ALESSANDRO PREVIATI
Una vecchia stalla trasformata
in asilo, dove i bimbi cresconoa
contatto con la natura e gli ani-
mali.ARivarolo, in frazioneAr-
gentera,haaperto l’agriasiloni-
do «Cascina Torrione». Il pri-
mo inCanavese, il quinto inpro-
vinciadiTorino.
L'idea è nata sulle orme dei
progetti realizzati, dal 2004 a
oggi, in altre aziende agricole di
Poirino (agriasilo «Il trenino»),
Chivasso («La Piemontesina»
in frazione Mandria), Leinì e
Settimo, dove gli agriasili han-
no dovuto far fronte ad un vero
e proprio boom di iscrizioni.
Una realtà nata negli ultimi an-
ni, che si basasuun’idea sempli-
ce: far crescere i bambini in un
ambiente ricco di stimoli e a
contatto con la natura. Dove
giocare all’aria aperta è parte
integrante del programma di-
dattico, con piante e animali da
scoprireeconoscere.
«Incontriamo sempre più
spessobambini che faticanoase-
dersi a terra perché hanno pau-
ra dell’erba - dice Paolo Odetti,
vicepresidente provinciale della
Coldiretti - gli agriasili aiutano a
superare problemi che sono figli
della modernità e che, fino a
qualcheanno fa, noneranonem-
meno ipotizzabili». È stata pro-
prio la Coldiretti a sostenere la
leggechehapermessoalleazien-
de agricole, come la Cascina
TorrionediRivarolo, la diversifi-
cazione delle proprie attività.
Promuovendo, in tutta la provin-
cia,anche lanascitadegliagriasili.
«Ladiversificazionedelmon-
do agricolo ne garantisce la so-
pravvivenza - aggiunge Odetti -
per questo la Coldiretti ha ap-
poggiato i progetti educativi
promossi dalle aziende, come
gli asili o le fattorie didattiche».
All’Argentera, ad esempio, do-
ve le strutture interne sono sta-
te ricavate in una vecchia stalla,
i bimbi potranno improvvisarsi
piccoli contadini. «All’interno
dell’azienda agricola di famiglia
abbiamo pensato a uno spazio
dedicato ai bimbi dai 6 mesi ai
tre anni - spiega la responsabile
Maria Signoroni, laureata in
Scienze dell’educazione -, un ni-
do dove i pargoli possono cre-
scere in un ambiente rurale, a
stretto contatto con la natura».
I bambini potranno osservare il
lavoro dei «grandi» e tra un gio-
co e l’altro, cimentarsi in attivi-
tà di semina, travasi e raccolta.
Vere e proprie sperimentazioni
sul campo,per rendereeffettivo
il legamecon lanatura.
Ferree le regole da rispettare
perottenere tutte le autorizzazio-
ni, perché l’agriasilo deve rispet-
tare alla lettera le norme di sicu-
rezza. Negli spazi interni, che ri-
cordano quelli di un asilo «cano-
nico» (non fosse che sui muri, al
posto di Winnie the Pooh, sono
disegnati peperoni e carote che
sorridono), e in quelli esterni, do-
ve i bimbi prendono contatto con
le piante e gli animali della fatto-
ria. «Sono cresciuta in questo
ambiente - aggiunge Maria Si-
gnoroni - dove ho apprezzato le
mille occasioni di creare nuovi
giochinell’aia.Mipiaceoffriread
altri bimbi questa opportunità».
Unicoproblema, sempreammes-
so che lo sia davvero, la limitata
disponibilità di posti. Ogni agria-
silo, infatti, può ospitare una
quindicinadibimbi.
Crescere nell’agriasiloNuove tendenze
Un ambiente naturale e ricco di stimoli è l’ingrediente principale dei nidi che nascononelle cascine alle porte della città. Con semina, travasi e raccolti è subito boom di iscrizioni
L’ultimo inCanaveseI primi agriasili nido sono sorti a Poirino, Chivasso, Leinì e
Settimo Torinese. L’ultimo nato è in Canavese
CINQUE STRUTTURE
La formula è sostenutada Coldiretti e coinvolge
le aziende agricole