RASSEGNA STAMPA
NAPOLI 1 GIUGNO 2016
MOBILITA’ PASSIVA
STRUMENTI PER INVERTIRE LA ROTTA
Federsanità ANCI (maggio 2016)
Regioni.it (23 maggio 2016)
Regione Campania (27 maggio 2016)
QuotidianoSanità.it (30 maggio 2016)
Libero 24x7 (30 maggio 2016)
Libero Gossip (30 maggio 2016)
QuotidianoSanità.it (31 maggio 2016)
Napolitan (31 maggio 2016)
AIOP Campania (1 giugno 2016)
Adbcampaniacentrale2.it (1 giugno 2016)
Gonews.it (1 giugno 2016)
Bagheira.wordpress.com (1 giugno 2016)
Regioni.it (1 giugno 2016)
Pupia Campania (1 giugno 2016)
Insalutenews.it (1 giugno 2016)
Mondo Medicina (1 giugno 2016)
QuotidianoSanità.it (3 giugno 2016)
Termolionline.it (3 giugno 2016)
Libero 24x7 (3 giugno 2016)
Salute Domani (5 giugno 2016)
Salute H24 (5 giugno 2016)
Fai.informazione.it (5 giugno 2016)
Federsanità ANCI
http://www.federsanita.it/html/primo_piano/it/Napoli_motore_sanita.asp
Mobilità passiva. Strumenti per invertire la rotta
Data evento:01-06-2016
La struttura dell’offerta delle aziende, come l’abbiamo costruita almeno nell’ultimo decennio, non è più
sostenibile; anche il concetto di autosufficienza territoriale deve essere rivisto. Le vere criticità che hanno
bisogno di un’offerta capillare a livello territoriale sono l’emergenza e la cronicità. Per quanto riguarda le
attività programmate, va da sé che il cittadino possa scegliere dove effettuarle. Ma l’emergenza e la cronicità
debbono trovare risposte “locali".
SCARICA IL PROGRAMMA
Regioni.it
http://www.regioni.it/agenda/2016/05/23/panacea-evento-mobilita-passiva-strumenti-per-invertire-la-
rotta-in-programma-il-1-giugno-2016-a-napoli-460389/
[Panacea] - Evento: Mobilità passiva: strumenti per invertire la rotta, in programma il 1° giugno 2016 a
Napoli
lunedì 23 maggio 2016
Il programma
Regione Campania
http://www.regione.campania.it/it/news/eventi-tcjacpax/mobilita-passiva-strumenti-per-invertire-la-rotta
Mobilità passiva - Strumenti per invertire la rotta
27/05/2016 - Si terrà mercoledì 1 giugno, a Napoli, presso l'Auditorium del Centro Direzionale - Isola C3, a
partire dalle ore 9.30 il convegno "Mobilità passiva - Strumenti per invertire la rotta", il cui obiettivo è quello
di approfondire da più punti di vista le dinamiche che caratterizzano la mobilità sanitaria, contribuendo a
fornire elementi utili e a costruire strumenti in grado di governarla.
All'evento parteciperanno, tra gli altri, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il Consigliere
del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti alla sanità con delega ai rapporti con gli organismi
regionali e del Governo in materia di sanità dott. Enrico Coscioni ed il Commissario ad Acta per l’attuazione
del Piano di Rientro dai disavanzi del Settore Sanitario della Regione Campania, dott. Joseph Polimeni.
In allegato, il programma dell'evento.
Per ulteriori approfondimenti, consulta la pagina dedicata all'evento.
DOCUMENTI
Programma convegno Mobilità passiva 1 giugno 2016
QuotidianoSanità.it
http://www.quotidianosanita.it/campania/articolo.php?articolo_id=40199
Mobilità passiva, ecco gli strumenti per invertire la rotta. Convegno a Napoli il 1 giugno
Esperti e rappresentati della regione presenteranno aggiornamenti utili ai cittadini, ai media e agli
operatori socio-sanitari. Ma ci confronterà anche sulla sostenibilità del sistema, la struttura dell’offerta
delle aziende socio-sanitarie e la fornitura di servizi di assistenza per fare fronte alle esigenze territoriali.
30 MAG - La mobilità sanitaria è un diritto dei cittadini che possono rivolgersi a qualsiasi struttura, senza
vincoli territoriali, per cercare una risposta ai propri bisogni.
A fare luce su questo tema approfondendo le dinamiche che la caratterizzano e contribuendo quindi a fornire
elementi utili e a costruire strumenti in grado di governarla, è un convegno che si terrà il 1 giugno
all’Auditorium Centro Direzionale Isola C 3, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni
e delle Province autonome, FederSanità ANCI e organizzato da Motore Sanità
Saranno presentati i dati sulla realtà delle diverse Regioni in piano di rientro, parteciperanno con Riccardo
Fatarella, Dirigente Generale Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie Regione Calabria e Joseph
Polimeni, Commissario alla Sanità Regione Campania, che ne evidenzieranno luci e ombre. Al convegno
interverranno i esperti e rappresentanti di più Regioni - dalla Campania al Piemonte e all’Umbria fino alla
regione Veneto – per delineare un quadro concreto sulla struttura dell’offerta delle aziende socio-sanitarie e
su come anche il concetto di autosufficienza territoriale debba essere rivisto.
Saranno poi approfondito il tema su come dare risposte alle questioni e alla fornitura di servizi di assistenza
che devono rimanere up-to-date per fare fronte alle esigenze territoriali. Verranno esplorate anche le
tematiche legate alla sostenibilità del sistema e all’offerta di salute nelle varie regioni con un confronto
aperto sull’analisi dei dati relativi alla mobilità attiva e passiva.
Tra i presenti Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti alla sanità,
con delega ai rapporti con gli organismi regionali e del Governo in materia di sanità, mentre la Regione
Campania presenterà aggiornamenti utili ai cittadini, ai media ed agli operatori socio-sanitari durante la
tavola rotonda intitolata “Mobilità passiva spontanea o governata”. Parteciperà ai lavori anche il Presidente
della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Gli esperti inoltre si confrontano durante la giornata anche sulle patologie tempo-dipendenti e sui servizi su
cui, in particolare, relazionerà Pietro Giudice, Direttore U.O. Cardiologia interventistica Emodinamica, A.O.
San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Mentre Giuseppe Zuccatelli, presidente Agenas rifletterà
sull’importanza del piano nazionale per gli Hub ospedalieri e su come poter invertire la rotta di gestione socio-
sanitaria.
Nuovi dati anche sulla disparità e accesso all’innovazione terapeutica e tecnologica che saranno illustrati
dall’onorevole Giovanni Monchiero, Membro della XII Commissione Affari Sociali), Camera dei Deputati.
Mentre sulle best practices e le reti interregionali a tutela dei diritti del malato relaziona Tonino Aceti,
Coordinatore Nazionale Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva.
30 maggio 2016
© Riproduzione riservata
Libero 24x7
http://247.libero.it/focus/35820994/156/mobilit-passiva-ecco-gli-strumenti-per-invertire-la-rotta-
convegno-a-napoli-il-1-giugno/
Mobilità passiva, ecco gli strumenti per invertire la rotta. Convegno a Napoli il 1 giugno
Esperti e rappresentati della regione presenteranno aggiornamenti utili ai cittadini, ai media e agli
operatori socio-sanitari. Ma ci confronterà anche sulla sostenibilità del sistema, la struttura dell’offerta
delle aziende socio-sanitarie e la fornitura di servizi di assistenza per fare fronte alle esigenze territoriali.
30 MAG - La mobilità sanitaria è un diritto dei cittadini che possono rivolgersi a qualsiasi struttura, senza
vincoli territoriali, per cercare una risposta ai propri bisogni.
A fare luce su questo tema approfondendo le dinamiche che la caratterizzano e contribuendo quindi a fornire
elementi utili e a costruire strumenti in grado di governarla, è un convegno che si terrà il 1 giugno
all’Auditorium Centro Direzionale Isola C 3, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni
e delle Province autonome, FederSanità ANCI e organizzato da Motore Sanità
Saranno presentati i dati sulla realtà delle diverse Regioni in piano di rientro, parteciperanno con Riccardo
Fatarella, Dirigente Generale Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie Regione Calabria e Joseph
Polimeni, Commissario alla Sanità Regione Campania, che ne evidenzieranno luci e ombre. Al convegno
interverranno i esperti e rappresentanti di più Regioni - dalla Campania al Piemonte e all’Umbria fino alla
regione Veneto – per delineare un quadro concreto sulla struttura dell’offerta delle aziende socio-sanitarie e
su come anche il concetto di autosufficienza territoriale debba essere rivisto.
Saranno poi approfondito il tema su come dare risposte alle questioni e alla fornitura di servizi di assistenza
che devono rimanere up-to-date per fare fronte alle esigenze territoriali. Verranno esplorate anche le
tematiche legate alla sostenibilità del sistema e all’offerta di salute nelle varie regioni con un confronto
aperto sull’analisi dei dati relativi alla mobilità attiva e passiva.
Tra i presenti Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti alla sanità,
con delega ai rapporti con gli organismi regionali e del Governo in materia di sanità, mentre la Regione
Campania presenterà aggiornamenti utili ai cittadini, ai media ed agli operatori socio-sanitari durante la
tavola rotonda intitolata “Mobilità passiva spontanea o governata”. Parteciperà ai lavori anche il Presidente
della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Gli esperti inoltre si confrontano durante la giornata anche sulle patologie tempo-dipendenti e sui servizi su
cui, in particolare, relazionerà Pietro Giudice, Direttore U.O. Cardiologia interventistica Emodinamica, A.O.
San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Mentre Giuseppe Zuccatelli, presidente Agenas rifletterà
sull’importanza del piano nazionale per gli Hub ospedalieri e su come poter invertire la rotta di gestione socio-
sanitaria.
