RAPPORTO SULLA SITUAZIONE
DEL CORMORANO
IN ALTO ADIGE
2012-2017
MARZO 2017
Foto: A. Ambrosi
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RAPPORTO SULLA SITUAZIONE
DEL CORMORANO IN ALTO ADIGE 2012-2017 INDICE
Premessa ______________________________________________________________ pag. 3
1. Il cormorano in Alto Adige: conoscenze pregresse ___________________________ pag. 5
2. Metodi di monitoraggio invernale del cormorano ___________________________ pag. 7
3. Il cormorano in Alto Adige: status attuale e stime di presenza _________________ pag. 9
3.1. Consistenze accertate nella fase di censimento diurno 2012/13 _____________ pag. 9
3.2. Censimenti serali e dinamica distributiva del cormorano sul territorio
altoatesino 2011-2016 _______________________________________________ pag. 10
4. Attività di dissuasione _________________________________________________ pag. 15
5. Ecologia alimentare del cormorano in Alto Adige ____________________________ pag. 16
5.1. La pressione predatoria del cormorano nelle acque interne dell’Alto Adige __ pag. 16
5.2. Lo spettro alimentare del cormorano in Alto Adige _____________________ pag. 18
5.3. Status e composizione del popolamento ittico del fiume Adige ____________ pag. 22
5.4. Pressione predatoria del cormorano sul popolamento ittico del fiume Adige pag. 24
5.5. Monitoraggio dell’Adige con elettropesca: tratto Bolzano – Ora ___________ pag. 25
6. Conclusioni ___________________________________________________________ pag. 29
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Premessa
Negli anni ‘60 il cormorano (Phalacrocorax carbo sinensis) era quasi del tutto scomparso dall’Europa
centrale a causa di persecuzione diretta da parte dell’uomo. In seguito al rischio di estinzione della
specie, questo uccello è stato messo sotto tutela negli anni ’70 e inizialmente inserito nell’Allegato I
della Direttiva Uccelli, da cui è stato successivamente stralciato nel 1997, in quanto specie non più
considerata a rischio.
A partire dagli anni ‘80 ad oggi, le popolazioni di cormorano sono andate infatti via via aumentando
in tutta Europa, con un andamento esponenziale, come non era accaduto per nessun’altra specie di
uccello.
Fig 1: Distribuzione e densità del cormorano in Europa; cartografia aggiornata al 2012-13
Specie ittiofaga e migratrice, nel corso dei mesi più freddi tende a spostarsi dall’Europa del Nord per
scendere in climi più favorevoli. Mentre in passato l’Italia ha rappresentato un territorio di
permanenza prettamente invernale, a partire dalla fine degli anni ‘80 hanno cominciato a comparire
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le prime coppie nidificanti, aumentando anno dopo anno fino a giungere, allo stato attuale, a diverse
migliaia.
-In Italia, si contavano 880 coppie nidificanti nel 2000, in aumento nel periodo 1990-2000. Oggi è
presente con oltre 3.000 coppie.
Mentre in passato il Cormorano era una specie quasi esclusivamente costiera, attualmente è
presente anche in tutta la rete idrica interna. Tra il 1996 e il 2000 si è registrato un aumento del 39%
della popolazione svernante rispetto al 1991-1995 (il massimo annuale nel secondo quinquennio è di
61.617 individui nel 2000, contro i 37.896 nel 1995).-
[Fonte: http://www.uccellidaproteggere.it/Le-specie/Gli-uccelli-in-Italia/Le-specie-
protette/CORMORANO].
I siti di nidificazione più vicini si trovano nel Parco del Delta del Po, tra Veneto ed Emilia Romagna, in
Lombardia presso specchi d’acqua tra la pianura e la fascia prealpina. La situazione è tuttavia in
costante evoluzione, nuove colonizzazioni si susseguono negli anni.
L’evoluzione della situazione ha portato alla necessità di elaborare una strategia comune a livello di
comunità europea finalizzata all’individuazione di un “- piano europeo di gestione della popolazione
di cormorano al fine di ridurre il loro impatto crescente sulle risorse ittiche, la pesca e l’acquacoltura”-
È stato così avviato nel 2012 il PROGETTO CORMAN, che consiste di varie iniziative che vede coinvolti
diversi rappresentanti della pesca sportiva e professionale, della protezione dell’ambiente. Tra le
iniziative messe in campo una piattaforma informativa in Internet, la redazione di linee guida per
interventi in deroga all’art. 9 della Direttiva Uccelli, nonché l’organizzazione del censimento
coordinato e contemporaneo, su scala internazionale, delle colonie riproduttive (2012 e 2013) e dei
dormitori notturni (2013), di entrambe le sottospecie europee di cormorano.
http://ec.europa.eu/environment/nature/cormorants/management.htm
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1. Il cormorano in Alto Adige: conoscenze pregresse
In Alto Adige il cormorano non è specie nidificante, comparendo solamente nel periodo invernale, da
circa metà ottobre fino alla primavera inoltrata. Arriva in autunno, in migrazione dalle grandi aree di
nidificazione del centro-nord Europa, per trascorrere l’inverno in climi meno rigidi; a primavera
riprende quindi la rotta del nord per portarsi nelle aree di nidificazione.
Da una decina di anni, in inverno, questo uccello è ormai una presenza costante sul territorio
provinciale, dove possono trovarsi mediamente dai 30 ai 70 individui distribuiti sui corsi d’acqua
maggiori (Adige tra Merano e Salorno, Isarco tra Campodazzo e confluenza) ed il lago di Caldaro;
negli ultimi anni la presenza di questo uccello ittiofago si è espanso agli specchi d’acqua della diga di
Fortezza e Rio Pusteria, di San Lorenzo di Sebato e Valdaora in Val Pusteria, oltre a diversi laghetti
distribuiti nei fondovalle principali.
La grande voracità di questo uccello e la sua grande capacità di catturare il pesce hanno portato a
considerare, anche sul nostro territorio, il suo impatto sulla fauna ittica locale. Per questo è attivo da
ormai 15 anni il monitoraggio della specie, monitoraggio che negli ultimi anni è stato intensificato.
Fino al 2010 non è stato tuttavia effettuato un monitoraggio sistematico ed organizzato, per cui i dati
pregressi disponibili sono interessanti nel definire i valori massimi raggiunti nel corso dell’inverno, non
permettono tuttavia di stimare la reale entità delle presenze del cormorano nelle nostre acque,
essendo basati su diverse osservazioni suscettibili di doppi conteggi.
