Riflessioni sulla Riforma scolastica.
Uno sguardo d’insieme
Fattori strutturali e organizzativi del cambiamento.
Innovazioni di carattere didattico
L’anticipo
IL TESTO DELLA RIFORMA L. n.53 del 28/3/2003IL TESTO DELLA RIFORMA L. n.53 del 28/3/2003
in un primo ciclo che comprende
LEGGE DELEGA : il sistema educativo di istruzione e formazione
(ART. 2, lettera d)
IL SISTEMA
EDUCATIVO
DI ISTRUZIONE
E DI
FORMAZIONE
si articola
nella scuola (“ANTICIPINO” A 2 ANNI E MEZZO)
dell'infanzia
in un secondo ciclo che comprende
la scuola primaria(anticipo a 5 anni e mezzo)
la scuola secondaria di primo grado
il sistema dei licei
ed il sistema dell'istruzione e della formazione professionale
IL TESTO DELLA RIFORMAIL TESTO DELLA RIFORMALe finalità della scuola dell’infanzia
La scuoladell’infanzia,
di durata triennale,
concorre
realizza
È assicurata
la generalizzazione dell’offerta formativa e la possibilità di frequenza della scuola dell’infanzia.”
all’educazione e allo sviluppo
affettivo, psicomotorio, cognitivo morale religioso
e sociale
Educazioneintegrale e armonicadelle bambine e dei bambini
promuove le potenzialità
di relazione, autonomia, creatività, apprendimento,
assicuraun’effettiva eguaglianza delle opportunità educative
la continuità educativa con
il complessodei servizi per l’infanziae con la scuola primaria.
(ART. 2)
IL TESTO DELLA RIFORMAIL TESTO DELLA RIFORMA
Alla scuoladell’infanzia
possono iscriversi
gradualmente e previasperimentazione
i bambini e le bambineche compiono i 3 anni di età entro il 30 aprile dell’annoscolasticodi riferimento, nel rispetto della primaria responsabilità educativa dei genitori
****
anche in rapporto all’introduzione di
nuove professionalità
e modalità organizzative.
Dall’anno scolastico 2004/2005
possono iscriversi
compatibilmente con la disponibilità dei postie delle risorse finanziarie dei Comuni, secondo gli obblighi conferiti dall’ordinamento e nel rispetto dei limiti posti dalla finanza comunale del patto di stabilità,
I. LA LEGGE DELEGA : l’anticipo
Scuola dell’infanzia: COSA CAMBIA?
Ogni scuola predispone un’offerta formativa da un minimo di 875 ad un massimo di 1700 ore, compatibilmente al proprio progetto educativo, tenuto conto delle richieste delle famiglie.
I genitori scelgono al momento dell’iscrizione “compatibilmente con il POF, il PECUP, le soluzioni organizzative e didattiche delle scuole e considerato l’organico assegnato”.
L’Offerta Formativa della scuola garantisce la valenza educativa delle varie modalità organizzative fino a oggi attuate (flessibilità).
L’anticipo da attuare <in forma di sperimentazione, prevedendo anche nuove professionalità e modalità organizzative>(CM.n.29 del 5.03.2004).
