LUXURY HOTELS
febbraio 2O2014
NH COLLECTION GRAND HOTEL CONVENTO DI AMALFI
UN CONVENTO E 800 ANNI DI STORIA Eleonora Biraghi
Amalfi è un sogno che si è materializzato tra il mare e la monta-
gna, è l’antica carta di pregio che producevano le sue cartie-
re, è la Cattedrale di Sant’Andrea in stile arabo siciliano
costruita nel 987, oltre 10 secoli fa. È la costiera che
sale e scende di fronte al mare mettendo
a dura prova i nervi di chi si trova al volante ma regalan-
do anche scorci di rara bellezza. È il desiderio di milioni
di turisti che amano l’Italia e non si fanno mai manca-
re una sosta di fronte a un mare che ha la profondità di
un oceano e i colori dell’indaco. Amalfi è tutto questo e
molto altro ancora. È anche uno dei più begli alberghi
del Mare Mediterraneo, vale a dire del mondo per-
ché il Mediterraneo è il più bel mare del pianeta:
si tratta del Grand Hotel Convento di Amalfi del-
la NH Collection, destinato nel prossimo futuro a
diventare un Anantara, il marchio di maggior pre-
gio della Minor Hotels, la holding alberghiera
internazionale con sede a Bangkok, in
53 camere ricavate dalle antiche celle dei monaci, due ristoranti legati alla tradizione ma anche alla cucina italiana più innovativa, un parco botanico ricco di essenze arboree secolari, orti e frutteti, Spa e palestra, il tutto letteralmente abbarbicato alla montagna su cui si appoggia e che sovrasta l’antico convento del 1212 oggi diventato un hotel di categoria 5 stelle Lusso
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
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Thailandia, che ha acquistato gli NH Hotels aggiun-
gendoli ai brand del gruppo: Avani, Elewana, Oaks,
nhow, Tivoli, un portfolio di 530 alberghi in 53 Paesi
del pianeta dall’Asia all’Europa.
La compagnia è stata fondata nel 1967 dall’ameri-
cano William E. Heinecke, allora diciassettenne. Nel
nome, Minor, ricorda la giovane età del suo fondato-
re, all’epoca minorenne. Il primo albergo è del 1978,
il Royal Garden Resort a Pattaya, sulla costa nordo-
rientale del golfo di Thailandia.
“L’albergo è nato come convento nel 1212, oltre otto
secoli fa” esordisce Giacomo Sarnataro, che ne è il
General Manager. “È diventato locanda a partire dal
1813 quando il re di Napoli, Gioacchino Murat, im-
posto sul trono dal cognato Napoleone Bonaparte,
imperatore di Francia e re d’Italia, secolarizzò i con-
venti del regno. È diventato albergo nel 1850. È pas-
sato attraverso molte mani e diverse vicissitudini fi-
no ad approdare in NH Collection nel 2009 che l’ha
profondamente ristrutturato restituendogli il fascino
della sua incredibile storia, davvero unica, portandolo
da subito alla categoria delle 5 stelle e da quest’anno
alle 5 stelle Lusso. Si distende ad arco per oltre 500
metri lungo la montagna che gli fa da base e lo pro-
GIACOMO SARNATARO, GENERAL MANAGER “Sono napoletano figlio di
napoletani. Sono nato nel 1970.
Mio padre era un noto cuoco e
ristoratore in città, prima a Posillipo
e poi all’Hotel Cristal, vicino alla
stazione ferroviaria centrale. Morì
che avevo solo 14 anni. Da lui
ho ereditato l’amore per il lavoro
ben fatto, per la famiglia, e una
forte propensione per la cucina,
anche se non sono mai stato
cuoco. Ho frequentato l’istituto
alberghiero Ippolito Cavalcanti
di Napoli. Ho iniziato a lavorare
fin dalla prima stagione estiva a
cavallo tra il primo e il secondo
anno scolastico. Dopo il diploma,
la Svizzera a Losanna presso
il Lausanne Palace & Spa, di
categoria 5 stelle, dove ho seguito
anche corsi di formazione. Ho
conosciuto Gualtiero Marchesi
e con lui sono stato a Erbusco,
nella Franciacorta lombarda,
nel ristorante che portava il suo
nome, a Mosca, a Parigi. Tornai
in Italia ed entrai in Jolly Hotels
al De la Gare di Bologna. Vi
entrai come F&B Manager. Era il
1996. Poi andai al Grand Hotel
Principe di Piemonte di Viareggio,
sempre come F&B Manager. Il
mio obiettivo era di arrivare alla
direzione d’albergo. Ci riuscii
andando a Marina di Pietrasanta a
dirigere il Mondial Resort & SPA. È
lì che conobbi per la prima volta il
direttore di Hotel Domani quando
venne a scrivere un articolo sul
nuovo albergo. Il salto di qualità
è dell’anno successivo quando
mi chiamarono a dirigere l’Hotel
Cæsius Termæ Spa Resort, a
Bardolino sul Lago di Garda. Era il
2009. Ci sono rimasto sei anni. Il
2015 è stato l’anno della direzione
del Chervò Golf Hotel Spa Resort di
Pozzolengo, sempre nei pressi del
Lago di Garda. Nel 2016 assumo
la direzione generale dei 6 hotel
del Gruppo Italica Hotels. Nel
2017 una bellissima esperienza a
Capri presso lo storico Hotel La
Palma. Infine, nel febbraio 2018, la
Costiera amalfitana, nel prestigioso
Grand Hotel Convento di Amalfi
della NH Collection, di categoria 5
stelle Lusso. Sono un marito felice
e un padre entusiasta dei suoi
due monelli, un maschio e una
femmina, di 7 e 11 anni. Dirigere
alberghi è impegnativo ma è
anche la più bella professione del
mondo.”
