Rapporto Analisi Critica delle tipologia, del danno e dei meccanismi di collasso in occasione del sisma di Casamicciola del 21 agosto 2017
RAPPORTO ANALISI CRITICA DELLE TIPOLOGIA, DEL DANNO E
DEI MECCANISMI DI COLLASSO IN OCCASIONE DEL SISMA DI
CASAMICCIOLA DEL 21 AGOSTO 2017
Missione Centro Studi Plinivs del 23.08.2017
(Giulio Zuccaro, Francesco Cacace, Stefano Nardone, Mauro Iacuaniello)
INTRODUZIONE
Si esaminano gli effetti dell’evento verificatosi sull’Isola d’Ischia il 21-08-2017 alle ore 20:57:5 ora
italiana.
Come riportato dall’INGV, l’epicentro è localizzato nel Comune di Casamicciola, (40.74° lat.N , 13.90°
long E) con Magnitudo 4.0. La profondità ipocentrale è di circa 1.7 km.
A causa della bassissima profondità e di un marcato effetto di amplificazione locale, la scossa ha fatto
registrare valori di accelerazione piuttosto elevati in prossimità dell’epicentro (0.28 g alla stazione OV-
OC9, posta a circa 0.8 km dall’epicentro) ed una rapidissima attenuazione, tale che la scossa non ha
provocato danni significativi in località poco distanti , anche nello stesso Comune di Casamicciola.
In figura sono indicate la posizione dell’epicentro e l’intensità macrosismica come indicata nel rapporto
del gruppo operativo QUEST dell’ENEA.
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Come si può osservare nella mappa, il terremoto ha causato forti danni in una zona piuttosto
circoscritta.
La scossa è stata avvertita, con diversa intensità, sull’intera isola, ma ha provocato danni gravi solo a
Casamicciola alta, in particolare in zona Piazza Maio-La Rita, ed in una piccola area in località Fango a
Lacco Ameno.
Immediatamente ai margini di queste zone (ad es. in località Sentinella, Piazza Bagni e nell’area
intorno al Municipio) si rilevano numerosi edifici danneggiati, ma con danni di entità lieve e solo in rari
casi media.
Per quanto è stato possibile osservare, allontanandosi ancora dalla zona epicentrale (ad es. nella zona
centrale di Lacco Ameno e nel rione Perrone di Casamicciola), non si riscontrano edifici con lesioni
significative né l’attivazione di meccanismi di danno. Nel Comune di Ischia non si rileva alcun danno, a
Ischia Ponte, per esempio, la scossa ha provocato solo apprensione tra la popolazione (da alcuni non è
stata nemmeno avvertita).
Considerata la situazione di emergenza in atto, non sono, ovviamente, ancora disponibili rilievi e
schedature di danno ed agibilità, quindi non è possibile quantificare numericamente l’entità dei danni.
Da un sopralluogo effettuato nell’area interessata, anche se non è stato possibile accedere all’interno
degli edifici, è stato possibile avere un’idea precisa dell’impatto sismico sugli edifici.
Rapporto Analisi Critica delle tipologia, del danno e dei meccanismi di collasso in occasione del
TIPOLOGIE DEGLI EDIFICI
Un’attenta osservazione dei danni è stata condotta sugli edifici in zona Rossa. Compatibilmente con le
ovvie limitazioni di movimento dovute alla situazione di emergenza, sono st
edifici, classificandone la tipologia ed il livello di
Come sopra riportato, l’area di massimo
lungo la direttrice Via Speziera-
Si riportano, senza pretesa di esau
massimo danno, che peraltro non sono molto dissim
centri abitati dell’Isola.
TIPOLOGIA 1
La maggior parte degli edifici presenti
costruita fra la fine del 19° secolo ed i primi decenni del 20° secolo
edifici è la struttura muraria in tufo
osservato che molti edifici presenta
ultimi decenni del secolo scorso.
solai originari con solai in latero
ampliamento, mediante la realizzazione di volumi a chiusura di preesistenti terrazzi o logge
mediante la realizzazione di sopraelevazioni
piccole aggiunte (scale o tettoie) realizzati con struttura in c.a.
