Storia economica dellet contemporanea, 2012-2013 LEuropa
nelleconomia internazionale, dalla ricostruzione postbellica alla
fine del 900.
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Argomenti principali e una scansione cronologica 1.La
riflessione sullesperienza della crisi e della recessione degli
anni 1930. Linfluenza di J. M. Keynes. 2.Il lascito della seconda
guerra mondiale: rapporti finanziari ed economici internazionali;
la supremazia USA; nuovi orizzonti produttivi. 3.La ricostruzione
postbellica (1945-1950). 4.I miracoli economici (1955-1964).
5.Lintegrazione economica e finanziaria internazionale 6.La
crescente instabilit del sistema internazionale dei pagamenti tra
la seconda met degli anni 1960 e il 1973. 7.15 anni di difficolt e
ristrutturazioni (1971-1985); la svolta neoliberista e monetarista
e la crisi fiscale degli stati 8.Un nuovo slancio e i progressi di
un sistema globale (1985-1995).
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Testi di riferimento (1) Barry Eichengreen, La nascita
delleconomia europea. Dalla svolta del 1945 alla sfida
dellinnovazione, Il Saggiatore, Milano, 2009; (2) Andrew Glyn,
Capitalismo scatenato. Globalizzazione, competitivit e welfare,
Francesco Brioschi editore, Milano, 2007 (3) a scelta, una delle
tre monografie seguenti: David Harvey, Breve storia del
neoliberismo, Milano, Il Saggiatore, 2007; Richard A. Posner, Un
fallimento del capitalismo. La crisi finanziaria e la seconda
Grande depressione, Torino, Codice edizioni, 2011; Luciano Gallino,
Finanzcapitalismo. La civilt del denaro in crisi, Torino, Einaudi,
2011; Daniel Yergin, Joseph Stanislaw, La Grande guerra
delleconomia (1950-2000). La lotta tra Stato e imprese per il
controllo dei mercati, Milano, Garzanti, 2000.
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Due guerre mondiali e due dopoguerra La gestione economica e
finanziaria della prima guerra mondiale aveva rappresentato una
novit che aveva colto pressoch del tutto impreparati stati e
operatori economici. Altrettanto era stato per il difficile
dopoguerra e la gestione di una fase di drammatica instabilit
economica, sociale e politica che aveva interessato tutta lEuropa.
Lesperienza compiuta nella prima guerra e nel dopoguerra sono
largamente utilizzate nella seconda e nel suo dopoguerra per
evitare gli errori che avevano favorito (1) linstabilit valutaria e
(2) la drastica riduzione dei rapporti economici e finanziari
internazionali durante la grande crisi e la depressione degli anni
Trenta.
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Nuovi obiettivi e strumenti di politica economica. Viene anche
attentamente valutata lesperienza del ristagno economico sofferto
gi negli anni 1920 da alcuni paesi (UK e Italia in particolare) in
relazione a politiche di cambio errate; e soprattutto quella della
gravissima recessione degli anni 30 e delle soluzioni che avevano
consentito in alcuni sistemi economici di limitare i guasti. Le
lezioni tratte dagli anni 30 portano a elaborare nuovi indirizzi di
politica economica. Vengono diffusamente applicate da
amministrazioni statali ormai investite di ampie responsabilit in
campo economico misure di stabilizzazione congiunturale mediante
(1) politiche monetarie (ed eventualmente fiscali) e (2) politiche
di investimento per favorire la ricostruzione e loccupazione.
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Lispirazione keynesiana nelle politiche economiche Le proposte
avanzate da John Maynard Keynes si erano affermate nel mondo
accademico anglosassone. Laffermazione fu agevolata dal ruolo
inedito che gli economisti svolsero come consulenti dei governi di
UK, Canada e USA durante la guerra. Inoltre vi contribu il grande
prestigio che lo stesso Keynes aveva acquisito grazie al suo ruolo
nel dibattito politico e culturale fra le due guerre; come
consigliere del primo ministro e della Treasury britannica dal
1939; come principale negoziatore internazionale per il governo
britannico. Progressivamente, ma lentamente e in maniera non
omogenea, esse ispirarono i responsabili della politica economica
anche degli stati europei continentali.
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Levoluzione delle concezioni di Keynes: un cenno Keynes rivolse
particolare attenzione ai problemi monetari per tutta la prima
parte della sua attivit, da Indian currency al Treatise on money.
Negli anni 20, in disaccordo con la maggior parte degli economisti
contemporanei, propose di stabilizzare i prezzi interni piuttosto
che i cambi, e di frenare linflazione ma evitando una rigorosa
deflazione. Da met anni Venti concentr particolarmente la sua
attenzione sul rapporto tra tasso dinteresse e investimenti, mentre
raccomandava politiche di sostegno alloccupazione attraverso lavori
pubblici, come sostenevano Lloyd George e il partito liberale
britannico nella campagna elettorale del 1929. Partecip attivamente
alle discussioni sulla dole e polemizz con la Treasury, secondo cui
bisognava contrarre la spesa pubblica per superare le difficolt
delleconomia britannica (1929-1931), tanto pi che ci che lo stato
spendeva era sottratto alle risorse del settore privato. Nel 1936
pubblic la sua opera pi innovativa, The general theory of
employment, interest and money.
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Le scuole keynesiane La General theory proponeva ricette
innovative per la politica economica in condizioni di parziale
impiego delle risorse disponibili (disoccupazione diffusa e
sottoutilizzo della capacit produttiva degli impianti) e
presupponeva un approccio non ortodosso allesigenza di stimolare
leconomia. Ma Keynes prefer agevolare laffermazione delle sue idee
inserendole in un quadro analitico familiare agli economisti
formatisi nel quadro teorico delleconomia neoclassica. Non le
svilupp ulteriormente perch colpito da un attacco di cuore e poi
assorbito dalla collaborazione con la Treasury e il governo fino al
21 aprile 1946. Solo in How to pay for the war (1940) affront il
problema dellinflazione in condizioni di pieno impiego, questione
diventata molto rilevante negli anni 60. Nel dopoguerra riusc
facilmente a prevalere uninterpretazione del pensiero di Keynes che
trascurava il potenziale pi innovativo delle sue analisi
sullinstabilit finanziaria. Questo lindirizzo dominante fino agli
anni 1970 in USA e UK.
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Il lascito della guerra: le distruzioni I paesi direttamente o
indirettamente coinvolti nella guerra sperimentano vicende che
possono essere molto diverse, a cominciare dalla natura e dallentit
delle sollecitazioni a cui la guerra sottopone le loro strutture
economiche e sociali. In URSS risultano distrutte 17m citt e 70m
villaggi. In Germania danneggiato o distrutto il 90% del patrimonio
residenziale. Nelle zone occupate il patrimonio industriale e i
mezzi di trasporto sono saccheggiati. Secondo il governo francese
il paese aveva perso il 45% della ricchezza nazionale. In Italia la
perdita era stimata di 1/3. Il Giappone era stato pesantemente
colpito dai bombardamenti delle maggiori citt, dalla perdita della
flotta mercantile, dalla distruzione di molti stabilimenti
industriali.
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Morti complessive in relazione alle perdite di guerra (000
omessi). Militari22.000 Civili morti in campi di
concentramento12.000 Id morti sotto bombardamenti1.500 Id. morti in
Europa per altre cause di guerra7.000 Id. morti in Cina per altre
cause di guerra7.500 Totale28.000 Perdite complessive50.000 Fonte:
voce Demography of the war, Oxford companion of the Second World
War, OUP, Oxford 1995.
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Altre conseguenze demografiche della seconda guerra mondiale La
mobilitazione e le perdite militari modificano il rapporto
quantitativo fra i sessi in molti popoli. In particolare nellURRS.
Calano drammaticamente i tassi di matrimonio e di fertilit. A
guerra conclusa, per, la ripresa piuttosto rapida. Si verifica in
diversi paesi (a cominciare dagli USA) un baby boom capace di
influire fortemente sulla disponibilit di popolazione attiva alla
fine degli anni 1950 e agli inizi degli anni 60. I movimenti di
popolazione connessi alla guerra si ripercuotono sulla composizione
etnica e sulla mescolanza di nazionalit in molte regioni, creando
un potenziale di tensioni e conflitti politico-sociali che si
trascinano a lungo. Condizionano pesantemente la gestione della
politica in alcuni stati (per es. i profughi dei Sudeti nella
RFT).
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Gli spostamenti di popolazione: i profughi [000]
1939-19451946-47Saldo netto DentroFuoriDentroFuori
Germania7.5004.6007.2006009.500 Italia1.4001.500680350230
Romania45070080--170 Austria38515031033512 Totale
Asse9.9277.1348.4711.21110.053 UK-500-41387 Jugoslavia-35090180-440
Cecoslov.151.0251601.915-2.765 Polonia-6.9001.5002.300-7.700
Francia3.9003.71028250422 Totale Alleati
4.20112.8352.3004.988-10.322 Totale altri40820093219-82
URSS20.000
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Il lascito della guerra: lo stimolo a crescere I paesi
produttori di materie prime e i paesi coinvolti come retrovie del
conflitto in Asia, Australia e Medio Oriente ricevono un forte
impulso alla crescita perch favoriti dalle spese degli alleati. Il
reddito monetario insolitamente alto creato da esportazioni verso i
belligeranti e/o dalla spesa di truppe stanziate sul loro
territorio fornisce abbondanti risorse valutarie. Raramente possono
essere spese immediatamente. Soprattutto i conti in (i pi
consistenti) sono bloccati dalle disposizioni valutarie
britanniche. La chiusura del mercato internazionale favorisce
lavvio di produzioni manifatturiere locali prima difficili a causa
della concorrenza di economie industriali. I benefici ottenuti non
sono permanenti. La capacit di sfruttarli per consolidare leconomia
dei paesi interessati raramente riscontrabile. V. les.
dellArgentina. Gli USA consolidano il loro primato economico e
finanziario mondiale.
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Il commercio estero USA, 1939-1945 [mln $]
1939194019411942194319441945 Importazio ni
2.3612.5993.2692.8213.4183.9114.125 Esportazio ni
3.1383.9385.0268.00512.87214.2889.676 Lend-lease
--9994.5258.6599.9673.781 Ind.Import.
100,00110,08138,46119,48144,77165,65174,71 Ind.Esport.
100,00125,49160,17255,10410,20455,32308,35 Lend- lease/ esportazio
ni 19,8856,5367,2769,7639,08 Lend- lease/ saldo comm.
56,8687,2991,5996,0568,11
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Lerogazione degli aiuti USA durante la seconda guerra mondiale
Nel concedere aiuti ai paesi impegnati nella guerra contro Germania
e Italia lamministrazione Roosevelt vincolata da 2 leggi, frutto
del forte isolazionismo che caratterizza il Congresso. Sono (1)il
Johnson Act varato a met anni 20 per vietare crediti a chi non
avesse rimborsato i debiti della prima guerra mondiale; (2)i
Neutrality Acts varati nel 1936-37 per impedire il coinvolgimento
degli USA in guerre. Stabiliscono che eventuali forniture a paesi
belligeranti devono essere fatte sulla base del pagamento in
contanti; e vietano limpiego di navi americane nel trasporto. La
grave situazione della Gran Bretagna che si profila dal maggio 1940
fa auspicare a Roosevelt il superamento delle limitazioni poste dal
Congresso. Nel marzo 1941, dopo un approfondito dibattito
parlamentare che serve a far accogliere il principio dellappoggio
economico ai nemici dellAsse, approvato il Lend lease Act. Il
presidente pu fornire mezzi ritenuti indispensabili allo sforzo di
guerra; valuter a sua discrezione a quali condizioni finanziarie.
