
stabilendo che da quattro si riducessero a due (lettorato e
accolitato) e che fossero destinati a tutti i battezzati.
L’accolito è istituito dal vescovo per curare il servizio
all’altare e aiutare il sacerdote ed il diacono. A lui spetta
preparare l’altare e, come ministro straordinario, distribuire
la Santa Comunione ai fedeli e portarla a chi, infermo, non
può partecipare alla Santa Messa. Tuttavia, il ministero di
accolito non si esaurisce nel servizio liturgico. Egli è chiamato,
con la sua vita, ad amare sempre più non solo il corpo del
Signore presente nel tabernacolo, ma anche il suo corpo
mistico, cioè il popolo di Dio, soprattutto nei più deboli e
malati.
Per il seminarista tutto questo diventa invito a rinnovare il
proprio impegno di formazione umana e pastorale per poter
essere sempre più disponibile a rispondere al Signore con un
“si” totale e deciso, per il quale sono importanti la preghiera
e il sostegno di tutta la comunità cristiana. Enrico Turcato
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Digiunare giova certamente al
benessere fisico, ma per i credenti è in
primo luogo una «terapia» per curare
tutto ciò che impedisce loro di
conformare se stessi alla volontà di
Dio”.
Inevitabile pensare allora ai benefici
spirituali del digiunare che il Papa
evidenzia con tanta chiarezza.
1.- Innanzitutto, “la fedele pratica del
digiuno contribuisce a conferire unità
alla persona, corpo e anima, aiutan-
dola ad evitare il peccato e a crescere
nell’intimità del Signore”. “Privarsi del
cibo materiale che nutre il corpo
facilita un’interiore disposizione ad
ascoltare Cristo”, il solo in grado di
“saziare la fame più profonda che
sperimentiamo nel nostro intimo: la
fame e sete di Dio”.
2. - Il digiuno, inoltre, aiuta “a
prendere coscienza della situazione in
cui vivono tanti nostri fratelli” e con
esso “mostriamo concretamente che il
prossimo non ci è estraneo”.
3. - Il digiuno rappresenta infine una
pratica ascetica importante, un’arma
spirituale per lottare contro ogni even-
tuale attaccamento disordinato a noi
stessi. Privarsi volontariamente del
piacere del cibo e di altri beni mate-
riali, aiuta il discepolo di Cristo a con-
trollare gli appetiti della natura inde-
bolita dalla colpa d’origine, i cui effetti
negativi investono l’intera personalità
umana”. Il Papa ricorda a questo punto
un’esortazione contenuta in un antico
inno liturgico quaresimale: “Usiamo in
modo più sobrio parole, cibi, bevande,
sonno e giochi e
rimaniamo con
maggior attenzione
vigilanti”.
La Quaresima sia
pertanto valorizzata
in ogni famiglia e in
ogni comunità cri-
stiana per allontana-
re tutto ciò che di-
strae lo spirito e per
intensificare ciò che
nutre l'anima apren-
dola all'amore di Dio
e del prossimo.
Si rende necessario
in particolare un
maggior impegno
nella preghiera, nel-
la lectio divina, nel
ricorso al Sacramen-
to della Riconcilia-
zione e nell’attiva
partecipazione al-
l’Eucaristia,
soprattutto alla San-
ta Messa domenica-
le.
Con questa interiore
disposizione
possiamo entrare
veramente nel clima
penitenziale della
Quaresima.