Nuovi dati anche sulla disparità e accesso all’innovazione terapeutica e tecnologica che saranno illustrati
dall’onorevole Giovanni Monchiero, Membro della XII Commissione Affari Sociali), Camera dei Deputati.
Mentre sulle best practices e le reti interregionali a tutela dei diritti del malato relaziona Tonino Aceti,
Coordinatore Nazionale Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva.
30 maggio 2016
© Riproduzione riservata
Libero Gossip
http://gossip.libero.it/focus/35820994/mobilit%C3%A0-passiva-ecco-gli-strumenti-per-invertire-la-rotta-
convegno/mobilit%C3%A0-convegno/?type=
Mobilità passiva, ecco gli strumenti per invertire la rotta. Convegno a Napoli il 1 giugno
Esperti e rappresentati della regione presenteranno aggiornamenti utili ai cittadini, ai media e agli
operatori socio-sanitari. Ma ci confronterà anche sulla sostenibilità del sistema, la struttura dell’offerta
delle aziende socio-sanitarie e la fornitura di servizi di assistenza per fare fronte alle esigenze territoriali.
30 MAG - La mobilità sanitaria è un diritto dei cittadini che possono rivolgersi a qualsiasi struttura, senza
vincoli territoriali, per cercare una risposta ai propri bisogni.
A fare luce su questo tema approfondendo le dinamiche che la caratterizzano e contribuendo quindi a fornire
elementi utili e a costruire strumenti in grado di governarla, è un convegno che si terrà il 1 giugno
all’Auditorium Centro Direzionale Isola C 3, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni
e delle Province autonome, FederSanità ANCI e organizzato da Motore Sanità
Saranno presentati i dati sulla realtà delle diverse Regioni in piano di rientro, parteciperanno con Riccardo
Fatarella, Dirigente Generale Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie Regione Calabria e Joseph
Polimeni, Commissario alla Sanità Regione Campania, che ne evidenzieranno luci e ombre. Al convegno
interverranno i esperti e rappresentanti di più Regioni - dalla Campania al Piemonte e all’Umbria fino alla
regione Veneto – per delineare un quadro concreto sulla struttura dell’offerta delle aziende socio-sanitarie e
su come anche il concetto di autosufficienza territoriale debba essere rivisto.
Saranno poi approfondito il tema su come dare risposte alle questioni e alla fornitura di servizi di assistenza
che devono rimanere up-to-date per fare fronte alle esigenze territoriali. Verranno esplorate anche le
tematiche legate alla sostenibilità del sistema e all’offerta di salute nelle varie regioni con un confronto
aperto sull’analisi dei dati relativi alla mobilità attiva e passiva.
Tra i presenti Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti alla sanità,
con delega ai rapporti con gli organismi regionali e del Governo in materia di sanità, mentre la Regione
Campania presenterà aggiornamenti utili ai cittadini, ai media ed agli operatori socio-sanitari durante la
tavola rotonda intitolata “Mobilità passiva spontanea o governata”. Parteciperà ai lavori anche il Presidente
della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Gli esperti inoltre si confrontano durante la giornata anche sulle patologie tempo-dipendenti e sui servizi su
cui, in particolare, relazionerà Pietro Giudice, Direttore U.O. Cardiologia interventistica Emodinamica, A.O.
San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Mentre Giuseppe Zuccatelli, presidente Agenas rifletterà
sull’importanza del piano nazionale per gli Hub ospedalieri e su come poter invertire la rotta di gestione socio-
sanitaria.
Nuovi dati anche sulla disparità e accesso all’innovazione terapeutica e tecnologica che saranno illustrati
dall’onorevole Giovanni Monchiero, Membro della XII Commissione Affari Sociali), Camera dei Deputati.
Mentre sulle best practices e le reti interregionali a tutela dei diritti del malato relaziona Tonino Aceti,
Coordinatore Nazionale Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva.
30 maggio 2016
© Riproduzione riservata
QuotidianoSanità.it
http://www.quotidianosanita.it/campania/articolo.php?articolo_id=40272
Campania. Scotti (Omceo Napoli): “Mobilità passiva è tema strategico, occorre interrogarsi su modelli
organizzativi”
È l'appello lanciato dal leader dei medici partenopei in vista dell’incontro di mercoledì dal titolo ‘Mobilità
passiva’, strumenti per invertire la rotta”, organizzato da Enrico Coscioni. “La mobilità sanitaria è un diritto
del cittadino solo se la sua è una scelta. Chi va fuori perché qui non trova le risposte vede invece negato
ogni diritto”.
31 MAG - “Quello della mobilità passiva è un tema strategico per la Campania, un tema che può stimolare la
crescita di professionalità che di certo in regione non mancano. In questo senso il governatore lancia una
sfida che abbiamo il dovere di cogliere". Lo dice il leader dei medici partenopei Silvestro Scotti in vista
dell’incontro di mercoledì dal titolo “Mobilità passiva’, strumenti per invertire la rotta”.
“Mettersi attorno ad un tavolo e ragionare sulle sfide del prossimo futuro è l’unica via per superare un gap
che ormai ci penalizza da troppo tempo – prosegue Scotti -, la mobilità sanitaria è un diritto del cittadino solo
se la sua è una scelta. Chi va fuori perché qui non trova le risposte vede invece negato ogni diritto. Con
l’impegno di tutti sono certo che si possa costruire, a livello campano, un sistema salute che non solo sia
capace di autosostenersi, ma che addirittura sia attrattivo per pazienti di altre regioni”.
Non è un caso che l’Ordine dei Medici, prosegue, “che rappresento sia stato tra i primi a mettere in guardia
sugli effetti del definanziamento, che ovviamente genera anche viaggi della speranza. Lo abbiamo fatto con
coraggio, senza curarci delle critiche, convinti di dover essere al servizio dei cittadini e al fianco dei colleghi.
Alla Campania non mancano le professionalità – conclude il presidente -, ci si deve interrogare piuttosto sui
modelli organizzativi e integrazione tra i professionisti. L’Ordine dei Medici è pronto a sostenere ogni
iniziativa che possa valorizzare la professionalità dei medici e migliorare l’assistenza sul territorio”.
31 maggio 2016
© Riproduzione riservata
Napolitan
http://www.napolitan.it/2016/05/31/45535/da-sud-a-sud/medici-regione-un-dialogo-valorizza-le-
professionalita-puo-portare-benefici-ai-cittadini-campani/
MEDICI E REGIONE, UN DIALOGO CHE VALORIZZA LE PROFESSIONALITÀ E PUÒ PORTARE BENEFICI AI
CITTADINI CAMPANI
di Redazione Napolitan / 0 Commenti / 3 Visite / 31 maggio, 2016
«Quello della mobilità passiva è un tema strategico per la Campania, un tema che può stimolare la crescita
di professionalità che di certo in regione non mancano. In questo senso il governatore lancia una sfida che
abbiamo il dovere di cogliere». Lo dice il leader dei medici partenopei Silvestro Scotti in vista dell’incontro di
mercoledì dal titolo «Mobilità passiva, strumenti per invertire la rotta», organizzato da Enrico Coscioni.
«Mettersi attorno ad un tavolo e ragionare sulle sfide del prossimo futuro è l’unica via per superare un gap
che ormai ci penalizza da troppo tempo – prosegue Scotti -, la mobilità sanitaria è un diritto del cittadino solo
se la sua è una scelta. Chi va fuori perché qui non trova le risposte vede invece negato ogni diritto. Con
l’impegno di tutti sono certo che si possa costruire, a livello campano, un sistema salute che non solo sia
capace di autosostenersi, ma che addirittura sia attrattivo per pazienti di altre regioni.
Non è un caso che l’Ordine dei Medici che rappresento sia stato tra i primi a mettere in guardia sugli effetti
del definanziamento, che ovviamente genera anche viaggi della speranza. Lo abbiamo fatto con coraggio,
senza curarci delle critiche, convinti di dover essere al servizio dei cittadini e al fianco dei colleghi. Alla
Campania non mancano le professionalità – conclude il presidente -, ci si deve interrogare piuttosto sui
modelli organizzativi e integrazione tra i professionisti. L’Ordine dei Medici è pronto a sostenere ogni
iniziativa che possa valorizzare la professionalità dei medici e migliorare l’assistenza sul territorio».
AIOP Campania
http://www.aiopcampania.it/mostraevento.asp?id=135
Mobilità Passiva. Strumenti per invertire la rotta.
01 giugno 2016, ore 09:30
Auditorium Assessorato alla Sanità - Centro Direzionale di Napoli Isola C3
Mobilità Passiva Strumenti per invertire la rotta.
Adbcampaniacentrale2.it
http://www.adbcampaniacentrale2.it/regione-campania/
Mobilità passiva - Strumenti per invertire la rotta
27/05/2016 - Si terrà mercoledì 1 giugno, a Napoli, presso l'Auditorium del Centro Direzionale - Isola C3, a
partire dalle ore 9.30 il convegno "Mobilità passiva - Strumenti per invertire la rotta", il cui obiettivo è quello
di approfondire da più punti di vista le dinamiche che caratterizzano la mobilità sanitaria, contribuendo a
fornire elementi utili e a costruire strumenti in grado di governarla.
All'evento parteciperanno, tra gli altri, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il Consigliere
del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti alla sanità con delega ai rapporti con gli organismi
regionali e del Governo in materia di sanità dott. Enrico Coscioni ed il Commissario ad Acta per l’attuazione
del Piano di Rientro dai disavanzi del Settore Sanitario della Regione Campania, dott. Joseph Polimeni.
In allegato, il programma dell'evento.
Per ulteriori approfondimenti, consulta la pagina dedicata all'evento.