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Un’attenta osservazione dei danni è stata condotta sugli edifici in zona Rossa. Compatibilmente con le
ovvie limitazioni di movimento dovute alla situazione di emergenza, sono st
classificandone la tipologia ed il livello di danno subito.
Come sopra riportato, l’area di massimo danno è piuttosto ristretta, e comprende gli edifi
-Piazza Maio-Via Montecito e lungo Via D’Aloisio
senza pretesa di esaustività, le tipologie edilizie prevalentemente presenti nell’area di
massimo danno, che peraltro non sono molto dissimili dalle tipologie ampiamente
edifici presenti nell’area, in particolare nel nucleo intorno a Piazza Maio,
del 19° secolo ed i primi decenni del 20° secolo. La tipologia
è la struttura muraria in tufo (foto 1) con solai in legno o più raramente
osservato che molti edifici presentano segni di interventi successivi, risalenti con ogni probabilità agli
ultimi decenni del secolo scorso. In particolare si osservano numerosi interventi di sostituzione dei
in latero-cemento o di tipo SAP, frequenti sono anche interventi di
ampliamento, mediante la realizzazione di volumi a chiusura di preesistenti terrazzi o logge
mediante la realizzazione di sopraelevazioni (foto 3,4). In qualche caso si risc
piccole aggiunte (scale o tettoie) realizzati con struttura in c.a.
FOTO 1
sisma di Casamicciola del 21 agosto 2017
Un’attenta osservazione dei danni è stata condotta sugli edifici in zona Rossa. Compatibilmente con le
ovvie limitazioni di movimento dovute alla situazione di emergenza, sono stati osservati numerosi
è piuttosto ristretta, e comprende gli edifici presenti
Via Montecito e lungo Via D’Aloisio-Via Casa Mennella.
le tipologie edilizie prevalentemente presenti nell’area di
ili dalle tipologie ampiamente presenti in altri
area, in particolare nel nucleo intorno a Piazza Maio, è stata
a tipologia prevalente di questi
o più raramente in acciaio . Va tuttavia
no segni di interventi successivi, risalenti con ogni probabilità agli
In particolare si osservano numerosi interventi di sostituzione dei
, frequenti sono anche interventi di
ampliamento, mediante la realizzazione di volumi a chiusura di preesistenti terrazzi o logge (foto 2) , o
In qualche caso si riscontrano ampliamenti o
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FOTO 2
FOTO 3
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FOTO 4
FOTO 5
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TIPOLOGIA 2
Altra tipologia diffusa è costituita da edifici realizzati fra gli anni ’60 e gli anni ’80 del secolo scorso,
sempre a struttura portante muraria, ma talvolta mista a telai c.a. o con pilastri isolati, ma con finiture
più recenti ed orizzontamenti in latero-cemento.
FOTO 6
FOTO 7
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TIPOLOGIA 3
Si osserva infine anche la presenza di alcuni edifici a struttura muraria ad un unico livello, talvolta con
copertura leggera in acciaio, realizzati presumibilmente negli ultimi decenni, talvolta in sostituzione di
preesistenti costruzioni leggere in legno o acciaio, nate in origine come strutture temporanee.
FOTO 8
FOTO 9
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Una classificazione tipologica di vulnerabilità di “livello 0” è possibile sulla base delle caratteristiche
tipologiche osservate, facendo riferimento ai parametri di classificazione utilizzati nella metodologia
“SAVE” (Zuccaro-Cacace 2012). Con questi criteri, la vulnerabilità “osservata” degli edifici nell’area in
esame è generalmente media. Sono quasi del tutto assenti edifici a bassa vulnerabilità (classe “D”) ed
edifici ad alta vulnerabilità (classe “A”), si osserva invece una prevalenza di edifici in classe “C”, ed una
buona presenza di edifici in classe “B”.
ANALISI DEL DANNO OSSERVATO
Ovviamente qualsiasi analisi critica sulla risposta sismica degli edifici non può prescindere dall’entità
dello scuotimento. Un’analisi approfondita dello scuotimento è riportata nel rapporto pubblicato da
Iervolino et al sul sito Reluis , che riporta fra l’alto la seguente tabella dei valori di scuotimento
massimi registrati dalla Stazione OV- IOCA, a circa 0.8 Km dall’epicentro.
