7/30/2019 tempo di migrare ovvero quel giorno in cui non successe nulla ... apparentemente
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Tempo di migrare
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Sormontata da una cupola di piombo quel giorno Milano inoculava dosi dimalinconia nelle vene dei suoi abitanti e Primo Zanotti non ne fu immune. I
suoi occhi si stavano sempre pi inumidendo e, quando le palpebre non
furono pi in grado di contenere tutto il liquido secreto, le lacrime
cominciarono a tracimare disegnando sulle sue gote sentieri luccicanti
come scie di lumaca. Inarrestabili correvano a fiotti lungo il viso di Primo
come inarrestabile sembrava la lama di acciaio temperato che ritmicamente
colpiva, ferendole a morte, alcune malcapitate cipolle disposte sul tagliere
di legno. Sul fuoco, in una padella ed una casseruola, l'olio si stavascaldando. Primo aveva deciso di lavorare in parallelo pose il baccal,
tagliato a listelle ed infarinato dopo un giorno abbondante a bagno in acqua,
nella padella e le cipolle nella casseruola. Si occup di girare il primo e
mescolare le seconde affinch entrambi potessero dorarsi senza bruciare.
Quando Primo decise che le cipolle furono sufficientemente fritte le affog
nel pomodoro quindi abbass la fiamma e chiuse la casseruola con un
coperchio. Una volta raggiunta la sua croccante doratura estrasse il merluzzo
e lo pose su di uno strato di carta da cucina affinch l'olio in eccesso ne
venisse assorbito. Tempo una decina di minuti e lo avrebbe mandato a
raggiungere il sugo ormai pronto nella casseruola. A questo punto grazie ad
una sua scelta al limite del truffaldino aveva almeno un ora di tempo libero
in cui potersi rilassare. Il giorno prima infatti al supermercato aveva lasciato
che la sua mano sfiorasse soltanto i normali pacchetti di farina di mais
e afferrasse invece un pacco di farina gialla pretrattata che prometteva una
polenta istantanea pronta in soli otto minuti. Decise quindi di godersi i
frutti della sua malefatta sulla sua poltrona in compagnia del quotidiano e di
un sigarettone accuratamente aromatizzato. Lesse di una nuova legge che,
nella miglior tradizione della peggior politica andava incontro alle necessit
dei disonesti danarosi ma che, forse, avrebbe anche potuto aiutarlo. Difatti
il sistema di gestione occulta del denaro implementato tempo addietro dalla
buonanima del Boscolo aveva dei costinon indifferenti ed il suo capitale
andava sempre pi assottigliandosi, doveva proprio informarsi su questo
scudo fiscale . Comunque scudo o non scudo i soldi non erano certo pi
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quelli di una volta e presto o tardi avrebbe dovuto mettere in conto la
possibilit di tornare a lavorare per vivere, come un tempo. Chiss se dopo
tanti anni ne sarebbe stato ancora capace. Comunque non era ancora urgentee Primo confidava che qualcosa sarebbe prima o poi successo. Fu interrotto
nel suo cogitare dalla pazzia, madness in inglese e per la precisione dal loro
pezzo pi famoso one step beyond Si alz dalla poltrona alla ricerca della
sorgente della musica, la trov nella tasca del giubbotto e premette il tasto
verde di risposta alla chiamata. Era Marta. Ciao! Allora stai arrivando? Ti
vengo a prendere in stazione?- - no Pri, sono a casa, non sono partita,
successo un casino, mio padre all'ospedale- - oh cazzo!- - ha avuto un
