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Cultura

NEL GREMBO DI TUA MADREDIO, LA NATURA E IL DIRITTO / 3ª EDIZIONE

Un ciclo di convegni sul diritto naturaleVenerdì e sabato all’Alberoni e in Fondazionel’iniziativa dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani

Il ruolo della donnafra religioni e popoliVocazione e genio femminile negli ordinamenti moderni

di LUCIO BERTOLI

enerdì 5 e sabato 6 otto-bre avrà luogo la duegiorni dei Giuristi Catto-

lici di Piacenza sul diritto na-turale. “Nel grembo di tuamadre” il titolo del convegnodi quest’anno, il terzo del ci-clo. Ospiti, come sempre,d’eccezione per un eventotutto al femminile sul ruolo ela vocazione della donna apartire dall’antropologia cri-stiana. Questo il programmadell’iniziativa dell’UnioneGiuristi Cattolici Italiani U-nione Locale Di Piacenza,presieduti da Livio Podrecca,in collaborazione con il Pon-tificio Istituto Giovanni Pao-lo Il per gli studi sul matrimo-nio e la famiglia.

E’ la terza edizione del Ci-clo di convegni sul diritto na-turale “Dio, la natura, il dirit-to” dal titolo “Nel grembo ditua madre”.

Il programma inizia ve-nerdì 5 ottobre, alle ore 21, al-l’Auditorium Santa Margheri-ta della Fondazione di Pia-cenza e Vigevano, con l’in-contro con Benito Perrone,avvocato in Milano - Diretto-re Rivista Justitia che parleràdel tema “Donna e famiglia:il contributo di Iustitia e deiGiuristi Cattolici” e con Mo-nika Bulaj, fotoreporter, an-tropologa, scrittrice che par-lerà di “Donne, nelle religio-ni, nei popoli”. Introduce l’in-contro Gaetano Rizzuto, di-rettore del quotidiano Li-bertà.

Sabato 6 ottobre alle ore 9,presso la Sala degli Arazzi del-

V

la Galleria Alberoni, si terrà ilconvegno “Nel grembo di tuamadre. Vocazione e geniofemminile negli ordinamentimoderni”. Tanti gli interventiche saranno moderati da al

prof. Francesco D’Agostino,presidente nazionale Ugci,ordinario di Filosofia del Di-ritto, Università di Tor Verga-ta, Roma, presidente emeritoComitato Nazionale Bioetica.

Apre Anna Maria Poggi, or-dinario di Diritto Costituzio-nale - Università di Torino,che presenterà “Lo specificofemminile nella Costituzionee nell’Ordinamento – riflessi

normativi di una trasforma-zione”.

Seguirà Lucetta Scaraffia,giornalista, Ordinario di sto-ria moderna Università lo Sa-pienza, Roma, che parlerà del

tema “Dalle suffragette allequote rosa - evoluzione di unmodello di donna e delle suerelazioni”. Terzo intervento diGabriella Gambino, docentedi Filosofia del Diritto - Uni-versità di Tor Vergata - Roma,sul tema “Il moderno dirittoal figlio ed il giudizio delledue madri di Re Salomone”.

Chiude la prima parte Oa-na Gotia, del Pontificio Istitu-to Giovanni Paolo Il per glistudi sul matrimonio e la fa-miglia, sul tema “Matrimonioe sottomissione reciproca deiconiugi nel magistero delBeato G. Paolo II”.

Nella seconda parte delconvegno intervengono suorMaria Barbagallo, già supe-riora generale CongregazioneMissionarie del S. Cuore diGesù, autrice del libro “Finoagli estremi confini del mon-do”, ed. Marietti e l’economi-sta piacentino Ettore GottiTedeschi.

Le conclusioni del conve-gno saranno tratte dall’avv.Livio Podrecca, presidenteUgci Piacenza.

Sempre sabato 6 ottobre al-le 16, presso la Galleria d’Ar-te Moderna Ricci Oddi av-verrà l’inaugurazione dellamostra fotografica “Donne”,di Monika Bulaj; la mostra re-sterà aperta presso la GalleriaRicci Oddi dfino al 4 novem-bre.