DOCUMENTI
Programma convegno Mobilità passiva 1 giugno 2016
Gonews.it
http://www.gonews.it/2016/06/01/sanita-regionale-rimborsata-ricoveri-tutta-italia/
Sanità regionale ‘rimborsata’ per i ricoveri da tutta Italia
01 giugno 2016 16:32
Sanità Toscana Circa 4 miliardi di euro passeranno da una regione all’altra in base al saldo positivo o negativo
nei flussi di pazienti. A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare su un
“rimborso” di 533,9 milioni di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni.
Dal fronte opposto, a causa di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la
Campania, a 251,6 la Calabria e a 201,5 il Lazio: tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice
di ‘fuga’ maggiore.
Se ne è discusso a Napoli al convegno nazionale organizzato dall’associazione Motore Sanità, con il patrocinio
di Regione Campania, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, FederSanità Anci. Per quanto
concerne la mobilità passiva, è la Basilicata – secondo i dati forniti durante il convegno – a registrare il
rapporto più elevato con un 23,9% di indice di fuga. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%, registra il rapporto
minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri. Per la mobilità attiva è il Molise a
guadagnarsi la prima posizione della graduatoria con un indice di attrazione pari al 26,7%.
Sul versante opposto si colloca la Sardegna con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul
totale dei ricoveri erogati pari all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere
il maggior numero di pazienti non residenti. Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri
extraregionali), l’Emilia Romagna (109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali),
la Toscana (67 mila ricoveri extraregionali) ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali).
Fonte: ANSA
Copyright © gonews.it
Bagheira.wordpress.com
https://bagheira.wordpress.com/2016/06/01/mobilita-passiva-quando-la-cura-e-altrove/
1 giugno 2016 1,387 Words
Mobilità passiva: quando la cura è altrove
Diceva Bersani nel suo programma – per le politiche del 2013 – ‘una siringa deve costare lo stesso a Palermo
come a Milano’ ma evidente mente non è proprio così.
Infatti secondo un rapporto dell’Ispe, proprio del 2013, la facile deriva verso atteggimenti illegali in sanità
porta ad un aumento dei costi standard apocalittici. “In alcune realtà l’Asl diventa un serbatoio di lavoro, da
raggiungere non sempre attraverso la meritocrazia, e di conseguenza un serbatoio di voti”.
Poi c’è la criminalità organizzata, “che soprattutto in alcune aree del paese vende servizi a bassa tecnologia
alle Asl”.
Dal lato dell’offerta sanitaria, prosegue la ricerca, il problema più grave è “l’elevato grado di discrezionalità
nelle scelte aziendali e ospedaliere, che influisce di conseguenza sull’offerta pubblica di servizi e rende
difficile la standardizzazione delle prestazioni da erogare”. Per non parlare del “ruolo ingerente della politica,
soprattutto regionale, nell’organizzazione dell’offerta sanitaria, nella selezione dei direttori e nell’allocazione
delle risorse”.
La realtà della Sanità italiana è da sempre offuscata da luci ed ombre e ciò a dispetto delle tante eccellenze
che resitono e nonostante la crisi attuale.
Ci vorrebbe un’allentamento del Patto di stabilità degli Enti locali per rafforzare gli sportelli sociali e per un
piano di piccole opere a cominciare da scuole e strutture sanitarie’. (Bersani 2013)
Frantumato tra le varie incertezze il SSN italiano rischia di finire agli ultimi posti della classifica europea.
Per ammissione dello stesso Pd, oggi partito di governo: il sistema italiano è meno finanziato di molti altri in
Europa: il fondo sanitario ammonta al 7,1% del PIL quando la media degli stati UE hanno investito in sanità
circa il 9% rispetto al valore dei loro PIL.
I dati ci dicono che né il livello né la dinamica della spesa sanitaria del nostro Paese possono essere considerati
motivo di allarme per la finanza pubblica. Si tratta di una voce di spesa importante, ma sulla sanità vantiamo
uno spread positivo rispetto alla Germania: spendiamo nel pubblico almeno 1,6 punti di PIL in meno e
complessivamente – tra pubblico e privato – 2,3 punti in meno.
Nonostante i bassi livelli di spesa, i fondi per la sanità pubblica sono stati sottoposti a ripetuti tagli da parte
degli ultimi governi e la Corte dei Conti ha stimato in 31 miliardi i tagli fino al 2015, a cui si uniscono nuovi
ticket, previsti dalla manovra del 2011 e che sono entrati in vigore da gennaio 2014, per rastrellare ulteriori
2 miliardi di euro. Il totale fanno manovre pari al 30% della complessiva dotazione annuale del Fondo
Sanitario Nazionale.
Gli effetti di questa politica sta provocando una situazione di incertezza e di grandissima difficoltà.
Le Regioni sono ‘abbandonate’ a se stesse, a volte in forte competizione sul piano dell’offerta sanitaria ma
questo stato di cose disorienta il cittadino. Il concetto di ‘autosufficienza territoriale’ deve essere rivisto. Il
cittadino deve poter scegliere dove effettuare le sue cure ma, va da sè, emergenza e cronicità devono trovare
risposte territoriali.
E’ per questo necessario fare coesione per ricercare il maggior coordinamento possibile tra le regioni italiane
riguardo l’offerta sanitaria, alla ricerca di una sempre maggiore efficienza per una sempre maggiore efficacia
delle cure al cittadino. In pratica grandi risultati al minor costo (soprattutto sociale) possibile.
Dopo Milano, Venezia e Genova, questa mattina è toccato a Napoli, aprire le porte al convegno ‘ Mobilità
passiva, strumenti per invertire la rotta’. Si tratta di un covegno itinerante tra i maggiori capoluogo di regione
d’Italia, per mettere a punto e ricercare le strategie territoriali condivise per una sanità innovativa.
In realtà è questo il secondo convegno che si svolge a Napoli sul tema della mobilità passiva, con il tandem
della Regione Calabria.
Perchè il cambiamento in atto disorienta ormai tutti e tante sono le domande che vengono alla mente: –
come cambierà la vita degli operatori sanitari? – come quella degli ammalati? – quali risultati riuscirà ad
ottenere la digitalizzazione della sanità? – come si potranno razionalizzare le risorse disponibili?
Queste e tantissime domande affollano la mente, intanto i cittadini si trovano a vivere difficoltà inenarrabili:
dalle comode eccellenze disponibili ‘sotto casa’, sono costretti a ‘viaggi della speranza’ – quando va tutto
bene – in altre regioni, perchè l’offerta si è ridotta drasticamente. Questa è la mobilità passiva.
La crisi dunque “non può e non deve diventare una giustificazione al rovesciamento dei principi
dell’universalismo e della solidarietà nella tutela della salute”. Anzi al contrario deve diventare un “impegno
primario” che si coniuga “sulle politiche sanitarie e sulle politiche sociali, perché la tutela della salute delle
persone non può più tollerare la diffusa scarsa integrazione fra sociale e sanitario”.
Joseph Polimeni – nominato dal CdM dell’11 dicembre scorso – Commissario ad Acta per l’attuazione del
Piano di Rientro dai disavanzi del Settore Sanitario della Regione Campania ha dichiarato nel suo intervento
di apertura
Quella della Regione Campania è una realtà complessa . Sono da poco tempo in Regione, tanto diversa dalla
Calabria – presente al nostro convegno – qui ci sono piani di rientro espliciti e piani di rientro sommersi. E’
necessario avere una rete delle strutture esistenti, quindi ‘No’ alla chiusura di ospedali ma riconversione
delle strutture sulla base di una svolta radicale nei servizi ai cittadini e nella medicina del territorio.
In pratica Polimeni sembra intenzionato a mantenere la ‘tecnostruttura’ dirigenziale anzi puntando come
Amministrazione all’acquisizione di nuovo personale
Forse è vero sembra più un’operazione di ‘pacificazione elettorale’ ma sembra anche che la Regione
Campania sia ‘intenzionata a mettere in campo risorse da investire anche in tecnologie e strutture’
Sappiamo che il nodo principale che il Presidente De Luca si trova a dover affrontare per il risanamento della
Sanità campana è la futura nomina dei dirigenti sanitari
Infatti per inciso : Il Consiglio Regionale della Campania ha approvato a maggioranza, 29 si’ su 43 presenti, la
proposta di legge che affida direttamente al presidente della giunta Vincenzo De Luca la nomina di manager
e dirigenti in ambito sanitario pescando dall’albo di quanti hanno i requisiti e senza passare per la
preselezione dell’anno in Commissione tecnica.
Il centrosinistra si e’ compattato sulla proposta, primo firmatario Raffaele Topo, rigettando quasi tutti gli
emendamenti presentati dalle opposizioni.
Sono stati approvati, due emendamenti del capogruppo di Fi, Armando Cesaro, che centrodestra. Nei giorni
scorsi il governatore aveva assicurato che non avrebbe comunque fatto nomine in periodo di campagna
elettorale. Ma ..
Comunque Polimeni, per dipanare le criticità esplose negli ultimi tempi in sanità, si è dato un tempo ‘come
da testi sacri’ – ha detto – di tre anni sperando di non dover assistere più a scene degli ammalati sistemati su
barelle di fortuna e lungo i corridoi delle corsie, casi più rosei. E speriamo che in tutto questo bailamme,
qualcosa di vero ci sia.
Riccardo Fatarella, dirigente della Regione Calabria, ha fatto una denuncia più cicostanziata, ha parlato di
una mobilità passiva captata dal Nord, pur non negando che nonostante la Regione Calabrai presenti delle
eccellenze di tutto riguardo, vi siano realtà complesse e difficili.
Servono finanziamenti statali – secondo Fatarella – che dovrebbero arrivare alle regioni più in difficoltà.
