una sanitàmigliore
UN TUO DIRITTO, UN NOSTRO DOVERE
DAL PIANO DI RIENTRO ALLA LEGGE 05/09 DI RIFORMA DEL SISTEMA SANITARIO AL NUOVO S.S.R. (SERVIZIO SANITARIO REGIONALE)
DOPO LA PUBBLICAZIONE DELLA LEGGEREGIONALE DI RIORDINO DEL SISTEMASANITARIO, É NECESSARIO ACCOMPAGNAREE SOSTENERE IL PROCESSO DICAMBIAMENTO CHE NE È SCATURITOOFFRENDO A TUTTI I DATI NECESSARI PERUTILIZZARE PIENAMENTEI SERVIZI CHE IL NUOVO SISTEMA OFFRE E FARCONOSCERE FINO IN FONDO GLI ELEMENTIDI NOVITÀ CHE SONO STATI INTRODOTTI
AFFRONTARE LA SFIDA E IL CAMBIAMENTOIl 7 giugno 2008, si è insediato l’Assessore per la Sanità
del governo Lombardo, Massimo Russo, a cui è stata affidatauna “missione impossibile”, con un sistema ingovernabile
e il commissario dietro l’angolo. L’incarico è iniziato da alcuni puntifermi, davanti a molte incertezze: al centro del sistema il
cittadino, anzi la persona umana, che non solo deve esserecurata ma di cui il sistema deve innanzitutto “prendersi cura”.
Le scelte che si assumono in Sanitàdevono essere comunicate con correttezza e precisione.Questi i due punti cardinali per guidare l’azione amministrativa
applicando pienamente e semplicementel’articolo 32 della Costituzione italiana,
che definisce la tutela della salute come un fondamentale dirittodell’individuo e un interesse della collettività.
L’Assessorato ha iniziato il proprio lavoro inmodo trasparente per recuperare, innanzitutto, ilrapporto di fiducia tra istituzione e cittadini,seguendo una strada sintetizzata in “4 erre”: rego-le, rigore, risultati, responsabilità. Nelle regole ingenere c’è la sintesi dell’interesse comune.
Sono questi i valori imprescindibili di una sanaazione politico-amministrativa che: deve rapportar-si con il necessario controllo sociale che parte dalbasso e cioè dagli utenti, dai cittadini, che devonoottenere il rispetto dei propri diritti, denunciareincapacità e abusi, collaborando con senso civicoal buon funzionamento del sistema. Che deve esse-re affidato alla responsabilità di soggetti capaci,scelti sulla base della competenza e non dell’appar-tenenza, sottoposti ad un sistema efficiente di con-trollo della loro attività e di valutazione della loroprofessionalità.
A giugno 2008 l’Assessorato ha ricevuto in ere-dità una situazione economica pesantissima: a fron-te di un fondo sanitario di circa 8 miliardi di euro ilsistema produceva deficit tra 800 milioni e un
miliardo di euro annui per sostenere un’organizza-zione sanitaria poco efficiente, dispendiosa e pergiunta insoddisfacente nel giudizio dei cittadini.
Un dato esprime bene questa difficoltà: nel2007 la sanità siciliana è costata un milione di euro– cioè 2 miliardi di vecchie lire - ogni ora. E per dipiù, cosa intollerabile, le prestazioni offerte ai citta-dini erano mediamente meno adeguate rispetto aquelle di molte altre regioni d’Italia. Era necessario,dunque, tagliare gli sprechi, riqualificare la spesama, soprattutto, riorganizzare il sistema.
Si tratta di normali concetti aziendali in base aiquali : le strutture sanitarie devono essere funziona-li alle attività e alle prestazioni realmente necessa-rie, guardando al reale fabbisogno dei cittadini rile-vato dai dati epidemiologici e con sperimentateprocedure di analisi statistica.
In questi mesi, si è utilizzata una parola sempli-ce e complessa al tempo stesso: appropriatezza.Offrire cure non appropriate significa curare male ilcittadino e spendere male i soldi pubblici. Peresempio: troppi ricoveri in ospedale o non sono utilio durano più del necessario, quindi non rispondonoall’esigenza di salute e costano tantissimo allecasse pubbliche, più o meno 600 euro al giornoper ogni posto letto per acuto.
Bisogna diversificare l’offerta sanitaria, poten-ziando le strutture diverse da quelle ospedaliere,favorendo l’integrazione tra ospedale e territorio,ovviamente senza mai limitare l’assistenza sanitariama anzi sviluppandola ulteriormente, avvicinandola
regole, rigore,risultati,responsabilità:nel 2007 la sanitàsiciliana è costataun milione di euroogni ora
METODO
PUNTO DI PARTENZA
ai cittadini, eliminando sprechi, duplicati e ritardi. Tutti concetti che poi hanno trovato pieno
riscontro nei due più importanti provvedimentiriguardanti la sanità: la legge di riordino del sistemasanitario regionale e il decreto di rimodulazionedella rete ospedaliera, entrambi espressamenterichiesti dal cosiddetto “Piano di Rientro”.
Esso è un vero e proprio contratto, un accordosottoscritto il 31 luglio 2007 tra il Ministero dellaSalute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze eil precedente governo della Regione.
Si può assimilare ciò a quanto accade in unafamiglia in cui entra uno stipendio di 1.500 euro ese ne spendeva costantemente 1.700, facendoricorso a prestiti e mutui. Ad un certo punto il cre-ditore si è stancato e ha chiesto la restituzionedelle somme prestate. Lo ha fatto intelligentemen-te, invitando a una vita più morigerata che prevedemeno spese per cose non indispensabili e offrendotempi e modi razionali per avviare un percorso vir-tuoso di miglioramento della vita familiare, minac-ciando in caso contrario il pignoramento della casae dei beni.
Ecco, il “Piano di rientro”, in sostanza, è proprioquesto: uno strumento necessario per riportareordine nei conti, stimolare il necessario cambia-mento nell’organizzazione sanitaria, agganciato apremialità, ma anche a gravi sanzioni e cioè il com-
missariamento in caso di violazione delle preciseobbligazioni assunte dalla nostra Regione.
Questa è stata la strada seguita fin dall’inizio,adottando provvedimenti di razionalizzazione dellaspesa che spesso sono stati presentati strumental-mente come impopolari ma che invece impopolarinon sono perché, è bene dirlo in modo molto chia-ro, quel deficit di quasi un miliardo di euro lo paghia-mo noi cittadini siciliani con un aumento dell’Irpef edell’Irap.
Una situazione davvero intollerabile perché nonè corretto chiedere contributi ai cittadini e poi forni-re servizi inefficienti all’interno di un sistema carat-terizzato da sprechi, disorganizzazione e incapa-cità.
Ci sono medici, infermieri e operatori dellasanità che ogni giorno, in silenzio fanno fino infondo il proprio dovere in condizioni spesso diffici-li, se non difficilissime, a causa di un sistema strut-turalmente inadeguato che spesso ne ha mortifica-to la professionalità. Sono persone di buon sensocui ridare fiducia, mezzi e possibilità.
Ci sono malati e, insieme a loro, i familiari chehanno sopportato sprechi, cure, terapie, e accerta-menti sbagliati al momento sbagliato, nonchè inef-ficienze amministrative sulla loro pelle. Sono perso-ne a cui dare ascolto perchè hanno il diritto di espri-mere la loro opinione sul modo in cui devono poteravere accesso alle cure e di conoscere i dati inbase a cui vengono assunte decisioni della pro-grammazione sanitaria, che non possono non
PIANO DI RIENTRO
Se in una famigliaentra uno stipendio di
1.500 euro ene spende
costantemente 1.700ad un certo punto il
creditore si stanca echiede la restituzione
delle somme prestate.Quel deficit
di quasi un miliardo dieuro lo paghiamo
noi cittadinisiciliani con unaumento dell’Irpef
e dell’Irap
rispondere a un principio di costo/efficacia.Il percorso virtuoso che l’Assessorato ha intra-
preso, grazie anche al lavoro responsabile di moltepersone dell’Ufficio che hanno scelto di condividerequesta sfida, ha prodotto risultati di grandissimaimportanza. In meno di un anno si è risparmiato piùdi 400 milioni di euro, andando perfino oltre le piùrosee previsioni, come verrà dimostrato al “tavolotecnico” ministeriale a fine giugno 2009. A dicem-bre, proprio in virtù di una palese inversione di mar-cia, è stato sbloccato un mutuo trentennale di duemiliardi e 800 milioni di euro, all’economia siciliana,pagando tutti i creditori che aspettavano legittima-mente da mesi o da anni il riconoscimento dei lorocrediti.