Varata la legge, il Dipartimento di Stato cerca di scambiare
forniture contro basi militari (specie in Centro America).
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Gli aiuti lend-lease degli USA agli alleati, importi mensili
tra il gennaio 1943 e il giugno 1945 e valore cumulativo dal marzo
1941 [mln. $].
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La tenuta della produzione tedesca di armamenti fino allultima
fase della guerra. Indice della produzione di armamenti, 1 bimestre
1942=100 Produz.Armi Carri armAereiMuniz. totale 1941981068197102
1942142137130133166 1943222234330216247 1944277348536277306
gen-45227284557231226 Fonte: R. Wagenfuhr, Die deutsche Industrie
im Kriege 1939-1945, pp. 178-81.
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La guerra stimola lincremento dello stock di macchine utensili
di 5 paesi belligeranti, 1938-45 (000 di unit] 193819401945
Germania:taglio metalli 9001.1781.737-1.233 Id. taglio e
modellamento metalli 1.2811.5772.316-1.776 Id. ogni lavoraz. di
metalli 1.614n.d.2.594-2.143 UK taglio e modellamento metalli
n.d.700800 Francia ogni lavoraz. di metalli 550n.d.600 Italia ogni
lavoraz. di metalli 207n.d.290 USA:taglio metalli n.d.9421.883
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Le conseguenze finanziarie della guerra: debiti pubblici,
scarsit di riserve, inflazione. Per molti stati la guerra produce
un netto peggioramento della bilancia dei pagamenti; alcuni sono
appesantiti da un consistente debito estero (per es. UK: 16 mld).
Praticamente in tutti i paesi coinvolti la guerra lascia una
pesante eredit in termini di spinte inflazioniste. O perch la spesa
pubblica ha incrementato enormemente la liquidit dei sistemi
economici o perch i saldi attivi delle bilance dei pagamenti hanno
avuto conseguenze simili, anche se di portata pi contenuta.
Linflazione pu avere un forte impatto sulle societ; pu risultarne
una forte disorganizzazione economica, per esempio cancellando la
capacit di finanziare nuovi investimenti (dopo una fase iniziale in
cui, invece, pu favorirli). Linflazione modifica profondamente la
ripartizione dei patrimoni e sollecita comportamenti molto
destabilizzanti a quanti cercano di mettersi al riparo dalle sue
conseguenze per redditi e patrimoni. Sono quasi generali gravi
carenze di approvvigionamenti alimentari, aggravate da cattivi
raccolti. La produzione agricola europea nel 1945 50% del 1938;
quella industriale del 33%. La carenza di merci aggrava le spinte
inflazioniste. La ripresa commerciale gravemente ostacolata dal
Dollar gap. Esso aggravato dalla revoca dellAccordo Lend lease il
15.8.1945 che si chiude con lerogazione di $ 42 mld, tra marzo
1941-giugno 1945, 89% merci; ca. 50% a UK e Impero.
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La flotta mondiale in 000 t, 1939-1947. Una distribuzione per
stati che aumenta le difficolt delle bilance dei pagamenti dei
paesi debitori 19391947 USA (meno flotta dei Grandi
Laghi)9.00027.000 di cui in riserva011.000 Impero
Britannico21.00017.500 Giappone5.6001.000 Norvegia4.8003.400
Germania4.500700 Italia3.400700 Olanda3.0001.900 Francia2.9001.700
Grecia1.800700 URSS1.3001.200 Danimarca1.200700
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Il lascito tecnologico della guerra: alcuni esempi. 2 esiti:
abbattimento dei costi; diversificazione e ampliamento dellofferta
Agricoltura: meccanizzazione e concimi; riduzione degli addetti.
Siderurgia: i laminati di acciaio. Metallurgia: lalluminio.
Meccanica ed elettromeccanica: prodotti pi numerosi e sofisticati;
accentuazione della standardizzazione produttiva. Trasporti: nuove
tecniche produttive per le navi (standardizzazione e saldatura);
trasformazione degli aerei e del loro processo di costruzione.
Sviluppo della logistica. Chimica: la conversione al petrolio come
componente decisiva della produzione energetica e come materia
prima. I prodotti sintetici (gomma e benzina, nylon, teflon). I
medicinali (sulfamidici; trasfusioni di sangue). Elettronica:
comunicazione a distanza e strumenti di rilevazione. La produzione
di nuovi strumenti di calcolo. Progressivo controllo sulla reazione
nucleare e la trasposizione dallimpiego militare alla produzione di
energia. Crescente sofisticazione del controllo dei processi di
produzione e delle innovazioni gestionali, riprendendo le tecniche
di direzione aziendale concepite negli USA e le soluzioni
istituzionali sperimentate nelle grandi imprese americane.
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Ricostruzione economica e riqualificazione produttiva.
Lindustrializzazione come strumento di sviluppo e di costruzione
nazionale Forte esigenza di industrializzazione per garantire un
livello di reddito pi elevato (1) nei paesi gi industrializzati (ma
preoccupati di combattere la disoccupazione che minaccia la
stabilit sociale) e (2) in quelli non industrializzati. Si vuole
rimediare alle distruzioni e riqualificare sistemi produttivi
rimasti separati dal flusso di rinnovamento tecnologico pi recente
perch le restrizioni valutarie ostacolavano la loro acquisizione.
La spinta allindustrializzazione collegata alla formazione di stati
indipendenti partendo da paesi che erano stati per lunghi periodi
colonie o comunque subordinati, politicamente ed economicamente, a
potenze europee (UK, Olanda, Belgio e Francia). Diversi paesi
dellAsia, gi colpiti da una drammatica caduta delle esportazioni
negli anni 20 e 30, che era stata aggravata da unevoluzione a loro
danno delle ragioni di scambio, diventano finalmente indipendenti.
Lindustrializzazione in diversi casi un mezzo per costruire le basi
politiche dei nuovi stati: lavvio di politiche di sviluppo,
favorisce il consolidamento di borghesie nazionali e il varo di
campagne di lotta alla miseria.
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Lindustrializzazione dei nuovi stati socialisti In Europa
dellEst e in URSS, pi tardi in Cina, lindustrializzazione strumento
di trasformazioni strutturali che devono consentire lindipendenza
nazionale e lorganizzazione di uneconomia socialista. Si adotta in
quasi tutti i paesi la pianificazione centralizzata che ricalca
quella varata in URSS nel 1928: (1) rigida e volontarista anzich
attenta alle compatibilit di una crescita integrata dei diversi
settori produttivi. (2) Si assume che i prezzi non debbano essere
in relazione con i costi. (3) Non ci si preoccupa di trovare mezzi
per adattare offerta e esigenze espresse dalla domanda. (4) E di
assicurare la qualit delle merci. Prevale il criterio di
raggiungere gli obiettivi quantitativi fissati dal piano, senza
attenzione per lefficienza nellimpiego delle risorse. Si mette
molto impegno nelle produzioni di base funzionali allincremento
degli investimenti e alla difesa. Si trascura la produzione di beni
di consumo e ledilizia residenziale (dove fanno premio criteri di
costruzione che mirano soprattutto alle economie di scala).
Lagricoltura presenta livelli di produzione inadeguati, soprattutto
in URSS. Lintegrazione economica limitata alle economie socialiste
e viene gestita spesso come strumento delle alleanze
politico-militari nel blocco sovietico. Non necessariamente con
vantaggio economico per lURSS.
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Ricostruzione economica e riqualificazione produttiva.
Larticolazione delle industrie per settori e per dimensione I
sistemi industriali sono diversi, ma per molto tempo la loro
composizione ricalca modelli relativamente simili. I settori
produttivi attivati riflettono (1) le risorse locali disponibili,
(2) leventuale specifica capacit di specializzarsi in alcuni tipi
di produzioni, (3) lesistenza di sbocchi commerciali per i
prodotti, sul mercato interno o su quello internazionale. I livelli
di reddito influiscono perci sui percorsi di industrializzazione.
Ci sono industrie leggere e industrie pesanti; industrie dei beni
di consumo e industrie di base o produttrici di beni dinvestimento.
Richiedono strutture di gestione e quantit di capitale diversi.
Anche il rapporto con il mercato spesso molto diverso secondo i
settori produttivi, e secondo che si producano beni di consumo
venduti direttamente ai fruitori finali (condizione che garantisce
flussi di cassa pi pronti) o che si producano beni intermedi e beni
dinvestimento per altre imprese. Piccola e grande impresa: sono
legate da rapporti di complementarit e subordinazione; presentano
modelli organizzativi diversi. La piccola impresa spesso vanta una
maggiore flessibilit, mentre la grande pu mobilitare maggiori
risorse finanziarie e pu risultare pi dinamica
nellinnovazione.
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Il ruolo economico dello stato nel dopoguerra: nuovi compiti,
dilatazione della spesa, gestione della politica monetaria (1)
Durante il conflitto i compiti economici dello stato nella
produzione e distribuzione si dilatano. Comportano un
appesantimento della spesa pubblica che solo in parte pu essere
affrontato, in economie di mercato, con incrementi del prelievo
fiscale. Cresce lindebitamento e cresce la creazione di liquidit
attraverso emissioni di moneta fiduciaria che crea pressioni
inflazionistiche (eventualmente nascoste da disposizioni
restrittive su prezzi e distribuzione delle merci e dei servizi che
sono adottate durante la guerra e possono durare nel dopoguerra).
Le pressioni inflazionistiche comportano uninstabilit (pi o meno
accentuata) per gli assetti monetari dei diversi stati. Tendono a
cancellare il valore reale delle posizioni debitorie, a cominciare
da quella dello stato. Lonere del debito pubblico cala, se non
viene ulteriormente alimentato, mentre linflazione erode il potere
dacquisto della moneta. Purch il debito abbia una struttura che non
comporta il continuo rinnovo dei titoli a tassi dinteresse
crescenti.
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Il ruolo economico dello stato nel dopoguerra: nuovi compiti,
dilatazione della spesa, gestione della politica monetaria (2) La
transizione del dopoguerra, nonostante le pressioni per
ridimensionare lazione dello stato (garanzia di contenimento della
pressione tributaria) richiede per di confermarla per la
ricostruzione di infrastrutture, per interventi di stabilizzazione
sociale, eventualmente per la riconversione dellapparato
produttivo. Laccentuata propensione egualitaria che accompagna
lesperienza di guerra porta ad attribuire alle amministrazioni
statali > compiti di tipo ridistributivo e previdenziale.
Inoltre si accelera nel 1945-46, in Asia, il processo di
decolonizzazione; provoca reazioni diverse da parte degli stati
dominanti, ma impone spese: per contrastare militarmente la
decolonizzazione o per reinserire i colonizzatori costretti al
rientro in patria. In Africa un processo simile si avvia nei primi
anni 1950. Continua a lungo, anche nei paesi ad economia di
mercato, il coinvolgimento diretto delle amministrazioni statali
nella gestione delleconomia (v. ERP). Le nazionalizzazioni,
motivate richiamandosi allefficacia economica e/o alla giustizia
sociale, sono ricorrenti in diversi paesi occidentali. Si
prolungano inoltre nel dopoguerra, pur fra tensioni e discussioni,
scelte di partecipazione diretta dello stato allattivit produttiva
compiute negli anni 1930, come in Italia. Indipendentemente
dallestensione delle economie pianificate di tipo socialista o
comunista.