malore adesso si ripreso comunque lo tengono dentro sai com'- eccome selo sapeva, Primo riviveva sentendo quelle parole i ricordi di anni prima
quando accompagnava il proprio padre lungo i tornanti del suo Golgota fino
a che il cancro non lo ebbe inchiodato definitivamente alla sua croce. - Mi
dispiace di non poter essere l ma...- - non ti preoccupare, ci saranno altre
occasioni, ora occupati delle cose importanti... fammi sapere mi raccomando -
- s s ti richiamo pi avanti, ora ti saluto ciao un bacio- ciao a presto..- Fu cos
che Primo si trov a breve di fronte ad un piatto di polenta e baccal con la
sola compagnia della radio accesa e di una bottiglia di bonarda aperta. Ladigestione fu alquanto impegnativa e il corpo di Primo scivolava in uno stato
di inebetito torpore quando si decise a reagire. Aveva bisogno di movimento,
raccolse le sue energie, si vest adeguatamente al freddo imperante e part per
una passeggiata senza meta dettata dal solo scopo di riattivare l' organismo. I
suoi respiri venivano sottolineati da una nuvola di vapore di condensa ci lo
port a domandarsi se altri aliti che il suo corpo aveva cominciato ad espirare
attraverso una feritoia agli antipodi della bocca stessero ricevendo lo stesso
trattamento da quel freddo pomeriggio. Impossibilitato alla verifica empiricadai limiti di torsione del proprio tronco decise di evitare possibili imbarazzi
dirigendosi verso il parco Nord che in una giornata di tal guisa immaginava
deserto. Non propriamente di deserto si trattava in quanto possessori di cani
appassionati di jogging e fanatici della partitella ne costituivano una discreta
popolazione. Primo punt verso la collinetta e la sal fino al culmine laddove
sta il monumento ai caduti per poi ridiscenderla dall'altro lato, prosegu in
direzione di Bruzzano utilizzando il sovrappasso pedonale e, molti passi
dopo, per la prima volta, prov anche quello nuovo che permetteva il valico
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della superstrada Milano Meda. Sentiva il freddo sul volto e sulle mani
quando la voglia di un joint lo costringeva ad estrarle dalle tasche, ma sentiva
anche che il movimento stava inumidendo le sue ascelle. Sentiva pi di ognialtra cosa che il tempo era ormai maturo per migrare e che Luned avrebbe
cominciato la sua ricerca di un buon biglietto per qualche buon posto . Per
l'intanto decise di raggiungere Villa Litta, il suo parco e la sua biblioteca
laddove sost ad approfittare dell'emeroteca. Diede un veloce scorso al
Manifesto e a Repubblica tralasci Il Fatto visto che gi l'aveva letto a casa e
si dedic a Internazionale. Arrivato alla pagina delle strisce a fumetti prese
coscienza della sua necessit di bere un caff, ripose la rivista e usc alla
ricerca di un bar. Cambi idea dopo pochi passi quando la vista dell'auto diun suo amico parcheggiata lo indusse a chiamarlo e ad offrirsi quale ospite
per l'appunto per un caff. Poco dopo Luciano gentile come sempre nel
mentre serrava la moka inform Primo di una sua recente sebbene non del
tutto verificata scoperta cio che molti anni addietro quella stessa casa ebbe
ospitato nientemeno che Michele Sindona - della correzione cianuro ne faccio
a meno per stavolta- comment Primo sgranellando un pezzetto di una resina
marrone. Ignaro che il suo essere in quel luogo in quel momento era
conseguenza di altri fatti all'apparenza insignificanti accaduti pochi giorniprima molti chilometri pi a Nord.