Rivisitazione degli orientamenti pedagogici del 1991 con un adeguamento di alcuni contenuti alla filosofia della Riforma (personalizzazione)
Principali innovazioni StrutturaliStrutturali PECUP Piano di studio
personalizzato(Profilo educativo per la SdI)
Il portfolio Laboratori e organizzazione
in gruppi Flessibilità orari Il tutor
DidatticheDidattiche Obiettivi specifici Obiettivi specifici
dell’apprendimentodell’apprendimento
Informatica (Diverti PC) Lingua straniera
(Divertinglese)
Le educazioni
Formazione sulla riforma
Profilo educativo,culturale e
professionale (Pecup)
Profilo educativo,culturale e
professionale (Pecup)
Piani Personalizzatidelle Attività
Educative (PPAE) e Piani Studio
Personalizzati (PSP)
Piani Personalizzatidelle Attività
Educative (PPAE) e Piani Studio
Personalizzati (PSP)
Portfoliodelle competenze
personali
Portfoliodelle competenze
personali
Docente coordinatore
tutor
Docente coordinatore
tutor
Docente incaricatodi seguire
la progettazionedidattica di istituto
Docente incaricatodi seguire
la progettazionedidattica di istituto
LaboratoriLaboratori
Elementi strutturali
del cambiamento
Elementi strutturali
del cambiamento
Elementi strutturali
IL PECUP (Profilo Educativo Culturale e Professionale dello studente):..può ritenersi raggiunto se le conoscenze disciplinari e interdisciplinari (sapere) e le abilità operative esercitate nel sistema formale (scuola) non formale (altre istituzioni formative) e informale (società) sono diventate competenze personali di ciascuno
CONOSCENZE
ABILITA’
COMPETENZE
Conoscenze= nuclei fondanti dei saperi e delle
disciplineAbilità= serie di operazioni concrete che determinano la competenza
Competenze sono il prodotto finale dell’
Insegnamento/apprendimento personalizzato
LE COMPETENZELE COMPETENZE Un bambino riconosciuto “competente”(PECUP)“competente”(PECUP) quando, facendo ricorso a tutte le capacità di cui dispone, utilizza le conoscenze e le abilità apprese per
esprimere un personale modo di essere e proporlo agli altri;interagire con l’ambiente naturale e sociale che lo circonda, e influenzarlo positivamente;risolvere i problemi che di volta in volta incontra;riflettere su se stesso e gestire il proprio processo di crescita, anche chiedendo aiuto, quando occorre;comprendere, per il loro valore, la complessità dei sistemi simbolici e culturali; maturare il senso del bello; conferire senso alla vita.
La filosofia della Riforma: la personalizzazione
Dai Programmi ai piani di studio personalizzati
Innovazioni didattico-professionali
Innovazioni didattico-organizzative
Dai Programmi ai Piani di Studio Personalizzati ( PSP)
Si passa da una scuola dei Programmi prescrittivi e dettati dal Centro.
A una scuola del curricolo che contestualizza i vincoli programmatici nazionali nelle singole realtà scolastiche attraverso progetti specifici (POF).
A una scuola in cui prevale la personalizzazione (PSP) dell’itinerario formativo in quanto il curricolo viene calato nella realtà personale di ciascun allievo (contribuisce a ciò la figura del docente tutor+i genitori).
Programmi (ieri): i docenti devono applicare uniformemente le disposizioni dettate dal CentroCurricoli (nel recente passato): il Centro detta i vincoli nazionali (compreso ciò che gli allievi devono sapere e saper fare alla fine di un ciclo di studi); i docenti progettano l’attuazione dell’offerta formativa nella realtà concreta di una scuola e di una classe nel rispetto di tali vincoli
Piani di Studio Personalizzati (oggi L/53): come nei Curricoli, ma i docenti progettano l’attuazione dell’offerta formativa,
tenendo conto della realtà personale (attitudini, misconoscenze, contesto socio-familiare ecc.) di ciascun allievo e delle scelte
educative delle famiglie (ruolo del docente-tutor).
Dai Programmi ai Piani di studio Personalizzati
Piano di Studi Personalizzato (PSP) Profilo Educativo per la SdI– Unità di Apprendimento
…U A 2
U A 3
U A 1 Insieme organizzato di Unità di Apprendimento (UA)
che scaturiscono da una progettazione di scenario iniziale e
da una esecuzione che tiene conto degli adattamenti
deliberati in itinere.
Documento interno della scuola costituito da Unità
di Apprendimento (UA) elaborate dall’équipe pedagogica
coordinata dal tutor.
Si realizza in cooperazione con la famiglia e con l’allievo
rimanendo a loro disposizione.
Insieme organizzato di Unità di Apprendimento (UA)
che scaturiscono da una progettazione di scenario iniziale e
da una esecuzione che tiene conto degli adattamenti
deliberati in itinere.
Documento interno della scuola costituito da Unità
di Apprendimento (UA) elaborate dall’équipe pedagogica
coordinata dal tutor.
Si realizza in cooperazione con la famiglia e con l’allievo
rimanendo a loro disposizione.