Sempre il 6 ottobre ci saràla presentazione del libro edella mostra fotografica “Spo-sa e madre”, di Giuseppe Ba-lordi; la mostra resterà apertapresso la Basilica di S. Anto-nino fino al 4 novembre.

A sinistra,“Ecce homo”di Antonello da Messina,custoditonel Collegio Alberoni; sopra, la giornalista e scrittriceCostanza Miriano,autrice di“Sposala,muori per lei”

In preparazione del convegno deiGiuristi Cattolici sabato edomenica,“Nel grembo di tuamadre”, pubblichiamo unintervento di Costanza Miriano sultema della maternità. Il tema saràprossimamente ripreso daiGiuristi Cattolici con riferimentoall’episodio biblico del giudiziodelle due madri, di Re Salomone.

di COSTANZA MIRIANO

econdo mio marito nonho il dono della sintesi.Deve essere per questo

che ascolta circa un decimodelle cose che gli dico, e am-metto che potrebbe essere unmetodo dotato di un suo sen-so, se non fosse che a volte trai nove decimi che non ascoltaci sono informazioni fonda-mentali, tipo che la macchinaha il serbatoio vuoto (trovomolto più comodo avvisaremio marito, piuttosto che an-dare dal benzinaio; è anche piùeconomico come metodo).

Comunque, dicevamo, nonavendo il dono della sintesi,faccio ora un grande sforzo neltentativo di definire la buonamadre (per quanto il mio ab-bordabile obiettivo esistenzia-le sia di essere una madre de-cente, mi accontento).

La donna, nonostante si cer-chi da ogni parte di negarequesta semplice evidenza, èchiamata principalmente a da-re la vita, in tutti i modi che lesiano possibili. Una vita chenon è solo biologica, quellache dà ai figli, ma che può es-sere anche solo la vicinanza, laprossimità a coloro che le si av-vicinano. Una vita da dare ai fi-gli, al marito, agli amici, a vol-te anche ai genitori. “La donna- come scrive Joseph Ratzinger- conserva l’intuizione che ilmeglio della sua vita è fatto diattività orientate al risvegliodell’altro, alla sua crescita, allasua protezione”. È innegabile

Sche la donna profondamenterealizzata, come l’ha pensataDio, abbia uno stile maternoanche nel lavoro, cioè lavoriper tirare fuori il meglio daglialtri, e non per schiacciarli. In-fatti le donne in carriera, quel-le che rinnegano la loro mater-nità nella professione, sono u-na caricatura di se stesse.

Questa chiamata alla donnaviene dal fatto di essere crea-tura: la sua identità non è scel-ta, ma donata, e proprio perquesta speciale vocazione. Ladonna è programmata per da-re la vita, tutto in lei serve aquesto, il corpo in grado di tra-sformarsi, la capacità di farepiù cose insieme (tutte male,mi dicono in famiglia), un o-recchio capace di decifrare illinguaggio dei bambini che an-cora non parlano (non esiste almondo un uomo che sappiadistinguere un pianto di neo-nato che ha una colichetta dauno che ha solo sonno). Alcu-ne di noi poi si mettono in te-sta di usare questo specialetraduttore di cui sono dotateanche con gli uomini adulti,cercando di indovinarne pen-sieri e desideri, e facendoli re-golarmente arrabbiare, maquesto è un altro discorso.

A me sembra che la donnache neghi questa sua speciale edefinitiva vocazione siaprofondamente infelice, anchequando cerchi di nasconderequesta infelicità persino a sestessa, soprattutto all’età in cuiil tempo dei figli è finito (anchese i giornali non lo ricordanomai, e trattano con naturalezzaneo madri quarantenni, primi-pare tardive, in realtà a 35 annila fertilità di una donna si ridu-ce della metà, per poi declina-re rapidamente). Allora comin-cia a pretenderlo, questo figlioprima rifiutato, o non messo alprimo posto della lista dellepriorità. A inseguirlo a qualsia-si costo, tentando tutte le viepossibili qui in Italia o magariandando all’estero.