Don Carlo, parroco
IL DIGIUNO… VIA VERSO DIO
2 giorni di digiuno nella tradizione della Chiesa Il digiuno e l’astinenza, nella loro originalità cristiana, presentano anche un valore sociale e comunitario: chiamato a penitenza non è solo il singolo credente, ma l’intera comunità dei discepoli di Cristo. Per rendere più manifesto il carattere comunitario della pratica penitenziale la Chiesa stabilisce che i fedeli facciano digiuno e astinenza negli stessi tempi e giorni. Fin dai primi secoli il digiuno pasquale si osserva il venerdì santo e, se possibile, anche il sabato santo fino alla veglia pasquale; così come si ha cura di iniziare la Quaresima, tempo privilegiato per la penitenza in preparazione alla Pasqua, con il digiuno del mercoledì delle ceneri. (CEI 1994)
Quaresima 2009 Tempo gioioso di impegno interiore per riscoprire se stessi,gli altri,Dio nella nostra vita
Cari fratelli e sorelle!In queste domeniche, l’evangelista san Marco ha offerto alla nostra riflessione una sequenza di varie guarigioni miracolose. Oggi ce ne presenta una molto singolare, quella di un lebbroso sanato (cfr Mc 1,40-45), che si avvicinò a Gesù e, in ginocchio, lo supplicò: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Egli, commosso, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. Istantanea si verificò la guarigione di quell’uomo, al quale Gesù domandò di non rivelare il fatto, e di presentarsi ai sacerdoti per offrire il sacrificio prescritto dalla legge mosaica. Quel lebbroso sanato, invece, non riuscì a tacere ed anzi proclamò a tutti ciò che gli era accaduto, così che - riferisce l’evangelista - ancor più numerosi i malati accorrevano da Gesù da ogni parte, sino a costringerlo a rimanere fuori delle città per non essere assediato dalla gente.Disse Gesù al lebbroso: “Sii purificato!”. Secondo l’antica legge ebraica (cfr Lv 13-14), la lebbra era considerata non solo una malattia, ma la più grave forma di “impurità”. Spettava ai sacerdoti diagnosticarla e dichiarare immondo il malato, il quale doveva essere allontanato dalla comunità e stare fuori dall’abitato, fino all’eventuale e ben certificata guarigione. La lebbra perciò costituiva una sorta di morte religiosa e civile, e la sua guarigione una specie di risurrezione. Nella lebbra è possibile intravedere un simbolo del peccato, che è la
vera impurità del cuore, capace di allontanarci da Dio. Non è in effetti la malattia fisica della lebbra, come prevedevano le vecchie norme, a separarci da Lui, ma la colpa, il male spirituale e morale. Per questo il Salmista esclama: “Beato l’uomo a cui è tolta la colpa / e coperto il peccato”. E poi, rivolto a Dio: “Ti ho fatto conoscere il mio peccato, / non ho coperto la mia colpa. / Ho detto: Confesserò al Signore le mie iniquità, / e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato” (Sal
31/32,1.5). I peccati che commettiamo ci allontanano da Dio, e, se non vengono confessati umilmente confidando nella misericordia divina, giungono sino a produrre la morte dell’anima. Questo miracolo riveste allora una forte valenza simbolica. Gesù, come aveva profetizzato Isaia, è il Servo del Signore che “si è caricato delle nostre sofferenze, / si è addossato i nostri dolori” (Is 53,4). Nella sua passione, diventerà come un lebbroso, reso impuro dai nostri peccati, separato da Dio: tutto questo farà per amore, al fine di ottenerci la riconciliazione, il perdono e la salvezza. Nel Sacramento della Penitenza Cristo crocifisso e risorto, mediante i suoi ministri, ci purifica con la sua misericordia infinita, ci restituisce alla comunione con il Padre celeste e con
i fratelli, ci fa dono del suo amore, della sua gioia e della sua pace. Cari fratelli e sorelle, invochiamo la Vergine Maria, che Dio ha preservato da ogni macchia di peccato, affinché ci aiuti ad evitare il peccato e a fare frequente ricorso al Sacramento della Confessione, il Sacramento del Perdono, che oggi va riscoperto ancor più nel suo valore e nella sua importanza per la nostra vita cristiana.