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Piano di Studi Personalizzato – Redazione
DocentiDocenti
AllieviAllievi
Devono conoscere: Il Profilo educativo,
professionale e culturale (Pecup)
Le Indicazioni Nazionali (obiettivi generali del processo formativo e obiettivi specifici di apprendimento)
Il POF
Devono conoscere: Il Profilo educativo,
professionale e culturale (Pecup)
Le Indicazioni Nazionali (obiettivi generali del processo formativo e obiettivi specifici di apprendimento)
Il POF
Devono progettarne la trasformazione in Unità di Apprendimento…
Devono progettarne la trasformazione in Unità di Apprendimento…
…che insieme costituiscono il Piano di Studio Personalizzato
…che insieme costituiscono il Piano di Studio Personalizzato
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Obiettivi formativi
Adatti e significativi per i singoli allievi (gruppo in generale)
definiti in base al contesto e
alle capacità di ogni singolo soggetto
Obiettivi formativi
Adatti e significativi per i singoli allievi (gruppo in generale)
definiti in base al contesto e
alle capacità di ogni singolo soggetto
Competenze degli allievi
Competenze degli allievi
Piano di Studi Personalizzato – Progettare l’Unità di apprendimento
AttivitàAttività
MetodiMetodi
Soluzioni organizzative
Soluzioni organizzative
Modalitàdi verifica
Modalitàdi verifica
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Obiettivi specifici
Contenuti nelle Indicazioni nazionali
standard di apprendimento relativi a conoscenze e abilità e
competenze
Obiettivi specifici
Contenuti nelle Indicazioni nazionali
standard di apprendimento relativi a conoscenze e abilità e
competenze
UNITA’ DI APPRENDIMENTO
OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO FORMATIVO
Iter progettuale della personalizzazione
Obiettivi Generali del Processo Formativo
Obiettivi Specifici di Apprendimento (OSA)
Obiettivi Formativi
Personalizzati (OFP)
Unità di Apprendimento
(UdA)
M I N I S T E R O S C U O L E
Profilo Educativo Culturale Professionale (PECUP)
Conoscenze=
SapereAbilità=saper fare
COMPETENZE Saper essere
PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI
Le Unità di Apprendimento Compongono il piano di studi personalizzato. Possono essere: individuali, di gruppo(livello, compito, elettivi) o
di classe e si costruiscono attraverso la progettazione. Richiedono: uno o + ob.formativi integrati, attività educative e
didattiche unitarie, verifica. Per l’alunno costituiscono un percorso attraverso il quale si
appropria dei concetti fondamentali, delle regole e delle principali tecniche necessarie per affrontare un problema complesso posto all’interno di una situazione reale o simulata riconosciuta come significative
Un esempio scuola dell’infanzia
Problema esperienziale: il bambino mostra scarsa autonomia
PECUP: esprimere un personale modo di essere…;
Ob. Specifici Apprendimento(Indicazioni nazionali): Rafforzare l’autonomia, la stima di sé, l’identità;(Sapere)
Ob. Formativi Personalizzati (Portfolio delle competenze): Scelta autonoma di fronte a una pluralità di opzioni (laboratori es.multimediale) con turnazione temporale delle stessa opzione (mensile).(Saper fare)
UdA: (non tassonomiche, non UD) riesce a portare avanti il lavoro nel gruppo laboratoriale (percorso progettuale)con costanza e autonoma capacità di individuare e risolvere problemi.(Saper essere)
Come (processo)? Quando(tempo)? Attraverso quali strumenti? L’atteggiamento verso i compagni del gruppo. Con quali esiti. (Capacità
e Competenza decisionale) .VERIFICA E ORIENTAMENTO
“[…] costituisce una collezione strutturata, selezionata e commentata/valutata di materiali particolarmente paradigmatici prodotti dallo studente, che consentono di conoscere l’ampiezza e la profondità delle sue competenze e, allo stesso tempo, della maggiore o minore pertinenza degli interventi didattici adottati. Seguirà lo studente per tutta la durata del suo percorso scolastico. […]
Esso comprende una sezione dedicata alla valutazione e una dedicata all’orientamento di ogni singolo allievo.”
Da Testo e contesto dei documenti. Guida alla lettura. In Annali dell’Istruzione n° 5/6 , Roma, 2002.