Conosco tantissime donne –in certi ambienti di lavoro direiche sono anzi la maggioranza –che si accorgono a un certopunto di avere buttato la pro-pria vita dietro le chiacchieredei giornali e dei film, che lehanno invitate a cercare sestesse e a realizzarsi, prima diessere pronte a dare la vita. So-lo che purtroppo, contraria-mente a quanto dicono i film,non è vero che non è mai trop-po tardi, non è vero che c’è

sempre una seconda possibi-lità, non è vero che tutte le por-te sono sempre aperte. Sonodonne spesso molto tristi, ar-rabbiate, ferite dalla vita.

Il rifiuto e la pretesa dellamaternità sono due mostri ge-nerati dallo stesso peccato(che poi è sempre quello, quel-lo originale): il negare di esse-re creatura, di avere dei limiti

biologici e temporali, di nonessere, noi uomini, arbitri del-la realtà, quindi il non voler ac-cettare che noi non sappiamoda soli neanche cosa sia me-glio per noi.

La contraccezione, la libera-lizzazione dei costumi sessua-li, le tecniche di manipolazio-ne in vitro ci hanno messo inmano un potere che non sap-

piamo gestire, perché neanchenoi stessi sappiamo cosa c’ènel nostro cuore, e se lo seguia-mo lasciandoci guidare da luirischiamo di sbagliare, e disbagliare pesantemente, senzacontare il male che facciamo aibambini che trattiamo comese noi fossimo i padroni delleloro vite.

La Chiesa è nostra madre, econ saggezza materna ci inse-gna quello che ci fa stare bene,e quando ci dice come è me-glio vivere la sessualità non lafa perché è sadica, e si divertea toglierci il piacere. Sa che vi-vere la sessualità secondo Dioci custodisce, ci impedisce ditrovarci a un certo punto dellavita soli e infecondi (ed è tuttaun’altra cosa quando i figli nonarrivano, ma non perché ci si èchiusi a questa possibilità, e sipuò vivere con accoglienza an-che questa dolorosa mancan-za, che magari può diventareapertura verso altre necessità,perché il mondo ha sempre ein mille modi bisogno di madrie padri generosi).

E allora? - come direbbero imiei figli quando mi invitano astringere, a tagliare corto conla predichella, come la chia-mano loro. Allora il compito dinoi cattolici, e soprattutto cat-toliche – perché sono soprat-tutto le donne chiamate a cu-stodire la vita – è mostrare conla nostra vita la profonda ra-gionevolezza, la convenienza,oserei dire, di un’apertura allavita nel matrimonio così comece la insegna nostra madre, laChiesa. Di fronte alla nostra fe-licità le paladine della mater-nità come diritto – sono io chedecido se, e come, e quando –e non come dono – Dio sa co-sa è meglio per noi e per i suoifigli che ci vuole affidare – difronte a questa felicità, dicevo,non ci saranno proteste e ma-nifestazioni di piazza e riven-dicazioni che terranno.

La buona madre è chiamata a dare la vitama le donne in carriera non ci pensanoLa scrittrice Costanza Miriano nel suo libro“Sposala, muori per lei”affronta il tema che sarà presto ripreso a Piacenza dai Giuristi cattolici

La schedaCOSTANZA MIRIANO è nata 41anni fa a Perugia e vive a Roma.Sposa e mamma di quattro es-seri che sarebbe ottimistico eincauto definire bambini, duedi razza maschile e due femmi-nile, un tempo era laureata inlettere classiche, ma attualmen-te studia le tabelline.Aspirante casalinga, attualmen-te è giornalista alla RAI, tg3 na-zionale (ma collabora anchecon Avvenire e Il Timone). E’cat-tolica fervente, e, convinta chein cielo si vada solo per racco-mandazione, cerca sempre deicanali preferenziali per arrivareal Capo Supremo.Trova che lamessa e il rosario siano quelliche funzionano meglio.Non c’è molto altro da aggiun-gere al suo curriculum, se nonche ha corso varie maratone, ilche poi è venuto utile nel gesti-re una famiglia estrema.“Sposati e sii sottomessa”è ilsuo primo libro, uscito nel feb-braio 2011 edito da Vallecchi.“Sposala e muori per lei”, il se-condo libro, uscito il 19 settem-bre 2012 edito da Sonzogno.La copertina del libro“Sposala,muori

per lei”di Costanza Miriano

LIBERTÀMartedì 2 ottobre 2012 37

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