In ordine alla modalità del pagamento unarecente direttiva impone che lo stesso avvenga inrigoroso ordine cronologico in modo da garantirecertezza e trasparenza dei tempi ai fornitori.
E altre centinaia di milioni di euro saranno recu-perati, dopo l’esame dei bilanci che certificheran-no, nero su bianco, i risultati conseguiti da questaamministrazione.
Ci sono, insomma, le condizioni perché vengaridotta la pressione fiscale per i cittadini e dimo-strato in maniera tangibile che gli sforzi hannoprodotto risultati pratici in termini economici oltrea prevedere una più apprezzata risposta ai bisognidi salute.
Si è voluto considerare il “Piano di rientro” unaeccezionale opportunità di riordino strutturale
creando le premesse – grazie alla legge di riformaapprovata il 25 marzo scorso – per un sistemasanitario più snello ed efficiente.
Se la Sanità siciliana avesse ampiamente soddi-sfatto le esigenze di salute dei siciliani, si sarebbepotuto giustificare in qualche modo l’enorme defi-cit. Nemmeno questo. D’altra parte è provato chele Regioni italiane più virtuose sono anche quelleche spendono meno.
E così la prima cosa da constatare dolorosa-mente, e contrastare attivamente è che molti citta-dini vanno a curarsi fuori dalla nostra regione. Emolto spesso accade che paradossalmente ricevo-no le migliori cure proprio dalle mani di medici sici-liani che sono dovuti andare via dalla propria terra.Forse, sarebbe meglio dire, che sono stati costret-ti, nei fatti, a cercare fortuna altrove.
I “VIAGGI DELLA SPERANZA”
Per i viaggidella speranzaabbiamo speso 1 miliardo e 250milioni di euro.
Questo è il mortificante capitolo dei viaggi dellasperanza.
La tabella, che racchiude i dati degli ultimi cinqueanni, dice che abbiamo speso più di 1 miliardo e 250milioni di euro. Quanti ospedali si sarebbero potuticostruire? E quanti poliambulatori? Per non parlaredel notevole costo sociale sostenuto dai familiari del-l’ammalato nonché del disagio derivante dall’affronta-re cure lontano dall’ambito familiare. Il dato sta asignificare che i cittadini siciliani o non si fidano dellestrutture siciliane o non trovano le giuste ed appro-priate risposte alle loro esigenze di salute.
Per approntare le giuste soluzioni, dunque, èinnanzitutto necessario sviluppare le opportune“diagnosi” e dunque recuperare in modo rigoroso escientifico tutti i dati di conoscenza per poter inter-venire con una adeguata “terapia”.
La Sicilia è tra le prime regioni italiane per l’ele-vatissimo numero di ricoveri ospedalieri. Il nostrotasso di ospedalizzazione è del 249 per mille abi-tanti, di gran lunga superiore al tasso del 180 permille previsto dalla normativa nazionale.
RICOVERI OSPEDALIERI
Le strutture esistenti in Sicilia prima dell’entrata in vigore della legge di riordino.
Il nostro tasso di
ospedalizzazione èdel 249 per
mille abitanti, di
gran lunga superiore
a quello del 180 per
mille previsto dalla
normativa nazionale
Nel 2007 sono stati effettuati 737.667 ricoveriordinari (tasso di ospedalizzazione del 147 permille) e 509.633 per trattamenti in ricovero diurno(102 per mille). In Regioni più virtuose il tasso diospedalizzazione complessivo è intorno al 150 permille. Tutto ciò è spiegabile da una parte con l’ec-cessiva offerta di ospedali, dall’altra con la carenzao la frammentarietà delle strutture territoriali.
Un’altra analisi ci dice che i cittadini delle provin-
ce di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa,Siracusa e Trapani ricorrono per il 70,5% dei casi astrutture ospedaliere (pubbliche e/o private) dellapropria provincia di residenza, per il 5,05% dei casia strutture ospedaliere di province limitrofe, per il17,12% dei casi a strutture delle province metropo-litane (Palermo, Catania e Messina) e per la consi-stente percentuale del 7,33% (22.808 casi) a strut-ture fuori regione.
L’ulteriore analisi dei ricoveri effettuati nelle pro-vince di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa,Siracusa e Trapani, come sintetizzato dalla tabellaprecedente, evidenzia inoltre: ben 46 strutture
ospedaliere, (8 aziende ospedaliere, 24 presidiospedalieri e 14 strutture private) per una popola-zione di 2.047.665 abitanti; un rapporto medio del12% di soggetti ricoverati rispetto alla popolazione
Nel 2007 sono statieffettuati 737.667ricoveri ordinari(tasso diospedalizzazionedel 147 per mille) e509.633 pertrattamenti inricovero diurno(102 per mille)
residente; un numero di ricoveri di 107.067 nelle 8aziende ospedaliere (mediamente 13.383 per strut-tura), di 112.485 ricoveri nei 24 presidi ospedalieridelle Ausl (mediamente 4.687 per struttura) e di29.710 ricoveri nelle 14 strutture private (media-mente 2.122 per struttura).
E’ ben differente invece il dato delle provincemetropolitane di Palermo, Catania e Messina dovela percentuale dei cittadini che ricorre a struttureospedaliere (pubbliche e/o private) della propria pro-vincia di residenza sale all’88,94%, rimane presso-ché invariata la percentuale dei soggetti che si rivol-gono a strutture ospedaliere di province limitrofe(5,38%) ed è inferiore il numero di coloro che ricor-rono a prestazioni fuori regione (5,68%).
L’analisi effettuata sui ricoveri nelle strutture
delle province metropolitane di Palermo, Catania eMessina, pur non presentando dati omogenei, evi-denzia: una più alta percentuale di ricoveri rispettoalla popolazione residente, circa il 15%; un più con-tenuto numero di aziende ospedaliere e presidi ospe-dalieri rispetto alla popolazione residente (9 aziendeospedaliere e 22 presidi ospedalieri territoriali peruna popolazione di 2.982.018 abitanti); un numeromedio di ricoveri in aziende ospedaliere che varia trai 25.000 di Catania ai quasi 21.000 di Palermo men-tre il dato di Messina (10.500) risulta inferiore allamedia delle province non metropolitane; un numeromedio di ricoveri nei presidi ospedalieri territorialipressoché pari alla media delle province non metro-politane; un elevato numero di strutture private, ben51, con un ridotto numero medio di ricoveri.
Il successivo esame dei dati statistici non pote-va che riguardare la tipologia e la qualità delle pre-stazioni effettuate. Il dato da tenere sotto osserva-zione, in questo caso, è il peso medio che indica lacomplessità e qualità dell’intervento sanitario.
Guardando alle strutture pubbliche e privatedelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna,Ragusa, Siracusa e Trapani si registra un elevatonumero di prestazioni con “peso medio” al di sottodi 1,30, che indica una casistica con complessitàbassa o media; una bassa percentuale di attivitàchirurgica (il 27,82%) ed una elevata attività di tipomedico (il 72%)
Per queste prestazioni (province di Agrigento,Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani) si
ha un consistente ricorso alla mobilità 29,5% deiricoveri (91.851 casi), così suddivisi:
• Mobilità infraregionale 22,17%
• Mobilità extra regionale 7,33%
(6,7 media regionale)
In questa percentuale del 29,5% di ricorso alla mobilità si deve distinguere:
• Mobilità per scelta 86,5%
(su 91.851 casi di mobilità, ben 79.481) in cui
l’assistito trattandosi di prestazioni per le quali
esistono sul territorio della stessa provincia appo-
site unità operative, sceglie invece di curarsi
fuori. Un dato su cui occorre interrogarsi.
• Mobilità necessitata 13,5%
(12.370 prestazioni), dovuta cioè a carenza di
specifici servizi sanitari ospedalieri nelle strutture
della stessa provincia.
TIPOLOGIA E QUALITÀDELLE PRESTAZIONI
Dalla tabella, dunque, si evince che il 44,4% deicasi di mobilità passiva (pari a 40.414 ricoveri)sono di natura chirurgica e si riferiscono a presta-zioni che potrebbero essere erogate nelle strutturedella provincia di appartenenza che presentano
dotazioni di risorse umane e materiali adeguate alfabbisogno.