Si osservano immediatamente due circostanze:
1) La componente lungo la direttrice E-W e la componente verticale sono sostanzialmente quasi
uguali;
2) Il valore dell’accelerazione di picco è piuttosto elevato.
Per la distribuzione di vulnerabilità mediamente riscontrata nell’area (vulnerabilità media), ci si
attende dagli edifici una risposta mediamente buona all’azione sismica, a meno di specifiche carenze o
difetti strutturali che possono sfuggire ad una classificazione di “livello 0”.
La distribuzione del danno sugli edifici analizzati è:
Distribuzione del danno degli edifici rilevati
0
5
10
15
20
25
D1 D2 D3 D4 D5
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In proposito occorre ricordare che solo una parte degli edifici è stata rilevata, e tutti nell’area di
massimo danno.
Analizzando in dettaglio i danni, si osserva in generale un comportamento piuttosto diverso rispetto
alle consuete tipologie di danni e meccanismi più volte riscontrate nei centri storici colpiti da eventi
recenti, ad esempio sono quasi del tutto assenti i meccanismi di ribaltamento della facciata, mentre il
meccanismo riscontrato con maggiore frequenza è il meccanismo da taglio nel piano della parete, che
conferma mediamente il buon comportamento “scatolare” degli edifici, ed una buona qualità delle
tessiture murarie con un buon ammorsamento delle pareti nei cantonali.
FOTO 10
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FOTO 12
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FOTO 13
Come ampiamente documentato in letteratura, questo meccanismo presenta lesioni ad andamento
diagonale, e generalmente non comporta crolli, salvo i casi in cui il meccanismo è talmente avanzato
da provocare il distacco completo di una porzione di cantonale che, libera da vincoli, può ribaltare
verso l’esterno.
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FOTO 14
FOTO 15
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FOTO 16
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FOTO 17 FOTO 18
Una variante del meccanismo descritto, riscontrata su alcuni edifici, è un sistema di lesioni con
andamento solo leggermente inclinato che si riscontrano in prossimità dei cantonali. In questo caso la
lesione non interessa l’intero maschio murario, ma è particolarmente netta solo in prossimità del
cantonale (foto 18 ed 19). Anche per questo meccanismo, in una fase particolarmente avanzata si
verifica il distacco del cantonale, circostanza che si riscontra qui in diversi edifici (foto 20 ed 21) .
In questo caso il quadro fessurativo non è compatibile con la semplice sollecitazione di taglio nel piano
della parete. Per effetto del buon grado di vincolo nel cantonale non si attiva il meccanismo di
flessione delle due pareti fuori dal piano, ma i due momenti ribaltanti si compongono a formare un
momento nel piano della bisettrice, che provoca le lesioni (quasi verticali) ed il ribaltamento del
cantonale.
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FOTO 19
FOTO 20
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FOTO 21 FOTO 22
Un altro meccanismo riscontrato in molti edifici è lo scorrimento di piano, evidenziato da una marcata
lesione orizzontale, spesso in corrispondenza di un solaio intermedio. Questo tipo di meccanismo è
senz’altro imputabile alla forte componente verticale della scossa.
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FOTO 25 FOTO 26
Un effetto analogo si può leggere su alcuni muretti o pilastrini di recinzione, che per lo stesso motivo
presentano una marcata lesione orizzontale nella zona centrale. La forte componente verticale ha
provocato anche numerosi collassi di muretti a secco di recinzione o di sostegno.
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Si osservano, ovviamente, anche lesioni da martellamento fra edifici adiacenti.
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A conferma della buona qualità dei collegamenti si osservano solo sporadici casi di meccanismi da
ribaltamento della facciata.
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Un appunto a parte va fatto per un edificio, presumibilmente costruito dopo il sisma del 1883, in
muratura di pietrame irregolare rinforzata con un telaio ligneo, ed ampliato in epoca più recente con
un loggiato in c.a. Questo edificio, considerata anche l’altezza, ha mostrato una risposta abbastanza
buona. Anche se la muratura della facciata si è sgretolata, il telaio in legno ha retto perfettamente,
scongiurando il crollo dell’edificio. Probabilmente il danno è stato amplificato dalla forte differenza di
rigidezza fra il secondo ed il terzo livello, dovuta all’ampliamento in c.a.
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