Un tempo per riscoprire la Bellezza del Perdonodall’Angelus di Papa Benedetto XVI a San Pietro il 15 febbraio 2009
Deserto,finalmente! Iniziamo ufficialmente l’olimpiade dello Spirito, per prepararci alla Pasqua quaranta giorni per seguire il Maestro nel deserto (lo amiamo, lo seguiamo quotidianamente, ovunque egli ci porterà...), per imparare ad essere discepoli, per tornare ad essere uomini. A morte la mortificazione. L’ha detto papa Benedetto: basta con l’idea della Quaresima come di un tempo penitenziale doloroso ma inevitabile, come il tempo in cui imporci delle rinunce (non sempre utili), come il tempo in cui metterci in volto la maschera del penitente. La Quaresima è, al contrario, il tempo della verità, della verifica della propria vita, della preparazione al grande evento. Un tempo di ascesi, appunto, parola che, in greci, significa semplicemente “allenamento”. A morte la mortificazione, allora, viva la vivificazione. Non rendiamo più triste il nostro già triste cristianesimo, rendiamolo più agile, più vero, più temprato, più cattolico. Questo, certo, vorrà dire abbandonare l’uomo vecchio, ma per qualcosa di ben più prezioso di una medaglia d’oro. Nessun atleta fatica invano, la meta è sempre lì, il podio, che significa l’universale apprezzamento di una disciplina, di un dono, di una fatica. (don Paolo Curtaz)
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“Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,12 -15)
Primo Impegno quaresimale: Riprendersi il tempo per leggere un libro Iniziamo con il leggere. Si tratta infatti di una pratica importante nella vita cristiana, non tanto di un’operazione intellettuale, ma piuttosto di uno strumento per approfondire la fede, per accogliere i doni di una tradizione ricca di conoscenza, per vincere la paura di pensare, per aprire il cuore alla novità e a ciò che è stato cercato dall’altro. Per un cristiano – consapevole che la parola di Dio è contenuta nei libri per eccellenza, la Bibbia – l’operazione del leggere diventa necessaria quasi quanto l’ascoltare: la bibbia è sacramento della Parola. Enzo Bianchi, priore di Bose
Tornare al digiuno, contro la voracità dei consumi
Perché, dunque, il digiuno cristiano? Va detto che occorre praticarlo per capirlo e coglierne le motivazioni profonde. Digiunare significa imprimere una disciplina all’oralità. Ecco perché il comportamento alimentare nell’uomo riceve un “surplus” di senso: non dipende solo da bisogni fisiologici, ma appartiene al registro dell’affettività e del desiderio. L’oralità, allora, richiede una disciplina per passare dal bisogno al desiderio, dal consumo all’atteggiamento eucaristico del ringraziamento, dal necessità individuale alla comunione. E qui l’eucaristia mostra il suo magistero come esercizio ed esperienza di comunione, di condivisione.
Enzo Bianchi, priore di Bose
Prima Domenica di QuaresimaDomenica 1 Marzo 2009
Seconda Domenica di QuaresimaDomenica 8 Marzo 2009
“Questi é il Figlio mio,l’amato: ascoltatelo!”
(Mc 9,2-10)
Prima lettura: l’Alleanza tra Dio e Noè (Genesi 9,8-15)
Il Vangelo di Marco comincia con una semplice affermazione: “Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”. Giovanni Battista, che aveva annunciato la sua venuta come imminente, battezzò Gesù nel Giordano e in quell’occasione lo Spirito diede testimonianza di Gesù. Marco accenna soltanto al periodo nel deserto e alla tentazione. È il preludio all’inizio del ministero pubblico di nostro Signore. Il suo primo richiamo, che ci viene ripetuto questa domenica, è: “Convertitevi e credete al vangelo”. Egli comincia proprio da quello che era stato il punto centrale dell’insegnamento di Giovanni Battista. La Quaresima è soprattutto un periodo di riflessione sui misteri della nostra redenzione, al cui centro sono l’insegnamento e la persona di Gesù Cristo. Il Salvatore ha assunto forma umana, cioè quella che è la nostra condizione, e non è nemmeno stato risparmiato dall’esperienza della tentazione. Nella sua natura umana, Gesù ha vissuto in prima persona cosa significhi respingere Satana e porre al primo posto le cose divine. Il nostro Signore e il nostro Dio è in tutto nostra guida e modello. Cercare di conoscere Cristo significa anche prendere coscienza di quel nostro bisogno di cambiamento di vita che chiamiamo “pentimento”.
Prima lettura: l’Alleanza tra Dio e Abramo (Genesi 22,1-18)
La trasfigurazione occupava un posto importante nella vita e nell’insegnamento della Chiesa primitiva. Ne sono testimonianze le narrazioni dettagliate dei Vangeli e il riferimento presente nella seconda lettera di Pietro (2Pt 1,16-18). Per i tre apostoli il velo era caduto: essi stessi avevano visto ed udito. Proprio questi tre apostoli sarebbero stati, più tardi, al Getsemani, testimoni della sofferenza di nostro Signore. L’Incarnazione è al centro della dottrina cristiana. Possono esserci molti modi di rispondere a Gesù, ma per la Chiesa uno solo è accettabile. Gesù è il Figlio Unigenito del Padre, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. La vita cristiana è una contemplazione continua di Gesù Cristo. Nessuna saggezza umana, nessun sapere possono penetrare il mistero della rivelazione. Solo nella preghiera possiamo tendere a Cristo e cominciare a conoscerlo. “È bello per noi stare qui”, esclama Pietro, il quale “non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento”. La fede pone a tacere la paura, soprattutto la paura di aprire la nostra vita a Cristo, senza condizioni. Tale paura, che nasce spesso dall’eccessivo attaccamento ai beni temporali e dall’ambizione, può impedirci di sentire la voce di Cristo che ci è trasmessa nella Chiesa.