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Terra di mulini a vento
Sotto un alito di fumo piegato dal vento che spirava lungo i declivi della valledella Mosa stava il comignolo di una graziosa casetta di campagna di quelle
che possiamo immaginare in una fiaba. Era la casa dove Jap aveva deciso di
abitare dopo il divorzio. La fine del suo matrimonio si era trasformata in una
catarsi positiva che gli aveva permesso di chiudere definitivamente con una
vita che ormai lo annoiava e lo imbruttiva. In breve aveva lasciato il suo lavoro
di legale presso una multinazionale alimentare e la sua citt Rotterdam e si era
ritirato in campagna laddove sopravviveva crescendo erba che rivendeva
presso i coffe shop di Maastricht. Sebbene la moderna tecnologia dellecoltivazioni indoor permetta ormai tre diversi raccolti in un anno Jap se ne
concedeva al massimo due ritagliandosi cos il tempo per viaggiare,
soprattutto attraverso l'oriente India, Indocina, Indonesia, ma concedendosi
anche qualche visita al Sud America e all'Africa. In onore della sua
metamorfosi Jap appese alla parete del suo tinello una grande stampa
raffigurante il dio Shiva che nella trimurti induista si occupa della distruzione
necessaria al cambiamento. Quel giorno era seduto davanti al caminetto,
guardava fuori dalla finestra, le pale eoliche da cui traeva la sua energia
stavano girando quasi a tutta ma i suoi coglioni giravano ancor di pi. Si era
appena sentito con Anna la sua ex moglie che era riuscita nell'ardua impresa di
farlo uscire dalla grazia di qualsivoglia dio. Si mise a frugare tra i cassetti
cercando un ricordo della sua vita ormai passata di cui aveva deciso di
disfarsi, lo trov. Si trattava dell'anello che anni prima sul ponte dei sospiri a
Venezia aveva donato ad Anna chiedendole di sposarlo. Fu li per l per
buttarlo tra le fiamme quando decise che il destino di quell'oggetto sarebbe
stato un altro con un significato simbolico decisamente superiore. Tempo
poche ore ed era in sella della sua fidata Moto Guzzi pronto ad attraversare
mezza Europa ed il suo gelo per andare a gettare quell'ingombrante ricordo
nelle puzzolenti acque della pi romantica citt del mondo laddove il misfatto
era stato compiuto. L'avvocato Jap Blind con la sua insulsa esistenza stipata di
effimere certezze segu quel piccolo cerchio di metallo nobile sul fondo del
canale per non riemergere mai pi. Almeno questo pensava l'essere umano Jap
Blind rimasto affacciato al parapetto del ponte. Espletato il rito si concesse una
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giornata da stupid turist al termine della quale decise di far visita ad una sua
amica conosciuta un paio d'anni prima anche in senso biblico in un' amena
localit di mare nel sud dello stato indiano di Goa. L'improvvisata sort il suoeffetto e i due divisero volentieri nell'ordine un mare di ricordi la cena il letto
ed il piacere che si concedettero . Lei sarebbe dovuta andare a Milano il giorno
appresso ma durante la notte cambi idea. Jap la sent parlare tra se e se in
italiano non capendo quindi il significato delle parole che risuonarono nelle
sue orecchie come puro suono mi inventer qualche scusa , del resto pap
in ospedale..-.
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Il Figa
Luciano avvert Primo che si sarebbe trovato con alcuni amici al Tamburo dilatta in ora aperitivo e che se voleva poteva aggregarsi alla compagnia. Cos
fece dopo essere ripassato a casa dove venne impegnato in una defecazione
straordinaria sia per l'orario che per la massa e l'odore. Quando si present al
pub in questione Luciano non era ancora arrivato e Primo ritrov alcuni volti
conosciuti per lo pi superficialmente. Spiccava sia per il suo fisico imponente
che per la sua voce stentorea Paolo Giffoni detto Il Figa probabilmente a causa
della sua abitudine ad intercalare qualsivoglia frase con quella parola. Primo,
come la maggior parte degli astanti lo conosceva solo con il suo soprannome econ quello lo salut. - Hola Figa come butta?- Il Figa che stava gi decisamente
addentro alla Gallina rispose con un sonoro rutto a cui segu un coro di risate
degli astanti. - Figa! e che cazzo!- si lament un sodale che Primo conosceva