Si riporta nel grafico sottostante una sintesi dei dati degli ultimi 10 anni: i valori, come riportato,
rappresentano il picco massimo di presenza, cui viene aggregato il valore medio di presenza per il
periodo di svernamento, sicuramente più indicato a definire una permanenza effettiva della specie sul
territorio.
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Fig. 2: Picchi di presenza di cormorano negli inverni dell’ultimo decennio e valori medi relativi al periodo di monitoraggio.
Tutti i valori medi a partire dal 2011/12 qui proposti sono relativi al periodo METÀ NOVEMBRE-METÀ MARZO, mentre i valori medi precedenti (2006-2010) sono riferiti da METÀ DICEMBRE A FINE FEBBRAIO.
L’apparente calo di presenza del cormorano tra il 2006 ed il 2010 è dovuto al progressivo affinamento
della raccolta dati, inizialmente non standardizzata e non selettiva. A partire dall’inverno 2011/12 è
stato avviato un censimento simultaneo ai siti di pernottamento che ha permesso maggiore
attendibilità dei dati acquisiti.
Sono infatti i valori medi da tenere in maggiore considerazione, non i picchi massimi che possono
esprimere permanenze di cormorani di pochi giorni sul nostro territorio (come probabilmente rilevato
nel 2006/07 e 2007/08), potendo indurre in errore venendo ad essere contati esemplari in sosta
durante il transito migratorio.
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2. Metodi di monitoraggio invernale del cormorano
A partire dall’inverno 2011-12 il monitoraggio è stato condotto, con cadenza settimanale, in
simultanea sui diversi siti di riposo notturno individuati, in modo da poter ricavare un dato attendibile
sulla presenza della specie nel territorio provinciale nel corso dell’intero periodo preso in
considerazione (novembre-aprile).
Per meglio definire la consistenza dei popolamenti anche da un punto di vista della frequentazione
delle acque altoatesine, accanto ai censimenti ai dormitori sono stati introdotti, negli inverni 2012-13
e 2013-14 dei censimenti simultanei, con cadenza settimanale, durante le fasi diurne, quindi di caccia,
spostamento e risposo della specie, effettuati dai singoli guardiapesca dei tratti interessati dalla
presenza dell’ittiofago.
In dettaglio, il censimento è stato condotto per un giorno alla settimana, tra le 9 e le 11 del mattino; in
tale lasso temporale ciascun guardiapesca ha percorso il proprio tratto di competenza annotando le
presenze di cormorano distinte in: animale/i in acqua, a riposo o in volo (nel caso la direzione di volo)
ed altre annotazioni utili.
I dati raccolti attraverso la compilazione di apposite schede di rilevamento, sono stati consegnati
all’Ufficio caccia e pesca, dove sono stati inseriti in una banca dati elaborata con il supporto di
programmi di gestione cartografica (Arc View – Arc Gis).
In tal modo per le osservazioni riportanti la località, la data, l’orario, è stata elaborata una carta
distributiva della presenza del cormorano in Alto Adige (vedi figura 3).
La grande mobilità del cormorano ha reso difficoltosa la trasposizione e l’interpretazione dei dati di
presenza diurna; gli spostamenti di gruppi determinano infatti un grosso rischio di sovrastima del dato
di censimento, soprattutto laddove il personale incaricato non abbia dimestichezza con il
monitoraggio di specie avicole di grande mobilità, che necessita esperienza ed un livello di
coordinazione notevoli.
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Fig. 3: Distribuzione delle osservazioni diurne di cormorano sul territorio provinciale nel corso dell’inverno 2012/13.
Per tale motivo è stato affiancato a quest’ultimo anche un monitoraggio settimanale dei siti di
pernottamento conosciuti in provincia, condotto dal personale dell’ufficio caccia e pesca e da
guardiapesca con comprovata esperienza. Questo controllo viene effettuato in contemporanea sui siti
conosciuti di pernottamento, a partire da un’ora prima del tramonto fino al sopraggiungere
dell’oscurità.
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DORMITORI
min max
II NOV 35 35 n.v
III NOV 46 46 n.v
IV NOV 38 38 n.v
I DIC 54 77 n.v
II DIC 41 62 32
III DIC 62 80 56
IV DIC 62
I GEN 20 26 12
II GEN 19 26 54
III GEN 41 44 36
IV GEN 40 40 45
I FEB 45 50 39
II FEB 93 94 70
III FEB 45 53 40
IV FEB 34 37 43
I MAR 32 41 29
II MAR 36 39 48
III MAR 30 32 36
IV MAR n.v n.v 41
I APR n.v n.v 44
II APR n.v n.v 30
III APR n.v n.v 32
DIURNI
3. Il cormorano in Alto Adige: status attuale e stime di presenza
In questi 5 anni di monitoraggio sistematico sono stati rilevati i cormorani presenti ai dormitori, quindi
solo nella fase di riposo notturno, con eccezione dei primi due anni di monitoraggio diurno sopra
citato e di cui in seguito riporteremo i dati.
3.1. Consistenze accertate nella fase di censimento diurno 2012/13
I dati di presenza diurna, ponderati sulla base dei criteri definiti di seguito, sono stati utili
nell’elaborazione di una stima di consistenza del prelievo ittico da parte dell’ittiofago durante la
permanenza nelle acque altoatesine (vedasi paragrafi 5.1 e 5.2)
Dai dati raccolti per l’inverno 2012/13 è emerso che il numero medio di cormorani presenti sul
territorio provinciale da metà novembre a fine marzo risultasse di 45 considerando la presenza diurna,
di 44 considerando i conteggi effettuati sui dormitori notturni.
Di seguito riportiamo la tabella esemplificativa di confronto tra censimenti serali e diurni.
Fig. 4: tabella di sintesi del monitoraggio per l’inverno 2012/13.
Vengono riportati i dati di censimento diurno e delle presenze
accertate sui siti di pernottamento.
I dati delle osservazioni diurne ottenuti nell’inverno
2012/13 e di cui vediamo una mappa distributiva in figura
3, sono stati trasposti considerando un numero minimo
ed un massimo di individui segnalati. L’osservazione
ripetuta di individui in volo determina infatti grandi
incertezze nel definire un numero certo di presenze.
Il numero minimo è stato stabilito in base ai cormorani
osservati nelle due ore di monitoraggio in stato di
riposo, in acqua, oppure anche in volo i quali, a discrezione dell’orario di osservazione, posizione
geografica e direzione di volo, si potessero sommare ai precedenti senza che potessero insorgere
incertezze di doppio conteggio.