Gruppo di lavoro Riforma – Università di Bergamo
Il Portfolio
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FinalitàTestimonianza del percorso di apprendimento personale e delle competenze acquisite
FinalitàTestimonianza del percorso di apprendimento personale e delle competenze acquisite
Funzioni
Interne ed esterne alla scuola
Per l’allievo
Per la scuola che segue
Funzioni
Interne ed esterne alla scuola
Per l’allievo
Per la scuola che segue
Contenuti
Prodotti, prove, osservazioni, commenti, indicazioni di sintesi
Contenuti
Prodotti, prove, osservazioni, commenti, indicazioni di sintesi
Compilazione
Docenti tutor équipe pedagogica studente famiglia
Compilazione
Docenti tutor équipe pedagogica studente famiglia
Il Portfolio
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Gruppo di lavoro Riforma – Università di Bergamo
Il Portfolio - Contenuti
Prove scolastiche significative
Materiali prodotti dall’alunno
Osservazioni sul metodo di apprendimento
Commenti su lavori personali
Risultati delle osservazioni sistematiche
Indicazioni sugli interessi e attitudini
Prove scolastiche significative
Materiali prodotti dall’alunno
Osservazioni sul metodo di apprendimento
Commenti su lavori personali
Risultati delle osservazioni sistematiche
Indicazioni sugli interessi e attitudini
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Alunno
Contribuiscealla selezione e al commento del materiale prodotto
Alunno
Contribuiscealla selezione e al commento del materiale prodotto
Famiglia
Completa la documentazione del percorso di crescita e dàconcretezza alla condivisione delle responsabilità educative
Famiglia
Completa la documentazione del percorso di crescita e dàconcretezza alla condivisione delle responsabilità educative
Docenti coordinatori tutor
Selezionano, in collaborazione con gli altri docenti, gli elementi che meglio rappresentanola personalità degli alunni, li registrano e li commentano nel portfolio
Docenti coordinatori tutor
Selezionano, in collaborazione con gli altri docenti, gli elementi che meglio rappresentanola personalità degli alunni, li registrano e li commentano nel portfolio
Il Portfolio - Compilazione
Soggetti coinvolti
Soggetti coinvolti
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La Struttura es.di portfolioLa Struttura es.di portfolio
•portfolio minimo (sez. I) (registrazione/descrizione del Piano personalizzato
delle Attività educative )
•portfolio esteso (sez.II)
(selezione materiali, documentazione delle UdA)
possibilità di essere informatizzato
Portfolio minimo generale Portfolio esteso
Innovazioni didattico-organizzative
La riforma istituzionalizza accanto alla classe e alla sezione la formula dei laboratori (dove si realizza la personalizzazione) finalizzati a gruppi di allievi raccolti per plesso o ove sia possibile per rete territoriale.
Introduzione della seconda lingua e dell’informatica
Laboratori
Dinamica gruppi di classe/
interclasse, di livello,
di compito o elettivi
Potenziamento della didattica laboratoriale
al fine di consentire l’effettiva formazione personalizzata e
di ampliare l’offerta formativa
nelle singole scuole e nella rete territoriale
Potenziamento della didattica laboratoriale
al fine di consentire l’effettiva formazione personalizzata e
di ampliare l’offerta formativa
nelle singole scuole e nella rete territoriale
La dinamica gruppi-sezione e gruppi di livello, di compito o elettivi di sezione o di intersezione
La sezione/classe con allievi di pari età è positiva, ma penalizza le punte estreme: i migliori e i peggiori.Bisogna quindi prevedere una modalità di lavoro che si svolga anche per gruppi di livello, di compito o elettivi.Per questo la riforma istituzionalizza, accanto al gruppo sezione, la formula dei Laboratori che servono gruppi di allievi, raccolti per sezione/intersezione o, nei casi in cui sia possibile e gradito, per rete territoriale.
Principali innovazioni didattiche e organizzative.
Scuola dell’infanzia
Offerta formativa da un minimo di 875 h.ad un massimo di 1700 h. (da 25 a 50 ore)
in base a:
esigenze delle famiglie condizioni socio-
ambientali convenzioni con enti
locali
Scuola dell’infanzia
Offerta formativa da un minimo di 875 h.ad un massimo di 1700 h. (da 25 a 50 ore)
in base a:
esigenze delle famiglie condizioni socio-
ambientali convenzioni con enti
locali
Scuola primariadalla 1^ alla 5^
1) Percorso obbligatorio 891 ore annuali
+
2) Percorso opzionale facoltativo offerta formativa fino a 100 ore annuali
Scuola primariadalla 1^ alla 5^
1) Percorso obbligatorio 891 ore annuali
+
2) Percorso opzionale facoltativo offerta formativa fino a 100 ore annuali
Scuola secondaria di primo grado
1) Percorso obbligatorio 900 ore annuali
+
2) Percorso opzionale facoltativo offerta formativa fino a 200 ore annuali
Scuola secondaria di primo grado
1) Percorso obbligatorio 900 ore annuali
+
2) Percorso opzionale facoltativo offerta formativa fino a 200 ore annuali
L’ L’ Offerta formativa: flessibilità degli orari
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PROSPETTO ORARIO scuola dell’infanzia
Vecchio e nuovo ordinamento
Orario Normale medio
Orario Minimo Orario Massimo
Ordinamenti
Annuo Settimanale
Annuo Settimanale
Annuo Settimanale
Riforma 1400
40 875 25 1700 48/49
Vecchio ordinam.