Infatti, in ciascuna delle province operano diver-se Unità Operative di tipo chirurgico, come si puòvedere dalla tabella seguente.
Ancora una volta il dato è sostanzialmentediverso da quello registrato nelle province diPalermo, Catania e Messina, dove invece si evi-denzia che il 40% delle prestazioni rese ha unpeso medio compreso tra 1 e 2 mentre il 13%
delle prestazioni ha un peso superiore a 2; chel’attività di tipo chirurgico è intorno al 35% e cheè piuttosto basso il ricorso alla mobilità infraregio-nale (5,38% dei casi) ed extra regionale (5,68%dei casi).
Su 91.851 casi dimobilità, in ben
79.481l’assistito, purtrattandosi di
prestazioni per lequali esistono sul
territorio della stessaprovincia apposite
unità operative,sceglie di curarsi
fuori.Un dato su cui
occorreinterrogarsi.
Nelle due tabelle successive vediamo i movimen-ti di mobilità passiva infraregionale ed extra regiona-
le, provincia per provincia: la prima riguarda il nume-ro dei casi, la seconda la percentuale sul totale.
Nelle 17 aziende ospedaliere della Regione, neitre Policlinici, nelle due “Sperimentazioni gestionali”(San Raffaele e Ismett), e nell’ospedale “classificato”“Buccheri La Ferla” il rapporto tra numero dei postiletto di ogni singola struttura e ricoveri ordinari effet-
tuati denota importanti e significative variazioni degliindici di attività che spaziano da 66,15 a 28,86.
A tali indici non corrisponde un prevedibile ade-guato peso medio delle prestazioni, anch’esso varia-mente articolato per le singole realtà.
Un altro dato importante del sistema sanitario èrappresentato dal tasso di occupazione dei postiletto esistenti e dal tasso di inappropriatezza par-
ticolarmente elevato. Anche in questo caso il dato, diviso per provin-
cia, offre spunti di riflessione.
La lettura del dato diventa semplice se si consi-dera che secondo precise norme il tasso di occu-pazione non può essere inferiore al 75%, mentreuna buona appropriatezza organizzativa consiglie-rebbe addirittura un tasso non inferiore all’80%.
E il tasso di inappropriatezza sarebbe molto piùalto se venisse rapportato ai nuovi Lea (livelli essen-ziali di assistenza) che il Ministero della Salute siappresta ad emanare e che vanno nella direzione diuna sempre minor utilizzazione delle strutture ospe-daliere.
In conclusione, l’esame di questi dati, forse fino-ra mai reso disponibile in modo così schematico eanalitico, ha messo in luce:
• un elevato ricorso al ricovero ospedaliero chetroppo spesso è l’unica e costosa risposta aibisogni di assistenza dei cittadini;
• un consistente numero di ricoveri e di tratta-menti in day hospital inappropriati;
• un abnorme numero di strutture ospedaliere
(67 pubbliche e 64 strutture private) rispettoal fabbisogno;
• un utilizzo irrazionale delle strutture esistentiper rispondere alla domanda di ricovero:346.256 ricoveri vengono, infatti, soddisfattida 17 aziende ospedaliere, 3 policlinici, 1ospedale classificato e 2 sperimentazionigestionali (in media 41 ricoveri al giorno) men-tre 225.424 vengono effettuati da ben 47presidi ospedalieri territoriali (in media 13ricoveri al giorno).
Queste premesse hanno determinato scelteorganizzative grazie alle quali la Sicilia ha imbocca-to la giusta direzione come più volte riconosciutopubblicamente dai vertici del ministero della Salute.
Tutto ciò è stato possibile grazie a un approc-cio innovativo, frutto di un metodo di confronto coni migliori professionisti siciliani, ma anche con lemigliori esperienze maturate nelle regioni cosiddet-te virtuose, all’apporto degli specialisti dell’Agenas
Tasso dioccupazione
dei posti lettoesistenti e
tasso diinappropriatezza
particolarmenteelevato.
(Agenzia nazionale per i servizi sanitari), al matura-re di un’opinione pubblica che, solo se opportuna-mente informata, via via può comprenderne l’impo-nente sforzo riformatore e l’obiettivo.
Proteste e sconcerto prevedibili e registrati difronte a provvedimenti dolorosi ma necessari, pos-sono e devono lasciare spazio a una vera e propriapresa di coscienza sulla situazione della sanità sici-liana, sulla necessità di cambiare direzione, sullanecessaria partecipazione consapevole al cambia-mento.
Attraverso questo processo è possibile ritrova-re l’etica di una visione collettiva per il raggiungi-mento di risultati importanti per il bene comune cheè ben più di una semplice summa di quelli individua-li, abbandonando rendite di posizione, comporta-menti corporativi e vecchie incrostazioni di potere.
I dati sul totale dei ricoveri ospedalieri eviden-ziavano un utilizzo improprio dei posti letto. Se, peresempio, si calibra un’organizzazione in termini dirisorse umane, materiali e finanziarie su 100 postiletto alla fine si deve avere una produzione appro-priata a quel tipo di organizzazione e cioè un tassodi occupazione almeno superiore all’80% con unapuntuale gestione della rotazione dei pazienti chedevono ricevere su quei letti quelle prestazioni perle quali è davvero necessario il ricovero.
Se si dispone di una struttura di 100 posti letto
e se ne occupano mediamente appena 70 e su quei70 per almeno un 30% si eseguono prestazioni“inappropriate”, cioè che dovrebbero essere resesenza la necessità del ricovero, si mantiene in vitaun sistema che sostanzialmente necessita non di100 posti letto ma di appena 50-60.
Da qui la necessità di riorganizzare, per offrireprestazioni appropriate e per garantire l’accesso alricovero in tempi rapidi e in strutture adeguate soloa chi davvero ne ha bisogno. E’ questo il tema deltaglio dei posti letto che qualcuno strumentalmenteha contrabbandato come un taglio dell’attività assi-stenziale. Più semplicemente si tratta di una fonda-mentale misura organizzativa del sistema che libe-ra risorse finanziarie e umane per sostenere quelprocesso di riconversione dall’ospedale al territorioe l’implementazione dei posti di lungo degenza e diriabilitazione, di cui la Sicilia è drammaticamentecarente.
Il numero di circa 20.000 posti letto per acutidella Sicilia spropositato, sia guardando al fabbiso-gno che alla situazione finanziaria.
I dati della domanda sanitaria relativa all’anno2007, pubblicati in questa pubblicazione, posti abase della nuova programmazione sanitaria, servo-no proprio a dimostrare che è possibile, opportuno,necessario, tagliare il numero complessivo, ridu-cendo i posti letto in modo organico a secondadelle specifiche esigenze di ogni struttura ospeda-liera e di ogni provincia.
Per questo il 24 dicembre del 2008 la Giunta di
IL TAGLIO DEI POSTI LETTO
I dati della domandasanitaria relativaall’anno 2007, postia base della nuovaprogrammazionesanitaria, dimostranoche è possibile,opportuno,necessario,tagliare il numerocomplessivo
Governo presieduta da Raffaele Lombardo ha vara-to la rimodulazione della rete ospedaliera, tenendo
conto della situazione esistente sia nel pubblicoche nel privato.
L’offerta sanitaria non verrà ridotta ma soltantorazionalizzata. Il varo dei nuovi livelli essenziali diassistenza da parte del ministero, infatti, porteràquanto prima ad una ulteriore necessitata riduzione
dei posti letto per “acuti”.E’ appena il caso di sottolineare che molti dei
posti letto “tagliati” in realtà non erano mai statinemmeno utilizzati dai pazienti, ma solo da chi,
molti dei postiletto “tagliati” in
realtà non erano maistati nemmeno
utilizzati daipazienti, ma soloda chi, approfittandodi un certo disordineorganizzativo, ne hafatto strumento per
“giustificare” qualchereparto in più e
nominare qualcheprimario che magari
non serviva.
La Conferenza Stato-Regioni è la sede istituziona-le dove anche gli Assessori per la Sanità di tutte leRegioni italiane affrontano le tematiche attinenti allasanità, confrontando le loro esperienze e le miglioriprassi, in un rapporto costruttivo con lo Stato.