Il convegno, che è in svolgimento presso l’Auditorium della Giunta Regionale Campana, al Centro Direzionale,
Isola C3, e a cui prendono parte i Direttori sanitari di tutte le regioni italiane, nonchè Giovanni Monchiero,
membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, verrà concluso dal Presidente della
Regione Campania, Vincenzo De Luca
Regioni.it
http://www.regioni.it/sanita/2016/06/01/sanita-mobilita-pazienti-fa-crescere-costi-per-regioni-sud-
461882/
Sanità: mobilità pazienti fa crescere costi per Regioni Sud
mercoledì 1 giugno 2016
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R EST S0A QBXB
Lombardia riceverà 533 mln, la Campania ne 'pagherà' 270
(ANSA) - NAPOLI, 1 GIU - Circa 4 miliardi di euro passeranno da una regione all'altra in base al saldo positivo
o negativo nei flussi di pazienti. A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare
su un "rimborso" di 533,9 milioni di euro. Segue l'Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2
milioni.
Dal fronte opposto, a causa di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la
Campania, a 251,6 la Calabria e a 201,5 il Lazio: tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice
di 'fuga' maggiore. Se ne è discusso a Napoli al convegno nazionale organizzato dall'associazione Motore
Sanità, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome,
FederSanità Anci.
Per quanto concerne la mobilità passiva, è la Basilicata - secondo i dati forniti durante il convegno - a
registrare il rapporto più elevato con un 23,9% di indice di fuga. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%,
registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri.
Per la mobilità attiva è il Molise a guadagnarsi la prima posizione della graduatoria con un indice di
attrazionepari al 26,7%. Sul versante opposto si colloca la Sardegna con un rapporto tra i ricoveri in regione
dei non residenti sul totale dei ricoveri erogati pari all'1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni
del Nord a ricevere il maggior numero di pazienti non residenti. Le realtà più attrattive sono la Lombardia
(144 mila ricoveri extraregionali), l'Emilia Romagna (109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri
extraregionali), la Toscana (67 mila ricoveri extraregionali) ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali).
(ANSA).
COM-DLP
01-GIU-16 16:25 NNN
Pupia Campania
https://www.youtube.com/watch?v=YrOWA0A8f1g
Napoli - Prestazioni sanitarie fuori regione, forum di "Motore Sanità" (01.06.16)
Pubblicato il 01 giu 2016
http://www.pupia.tv - Napoli - Si è parlato di mobilità passiva nella Sanità e di come invertire la rotta in
Campania in un forum organizzato a Napoli da “Motore Sanità”.
Insalutenews.it
http://www.insalutenews.it/in-salute/la-crisi-economica-incide-sulla-qualita-della-nostra-salute/
MEDICINA
La crisi economica incide sulla qualità della nostra salute
DI INSALUTENEWS · 1 GIUGNO 2016
Presentati a Napoli, all’Auditorium Centro Direzionale Isola C 3, i nuovi dati della sanità nazionale. Ai bilanci
in ordine di alcune Regioni non ha corrisposto un servizio sanitario adeguato per il cittadino. È diminuita la
vita media in alcune regioni del Sud. Servono interventi adeguati
Sono circa 4 miliardi di euro che passeranno da una regione all’altra in base al saldo positivo o negativo nei
flussi di pazienti. A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare su un “rimborso”
di 533,9 milioni di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni. Dal fronte
opposto, a causa di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la Campania, a
251,6 la Calabria e a 201,5 il Lazio. Tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice di fuga
maggiore.
Se ne è discusso a Napoli al convegno nazionale a cui hanno partecipato oltre trecento persone, organizzato
dall’associazione Motore Sanità, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome, FederSanità ANCI. Dai dati esposti dai relatori, dott. Joseph Polimeni, Commissario ad
Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Settore sanitario della Regione Campania, dott.
Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti la sanità, dott. Riccardo
Fatarella, Dirigente Generale Dip. Tutela Salute della Regione Calabria occorre coniugare razionalità,
buonsenso e consenso per le riforme sanitarie regionali.
Necessario ricreare fiducia nei confronti dei sistemi regionali e seguire i cittadini in modo adeguato sulle loro
priorità di salute; puntare su un incremento qualitativo e quantitativo; riprogrammare in modo sostenibile le
reti territoriali; fare squadra; stabilizzare il servizio sanitario su standard meritocratici. Il dott. Giuseppe
Zuccatelli, Presidente Agenas ha sottolineato come occorra invertire la rotta per un piano nazionale efficiente
relativo agli Hub ospedalieri. Sulla disparità e l’accesso all’innovazione terapeutica e tecnologica ha
relazionato il dott. Giovanni Monchiero, membro XII Commissione Affari Sociali, Camera di deputati.
Ai bilanci in ordine di alcune Regioni non ha corrisposto un servizio sanitario adeguato per il cittadino. Ad
aumentare la soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket, soprattutto le famiglie in Calabria
(7,2 punti) con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari. Seguono la Campania (9,3
punti) con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, la Sardegna (10,1 punti) e la Puglia (10,2 punti)
entrambe con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente
10 mila e 22 mila nuclei familiari. Le regioni dove si vive più a lungo sono: il Trentino-Alto Adige (80,7 anni gli
uomini e 85,5 le donne) e le Marche (80,6 anni gli uomini e 85,3 le donne). Quelle in cui la vita media è più
breve sono la Campania (78,0 anni gli uomini e 82,8 le donne) e la Sicilia (78,8 anni gli uomini e 83,2 le donne).
La Regione Campania con la sua riforma sta facendo importanti passi avanti, sta lavorando sulla patologie
tempo-dipendenti (ictus, problematiche cardiache e traumatologiche d’urgenza) ove il cittadino non può
scegliere. Gli esperti hanno concordato sul fatto che occorra creare una rete di ospedali di eccellenza, Hub di
riferimento, concentrando i volumi di attività , anche con l’aiuto del privato convenzionato; incentivare la
componente screening e di prevenzione di primo livello; lavorare sui presidi di confine e sulle percorrenze
(viabilità, logistica, trasporti sanitari di secondo livello); potenziare accordi interregionali non solo sulle
compensazioni ma sulla creazione governata di una mobilità con strutture di riferimento in una rete nazionale
programmata.
Dai dati è emersa una certa lentezza di reattività da parte della sanità pubblica e si è parlato anche delle
criticità del Piano sanitario nazionale. Il Patto per la salute 2014-2016, all’articolo 9 commi 2-5, interviene
sugli accordi finalizzati alla compensazione della mobilità interregionale prevedendone, tra l’altro,
l’obbligatorietà. In questo ambito l’analisi della mobilità però non può ridursi all’analisi degli sconfinamenti
tra regioni perché questa non permette di conoscere in modo articolato le componenti strutturali del
fenomeno e può indurre a non comprendere il fenomeno. Sui bisogni dei cittadini si è soffermato il dott.
Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tribunale Diritti del malato – Cittadinanzattiva.
Le diverse tipologie di mobilità
Alla tavola rotonda hanno partecipato tra gli altri il dott. Walter Orlandi, Direttore Regionale Salute, Regione
Umbria e il dott. Claudio Pilerci, Direttore Sezione Programmazione – Area Sanità della Regione Veneto. Dai
dati del convegno risulta che vi sono diverse tipologie di mobilità da gestire, come ha spiegato il direttore
scientifico dell’associazione Motore Sanità, dott. Claudio Zanon: una mobilità di prossimità, per la quale
l’utente sceglie la struttura sanitaria più vicina, anche se dislocata in una regione in cui non risiede; una
mobilità di competenza con flussi di pazienti che ricevono prestazioni di complessità e specificità
decisamente elevate erogate da poche strutture qualificate; una mobilità di casualità, che si associa ai
movimenti temporanei della popolazione, sia di lungo periodo (lavoro o studio), che di breve e brevissimo
periodo (vacanza); ed una mobilità di necessità per carenza d’offerta sul proprio territorio, sia quantitativa
sia qualitativa. Gli utenti scelgono un presidio, anche distante, per ricevere cure tempestive o nella speranza
di essere curati meglio.
Mobilità passiva
Per quanto concerne la mobilità passiva, con un indice di “fuga” che misura, in una determinata regione la
percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni, sul totale dei ricoveri sia intra
che extra regionali è la Basilicata, con 19,1 punti totalizzati nella classifica parziale, a registrare il rapporto più
elevato e, conseguentemente, ad ottenere il valore minimo: 23,9% di indice di fuga pari ad una migrazione
sanitaria quantificabile in poco meno di 21 mila ricoveri nel solo 2014. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%,
registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri totalizzando il massimo
del punteggio (100 punti).
Mobilità attiva
Per la mobilità attiva è il Molise (100 punti) a guadagnarsi la prima posizione della graduatoria parziale
relativa alla mobilità attiva. L’indice di “attrazione è pari al 26,7%. Sul versante opposto si colloca la Sardegna
(5,4 punti) con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul totale dei ricoveri erogati pari
all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior numero di pazienti
non residenti. Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali), l’Emilia Romagna
(109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67 mila ricoveri
extraregionali) ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali) (Fonte: SurveyDemoskopika).