1400
40 875 25 1750 50
Il tutor: innovazioni didattico-professionalinella scuola dell’infanzia
Tutor pedagogico coordina l’azione didattica dei colleghi Tutor didattico che cura il tutoraggio personalizzato degli
allievi e li deve accompagnare per tutta la durata degli studi nella stessa scuola(=insegnante). Nella scuola dell’infanzia sono i due docenti di sezione. Ciascun tutor didattico raccoglie (nel portfolio) attraverso annotazioni sue personali e dei genitori,il materiale più significativo prodotto dal bambino (cura particolare nell’ultimo anno di SdI).
o Responsabili di progetti di scuola o di rete
Coordinatore tutor pedagogico
Un docente dell’équipe pedagogica di ogni gruppo intersezione(almeno 3 sezioni) si incarica di coordinare l’azione didattica dei colleghi, referente della progettazione didattica si dovrà occupare della organizzazione complessiva dei laboratori, dei raccordi con la famiglia e l’extrascuola, dell’attivazione di percorsi di continuità con il nido e la scuola primaria che dovrebbero poi trovare collocazione all’interno del Piano dell’Offerta Formativa.Un docente incaricato del coordinamento, che non funzionerà solo come il tradizionale <fiduciario di plesso> ma rivestirà un ruolo pedagogico di tutto rilievo anche per i raccordi che dovrà tenere con la Dirigenza Scolastica.
Principali innovazioni didattico-professionali. nella scuola dell’infanzia
INDICAZIONI NAZIONALI
Con obiettivi specifici di apprendimento (OSA): Il sé e l’altro/ corpo movimento e salute,
Fruizione e produzione messaggi/ Esplorare, conoscere progettareRACCOMANDAZIONI
ATTUATIVE
OBIETTIVI FORMATIVI PERSONALIZZATI(OFP)
organizzati per campi d’esperienza:
• Il corpo e movimento• I discorsi e le parole• Lo spazio, l’ordine, la misura• Le cose, il tempo e la natura• Messaggi e forme di comunicazione• Il sé e l’altro
Innovazioni didattiche: SCUOLA DELL’ INFANZIA
L’educazione e le ‘educazioni’
Dalla Scuola dell’Infanzia a tutto il secondo ciclo diventa centrale la domanda sul senso del vivere e sul dover essere come condizione dei comportamenti. Dalla scuola dell’infanzia al Secondo Ciclo si prevede, inoltre, l’impiego unitario delle attività didattiche e dell’insegnamento delle discipline per l’educazione alla Convivenza civile (alla cittadinanza, stradale, ambientale,
alla salute, alimentare, all’affettività)
Principali innovazioni didattiche e organizzative.
ANTICIPO- CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONIANTICIPO- CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI
Già da alcuni anni le circolari ministeriali in materia di iscrizione hanno previsto la possibilità di iscrizione alla scuola dell’infanzia anche dei bambini che compiono i tre anni di età nel mese di gennaiodell’anno scolastico di riferimento e di ammissione alla frequenza dalgiorno successivo al compimento del terzo anno, subordinatamente all’effettiva disponibilità di posti nell’istituzione scolastica interessa-ta e all’esaurimento, quindi, delle eventuali liste di attesa.
* Alle stesse condizioni è stata consentita, fino al decorso anno, con singole autorizzazioni ministeriali, in presenza di motivate richieste, la frequenza in corso d’anno anche dei bambini che compivano il terzo anno di età nel mese di febbraio.