Una delle esperienze più mortificanti, all’iniziodel mandato, è stata dovere rappresentare unaRegione che in campo sanitario aveva perso credi-bilità poiché il deficit aumentava anno dopo annocome logica conseguenza di una politica sanitarianon abbastanza rigorosa e organizzata.
LA NECESSITÀ DI UNA SVOLTA
approfittando di un certo disordine organizzativo,ne ha fatto strumento per “giustificare” qualche
reparto in più e nominare qualche primario chemagari non serviva.la Sicilia era
sbilanciata versoun’assistenzaospedaliera e pocoattrezzata per quellaterritoriale
L’imposizione di un “Piano di rientro”, che pre-vede rigorose misure da applicare pena pesantisanzioni, è nata proprio da questa esigenza: quelladi “costringere” le Regioni più indebitate e menoefficienti a porre mano al riordino del sistema perrenderlo più rispondente al reale fabbisogno di salu-te dei cittadini ed al contempo compatibile con lerisorse finanziarie.
Un riordino che, peraltro, era stato già effettua-
to nell’ultimo quinquennio da gran parte delleRegioni italiane, nelle quali, ad eccezione dellaLombardia, vi è un limitato numero di aziende ospe-daliere, di gran lunga inferiore a quello della Sicilia(Veneto 2, Lazio 5, Piemonte e Campania 7).
Il riassunto numerico è fin troppo chiaro, laSicilia era sbilanciata verso un’assistenza ospeda-liera e poco attrezzata per quella territoriale.
Questo sbilanciamento della funzione ospeda-
Un "Piano dirientro"
prevederigorose
misure daapplicare pena
pesantisanzioni proprioper "costringere" le
Regioni piùindebitate e meno
efficienti a porremano al riordino del
sistema.
liera, a detrimento di quella territoriale, si coglieancora meglio dall’analisi dei dati economici riguar-danti l’incidenza della spesa relativamente alla fun-zione territoriale e ospedaliera, come risulta chiara-mente dalla tabella della pagina seguente.
In essa si evidenzia come solo il 49% dellerisorse pari a 4.144.814 venga destinato al terri-
torio a differenza di quanto disposto a livello nazio-nale (55%), con picchi negativi in alcune province di37% e 38%.
Qualsiasi non velleitaria ipotesi di riforma delsistema, per incidere davvero sulla delicata situa-zione, deve necessariamente prendere le mosse daqueste considerazioni e dai dati sopra riportati.
C’è del resto una spiegazione tanto chiara quan-to illogica del perché il sistema siciliano avevaaccumulato disavanzi e delle ragioni per le qualinon era più prorogabile la messa in cantiere di unariforma organica, razionale e strutturale.
A fronte di una gravissima carenza di struttureterritoriali, il sistema presentava un’offerta ospeda-liera sovrabbondante, strutturata giuridicamente in
un numero spropositato di “aziende” che di regolapresentavano bilanci in rosso e che paradossal-mente erano costrette a implementare i ricoveri,con relativo aumento della percentuale di inappro-priatezza, proprio perché il ricovero rappresentaper l’azienda ospedaliera l’unica attività idonea agenerare ricavi.
Un sistema dunque che non consentiva la rifun-
zionalizzazione in attività territoriali con la conse-guenza di pregiudicare qualsivoglia forma di inte-grazione fra ospedale e territorio.
Una rigida “ingessatura” tra entità giuridichediverse tra loro, che impediva l’applicazione delsano principio di ottimizzazione delle risorse mate-
A fronte di unagravissimacarenza di
struttureterritoriali,
il sistema presentavaun’offerta
ospedalierasovrabbondante
riali e umane: in una stessa città si doveva magariprovvedere ad assumere nuovo personale pressouna Ausl senza potere spostare il personale, maga-ri in esubero, dell’azienda ospedaliera presente sulmedesimo territorio, magari a pochi chilometri didistanza.
La legge di riforma, e soprattutto la scelta di unmodello “originale”, non copiato da nessun’altraesperienza italiana, ma pensato proprio in funzionedelle specificità anche geografiche della Sicilia, hapreso forma proprio da questi articolati ragiona-menti, sostenuti in maniera inoppugnabile dallaforza dei numeri che – come ha detto qualcuno –sono argomenti testardi che non possono essereconfutati.
Ecco, dunque, l’esigenza di integrare ospedalee territorio sotto una unica governance, riducendoin modo considerevole il numero delle aziende.
Una dettagliata spiegazione della metodologiaseguita per la formulazione della “diagnosi” èimprescindibile per spiegare ai cittadini la legge diriforma del sistema che ha rappresentato un puntoqualificante dell’attività di questo governo regiona-le, una vera e propria pietra miliare, il punto di par-tenza con cui, dal primo settembre, verrà riforma-to strutturalmente tutto il sistema.
Occorre un approccio moderno ed evoluto perfavorire l’affermazione di un rinnovato sistema assi-
stenziale, in grado di fornire le più appropriaterisposte ai bisogni di salute della popolazione e disuperare il gap con le più evolute regioni italiane.
Il nuovo modello di funzionamento, pertanto, èancorato al contesto locale, sia storico che econo-mico, sociale e professionale, che permette disuperare la forte situazione di deficit, l’inappropria-tezza di molte prestazioni, la disomogeneità - oaddirittura l’assenza - dei servizi territoriali nonchél’eccessiva frammentazione dei servizi sanitari.
Il primo obiettivo è un salto culturale per lascia-re alle spalle certe logiche ormai superate. Lasanità siciliana, stretta fra la necessaria conquistadell’equilibrio economico e l’ineludibile ricerca dellaqualità, necessita di una programmazione dellerisorse che sappia incidere sulle cause strutturaliche avevano generato vistose e non più sopporta-bili criticità.
Dal disegno di legge di riforma emerge pro-prio una visione nuova e moderna della sanità sici-liana che permette, com’è effettivamente avvenu-to, di presentarsi al “tavolo tecnico” ministerialecon un assetto del Servizio sanitario regionaleorganico e razionale che coniuga economicità,efficienza ed efficacia.
Si è trattato, dunque, di un risultato qualifican-te, frutto anche di un ottimo lavoro del Parlamentoregionale che, dopo un periodo di difficile interlo-cuzione politica, ha varato una legge innovativa,moderna, originale, frutto non certo di compro-messi politici ma dell’apporto costruttivo da parte
LA LEGGE DI RIFORMA
La sanitàsiciliana, stretta frala necessariaconquistadell’equilibrioeconomico el’ineludibile ricercadella qualità,necessita di unaprogrammazionedelle risorse che perincidere su causestrutturali che avevanogenerato la criticità.
di tutte le forze politiche, sia di maggioranza chedi opposizione.
Con questa legge riformatrice, la Sicilia hacertamente recuperato la dignità di una Regionevirtuosa, che non ha più voglia di presentarsi aRoma con il cappello in mano, ma che vuole com-petere con le realtà più efficienti del paese e recu-perare il necessario grado di fiducia nei confronti
dei cittadini.Già dai principi generali, contenuti nell’artico-
lo 2, sono ben chiarite le finalità della legge. E’scritto, infatti, che il servizio sanitario regionaleispira la propria azione al principio della sussidia-rietà solidale, pone al centro di tutto la figura delcittadino:
CENTRALITÀ DEL MALATOIl Servizio sanitario regionale assicura:
• centralità e partecipazione del cittadino
• universalità e parità di accesso ai servizi sanitari
• appropriatezza del percorso di accoglienza,
presa in carico, cura e dimissione
• LEA: Livelli Essenziale di Assistenza
• Appropriatezza e uniformità su tutto il territorio
INTEGRAZIONE SOCIO - SANITARIAIl Servizio sanitario regionale:
• rende effettiva l’integrazione socio-sanita-ria, ai sensi della legge 328/2000
• promuove una qualificata integrazione socio-sanitaria anche attraverso un compiuto coinvol-
gimento dei medici di medicina generale e dei
pediatri di libera scelta
RIORGANIZZAZIONERETE OSPEDALIERA
Criteri:
• aggregazione in dipartimenti di strutture
organizzative in casi di frammentazione e/oduplicazione
• accorpamento e/o eliminazione di strutture
organizzative che risultassero superflue osovradimensionate
• rifunzionalizzazione di presidii ospedalierisottoutilizzati o a bassa complessità
RIDUZIONE DIFFERENZE FRA PROVINCEIl Servizio sanitario regionale:
• rimuove le cause di inadeguatezza
• garantisce che tutte le strutture, pubbliche e pri-
vate, operino secondo atti di programmazione
sanitaria tendenti ad assicurare l’autosufficien-za su base provinciale
• riordina la rete ospedaliera, pubblica e privata,
in funzione di una equilibrata distribuzione ter-ritoriale
• finanzia le Aziende secondo criteri di perequa-
zione volti ad assicurare un’assistenza omogenea
in tutta la regione
In estrema sintesi, i pilastri della riforma sonoprogrammazione, obiettivi, controlli, responsabilità,premialità e sanzioni: proprio per questo si è parti-ti alla programmazione sanitaria, affidata al pianosanitario regionale, proposto dall’assessore regio-nale, della durata triennale, ed approvato dallaGiunta col parere vincolante della commissioneSanità dell’Ars.