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Riallineamento dei cambi, applicazione di cambi rigidi e
relativa stabilit dei prezzi: le acquisizioni del sistema di
Bretton Woods per le economie dellEuropa occidentale. Condizioni
specifiche permettono di limitare fortemente le spinte
inflazionistiche nei paesi dellEuropa occidentale dopo le
sistemazioni monetarie che intervengono fra 1947 e 1949, grazie
anche al sistema di parit di cambio relativamente rigide emerso dal
trattato di Bretton Woods. Questo crea un nuovo sistema di rapporti
finanziari internazionali, frutto di un articolato progetto di
profonda riorganizzazione elaborato durante la seconda guerra
mondiale. Esso il risultato di una dura contrattazione fra i 2
paesi che disponevano delle principali monete usate come mezzo di
pagamento internazionale alla vigilia della seconda guerra
mondiale: e $.
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Bretton Woods parte di un nuovo assetto istituzionale
internazionale imperniato sullazione di organismi sovranazionali; i
membri condividono un patrimonio politico-ideale. Diversamente dal
1919, il governo USA sceglie di impegnarsi formalmente nellassetto
politico del mondo uscito dalla seconda guerra mondiale. Prima
tappa lAtlantic Charter firmato il 1.1.1942 da Cina, UK, USA e URSS
(cui si aggiungono 22 altri joint declarers e 19 altri firmatari
che ne accettano gli impegni). Compare la definizione Nazioni
Unite. 30.10.1943, a Mosca, dichiarazione delle 4 potenze conferma
gli impegni del gennaio 1942. Conferenza di Dumbarton Oaks
21.8-28.9.1944, 28.9-7.10.1944: 39 paesi elaborano il quadro di
unorganizzazione di sicurezza mondiale sulla base della
dichiarazione delle 4 potenze. Linee guida delle Nazioni Unite
(Assemblea e Consiglio), del loro Segretariato, della Corte
internazionale di giustizia. LURSS avr 17 seggi? Conferenza di San
Francisco, 25.4-26.6.1945: 50 stati partecipano alla Conferenza
delle Nazioni Unite sullorganizzazione internazionale. Firma dello
UN Security Charter. Disaccordo con URSS (seggio Polonia; veto nel
Consiglio di sicurezza). UNRRA (1945-1947). Bretton Woods: UN
Monetary and Financial Conference, 1- 22.7.1944: 44 stati.
Funzioner da dicembre 1945 con 22 aderenti. Banca Internazionale
per la ricostruzione e lo sviluppo.
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Gli scopi del FMI: lart. 1 della carta istitutiva Promuovere la
cooperazione monetaria internazionale fornendo strumento di
consultazione e collaborazione. Facilitare espansione e crescita
bilanciata del commercio internazionale, contribuendo a promuovere
e mantenere un alto livello di occupazione e reddito reale e allo
sviluppo delle risorse produttive di tutti i membri. Promuovere la
stabilit dei cambi, mantenere rapporti di cambio ordinati fra i
membri ed evitare le svalutazioni competitive. Aiutare a stabilire
un sistema multilaterale di pagamenti nelle transazioni correnti
fra i membri, eliminando le restrizioni sui cambi esteri che
ostacolano la crescita del commercio mondiale. Dare fiducia ai
membri rendendo le risorse generali del Fondo temporaneamente
disponibili con adeguate salvaguardie, per correggere squilibri
della bilancia dei pagamenti senza ricorrere a misure che
distruggano la prosperit nazionale e internazionale. Abbreviare la
durata e ridurre la portata degli squilibri di bilancia dei
pagamenti dei membri. Il fondo ha lautorit legale di sovrintendere
ladeguamento dei membri di adeguarsi alle politiche economiche
coerenti con gli obbiettivi del Fondo. E lunico organismo al mondo
con questo diritto.
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Il Fondo monetario internazionale (1) Deve consentire di
risolvere alcune delle peggiori difficolt emerse dopo la prima
guerra mondiale nella riorganizzazione del sistema di pagamenti
internazionali. Afferma il principio che le parit di cambio tra
monete (1) possono fluttuare solo entro margini molto ristretti;
(2) ogni modifica che si renda necessaria per rimediare a uno
squilibrio strutturale della bilancia dei pagamenti di uno dei
paesi aderenti deve essere autorizzato preliminarmente dal Fondo.
Questo deve essere uno strumento sovranazionale (comprende
inizialmente 44 stati membri) che ha come scopo favorire la
collaborazione economica e finanziaria internazionale per evitare
le svalutazioni competitive delle monete che sono state
frequentemente decise negli anni 1930 per rimediare agli squilibri
delle bilance dei pagamenti.
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Il Fondo monetario internazionale (2) (3) I tassi di cambio
definiti nel quadro del FMI devono essere armonizzati: la parit
diretta tra lira e franco francese, per es. deve corrispondere alla
parit che si otterrebbe cambiando le due monete prima con gli
equivalenti in dollari. (4) I tassi di cambio devono essere unici:
non permesso applicare tassi diversi a seconda del tipo di
transazione a cui si riferiscono. (5) La moneta di riferimento
internazionale il dollaro degli Stati Uniti, ma le parit di cambio
sono determinate in termini di once (o grammi) doro. Non c pi
circolazione monetaria in oro e il ricorso alloro limitato ai
pagamenti internazionali in caso di necessit, utilizzando lingotti
e non metallo monetato. Le diverse valute non sono in realt
convertibili direttamente in oro, tranne poche. Tra queste
fondamentale il $.
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Il modo di operare del Fmi (1) Il Fmi concede crediti ai paesi
che ne hanno bisogno per assicurare la stabilit del proprio cambio.
Sono crediti di importo limitato, sulla base della loro quota di
partecipazione al capitale del Fondo, costituito da versamenti in
monete nazionali integrate da una frazione in oro. Il credito deve
essere restituito al massimo entro 2 anni. Il cumulo delle quote
consente di concedere credito ai debitori per consentire di mettere
in atto le misure necessarie allassestamento delle rispettive
bilance dei pagamenti. In linea di principio laggiustamento tocca
prevalentemente ai debitori; viene tuttavia prevista una clausola
che prevede eventualmente una correzione di parit e misure
riequilibratrici da parte di un paese che risultasse
strutturalmente creditore.
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Il modo di operare del Fmi (2) Il fondo dispone di un capitale
relativamente limitato: circa 8 mld. di $ quando diventa operativo.
Le decisioni vengono prese sulla base del numero di quote
sottoscritte. Nella configurazione iniziale gli Stati Uniti
dispongono di fatto di un diritto di veto perch dispongono della
quota senza la quale non si ottiene la maggioranza qualificata
necessaria per decidere. Il Fondo sar attivato quando i parlamenti
degli stati membri avranno ratificato la decisione di aderirvi
espressa dai firmatari dellaccordo del luglio 1944. Diventa
operativo nel marzo 1947.
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Crediti ottenuti dal Fmi come percentuale delle importazioni
mondiali 1948-1992
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Fmi e movimenti di capitali (1) Gi nelle trattative che
preparano laccordo di Bretton Woods emerge un giudizio negativo nei
confronti dei movimenti internazionali di capitali, sulla base
degli effetti destabilizzanti che avevano avuto nel corso degli
anni 1920 e, in particolare, nella crisi finanziaria del 1930-1931.
Gli ampi spostamenti di capitali, che hanno contribuito alla
trasmissione internazionale della crisi, hanno (1) impedito agli
stati di realizzare politiche monetarie stabili, (2) minacciato la
stabilit dei cambi, (3) messo a rischio la stabilizzazione
finanziaria. Non sarebbe possibile mobilitare riserve valutarie
adeguate se, oltre alle risorse necessarie per le esigenze
commerciali e le altre transazioni ordinarie, fosse necessario
fronteggiare movimenti di capitali.
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Fmi e movimenti di capitali (2) Serve un controllo preventivo
sui movimenti di capitali: non devono cessare gli investimenti
esteri, ma sono sottoposti al controllo degli stati e ad accordi
internazionali. Il Fmi recepisce e legittima sul piano
internazionale tali controlli; essi attenuano il collegamento fra
condizioni finanziarie interne e internazionali senza pregiudicare
la stabilit del cambio. Il mercato finanziario nellimmediato
dopoguerra di modesta entit: i controlli non entrano in conflitto
con le esigenze degli operatori finanziari. Lazione internazionale
delle imprese ancora relativamente ristretta.
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La Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo: uno
strumento per favorire la crescita (1) Diventa operativa nel maggio
1946, ma il primo credito ($ 250 mln alla Francia) viene concesso
nel maggio 1947. Ha come obiettivo a breve finanziare la
ricostruzione; solo pi tardi si occuper di sviluppo. I primi
esercizi vedono un impiego molto cauto e limitato delle risorse. Si
tratta di una banca intergovernativa: controllata dagli stati
aderenti che forniscono il suo patrimonio e concede credito agli
stati. Ottiene le risorse necessarie collocando obbligazioni sul
mercato finanziario, prevalentemente New York. E offre garanzie sui
crediti concessi da finanziatori privati. La cautela dimostrata
dalla Banca riflette lesigenza di ottenere unalta notazione sul
mercato per contenere il costo del collocamento delle obbligazioni.
Finanzia progetti di investimento in infrastrutture e impianti che
aumentino la capacit produttiva dei debitori e sceglie progetti che
paiono redditizi. I crediti sono concessi per periodi lunghi, a
tassi dinteresse dipendenti da quelli di mercato.
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La Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo: uno
strumento per favorire la crescita (2) Dopo la met degli anni 1950
cresce lattenzione per lesigenza di finanziare lo sviluppo. Un
progresso decisivo viene realizzato nel 1960 con la fondazione
dellInternational Development Association (IDA) che estende lambito
operativo del gruppo della Banca al finanziamento di progetti
agricoli, idrici, di educazione e formazione. LIDA non valuta
rigidamente la convenienza diretta dei progetti in cui investe come
la Banca. A partire dalla presidenza di Robert McNamara (1968-1979)
il tema della lotta alla povert e quello dello sviluppo diventano
prevalenti. La Banca si trasforma nel 1970 in Banca mondiale. Si
specializza nellerogazione di crediti a economie con basso livello
di reddito pro capite. Condiziona i crediti allelaborazione di
progetti specifici, alla cui preparazione contribuisce
fattivamente. Subordina i crediti anche a scelte di politica
economica da parte degli stati debitori giudicate adeguate,
contribuendo efficacemente alla costruzione di un indirizzo di
politica economica pi sensibile alla oculatezza e al rigore nella
gestione dei finanziamenti che alle ricadute sociali delle scelte.
Negli anni 1980 svolge un ruolo importante nella gestione della
crisi dei paesi debitori.
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Prestiti della Banca mondiale,1946-95: impegni medi annui in
valore assoluto in $ correnti e costanti (1995) e ripartizione
geografica in % 1946-491950-591960-691970-791980-891990-95 Impegni
(medie annuali) Mld $ correnti0,220,391,055,3615,6922,03 Mld $
19951,192,375,5212,0922,2423,66 Distribuzione % per regione
Africa015121415 Asia03840384337 Europa812012 916 America
Latina192228242625 Medio Oriente-Nord Africa0571177
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Prestiti della Banca mondiale,1946-95: ripartizione per settore
e tipo di credito in % Distribuzione % per settore
1946-491950-591960-691970-791980-891990-95 Agricoltura0413282416
Finanza e industria21312161811 Infrastrutture (a)216164362924
Sociale (b)004131526 Altro (c)7622881524 Distribuzione % tipo di
prest. Programmi e aggiustamenti (d)7621651820 Investimenti
specifici25367564660 Altro (e)0211171680
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Legenda della tab. sui prestiti della Banca mondiale,
1946-1995. (a) telecomunicazioni, trasporti, elettricit e altre
energie. (b) educazione, ambiente, popolazione, sviluppo urbano,
acqua e fognature. (c) Petrolio, gas, miniere e attivit estrattive,
gestione del settore pubblico, turismo, attivit polisettoriali e
settori non determinati. (d) Ricostruzione, aggiustamento di
settore, aggiustamento strutturale, prestiti su altri programmi.