La crisi economica incide sulla qualità della salute
Secondo uno studio di Lancet, marzo 2016, di cui ha parlato il Direttore scientifico di Motore Sanità, la crisi è
‘costata’ oltre 260mila decessi in più per tumore nei paesi OCSE, e circa 160 mila nell’Unione europea tra il
2008 e 2010. In termini numerici: a un incremento dell’1% di disoccupazione ha corrisposto un aumento di
decessi per cancro pari a 0,37 ogni 100 mila persone. Per ciò che riguarda la spesa pubblica destinata alla
salute, a un decremento dell’uno per cento (misurato sul Pil) sono corrisposte 0,0053 morti in più per cancro
ogni 100 mila persone. Gli autori dell’indagine, studiosi americani di Harvard, inglesi dell’Imperial College e
del King’s College di Londra e di Oxford, hanno confrontato i tassi di mortalità per tumore attesi sulla base
del trend precedente al 2008, con quelli effettivamente osservati dal 2008 al 2010. I tumori presi in
considerazione sono stati colon-retto e polmone, prostata negli uomini e seno nelle donne, classificati come
curabili se associati a tassi di sopravvivenza uguali o superiori al 50%, e come non trattabili se la sopravvivenza
era inferiore al 10%.
fonte: ufficio stampa
Mondo Medicina
http://www.mondomedicina.it/feeds/all/napoli
MEDICINA
La crisi economica incide sulla qualità della nostra salute
DI INSALUTENEWS · 1 GIUGNO 2016
Presentati a Napoli, all’Auditorium Centro Direzionale Isola C 3, i nuovi dati della sanità nazionale. Ai bilanci
in ordine di alcune Regioni non ha corrisposto un servizio sanitario adeguato per il cittadino. È diminuita la
vita media in alcune regioni del Sud. Servono interventi adeguati
Sono circa 4 miliardi di euro che passeranno da una regione all’altra in base al saldo positivo o negativo nei
flussi di pazienti. A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare su un “rimborso”
di 533,9 milioni di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni. Dal fronte
opposto, a causa di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la Campania, a
251,6 la Calabria e a 201,5 il Lazio. Tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice di fuga
maggiore.
Se ne è discusso a Napoli al convegno nazionale a cui hanno partecipato oltre trecento persone, organizzato
dall’associazione Motore Sanità, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome, FederSanità ANCI. Dai dati esposti dai relatori, dott. Joseph Polimeni, Commissario ad
Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Settore sanitario della Regione Campania, dott.
Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti la sanità, dott. Riccardo
Fatarella, Dirigente Generale Dip. Tutela Salute della Regione Calabria occorre coniugare razionalità,
buonsenso e consenso per le riforme sanitarie regionali.
Necessario ricreare fiducia nei confronti dei sistemi regionali e seguire i cittadini in modo adeguato sulle loro
priorità di salute; puntare su un incremento qualitativo e quantitativo; riprogrammare in modo sostenibile le
reti territoriali; fare squadra; stabilizzare il servizio sanitario su standard meritocratici. Il dott. Giuseppe
Zuccatelli, Presidente Agenas ha sottolineato come occorra invertire la rotta per un piano nazionale efficiente
relativo agli Hub ospedalieri. Sulla disparità e l’accesso all’innovazione terapeutica e tecnologica ha
relazionato il dott. Giovanni Monchiero, membro XII Commissione Affari Sociali, Camera di deputati.
Ai bilanci in ordine di alcune Regioni non ha corrisposto un servizio sanitario adeguato per il cittadino. Ad
aumentare la soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket, soprattutto le famiglie in Calabria
(7,2 punti) con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari. Seguono la Campania (9,3
punti) con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, la Sardegna (10,1 punti) e la Puglia (10,2 punti)
entrambe con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente
10 mila e 22 mila nuclei familiari. Le regioni dove si vive più a lungo sono: il Trentino-Alto Adige (80,7 anni gli
uomini e 85,5 le donne) e le Marche (80,6 anni gli uomini e 85,3 le donne). Quelle in cui la vita media è più
breve sono la Campania (78,0 anni gli uomini e 82,8 le donne) e la Sicilia (78,8 anni gli uomini e 83,2 le donne).
La Regione Campania con la sua riforma sta facendo importanti passi avanti, sta lavorando sulla patologie
tempo-dipendenti (ictus, problematiche cardiache e traumatologiche d’urgenza) ove il cittadino non può
scegliere. Gli esperti hanno concordato sul fatto che occorra creare una rete di ospedali di eccellenza, Hub di
riferimento, concentrando i volumi di attività , anche con l’aiuto del privato convenzionato; incentivare la
componente screening e di prevenzione di primo livello; lavorare sui presidi di confine e sulle percorrenze
(viabilità, logistica, trasporti sanitari di secondo livello); potenziare accordi interregionali non solo sulle
compensazioni ma sulla creazione governata di una mobilità con strutture di riferimento in una rete nazionale
programmata.
Dai dati è emersa una certa lentezza di reattività da parte della sanità pubblica e si è parlato anche delle
criticità del Piano sanitario nazionale. Il Patto per la salute 2014-2016, all’articolo 9 commi 2-5, interviene
sugli accordi finalizzati alla compensazione della mobilità interregionale prevedendone, tra l’altro,
l’obbligatorietà. In questo ambito l’analisi della mobilità però non può ridursi all’analisi degli sconfinamenti
tra regioni perché questa non permette di conoscere in modo articolato le componenti strutturali del
fenomeno e può indurre a non comprendere il fenomeno. Sui bisogni dei cittadini si è soffermato il dott.
Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tribunale Diritti del malato – Cittadinanzattiva.
Le diverse tipologie di mobilità
Alla tavola rotonda hanno partecipato tra gli altri il dott. Walter Orlandi, Direttore Regionale Salute, Regione
Umbria e il dott. Claudio Pilerci, Direttore Sezione Programmazione – Area Sanità della Regione Veneto. Dai
dati del convegno risulta che vi sono diverse tipologie di mobilità da gestire, come ha spiegato il direttore
scientifico dell’associazione Motore Sanità, dott. Claudio Zanon: una mobilità di prossimità, per la quale
l’utente sceglie la struttura sanitaria più vicina, anche se dislocata in una regione in cui non risiede; una
mobilità di competenza con flussi di pazienti che ricevono prestazioni di complessità e specificità
decisamente elevate erogate da poche strutture qualificate; una mobilità di casualità, che si associa ai
movimenti temporanei della popolazione, sia di lungo periodo (lavoro o studio), che di breve e brevissimo
periodo (vacanza); ed una mobilità di necessità per carenza d’offerta sul proprio territorio, sia quantitativa
sia qualitativa. Gli utenti scelgono un presidio, anche distante, per ricevere cure tempestive o nella speranza
di essere curati meglio.
Mobilità passiva
Per quanto concerne la mobilità passiva, con un indice di “fuga” che misura, in una determinata regione la
percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni, sul totale dei ricoveri sia intra
che extra regionali è la Basilicata, con 19,1 punti totalizzati nella classifica parziale, a registrare il rapporto più
elevato e, conseguentemente, ad ottenere il valore minimo: 23,9% di indice di fuga pari ad una migrazione
sanitaria quantificabile in poco meno di 21 mila ricoveri nel solo 2014. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%,
registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri totalizzando il massimo
del punteggio (100 punti).
Mobilità attiva
Per la mobilità attiva è il Molise (100 punti) a guadagnarsi la prima posizione della graduatoria parziale
relativa alla mobilità attiva. L’indice di “attrazione è pari al 26,7%. Sul versante opposto si colloca la Sardegna
(5,4 punti) con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul totale dei ricoveri erogati pari
all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior numero di pazienti
non residenti. Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali), l’Emilia Romagna
(109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67 mila ricoveri
extraregionali) ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali) (Fonte: SurveyDemoskopika).
La crisi economica incide sulla qualità della salute
Secondo uno studio di Lancet, marzo 2016, di cui ha parlato il Direttore scientifico di Motore Sanità, la crisi è
‘costata’ oltre 260mila decessi in più per tumore nei paesi OCSE, e circa 160 mila nell’Unione europea tra il
2008 e 2010. In termini numerici: a un incremento dell’1% di disoccupazione ha corrisposto un aumento di
decessi per cancro pari a 0,37 ogni 100 mila persone. Per ciò che riguarda la spesa pubblica destinata alla
salute, a un decremento dell’uno per cento (misurato sul Pil) sono corrisposte 0,0053 morti in più per cancro
ogni 100 mila persone. Gli autori dell’indagine, studiosi americani di Harvard, inglesi dell’Imperial College e
del King’s College di Londra e di Oxford, hanno confrontato i tassi di mortalità per tumore attesi sulla base
del trend precedente al 2008, con quelli effettivamente osservati dal 2008 al 2010. I tumori presi in
considerazione sono stati colon-retto e polmone, prostata negli uomini e seno nelle donne, classificati come
curabili se associati a tassi di sopravvivenza uguali o superiori al 50%, e come non trattabili se la sopravvivenza
era inferiore al 10%.
fonte: ufficio stampa
QuotidianoSanità.it
http://www.quotidianosanita.it/campania/articolo.php?articolo_id=40329
Mobilità sanitaria. Come arrivare a un nuovo equilibrio. Convegno a Napoli di Motore Sanità
Un giro d'affari di 4 miliardi di euro l'anno quello prodotto dalle migrazioni sanitraie dei pazienti da una
Regione all'altra. E c'è chi ci guadagna e chi ci perde. E molto. A guidare la classifica delle Regioni in attivo
la Lombardia seguita dall’Emilia Romagna e dalla Toscana. Tutte le Regioni in piano di rientro hanno un
indice di fuga maggiore.
03 GIU - Circa 4 miliardi di euro passeranno da una regione all’altra in base al saldo positivo o negativo nei
flussi di pazienti. A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare su un “rimborso”
di 533,9 milioni di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni. Dal fronte
opposto, a causa di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la Campania, a
251,6 la Calabria e a 201,5 il Lazio. Tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice di fuga
maggiore.
Sono questi alcuni dei dati presentati da Joseph Polimeni, Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di
rientro dai disavanzi del Settore sanitario della Regione Campania, Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente
della Giunta Regionale per i temi attinenti la sanità, Riccardo Fatarella, Dirigente Generale Dip. Tutela Salute
della Regione Calabria, al Convegno nazionale organizzato a Napoli dall’associazione Motore Sanità, con il
patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, FederSanità Anci.
Alla luce dei dati emersi, per gli esperti è necessario: ricreare fiducia nei confronti dei sistemi regionali e
seguire i cittadini in modo adeguato sulle loro priorità di salute; puntare su un incremento qualitativo e
quantitativo; riprogrammare in modo sostenibile le reti territoriali; fare squadra; stabilizzare il servizio
sanitario su standard meritocratici. Giuseppe Zuccatelli, Presidente Agenas ha sottolineato come occorra
invertire la rotta per un piano nazionale efficiente relativo agli Hub ospedalieri. Sulla disparità e l’accesso
all’innovazione terapeutica e tecnologica ha relazionato Giovanni Monchiero, membro XII Commissione
Affari Sociali, Camera di deputati.