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Il numero massimo è stato invece ottenuto aggiungendo al numero minimo il 50% degli individui
segnalati in volo e precedentemente esclusi dal valore minimo.
Le differenze nei conteggi delle presenze giornaliere rispetto a quelle notturne sui siti di
pernottamento (cfr fig. 4), lascerebbe intendere che vi sia una percentuale variabile di cormorani che
si sposta giornalmente dal Trentino per raggiungere le acque altoatesine.
Tale comportamento conferma la necessità di azioni di monitoraggio congiunte tra diverse realtà
territoriali.
3.2. Censimenti serali e dinamica distributiva del cormorano sul territorio altoatesino 2011-2016
Il controllo degli alberi dormitorio è stato effettuato con cadenza settimanale, attorno all’ora del
tramonto, in contemporanea sui siti individuati.
A questo riguardo è necessario premettere come i siti di pernottamento del cormorano in Alto Adige
in questi 5 anni sono aumentati dai 3 conosciuti nel 2011 e anni precedenti ai 5 regolarmente utilizzati
a partire da 2015.
DORMITORI CORMORANO 2011-2014
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DORMITORI CORMORANO 2015-2016 Fig. 5: Evoluzione dei siti di pernottamento occupati dal cormorano nel quinquennio 2011-2016
Già nell’inverno 2016-17 invece, occasionali alberi dormitorio, occupati per periodi limitati, sono stati
individuati presso l’ingresso del bacino artificiale di Rio Pusteria, nell’area umida alla confluenza dello
Schrammbach con l’Isar co a sud di Bressanone, lungo l’Adige all’altezza della Stazione di Servizio A22
Laimburg est.
Fig. 6: Siti di pernottamento permanenti (in rosso) e provvisori (in rosa) registrati nel 2017
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Questa dinamica di occupazione progressiva di nuovi siti di pernottamento risponde ad una necessità,
da parte della specie, di avere il minor dispendio energetico possibile nell’utilizzo della risorsa trofica.
Una maggiore efficacia di predazione presuppone minori spostamenti e utilizzo di acque più ricche in
termini di biomassa ittica, per cui la colonizzazione di nuovi siti di riposo risponde a necessità di
miglior sfruttamento delle risorse.
Pertanto, in corrispondenza del minimo di biomassa ittica (e abbondanza relativa dei salmonidi),
raggiunto in Adige negli anni 2014-2015 (Fig. 7), si è avuto, da parte del cormorano, lo spostamento
verso l’area della Rienza, con la formazione del sito di pernottamento del Kniepass e, come si vede dal
grafico successivo (Fig. 8), un parziale abbandono dei dormitori meridionali per dedicarsi ad acque più
ricche (Rienza-Aurino, Lago di Caldaro, Passirio-Laghi Val d’Ultimo, Adige in Venosta) in termini di
disponibilità trofica. Tale comportamento viene in parte confermato dalle analisi dei contenuti
stomacali dei 13 soggetti abbattuti negli inverni 2013/14 e 2014/15 (vedasi cap. 5.2), ove risalta,
rispetto al passato, la massiccia comparsa dello scazzone in 2 soggetti abbattuti, di sicura provenienza
dai popolamenti dell’Adige dove questa specie ha conosciuto negli ultimi anni una proliferazione senza
precedenti (vedi cap. 5.5). La mancanza del temolo (rinvenuto solo in 1 soggetto su 10) conferma in
questi due ultimi anni la scarsa frequentazione dell’Adige, ormai poco attrattivo, da parte dell’ittiofago
(ulteriori analisi al capitolo 5.2).
Per quanto riguarda il trend evolutivo della presenza del cormorano nel quinquennio in esame
emerge, dalla valutazione delle presenze giornaliere dell’ittiofago in Alto Adige presso i dormitori, in
termini di individui mediamente presenti nel semestre novembre-aprile, come vi sia una tendenza di
presenza più o meno costante anno dopo anno con un incremento negli ultimi anni (Fig. 2).
Emerge come quasi invariabilmente, in questi anni, il picco di massima presenza di cormorani è
rilevato attorno al mese di febbraio.
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Fig. 7: Valutazione della presenza del cormorano nell’area della Bassa Atesina associata alla riduzione della biomassa ittica in Adige.
Il monitoraggio effettuato in questi anni sulla fauna ittica del corso dell’Adige tra Bolzano ed Ora
mediante elettropesca da natante, ha potuto evidenziare la progressiva evoluzione negativa dei
popolamenti ittici ( vedasi capitolo 5.5).
Abbondanza relativa (n° ind/ha) dei salmonidi in Adige (Bolzano-Ora)
0
10
20
30
40
50
60
Ottobre
2011
Dicembre
2013
Marzo
2014
Dicembre
2014
Marzo
2015
Dicembre
2015
Marzo
2016
Dicembre
2016
Temolo
Trota m.+f.(+ m. x f .)
Formazione del dormitorio Kniepass
Periodo di massima incidenza del cormorano in Adige
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Andamento generale delle presenze del cormorano, rilevate come somma nelle
giornate di censimento sui diversi dormitori
0
100
200
300
400
500
600
700
2013/14 2014/15 2015/16 2016/17
Auer+Bozen
Kniepass
Falschauer
Kaltersee
Fig. 8: Dinamica di utilizzo dei siti di pernottamento da parte del cormorano negli anni 2011-2016.
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N° presenze N° interventi N° presenze N° interventi N° presenze N° interventi N° presenze N° interventi
2013/14 355 3 287 5 50 3 0 0 11
2014/15 412 1 214 5 189 0 112 0 6
2015/16 308 5 82 6 194 0 106 4 15
2016/17 218 5 90 4 426 0 142 5 14
14 20 3 9 46
Auer Bozen Falschauer Kniepass
4. Attività di dissuasione
In contemporanea alle attività di censimento serale presso i siti di pernottamento del cormorano,
sono stati condotti dei tentativi di dissuasione, o attività di disturbo, finalizzate a valutare l’efficacia di
tale metodo nell’inibire o perlomeno limitare la presenza della specie sul territorio. Le attività di
dissuasione sono state condotte secondo un protocollo e coordinate nei diversi siti di presenza
notturna. Al fine di spaventare i cormorani, sono stati utilizzati petardi esplosivi, innescati durante le
prime ore dopo il tramonto presso gli alberi dormitorio nonché tiri a salve con arma lunga. Le attività
dissuasive incruente sono state accompagnate nel corso del quinquennio 2011-2016, da abbattimenti
di singoli individui in misura di 5 nell’inverno 2013/14, 10 per ciascuna stagione invernale a partire dal
2014/15.