(e) Rimborsi, ripresa di emergenza, intermediazione finanziaria,
assistenza tecnica.
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Istituzioni finanziarie internazionali attive dopo il 1945. La
Banca dei regolamenti internazionali venne fondata nel 1930 per
curare i trasferimenti fra stati derivanti dalle riparazioni delle
potenze sconfitte nella prima guerra mondiale e regolati in modo
definitivo dal Piano Young del 1929. Ha svolto le funzioni di banca
centrale delle grandi banche centrali, mantenendo i contatti fra
loro anche durante la seconda guerra mondiale. Ha assunto un ruolo
importante di raccolta di informazioni sui flussi finanziari e di
punto di osservazione sui mercati finanziari. La Import-Export Bank
statunitense venne creata come societ dallamministrazione Roosevelt
nel 1934 per concedere prestiti a operatori esteri allo scopo di
agevolare le esportazioni dagli USA e sostenere loccupazione. Nel
1945 fu trasformata in ente governativo per agevolare le
esportazioni di operatori privati fornendo crediti e garanzie
assicurative. Oltre alla Banca mondiale si sono sviluppate altre
banche regionali che finanziano programmi di sviluppo: in
particolare la Asian Development Bank, dove prevale linfluenza
della Bank of Japan; la Inter-American Development Bank, dove sono
forti gli interessi dei paesi debitori; la Banca europea per la
ricostruzione e lo sviluppo, impegnata nel sostegno dei paesi
dellEuropa dellEst.
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Il Piano Marshall e lERP: i preliminari. Cerca di rimediare al
dollar gap che diventa particolarmente acuto nel primo semestre
1947, in seguito al peggioramento della situazione alimentare in
Europa e allimpennata dei prezzi di merci e servizi degli Stati
Uniti seguita alla brusca liberalizzazione adottata
dallamministrazione Truman in presenza di una forte domanda
nazionale e internazionale. Lannunzio di un programma di aiuti dato
dal segretario di stato George Marshall il 5.6.1947. Il programma
operativo nel 1948, dopo un duro confronto nellamministrazione su
chi dovesse gestirlo (Tesoro o Dipartimento di stato). La
responsabilit toccher al Presidente che si varr di unagenzia
apposita posta sotto la sua autorit. C anche un teso dibattito
parlamentare sullopportunit di sacrificare i contribuenti americani
a vantaggio di stranieri, e sullentit degli aiuti. Il parlamento
impone che il programma sia valutato annualmente e che le risorse
siano votate annualmente. Sono nettamente ridimensionate le cifre
inizialmente valutate per lammontare complessivo degli aiuti ($ 22,
poi 17 mld).
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Il Piano Marshall e lERP: condizioni e obiettivi. Gli Stati
Uniti chiedono ai beneficiari di coordinare le loro politiche
economiche e di unirsi in un organo rappresentativo che collabori
alla ripartizione degli aiuti. Sar lOEEC. Avr sede a Parigi.
Destinatari sono 16 paesi europei da cui sono esclusi URSS e
democrazie popolari che non vogliono accettare di dare informazioni
sulla propria economia. un passo decisivo nel confermare la
divisione economica e politica dellEuropa. La 2. Conferenza
economica di Parigi dellaprile 1948 fissa gli obiettivi: (1)
aumentare la produzione, (2) utilizzare meglio la manodopera, (3)
assicurare la stabilit monetaria e finanziaria, (4) intensificare
gli scambi di merci e di servizi. Le politiche dei paesi aderenti
devono essere coordinate e vanno controllati i rispettivi programmi
nazionali di produzione, importazione ed esportazione. Si intende
favorire la cooperazione economica fra stati.
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Le modalit di funzionamento dellERP (1) Il primo esercizio ERP
durer 15 mesi dallinizio di aprile 1948. Sar prorogato al 30 giugno
1950 e successivamente al 30 giugno 1951. Nel 1951 gli aiuti
arriveranno nellambito del Mutual Security Act. Cesseranno il 30
giugno 1952. Gli aiuti sono dati come grants (doni) per il 90% e
loans (prestiti, gestiti attraverso la Export-Import Bank) per il
10%. Sono finanziati dal bilancio federale USA. Permettono di
comperare merci e servizi (trasporto) prevalentemente da produttori
americani per cederle ai governi membri dellERP. Questi ricevono
gli aiuti in natura e possono venderli agli operatori economici e
agli enti che ne fanno richiesta contro pagamenti nelle diverse
monete nazionali. LERP assicura circa delle importazioni europee
fra 1947 e 1950.
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Le modalit di funzionamento dellERP (2) Gli importi pagati
affluiscono ai conti di contropartita a favore delle rispettive
amministrazioni statali, integrandone il bilancio. Sono utilizzati
in diverso modo: dal finanziamento di lavori pubblici (senza
accendere prestiti o appesantire il prelievo fiscale)
allaccumulazione di riserve. Gli effetti in termini di stimolazione
delleconomia e delloccupazione sono diversi. LECA (European
Cooperation Agency) nel 1949 criticher i governi troppo cauti
nellutilizzare i fondi di contropartita per finanziare
investimenti. Nei primi 15 mesi arrivano in Europa soprattutto
cereali, carbone e materie prime per lindustria. Successivamente
vengono forniti soprattutto macchinari e impianti. Questo il
contributo diretto dellERP allammodernamento dei processi di
produzione e alla riduzione del divario tecnologico rispetto agli
Stati Uniti. LERP promuove direttamente la formazione di tecnici e
imprenditori alle tecniche moderne attraverso visite a imprese
americane e apposite missioni di consulenza in Europa. Anche in
questo modo si favorisce lapplicazione di soluzioni pi avanzate nei
processi produttivi dellindustria europea.
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Le erogazioni ERP [mld $ correnti] Importi 19484,300 1949
(30.4-30.6)1,150 1949-19504,300 1950-19512,700 Totale12,400 Di cui
all Europa93,0% AllUnione Europea dei pagamenti2,8% A paesi
orientali4,2%
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I crediti accordati dallERP, 3.4.1948-3.4.1951 [$ 000]:
ripartizione merceologica, valore e quota percentuale % Materie
prime per lindustria5.032.11945,35 Alimentari e prodotti
agricoli4.88462744,02 Noli oceanici725.8296,54 Servizi
tecnici47.3340,43 Unione europea dei pagamenti350.0003,15 Conto ECA
prepagato56.0000,05 Totale11.095.91999,54
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I crediti accordati dallERP, 3.4.1948- 3.4.1951 [$ 000]:
ripartizione per paese UK2.703.04925,29Norvegia218.6592,05 Francia
e suoi territori 2.223.88020,80Irlanda146.2001,37
Italia1.213.05911,35Turchia117.2621,10 Germania
occ.1.188.75711,12Svezia116.3341,09
Olanda949.7798,88Portogallo45.7450,43 Belgio- Lussemburgo
529.7654,96Trieste33.2470,31 Austria513.9784,81Islanda18.4190,17
Grecia432.5164,05Totale10.689.910 Danimarca239.2702,23
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Stima dellincidenza dei fondi ERP in % del PNL 1949 di 5 paesi
Tasso di cambio anteriore al 19 sett. 1949 Tasso di cambio
posteriore al 19 sett. 1949 Francia9,911,5 Italia8,89,6
Olanda16,123,1 UK5,27,5 Germania occidentale4,75,9
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Le sistemazioni monetarie del dopoguerra: pressioni
inflazioniste e primi tentativi di stabilizzazione (1) I cambi nel
secondo dopoguerra vengono mantenuti fissi (diversamente dal primo
dopoguerra). Sono frequenti per: (1) rapporti bilaterali, (2) tassi
incrociati non allineati, (3) pratiche multivalutarie. Per
rimediare alla carenza di $ molti paesi mantengono controlli
discriminatori sui pagamenti verso larea del $. I timori per la
scarsit di $ durano ancora negli anni Cinquanta. 3 paesi (di cui
uno solo europeo) rivalutano per evitare che il saldo attivo della
loro bilancia dei pagamenti faccia aumentare la liquidit interna e
aggravi le pressioni inflazioniste: Canada e Svezia nel luglio
1946; la Nuova Zelanda nellagosto 1948. La maggior parte degli
altri sembra destinata alla svalutazione, accompagnata da misure
deflazioniste per limitare laumento dei prezzi e permettere di
stabilizzare i cambi. Il deficit pubblico spesso indicato come
causa principale delle pressioni inflazioniste; in realt agiscono
anche lespansione del credito e gli alti prezzi delle
importazioni.
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Le sistemazioni monetarie del dopoguerra: blocco dellinflazione
e nuovi, durevoli, allineamenti di cambio (2) Nel 1947-1948 si
moltiplicano gli sforzi per rimediare ai fattori di instabilit
monetaria, in un quadro di difficolt valutarie che minaccia la
ripresa economica europea perch costringe a mantenere scambi
bilaterali, accordi di pagamento e controlli. Il Fmi avvia le
operazioni, mentre fallisce il tentativo di convertibilit della .
Viene fatto un primo tentativo per favorire la ripresa dei
pagamenti multilaterali in Europa occidentale. Ma occorrono lavvio
dellERP e la riforma monetaria tedesca (giugno 1948: drastica
riduzione della liquidit e ampia liberalizzazione dei prezzi) per
consolidare la riorganizzazione del sistema monetario europeo. Nel
1949 una nuova, grave crisi della porta a unondata mondiale di
svalutazioni: le nuove parit di cambio si conserveranno quasi tutte
fino al 1971 proprio grazie al riassestamento avviato nel 48. Solo
il $ canadese tra le valute di economie importanti fluttua dal
1950. I paesi occidentali applicano progressivamente nel decennio
1950 le prescrizioni fondamentali di Bretton Woods sui cambi. Il
risultato agevolato dal mantenimento di molti controlli
valutari.
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Le sistemazioni monetarie del dopoguerra: un aiuto dal Fmi, ma
ERP e EPU svolgono il ruolo decisivo (3) Periodicamente si
manifestano crisi valutarie che vengono affrontate con strumenti
diversi, fra cui i crediti di stabilizzazione del Fmi. Si afferma
la collaborazione fra banche centrali come strumento che aiuta la
conservazione del sistema. LERP attenua le difficolt nella misura
in cui viene consentito luso dei doni per pagare importazioni da
paesi diversi da USA (1/15 degli aiuti; 3% del valore del commercio
intereuropeo). LECA promuove doni condizionali per i paesi
creditori, ma un meccanismo difettoso non permette un uso efficace
e produce forti differenze fra stati. Quando a fine 1949 si profila
la fine dellERP occorre una nuova soluzione. Sar lEPU che nel 1958,
dopo 8 anni circa di buon funzionamento, che permetter di
ristabilire la convertibilit relativa al conto corrente della
bilancia dei pagamenti.