Ai bilanci in ordine di alcune Regioni non ha corrisposto un servizio sanitario adeguato per il cittadino. Ad
aumentare la soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket, soprattutto le famiglie in Calabria
(7,2 punti) con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari. Seguono la Campania (9,3
punti) con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, la Sardegna (10,1 punti) e la Puglia (10,2 punti)
entrambe con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente
10 mila e 22 mila nuclei familiari. Le regioni dove si vive più a lungo sono: il Trentino-Alto Adige (80,7 anni gli
uomini e 85,5 le donne) e le Marche (80,6 anni gli uomini e 85,3 le donne). Quelle in cui la vita media è più
breve sono la Campania (78,0 anni gli uomini e 82,8 le donne) e la Sicilia (78,8 anni gli uomini e 83,2 le donne).
La Regione Campania con la sua riforma sta facendo importanti passi avanti, sta lavorando sulla patologie
tempo-dipendenti (ictus, problematiche cardiache e traumatologiche d’urgenza). Gli esperti hanno
concordato sul fatto che occorra creare una rete di ospedali di eccellenza, Hub di riferimento, concentrando
i volumi di attività, anche con l’aiuto del privato convenzionato; incentivare la componente screening e di
prevenzione di primo livello; lavorare sui presidi di confine e sulle percorrenze (viabilità, logistica, trasporti
sanitari di secondo livello); potenziare accordi interregionali non solo sulle compensazioni ma sulla creazione
governata di una mobilità con strutture di riferimento in una rete nazionale programmata.
Per quanto concerne la mobilità passiva, con un indice di “fuga” che misura, in una determinata regione la
percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni, sul totale dei ricoveri sia intra
che extra regionali è la Basilicata, con 19,1 punti totalizzati nella classifica parziale, a registrare il rapporto più
elevato e, conseguentemente, ad ottenere il valore minimo: 23,9% di indice di fuga pari ad una migrazione
sanitaria quantificabile in poco meno di 21 mila ricoveri nel solo 2014. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%,
registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri totalizzando il massimo
del punteggio (100 punti).
Per la mobilità attiva è il Molise (100 punti) a guadagnarsi la prima posizione della graduatoria parziale
relativa alla mobilità attiva. L’indice di “attrazione è pari al 26,7%. Sul versante opposto si colloca la Sardegna
(5,4 punti) con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul totale dei ricoveri erogati pari
all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior numero di pazienti
non residenti. Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali), l’Emilia Romagna
(109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67 mila ricoveri
extraregionali) ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali) (Fonte: SurveyDemoskopika).
03 giugno 2016
© Riproduzione riservata
Termolionline.it
http://www.termolionline.it/211706/in-molise-la-piu-alta-mobilita-attiva-ditalia-dato-sorprendente-sulla-
sanita/
In Molise la più alta mobilità attiva: dato sorprendente sulla sanità
Pubblicato in Cultura e società | [email protected] giugno, 2016
TERMOLI. saranno circa 4 i miliardi di euro destinati a passare da una regione all’altra in base al saldo positivo
o negativo nei flussi di pazienti.
A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare, come evidenzia l’Ansa, su un
“rimborso” di 533,9 milioni di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni.
Dal fronte opposto, a causa di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la
Campania, a 251,6 la Calabria e a 201,5 il Lazio: tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice
di ’fuga’ maggiore.
L’argomento è stato al centro delle discussioni di un convegno tenuto a Napoli e organizzato dall’associazione
Motore Sanità, con il patrocinio di Regione Campania, della Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome, FederSanità e Anci.
In tema di mobilità passiva la maglia nera va alla Basilicata che fa registrare rapporto più elevato con un
23,9% di indice di fuga. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%, registra il rapporto minore di ricoveri fuori
regione dei residenti sul totale dei ricoveri.
Prima posizione, in tema di mobilità attiva, troviamo in modo quasi sorprendente il Molise che si guadagna
un indice di attrazione pari al 26,7%.
Versante opposto per la Sardegna con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul totale dei
ricoveri erogati pari all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior
numero di pazienti non residenti.
Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali), l’Emilia Romagna (109 mila
ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67 mila ricoveri extraregionali)
ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali).
Libero 24x7
http://247.libero.it/rfocus/26247200/1/in-molise-la-pi-alta-mobilit-attiva-dato-sorprendente-sulla-sanit/
In Molise la più alta mobilità attiva: dato sorprendente sulla sanità
Pubblicato in Cultura e società | [email protected] giugno, 2016
TERMOLI. saranno circa 4 i miliardi di euro destinati a passare da una regione all’altra in base al saldo positivo
o negativo nei flussi di pazienti.
A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare, come evidenzia l’Ansa, su un
“rimborso” di 533,9 milioni di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni.
Dal fronte opposto, a causa di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la
Campania, a 251,6 la Calabria e a 201,5 il Lazio: tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice
di ’fuga’ maggiore.
L’argomento è stato al centro delle discussioni di un convegno tenuto a Napoli e organizzato dall’associazione
Motore Sanità, con il patrocinio di Regione Campania, della Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome, FederSanità e Anci.
In tema di mobilità passiva la maglia nera va alla Basilicata che fa registrare rapporto più elevato con un
23,9% di indice di fuga. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%, registra il rapporto minore di ricoveri fuori
regione dei residenti sul totale dei ricoveri.
Prima posizione, in tema di mobilità attiva, troviamo in modo quasi sorprendente il Molise che si guadagna
un indice di attrazione pari al 26,7%.
Versante opposto per la Sardegna con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul totale dei
ricoveri erogati pari all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior
numero di pazienti non residenti.
Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali), l’Emilia Romagna (109 mila
ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67 mila ricoveri extraregionali)
ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali).
Salute Domani
http://www.salutedomani.com/article/mobilita_passiva_strumenti_per_invertire_la_rotta_21330
MOBILITA’ PASSIVA: STRUMENTI PER INVERTIRE LA ROTTA
- News
05-06-2016 0 Commenti
Sono circa 4 miliardi di euro che passeranno da una regione all’altra in base al saldo positivo o negativo nei
flussi di pazienti.
A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare su un “rimborso” di 533,9 milioni
di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni. Dal fronte opposto, a causa
di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la Campania, a 251,6 la Calabria e
a 201,5 il Lazio. Tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice di fuga maggiore.
Se ne è discusso a Napoli al convegno nazionale a cui hanno partecipato oltre trecento persone, organizzato
dall’associazione Motore Sanità, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome, FederSanità ANCI. Dai dati esposti dai relatori, dott. Joseph Polimeni, Commissario ad
Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Settore sanitario della Regione Campania, dott.
Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti la sanità, dott. Riccardo
Fatarella, Dirigente Generale Dip. Tutela Salute della Regione Calabria occorre coniugare razionalità,
buonsenso e consenso per le riforme sanitarie regionali. Necessario ricreare fiducia nei confronti dei sistemi
regionali e seguire i cittadini in modo adeguato sulle loro priorità di salute; puntare su un incremento
qualitativo e quantitativo; riprogrammare in modo sostenibile le reti territoriali; fare squadra; stabilizzare il
servizio sanitario su standard meritocratici. Il dott. Giuseppe Zuccatelli, Presidente Agenas ha sottolineato
come occorra invertire la rotta per un piano nazionale efficiente relativo agli Hub ospedalieri. Sulla disparità
e l’accesso all’innovazione terapeutica e tecnologica ha relazionato il dott. Giovanni Monchiero, membro XII
Commissione Affari Sociali, Camera di deputati.
Ai bilanci in ordine di alcune Regioni non ha corrisposto un servizio sanitario adeguato per il cittadino. Ad
aumentare la soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket, soprattutto le famiglie in Calabria
(7,2 punti) con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari. Seguono la Campania (9,3
punti) con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, la Sardegna (10,1 punti) e la Puglia (10,2 punti)
entrambe con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente
10 mila e 22 mila nuclei familiari.
Le regioni dove si vive più a lungo sono : il Trentino-Alto Adige (80,7 anni gli uomini e 85,5 le donne) e le
Marche (80,6 anni gli uomini e 85,3 le donne). Quelle in cui la vita media è più breve sono la Campania (78,0
anni gli uomini e 82,8 le donne) e la Sicilia (78,8 anni gli uomini e 83,2 le donne). La Regione Campania con la
sua riforma sta facendo importanti passi avanti, sta lavorando sulla patologie tempo-dipendenti (ictus,
problematiche cardiache e traumatologiche d’urgenza) ove il cittadino non può scegliere. Gli esperti hanno
concordato sul fatto che occorra creare una rete di ospedali di eccellenza, Hub di riferimento, concentrando
i volumi di attività , anche con l’aiuto del privato convenzionato; incentivare la componente screening e di
prevenzione di primo livello; lavorare sui presidi di confine e sulle percorrenze (viabilità, logistica, trasporti
sanitari di secondo livello); potenziare accordi interregionali non solo sulle compensazioni ma sulla creazione
governata di una mobilità con strutture di riferimento in una rete nazionale programmata.
Dai dati è emersa una certa lentezza di reattività da parte della sanità pubblica e si è parlato anche delle
criticità del Piano sanitario nazionale. Il Patto per la salute 2014-2016, all’articolo 9 commi 2-5, interviene
sugli accordi finalizzati alla compensazione della mobilità interregionale prevedendone, tra l’altro,
l’obbligatorietà. In questo ambito l’analisi della mobilità però non può ridursi all’analisi degli sconfinamenti
tra regioni perché questa non permette di conoscere in modo articolato le componenti strutturali del
fenomeno e può indurre a non comprendere il fenomeno.