Sulla base delle osservazioni successivamente effettuate, si può affermare che le dissuasioni incruente
non abbiano sortito alcun effetto rilevante sulla permanenza dell’ittiofago, se non quello di ottenere
parziali trasferimenti di individui da un sito di pernottamento all’altro.
Nei primi interventi si registravano risposte massicce da parte dei cormorani, che in seguito al disturbo
si involavano trasferendosi in altri siti, anche percorrendo diversi chilometri. Nel corso invece delle
dissuasioni condotte a partire da febbraio, si è rilevato in generale un elevato livello di assuefazione,
con gli uccelli che in parte rimanevano sui siti o, alzatisi in volo, tornavano in breve tempo a rioccupare
le medesime posizioni.
Per quanto riguarda gli abbattimenti, anche la loro efficacia nello scongiurare la permanenza
dell’ittiofago, si è rivelata assolutamente inefficace nella modalità seguita fino ad oggi, ovvero di un
abbattimento limitato a 10 individui su 6 mesi di permanenza.
Anche da un punto di vista statistico è stato evidenziato che la somma delle dissuasioni e abbattimenti
condotti a livello di singolo albero di pernottamento, non abbia avuto alcun effetto significativo di
diminuzione successiva del numero di presenze.
L’unico fattore che abbia condizionato efficacemente la presenza di cormorani sui Roosts sembra
essere quindi la disponibilità trofica nelle acque adiacenti.
Di seguito la tabella riassuntiva degli interventi sui singoli alberi dormitorio.
Fig. 9: Tabella riassuntiva degli interventi dissuasivi complessivi presso i singoli siti di pernottamento.
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5. Ecologia alimentare del cormorano in Alto Adige
5.1. La pressione predatoria del cormorano nelle acque interne dell’Alto Adige
Il censimento settimanale condotto dal personale di vigilanza delle associazioni dei pescatori ha
permesso di poter analizzare, con un certo dettaglio, la distribuzione territoriale della specie nel
corso dell’inverno 2012/13. Sono state raccolte complessivamente 270 osservazioni georeferenziate
su 60 giornate tra inizio novembre 2012 e metà aprile 2013. In totale le osservazioni citate
assommano a 1900 cormorani.
Al fine di stimare l’entità della pressione predatoria sui diversi specchi d’acqua della provincia, sono
state selezionate 164 osservazioni effettuate in contemporanea (773 cormorani), escludendo le
osservazioni in volo, che hanno consentito di quantificare la presenza dei cormorani nei diversi tratti
d’acqua, ripartiti in percentuale come riportato in tabella.
Fig. 10: Distribuzione diurna del cormorano nelle acque
interne dell’Alto Adige (come percentuale sul totale di 773
osservazioni).
* Per l’Isarco è compreso il bacino di Fortezza, per la Rienza
le osservazioni riguardano quasi esclusivamente il bacino di
Rio Pusteria.
Dalla tabella emerge come circa la metà dei cormorani presenti in Alto Adige, fino al 2013, si sia
dedicata a cacciare in diversi tratti del fiume Adige.
Tale situazione è mutata a partire dall’inverno 2014/15, con un sempre minor interesse per l’Adige e
la successiva occupazione dell’area dello Kniepass lungo la Rienza da una parte, con lo sfruttamento
del Lago di Caldaro dall’altra, infine una maggiore frequentazione del sito delle foci del Valsura che
permette un più rapido accesso al settore venostano dell’Adige.
Come riportato in precedenza, il numero medio di cormorani presenti in Alto Adige nell’inverno
2012/13 è stato di 45, ciò significa che in Adige sono rimasti costantemente presenti da novembre ad
aprile, in base alle percentuali di figura 10, mediamente 22 cormorani (48% delle osservazioni diurne
di uccelli posati).
N°cormorani %
Adige 361 48%
Isarco* 219 27%
Rienza* 113 15%
Lago di Caldaro 80 10%
773 100%
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Il cormorano, uccello ittiofago al vertice della catena alimentare, è un predatore molto efficiente che
può mettere in atto strategie di caccia differenti a seconda della situazione e dell’ambiente in cui si
viene a trovare: può effettuare una caccia di tipo individuale, che lo porta a concentrarsi su prede di
taglia maggiore come pesci adulti fino ad oltre 35 cm di lunghezza, oppure si dedica ad una caccia di
gruppo, soprattutto laddove vi sia una certa disponibilità di prede che si muovono in sciami in
ambienti ristretti e con poche possibilità di rifugio (un tipico esempio è il temolo in Adige).
È stato accertato, da ricerche condotte sia in acque interne sia marine che, benché capace di
immersioni fino oltre i 40 metri di profondità, il cormorano preferisca cacciare su fondali bassi, per i
quali è richiesto un minor dispendio energetico.
Numerosi lavori e ricerche sono state condotte in Europa al fine di comprendere meglio la dieta del
cormorano ed il suo fabbisogno alimentare. In breve emerge come questa specie sia
fondamentalmente opportunista, ovvero tenda a nutrirsi di preferenza di quello che trova con
maggior disponibilità, e che abbia un fabbisogno giornaliero variabile nel corso delle stagioni ed in
funzione della massa corporea degli individui, abbisognando di una quantità di prede pari al 15-20%
del suo peso. Altri dati riportati in numerosi lavori scientifici effettuati in Europa riguardanti l’ecologia
della specie, indicano il fabbisogno alimentare giornaliero di un singolo cormorano oscillante tra i
0,35 e 0,55 chilogrammi/giorno. Una media ponderata di 450 grammi ci consente quindi di effettuare
una stima attendibile del prelievo che la specie può determinare sul patrimonio ittico dei nostri corsi
d’acqua in base al numero medio di cormorani presenti durante l’inverno.
Fig. 11: Stima della pressione predatoria esercitata dal cormorano sull’ittiofauna delle acque interne dell’Alto Adige. N.B. Il numero di giornate di presenza è riferito al periodo novembre-aprile, mentre il cormorano è presente anche fino a maggio inoltrato sul nostro territorio.
