Si può ancora parlare di Hub e Spoke per questi pazienti?
Dott. Roberto Merenda,Direttore U.O.C. Chirurgia Generale,Osp. SS. Giovanni e Paolo, Venezia
Tutto parte negli anni ´60...La prima riorganizzazione del Sistema Sanitario secondo strutture centrali e periferiche ha inizio già mezzo secolo fa
Legge 12 febbraio 1968, n.132 (GU n.068 del 12/03/1968)
Enti Ospedalieri e Assistenza Ospedaliera
Art. 20. Categorie di ospedali. “Gli ospedali sono generali e specializzati, per lungodegenti e per convalescenti. Gli ospedali generali si classificano nelle seguenti categorie:a) Ospedali di zona; b) Ospedali provinciali; c)Ospedali regionali […]
La riforma BindiNegli anni Novanta si procede ad una riformulazione delle
strutture ospedaliere. Negli anni precedenti, anche a causa della pletora medica, si è resa impossibile una vera e propria
centralizzazione.
Legge 502/1992 o Decreto Bindi
Si fonda su tre principi fondamentali: aziendalizzazione, orientamento al “mercato”, distribuzione di responsabilità
alle Regioni
La riforma BindiGli ospedali vengono suddivisi in Presidi dell’Unità Sanitaria
Locale, Aziende Ospedaliere, ed Ospedali a Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione
Legge 502/1992 o Decreto Bindi
Introduce inoltre il concetto di Dipartimenti e valorizza l’importanza del Distretto e quindi del territorio
Passano i decenni, nulla cambia…
Diversi anni dopo la legge del ’68 ed il Decreto Bindi la
situazione non cambia, nel frattempo si arriva
all’emanazione di ulteriori leggi…
Si arriva al 2015Decreto del Ministero della Salute n.70 del 2 Aprile 2015
“Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza
ospedaliera.”
Decreto n.70 del 2 Aprile 2015
Riclassificazione degli Ospedali in tre livelli: base, I livello,II livello
Istituzione e monitoraggio delle “soglie minime”di volumied esiti per l’accreditamento e il mantenimento dello stessoda parte delle strutture
Tasso di occupazione dei posti letto tendenzialmente al90% con degenza media di 7 giorni
Hub & Spoke
Hub è il mozzo, Spoke i raggi: al mozzo sonocollegati tutti i raggi, il flusso va da questiverso il centro in modo unidirezionale
Il concetto è nato negli USA nell’ambito del traffico aeroportuale
Hub & SpokeI centri Hub & Spoke validi sono organizzati per patologia
Una rete di questo tipo è quella già istituita in Emilia Romagna e già in essere per varie patologie…
✓Assistenza grandi traumi✓Oncologia✓Cardiologia intensiva e cardiochirurgia✓Il sistema 118✓Sistema raccolta e trasfusioni di sangue✓Neuroscienze✓Terapia grandi ustionati
✓Genetica medica✓Malattie rare✓Stroke care✓Riabilitazione✓Trapianto organi e tessuti✓Terapia intensiva neonatale e pediatrica
Hub & SpokeI centri Hub & Spoke validi sono organizzati per patologia
Anche in Veneto sono state istituite alcune reti di questo tipo
✓Rete Oncologica✓Rete dell’Emodinamica✓Rete Stroke✓Rete Emergenze e Urgenze Pediatriche ✓Rete Emorragie Digestive✓Rete Neurochirurgie
✓Rete Cardiochirurgie✓Rete Radiologie✓Rete Laboratori✓Rete Anatomie Patologiche✓Rete Riabilitativa
Hub & SpokeIn Friuli-Venezia Giulia la riorganizzazione oltre che per
patologia è anche territoriale
Legge Regionale 16 ottobre 2014, n. 17
Art. 28 […] 2. La rete regionale dei presidi ospedalieri pubblici è organizzata secondo il modello “Hub & Spoke” […] 3. I presidi ospedalieri di base “spoke” con bacino d’utenza
tra 80.000 e 150… abitanti sono i seguenti: Gorizia e Monfalcone; Latisana e Palmanova […] I presidi ospedalieri “hub”, di primo o di secondo livello, con bacino di
utenza di 300.000 abitanti sono: “Santa Maria degli Angeli” di Pordenone […] I presidi ospedalieri specializzati sono i seguenti: IRCCS “Burlo Garofolo” di Trieste,
specializzato nell’area materno infantile […]
Gli anzianiSpesso in aree periferiche gli spostamenti possono essere difficili, si toglie il paziente dalla sua rete territoriale
InesperienzaCentralizzando eccessivamente si rischia, soprattutto in ambito chirurgico, di non
garantire un livello adeguato di cure qualora queste si rendano necessarie.
La realtà
•L’idea di base è ancora la stessa dellavecchia legge del ’68, quando però leaspettative della popolazione eranoquelle di allora, e il numero dei sanitariera basso•Ora ci si deve scontrare con la realtà: ilsistema degli anni ’90 si reggeva grazie alpicco di assunzioni e all’elevata presenzadi medici•Oggi si sta tornando alla situazione del‘68, quindi ad una relativa carenza diprofessionisti, oltre che di risorse•Ma con aspettative della popolazioneben diverse
La realtàGli stessi centri Hub non hanno le risorse necessarie percentralizzare tutti questi malati, oltretutto con le tempisticherichieste dall’urgenza. In alcuni casi si arriva al punto che ilcentro Hub debba trasferire il paziente allo Spoke, invertendo ilflusso unidirezionale
La realtà
L’incapacità dei vari centri Hub di far fronte alle necessità dellapopolazione, associate alle grandi aspettative che sono ormaipresenti nella sanità portano sempre più pazienti a rivolgersi astrutture private.
Molti importanti professionisti abbandonano il servizio pubblicoper la creazione di centri di alta specializzazione privati.
Conclusioni•Il modello Hub & Spoke è valido e rappresenta sicuramente il futuro•Discrepanza tra gli alti standard richiesti e la scarsità di risorsedisponibili•Evitare l’eccessiva centralizzazione, con il rischio di ridurre l’esperienzanei centri periferici•Da considerare se tutto questo è etico nei confronti dei pazienti lontanidal centro Hub (modello francese…..)
Un’attenzione in più al paziente anziano, sempre più coinvolto nelleurgenze chirurgiche. Difficoltà nel raggiungere l’eventuale centro Hub(Venezia?? Pellestrina???) e il legame del paziente con il suo territorio.