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La via verso lUnione Europea dei pagamenti, 1947-1950. Nel 1948
gli accordi bilaterali che avevano consentito la ripresa del
commercio internazionale in Europa nellimmediato dopoguerra
sembrano non pi rinnovabili: diversi paesi debitori hanno esaurito
le disponibilit valutarie; alcuni paesi (come UK e Belgio)
continuano ad avere un surplus rispetto al resto dEuropa (comprese
Svizzera e Svezia), che cerca di limitare le importazioni
provenienti dai creditori. Il commercio intereuropeo minaccia di
bloccarsi. Dal 1947 si era tentato di correggere parzialmente gli
effetti degli accordi bilaterali, ma con scarso successo perch i
creditori erano preoccupati delle conseguenze che potevano derivare
dal fatto che in paesi importanti continuava linflazione. Essa
rendeva anormalmente alte le importazioni e anormalmente basse le
esportazioni. Nel novembre 1947 Belgio, Lussemburgo, Olanda,
Francia e Italia raggiungono un accordo per la reciproca
compensazione dei saldi esistenti, ma senza accordare nuovi
crediti. Vengono compensati solo $ 5 mln su 762,1. Nellottobre 1948
un accordo impegna tutti i paesi OECE alla cancellazione
multilaterale dei debiti, senza nuovi prestiti. E applicato fino al
luglio 1950 e non d risultati rilevanti (solo 4% dei debiti sono
compensati).
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Come funziona lUnione europea dei pagamenti 1950-1958 (1) Ogni
stato membro alla fine del mese trasferiva alla Banca dei
regolamenti internazionali (BRI) i saldi con tutti gli altri. La
Banca provvedeva alla compensazione. I saldi restanti erano
consolidati su base multilaterale: non come debiti o crediti verso
un paese, ma verso lunione. Cos cessava lesigenza di discriminare
fra paesi in relazione alla posizione valutaria reciproca. I debiti
netti potevano essere finanziati. Ogni paese disponeva di una quota
pari a 15% del suo commercio totale con i membri EPU. Se il debito
restava 20%, doveva essere rimborsato in oro (o $) per limporto
percentuale corrispondente alla quota del debito. Se si superava la
quota attribuita al paese membro, lintero debito andava rimborsato
in oro o $. I debiti cumulati erano rimborsati allo stesso
modo.
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Come funziona lUnione europea dei pagamenti, 1950-1958 (2) I
paesi creditori trovano conveniente il dispositivo perch ricevevano
una quota di rimborso in oro o $ > di quella chiesta ai
debitori, utilizzando un fondo di $ 350 mln dato dallECA. Inoltre
un consiglio di esperti finanziari indipendenti consigliava ai
paesi debitori come rimediare al debito, mettendo pressione sui
debitori perch correggessero lo squilibrio. Infine lEPU comporta la
liberalizzazione delle restrizioni sul commercio (feb. 1951),
cominciando col dimezzare i dazi e i vincoli quantitativi esistenti
per ridurli successivamente fino al 75%. Tra 1950 e 1959 il
commercio intraeuropeo cresce da $ 10 mld a 23 mld; le importazioni
dal Nord America passano da 4 a 6 mld. Il commercio estero cresce
pi rapidamente della produzione. I risultati ottenuti permettono gi
nel 1954 di imporre ai debitori di saldare pi sollecitamente la
loro esposizione e i creditori ottengono una quota > di oro o $.
La rimozione dei controlli quantitativi estesa agli USA.
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Le regolazioni fatte dallUnione europea dei pagamenti,
1950-1958 [mld $ correnti] Compensazioni multilaterali20,0
prorogate12,6 regolazioni speciali e aggiustamenti0,4 Saldo
regolato in oro e $10,7 Saldo regolato a credito2,7 Saldo da
regolare13,4 Totale delle posizioni bilaterali (deficits + surplus)
46,4
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Leredit della guerra, valutata al termine della ricostruzione:
modifiche nella ripartizione del reddito e riflessi sugli
investimenti. La guerra non produce solo distruzioni: pu stimolare
anche la crescita economica, in particolare industriale, se
possibile dedicare risorse alla produzione nonostante il conflitto
e ricavare profitti da tale produzione (com stato possibile nella
2. guerra mondiale, cedendo le merci ai governi o a privati). Le
particolari condizioni monetarie che accompagnano un conflitto
basato su un grande sforzo produttivo possono favorire
laccumulazione di consistenti risorse finanziarie capaci di
alimentare un significativo flusso di investimenti. Nei primi anni
della seconda guerra gli investimenti furono molto intensi anche in
Europa oltre che negli USA e in Giappone. Solo dal 1944 la maggior
parte dei paesi comincia a limitare lincremento della capacit
produttiva. Difficile per valutare il risultato complessivo
ottenuto perch occorre tenere conto delle distruzioni, la cui stima
spesso falsata dalla possibilit di ottenere risarcimenti. Esse sono
comunque rilevanti soprattutto nelle infrastrutture, nel patrimonio
edilizio, nellagricoltura e allevamento. La guerra provoca
cambiamenti significativi nella ripartizione del reddito a favore
delle imprese e di alcune categorie di operatori che possono trarre
vantaggio dalle condizioni dei mercati durante il conflitto e
nellimmediato dopoguerra: per es. aggirando i controlli
amministrativi sui prezzi e i rifornimenti.
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Leredit della guerra: modifica degli assetti produttivi,
trasformazione dei rapporti economici e finanziari internazionali;
sviluppo di politiche sociali per la stabilizzazione del reddito.
La guerra favorisce importanti cambiamenti della struttura
produttiva di diversi stati combattenti e anche di diversi
neutrali, interessati da politiche di sostituzione delle
importazioni e/o da forniture ai belligeranti. Sul piano produttivo
la trasformazione dellindustria comporta lapplicazione di
significative innovazioni di prodotti e di processi produttivi,
eventualmente estendendo al settore civile acquisizioni legate alle
produzioni militari. In parte grazie a questi processi, in parte a
causa delle modalit di con cui si creano interdipendenze fra le
economie dei paesi belligeranti, la guerra provoca modifiche
profonde nei rapporti economici e finanziari internazionali. Si
creano nuovi creditori e nuovi debitori; le loro posizioni possono
essere relativamente stabili (per es. gli USA) o instabili (per es.
lArgentina). Tra 1939 e 1945 vengono poste le basi di un
indebolimento irreversibile del Commonwealth e allarea della . In
alcuni stati vengono introdotte riforme importanti delle
provvidenze sociali, sotto la spinta di forti esigenze egualitarie.
Le riforme permettono di stabilizzare il reddito di categorie
sociali numericamente ampie e spesso esposte allincertezza; ma
consolidano anche il reddito di classi medie, a cui garantiscono
anche opportunit maggiori di avanzamento sociale. Ne deriva un >
dinamismo nelle societ del dopoguerra che accompagna e rafforza
quello derivante dai processi di ridistribuzione patrimoniale
connessi alla guerra.
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La crescita accelerata in Europa nel dopoguerra: recupero
[catching-up] e convergenza. La crescita del dopoguerra avviene
recuperando la perdita di produzione e la distruzione di capacit
produttiva provocata dalla guerra. Alla fine degli anni 1940 lo
stock di capitale era al 1938 entro la fine degli anni 1940. E
loccupazione sarebbe stata >. C quindi spazio per aumentare lo
stock di capitale e si pu ottenere una crescita rapida rimettendo
al lavoro i molti disoccupati. La crescita rapida , allinizio, un
ritorno alla normalit. La convergenza si riferisce alla crescita
aggiuntiva ottenuta riducendo lo scarto di efficienza rispetto agli
USA che da fine 800 avevano conquistato un altro livello di
produttivit (espresso dallaltro Pil pro capite), grazie (1) alluso
delle risorse disponibili, (2) alla pionieristica adozione di
metodi di produzione di massa e (3) alla costituzione di un ampio
mercato nazionale unitario. Le 3 condizioni permettono di adottare
lorganizzazione multidivisionale delle grandi imprese con il
risultato di ottenere economie di scala e di integrare le
produzioni, consentendo sia rifornimenti sicuri di materie prime e
semilavorati, sia un accesso economico a mercati locali dispersi. I
costi ridotti permettono alle imprese americane di diventare
produttrici su scala mondiale. Ne deriva un ulteriore stimolo allo
sviluppo del sistema di produzione di massa che caratterizza
leconomia USA.
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Recupero e convergenza: le condizioni per realizzarli. Negli
anni 1950 la divaricazione tra il Pil pro capite di USA e Europa
alta; c spazio per un rapido aumento di produttivit tramite il
recupero del ritardo accumulato. La liberalizzazione degli scambi
commerciali e degli investimenti permette di superare i limiti dei
mercati nazionali. C disponibilit illimitata di mano dopera per
diversi anni. Lautomazione agevola luso di addetti non qualificati.
Il prezzo dellenergia e di molte materie prime resta relativamente
basso per diversi anni, salvo impennate di durata relativamente
breve (per es. guerra di Corea). Le ragioni di scambio sono
favorevoli ai manufatti piuttosto che ai prodotti grezzi. Diverse
condizioni istituzionali agevolano il processo di sviluppo.
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Politiche monetarie e manovre del cambio in Europa occidentale
negli anni 1950: obiettivi interni e prescrizioni del Fmi Nel
secondo dopoguerra la maggior parte degli stati dellEuropa
occidentale d la priorit alla crescita economica e a livelli di
occupazione alti. La manovra del tasso di sconto (tradizionalmente
utilizzata per correggere squilibri della bilancia dei pagamenti in
regime di gold standard) comporta il rallentamento della crescita e
la riduzione dellimpiego delle risorse. Nel nuovo contesto, per
evitare queste conseguenze, lo strumento fondamentale disponibile
il controllo del tasso di cambio. La sua applicazione comporta il
ricorso a controlli sui cambi, eventualmente accompagnati da un
aumento delle imposte per frenare i consumi interni. Obiettivo:
contenere le importazioni, come nel 1950-1951 durante la crisi che
colp la Germania occidentale. Il ritorno alla stabilit agevolato
eventualmente da prestiti dellUEP o del FMI. Una peculiarit
britannica: in UK un tasso di disoccupazione particolarmente basso
(1,8% al massimo fra 1953 e 1958) induce i governi conservatori a
ricorrere a frequenti variazioni dei tassi dinteresse per stimolare
o contenere la domanda effettiva. La politica dello stop and
go.
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La Francia negli anni 50: linstabilit strutturale del franco.
In Francia si deve ricorrere a restrizioni commerciali per
rimediare a una forte instabilit del franco, conseguenza dellalto
livello di spesa pubblica (spese militari, investimenti pubblici,
sussidi alledilizia), mentre difficile aumentare le entrate
tributarie. Tra 1956 e 1957 si ricorre al deposito anticipato
(prima del 25, poi del 50%) del valore delle importazioni
autorizzate per frenarne la crescita, dopo una crisi valutaria che
risente della scelta di aumentare le pensioni, appesantendo
ulteriormente la spesa statale. Agosto 1957: aggio del 20% sulle
compravendite di valuta estera. Austerit finanziaria e fine della
II Repubblica: il ritorno al potere di Charles De Gaulle favorisce
ladozione di un maggior prelievo fiscale e di tagli alla spesa
pubblica, insieme con la svalutazione del 17% del franco. Entro il
1959 la bilancia dei pagamenti francesi torna attiva; pochi anni
dopo la Francia potr sostenere lopportunit di rivedere il ruolo
internazionale del $ per tornare alloro.
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La rischiosa alternativa della fedelt al sistema di Bretton
Woods: stabilit valutaria e deflazione o instabilit e crisi
valutaria ? Laccumulo di $ nelleconomia internazionale non crea
problemi (anzi) finch non ci sono dubbi sulla possibilit di
convertirli in oro. La certezza svanisce quando i conti esteri
delle principali economie presentano sistematicamente consistenti
disponibilit di $ che nel 1960 superano lentit delle riserve auree
statunitensi. Nel 1963 il debito USA verso lestero supera quello
interno. La richiesta di conversione di $ in oro avrebbe avuto
effetti analoghi a una crisi di liquidit di una banca e avrebbe
cancellato il ruolo del $ nel sistema internazionale dei pagamenti.