Fabbisogno
giornaliero
medio
N° medio
cormorani
Consumo
giornaliero kg
N° giorni di
presenza (01/11 – 31/03)
Prelievo kg
inverno
2012/13
Adige 0,45 22 9,9 140 1386
Isarco 0,45 12 5,4 140 756
Rienza 0,45 7 3,2 140 448
Lago di
Caldaro
0,45 4 1,8 140 252
45 20,3 140 2842
18
n.di cui
vuoti
di cui
pieni
n.
predeTM/TF Temolo Tirid. Caved. Barbo Cyp Persico Scazzone Rutilus
2016 9 0 9 15 5 6 3 1
2015 13 2 11 43 4 1 3 1 32 2
2011 5 1 4 4 2 1 1
2010 15 2 13 24 3 13 1 5 2
2009 17 3 14 17 11 3 1 2
2008 15 1 14 22 1 12 4 5
2007 10 0 10 13 4 6 3
2006 5 2 3 5 1 4
2005 13 4 9 22 4 18
TOT 102 15 87 165 35 63 11 7 3 9 3 32 2
21% 38% 7% 4% 2% 6% 2% 19% 1%
Nel corso degli inverni successivi il numero medio di cormorani incidenti sulle acque dell’Alto Adige
è andato costantemente aumentando fino ai 67 dell’inverno precedente, come evidenziato nel
grafico di figura 2 riportato a pagina 6. Quindi è aumentata di conseguenza la pressione di
predazione sull’ittiofauna delle acque interne.
5.2. Lo spettro alimentare del cormorano in Alto Adige
A partire dal 2005 e fino al 2011, nella nostra provincia sono stati autorizzati alcuni abbattimenti in
deroga sul cormorano. Gli animali recuperati, in numero di 80, sono stati inviati al Museo di scienze
naturali di Trento per essere sottoposti all’analisi dei contenuti stomacali. A partire dal 2013/14 sono
stati nuovamente autorizzati alcuni esemplari all’abbattimento. La seguente tabella riporta, per
l’anno 2015, 13 soggetti, che sono però da intendersi 3 abbattuti nel 2014, 10 nel 2015, ed ulteriori 9
nel 2016. Sono quindi disponibili i dati relativi ad un complesso di 102 esemplari.
Fig.12: Tabella riassuntiva delle analisi dei contenuti stomacali dei cormorani abbattuti in Alto Adige.
Queste percentuali sono da intendersi in termini di numero di pesci rinvenuti nello stomaco, non in
termini di biomassa.
19
Fig.13: Grafico riassuntivo della frequenza in termini numerici delle diverse specie ittiche rilevate negli stomaci di 102
cormorani analizzati
In termini invece di frequenza di predazione, sui 102 stomaci complessivamente indagati, emerge
come la specie preda più frequente sia il temolo, seguito dalle trote autoctone o parautoctone
(marmorata e fario).
Chiaramente risulta difficile, nel caso di materiale in fase digestiva avanzata, risalire ad un’eventuale
peso onde definire effettivamente la percentuale di prede in termini di biomassa. Le analisi vengono
infatti eseguite su materiale in fase digestiva, talvolta ancora riconoscibile, spesso invece su reperti
quali scaglie e otoliti, per i quali sarebbe possibile una stima dell’età e, tramite questa, arrivare ad
una stima della dimensione corporea media per classe di età. Il riconoscimento o la stima della
lunghezza dei pesci preda è stato possibile su 24 pesci, di cui riportiamo una breve sintesi in termini
di lunghezza media dei reperti.
LMedia Lmin Lmax
Trota iridea (n=2) 20 8 32
Trota marm/fario (n=13) 26 9 38
Temolo (n=6) 16 13 20
Barbo (n=3) 24 17 28
Il campione ridotto non permette accurate analisi, tuttavia si può affermare che il cormorano tende a
predare il principalmente il temolo nelle classi di età 0+ e 1+, mentre le trote sono insidiate per le
classi di età 0+, 1+, 2+.
20
La ripartizione percentuale delle singole specie riconosciute è meglio evidenziata nel sottostante
grafico, elaborato sul numero di individui rinvenuti negli stomaci, dove emerge che la predazione è
per il 66% a carico dei salmonidi (temolo in primis, trote mormorata e fario, trota iridea), mentre un
6% è a carico di Barbo e Cavedano, entrambe specie tipicamente presenti nel fiume Adige. Le restanti
quote di ciprinidi (Cyp+Rutilus pari ad un 7% complessivo) e persico (2%) sono probabilmente da
ascrivere alla frequentazione del lago di Caldaro, nei periodi in cui questo è libero dal ghiaccio.
Fig. 14: Spettro alimentare del cormorano in Alto Adige sulla base di 150 pesci preda riconosciuti nell’analisi dei contenuti
stomacali.
Ai fini della nostra indagine, avendo a disposizione i dati dei contenuti stomacali analizzati in anni
diversi, si è ritenuto opportuno differenziare l’analisi della dieta in tre periodi, dal 2005 al 2008, dal
2009 al 2011, e i dati accorpati dei 22 esemplari raccolti in tre inverni dal 2014 al 2017 al fine di
meglio evidenziare una eventuale variazione nel tempo delle specie preda, essendo il cormorano,
come accennato, una specie opportunista dal punto di vista alimentare, che si può muovere
velocemente compiendo spostamenti per nutrirsi anche oltre 40 km, approfittando quindi delle
acque che possono portargli il maggiore vantaggio nel bilancio energetico tra sforzo di
pesca/biomassa ingerita. Purtroppo l’esiguo numero di campioni disponibili non permette un’analisi
di dettaglio, ma si ritiene che si possa individuare con chiarezza una tendenza. Negli ultimi anni in
particolare gli abbattimenti si sono suddivisi tra i due dormitori in Adige e il sito di presenza sulla
Rienza.
21
Analizzando il grafico di figura 14 si riesce infatti, conoscendo i popolamenti ittici rilevati con
elettropesca, a fare un’analisi di dettaglio sufficientemente attendibile.
Il temolo risulta la specie preda principale, rappresentando un 64,5% del totale nel periodo 2005-
2008, mentre cala notevolmente nel successivo triennio, ove risulta parimenti predato rispetto alle
trote autoctone. Il calo del temolo nella dieta si può spiegare con un calo di popolamento dovuto alla
stessa pressione di predazione da parte del cormorano, che ha dovuto ripiegare su altre specie quali
le trote, aumentate del 20% nella dieta del secondo triennio, ed altri ciprinidi, questi legati ad una
maggiore frequentazione, da parte di questo ittiofago, del lago di Caldaro. I ciprinidi presenti in Adige
con una certa consistenza, barbo e cavedano in primis, sulla base dei rilievi di elettropesca effettuati,
compaiono con dimensioni corporee consistenti, perlopiù al di fuori dalla portata del cormorano.