solo di vista - Eh, Figa, cazzo volete, fatti fummo per viver come bruti - - Fatti
non foste per viver come bruti Figa stavolta hai toppato- - no , figa!,non ho
toppato era una parodia ! Poi se qualcuno ha toppato stato Dante, non io,
indubitabilmente siamo fatti per viver come bruti lo dice anche la Bibbia,
Adamo ed Eva furono cacciati dal paradiso terrestre non per aver assaggiato il
frutto del peccato come i preti raccontano ai bambini ma bens l'albero della
conoscenza... Anche in un sacco di altre religioni c' questo culto di un' et
dell'oro ormai svanita quando gli uomini vivevano in armonia con la natura
per l'appunto come bruti ma anche Rousseau e Voltaire se ne erano accorti eh
che figa! Che cosa ve lo dico a fare a voialtri...- - Figa, ma non ti sembra di
essere un po' in contraddizione se per dimostrare che siamo tutti dei bruti mi
citi la bibbia Rousseau Voltaire e Dante?- lo interruppe Primo - Eh figa! La
coerenza la virt dei poveri di spirito - - Era buono il pollo Figa? - Lo
interruppe una voce scocciata dal fatto che la canna pareva aver esaurito la sua
spinta propulsiva incollata alle dita del buon Figa che incass l'epiteto aspir
un ultimo tiro e pass a chi lo seguiva. Le geometrie variabili secondo cui si
dispongono i frequentatori di bar non si smentirono ed in breve i cerchi si
ruppero per ricomporsi in altri cerchi in triangoli ed in quadrati. Pi avanti
nella serata Primo si ritrov nello stesso poligono col Figa Luciano e Paola.
Paola stava asciugando Luciano con delle sue paranoie di coppia o meglio di
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coppia scoppiata con un componente che non se ne capacitava e continuava a
romperle i coglioni in modalit meritevoli di una denuncia per stalking. Primo
stava tagliando la cartina e impastando il tutto, Luciano stava arrotolando ilfiltro e sperando in cuor suo che qualcuno lo liberasse dalla stressante
incombenza di stare a sentire le recriminazioni dell'amica. Ci pens il Figa nel
momento che la sent pronunciare un - certo che voi uomini sapete essere dei
begli stronzi quando volete..- - S, figa! Adesso gli uomini sono tutti stronzi....
Io con Alberto ci ho fatto anche le medie assieme si vedeva fin da allora che era
uno stronzo .. e te te lo sei andato a cercare col lanternino il pi stronzo del
paese e adesso vieni qui a lamentarti che gli uomini sono tutti stronzi ... ma vai
a dar via il culo vai!- Primo non conosceva questo stronzo di Alberto quindinon avrebbe potuto dare un parere a ragion veduta ma, se fosse stato suo il
compito di giudicare il match, avrebbe indubbiamente appuntato sul suo
personalissimo cartellino un Il Figa 1 , la Figa 0.
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Il Frullino
Qualcosa di inaspettato fece la sua comparsa al limite del campo visivo diPrimo Zanotti, un ombra, un ombra dal suo passato. Quell'ombra aveva
varcato la soglia del locale , aveva salutato sia Luciano che Il Figa ed anche un
altro paio di altri avventori prima di accorgersi della sua presenza. - Primo!-
pronunci stupita - cazzo ce fai da queste parti!- gli disse a mo' di convenevole.
Primo aveva conosciuto Simona alcuni anni prima quando lavorava con Silvia
all'ospedale San Carlo. La ricordava come una bella persona. Si trattava di un
esemplare pi unico che raro di romana trasferitasi a Milano senza essersene
pentita. La sapeva usa a concedersi periodi di aspettativa durante i qualimetteva le sue credenziali di infermiera specializzata a disposizione di
benemerite organizzazioni di volontariato, al tempo in cui si conobbero era
appena tornata da sei mesi presso un ospedale di Emergency in Cambogia. Ai
tempi Silvia gli aveva mostrato la sua pagina di facebook colma di adesioni
alle pi disparate giuste cause dalla lotta contro la privatizzazione dell'acqua
al no al razzismo, al nucleare, alla TAV o al Dal Molin fino al sostegno dei
diritti dei popoli oppressi che via via potevano essere tibetani, saraui, curdi,
Kareen o palestinesi. Insomma la classica persona a cui sarebbe piaciutosalvare il mondo Primo nutriva sempre un senso di ammirazione per le
persone che volevano salvare il mondo le riteneva migliori di lui, pur essendo
intimamente convinto che il mondo non abbia nessuna voglia di essere salvato.