Il primo piano sanitario dovrà essere approvatoentro 240 giorni dall’emanazione della legge.
Novità dunque sul fronte dei soggetti che con-corrono alla programmazione sanitaria: oltre allerealtà territoriali presenti nella conferenza perma-nente per la programmazione sanitaria e sociosani-taria regionale, avranno un ruolo anche leUniversità, gli Irccs, gli enti di ricerca pubblici e pri-vati e, nell’ambito delle rispettive competenze,anche le associazioni di categoria del settore sani-
tario maggiormente rappresentative e le associa-zioni di volontariato e di tutela dell’utenza.
Con i piani attuativi, le Aziende sanitarie provin-ciali (Asp) e le aziende ospedaliere (Ao), sviluppe-ranno in ambito locale il piano sanitario, definendole attività da svolgere nei limiti delle risorse dispo-nibili.
Le Asp, le aziende ospedaliere e le aziendeospedaliero - universitarie concorreranno anche allosviluppo a rete del sistema sanitario regionale attra-verso la programmazione interaziendale di bacinoche ha come finalità la integrazione ottimale delleattività sanitarie.
I “bacini” saranno due, quello della Sicilia occi-dentale (Palermo, Agrigento, Caltanissetta e
PROGRAMMAZIONE SANITARIAIl Servizio sanitario regionale:
Piano sanitario regionale triennale -14/12/2009
• relazione annuale dell’Assessore alla sanità
Programmi di bacino annuali
Piani attuativi triennali delle Aziende sanitarie ospe-
daliere
• per le Aziende sanitarie parere obbligatorio della
Conferenza dei sindaci
Piani annuali di attività delle Aziende sanitarie e
ospedaliere
2 BACINI REGIONALI
• Bacino Sicilia OVEST (PA, TP, AG, CL)
• Bacino Sicilia EST (CT, ME, EN, RG, SR)
• Nel Bacino tutte le Aziende concordano un pro-
gramma comune volto alla integrazione delle
attività sanitarie e socio sanitarie
• coordinamento acquisto di beni e servizi
• definizione interventi per specifici bisogni territo-
riali
• costituzione dipartim. interaziend. per servizi
specifici
• sviluppo della attività ospedaliere in rete
In estrema sintesi,i pilastri dellariforma sonoprogrammazione,obiettivi,controlli,responsabilità,premialità esanzioni
Trapani) e quello della Sicilia orientale (Catania,Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna).
Sarà istituito un Comitato composto dai diri-genti generali delle Aziende che avrà il compito diprogrammare e monitorare gli interventi.
E’ istituita anche la Consulta regionale dellaSanità, che esprime la voce di tutti gli operatoridel mondo della sanità, e svolgerà gratuitamentefunzioni di consulenza in ordine a questioni di rile-vanza regionale e di interesse diffuso in materia diservizi sanitari e socio sanitari.
Uno degli obiettivi primari della legge, pervenire incontro alle disposizioni contenute nel“Piano di rientro”, era la riduzione del numero
delle aziende, da molti etichettate come “centri dicosto e di potere”. Da 29 passati a 17, quasi lametà, si è secondo il principio che bisognava deo-spedalizzare l’offerta, lasciando nelle città metro-politane i centri di alta specialità e potenziando leattività territoriali con l’obiettivo di assicurare una“eccellente normalità” in ogni parte del territorioregionale.
Dalle Ausl attuali alle Asp, aziende sanitarieprovinciali: il nuovo sistema ne prevede 9, una perogni provincia. E, inoltre, 3 aziende ospedaliere diriferimento regionale, 2 aziende Arnas (azienda diriferimento nazionale di alta specializzazione) etre aziende ospedaliero – universitarie.
DA 29 A 17 AZIENDE
• Aziende sanitarie provincialiBacino Sic.: 4 (PA, TP, AG, CL)
5 (CT, ME, EN, RG, SR)
• Aziende ospedaliereBacino Sic.: 1 (PA)
2 (CT, ME)
• Aziende alta specializzaz.Bacino Sic.: 1 (PA)
1 (CT)
• Aziende osped.universitarieBacino Sic.: 1 (PA)
2 (CT, ME)
AZIENDA SANITARIAPROVINCIALEin ogni provincia
• Assume tutti gli oneri relativi alle presta-zioni sanitarie
• Eroga tutta l’assistenza pubblica, ospeda-liera e territoriale
• Destina le proprie risorse alla integrazio-ne dei servizi sanitari e socio-sanitarianche mediante il “necessario trasferi-mento” dell’offerta sanitaria dall’ospedaleal territorio
La Consultaregionale della
Sanitàesprime la
voce di tutti glioperatori delmondo della
sanità con funzionidi consulenza in
ordine a questioni dirilevanza regionale
e di interesse diffusoin materiadi servizi
sanitari e sociosanitari.
Ciascuna azienda sanitaria provinciale si arti-cola nei distretti ospedalieri (complessivamente20) che sono costituiti dall’aggregazione di uno opiù presidi ospedalieri appartenenti alle soppres-
se Ausl con le soppresse aziende ospedaliere,nonché dalle aggregazioni degli altri presidiospedalieri pure appartenenti alle soppresseAusl.
L'articolazionedelle AziendeSanitarieProvinciali
I distretti ospedalieri rappresentano strutturedotate di autonomia tecnico-gestionale ed economi-co-finanziaria nonché di adeguate risorse e sarannoguidati da un coordinatore sanitario e da un coordina-tore amministrativo individuati dal direttore generale.
I distretti sanitari, invece, costituiscono l’artico-lazione territoriale dell’azienda sanitaria provinciale
all’interno della quale vengono erogate le prestazio-ni in materia di prevenzione, diagnosi, cura, riabili-tazione ed educazione sanitaria.
I distretti sanitari fanno capo all’area territoriale,coordinata da un direttore sanitario e un direttoreamministrativo individuati con le stesse modalitàdei distretti ospedalieri e dotati dello stesso gradodi autonomia.
DISTRETTO OSPEDALIERO
• Struttura funzionale dell’Azienda sanitaria
provinciale
• costituita dalla aggregazione di uno o piùpresidi ospedalieri
• Oggetto: organizzazione ed erogazione pre-stazioni ospedaliere e specialisticheambulatoriali
• Obiettivi:
- uniformità dell’attività ospedaliera sul
l’intero territorio di riferimento
- riequilibrio della rete ospedalieraanche mediante accorpamento e/o elimi
nazione di strutture organizzative superflue
o sovradimensionate e la rifunzionalizza
zione di presidii ospedalieri sottoutilizzati o
a bassa complessità
- superamento della frammentazione e/o duplicazione delle strutture organiz
zative esistenti, attraverso aggregazione in dipartimenti e loro integrazione opera
tiva e funzionale
DISTRETTO SANITARIO
• Prevenzione individuale o collettiva, diagno-si, cura, riabilitazione ed educazione sani-taria della popolazione
• I distretti sanitari e i distretti socio-sanitari
devono riguardare lo stesso territorio
• Presidii territoriali di assistenza (PTA,“Osp. cure primarie” ) per:a) cure primarie (UTAP, continuità assisten-
ziale, cure domiciliari, diagnostica specialisti-
ca, piccola chirurgia d’emergenza, ricoveri
bassa e media complessità, riabilitazione,
assistenza patologie croniche)
b) servizi socio-sanitari integrati con le
prestazioni sociali
c) servizi a favore di minori e famiglie con
bisogni complessi;
d) servizi salute mentale e tossicodipen-denze (DSM)
E’ prevista l’istituzione dei presidi territoriali diassistenza (PTA) che, anche attraverso il Centrounico prenotazione (CUP), garantiranno in modocapillare l’erogazione delle prestazioni in materia dicure primarie, servizi socio-sanitari integrati con leprestazioni sociali, servizi a favore dei minori edelle famiglie con bisogni complessi, servizi di salu-te mentale.