Fig. 15: Spettro alimentare del cormorano in Alto Adige differenziato negli anni in base ai contenuti stomacali. (2005-
2008 N= 67 pesci riconosciuti, 2009-2011= 44 pesci riconosciuti, 2014 e 2015 57 pesci riconosciuti).
La composizione ittica delle prede cambia ancora se valutiamo il 3° periodo 2014/17, in cui appare
all’evidenza la forte presenza dello scazzone.
Questa specie, come evidenziato in figura 20 nel capitolo 5.5, ha avuto un grosso incremento negli
ultimi anni in Adige. Naturalmente il raffronto in termini di numero di pesci ingeriti falsa le
percentuali, in quanto lo scazzone adulto raggiunge i 12-15 cm con un peso medio di 40-45 grammi.
22
5.3. Status e composizione del popolamento ittico del fiume Adige
La conoscenza del popolamento ittico di un corso d’acqua avviene attraverso un metodo di
monitoraggio che prevede l’utilizzo di elettrostorditore. Tale tecnica, normalmente condotta da riva,
ha come limite la dimensione stessa del corso d’acqua, la sua profondità e la forza della corrente, che
in taluni casi non permettono un monitoraggio accurato. Questo è il tipico caso dei fiumi di medio-
grande portata, come sono da noi l’Adige, l’Isarco, la Rienza.
Nel 2011 è stato avviato, dall’ufficio caccia e pesca, un progetto di monitoraggio dell’ittiofauna dei
grandi corsi d’acqua, basato sempre sull’utilizzo di un elettrostorditore, ma portato su un natante
adeguatamente attrezzato. La nuova metodica prevede l´utilizzo di un gommone a chiglia rigida in
grado di imbarcare fino a 5 persone oltre all´attrezzatura necessaria a svolgere l´elettropesca.
Scendendo lungo l´asta del fiume, si effettuano dei transetti nei quali i pesci presenti vengono attratti
in direzione dell´anodo, per essere catturati, misurati, pesati e successivamente rilasciati. In base alla
larghezza, il fiume viene suddiviso in settori che possono essere cosí definiti: sponda sinistra, centro-
sinistra, centro, centro-destra e sponda destra; l´obbiettivo di tale lavoro è riuscire a monitorare
ambienti diversi all´interno del fiume stesso per avere un dato il piú possibile rappresentativo della
composizione della comunitá ittica presente.
Fig. 16: Esempio di ripartizione dei transetti di elettropesca durante l’esecuzione dei monitoraggi nei fiumi di medio- grande portata.
Ogni transetto ha una lunghezza variabile tra i 200 e i 500 m, a discrezione dei tecnici che svolgono il
lavoro (in funzione dell’omogeneità strutturale del tratto, di eventuali ostacoli, della diversa velocità
23
26%
3%
25%
29%
16%
1%
T marm/far
Tir
Tem
Caved
Barb
Carpa
della corrente), mentre la larghezza campionata viene stabilita in 6 m (misura che viene determinata
dall´ampiezza dell´anodo posizionato davanti alla barca).
Ad integrazione di tale metodica viene mantenuto il monitoraggio da riva (vengono monitorati solo i
primi 2 metri) per riuscire a catturare e misurare anche individui di specie che vivono esclusivamente
fuori dagli ambiti di massima corrente, come scazzoni, triotti, spinarelli, pseudorasbore e lampredine,
nonché le classi giovanili dei salmonidi presenti che trovano rifugio nelle aree sottoriva.
Il monitoraggio permette di approfondire le conoscenze sulle consistenze e varietà del patrimonio
ittico (vedi Ripartizione foreste - Ufficio caccia e pesca - Monitoraggio ittico del fiume Adige mediante
elettropesca da barca da Merano (BZ ) a Mori(TN), 2011/2012 – Grund H., Merlo N., 2012) e per
l’Adige relativamente al tratto sudtirolese Merano- Salorno, emerge in sintesi quanto riportato nel
grafico sottostante in quanto a composizione del popolamento ittico percentuale in termini di
biomassa.
Fig. 17: Composizione del popolamento ittico del fiume Adige tra Merano e Salorno in termini di biomassa.
Si evidenzia, confrontando i grafici nelle figure 14 e 17, una selezione, da parte del cormorano, del
temolo in misura notevolmente maggiore rispetto alla disponibilità, costituendo la specie preda
principale. Tale fatto può risultare comprensibile in base al comportamento ed all’ecologia della
fauna ittica in Adige. Vediamo dal grafico soprastante come le trote (sensu lato), il temolo, il barbo
ed il cavedano rappresentino, in termini di biomassa, almeno il 95% della fauna ittica nell’Adige
24
sudtirolese. Sempre per questo tratto, i salmonidi rappresentano il 54% della biomassa ittica
complessiva con una media di circa 17 kg/ha.
Il barbo, dalle indagini condotte, risulta presente nel tratto di Adige altoatesino solamente con
esemplari adulti, di cui oltre il 90% superano i 40 cm di lunghezza, risultando perlopiù fuori portata
del cormorano.
Il cavedano lo si rinviene nei tratti con corrente più lenta, possibilmente in presenza di grandi buche,
ed anche per questa specie siamo in presenza, per l’Adige, di una distribuzione in classi di età quasi
esclusivamente in favore di individui adulti oltre i 35 cm di lunghezza.
La trota in genere, tende a preferire tratti di fiume con maggiore articolazione strutturale, con
sponde in sassi con anfratti, presenza di massi ciclopici o di buche profonde per gli individui adulti.
Sebbene in Adige tenda a mancare la riproduzione naturale, i popolamenti delle diverse specie di
trota risultano suddivisi su diverse classi di età.
Il temolo, infine, è un tipico pesce gregario che preferisce muoversi in corrente piena; i monitoraggi
effettuati nel 2011 mostravano un picco di presenze in Adige per la classe di età di un anno (11-21
cm). Sia come taglia, sia come comportamento (gruppi numerosi in corrente), il temolo sembra
prestarsi come specie preda ideale per il cormorano, soprattutto in un corso d’acqua come l’Adige,
per vasti tratti assimilabile ad un canale, che ben si presta ad una caccia organizzata e di gruppo
quale quella praticata da questo ittiofago (vedasi in merito il capitolo 5.5. ed in particolare i grafici di
fig. 22 che sintetizzano l’evoluzione dei popolamenti di temolo).
Le oscillazioni giornaliere del livello dell’acqua, dovute all’utilizzo della stessa a scopi idroelettrici e
che possono talvolta superare il metro, possono anch’esse contribuire con un forte abbassamento
della profondità del fiume, ad una maggiore efficienza predatoria da parte del cormorano,
soprattutto a carico del temolo.