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“Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo” (Gv 3,14-21)
E se il venerdì rinunciassimo anche al pesce? Non nutrirsi di animali (e non solo la cosiddetta “carne”, ma anche i pesci!) è possibile e farlo per determinati periodi di tempo significa esercitarsi a rinunciare all’avidità aggressiva verso la “vita”, significa praticare un’astinenza che insegna a ripensare la vita come dono e la vita dell’animale come bene non disponibile in maniera illimitata in quanto vita che comunque appartiene a Dio e non all’uomo. Per i cristiani tutti i cibi sono “buoni” e nessuno è proibito come impuro: non c’è nessuna prescrizione a essere vegetariani; ma per il dominio di sé, per la disciplina delle proprie pulsioni e dei propri bisogni, per una più grande libertà intelligente e responsabile è possibile l’astinenza. Enzo Bianchi, priore di Bose
Terza Domenica di QuaresimaDomenica 15 Marzo 2009
Quarta Domenica di QuaresimaDomenica 22 Marzo 2009
In laetare
Prima lettura: l’Alleanza dopo l’esilio (2Cr 36,14-23)
Tutto il Nuovo Testamento si interessa alla dottrina centrale della redenzione. Il ritorno di ogni uomo e di ogni cosa alla santità, presso il Padre, si compie attraverso la vita, la morte e la risurrezione di Cristo. Il Vangelo di Giovanni pone l’accento in particolare sull’incarnazione. Gesù è stato mandato dal Padre. È venuto in un mondo decaduto e ha portato luce e vita nuova. Attraverso la sua passione e la sua risurrezione, egli restituisce ogni cosa al Padre e rivela la piena realtà della sua identità di Verbo fatto carne. Per mezzo di lui tutto è riportato alla luce. Tutta la nostra vita nella Chiesa è il compimento della nostra risposta a Cristo. L’insegnamento del Nuovo Testamento - e ne vediamo un esempio nella lettura di oggi - è assai preciso. La redenzione è stata realizzata tramite Gesù Cristo, ma per noi deve essere ancora realizzata. Noi possiamo infatti rifiutare la luce e scegliere le tenebre. Nel battesimo Cristo ci avvolge: noi siamo, per così dire, “incorporati” in lui ed entriamo così in unione con tutti i battezzati nel Corpo di Cristo. Eppure la nostra risposta di uomini, resa possibile dalla grazia di Dio, necessita del nostro consenso personale. Quando c’è anche tale accordo, ciò che facciamo è fatto in Cristo e ne porta chiaramente il segno. Diventiamo allora suoi testimoni nel mondo.
Prima lettura: l’Alleanza tra Dio e Mosè (Esodo 20,1-17)
Una visita sul sito del Tempio nella Gerusalemme attuale dà un’idea della sacralità del luogo agli occhi del popolo ebreo. Ciò doveva essere ancora più sensibile quando il tempio era ancora intatto e vi si recavano, per le grandi feste, gli Ebrei della Palestina e del mondo intero. L’uso delle offerte al tempio dava la garanzia che la gente acquistasse solo quanto era permesso dalla legge. L’incidente riferito nel Vangelo di oggi dà l’impressione che all’interno del tempio stesso si potevano acquistare le offerte e anche altre cose. Come il salmista, Cristo è divorato dallo “zelo per la casa di Dio” (Sal 068,10). Quando gli Ebrei chiedono a Gesù in nome di quale autorità abbia agito, egli fa allusione alla risurrezione. Il messaggio che la Chiesa ha predicato fin dall’inizio è quello di Gesù Cristo crocifisso e risorto. Tutte le funzioni della Quaresima tendono alla celebrazione del mistero pasquale. Che visione straordinaria dell’umanità vi si trova! Dio ha mandato suo Figlio perché il mondo fosse riconciliato con lui, per farci rinascere ad una nuova vita in lui. Eppure, a volte, noi accogliamo tutto ciò con eccessiva disinvoltura. Proprio come per i mercati del tempio, a volte la religione ha per noi un valore che ha poco a vedere con la gloria di Dio o la santità alla quale siamo chiamati.
