Significato e intenzione
Triangolo semiotico
espressione referente
contenuto
Il significato come referenza oggettiva
Il significato di un messaggio è dato dal rapporto tra linguaggio e realtà (semantica
vero-condizionale)
Ogni enunciato ha un valore di verità, poiché il significato consiste nell’affermare
qualcosa che può essere vero o falso
In questa prospettiva, il significato acquista valore di oggettività (concezione referenzialista)
Inoltre, il significato è indipendente dalla mente dei singoli individui (concezione antipsicologica)
Il significato come referenza oggettiva
Il significato come valore linguistico
Autonomia della semantica: in ogni lingua naturale, il valore di una parola è di essere ciò che le altre parole non sono
Il significato non fa riferimento a una realtà (concezione antireferenzialista), né è dipendente dalla mente degli individui, ma fa riferimento a un sistema di parole, a una lingua naturale
Il significato come valore linguistico
Significato come comprensione dell’esperienza
Il significato è il modo in cui gli individui comprendono ciò che comunicano, in riferimento alla propria esperienza (semantica della comprensione)
È una concezione psicologica, perché il significato rimanda alle mappe mentali che gli individui hanno della realtà in base alla loro esperienza
Inoltre, è una concezione referenzialista, perché l’esperienza fa riferimento al mondo reale o a mondi possibili
Significato come comprensione dell’esperienza
La dimensione referenziale del significato
Il significato ha a che fare con un mondo reale o possibile
Allora il riferimento è l’ancoraggio a un mondo esterno attraverso l’esperienza personale, che è una lente che modifica, seleziona i dati della realtà in funzione della propria cultura
La dimensione inferenziale
L’organizzazione cognitiva dei significati implica che questi hanno dei corrispondenti nei concetti
(costrutti mentali che ci consentono di categorizzare gli oggetti della realtà)
Inoltre, i significati richiedono un’importante attività mentale di inferenza per essere compresi
Le espressioni di inbizione, attenuazione, intensificazione, l’uso dei marcatori o modificatori, la disposizione lineare delle parole nell’enunciato contribuiscono a definire il significato in una direzione piuttosto che un’altra
La dimensione differenziale
Gli aspetti universali della comunicazione
Gli universali linguistici sono aspetti invarianti dei processi comunicativi condivisi da tutte le lingue naturali
Grammatica generativa di Chomsky
LAD (Language Acquisition Device) è un organo geneticamente predisposto all’apprendimento e allo sviluppo del linguaggio
Concezione innatista del linguaggio
Gli aspetti universali
Teoria della relatività linguistica
Studia il variare delle lingue in funzione delle culture
Le culture, attraverso il linguaggio, influenzano in modo determinante il modo in cui categorizziamo la realtà
La versione “forte” del relativismo è una forma di determinismo, in quanto sostiene che la lingua determina le forme di pensiero nei confronti della realtà
È una posizione insostenibile, perché il pensiero è molto più complesso di quanto il linguaggio possa esprimere
Teoria della relatività linguistica
La versione “debole” (il pensiero è facilitato dal linguaggio) va incontro all’esistenza di differenze e di molteplicità di culture nel mondo
Le differenze semantiche rimandano a differenze culturali su come vivere la propria realtà
Teoria della relatività linguistica
Concezione del significato come realtà componenziale
Secondo due prospettive:
1. Semantica a tratti (o modello CNS)
2. Teoria del prototipo
La semantica a tratti
Prevede due condizioni:
1. Il significato è scomponibile in tratti semantici considerati come condizioni necessarie e sufficienti (CNS)
2. Il numero dei tratti semantici costituisce un inventario limitato
La semantica a tratti
Prevede alcuni principi precisi: a. Nessun tratto può essere cancellatob. Nessun tratto può essere aggiuntoc. Tutti i tratti hanno la medesima rilevanza e
sono al medesimo pianod. Il significato di qualsiasi termine presenta
confini netti e precisi secondo la logica binaria (presenza o assenza)
La semantica a tratti: conclusioni
Il significato di una parola èa. univocob. assolutoc. determinato in modo preciso nelle sue
componenti costitutived. separato da tutti gli altri significati
E’ una realtà discreta
La semantica a tratti: i limitiIl significato di una parola è1. non ammette eccezioni2. il significato è definito da un numero
limitato e chiuso di proprietà costitutive3. La distinzione tra conoscenze
dizionariali e conoscenze enciclopediche appare inconsistente
4. La definizione di confini netti tra un significato e l’altro non è sostenibile