Le ultime sue notizie le aveva avute da Silvia, un poco preoccupata per la
giovane amica gli aveva detto ,alcuni mesi prima della sua tragica fine, che
Simona per via della sua mala abitudine di voler vedere solo il lato buono
delle persone si stava impegolando con uno stronzo di prima categoria e,
quando se ne sarebbe accorta sarebbe stato troppo tardi. Quella sera Simona
era entrata in quel pub a poche centinaia di metri da casa sua nella speranza di
incontrare qualche volto amico che la potesse distrarre dai funerei eventi del
pomeriggio. Tornata a casa dopo un primo turno particolarmente duro in cui
le era toccato alzare il lenzuolo sul volto di ben tre pazienti si era lasciata
andare sul divano, la televisione accesa trasmetteva una puntata dei Simpsons,
lei stava sbucciando un invitante Tarocco siciliano DOP nell'intenzione di
mangiarselo a spicchi. Suon il telefono era di nuovo Giorgio, non aveva
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nessuna voglia di sorbirsi le solite rotture di coglioni di quell'ex che ancora non
si rassegnava di esserlo, spense l'apparecchio e, poco dopo si addorment. In
sogno rivide l'operazione a cuore aperto a cui aveva assistito neanche duesettimane prima e finita male, riud il suono della voce del professor Ribocchi
pronunciare un l'abbiamo perso! a differenza del ricordo reale in sogno lei
guardava quella libbra di carne e ne percepiva un movimento, cercava quindi
di richiamare gli altri membri dello staff chirurgico urlando - ancora vivo,
ancora vivo!- ma nessuno la sentiva e continuavano a lasciare la sala
operatoria solo lei era rimasta e guardava quel cuore ferito pulsare e ne sentiva
il rumore sempre pi forte nella sua testa fino a che... si svegli. - Ma chi cazzo
bussa a 'sto modo come un ossesso - pens ad alta voce non appena desta.Alzandosi e avvicinandosi alla porta realizz che non poteva essere che lui e si
predispose a stampargli in faccia il pi deciso vaffanculo che avesse mai
ricevuto nella sua vita. Apr pi incazzata che mai e, prima ancora che potesse
aprir bocca venne raggiunta da un pugno in pieno volto che le tolse per
qualche attimo la coscienza della realt oggettiva. Si ritrov supina sol divano,
un puzzolente cencio le era stato infilato nella bocca e le impediva di urlare, il
peso di un corpo pi grande del suo le impediva di alzarsi, le sue mani erano
trattenute dietro la sua schiena da un unica altra mano, un' altra mano estraneale aveva cavato di dosso i pantaloni della tuta e le mutande e stava aiutando
un altra parte di quel corpo nemico a trovare la strada per le sue intimit .
Riusc a liberare il braccio sinistro con uno strattone e sent il tatto di qualcosa
di freddo, metallico, umido di succo di arancia. Riusc ad afferrare il coltello
per il manico e, con tutte le sue forze, sferr un colpo alla ceca. Fortuna volle
che il colpo raggiungesse il bersaglio e che la lama scivolasse tra le costole fino
a trafiggere il cuore. Con fatica si lev il cadavere di Giorgio dalla schiena e si
alz pronunciando quindi ad alta voce quella verit che da anni tentava dinascondere a se stessa Che vita di merda!-. Le sue decisioni successive
furono probabilmente influenzate dallo shock subito infatti decise di chiuderla
l, far sparire il cadavere e non pensarci pi. Decise che l'avrebbe fatto a pezzi
col frullino o flessibile come dicono qua al nord per poi farlo sparire pezzetto
per pezzetto nei normali sacchi della monnezza. Il congelatore in cantina le
avrebbe dato una grossa mano, congelando il corpo pensava avrebbe potuto
farlo a pezzi senza spargere brandelli di quella merda d'uomo ai quattro venti.