“Distruggete questo tempio e in tre giornilo farò risorgere” (Gv 2,13-25)
Il tempo della lotta spiritualeC’è una lotta spirituale dura, quotidiana, che richiede da parte del cristiano l’atteggiamento proprio di chi va in guerra, ma con armi spirituali. Questa lotta ha come luogo il nostro cuore, il centro della nostra vita psicologica, morale e spirituale, il luogo dell’intelligenza e della memoria, della volontà, del desiderio e di tutti gli altri sentimenti, lo spazio dell’incontro tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e il suo simile. Ma il cuore si trova anche esposto alla malattia della sclerocardia se, a poco a poco, è reso incallito dal nostro non ascolto della parola di Dio e dal nostro acconsentire a ciò che contraddice la volontà del Signore. Avere un cuore unificato, un cuore puro, sensibile e capace di discernimento, un cuore che custodisce e genera pensieri d’amore è lo scopo della lotta spirituale. Enzo Bianchi, priore di Bose-7-
“Se il chicco di grano, caduto a terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,20 - 33)
Ecco l’occasione per condividere i nostri beni
La quaresima è l’occasione per riflettere su ciò che si possiede, su quanto è veramente necessario, sui beni che possono essere condivisi con i bisognosi. Non si tratta tanto di compiere alcuni gesti di “carità” che vengono quasi automatici per l’abbondanza di beni nella quale viviamo, ma di porci in verità di fronte a Dio Padre e accanto a quelli che, come noi, sono suoi figli e, dunque, nostri fratelli. Sì, il cristianesimo è esigente e sempre ha evidenziato il nesso tra adesione, sequela del Signore e modo di rapportarsi con i beni di questo mondo. Basilio ricordava che “il mantello preda delle tarme nel tuo armadio non appartiene a te, ma al povero”.
Enzo Bianchi, priore di Bose
Quinta Domenica di QuaresimaDomenica 29 Marzo 2009
Prima lettura: Una Nuova Alleanza (Geremia 31,31-34)
Il brano del Vangelo odierno segue immediatamente la narrazione dell’ingresso trionfale del Signore a Gerusalemme. Tutti sembrano averlo accolto: persino alcuni Greci, di passaggio, andarono a rendergli omaggio. Questo è il contesto in cui Giovanni comincia il racconto della Passione. Come in natura, il chicco di grano muore per generare una nuova vita, così Gesù, con la sua morte, riconduce tutto quanto al Padre. Non è l’acclamazione del popolo che farà venire il Regno, ma il consenso del Padre. Il ministero e l’insegnamento di Gesù testimoniano che egli è venuto da parte del Padre. Aprirci a lui, significa passare dalla conoscenza di quanto egli ha detto o fatto all’accettazione della fede. La voce venuta dal cielo ci riporta alla Trasfigurazione. Ma qui, chi sente questa voce, o non la riconosce per nulla, o la percepisce come una vaga forma di approvazione. Eppure tale conferma era proprio destinata a loro. Questo è anche un richiamo per noi: se non siamo pronti ad ascoltare la parola di Dio, anche noi resteremo insensibili. Tutti coloro che vogliono seguire Cristo, che accettano questa nuova via, scelgono di porsi al servizio di Cristo e di camminare al suo fianco. Il significato pregnante di queste parole - essere sempre con lui dovunque egli sia - ci è stato presentato nell’insegnamento e nel nutrimento spirituale della Quaresima.
Cosa sono? Le domeniche della condivisione hanno una lunga tradizione nella nostra comunità parrocchiale. Dopo alcuni anni di pausa, a motivo della nascita di altre iniziative, si è scelto di riproporre alla parrocchia l’idea di condividere alcuni beni non deperibili (cibi in scatola o a lunga conservazione) con i fratelli (e sono tanti) che non hanno di che sfamarsi: persone, della nostra parrocchia e non solo, che ogni giorno bussano alla porta della canonica perché senza soldi per comprarsi da mangiare. Tutta la comunità deve sentirsi partecipe di questa solidarietà, consapevole di essere come quel buon samaritano che senza pensarci un momento condivide quel poco che ha per sanare le ferite del fratello.Il Centro di Ascolto parrocchiale distribuisce ciò che la Provvidenza dona, attraverso tante persone di buona volontà, non avendo sufficienti fondi per aiutare tutti. Sentiamoci invitati da Gesù stesso a compiere questo gesto di solidarietà: “Va e anche tu fa lo stesso”. Con pochi centesimi possiamo
dare da mangiare a molti. Aiutiamoci per aiutare… con poco si può fare molto. ANCHE TU PUOI ESSERE DEI NOSTRI!!! COSA SI PUÒ PORTARE: Pasta - Zucchero - Caffè - Olio - Tonno (in scatola) - Carne (in scatola) - Pomodoro (in scatola) - Farina - Sale - Biscotti - Pane Biscottato - Verdure (in scatola) - Latte (a lunga conservazione) - Omogeneizzati per bambini - Materiale per la scuola (…) COSA NON PORTARE: Vestiti - Mobili - Elettrodomestici - Bevande alcoliche - MedicinaliI generi alimentari saranno raccolti in tutte le Messe festive di Domenica 22 marzo prossimo.