Le attuali circolari e autorizzazioni ministeriali in materia di ammissione alla frequenza
CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONICONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI
“L’inizio della scolarizzazione, nella metà degli stati membri dell’Unione Europea, è fra i 3 e i 4 anni, età in cui i bambini cominciano a frequentare una scuola dell’infanzia. In Francia e Belgio, le prime esperienze scolastiche possono iniziare rispettivamente a 2 anni e a 2 anni e mezzo”. (Sistemi scolastici europei. Livelli decisionali e saperi nei curricoli, Indire e Miur, 2000, p. II)
* In Francia “l’insegnamento pre-elementare è gratuito e facoltativo e concerne i bambini francesi e stranieri da 2 a 6 anni. I bambini che hanno raggiunto l’età di 2 anni al momento dell’inizio dell’anno scolastico possono essere ammessi nelle scuole e nelle sezioni “materne” nel limite dei posti disponibili. Si deve as- sicurare prioritariamente questa accoglienza nelle zone caratterizzate da ambien- ti sociali sfavorevoli. A 3 anni, tutti i bambini devono poter essere accolti in una scuola “materna” - o in una classe “infantile” presso una scuola elementare - su richiesta della famiglia.” (Documento reperibile presso il sito www.education. gouv.fr)
LA SPERIMENTAZIONE NELLA SC. DELL’INFANZIA: confronto con altri paesi europei
TEMATICHE ESAMINATE
1. ANTICIPO• identità della scuola dell’infanzia• generalizzazione• sistema integrato
2. IMPATTO DELLA RIFORMA• spazi• tempi• risorse umane
3. SPERIMENTAZIONE• condizioni di fattibilità• nuove professionalità• nuove modalità organizzative
ANTICIPO: CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONIANTICIPO: CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI
IDENTITÀ DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
1. ANTICIPO
•Individuazione di una coerenza di fondo fra disegno di riforma, autonomia ed Orientamenti. In tal modo sarà possibile evitare una “doppia connotazione” negativa della scuola dell’infanzia: da
un lato assistenzialistica, dall’altro scolasticistica;
PROCESSO DI GENERALIZZAZIONE DELL’OFFERTA FORM•il processo di generalizzazione della scuola dell’infanzia, molto avanzato nel nostro Paese, presenta alcune discontinuità rappresentate, ad esempio dalle liste di attesa.SISTEMA INTEGRATO• per la piena attuazione della legge 62/2000 sulla “parità scolastica” è opportuno costituire strutture di raccordo tra le varie componenti del sistema integrato della scuola dell’infanzia (tavoli di confronto interistituzionale con l’USR); occorre rilevare le diverse esperienze di anticipo già realizzate nelle scuole paritarie.
Scuola dell’infanziaScuola dell’infanzia
2. IMPATTO DELLA RIFORMA
SPAZI
• La scuola dell’infanzia ha bisogno di un’adeguata pianificazione edilizia. Oltre a rendere più funzionale, sul piano organizzativo e didattico, l’utilizzazione degli spazi esistenti, occorre, se necessario, ricercare nuovi spazi;
• l’anticipazione della frequenza dei più piccoli richiederà un’atten- zione particolare alla strutturazione di specifici spazi:
• per la cura individuale, • per il riposo, • per i laboratori, dotati di materiale adeguato all’età dei bambini.
Scuola dell’infanziaScuola dell’infanzia
2. IMPATTO DELLA RIFORMA
TEMPI• Le proposte della scuola, in materia di orari di funzionamento, devo- no rispondere:
• all’esigenza di assicurare un elevato standard formativo, • alle richieste dei genitori, legate al mondo del lavoro;• e, soprattutto, ai “tempi” dei bambini;
• nell’articolare una pluralità dei tempi di permanenza a scuola, occorre tener conto anche delle particolari esigenze dei bambini più piccoli, in modo da personalizzare il loro progressivo inserimen- to nella scuola dell’infanzia.