Se il governo statunitense avesse inteso contrastare questa
situazione assicurando il tasso di cambio tradizionale fra oro e $,
avrebbe potuto ricorrere a misure deflazionistiche che avrebbero
sottratto liquidit al mercato internazionale, esercitando una
vigorosa azione deflazionistica generalizzata: tutti i sistemi
economici avrebbero dovuto ricorrere a misure simili per difendere
le proprie monete, riproducendo una situazione simile a quella
degli anni 1930. Esigenze interne agli Stati Uniti porteranno
invece a preferire una politica di sistematico incremento della
liquidit, cercando soluzioni diverse per assicurare il ruolo del $
e il funzionamento del sistema internazionale di scambio
Slide 65
Levoluzione del quadro economico internazionale (1). La
bilancia dei pagamenti USA si modifica: il dollar gap scompare e la
liquidit internazionale cresce nettamente preparando una situazione
nuova che emerge entro linizio degli anni 1960. La massa di $ in
circolazione nel mondo nettamente > a qualunque possibilit di
conversione se qualche stato decidesse di chiederla. La Francia di
De Gaulle ne d una dimostrazione con la lunga contesa sulla
conversione dei $ in oro sviluppata fra 1961 e 1964. Lincremento
degli scambi internazionali ha fatto consistenti progressi. La
costruzione di aree di integrazione commerciale regionale risulta
decisiva in Europa dove si affermano 2 diversi tipi di mercati
integrati: il Mercato comune europeo (imperniato su Francia e
Germania) e lo European Free Trade Agreement, imperniato su UK.
Vengono trovate soluzioni specifiche per mantenere rapporti di >
vantaggio con i paesi tropicali ex coloniali rispettivamente di
Francia e UK. Particolari problemi emergono nella formulazione e
gestione di politiche agricole per i paesi europei a partire dal
1964: bisogna conciliare (1) la garanzia di prezzi agricoli
remunerativi per le agricolture nazionali con (2) lesigenza di
limitare rincari di beni salario e con (3) quella di offrire
sbocchi alle produzioni agricole di paesi ex coloniali. Il ruolo
internazionale della e del mercato finanziario londinese viene
confermato in misura ridimensionata e nuova. Londra diventa la
prima piazza per trattare eurodollari, cio $ che possono essere
ottenuti da banche che non operano negli USA, consentendo di
disporre della principale valuta mondiale, suscettibile di ampia
circolazione, senza doversi adattare ai vincoli e alle prescrizioni
delle autorit monetarie USA.
Slide 66
Levoluzione del quadro economico internazionale (2) La crescita
della domanda di materie prime e il progressivo avvicinamento al
limite del pieno impiego delle risorse disponibili (in particolare
manodopera e materie prime) favorisce lincremento dei prezzi.
Lelevata liquidit internazionale facilita questo esito. Lincremento
dei prezzi diverso fra paesi, in funzione (1) delle rispettive
strutture economiche, (2) delle rispettive istituzioni finanziarie
e monetarie, e (3) delle diverse capacit di realizzare avanzamenti
di produttivit che permettano di mitigare laumento dei prezzi.
Bench le monete dei paesi occidentali siano quasi tutte legate da
cambi fissi, alcune tendono ad apprezzarsi e altre a svalutarsi.
Nel corso degli anni 1960 si verifica un indebolimento del potere
di acquisto del $ che si traduce in fragilit del cambio. Le banche
centrali sviluppano unintensa e sofisticata attivit di intervento
sul mercato dei cambi e di collaborazione. Pool delloro, doppio
prezzo delloro, swaps, obbligazioni Roosa e finalmente Diritti
speciali di prelievo sono strumenti utilizzati per consentire di
mantenere il sistema di parit fisse. Si sviluppa per unoffensiva
teorica in favore dei cambi flessibili, considerati pi efficaci per
frenare le spinte inflazionistiche. Linflazione deve essere
combattuta anche riducendo la spesa pubblica, tanto pi che essa
considerata, quasi ontologicamente, fonte di spreco e inefficienza,
mentre il mercato ha la capacit di autoregolarsi.
Slide 67
. Levoluzione della bilancia dei pagamenti USA, 1946-1959
Slide 68
Bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti, 1950-1974. Valori
correnti in mld $. 1950-591960-641965-691970197119721973
Esportazioni14,8021,7031,3042,00142,8048,8070,30
Importazioni-11,80-16,20-28,50-39,80-45,50-55,80-69,80 Transazioni
militari-2,30-2,40-2,90-3,40-2,90-3,60-2,20 Viaggi,
noli-0,30-1,10-1,60-2,10-2,30-3,10-2,70 Reddito di investimenti,
diritti e altre competenze2,103,905,706,308,007,908,50 Altri
servizi e trasferimenti-0,50-0,60-0,70-0,80-1,90-1,80-1,70
Trasferimenti non militari del governo USA-2,00-1,90-1,70
-2,00-2,20-1,90 Saldo della bilancia
corrente-0,103,301,400,40-3,80-9,800,50 Flussi di capitale a lungo
termine pubblici-0,40-1,00-1,90-2,00-2,40-1,30-1,50 Id.
privati-1,30-2,90-1,80-1,40-4,40-0,100,10 Saldo della bilancia di
base-1,90-0,70-2,30-3,10-10,60-11,20-0,90 Flussi di capitale
privato a breve termine0,30-0,503,10-6,50-10,102,00-1,80 Errori e
omissioni0,30-1,00-0,90-1,20-9,80-1,80-2,60 Attribuzione di
DSP0,900,70 Variazione delle riserve
ufficiali-1,30-2,200,00-9,80-29,80-10,40-5,30 Fonte: L. B. Yeager,
International monetary relations, New York, 1976, p. 568.
Slide 69
Evoluzione delle riserve valutarie mondiali, 1950-1971, in mld
$. 1950 Compos %1971 Compos % Incre- mento Riserve
mondiali48,7100,00118,8100,00243,9 Riserve fuori degli
USA25,953,18106,789,81412,0 Di cui oro12,024,6439,633,33330,0 Di
cui $4,49,0350,642,591150,0 Fonte:Andr Gauthier, L'economia
mondiale dal 1945 a oggi, Bologna, Mulino, 1998, p. 80.
Slide 70
Levoluzione della bilancia dei pagamenti USA negli anni 60 e
lesigenza di aumentare la liquidit internazionale limitando il
rischio di conversione dei $ Nella prima met degli anni 1960 la
bilancia commerciale USA non costituisce un problema serio. Le
fonti maggiori di preoccupazione sono le spese dello stato
allestero, prevalentemente per esigenze militari, e i movimenti di
capitale privato. Gli USA per attraggono dallestero fondi a breve
termine. Cos la loro posizione riequilibrata. Parte del fabbisogno
europeo di capitali investiti a lungo termine proviene dagli USA,
sotto forma di acquisto di titoli a interesse fisso (obbligazioni,
titoli pubblici) o come investimenti diretti, dal momento che il
mercato finanziario statunitense in parte significativa interessato
a questo tipo di impieghi. In Europa invece rilevante la preferenza
per impieghi liquidi. Trasferire capitali a breve sul mercato
finanziario USA soddisfa questa esigenza e attribuisce alle
istituzioni finanziarie americane il ruolo di banchieri del mondo:
prendono a prestito a breve e prestano a lungo termine. una
situazione rischiosa. Il rischio pu essere limitato creando
liquidit. Oppure rivalutando loro. Se ne parla gi sotto Eisenhower,
ma Kennedy teme le conseguenze inflazioniste.
Slide 71
La ricerca di soluzioni alternative allintervento del Fmi da
parte degli USA negli anni 60 Per difendere il $ le amministrazioni
USA seguono strategie diverse. Tutte hanno in comune lo
scavalcamento del Fmi. Man mano che il problema si aggrava, si
rafforza lintenzione di agire autonomamente, scavalcando i
dispositivi previsti dal sistema. Vanno in questa direzione gli
accordi fra banche centrali che permettono di tamponare tensioni e
disfunzioni nel sistema internazionale dei pagamenti e di attenuare
la pressione sul $ negli anni 60. In particolare le banche centrali
assicurano un certo ammontare predeterminato di crediti reciproci a
breve termine che contrastino movimenti destabilizzanti che
interessino singole valute. Se la si indebolisce rispetto al $, per
es., la Federal Reserve Bank di NY mette a disposizione della Bank
of England un certo quantitativo di $ per sostenere la . A fine
1962 il fondo di 900 mln $; nel 1978 di 30 mld. Ma il dispositivo
funziona solo in crisi limitate. Nel 1962 i General Arrangements to
Borrow dei 10 paesi industrializzati mettono a disposizione $ 6 mld
per sostenere $ e . Funzione simile hanno i Roosa bonds (1962) e
gli accordi sulloro.
Slide 72
Compensazioni per le spese militari, interventi sulle banche
USA per limitare i flussi in uscita di capitale a breve Dal 1960
gli USA chiedono compensazioni per le spese militari allestero
sotto forma di depositi di fondi a medio termine che compensino il
deflusso di pagamenti. Operano allo stesso modo le vendite di
armamenti. I paesi che vedono affluire troppi capitali dallestero
adottano contromisure: dal 1964 le banche tedesche devono
depositate alla Bundesbank, senza interessi,somme proporzionali a
ci che avevano ricevuto. Il prezzo del denaro estero sale e il suo
uso disincentivato. Nel 1963 gli USA introducono la Interest
Equalization Tax sullacquisto di azioni e obbligazioni estere per
controbilanciare gli incentivi fiscali prima attribuiti allacquisto
di tali titoli. Nel febbraio 1965 chiesto alle banche USA di
limitare volontariamente i crediti allestero. Dal 1968 la Federal
Reserve autorizzata a limitare le operazioni allestero delle
banche.
Slide 73
La contestazione francese del ruolo del $ come valuta di
riserva, 1965. Charles De Gaulle, nella conferenza stampa del 4
febbraio 1965 dichiar: La convenzione che conferisce al $ un valore
straordinario come valuta internazionale non si fonda pi sul
presupposto iniziale, e cio che lAmerica possiede le maggiori
riserve auree del mondo. Il fatto che molti paesi accettino il $
come equivalente delloro per sanare i deficit della bilancia dei
pagamenti americana ha conferito agli Stati Uniti il privilegio di
indebitarsi gratuitamente con lestero. La Francia avvia la
conversione in oro di riserve in $. Queste calano da $ 284 a 112
mln tra fine 1964 e 1966.
Slide 74
Levoluzione delle potenzialit del Fmi tra anni 60 e 70. A
partire dal 1959, dopo lintroduzione della convertibilit parziale
delle monete dei paesi aderenti allUEP, il sistema di pagamenti
previsto da Bretton Woods diventa realmente operativo. Le risorse
del FMI vengono progressivamente aumentate. Il loro adeguamento
doveva avvenire ogni 5 anni. Il primo realizzato nel 1960,
incrementando le quote del 50% (da 8,8 a 13,2 mld $); il secondo
avviene nel 1965 (+25%) e il terzo nel 1970 (+36%), nel tentativo
di aumentare le disponibilit valutarie internazionali per
fronteggiare crisi di pagamento di fronte a uneconomia mondiale in
rapida e intensa espansione. Nel 1970 le quote del FMI sono salite
a 29.220 $ mld. Nellottobre 1969 gli accordi di Bretton Woods sono
emendati per creare i Diritti speciali di prelievo, moneta
addizionale utilizzabile nei pagamenti internazionali. Un DSP = US$
1. I membri del FMI possono utilizzarli in relazione al loro peso
nel Fondo. Assegnati in 3 rate.