Domenica della Condivisione Domenica 22 marzo 2009
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Mi sembra di ricordare dal catechis-mo che un giorno Dio prese del fango e plasmò l’uomo, e con un soffio poi gli diede la vita. E sarà per questo che mi sento un po’ impacciato a maledire il fango che da due mesi blocca in una morsa l’Area Sportiva Duomo. É cominciato tutto in Dicembre, do-po un autunno siccitoso che ci aveva costretto ad irrigare fin quasi all’inizio dei campionati, l’acqua ave-va cominciato a piovere dal cielo un giorno sì e uno no. Il Torneo di Natale, storico appunta-mento del Calcio Duomo, vedeva così alcune partite rimandate o gio-cate con difficoltà, ma nessuno aveva il coraggio di lamentarsi. Giocatori e allenatori sapevano bene che il calcio è un gioco duro e fati-coso, e che correre nel fango aiuta. Aiuta a fare fiato, a trovare la grinta giusta, addirittura giocare nel fango è democratico perché anche chi non ha “ i piedi buoni” può spuntarla su qualche fuoriclasse. Certo qualche mamma ansiosa co-minciava a spazientirsi e fare l’equi-valenza di tutti gli inverni tra acqua e influenza, e qualcuna più concreta l’equivalenza fango e abbigliamento da lavare, anzi da sfangare, dare giù, lavare, rilavare, a volte buttare. Qualcuna più concreta ancora pensa-va di portare il bambino in piscina, al massimo si risciacquava un costume. Tutto comunque nella normalità. Cominciò poi a nevicare e in fondo dove era il problema, normale che in
inverno nevichi. E poi sul campo bianco ci si allena, si fatica a portare palla ma si pensa a quando negli anni sessanta pur di giocare si segnava il cam-po innevato con le linee nere di carbonella. Ma poi ancora piovve. Piovve e le dieci squadre del Duomo cominciarono a sfruttare ogni più piccolo spazio con er-ba per evitare il fango. Finiti gli spazi, si chiese ospitalità a chi sembrava più fortunato di noi, come Grignano e San Bortolo. Quando anche questi fortunati si fermarono, si tornò in via Ciro Menotti, si programmarono allenamen-ti in tutte le palestre disponibili nella provincia, si litigò per utilizzare il cam-petto a cinque in sintetico, si sospesero allenamenti, si rimandarono partite uf-ficiali. Ed è allora che come succede sempre nelle difficoltà gravi, si cercò il colpe-vole: scartato il governo ladro che fa-ceva piovere (troppo partitico), scar-tato il cambiamento climatico da in-quinamento (troppo difficile da dimo-strare), scartate le troppe squadre (de-
cise all’ unanimità), rimanevano pochi colpevoli. Qualcuno se la prese con chi aveva costruito i palazzi confinanti chiudendo ogni via di scarico per l’a-cqua, qualcun altro giurò di aver visto qualche allenatore fanatico insistere pestando sul campo con un furore degno di ben altra causa. Ma i palazzi ormai c’erano, e gli alle-natori fanatici probabilmente avevano si pestato ma lo avevano fatto in buona fede per il bene della squadra.E allora? Ci siamo comportati un po’ come il no-stro governo con la crisi, abbiamo fat-to alcune cose utili: abbiamo ritoccato gli scoli dell’ acqua, abbiamo rimpro-verato duramente gli allenatori. Ma sempre probabilmente come fa il governo con la crisi, senza farci troppo vedere guardiamo il calendario che punta alla primavera, e qualche volta guardiamo anche in alto, a quel Dio che ci ha fatti partire dal fango ma che è stato capace anche di separare le a-cque; e dire che si prega pare ecces-sivo. Diciamo che si spera…
COME PIOVEVA… La vita del Gruppo Sportivo Duomo tra acqua, fango e neve
IL G.S. DUOMO
Il Gruppo Sportivo Duomo dal 1973 opera nella realtà della Parrocchia del Duomo di Rovigo, rivolto a tutti i giovani rodigini e non solo. Dal 1977 utilizza gli impianti siti in Via Ciro Menotti 10 e denominati “Area Sacro Cuore” dal nome del vicino storico Istituto. Dal 1985 è riconosciuto dalla FIGC, come “Scuola Calcio” per ragazzi dai sei a sedici anni e dal CONI, come Centro di Avviamento allo Sport. Obiettivi dell’attività di questo Gruppo, non è solo il risultato sportivo, ma soprattutto la crescita integrale di tutti i ragazzi che lo scelgono per praticare il gioco del calcio.