L’antico chiostro del convento
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tegge alle spalle, con il Cilento sul versante meridio-
nale di questa sorta di golfo e la penisola sorrentina
e Capri in direzione Ovest. Alle spalle, i Monti Latta-
ri, che ci proteggono dai venti del Nord. Il fabbricato
dell’hotel copre il lato occidentale del complesso al-
berghiero che sul lato opposto propone una dozzina
di terrazze coltivate, di cui cinque accessibili ai no-
stri ospiti, dove l’orto si alterna ai giardini, alle piante
da frutta e da ornamento. C’è una araucaria di 180
anni e un’infinità di altre essenze arboree che fan-
no del Convento un vero e proprio parco botanico.
Caratteristica davvero originale del nostro parco: ci
sono i colibrì, l’uccello più piccolo del mondo. Ori-
ginari delle Americhe, sono arrivati in costiera come
molti altri abitanti e turisti del Nuovo Mondo. Ci si
sono trovati così bene da diventare stanziali. La par-
te orientale del Convento di Amalfi termina con la
piscina a sfioro, supportata anche dal ristorante de-
dicato, molto utilizzato per la ristorazione di mezza
giornata. Da provare le granite all’arancia e ai limoni,
frutti che provengono direttamente dal nostro frut-
teto come tutte le essenze odorose, i pomodori, le
melanzane, gli ortaggi e le verdure del nostro orto.
Invitiamo i nostri ospiti, che dotiamo di appositi ce-
stelli, a cogliere direttamente ciò che vogliono farsi
preparare a pranzo o a cena per poi portarlo diret-
tamente in cucina.”
IL PRESIDIO DEL TERRITORIO “L’albergo
è di proprietà del Comune di Amalfi, NH Collection
lo gestisce con un contratto di management del-
la durata di oltre 30 anni” spiega Sarnataro. “È aper-
to 10 mesi l’anno, dal mese di marzo, in coinciden-
za con il periodo della Pasqua, al mese di gennaio
dell’anno successivo. Siamo il più importante pre-
sidio del territorio, anche per la durata dell’aper-
tura. È una scelta di responsabilità e condivisione
nei confronti della comunità amalfitana, che vive
Colazione in terrazza con splendida vista su Amalfi, un vero lusso
Il Convento di Amalfi è un vero e proprio parco botanico con una dozzina di terrazze coltivate, di cui cinque accessibili agli ospiti
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l’albergo e la sua terrazza per esempio per cocktail e
cene, ma che lo frequenta anche in occasione degli
eventi che organizziamo, come i mercatini di Natale
che si svolgono nell’antico chiostro dal sapore forte-
mente arabeggiante. La chiesa del Convento è con-
sacrata e il parroco di Amalfi vi celebra i matrimoni
quando i nostri ospiti lo richiedono”.