La semantica del prototipo
Rimanda al concetto di categoria mentale (Rosch)
Ogni categoria presenta due dimensioni
- verticale - orizzontale
La semantica del prototipo: la dimensione verticale
collega tra loro diverse categorie attraverso il processo di inclusione
Tre livelli di inclusione- sovraordinato (arredamento)- di base (sedia)- subordianto (sedia da cucina)
La semantica del prototipo: la dimensione orizzontale
riguarda - il modo con cui ogni categoria è
organizzata al suo interno- quali relazioni sono istituite tra i diversi
membri in termini di appartenenza e rappresentatività
Il prototipo è il rappresentante migliore di una categoria, il caso più emblematico di appartenenza
Due concezioni del prototipo
1. teoria standard del prototipo
2. teoria estesa del prototipo
- il prototipo è il migliore esemplare di una categoria
- si fonda sul principio di somiglianza e analogia Limiti- non spiega il fenomeno della polisemia
semantica
Teoria standard
Teoria estesa del prototipo
- il prototipo è un costrutto mentale, un insieme di proprietà salienti che distinguono una categoria da un’altra
- il prototipo è la configurazione degli aspetti prototipici
In questa prospettiva, occorre distinguere tra:- tra prototipicità della categoria e tipicità del significato- proprietà essenziali e proprietà tipiche
La polisemia semantica
Concetto che presenta diverse proprietà, pone delle difficoltà a trovare un prototipo all’interno di una categoria (es. concetto fresco)
Si può spiegare ricorrendo alla somiglianza di famiglie, ossia un concatenamento all’interno della stessa categorie di termini a due a due, di condivisione di somiglianze parziali
Categorie radiali
Categorie in cui non c’è un caso centrale
si generano per somiglianze locali e parziali tra i loro membri secondo lo schema
Il significato non esiste se non vi è un’intenzione comunicativa
L’atteggiamento intenzionale
è la predisposizione naturale a interpretare l’azione di qualsiasi entità come se fosse
pianificata in modo consapevole (Dennet).
Due significati di intenzionalità
1. Come coscienza, consapevolezza di qualcosa
(Brentano)
2. Proprietà di un’azione in quanto compiuta in modo volontario per raggiungere un certo obiettivo e scopo
In entrambi i casi l’intenzionalità è una proprietà di alcuni stati mentali.
L’intenzionalità nello scambio comunicativo
è un gioco di attribuzione e di ri-attribuzione dell’intenzione
comunicativa.
L’intenzione è una caratteristica che presenta una certa gradualità
(lo scambio comunicativo è caratterizzato da un certo grado di
intenzionalità).
L’intenzione comunicativa è un fuzzy set: come la coscienza, può aumentare, restringersi….
….in modo da consentire di calibrare i diversi atti comunicativi entro una determinata situazione.
La forza dell’intenzione
è legata all’importanza dei contenuti da mettere in evidenza
è un processo di messa a fuoco e di calibrazione del messaggio prodotto.
Le intenzioni, in quanto graduabili,
possono essere incapsulate l’una
nell’altra
(gerarchia intenzionale).
Il principio della pars pro toto
implica che da parte del parlante vi è sempre
opacità intenzionale(l’ostensione della propria intenzionecomunicativa è sempre parziale e
limitata).
Intenzione comunicativa e risorse attentive
La messa a fuoco di un’intenzione comunicativa è
sostenuta dall’attenzione.
Due tipi di processamento attentivo:
automatico
controllato.
Vi sono livelli diversi di intenzione infunzione dell’attenzione:
• Livello 0 (informazione)• Livello 1 (intenzioni semplici)• Livello 2 (meta-intenzioni).
Il fuoco attentivo porta al fuococomunicativo e il fuoco comunicativoporta all’elaborazione del
significato modaleossia il significato (prevalente, nonobbligatorio) che una determinatafrase assume in un determinatocontesto.
Il messaggio è prodotto in funzione delle opportunità e dei vincoli del contesto
La gestione locale del messaggio
Ogni intenzione comporta la presenza, più omeno consapevole, di una strategia comunicativa.
Una strategia comunicativa è tanto più efficace
quanto più è pertinente a una certa situazione.
La strategia comunicativa
• ha sempre carattere di contingenza
• e di novità
• implica una calibrazione delle proprie risorse cognitive, affettive e attentive
• richiede regia comunicativa.
Poiché il significato implica sempre calibrazione
comunicativa
le strategie comunicative sono il
mezzo attraverso il quale elaboriamo i
nostri pensieri e i modi con cui
significare e partecipare tali pensieri
attraverso messaggi che siano efficaci.
Il processo intenzionale da parte del destinatario
Il punto di vista del senso comune:
l’intenzione è solo del parlante;
il destinatario ha unicamente il compito di riconoscere l’intenzione ‘di partenza’ del parlante.