Sui bisogni dei cittadini si è soffermato il dott. Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tribunale Diritti del
malato – Cittadinanzattiva.
LE DIVERSE TIPOLOGIE DI MOBILITA’
Alla tavola rotonda hanno partecipato tra gli altri il dott. Walter Orlandi, Direttore Regionale Salute, Regione
Umbria e il dott. Claudio Pilerci, Direttore Sezione Programmazione – Area Sanità della Regione Veneto. Dai
dati del convegno risulta che vi sono diverse tipologie di mobilità da gestire, come ha spiegato il direttore
scientifico dell’associazione Motore Sanità, dott. Claudio Zanon: una mobilità di prossimità, per la quale
l’utente sceglie la struttura sanitaria più vicina, anche se dislocata in una regione in cui non risiede; una
mobilità di competenza con flussi di pazienti che ricevono prestazioni di complessità e specificità
decisamente elevate erogate da poche strutture qualificate; una mobilità di casualità, che si associa ai
movimenti temporanei della popolazione, sia di lungo periodo (lavoro o studio), che di breve e brevissimo
periodo (vacanza); ed una mobilità di necessità per carenza d’offerta sul proprio territorio, sia quantitativa
sia qualitativa. Gli utenti scelgono un presidio, anche distante, per ricevere cure tempestive o nella speranza
di essere curati meglio.
MOBILITA’ PASSIVA
Per quanto concerne la mobilità passiva, con un indice di “fuga” che misura, in una determinata regione la
percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni, sul totale dei ricoveri sia intra
che extra regionali è la Basilicata, con 19,1 punti totalizzati nella classifica parziale, a registrare il rapporto più
elevato e, conseguentemente, ad ottenere il valore minimo: 23,9% di indice di fuga pari ad una migrazione
sanitaria quantificabile in poco meno di 21 mila ricoveri nel solo 2014. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%,
registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri totalizzando il massimo
del punteggio (100 punti).
MOBILITA’ ATTIVA - Per la mobilità attiva è il Molise (100 punti) a guadagnarsi la prima posizione della
graduatoria parziale relativa alla mobilità attiva. L’indice di “attrazione è pari al 26,7%. Sul versante opposto
si colloca la Sardegna (5,4 punti) con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul totale dei
ricoveri erogati pari all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior
numero di pazienti non residenti. Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali),
l’Emilia Romagna (109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67
mila ricoveri extraregionali) ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali) (Fonte: SurveyDemoskopika).
LA CRISI ECONOMICA INCIDE SULLA QUALITA’ DELLA SALUTE
Secondo uno studio di Lancet, marzo 2016, di cui ha parlato il Direttore scientifico di Motore Sanità, la crisi è
'costata' oltre 260mila decessi in più per tumore nei paesi OCSE, e circa 160 mila nell'Unione europea tra il
2008 e 2010. In termini numerici: a un incremento dell'1% di disoccupazione ha corrisposto un aumento di
decessi per cancro pari a 0,37 ogni 100 mila persone. Per ciò che riguarda la spesa pubblica destinata alla
salute, a un decremento dell’uno per cento (misurato sul Pil) sono corrisposte 0,0053 morti in più per cancro
ogni 100 mila persone. Gli autori dell'indagine, studiosi americani di Harvard, inglesi dell'Imperial College e
del King’s College di Londra e di Oxford , hanno confrontato i tassi di mortalità per tumore attesi sulla base
del trend precedente al 2008, con quelli effettivamente osservati dal 2008 al 2010. I tumori presi in
considerazione sono stati colon-retto e polmone, prostata negli uomini e seno nelle donne, classificati come
curabili se associati a tassi di sopravvivenza uguali o superiori al 50%, e come non trattabili se la sopravvivenza
era inferiore al 10%.
Salute H24
http://www.saluteh24.com/il_weblog_di_antonio/2016/06/mobilita-passiva-strumenti-per-invertire-la-
rotta.html
05/06/2016
MOBILITA’ PASSIVA: STRUMENTI PER INVERTIRE LA ROTTA
Motore sanità, napoli, mobilità
Sono circa 4 miliardi di euro che passeranno da una regione all’altra in base al saldo positivo o negativo nei
flussi di pazienti.
A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare su un “rimborso” di 533,9 milioni
di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni. Dal fronte opposto, a causa
di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la Campania, a 251,6 la Calabria e
a 201,5 il Lazio. Tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice di fuga maggiore.
Se ne è discusso a Napoli al convegno nazionale a cui hanno partecipato oltre trecento persone, organizzato
dall’associazione Motore Sanità, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome, FederSanità ANCI. Dai dati esposti dai relatori, dott. Joseph Polimeni, Commissario ad
Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Settore sanitario della Regione Campania, dott.
Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti la sanità, dott. Riccardo
Fatarella, Dirigente Generale Dip. Tutela Salute della Regione Calabria occorre coniugare razionalità,
buonsenso e consenso per le riforme sanitarie regionali. Necessario ricreare fiducia nei confronti dei sistemi
regionali e seguire i cittadini in modo adeguato sulle loro priorità di salute; puntare su un incremento
qualitativo e quantitativo; riprogrammare in modo sostenibile le reti territoriali; fare squadra; stabilizzare il
servizio sanitario su standard meritocratici. Il dott. Giuseppe Zuccatelli, Presidente Agenas ha sottolineato
come occorra invertire la rotta per un piano nazionale efficiente relativo agli Hub ospedalieri. Sulla disparità
e l’accesso all’innovazione terapeutica e tecnologica ha relazionato il dott. Giovanni Monchiero, membro XII
Commissione Affari Sociali, Camera di deputati.
Ai bilanci in ordine di alcune Regioni non ha corrisposto un servizio sanitario adeguato per il cittadino. Ad
aumentare la soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket, soprattutto le famiglie in Calabria
(7,2 punti) con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari. Seguono la Campania (9,3
punti) con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, la Sardegna (10,1 punti) e la Puglia (10,2 punti)
entrambe con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente
10 mila e 22 mila nuclei familiari.
Le regioni dove si vive più a lungo sono : il Trentino-Alto Adige (80,7 anni gli uomini e 85,5 le donne) e le
Marche (80,6 anni gli uomini e 85,3 le donne). Quelle in cui la vita media è più breve sono la Campania (78,0
anni gli uomini e 82,8 le donne) e la Sicilia (78,8 anni gli uomini e 83,2 le donne). La Regione Campania con la
sua riforma sta facendo importanti passi avanti, sta lavorando sulla patologie tempo-dipendenti (ictus,
problematiche cardiache e traumatologiche d’urgenza) ove il cittadino non può scegliere. Gli esperti hanno
concordato sul fatto che occorra creare una rete di ospedali di eccellenza, Hub di riferimento, concentrando
i volumi di attività , anche con l’aiuto del privato convenzionato; incentivare la componente screening e di
prevenzione di primo livello; lavorare sui presidi di confine e sulle percorrenze (viabilità, logistica, trasporti
sanitari di secondo livello); potenziare accordi interregionali non solo sulle compensazioni ma sulla creazione
governata di una mobilità con strutture di riferimento in una rete nazionale programmata.
Dai dati è emersa una certa lentezza di reattività da parte della sanità pubblica e si è parlato anche delle
criticità del Piano sanitario nazionale. Il Patto per la salute 2014-2016, all’articolo 9 commi 2-5, interviene
sugli accordi finalizzati alla compensazione della mobilità interregionale prevedendone, tra l’altro,
l’obbligatorietà. In questo ambito l’analisi della mobilità però non può ridursi all’analisi degli sconfinamenti
tra regioni perché questa non permette di conoscere in modo articolato le componenti strutturali del
fenomeno e può indurre a non comprendere il fenomeno.
Sui bisogni dei cittadini si è soffermato il dott. Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tribunale Diritti del
malato – Cittadinanzattiva.
LE DIVERSE TIPOLOGIE DI MOBILITA’
Alla tavola rotonda hanno partecipato tra gli altri il dott. Walter Orlandi, Direttore Regionale Salute, Regione
Umbria e il dott. Claudio Pilerci, Direttore Sezione Programmazione – Area Sanità della Regione Veneto. Dai
dati del convegno risulta che vi sono diverse tipologie di mobilità da gestire, come ha spiegato il direttore
scientifico dell’associazione Motore Sanità, dott. Claudio Zanon: una mobilità di prossimità, per la quale
l’utente sceglie la struttura sanitaria più vicina, anche se dislocata in una regione in cui non risiede; una
mobilità di competenza con flussi di pazienti che ricevono prestazioni di complessità e specificità
decisamente elevate erogate da poche strutture qualificate; una mobilità di casualità, che si associa ai
movimenti temporanei della popolazione, sia di lungo periodo (lavoro o studio), che di breve e brevissimo
periodo (vacanza); ed una mobilità di necessità per carenza d’offerta sul proprio territorio, sia quantitativa
sia qualitativa. Gli utenti scelgono un presidio, anche distante, per ricevere cure tempestive o nella speranza
di essere curati meglio.
MOBILITA’ PASSIVA
Per quanto concerne la mobilità passiva, con un indice di “fuga” che misura, in una determinata regione la
percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni, sul totale dei ricoveri sia intra
che extra regionali è la Basilicata, con 19,1 punti totalizzati nella classifica parziale, a registrare il rapporto più
elevato e, conseguentemente, ad ottenere il valore minimo: 23,9% di indice di fuga pari ad una migrazione
sanitaria quantificabile in poco meno di 21 mila ricoveri nel solo 2014. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%,
registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri totalizzando il massimo
del punteggio (100 punti).