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INIZIATIVE GIOVANI
PER GIOVANIPER GIOVANIPER GIOVANIPER GIOVANI Ore 21.00 Ore 21.00 Ore 21.00 Ore 21.00 –––– Cinema DuomoCinema DuomoCinema DuomoCinema Duomo
Domenica 1 marzo 2009 Domenica 1 marzo 2009 Domenica 1 marzo 2009 Domenica 1 marzo 2009
LETTERE DAL SAHARALETTERE DAL SAHARALETTERE DAL SAHARALETTERE DAL SAHARA
DoDoDoDomenica 8 marzo 2009menica 8 marzo 2009menica 8 marzo 2009menica 8 marzo 2009
LEONI PER AGNELLILEONI PER AGNELLILEONI PER AGNELLILEONI PER AGNELLI
Domenica 15 marzo 2009Domenica 15 marzo 2009Domenica 15 marzo 2009Domenica 15 marzo 2009
IL MATRIMONIO DI TUJAIL MATRIMONIO DI TUJAIL MATRIMONIO DI TUJAIL MATRIMONIO DI TUJA
Domenica 22 marzo 2009Domenica 22 marzo 2009Domenica 22 marzo 2009Domenica 22 marzo 2009
10 CANOE10 CANOE10 CANOE10 CANOE
Domenica 29 marzo 2009Domenica 29 marzo 2009Domenica 29 marzo 2009Domenica 29 marzo 2009
MARIA FULL OF GRACEMARIA FULL OF GRACEMARIA FULL OF GRACEMARIA FULL OF GRACE
Ingresso con TESSERA per l'intero ciclo di film:
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Info e tessere: 0425 22861
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Il rendiconto è stato redatto per competenza. Il documento, infat-ti, comprende tutte le entrate e le uscite del 2008 anche se non materialmente riscosse o pagate. Esaminando le singole voci si evidenzia la pesante perdita di € 93.723,05 dovuta principalmente ai lavori di risanamento della cu-pola del duomo non più proro-gabili. I tecnici incaricati per la salvaguardia delle strutture del duomo invitano ad intervenire sul campanile, che versa in condizio-ni quanto mai precarie, non es-sendo mai stato eseguito alcun lavoro di manutenzione. Inoltre sollecitano un intervento anche sul tetto della chiesa, disastrato da intemperie e dalla presenza di piccioni. (vedi foto a fianco) C’è un serio impegno da parte del Consiglio per gli Affari Eco-nomici per trovare, con istituti di credito ed enti pubblici, idonee soluzioni per il ripianamento del debito e per acquisire contributi. Non sono evidenziabili altri capi-toli di particolare rilievo. In sintesi, comunque, si può de-durre che è necessaria da parte della comunità tutta, la consape-volezza di una maggiore collabo-razione, con la propria genero-sità, alle necessità economiche della parrocchia.
