Training Meta
300 clienti
35.000 partecipanti
25anni
900 gganno96%
clienti continuativi
5,66 su 6,00
soddisfazione
CertificazioneDNV
10 trainer
F (<T) = R2
Formazione per minor tempo uguale maggiori risultati
F =CR
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“NON C’È NIENTE DI PIÙ DIFFICILE, DI PIÙ PERICOLOSO O DI PIÙ INCERTO
CHE ASSUMERE LA RESPONSABILITÀ DI UN NUOVO ORDINE DI COSE, PERCHÈ L’INNOVATORE HA PER NEMICI TUTTI COLORO CHE SI TROVAVANO BENE NELLA SITUAZIONE PRECEDENTE E BLANDI SOSTENITORI IN TUTTI COLORO CHE POTREBBERO FARE BENE NELLA NUOVA.QUESTA RESISTENZA DERIVA …. IN PARTE DALLA PAURA DEGLI UOMINI CHE NON CREDONO PRONTAMENTE NELLE COSE NUOVE FINO A QUANDO NON NE DIVENGONO ESPERTI”
(N. MACHIAVELLI)
È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.
E’ più facile
Enrico IV
perdere un regno
che un’abitudine
CAMBIAMENTO
POSSO VOGLIO
ADDESTRARE MOTIVARE
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La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita ma, come legna da ardere, ha bisogno solo di una scintilla che la accenda, che vi infonda l’impulso alla ricerca e il desiderio di verità
Plutarco
EMOZIONI
Approvazione
Soddisfazione di una performance
Serenità
Orgoglio
Comprendere
Essere compreso
Gioia
Affetto
Fiducia
Impegno
Condivisione
L’ENTUSIASMO NON èUN CAMBIAMENTO
QUANTO RICORDIAMO?
Il 10% ciò che leggiamo Il 20 % di ciò che sentiamo Il 30% di ciò che vediamo Il 50% di ciò che vediamo e sentiamo Il 70% di ciò che diciamo L’80% di ciò che diciamo dopo aver valutato,
confrontato, elaborato, lavorato...... Il 90% di ciò che facciamo
Chi “sa” ma non “fa”
in realtà non “sa”
Sono le azioni che contano.
I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.
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Nessuno può insegnarequalcosa ad un altro uomo. Può solo aiutarlo a tirare fuori qualcosa che ha già dentro di sé.
Galileo Galilei
Metodologia didattica
1. Dimostrazione e analisi del proprio comportamento abituale;
2. Osservazione e riflessione di un comportamento diverso costruito con il contributo di tutti e proposto dal trainer;
3. Concettualizzazione e sistematizzazione teorica;
4. Sperimentazione attiva in aula;
5. Allenamento nella propria pratica per un ben calibrato periodo di tempo;
6. Rinforzo nel gruppo del risultato positivo ottenuto.
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capacità &conoscenze
emozioni
osserviamo
comportamenti & risultati
comportamenti & risultati
capacità & conoscenze
emozioni
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo
Gandhi
VALORI
Responsabilità
Disponibilità, ascolto, attenzione
Appartenenza
Tensione a migliorare
Creatività
Tensione al risultato
SicurezzaPassione
Coraggio di osare
Preparazione
Squadra
Poter fare la differenza
Cosa può fare azienda
Capi dare ricevere
info
Training dall’alto
Verifica efficacia (monitoraggio
auto-etero comportamenti prima e dopo)
Sistema valoriale coerente
Ridefinire le competenze e i comportamenti
Newsletter
Tutor durante
Community dopo
Intercettare e celebrare
le best practices
Evento iniziale
Evento finale
Follow-up,
coaching
I peccati del
formatore
Vuole piacere
Vuole stupire Io ok
tu non ok
Parla di sé
Incoerenza
Troppo aziendale
Capo commissione
internaConsiglia
Spiega cosa non fare
Giudica
Vuole omogenizzare
oltre le peculiarità individuali
Tuttologo
Vola alto, concettuale,
teorico
IL MAESTRO DI KARATE’
C’era una volta un maestro di karaté che aveva un allievo particolarmente dotato al quale avevainsegnato tutto ciò che sapeva.Quando il maestro si accorse di non aver più nulla da insegnargli gli disse che oramai il suoinsegnamento è finito.L’allievo aveva raggiunto una competenza tale che gli avrebbe consentito di continuare aesercitarsi anche senza il maestro. L’allievo fu felice e si sentì onorato di tanto riconoscimento.Passò del tempo e il maestro venne a sapere che il giovane andava dicendo che lui era più bravodel maestro.Il maestro non aveva nulla da insegnargli e anzi, se ci fosse stata una gara, sicuramente avrebbeperso.Il giovane era forte e fresco di apprendimento, mentre il maestro oramai era appesantito daglianni.Quando il maestro sentì questa diceria sorrise e organizzò una gara col suo allievo preferito: eracurioso di misurarsi.Il combattimento attrasse sia giovani spavaldi e sicuri di sé, desiderosi di mostrare che la forza ela resistenza sono propri di un corpo giovane, sia anziani maestri che speravano di evidenziareche la forza è nell’agilità mentale, che la resistenza è nella flessibilità, che la giovinezza è neldominio del corpo.Iniziò il combattimento e gli esperti notarono subito l’elegante leggerezza e l’essenzialità dellemosse del maestro.Ogni suo movimento nasceva da assenza di sforzo o tensione, ma da consolidata maestria, daintegrata armonia, badando solo a utilizzare la forza del giovane e a non disperdere la sua ininutili difensive.Chi osservava il giovane coglieva il lui sforzo, impegno, tensione, una sorta di distrazione dovutaalla ricerca della mossa giusta.Il combattimento andò per le lunghe. Sino a quando il maestro sorprese il giovane con unamossa del tutto nuova, con la quale vinse la gara.Riconosciuta la superiorità del maestro, il giovane gli si avvicinò e gli disse: “Non mi avevi maimostrato quella mossa”.E il maestro rispose: “Non avrei potuto. L’ho imparata adesso, grazie alla tua abilità”