MOBILITA’ ATTIVA - Per la mobilità attiva è il Molise (100 punti) a guadagnarsi la prima posizione della
graduatoria parziale relativa alla mobilità attiva. L’indice di “attrazione è pari al 26,7%. Sul versante opposto
si colloca la Sardegna (5,4 punti) con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul totale dei
ricoveri erogati pari all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior
numero di pazienti non residenti. Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali),
l’Emilia Romagna (109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67
mila ricoveri extraregionali) ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali) (Fonte: SurveyDemoskopika).
LA CRISI ECONOMICA INCIDE SULLA QUALITA’ DELLA SALUTE
Secondo uno studio di Lancet, marzo 2016, di cui ha parlato il Direttore scientifico di Motore Sanità, la crisi è
'costata' oltre 260mila decessi in più per tumore nei paesi OCSE, e circa 160 mila nell'Unione europea tra il
2008 e 2010. In termini numerici: a un incremento dell'1% di disoccupazione ha corrisposto un aumento di
decessi per cancro pari a 0,37 ogni 100 mila persone. Per ciò che riguarda la spesa pubblica destinata alla
salute, a un decremento dell’uno per cento (misurato sul Pil) sono corrisposte 0,0053 morti in più per cancro
ogni 100 mila persone. Gli autori dell'indagine, studiosi americani di Harvard, inglesi dell'Imperial College e
del King’s College di Londra e di Oxford , hanno confrontato i tassi di mortalità per tumore attesi sulla base
del trend precedente al 2008, con quelli effettivamente osservati dal 2008 al 2010. I tumori presi in
considerazione sono stati colon-retto e polmone, prostata negli uomini e seno nelle donne, classificati come
curabili se associati a tassi di sopravvivenza uguali o superiori al 50%, e come non trattabili se la sopravvivenza
era inferiore al 10%.
Fai.informazione.it
http://fai.informazione.it/A379A670-52F1-42B1-B74E-1ECF6112E71D/MOBILITA-PASSIVA-STRUMENTI-PER-
INVERTIRE-LA-ROTTA
MOBILITA’ PASSIVA: STRUMENTI PER INVERTIRE LA ROTTA
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05-06-2016 0 Commenti
Sono circa 4 miliardi di euro che passeranno da una regione all’altra in base al saldo positivo o negativo nei
flussi di pazienti.
A guidare la classifica delle Regioni in attivo la Lombardia che potrà contare su un “rimborso” di 533,9 milioni
di euro. Segue l’Emilia Romagna con 327,9 milioni e la Toscana con 151,2 milioni. Dal fronte opposto, a causa
di un saldo negativo nei flussi, dovranno rinunciare a 270,4 milioni di euro la Campania, a 251,6 la Calabria e
a 201,5 il Lazio. Tutte le Regioni in piano di rientro hanno registrato un indice di fuga maggiore.
Se ne è discusso a Napoli al convegno nazionale a cui hanno partecipato oltre trecento persone, organizzato
dall’associazione Motore Sanità, con il patrocinio di Regione Campania, Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome, FederSanità ANCI. Dai dati esposti dai relatori, dott. Joseph Polimeni, Commissario ad
Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Settore sanitario della Regione Campania, dott.
Enrico Coscioni, Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per i temi attinenti la sanità, dott. Riccardo
Fatarella, Dirigente Generale Dip. Tutela Salute della Regione Calabria occorre coniugare razionalità,
buonsenso e consenso per le riforme sanitarie regionali. Necessario ricreare fiducia nei confronti dei sistemi
regionali e seguire i cittadini in modo adeguato sulle loro priorità di salute; puntare su un incremento
qualitativo e quantitativo; riprogrammare in modo sostenibile le reti territoriali; fare squadra; stabilizzare il
servizio sanitario su standard meritocratici. Il dott. Giuseppe Zuccatelli, Presidente Agenas ha sottolineato
come occorra invertire la rotta per un piano nazionale efficiente relativo agli Hub ospedalieri. Sulla disparità
e l’accesso all’innovazione terapeutica e tecnologica ha relazionato il dott. Giovanni Monchiero, membro XII
Commissione Affari Sociali, Camera di deputati.
Ai bilanci in ordine di alcune Regioni non ha corrisposto un servizio sanitario adeguato per il cittadino. Ad
aumentare la soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket, soprattutto le famiglie in Calabria
(7,2 punti) con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari. Seguono la Campania (9,3
punti) con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, la Sardegna (10,1 punti) e la Puglia (10,2 punti)
entrambe con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente
10 mila e 22 mila nuclei familiari.
Le regioni dove si vive più a lungo sono : il Trentino-Alto Adige (80,7 anni gli uomini e 85,5 le donne) e le
Marche (80,6 anni gli uomini e 85,3 le donne). Quelle in cui la vita media è più breve sono la Campania (78,0
anni gli uomini e 82,8 le donne) e la Sicilia (78,8 anni gli uomini e 83,2 le donne). La Regione Campania con la
sua riforma sta facendo importanti passi avanti, sta lavorando sulla patologie tempo-dipendenti (ictus,
problematiche cardiache e traumatologiche d’urgenza) ove il cittadino non può scegliere. Gli esperti hanno
concordato sul fatto che occorra creare una rete di ospedali di eccellenza, Hub di riferimento, concentrando
i volumi di attività , anche con l’aiuto del privato convenzionato; incentivare la componente screening e di
prevenzione di primo livello; lavorare sui presidi di confine e sulle percorrenze (viabilità, logistica, trasporti
sanitari di secondo livello); potenziare accordi interregionali non solo sulle compensazioni ma sulla creazione
governata di una mobilità con strutture di riferimento in una rete nazionale programmata.
Dai dati è emersa una certa lentezza di reattività da parte della sanità pubblica e si è parlato anche delle
criticità del Piano sanitario nazionale. Il Patto per la salute 2014-2016, all’articolo 9 commi 2-5, interviene
sugli accordi finalizzati alla compensazione della mobilità interregionale prevedendone, tra l’altro,
l’obbligatorietà. In questo ambito l’analisi della mobilità però non può ridursi all’analisi degli sconfinamenti
tra regioni perché questa non permette di conoscere in modo articolato le componenti strutturali del
fenomeno e può indurre a non comprendere il fenomeno.
Sui bisogni dei cittadini si è soffermato il dott. Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tribunale Diritti del
malato – Cittadinanzattiva.
LE DIVERSE TIPOLOGIE DI MOBILITA’
Alla tavola rotonda hanno partecipato tra gli altri il dott. Walter Orlandi, Direttore Regionale Salute, Regione
Umbria e il dott. Claudio Pilerci, Direttore Sezione Programmazione – Area Sanità della Regione Veneto. Dai
dati del convegno risulta che vi sono diverse tipologie di mobilità da gestire, come ha spiegato il direttore
scientifico dell’associazione Motore Sanità, dott. Claudio Zanon: una mobilità di prossimità, per la quale
l’utente sceglie la struttura sanitaria più vicina, anche se dislocata in una regione in cui non risiede; una
mobilità di competenza con flussi di pazienti che ricevono prestazioni di complessità e specificità
decisamente elevate erogate da poche strutture qualificate; una mobilità di casualità, che si associa ai
movimenti temporanei della popolazione, sia di lungo periodo (lavoro o studio), che di breve e brevissimo
periodo (vacanza); ed una mobilità di necessità per carenza d’offerta sul proprio territorio, sia quantitativa
sia qualitativa. Gli utenti scelgono un presidio, anche distante, per ricevere cure tempestive o nella speranza
di essere curati meglio.
MOBILITA’ PASSIVA
Per quanto concerne la mobilità passiva, con un indice di “fuga” che misura, in una determinata regione la
percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni, sul totale dei ricoveri sia intra
che extra regionali è la Basilicata, con 19,1 punti totalizzati nella classifica parziale, a registrare il rapporto più
elevato e, conseguentemente, ad ottenere il valore minimo: 23,9% di indice di fuga pari ad una migrazione
sanitaria quantificabile in poco meno di 21 mila ricoveri nel solo 2014. Al contrario, la Lombardia, con il 4,6%,
registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri totalizzando il massimo
del punteggio (100 punti).
MOBILITA’ ATTIVA - Per la mobilità attiva è il Molise (100 punti) a guadagnarsi la prima posizione della
graduatoria parziale relativa alla mobilità attiva. L’indice di “attrazione è pari al 26,7%. Sul versante opposto
si colloca la Sardegna (5,4 punti) con un rapporto tra i ricoveri in regione dei non residenti sul totale dei
ricoveri erogati pari all’1,4%. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior
numero di pazienti non residenti. Le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali),
l’Emilia Romagna (109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67
mila ricoveri extraregionali) ed il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali) (Fonte: SurveyDemoskopika).
LA CRISI ECONOMICA INCIDE SULLA QUALITA’ DELLA SALUTE
Secondo uno studio di Lancet, marzo 2016, di cui ha parlato il Direttore scientifico di Motore Sanità, la crisi è
'costata' oltre 260mila decessi in più per tumore nei paesi OCSE, e circa 160 mila nell'Unione europea tra il
2008 e 2010. In termini numerici: a un incremento dell'1% di disoccupazione ha corrisposto un aumento di
decessi per cancro pari a 0,37 ogni 100 mila persone. Per ciò che riguarda la spesa pubblica destinata alla
salute, a un decremento dell’uno per cento (misurato sul Pil) sono corrisposte 0,0053 morti in più per cancro
ogni 100 mila persone. Gli autori dell'indagine, studiosi americani di Harvard, inglesi dell'Imperial College e
del King’s College di Londra e di Oxford , hanno confrontato i tassi di mortalità per tumore attesi sulla base
del trend precedente al 2008, con quelli effettivamente osservati dal 2008 al 2010. I tumori presi in
considerazione sono stati colon-retto e polmone, prostata negli uomini e seno nelle donne, classificati come
curabili se associati a tassi di sopravvivenza uguali o superiori al 50%, e come non trattabili se la sopravvivenza
era inferiore al 10%.