Parrocchia di S.Stefano P.M. - Duomo di Rovigo Rendiconto Esercizio 2008 - dal 01/01/2008 al 31/12/2008
ATTIVITA' COSTI Immobilizzazioni € 1.360.923,01 Spese ordinarie € 54.622,13 Crediti € 38.285,00 Assicurazioni € 8.524,25 Attività correnti € 5.996,98 Spese per utenze € 32.370,18 € 1.405.204,99 Costi attività parrocchiali € 67.602,22 PERDITA € 93.723,05 Manutenzioni straordinarie € 147.005,70
A pareggio € 1.498.928,04 Manutenzioni ordinarie € 5.650,93
Oneri finanziari € 26.588,00 Altri costi e spese € 6.209,54
€ 348.572,95
PASSIVITA' RICAVI Banche € 95.424,45 Offerte € 153.590,56 Debiti v/fornitori € 31.363,53 Ricavi da attività parrocchiali € 41.024,73 Debiti v/enti € 12.072,49 Raccolta speciale per cupola € 21.813,00 Debiti v/privati € 22.000,00 Contributi da Regione Veneto € 37.485,00 Spese da liquidare € 9.147,10 Altri ricavi € 936,61 Mutuo ipotecario € 457.318,01 € 254.849,90 Capitale netto € 871.602,46 PERDITA € 93.723,05
€ 1.498.928,04 A pareggio € 348.572,95
RENDICONTO FINANZIARIO
DA SAPERE: il Consiglio Pastorale per gli affari economici Il Consiglio Parrocchiale per gli affari economici, costituito dal Parroco secondo il can. 537 del Codice di Diritto Canonico, è l’organo di partecipazione dei fedeli nella gestione economica della parrocchia. Il C.P.A.E., tra gli altri, ha ha lo scopo di coadiuvare il Parroco nel predisporre il rendiconto annuale della Parrocchia, e di approvare alla fine di ciascun esercizio, previo esame dei libri contabili e della relativa documentazione, il rendiconto consuntivo. Il C.P.A.E. presenta annualmente al Consiglio Pastorale e alla comunità il rendiconto sulla utilizzazione delle offerte ricevute dai fedeli (can. 1287),indicando anche le iniziative per l’incremento delle risorse per le attività pastorali e per il sostentamento del clero parrocchiale.
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IN AGENDA…
“ DUOMO in dialogo ” Periodico della Comunità Parrocchiale del
Duomo di Rovigo
Direttore Responsabile: D. Bruno Cappato
Direttore D. Carlo Maria Santato
Autorizzazione del Tribunale di Rovigo n. 1498 del 24 aprile 1980
CANONICA P.zza Duomo 5 – Tel. 0425 22861 e-mail: [email protected]
sito:www.duomorovigo.it SACRESTIA
Tel 348 6889157 Chiuso in redazione
Giovedì 19 febbraio 2009 Stampa ARTESTAMPA
Via B. Tisi da Garofolo 14 - Rovigo Tel. 0425 - 31855
STAZIONISTAZIONISTAZIONISTAZIONI QUARESIMALI 2009QUARESIMALI 2009QUARESIMALI 2009QUARESIMALI 2009
presiedute dal Vescovo Lucio
nel cammino sinodale
Mercoledì 4 marzo DUOMO – CONCATTEDRALE
Quali le sfide della nostra Città?
Mercoledì 11 Marzo PARROCCHIA di S. BARTOLOMEO
Quali parrocchie per la nostra Città?
Mercoledì 18 marzo PARROCCHIA di S. PIO X
Quali famiglie per costruire la comunità?
Mercoledì 25 marzo PARROCCHIA di S. ANTONIO di Padova
Qual è il posto dei giovani nelle nostre comunità?
Mercoledì 1 aprile PARROCCHIA della MADONNA PELLEGRINA
Qual è il posto dei poveri nelle nostre comunità?
Mercoledì 8 aprile (celebrazione penitenziale)
PARROCCHIA dei Ss. FRANCESCO E GIUSTINA
Le Celebrazioni iniziano alle ore 18.30
MERCOLEDI MERCOLEDI MERCOLEDI MERCOLEDI DELLE CENERIDELLE CENERIDELLE CENERIDELLE CENERI
25 FEBBRAIO25 FEBBRAIO25 FEBBRAIO25 FEBBRAIO
S. MesseS. MesseS. MesseS. Messe con rito con rito con rito con rito delle ceneridelle ceneridelle ceneridelle ceneri
Ore 8.00 Ore 8.00 Ore 8.00 Ore 8.00 –––– 10.00 10.00 10.00 10.00 –––– 19.0019.0019.0019.00
Ore 16.00Ore 16.00Ore 16.00Ore 16.00
Celebrazione per Celebrazione per Celebrazione per Celebrazione per bambini e ragazzibambini e ragazzibambini e ragazzibambini e ragazzi
in Duomoin Duomoin Duomoin Duomo