Scese ad accenderlo quindi trascin il cadavere per i piedi lungo il pavimento
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del soggiorno e lungo la rampa di scale. Usando come fulcro un tassello
infilato nel soffitto probabilmente dal precedente inquilino, us una fune per
sollevare il corpo fino all'altezza dello sportello e lo fece rotolare all'interno.Pass poi due ore a pulire quindi usc di casa visto che la consapevolezza di un
cadavere in cantina non la lasciava serena sotto il suo tetto. Fu quella stessa
consapevolezza che la convinse pi tardi ad aggregarsi a quel piccolo
drappello che aveva accettato l'invito a recarsi a casa di Primo per gustare
qualche fetta di polenta abbrustolita condita con gorgonzola o con una fetta di
speck oppure con il sugo di merluzzo.
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La colazione dei campioni
La serata si andava esaurendo nella notte e con lei la polenta e la bonarda. Lelibagioni furono intervallate da degustazioni dell'erbetta di Luciano, del nero
del Figa, del polline di Simona e della charas di Primo. L'ultima fetta di
polenta fu appannaggio di Simona che, non avendo trovato per tutto il giorno
il tempo di mangiare null'altro che un succoso tarocco, era anche la pi
affamata. La copr col sugo e fece a Primo un complimento sulle sue capacit
culinarie, si sent rispondere che la sua specialit erano le colazioni e che gliene
avrebbe preparata una eccezionale se solo si fosse trattenuta fino all'ora
propizia. L'ottimismo dell'ebrezza aveva ormai soppiantato il pessimismodella ragione e Primo pensava che ci fosse una reale possibilit che le distanze
tra lui e Simona potessero quella sera ridursi. Possibilit s reale ma
sicuramente non altamente probabile, Un serio allibratore avrebbe pagato non
meno di dieci a uno il concretizzarsi dell'evento. Rimase spiazzato quando lei
accett il suo invito. Non poteva sapere che la scelta operata era tra la sua
compagnia e quella di un cadavere in procinto di congelarsi ed anche se lo
avesse saputo probabilmente non ci avrebbe dato un gran peso. Aveva fame,
non certo di polenta, ma di carne, di carne viva, vibrante. Carne che assaggi
poco dopo che gli altri due ebbero mollato il colpo. Carne che lasci sulle sue
papille gustative l'inebriante per quanto leggermente acidulo sapore del
piacere. Dopo che la lingua riusc nell'impresa di stanare il piacere che Simona
estern nel grido dell'orgasmo si sent schienato e cavalcato dal voluttuoso
corpo della donna intersecato al suo. La malinconia del mattino era ormai
svanita, annichilita dalla cerveza, dalla ganja e sopratutto dalla concia e gli
occhi di Primo si chiusero sereni. Ragionamento analogo poteva valere per
Simona che, sostituendo concia con pinga nella trimurti del saggio Jos era
riuscita a lasciarsi per un frangente alle spalle il piccolo problema che
l'attendeva tra le mura di casa e serenamente addormentarsi per le poche ore
che la notte le poteva ancora concedere. Si svegli in ritardo per il lavoro, non
ebbe il tempo di gustare la colazione promessa eccezzion fatta per un modesto
rivolo di sperma che ingoi dopo averlo risucchiato dall'erezione mattutina del
suo amante e se ne and. No, disse che aveva un impegno e che per qualche
giorno non si sarebbero potuti vedere. L'impegno su cui Primo non si sent in
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diritto di indagare era il lungo armeggiare di frullino che l' attendeva a casa
sua dopo il lavoro. Il lavoro... Uno spettro che rischiava di doversi
rimaterializzare nella vita di Primo sempre che non fosse successo qualcosa prima o poi. Rimase qualche tempo a rifletterci su nel mentre si godeva il
tepore delle lenzuola poi si decise, si alz, accese il computer e cominci a
cercare il biglietto aereo pi economico per lasciarsi alle spalle il freddo
inverno di Milano.
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