Slide 75
Lassegnazione dei Diritti speciali di prelievo, 1970-1972. 1
gennaio 19703,40 1 gennaio 19712,95 1 gennaio 1972 2,95 Fonte: A.
Gauthier, L'economia mondiale cit., p. 81.
Slide 76
Verso la fine di Bretton Woods I DSP arrivano tardi e sono resi
inutili, come fonte di liquidit internazionale, dallesplosione di
liquidit creata unilateralmente dagli USA dal 1970. Non
contribuiscono a creare fiducia nella convertibilit del $ limitando
lerosione delle riserve auree statunitensi perch la quantit di $
creati attraverso il passivo della bilancia dei pagamenti USA era
elevata. I DSP hanno un ruolo marginale nel funzionamento del
sistema internazionale dei pagamenti e non riescono a porlo su
nuove basi. Con lamministrazione repubblicana emersa dallelezione
di Richard Nixon alla presidenza USA prevale la scelta di
restituire piena autonomia in campo valutario agli USA. Viene
revocata la convertibilit aurea del $ il 15 agosto 1971. La
gestione del sistema di pagamenti internazionale emersa nel 1944
soccombe; i paesi sono in reciproco disaccordo sugli
aggiustamenti.
Slide 77
Variazione percentuale media annua dei prezzi al consumo in
economie Ocse, 1951- 1973 1951-551956-601961-651966-701971-73
USA2,62,71,64,34,6 Giappone6,23,65,15,77,4 Germania3,22,73,5 5,9
Francia6,86,54,24,56,3 UK4,93,23,64,88,6 Ocse3,53,22,64,45,9
Fonte:A. Gauthier, L'economia mondiale dal 1945 a oggi, Bologna,
1998, p 77.
Slide 78
Laumento dellinflazione nel quarto di secolo di intenso
sviluppo. Spiegazioni in conflitto o complementari Per i fautori
della teoria monetarista che va aumentando la sua influenza negli
anni 1960-70 linflazione il frutto di una crescita eccessiva della
liquidit. Per evitarla bisognerebbe regolare abilmente lincremento
di offerta di liquidit. Corollario: vitale in particolare
controllare con rigore la spesa pubblica come specifica
responsabile di spinte inflazioniste. Per gli economisti
influenzati da J.M.Keynes linflazione il risultato di uno
squilibrio fra offerta e domanda; cio una domanda da parte di
imprese e famiglie superiore alla disponibilit di risorse. Va
corretta con misure che modifichino il livello dei redditi e quello
dellofferta (sul breve periodo, per es., importando di pi; su tempi
pi lunghi aumentando la produzione e il reddito). Le rigidezze
nella ripartizione del reddito fra detentori del capitale e
lavoratori dipendenti possono alimentare linflazione. Inflazione
deriva anche da tendenza allaumento dei costi di produzione
associati allaumento dei prezzi dei prodotti di base e
dallappesantimento degli oneri salariali e sociali sulle imprese.
La dimensione e il carattere delle imprese influisce sulla loro
capacit di controllare lo scarto fra costi e prezzi.
Slide 79
I cicli di trattative del GATT, 1947-1967
CiclodataluogostatiConcessioniValore in partecipantitariffariemld $
1 roundot 47-giu 48Ginevra2345.00010,0 2 roundap-ago
49Annecy135.000 3 roundset 50-apr 51Torquay388.700-25% 4
roundgen-mag 51Ginevra262,5 Dillon r.set 60-lug 61Ginevra264.4004,9
Kennedy r.mag 64-giu 67Ginevra62 40,0 Il Kennedy Round comporta
limpegno di ridurre i dazi industriali CEE, USA, UK e Giappone del
35% in 5 anni (1.1.1972). Adozione di un codice antidumping da
parte di 19 paesi. Restano molti ostacoli extratariffari.
Lamministrazione Nixon crea una nuova situazione imponendo 10%
sulle importazioni. Fonte:A. Gauthier, L'economia mondiale dal 1945
a oggi, Bologna, 1998, p 81.
Slide 80
La crescita dellintegrazione economica internazionale. % delle
esportazioni sul Pil [prezzi 1990], 1950-1992 195019731992
Francia7,715,422,9 Germania6,223,832,6 Olanda12,541,755,3
UK11,414,021,4 Totale Europa occidentale9,420,929,7
Spagna1,65,013,4 URSS/Russia1,33,85,1 Australia9,111,216,9
Canada13,019,927,2 USA35,08,2 Totale America Latina6,24,66,2
Cina1,91,12,3 India2,62,01,7 Indonesia3,35,07,4 Giappone2,37,912,4
Corea1,08,217,8 Taiwan2,510,234,4 Tailandia7,04,511,4 Totale
Asia2,34,47,2 Mondo7,011,213,5
Slide 81
Valori delle esportazioni di 56 paesi a prezzi correnti, in $,
1870-1992 187019131929195019731992 Valori assoluti Paesi europei
industrializzati2.8419.35213.18619.439243.8301.549.810 Paesi
extraeuropei di recente
insediamento5713.2957.14915.484109.996634.586 Paesi europei del
sud1543389101.02711.944127.472 Paesi dell'Europa
orientale2591.0251.9444.11347.06698.704 Paesi dell'America
latina2181.2362.3284.86619.926109.690 Paesi
dell'Asia4391.8023.9294.82361.631679.543 Paesi
dell'Africa865609932.82414.92152.512
Totale4.56817.60830.43952.576509.3143.252.317
Indice1003856661.15111.15071.198 Valore di esp. mondiali in mln. $
199056.247236.330334.408375.7651.797.1993.785.619 Indice
id.1004205956683.1956.730 Fonte: A. Maddison, L'conomie mondiale
1820-1992. Analyse et Statistiques, OCDE, Paris, 1995, pp.152-
252,257.
Slide 82
Ripartizione percentuale delle esportazioni di 56 paesi a
prezzi correnti, in $, 1870-1992 187019131929195019731992 Paesi
europei industrializzati62,1953,1143,3236,9747,8747,65 Paesi
extraeuropei di recente insediamento12,5018,7123,4929,4521,6019,51
Paesi europei del sud3,371,922,991,952,353,92 Paesi dell'Europa
orientale5,675,826,397,829,243,03 Paesi dell'America
latina4,777,027,659,263,913,37 Paesi
dell'Asia9,6110,2312,919,1712,1020,89 Paesi
dell'Africa1,883,183,265,372,931,61 Totale100,00 Fonte: A.
Maddison, L'conomie mondiale 1820-1992. Analyse et Statistiques,
OCDE, Paris, 1995, pp.152- 252, 257.
Slide 83
Distribuzione per zone del commercio mondiale (esportazioni),
1950, 1970, 1980 195019701980 CEE23,328,433,3 EFTA14,513,15,8 Resto
di Europa occ.2,52,91,6 Giappone3,26,26,5 Canada4,35,43,2
USA16,013,710,2 Australia, Nuova Zel., Unione Sud Afr.3,12,62,0
Economie a pianificazione centrale11,810,68,9 Paesi in
sviluppo21,317,127,9 Fonte: H. van der Wee, Prosperity and
upheaval, Harmondsworth, 1986, p. 263.
Slide 84
Distribuzione geografica delle esportazioni mondiali di
manufatti, in percentuale, 1963- 1976 196319731976 196319731976
Canada2,614,163,32Brazile0,050,350,41
USA17,2412,5813,55Messico0,170,640,51
Giappone5,989,9211,38Jugoslavia0,400,550,60 Francia6,997,267,41Hong
Kong0,761,051,15 Repubb.Fed. Tedesca15,5316,9815,81Corea del
Sud0,050,781,20 Italia4,735,305,49Taiwan0,161,041,23
UK11,147,006,59Singapore0,380,460,52 Spagna0,280,921,07 Tot. paesi
recente sviluppo2,596,297,12 Portogallo1,300,350,21 Altri paesi in
via di svil.2,702,341,55 Grecia0,040,150,22Blocco
orientale13,3510,009,65 Altri paesi OCSE15,6517,6317,71Totale
mondiale100,0100,00100,0 Totale OCSE80,4982,2582,76 Fonte: H. van
der wee, Prosperity and upheaval, cit., p. 265.
Slide 85
Produzione e esportazioni mondiali, 1953- 1982: valori
correnti, mld $, e indici (1963=100)
19531958196319681973197719801982 Esportazioni mondiali, valore
totale781051542405741.1251.9901.845 Id. prodotti primari
agricoli42504554121288299272 Id. prodotti minerari264196266567493
Manufatti3655821403476481.0951.049 Esport. mond., valore unitario,
tot.100 105161271423403 Id. prodotti primari agricoli107103100
185255330292 Id. prodotti minerari1001111925501.2001.254
Manufatti9498100104152232337314 Esportazioni mond., volume,
totale5270100149231269305300 Id. prodotti primari
agricoli6074100121147166203209 Id. prodotti
minerari100144195188185153 Manufatti4466100166280344400410
Produzione mondiale, volume, totale6074100133180205224223 Id.
prodotti primari agricoli7788100115128139146154 Id. prodotti
minerari100129171191196183 Manufatti5469100141197227253249 Fonte:
H. van der wee, Prosperity and upheaval, cit. Le cifre relative ai
prodotti agricoli si riferiscono anche ai minerali nel 1953-58
Slide 86
Composizione merceologica delle esportazioni mondiali (% del
totale), 1950-1980
Slide 87
Cambiamenti strutturali nei flussi commerciali internazionali e
riflessi sul sistema dei pagamenti tra anni 60 e 70 Il commercio
internazionale aumentato pi velocemente della produzione mondiale:
il valore delle esportazioni di 56 paesi, in $ 1990, quintuplica
fra 1950 e 1973; fra 1973 e 1992 raddoppia; tra 1950 e 1992 il
valore pi che decuplicato. Cambia la composizione merceologica. Nel
1955 i manufatti rappresentavano il 49,2% delle esportazioni
mondiali; 11,1% erano i combustibili e il 38,4% gli alimentari e le
materie prime. Nel 1973 le proporzioni erano 61,5, 19,4 e ancora
19,4. Cambia di conseguenza anche la ripartizione geografica dei
flussi commerciali. Chi ha ampi saldi attivi teme di importare
inflazione. I produttori di combustibili (specie petrolio)
concentrano dal 1974 abbondanti disponibilit di valuta, da usare
per impieghi finanziari.
Slide 88
La svolta degli anni 1970: linstabilit dei cambi (1) La
divaricazione dei tassi dinflazione tra economie diverse rende
sempre pi difficile dalla fine degli anni 60 mantenere il sistema
di cambi quasi fissi. Nel 1967-1969 , franco francese, DM subiscono
variazioni di cambio. Non si vara un aggiustamento generalizzato
perch avrebbe liberato gli USA da ogni vincolo di politica
monetaria, aggravando la minaccia rappresentata dallelevata
liquidit in $, proprio allora in forte aumento. Lincertezze sui
tassi di cambio, in un contesto di crescente integrazione
commerciale e di > opportunit di speculazione finanziaria,
favoriscono lincremento di movimenti di capitale a breve per
approfittare di eventuali variazioni di cambio. I rischi di
destabilizzazione aumentano. Lattenzione alle opportunit
speculative che emergono dalla necessit di allineare su parit
diverse i cambi si rafforzata dal 1961, in occasione della prima
rivalutazione del DM. Lo sviluppo del commercio, lespansione delle
imprese multinazionali e le maggiori opportunit di comunicazione
agevolano la speculazione e ostacolano controlli efficaci sui
movimenti di capitali.