Le aziende ospedaliere assicurano l’attivitàsanitaria di alta specializzazione con dotazioni ditecnologie diagnostico-terapeutiche avanzate edinnovative e svolgono i compiti specificamente attri-buiti dagli atti della programmazione regionale.
Le aziende ospedaliero-universitarie mantengo-no la propria autonomia ma è prevista la possibilitàdi integrazione tra aziende ospedaliere e Universitàsulla base di specifici protocolli d’intesa.
La legge: assegna all’assessore alla Sanitàanche compiti di controllo sulle attività espletate esulle prestazioni erogate dalle strutture sia pubbli-che che private. Il rapporto con le strutture privateterrà conto, fra l’altro, del fabbisogno sanitario,degli standard occupazionali e del rispetto degliobblighi contrattuali in materia di lavoro e di previ-denza.
Prevede il criterio della premialità per le strut-ture capaci di produrre mobilità attiva e cioè diattrarre pazienti da altre regioni
Disciplina i requisiti, le condizioni, le modalitàdi nomina dei direttori generali e l’ipotesi di deca-denza e commissariamento.
I direttori generali decadranno automaticamen-te in caso di mancato raggiungimento dell’equilibrioeconomico di bilancio, in relazione alle risorsenegoziate, nonché in caso di mancato raggiungi-mento degli obiettivi. Il loro contratto avrà duratatriennale, rinnovabile per altri tre anni nella stessaazienda.
Gli attuali direttori decadranno automaticamen-te il primo settembre 2009, allorquando diventeràoperativo il nuovo sistema aziendale.
Il servizio di emergenza urgenza 118, infine,sarà affidato a un organismo di diritto pubblico. E’espressamente previsto che nel triennio successi-
STRUTTURE PRIVATE
• programmazione sanitaria secondo fabbiso-gno epidemiologico
• verifica qualità ed appropriatezza attività e
prestazioni erogate
• monitoraggio informatizzato quantitativo e
qualitativo rispetto standardoccupazionali, contrattuali e obbligo formati-
vo
• entro 15/10/2009 individuazione classi distrutture private secondo qualità e potenzia-
lità erogativa, con diversa valorizzazioneeconomica delle prestazioni rese
Previsto ilcriterio dellapremialità perle strutturecapaci di produrremobilità attivae cioè di attrarrepazienti da altreregioni
vo all’entrata in vigore della legge è fatto divieto diprocedere all’impiego di personale in numero supe-riore a quello utilizzato dall’attuale gestore. Volutamente affrontiamo per ultimo un principio
della legge che si può definire un atto d’amore e diresponsabilità tradotto in norma.
L’articolo 28, contenuto nella legge di riforma,afferma un inderogabile principio di civiltà e di soli-darietà e responsabilità sociale.
Un bel segnale che parte da una regione delsud come la Sicilia, terra di frontiera con tanti pro-blemi ma anche ricca di civiltà e storia, che pur nelbisogno e nelle difficoltà non smarrisce i valori fon-danti di una comunità.
Ai più deboli, ai più bisognosi, a tutti coloro chesi trovano sul territorio della Regione, quale che siala loro condizione giuridica, razza, sesso, religione,condizione personale e sociale, la Regione sicilianagarantirà le cure ambulatoriali e ospedaliere urgen-ti ed essenziali senza che ciò implichi alcun tipo disegnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbli-gatorio per disposizione inderogabile di legge, ed aparità di condizioni con i cittadini italiani.
Un principio che oltretutto libera normativamen-te da un peso incompatibile con la professionemedica chi è chiamato ad aiutare tutti coloro cheper il fatto stesso di dover ricorrere alle cure medi-che essenziali, si trovano in una condizione di biso-gno, spesso estremo.
Questo il testo integrale dell’articolo 28 dellalegge di riforma: un articolo che l’Ars ha votatoall’unanimità.
UN “CIVILE ATTO D’AMORE”
DIRETTORI GENERALI
Nomina: obbligo analitica ricognizione deirequisiti effettivamente posseduti da pub-
blicare su sito web Regione
Verifiche trimestrali: degli obiettivi assegnati
• Obbligo di riduzione delle liste d’attesa
Valutazione (+ dir. san./amm.):analisi indcatori multidimensionali diperformance per obiettivi di salute, soste-nibilità finanziaria, qualità, appropriatezzaed equità d’accesso delle prestazioni ero-gate
• Agenzia Sanitaria Nazionale o Agenzia est. specializzata
Decadenza automatica per mancato equili-
brio di bilancio
Durata: max 3 + 3 anni nella stessa azienda
Divieto di riconferma in caso di valuta-zione non positiva
Art. 28: “Nelle more di una nuovadisciplina regionale relativa
all’assistenza sanitaria ai cittadiniextracomunitari, da adottarsi neilimiti della competenza statutaria
in materia di igiene e sanitàpubblica, la Regione, inapplicazione dei principi
costituzionali di eguaglianza e didiritto alla salute nonché di
gratuità delle cure agli indigenti,garantisce a tutti coloro che sitrovino sul territorio regionale,
senza alcuna distinzione di sesso,razza, lingua, religione, opinionipolitiche, condizioni personali e
sociali, le cure ambulatoriali eospedaliere urgenti o comunqueessenziali individuate dall’articolo
35, comma 3, del decretolegislativo 25 luglio 1998,n. 286,senza che ciò implichi alcun tipo
di segnalazione all’autorità, salvo icasi in cui sia obbligatorio per
disposizione inderogabile dilegge, ed a parità di condizioni
con i cittadini italiani”.
Uno dei principi ispiratori della legge di riformaè dunque la governance unica in ciascuna dellenove province da parte di un'unica entità giuridicache sovraintende sia all’attività di tipo territoriale,svolta in precedenza dalle Ausl, sia alle funzioniospedaliere svolte in precedenza dalle aziendeospedaliere e dai presidi territoriali delle Ausl, adeccezione delle tre aree metropolitane in cui sonopreviste anche aziende ospedaliere autonome ePoliclinici, per un totale di 17 aziende.
Questo modello da un lato unifica i “centri di
costo” e ottimizza le risorse con rilevantissime eco-nomie di scala, dall’altro permette la massima per-meabilità tra ospedale e territorio e dunque laopportuna flessibilità della scelta dei relativi model-li di integrazione, con un oggettivo miglioramentodell’offerta assistenziale ponendo le basi per uneffettivo miglioramento dell’offerta assistenziale; ilrazionale ed organico utilizzo delle risorse umane emateriali appartenenti tutte a un’unica entità giuridi-ca che ne può disporre in modo flessibile perrispondere al necessario miglioramento dell’offertaterritoriale; la gestione unitaria dell’intera quotadelle risorse economiche destinata alla provincia,
LA GOVERNANCE UNICA
Questo modello daun lato unifica i“centri dicosto” e ottimizzale risorse conrilevantissimeeconomie di scala,dall’altro permette lamassimapermeabilità traospedale e territorio
con la conseguente possibilità di spostamentodelle risorse – a seconda delle esigenze – tra idiversi livelli assistenziali per perseguire gli obietti-vi fissati a livello nazionale in ordine alla correttadistribuzione delle stesse risorse tra territorio eospedale.
Fra i pregi del modello va anche citata la piùagevole costruzione, anche attraverso la rifunziona-lizzazione di talune strutture ospedaliere, dei presi-di territoriali di assistenza (Pta), costituiti da un’ag-gregazione funzionale di più servizi territoriali attivinelle 24 ore. Tali presidi erogheranno i servizi sani-tari di base assicurando la presenza del medico difamiglia e del pediatra di libera scelta, i servizi dicontinuità assistenziale, i punti prelievo, il puntolastre, l’attività specialistica ambulatoriale, le pre-stazioni infermieristiche, i servizi di valutazione mul-tidimensionale per l’accesso alle cure domiciliari, ilconsultorio familiare, i servizi di lungo assistenza eriabilitazione alle persone con patologie croniche.
Tutti servizi, questi, che sono completamenteconformi a quanto previsto dal “Piano di Rientro”.