• è opportuno non divaricare eccessivamente il ventaglio diversi tempi previsti dalla scuola, fra i quali tocca ai genitori scegliere quelli più rispondenti alle esigenze dei loro figli;
Scuola dell’infanziaScuola dell’infanzia
2. IMPATTO DELLA RIFORMA: LE RISORSE UMANE
Scuola dell’infanziaScuola dell’infanzia
Il fattore essenziale di riuscita di ogni riforma è costituito dalle persone chiamate a realizzare il cambiamento:la CM 29 (1.2):istituzione di nuovi profili professionali …che avranno incidenza sulla declaratoria delle funzioni attuali…da rimodulare con l’avvio di una fase negoziale (Art 43 del CCNL). Solo a conclusione della citata fase sarà possibile attivare in maniera graduale e sperimentale….l’anticipo. poiché la riforma prevede una differenziazione di funzioni, nell’ambito dell’unicità della funzione docente (in particolare per lo svolgimento delle funzioni di tutor, di responsabile di progetti di scuola o di rete e, soprattutto, per i compiti di coordinatore). Occorre ricavare dall’orario di servizio dei docenti un determinato numero di ore da riservare all’assolvimento delle suddette funzioni; inoltre, in correlazione con i parametri utilizzati per i “nidi di infan- zia” (in media un rapporto bambini/operatore di 1 a 8), è opportuno, nelle sezioni che accolgono bambini al sotto dei tre anni, applicarel’indice di riduzione del numero dei bambini iscritti (due- tre per ogni iscritto).
Scuola dell’infanziaScuola dell’infanzia
3. SPERIMENTAZIONE
CONDIZIONI DI FATTIBILITÀ I dirigenti scolastici, dopo aver provveduto a verificare la consistenza della domanda, avviano una verifica con i responsabili dei Comuni interessati:
• disponibilità di posti per i bambini al di sotto dei tre anni;• presenza di spazi per soddisfare bisogni specifici legati alla frequenza di bambini al di sotto dei tre anni;• esistenza di attrezzature e materiali necessari alle attività specifiche da svolgersi con i più piccoli;• offerta di adeguati servizi di di trasporto e mensa.
È opportuno che, verificate le condizioni di fattibilità, tra scuola e comune si stipuli uno specifico protocollo di intesa in accordo con l’USR.
Scuola dell’infanziaScuola dell’infanzia
3. SPERIMENTAZIONE
VARIABILI
- assegnate:- ordinamenti vigenti- indicazioni e raccomandazioni.
-indipendenti: -accoglienza dei bambini di età inferiore a 3 anni-anticipo in prima elementare
- dipendenti:- ridefinizione delle figure professionali,- rimodulazione dell’organizzazione-raccordi con le famiglie e gli EE.LL
Scuola dell’infanziaScuola dell’infanzia
SPERIMENTAZIONE
VARIABILI
ASSEGNATE
DIPENDENTI
INDIPENDENTI
Variabili indipendenti
accoglienza dei bambini di età inferiore a 3 anni Ammissione anticipata di alunni nella prima elementare Introduzione dell’informatica e della seconda lingua Piani di studio personalizzati (obiettivi generali+obiettivi
specifici-obiettivi formativi personalizzazione degli obiettivi specifici di apprendimento)
Portfolio delle competenze (sapere, saper fare, saper essere)
Fattori organizzativi (tempi, spazi, team docente, orari, routine= curricolo implicito)
Curricolo esplicito (obiettivi specifici/campi di esperienza,)
L’IPOTESI DI RICERCA
se
HO QUESTE CONDIZIONI DEFINITE E INTRODUCO UN ELEMENTO DI CAMBIAMENTO (VARIABILE NDIPENDENTE)
allora
AGGIORNAMENTO DELL’IPOTESI
CI SARANNO QUESTE CONSEGUENZE (dipendente)
DOPO
Variabili dipendentirimodulazione dell’organizzazione curricolo
implicito: spazi, tempi, routine. ridefinizione delle figure professionali : figure di
sistema- il coordinatore, équipe pedagogicaRivisitazione degli obiettivi specifici di
apprendimento (Unità di apprendimento, obiettivi formativi): curricolo esplicito (obiettivi specifici/ campi di esperienza, Continuita’.
Portfolio delle competenze individuali (valutazione, autovalutazione, coinvolgimento della famiglia)
Scuola dell’infanziaScuola dell’infanzia
3. SPERIMENTAZIONE
MONITORAGGIO •Azione di monitoraggio della sperimentazione, mediante la creazione di specifici OSSERVATORI a livello regionale e nazionale, in modo da individuare, nei diversi contesti educativi, possibili “modelli”
che rispondono a requisiti di
- efficienza,
- efficacia,
- eccellenza.