5.4. Pressione predatoria del cormorano sul popolamento ittico del fiume Adige
Sulla base dei dati di presenza del cormorano, sull’analisi dello spettro alimentare, sulla base dei dati
della composizione ittica in termini di biomassa del fiume Adige e della loro evoluzione indagata con
metodo standardizzato di elettropesca, è possibile effettuare una stima della pressione predatoria
che il cormorano può effettivamente esercitare sulla fauna ittica locale in questa particolare
situazione.
25
1. In base all’analisi della dieta possiamo stimare la predazione, in termini di biomassa, sulle singole
specie presenti in Adige.
2. I dati di consistenza del popolamento ittico dell’Adige in termini di biomassa, ottenuti mediante il
succitato metodo di elettropesca, permettono di confrontare la biomassa prelevata dal cormorano
con quella effettivamente presente nel fiume. Da tale confronto possiamo estrapolare la percentuale
di incidenza della predazione del cormorano sul popolamento ittico del fiume Adige, avendo stimato
che il cormorano, durante la sua permanenza in questo corso d’acqua nell’inverno 2012/13, abbia
prelevato 1386 kg di pesce (vedi figura 11, pag. 17).
Per quanto tale metodo presenti un certo margine di incertezza, si ritiene che possa essere preso a
riferimento per fornire un quadro dello status attuale dell’impatto del cormorano sulle acque
indagate.
Fig. 18: Impatto della presenza del cormorano sulle principali specie ittiche presenti in Adige e loro biomasse (accertate
tramite elettropesca da natante).
Emerge, dalle stime effettuate, che il cormorano nel corso dell’inverno 2012/13, abbia potuto
esercitare una predazione attiva su circa il 29% del popolamento di temolo in Adige per il tratto
Merano-Salorno, sul 32% del popolamento di trota iridea, su circa il 16% delle trote marmorata e
fario del medesimo tratto preso a riferimento.
5.5. Monitoraggio dell’Adige con elettropesca: tratto Bolzano – Ora
Allo scopo di poter confrontare i dati relativi ai popolamenti ittici di un tratto di Adige assiduamente
frequentato dal cormorano durante l’inverno, è stato scelto di effettuare annualmente un
Specie Biomassa
accertata
kg
Pressione
predatoria
(in % sulle specie)
Biomassa
prelevata
dal cormorano (kg
su 1386 kg di
pesce complessivi)
% di biomassa prelevata
sul popolamento totale
delle singole specie
Temolo 1793 38 % 527 29%
T. marm.+fario
1895 21 % 291 16%
T. iridea 214 7 % 69 32%
Cavedano 2122 4 % 55 3%
Barbo 1168 2 % 28 3%
7192 970 14%
26
monitoraggio ittico con elettropesca da riva+natante del tratto compreso tra la confluenza del fiume
Isarco (Bolzano sud) ed il ponte ferroviario di Ora. Tale tratto ha una lunghezza complessiva di circa
10 km, ed è situato tra due dei cinque siti abitualmente utilizzati dai cormorani come dormitori
(Bolzano sud-Fischerspitz e casello autostradale Ora-Egna). Il monitoraggio è stato effettuato in
cinque anni, 2011-2016, su rispettivamente 4,0 - 5,2 – 4,9 e 6,5 ettari di superficie monitorata. La
superficie emerge dal calcolo della lunghezza del transetto per la larghezza della fascia di
elettropesca (6metri).
Fig. 19: In giallo e cerchiato il tratto di Adige monitorato compreso tra Bolzano e Ora. I cerchi rossi indicano la collocazione
dei due dormitori storici di cormorano presenti.
I risultati di sintesi di tali controlli vengono riportati nella tabella e grafici seguenti: in sostanza
emerge un sostanziale progressivo calo dei popolamenti a salmonidi per il tratto indagato, con una
flessione notevole del temolo. Per il rilevamento 2011 vi è da considerare la minore superficie
monitorata (4 ettari rispetto ai 5 circa del dicembre 2013 e marzo 2014), per cui il decremento
potrebbe risultare ancora più accentuato.
27
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
10,0
SC 2,7 3,8 3,7 3,4 6,0
TF+TM+Hy 9,2 8,3 9,2 2,8 4,6
TI 1,6 0,2 0,2 1,3 3,4
TE 6,5 3,0 2,6 4,3 6,6
Ottobre 2011 Dicembre 2013 Dicembre 2014 Dicembre 2015 Novembre 2016
Tra il 2015 ed il 2016 si registra una ripresa dei popolamenti dei salmonidi, per quanto esigua e
comunque non significativa per quel che concerne le trote, più decisa invece per il temolo (Fig. 20-
21-22).
Fig. 20: Risultati di sintesi del monitoraggio con elettropesca in Adige del tratto Bolzano – Ora in termini di biomassa
(Kg/ettaro)
Fig. 21: Abbondanza relativa dei salmonidi presenti nei diversi periodi di campionamento nel tratto indagato.
28
0
20
40
60
80
100
120
140
NOV 2011 DIC 2013 DIC 2014 DIC 2015 NOV 20216
0+ (11-20 cm)
1+ (21-32 cm)
2+ (33-41 cm)
3+ (>41 cm)
Da un punto di vista della biomassa, risalta in figura 20, la maggiore rappresentanza dello scazzone
che è secondo solamente al temolo, nonostante le dimensioni corporee assolutamente non
confrontabili, a costituire peraltro una grande disponibilità alimentare per le trote presenti, in
particolare per la marmorata, che preda volentieri questa specie.
Interessante invece la figura 21, ove sono riportati gli stessi dati dei salmonidi espressi come
abbondanza relativa (n° pesci/ha), che conferma come si stia registrando una ripresa dei
popolamenti del temolo in Adige, rilevata soprattutto a carico delle classi di età dei primi 1-2 anni
(vedasi anche la fig. 22).
Già nei capitoli precedenti abbiamo preso in considerazione l’analisi congiunta della dinamica di
movimento e foraggiamento del cormorano e dei popolamenti ittici dell’Adige.
Una mancanza di pressione predatoria da parte dell’ittiofago sul temolo in questi ultimi due anni può
certamente aver contribuito alla ripresa di questa specie; purtroppo la plasticità del cormorano
potrebbe vedere in questa rinnovata risorsa trofica in Adige un buon motivo per tornare alla caccia
attiva in tali acque. Per quanto non sia dimostrabile una correlazione diretta, il Roost di Bolzano sud,
rimasto inutilizzato per tutto l’inverno, da metà febbraio è tornato ad essere utilizzato da una ventina
di cormorani.