Questo processo di ristrutturazione prevede lasoppressione di 12 aziende: il risparmio, che saràquantificato non appena il sistema entrerà a regi-me, ammonterà a svariate decine di milioni di euromentre nell’immediato conseguiremo risparmioggettivi tra i 40 e i 50 milioni di euro, quelli cheavremmo speso per i costi nudi e crudi dei mana-gement delle 12 aziende soppresse.
Se il “dimagrimento” del numero delle aziendesanitarie era uno degli obiettivi della legge, l’esem-pio non poteva che partire dall’interno dell’assesso-rato.
Nasce da qui l’idea, forse è meglio dire l’esigen-za, di ridurre il numero dei dipartimenti dell’asses-sorato regionale che erano ben cinque e adesso,sono diventati due: il Dipartimento regionaleper la pianificazione strategica e ilDipartimento regionale per le attività sanitariee osservatorio epidemiologico.
A guidare il cambiamento, con lo stesso meto-do utilizzato per l’intero sistema sanitario regionale,non è stato soltanto l’obiettivo di conseguire fortirisparmi nell’erogazione di stipendi e spese varieconnesse al mantenimento di tre management inpiù ma il bisogno di una riorganizzazione coniugatacon la razionalizzazione.
Si sono redistribuite competenze e servizi, pia-nificando al meglio le esigenze di programmazionee controllo proprie di un assessorato per evitareche alcuni settori fossero all’oscuro di quanto pro-dotto nella stanza accanto, come è avvenuto spes-so in passato.
Fra i punti qualificanti della ristrutturazioneaziendale c’è anche il divieto di fare ricorso a con-sulenze esterne se non in caso di comprovatanecessità.
LA RIFORMA DEI DIPARTIMENTI Se il "dimagrimento"del numero delle
aziendesanitarie era uno
degli obiettivi dellalegge,
l’esempionon poteva che
partiredall’interno
dell’assessorato
Il “Piano di rientro”, come spiegato all’inizio, èuna sorta di contratto che lo Stato ha imposto pervia dell’enorme deficit finanziario e impone unaserie di adempimenti secondo tempi e modalitàben definite.
Si tratta di un voluminoso documento sul quale- correttamente e scrupolosamente - vigila il “tavo-lo tecnico” composto da funzionari dei Ministeridella Salute e dell’Economia.
Se l’Assessorato non avesse svolto con preci-sione e puntiglio il compito ereditato, sarebbe scat-tato il commissariamento della Sicilia con conse-guenze negative soprattutto sotto l’aspetto econo-mico.
L’Ufficio di Gabinetto, in questa delicata fase ditransizione e di riassetto amministrativo con la ridu-zione da 5 a 2 Dipartimenti e il cambio della guar-dia ai vertici di questi uffici, ha preso in mano lasituazione consentendo l’emanazione di tantissimiprovvedimenti.
I più significativi riguardano:• la introduzione della gara centralizzata
per gli acquisti, sfruttando procedure tele-matiche già operative e messe a disposizionegratuitamente dal Ministero, consentirà traspa-renza ed economicità nell’approvvigionamentodi beni e servizi;
• il pagamento delle fatture in ordine tem-porale evitando che qualche fornitore “amico”possa essere saldato prima di altri;
• la nuova anagrafe regionale che attraverso
un programma computerizzato permetterà diportare ordine nel rapporto tra il medico dibase e l’assistito, potenziando l’attività di pre-venzione ed evitando che possano essere per-petrate truffe ai danni del sistema sanitarioregionale;
• il decreto per le prestazioni integrative aicronici che dopo tre precedenti “bocciature”(avvenute prima del 2008) dispone finalmentein modo corretto la fornitura gratuita di mate-riale sanitario in favore di soggetti afflitti daparticolari stati patologici;
• l’istituzione del day service, che grazie adun team ospedaliero o territoriale evita al cit-tadino inutili frammentazioni, con conseguentidisagi, nel percorso assistenziale;
• l’istituzione del registro regionale dinefrologia, dialisi e trapianto, strumentonecessario per una corretta programmazionedell’assistenza ai malati e per un efficientecontrollo della spesa;
• la direttiva antimafia con la quale vengonoespressamente inseriti nei contratti gli obbli-ghi di denuncia di pressioni estorsive e usu-raie, il rispetto della tutela delle norme di sicu-rezza sul lavoro e in materia previdenziale.
• il decreto con il quale vengono stabilite le pro-cedure per l’attivazione e il funzionamentodei centri residenziali di cure palliative(gli “Hospice”) e per l’implementazione dellecure domiciliari per i malati terminali.
DECRETI E DIRETTIVESe l’Assessorato nonavesse svolto conprecisione epuntiglio il compitoereditato, sarebbescattato ilcommissariamentodella Sicilia conconseguenzenegative soprattuttosottol’aspettoeconomico.
UFFICI DI DIRETTA COLLABORAZIONE
DIPARTIMENTO PER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DIPARTIMENTO PER LE ATTIVITÀ SANITARIEE OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO
AREA INTERDIPARTIMENTALE 1“Servizi generali e personale”
AREA INTERDIPARTIMENTALE 2“Ufficio del Piano di rientro ex art. 1,
c. 180, legge 30 dicembre 2004, n. 311”
AREA INTERDIPARTIMENTALE 3“Affari giuridici”
AREA INTERDIPARTIMENTALE 4“Sistemi informativi, statistica, monitoraggi”
ASSESSORE
DIPARTIMENTI
AREA INTERDIPARTIMENTALE 5“Accreditamento istituzionale”
AREA INTERDIPARTIMENTALE 6“Progetti, ricerca e innovazione”
AREA 1“Coordinamento, affari generali e comuni”
AREA 2“Nucleo ispettivo e vigilanza”
AREA 1“Coordinamento, affari generali e comuni”
Servizio 6Programmazionedell’emergenza
Servizio 7Farmaceutica
Servizio 8Programmazione
territoriale edintegrazione
socio-sanitaria
Servizio 9Tutela delle
fragilità
Servizio 10Isole minori
Servizio 1Igiene pubblica
Servizio 2Promozione della
salute
Servizio 3Tutela della
salute nei luoghidi vita e di lavoro
Servizio 1Personaledipendente
S.S.R.
Servizio 2Personale
convenzionatoS.S.R.
Servizio 3Gestione degliinvestimenti
Servizio 4Programmazione
ospedaliera
Servizio 5Economicofinanziario eaggregati di
spesa
Servizio 6Trasfusionale
Servizio 7Osservatorio epi-
demiologico
Servizio 4Igiene degli
alimenti
Servizio 5Qualità, L.E.A.,appropriatezza
e governoclinico
Servizio 8Osservatorio vet-
erinario
Servizio 9Sanità veterinar-
ia
Servizio 10Formazione
Servizio 11Valutazione delle
tecnologie
DIPARTIMENTOPER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA
AREA INTERDIPARTIMENTALE 1“Servizi generali e personale”
• Servizi Generali: repertorio, ufficio delConsegnatario, ufficio del Cassiere, servizioportineria, servizio posta, biblioteca.
• Gare e contratti inerenti l'acquisto di beni eservizi per il funzionamento dell'Assesso-rato.
• Sicurezza del lavoro (D.Lgs. 626/1994 –81/2008).
• Stato giuridico e trattamento economico delpersonale dell'Assessorato.
AREA INTERDIPARTIMENTALE 2“Ufficio del Piano di rientro ex art.1, comma180, legge 30 dicembre 2004, n. 311”
• Adempimenti connessi all'attuazione dellemisure del Piano di rientro e coordinamen-todelle correlate attività istruttorie dei servizidipartimentali.
• Coordinamento, anche al fine del rispetto delPatto di stabilità, in materia economi-co-finanziaria.
• Monitoraggio e verifica sullo stato diattuazione delle misure del Piano.
• Analisi e valutazione, successivo monitorag-gio, dell'impatto finanziario delle proposte diprovvedimenti normativi e dei provvedimentiamministrativi inerenti l'attuazione del Piano.
• Predisposizione del Piano sanitario regionale.• Relazioni sanitarie annuali.• Verifiche di conformità dei programmi azien-
dali al piano sanitario.
AREA INTERDIPARTIMENTALE 3“Affari giuridici”
• Adempimenti amministrativi e attività di vigi-lanza connessi agli organi di gestione e dicontrollo degli Enti e delle Aziende sanitarie.
• Atti aziendali.• Predisposizione, verifiche ed adempimenti rel-
ativi agli obiettivi dei direttori generali degliEnti e delle Aziende sanitarie.