“Disponiamo di 53 camere, lo staff ammonta a 73
collaboratori, la gran parte del territorio, senza tener
conto di tutti i servizi, come il marketing, il revenue,
la comunicazione e la contabilità, che sono gestiti in
comune dalla sede centrale della nostra compagnia
IL FORTE SENSO DEL GENIUS LOCI, LEGATO ALLA STORIA CONVENTUALE DELL’HOTEL, SI RITROVA IN PRIMIS NELL’ARCHITETTURA
Le celle dei monaci sono state accorpate per dare più spazio alle camere con bagno
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alberghiera. La qualità e umanità dello staff è come
sempre il vero segreto dell’accoglienza e dell’ospi-
talità in albergo. Delle 53 camere, oltre alle sette do-
tate di jacuzzi esterna, c’è la suite dell’Eremita, nella
zona più elevata dell’albergo, addossata alla monta-
gna, con mini-piscina. Gode di un’indubbia, esclu-
siva privacy. La si raggiunge solo superando alcu-
ne rampe di scalini. Nel 2019 abbiamo riaperto con
la categoria del 5 stelle Lusso. L’albergo esprime un
forte senso del Genius Loci legato per l’appunto al-
la sua storia conventuale che si ritrova per esempio
nell’architettura a volta dei corridoi e delle camere
dove le celle dei monaci sono state accorpate per
ricavare ambienti più ampi, dotati anche dei bagni,
interamente rivestiti in marmo travertino. Le camere
sono pavimentate in cotto antico. La suite dove vi-
veva il Priore ha conservato anche gli affreschi ori-
ginali del soffitto. Sette camere con ampie terrazze
sono state dotate di jacuzzi esterna, portate in con-
vento con elicotteri, l’unico modo per trasportarle: in
passato qui si arrivava solo a piedi o con i muli. L’al-
bergo è dotato anche di Spa riservata ai soli ospiti e
di due palestre con attrezzatura Technogym, una su
una terrazza all’aperto, l’altra in un locale al chiuso.
La biancheria da camera e da bagno è firmata Pe-
dersoli, come pure i candidi piumini dei letti quadra-
ti di due metri di lato.”
“La ristorazione è il fiore all’occhiello dell’albergo”
continua Sarnataro. “Disponiamo di due chef: Na-
tale Giunta, nostro consulente, originario di Termi-
SE INCONTRATE UN FRATE CAPPUCCINO… Se svoltando un angolo di uno dei tanti corridoi dell’albergo, o mentre avanzi meditando in una delle terrazze a picco sul mare con Amalfi negli occhi a due chilometri di distanza, o mentre scruti la montagna che aggetta sulla tua testa mentre sei nell’antico chiostro, o il cuore perde un battito mentre ti confronti con l’infinito blu del mare di fronte e ti sovviene il verso finale dell’Infinito di Leopardi (il naufragar m’è dolce in questo mare), mentre tutto questo avviene ti imbatti all’improvviso in un monaco, il saio scuro, il cappuccio calato sulla testa, la barba bianca, lo sguardo perso nel tempo, carico di anni e pensieri imperscrutabili, saluta con gentilezza, non far caso se risponderà o meno al saluto immerso com’è da sempre nei suoi affanni: è il Priore del Convento di Amalfi che vive da secoli in quella che era la sua magione e la magione dei suoi confratelli dove si preoccupava che i fraticelli lavorassero e pregassero senza
lasciarsi tentare dal vizio del cibo e della lussuria o da quello dell’ozio. Guai ai colpevoli: sarebbero stati legati a un pilastro del chiostro, alcuni anche battuti con il bastone per ricordare loro che la vita è innanzitutto penitenza oltre che impegno e lode al Signore. Era stata la lezione impartita da Benedetto da Norcia, così severo con i suoi monaci che alcuni
avevano anche cercato di avvelenarlo: essere monaco non significa essere santo... C’erano i Normanni in Sicilia e sulla costa amalfitana nel 1212, giusto dietro l’angolo del tempo, quando il cardinale Pietro Capuano fece costruire un Cenobio sul colle del Falconcello, un’ampia terrazza che si addossa alla montagna seguendone il corso che in quel tratto disegna un arco. La montagna in quel punto crolla in verticale verso il mare mostrando, all’epoca, una ampia grotta in prossimità di una chiesetta, di S. Pietro a Toczolo, che nel 1213 fu unita al monastero. Amalfi è di fronte, a un paio di chilometri in linea d’aria verso Sud. Papa era Celestino III (sul finire del secolo sarà la volta di Celestino V, il primo papa a dimettersi nel 1294, non l’ultimo visto che nel 2013 si sarebbe