Fig 22: Il grafico riportato evidenzia la struttura di popolazione del temolo rilevata nel corso dei controlli effettuati nel
quinquennio 2011-2016.
Notevole, tra il 2011 e il 2013, la differenza sia nel numero di esemplari catturati, ma soprattutto la differenza delle classi
di età. Mentre nel 2011 il maggior numero di catture ha riguardato temoli del 1° anno, questa classe di età manca quasi
del tutto nei monitoraggi del 2013. Le classi 0+ e 1+ sono le più facilmente soggette a predazione da parte del cormorano.
29
6. Conclusioni
Il fatto che il cormorano possa rappresentare un problema per i popolamenti ittici è ormai accertato
in tutta Europa.
In Alto Adige è comparso da oltre venti anni, manifestando un graduale adattamento al territorio,
prolungando sempre di più la permanenza ed espandendo l’area di azione verso le acque periferiche.
Rispetto a qualche anno addietro, quando le acque dell’Adige, del basso Isarco e del Lago di Caldaro
bastavano a soddisfare il fabbisogno energetico di quest’ittiofago, gli ultimi due anni sono stati
caratterizzati da un aumento del numero medio di presenze sul territorio provinciale, con un
allargamento delle aree di reperimento del cibo esteso ai settori settentrionali e orientali delle acque
provinciali (medio Isarco, bassa Rienza e basso Aurino, bacini di Fortezza, di Rio Pusteria, di San
Lorenzo di Sebato, di Valdaora), ma anche verso ovest con un incremento di utilizzo dei siti di
pernottamento delle foci del Valsura presso Lana, la cui fruizione rende maggiormente redditizie le
acque dell’alto corso dell’Adige, del Passirio, della Val d’Ultimo nelle annate meno fredde.
Dall’analisi dei contenuti stomacali di 102 esemplari abbattuti in 9 anni, emerge che il cormorano in
Alto Adige preda per oltre il 75% salmonidi, con una particolare predilezione per il temolo, laddove
ve ne sia la disponibilità. In particolare per l’Adige, il cormorano può rappresentare la principale
concausa di rarefazione di questa specie. Sia la trota marmorata, sia lo scazzone, sia il temolo sono
specie inserite nell’Allegato II della Direttiva FFH.
In particolare il temolo è stato inserito negli Allegati II e V della Direttiva Flora Fauna Habitat
dell’Unione Europea e compare nella Lista Rossa delle specie a rischio dell’Alto Adige come specie
minacciata. I popolamenti di temolo in Europa sono in regressione a causa del concatenarsi di diversi
fattori critici.
La stessa struttura dell’Adige, fortemente irreggimentata e povera di aree rifugio, facilita la caccia a
questa specie, che si muove in branchi in corrente e presenta taglie ideali per il cormorano,
soprattutto le classi di età del 1° e 2° anno (0+ e 1+)
Per stabilire dei confronti che permettano di comprendere, in termini di abbondanza, i dati cui si fa
riferimento, si riportano accanto ai dati dell’Adige, quelli di altri fiumi altoatesini rilevati con la stessa
metodica.
30
Fig.23: Abbondanza per ettaro della classe giovanile del temolo in diversi corsi d’acqua dell’Alto Adige
Il numero di individui di cormorano mediamente presenti ha avuto in particolare un incremento negli
ultimi tre anni del 60%, mentre i tentativi di dissuasione condotti negli stessi anni sono risultati
irrilevanti ai fini del contenimento dell’ittiofago. Lo stesso effetto irrilevante hanno avuto gli
abbattimenti, peraltro condotti in misura assolutamente non proporzionata sia alle reali necessità di
contenimento dei danni, sia da un punto di vista dissuasorio.
I monitoraggi condotti tramite elettropesca mostrano in particolare per l’Adige una situazione critica
dal punto di vista della biomassa ittica, non certo del tutto imputabile al cormorano, il quale
contribuisce come fattore tra altri al depauperamento del patrimonio ittico.
Negli ultimi anni per l’Adige sono state intraprese misure di rinaturalizzazione degli alvei, con
articolazione strutturale e posa di massi ciclopici, sono state introdotte misure di limitazione alla
pesca con l’aumento delle taglie minime ammesse per trota marmorata e temolo, il divieto della
pesca col verme, mentre la pressione di predazione del cormorano si è spostata in parte su altri corpi
idrici. Nel 2016 è stata rilevata, sempre nel tratto d’Adige Bolzano-Ora, una ripresa della riproduzione
del temolo, per quanto ancora fragile, soprattutto alla luce di un prossimo ritorno del cormorano.
Abbondanza per ettaro del temolo della classe 0+
0,21,9
22,6
61,8
14,8
5,74,6
33
-
10
20
30
40
50
60
70
2011 2013 2014 2015 2016 2011 2011 2012
Adige Bz-Ora Aurino S.Giorgio-Stegona
Rienza Vintl Aurino Mühlen- Gais
31
Pertanto se si ritiene utile e necessario un intervento di salvaguardia del patrimonio ittico autoctono,
ed accanto agli interventi già messi in atto e sopra citati, sarebbe opportuno aumentare le misure
dissuasive di abbattimento intraprese lungo l’asse dell’Adige e in Val Pusteria. Peraltro la misura di
abbattimento è prevista dallo stesso articolo 9 della Direttiva Uccelli:
1. Sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti, gli Stati membri possono derogare agli
articoli da 5 a 8 per le seguenti ragioni:
- […]
- per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle acque
2. Le deroghe di cui al paragrafo 1 devono menzionare:
a) le specie che formano oggetto delle medesime;
b) i mezzi, gli impianti o i metodi di cattura o di uccisione autorizzati;
c) le condizioni di rischio e le circostanze di tempo e di luogo in cui esse possono essere applicate;
d) l’autorità abilitata a dichiarare che le condizioni stabilite sono soddisfatte e a decidere quali mezzi,
impianti o metodi possano essere utilizzati, entro quali limiti e da quali persone;
e) i controlli che saranno effettuati.
3. Gli Stati membri inviano ogni anno alla Commissione una relazione sull’applicazione dei paragrafi 1
e 2. IT L 20/10 Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 26.1.2010.
4. In base alle informazioni di cui dispone, in particolare quelle comunicatele ai sensi del paragrafo 3,
la Commissione vigila costantemente affinché le conseguenze delle deroghe di cui al paragrafo 1 non
siano incompatibili con la presente direttiva. Essa prende adeguate iniziative in merito.