Presupposto di questa impostazione è la trasparenza intenzionale
che implica la presenza di una reciproca consapevolezza fra parlante e
interlocutore
La trasparenza intenzionale non è
sostenibile in quanto
l’interlocutore ha sempre una posizione
attiva, ossia fa sempre un lavoro di
attribuzione dell’intenzione comunicativa del parlante.
L’intenzione comunicativa va intesa
come gioco di intenzionalizzazione e
di re-intenzionalizzazione in un’ottica birezionale di scambio e di feedback.
Il destinatario non è mai un ricevente
passivo, ma è sempre un
interlocutore attivo.
Principio del totum ex parte
Il destinatario è indotto ad attribuire una intenzione completa e definita al messaggio del parlante basandosi su un numero
ristretto e limitato di indizi comunicativi.
Il processo di attribuzione dell’intenzione è un processo
autonomo e soggettivo.
Prospettiva machiavellica della comunicazione
Il destinatario attribuisce al parlante
l’intenzione per lui più sfavorevole.
La re-intenzionalizzazione da parte
dell’interlocutore non percorre
necessariamente lo stesso itinerario
intenzionale messo in evidenza dal
parlante.
Negli scambi comunicativi cicomprendiamo senza fare di ogni frase unprocesso perché viviamo entro formatregolari.
L’interlocutore è portato a evitare continuenegoziazioni e conflitti accogliendo come‘immediato’ il primo senso dell’attocomunicativo non contraddetto da un altrosignificato.(principio dell’assumere per garantito).
Ma vi sono anche situazioni in cui il
significato non è dato per garantito, ma è oggetto di negoziazione, dando luogo a giochi relazionali e psicologici.
Il significato di uno scambio comunicativonon è né nella testa del parlante, né in
quella dell’interlocutorema è l’atto comunicativo intermedio fraparlante e destinatario in un processocondiviso di comprensione reciproca.
Tale comprensione reciproca non si basa sull’empatia, ma è un processo logico su base inferenziale.
L’inferenza è una forma di ragionamento in cui un’ipotesi è ammessa come accettabile sulla base di altre ipotesi la cui accettabilità è ammessa in partenza.
Il processo di inferenza si basa su dei
modelli mentali, che sono quindi modelli culturali.
Nella comunicazione facciamo inferenze
pratiche, non dimostrative
(le ipotesi possono essere confermate, ma non deduttivamente dimostrate).
Il destinatario è portato a fare delleimplicazioni, cioè a inferire più di quanto è dettoo comunicato.
In ogni scambio comunicativo i partecipantifanno riferimento a rappresentazioni mentaliincomplete in quanto schematiche o
approssimative.
Tre tipi di inferenze: • deduttive• induttive• abduttive.
Nella deduzione si passa da una regola a un caso particolare, come nel sillogismo. E’ un’inferenza monotonica in cui non vi è guadagno sul piano semantico.
Nell’induzione si passa da molti casi a una legge statistica, probabilistica. E’ un’inferenza non monotonica, caratterizzante, per esempio, la costruzione delle conoscenze scientifiche.
Nell’abduzione si passa a ritroso dagli effetti alle cause nel tentativo di spiegare qualcosa che è già accaduto. E’ un’inferenza non monotonica.
Negli scambi comunicativi gli individui fanno
ricorso al ragionamento abduttivo non avendo a disposizione una rappresentazione completa
dello scenario dello scambio comunicativo
stesso.
Il procedimento abduttivo, per quanto efficace,è influenzato da:
- processi di fissazione comunicativa- impiego di scorciatoie di pensiero ossia euristiche
(della rappresentatitività, della conferma, della disponibilità, ecc.)
- pensiero controfattuale
che possono creare fraintendimenti e aumentare l’esigenza di negoziazione del significato del messaggio.
Nessuno di noi è e potrà mai diventare unperfetto comunicatore in quanto la nostrarazionalità non è olimpica, ma limitata eparziale.
Nella comunicazione è possibile raggiungeresolo un ottimo locale.
Intenzionalizzazione e re-intenzionalizzazione
portano alla sincronia comunicativa ossia alla capacità di parlante e interlocutore di partecipare a uno scambio.
Entro la sincronia si colloca il fenomenodell’accomodazione comunicativa intesa comeimpiego di strategie comunicative mirate afavorire la convergenza verso un oggetto in unoscambio comunicativo importante, oppure, in caso diconflitto, separazione e ostilità, a generare divergenza negli stili comunicativi verbali e non verbali adottati.
La sintonia semantica e pragmatica diventa in questa ottica la capacità di
condividere il medesimo percorso comunicativo che un flusso
comunicativo è in grado di generare.