dimesso un secondo papa, Benedetto XVI). Imperatore era Federico II di Svevia, stupor mundi per i suoi contemporanei ma anche una gatta da pelare per i papi, che lo scomunicheranno più volte. Che secolo, quel secolo…Amalfi era stata una delle repubbliche marinare, in gara e spesso in lotta con Venezia, Genova e Pisa, ma anche con gli aragonesi della lontana Barcellona, poi assoggettata dai Normanni dell’entroterra. Del suo recente splendore aveva conservato l’orgoglio, una monumentalità che ancora oggi ci stupisce, un’abitudine ad andare per mare quando la navigazione era a dir poco perigliosa stante le dimensioni assai ridotte e la precarietà intrinseca delle navi di legno, la mutevolezza dei venti che spingevano le vele latine issate sull’albero maestro, la rabbia del mare che poteva trasformare una felice giornata di navigazione nell’incubo più atroce. Il monastero, eretto sulla roccia ma anche abbarbicato letteralmente alla montagna, fu affidato ai monaci cistercensi che nel corso del tempo seppero farsi riconoscere beni e privilegi per poter mantenere il piccolo manipolo di unti del Signore che svolgevano anche un ruolo di presidio del territorio nei confronti dei pericoli che arrivavano dal mare (c’erano i saraceni all’epoca, poi sarà la volta dei turchi) e di conservazione della cultura attraverso il lavoro di copiatura degli antichi manoscritti conservati nel convento. Nel 1583, dopo alterne vicende, arriveranno i monaci cappuccini (quelli dall’abito nero) che vi resteranno fino al 1813 quando Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte, un senzadio francese diventato re di Napoli nel 1808, caccerà i monaci. Murat sarà fucilato dai Borbone nel 1815, come si conviene a chi non rispetta il saio e la berretta, il monastero diventerà locanda e poi albergo subendo anche qui diverse vicissitudini come accade a chi ha accumulato troppa storia. La più recente è legata a un marchio siciliano, i Framon Hotels, acquisito in seguito da un marchio spagnolo, gli NH Hotels, oggi acquisiti a loro volta da Minor Hotels, un marchio internazionale con sede a Bangkok, in Thailandia, che vanta un portfolio di ben 530 alberghi sparsi in 53 Paesi. Il futuro? Diventato già hotel di categoria 5 stelle Lusso come NH Collection, il passo successivo sarà inalberare, primo in Italia, il prestigioso brand Anantara (Hotels, Resorts, Spas). Non chiedete lumi al Priore, lui difficilmente risponde…
Nella chiesa del Convento vengono celebrati anche matrimoni quando gli ospiti lo richiedono
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TRA TRADIZIONE E CREATIVITÀ Se arrivi da Agerola o da
Sorrento, alla periferia orientale
di Amalfi subito dopo il tunnel
che immette nella cittadina,
trovi i vetturieri del Grand
Hotel Convento di Amalfi che
si prendono cura della tua
auto, scaricano i bagagli e ti
accompagnano all’ascensore
che sale al secondo piano
dell’albergo; qui trovi un altro
ascensore che sale a sua volta al
quinto piano, dove ti accolgono
alla reception. L’albergo si
arrampica sulla montagna,
come la gran parte degli
edifici di Amalfi, e gli ascensori
consentono di superare i
dislivelli del terreno che una
volta erano appannaggio dei
muli o del sudore di chi saliva a
piedi lungo la mulattiera.
Ce ne sono cinque per gli
ospiti, due riservati al personale.
L’albergo è una sorta di labirinto
nel quale è piacevole perdersi:
alla fin fine si arriva sempre
da qualche parte o incontri
gentilissimi impiegati che ti
indirizzano laddove volevi
andare. Impossibile incontrare
il burbero “ghisa” milanese che
voleva portare in manicomio
Totò e Peppino che gli
chiedevano indicazioni “par
andare dove dobbiamo andare”.
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21febbraio 2O20
ni Imerese, in Sicilia – diventato famoso in televisio-
ne con La prova del cuoco, il programma condot-
to da Elisa Isoardi – e Claudio Lanuto, livornese con
genitori campani, classe 1982, chef del ristorante I
Cappuccini. Vicino alla piscina, il ristorante La Cano-
nica per la ristorazione di mezza giornata. Un’altra
novità dell’albergo riguarda la nostra esclusiva app
Grand Hotel Convento di Amalfi (an interactive jour-
ney experience) realizzata da Maggioli Musei - inte-
rattiva con contenuti multimediali e realtà aumenta-
ta - che si può scaricare da App Store o Google Play.
Sparsi per l’albergo ci sono piccoli leggii che consen-
tono, puntando lo smartphone o il tablet, di mette-
re a confronto la realtà odierna, del convento come
del territorio, con ciò che era nel passato più recente
o più remoto. È anch’essa un’esperienza eccitante.”
LA STRUTTURA È DI PROPRIETÀ DEL COMUNE DI AMALFI. NH COLLECTION GESTISCE IL 5 STELLE LUSSO CON UN CONTRATTO DI MANAGEMENT DELLA DURATA DI OLTRE 30 ANNI
La parte orientale del Convento di Amalfi termina con la piscina, supportata da un ristorante dedicato
La suite dell’Eremitacon mini-piscina, nella zona più elevata dell’albergo, addossata alla montagna
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