Slide 89
La svolta degli anni 1970: tensioni inflazioniste legate alla
dinamica espansiva delleconomia e a modificazioni strutturali nella
forza lavoro Il lungo periodo di alti tassi dinvestimento (nei
paesi industrializzati e in quelli in via dindustrializzazione)
spinge in alto i prezzi di prodotti energetici e materie prime.
Laumento sostenuto dal carattere non omogeneo dei processi di
crescita. Si verificano disfunzioni fra settori che hanno
differenti capacit di sviluppo; ne derivano tensioni dei prezzi,
oltre che minore produttivit. Per es., tra 1950 e primi anni 1970
larretratezza del sistema commerciale di distribuzione provoc
aumenti dei prezzi al consumo superiori a quelli dei prezzi
allingrosso, rafforzando la richiesta di incrementi salariali. I
salari, con il procedere della lunga congiuntura di espansione,
tendono a crescere per il progressivo avvicinarsi a condizioni di
pieno impiego, anche se operano a lungo specifiche condizioni che
permettono di attenuare le tensioni salariali: (1) flussi migratori
da nuovi bacini di lavoro sottoutilizzato; (2) aumento della
produttivit favorito dallaccumulo degli investimenti pubblici
(infrastrutturali ) e privati. Laumento di produttivit consente
anche il recupero pi o meno integrale degli incrementi di
retribuzione e compensa la riduzione del numero di ore di lavoro.
Dalla met degli anni 1960 crescono per, in Europa occidentale, le
tensioni nelle relazioni industriali e nei salari. Concorrono a
questo esito sia fattori legati al mercato del lavoro, sia
condizioni sociali che possono favorire i conflitti industriali:
(1) rinnovo generazionale e sociale degli occupati, (2) effetti
della concentrazione urbana, (3) irrigidimento dei processi di
produzione e tendenza alluso intensivo di soluzioni
tayloriste.
Slide 90
La svolta degli anni 1970: tensioni inflazioniste legate
allaumento delle spese pubbliche Le trasformazioni strutturali
intervenute nella societ europee industrializzate comportano
incrementi della spesa pubblica per finanziare (1) una burocrazia
pi estesa e complessa che svolge compiti pi sofisticati, (2)
infrastrutture indispensabili allefficienza del sistema produttivo,
(3) il potenziamento di servizi sociali, per rispondere a pressioni
demografiche, all incremento dei redditi individuali, a esigenze
poste da dinamiche sociali in atto. (4) Bisogna anche tenere conto
di casi di irrigidimento delle spese militari (UK) e (5) di costosi
interventi di ristrutturazione di settori produttivi diventati
obsoleti o non profittevoli (dalle miniere di carbone alla
navalmeccanica, al tessile). Non sempre le entrate tributarie
riescono a coprire laumento delle spese. Ne deriva un aumento di
liquidit mal controllabile dei sistemi economici; cresce la capacit
di spesa delle amministrazioni pubbliche, contribuendo alle
tensioni inflazioniste e al peggioramento delle bilance dei
pagamenti.
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La svalutazione del $ e labbandono dei cambi fissi: posizioni
contrastanti Nella CEE si guarda con preoccupazione alla crescita
della liquidit in $. Nel 1969-70 i suoi dirigenti politici
progettano ununione economica e monetaria che riduca i margini di
fluttuazione fra le rispettive monete entro un decennio e offra un
riparo ai rischi della crescita incontrollata della quantit di $
(Rapporto Werner). Nel Fmi nello stesso periodo cresce il timore
che diventi sempre pi difficile mantenere il sistema esistente: si
discute di cambi pi flessibili che agevolino gli aggiustamenti
[crawling peg]. Aumenta, specie negli USA, lattenzione per cambi
liberi di fluttuare, come raccomandava Milton Friedman. Anche in
Germania la Bundesbank e economisti accademici cominciano a
considerare con favore questa decisione, bench i governi in carica
smentiscano nettamente lintenzione di modificare la parit di
cambio. Ma nellottobre 1969 il governo SPD di W. Brandt rivaluta di
oltre il 9,29 % il DM dopo 4 settimane di fluttuazione.
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Gli accordi di Washington (Smithsonian agreement), dicembre
1971 Un incontro allo Smithsonian Institute di Washington fra i
rappresentanti di 10 paesi (USA, Canada, Giappone, Europa dei 6,
UK) affronta le conseguenze negative per il sistema internazionale
della decisione di Nixon. Accetta la modifica del valore dellore
(da 35 a 38 $/oz) e una serie di modifiche delle parit di cambio
fra le monete. Viene molto ampliato il margine di fluttuazione
consentito: da 1 a 2,25% rispetto al $. Lo scarto massimo fra
monete diverse dal $ pu dunque raggiungere 4,5% in un momento dato.
Nel corso del tempo lo scarto fra 2 monete pu salire perci al 9%.
Questo scarto definito il tunnel. La convertibilit in oro del $
definitivamente revocata. Il $ diventa lunico riferimento possibile
nel sistema mondiale dei pagamenti. La sua svalutazione rispetto
alle monete dei 2 principali concorrenti aumenta la competitivit
degli USA in campo commerciale.
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Accordi monetari di Washington: la svalutazione del $ rispetto
ad altre 7 monete Vecchia paritNuova paritRibasso ufficiale % del $
Yen360,0000308,0000-16,88 DM3,66003,2230-13,57 Fiorino ol.3,6200
3,2450-11,57 Fbelga50,000044,8100-11,57 0,41660,3838-8,57
Ff5,55405,1160-8,57 Lit625,0000581,5000-7,49 Fonte:A. Gauthier,
L'economia mondiale dal 1945 a oggi, Bologna, 1998, p. 89.
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La svalutazione del $ e labbandono dei cambi fissi: gli
obiettivi dellamministrazione Nixon e il fallimento dei tentativi
di riforma a causa dellirrigidimento USA Lamministrazione
repubblicana USA sceglie di revocare la convertibilit aurea del $
per aumentare i propri margini di manovra nella gestione della
politica monetaria, in relazione a (1) un alto livello di spesa
pubblica militare; (2) alle esigenze di unonerosa riqualificazione
del sistema industriale in calo di produttivit e competitivit; (3)
allintenzione di stimolare la ripresa delle esportazioni grazie a
un cambio svalutato e (4) di limitare le importazioni. (5) Le
restrizioni allesportazione di capitali, inoltre, ostacolavano gli
investimenti allestero. La decisione unilaterale. La posizione USA
forte, istituzionalmente, perch il paese ha di fatto diritto di
veto nel Fmi. In particolare pu bloccare lemissione dei diritti
speciali di prelievo con cui si spera di rimediare alla
contraddizione fra bisogno di incrementare la liquidit
internazionale e crescente inaffidabilit del $. Per circa 2 anni e
mezzo si tenta di elaborare una riforma del sistema di pagamenti
che allarghi i margini di fluttuazione rendendo il sistema di
pagamenti pi flessibile, pur tenendo in considerazione le
preoccupazioni dei molti paesi ostili a cambi liberamente
fluttuanti. Nel 1973 il sistema di cambi quasi fissi introdotto da
Bretton Woods formalmente abbandonato.
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Le reazioni europee alla svalutazione del $ e alla sua
fluttuazione: laccordo di Basilea del marzo 1972 e la difficolt di
mantenere unarea valutaria europea Diversi paesi con unalto grado
di apertura internazionale si considerano particolarmente esposti
ai rischi derivanti dalla forte liquidit in $ e dalla fluttuazione
del cambio; possono adattarsi alla nuova situazione cercando di
aumentare i propri margini nella gestione delle politiche
delloccupazione e della protezione sociale in una fase
congiunturale che carica di incertezze e sfide. Nella CEE i cambi
flessibili e la tendenza degli USA a non curarsi dei rischi
connessi allaumento di $ ormai inconvertibili in circolazione
inducono a preferire accordi valutari che permettano di
stabilizzare i cambi. Tanto pi che la fluttuazione complica la
gestione delle sovvenzioni previste dalla politica agricola comune,
destinataria della > parte del bilancio comunitario. Nel marzo
1972 i membri della CEE danno vita al serpente monetario, cui
aderiscono anche UK, Irlanda e Danimarca, che stanno per entrare
nella CEE. Prevede fluttuazione di 1,25%. Il serpente, organizzato
attorno al DM, fallisce perch i tassi di crescita delle diverse
economie sono molto diversi, cos come il livello dei loro prezzi;
le politiche monetarie e finanziarie che ciascuna conduce
indeboliscono il serpente perch non riescono ad essere conciliate,
date le differenze strutturali fra economie. facile speculare sulle
valute del serpente. Luscita dal serpente della comporta la fine
dellarea della . Solo 12 su 65 aderenti continuano a farne parte.
Chi usava la come valuta di riserva labbandona. Con UK escono Eire
e Dk.
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Il tentativo fallito di un accordo multilaterale nel 1973 e la
fluttuazione dei cambi. La limitata eccezione del serpente
monetario europeo Un Comitato interinale di 20 paesi dal settembre
1972 discute del riassetto del sistema di pagamenti: la Francia
chiede laggancio alloro e le parit fisse, gli USA rifiutano il
ritorno alloro e vogliono cambi fluttuanti. Nel febbraio 1973 il $
svalutato del 10% (oncia doro a 42,22 $). Il dollaro fluttua
liberamente e il tunnel scompare. 2 gg. dopo lItalia esce dal
serpente; la Francia ne esce nel gennaio 1974, ma rientra,
volontaristicamente, nel luglio 1975 per essere nuovamente
costretta a uscire nel marzo 1976. Nel 1975 solo 7 paesi restano
nel serpente, grazie allingresso della Svezia: aderiscono anche D,
Dk (rientrata nellott. 1973), Nl, B, Lux, Norvegia. Dal 1 giugno
1974 il FMI usa come moneta di conto i DSP ormai equiparati a un
paniere di valute dei paesi che partecipano al commercio mondiale
con una quota > 1%. Il $, ancora la moneta dominante (33% degli
scambi), quotato giorno per giorno. Lincontro di Rambouillet, del
dicembre 1975, fra i 6 stati principali dal punto di vista
economico sancisce la vittoria della posizione USA a favore di
cambi fluttuanti sganciati dalloro.
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Gli accordi della Giamaica (1976) e lepilogo di Bretton Woods.
Labbandono delloro come strumento di pagamento Nel gennaio 1976 una
conferenza riunita a Kingston introduce la seconda modifica degli
statuti del FMI. Cessa la quotazione ufficiale delloro, totalmente
demonetizzato. Il FMI pu cedere 1/3 delle sue 4.650 t di oro: met
le restituir ai membri in proporzione delle quote; met andranno a
un fondo fiduciario per la vendita in 4 anni. Il ricavato servir a
finanziare i paesi in cui il Pil pro capite < $ 350. Loro
residuo potr essere venduto grazie allattribuzione di nuovi poteri
al fondo. I DSP sostituiscono loro come riferimento. I criteri per
determinarne il valore possono essere modificati solo da una
maggioranza dell85%. Quindi gli USA (16% circa dei diritti di voto)
mantengono un diritto di veto. I membri del FMI possono scegliere,
in linea di principio, il loro regime di cambio. Gli USA vedono
sancita una totale autonomia. Ma nel 1984 ancora il 62% delle
economie avevano cambi fissi; solo nel 1994 i paesi ch