• Attività inerente il contenziosodell'Assessorato.
• Controllo di coerenza normativa, verifica esupporto consulenziale, per gli aspetti giu-ridi-ci ed amministrativi, nelle materie di compe-tenza dell'Assessorato, anche con rife-rimen-to a convenzioni e protocolli d'intesa construtture pubbliche e private operanti nel set-tore sanitario.
• Studi, ricerche e documentazione (elabo-razione di nuovi modelli gestionali, formula-zione di proposte normative, raccolta di nor-mative, sentenze e pareri, etc.).
• Tavoli tecnici.• Aspetti giuridici afferenti bandi e gare.
AREA INTERDIPARTIMENTALE 4“Sistemi informativi, statistica, monitoraggi”
• Andamento dell'entrata e della spesa e deidati economici.
• Raccolta ed elaborazione di dati statistici san-itari.
• Elaborazione e gestione dei flussi informativi.• Verifica e trattamento dei dati.• Predisposizione di report informatici in
relazione ai fabbisogni dei servizi dipartimen-tali.
• Analisi valutative e relativi controlli.• Centro Elaborazione Dati.• Raccordo con il Nuovo Sistema Sanitario
Nazionale.• Osservatorio costi.• Ufficio relazione con il pubblico.• Piani di Comunicazione.• Informatizzazione degli uffici.• Gestione informatizzata dei processi, dei dati
informativi e del SISR (Sistema Informa-tivosanitario Regionale) a supporto delle attivitàdi programmazione sanitaria, non-ché del por-tale dell'Assessorato.
• Attuazione, monitoraggio e controllo dei pro-grammi di informatizzazione.
• Rapporti con le società informatiche dellaRegione siciliana.
• Attuazione art. 50 Legge 326/2006 (tesserasanitaria).
AREA 1“Coordinamento, affari generali e comuni”
• Organizzazione, formazione e gestione del
personale del Dipartimento.• Rapporti con le OO.SS. e le associazioni di
volontariato degli utenti.• Attività di raccordo e coordinamento dei rap-
porti con la Conferenza Unificata e laConferenza Stato-Regioni, con le altreRegioni, con gli organi istituzionali e gli altridipartimenti e con gli enti ed organismi oper-anti nel settore sanitario per le materie dicompetenza.
• Supporto al Dirigente generale negli affari dicompetenza del Dipartimento.
• Controllo di gestione.• Valutazione della dirigenza.
SERVIZIO 1“Personale dipendente S.S.R.”
• Dotazioni organiche, assunzioni a tempo inde-terminato e mobilità nelle Aziende sani-tarie.
• Controllo degli atti deliberativi delle Aziende edegli Enti sanitari con particolare rife-rimentoalle dotazioni organiche.
• Applicazione accordi collettivi nazionali e rela-tivi accordi regionali per la dirigenza medicae non medica e per il comparto sanitario.
• Professioni sanitarie.
SERVIZIO 2“Personale convenzionato S.S.R.”
• Attività amministrativa relativa alla medicina dibase e specialistica.
• Applicazione accordi collettivi nazionali e rela-
tivi accordi regionali per la medicina gen-erale, pediatria, specialistica ambulatoriale.
• Adempimenti amministrativi concernenti lamedicina sociale e umanitaria ed il terma-lismo terapeutico.
SERVIZIO 3“Gestione degli investimenti”
• Attuazione dei programmi di investimentoregionali, nazionale e comunitari.
• Monitoraggio e verifica dei programmi diinvestimento degli Enti e delle Aziende sani-tarie.
• Verifica di conformità alla Programmazioneregionale degli investimenti aziendali di impor-to superiore alla soglia comunitaria.
• Attività inerenti il patrimonio degli Enti e delleAziende sanitarie.
SERVIZIO 4“Programmazione ospedaliera”
• Aziende Sanitarie Pubbliche.• Rapporti con i Policlinici Universitari della
Regione per gli aspetti tecnici sanitari.• Progettazione di modelli organizzativi dell'as-
sistenza ospedaliera.• Centri di riferimento regionali.• Ospedali classificati, IRCSS, Sperimentazioni
gestionali e Ospedalità accreditata.• Ospedalizzazione domiciliare.• Pareri ed autorizzazioni afferenti la materia.
• Trapianti di organi e tessuti.• Adempimenti tecnico-sanitari sulle istanze di
ricovero extraregionale.• Criteri per la definizione dei budget.
SERVIZIO 5“Economico-finanziario”
• Intesa Stato-Regioni in ordine alla dotazionee ripartizione del Fondo sanitario nazio-nale.
• Rapporti con l'Assessorato regionale delbilancio e delle finanze.
• Monitoraggio dei capitoli di bilancio.• Programmazione ed assegnazione alle
Aziende e agli Enti sanitari delle risorse delFondo Sanitario Regionale.
• Bilanci e conti consuntivi delle Aziende.• Controllo sulla spesa sanitaria.• Finanziamento delle quote mensili in favore
delle Aziende ed Enti sanitari.• Determinazione tariffe.• Determinazione degli aggregati di spesa
regionali e ripartizione provinciale dei rela-tivi tetti di spesa.
• Monitoraggio e relative verifiche.• Provvedimenti amministrativi in ordine a
ticket ed esenzione per patologia e reddito,anche in raccordo con il competenteServizio del Dipartimento per le attività sani-tarie e osservatorio epidemiologico.
• Verifiche e controlli amministrativi delleattività.
• Definizione dei budget.
SERVIZIO 6“ Programmazione dell’emergenza”
• Adempimenti amministrativi e contabili rela-tivi al servizio di soccorso regionale terre-stre, al servizio di elisoccorso regionale edai servizi telefonici afferenti il numero u-nicodi chiamata del "118".
• Monitoraggio attività SUES "118".• Coordinamento ed indirizzo delle centrali
operative del Servizio Urgenza EmergenzaSanitarie (SUES) "118".
• Supporto ad organismi direttivi e di coordina-mento in materia di emergenza-urgenza.
• Emergenza sanitaria.• Coordinamento aspetti sanitari nel campo
della protezione civile.• Servizio Civile in sanità.
SERVIZIO 7“Farmaceutica”
• Politiche regionali del farmaco.• Prontuario terapeutico ospedaliero della
Regione siciliana.• Atti di indirizzo relativi a: assistenza farma-
ceutica diretta e distrettuale, assistenza far-maceutica ospedaliera, sperimentazione clini-ca dei farmaci.
• Farmacovigilanza e vigilanza sui dispositivimedici.
• Verifica quali–quantitativi delle prescrizioni.• Farmacoeconomia.• Farmacie pubbliche e private: approvazione
piante organiche, concorsi, autorizzazio-ne aitrasferimenti di sedi farmaceutiche perdecentramento o in sede di pianta orga-nicadelle farmacie.
• Farmacie rurali.• Presidi farmaceutici di emergenza.• Autorizzazione alla commercializzazione
all'ingrosso dei medicinali e dei gas medicali.
SERVIZIO 8“Programmazione territoriale ed integrazionesocio-sanitaria”
• Organizzazione e razionalizzazione dei dis-tretti sanitari.
• Sviluppo rete dei Punti Territoriali diAssistenza.
• Rete delle strutture specialistiche, di diag-nostica e di laboratorio.
• Rapporti con le associazioni dei familiari edel volontariato per le materie di compe-tenza.
• Applicazione decreto legislativo 230 del1999.
•Organizzazione e strutturazione dei servizisanitari presso gli istituti penitenziari in rac-cordo con le Autorità agli stessi preposte.
• Gestione albi regionali afferenti il settore.• Promozione dell'integrazione socio-sanitaria
ed attuazione dei relativi interventi.• Rapporti con le organizzazioni sindacali rapp-
resentative delle categorie della speciali-sticaconvenzionata.
• Criteri per la definizione dei budget.
• Dialisi.• Medicina sociale ed umanitarie e dei migranti.• Assistenza integrativa e protesica.• Consultori familiari.• Continuità terapeutica assistita.• Politiche del territorio in coerenza ed accordo
con le politiche orientate alla tutela dellefasce di popolazione deboli.
SERVIZIO 9“Tutela delle fragilità”
• Azioni a tutela delle disabilità, della salutementale, delle dipendenze patologiche e dellediverse fragilità.
• Medicina riabilitativa.• Rete delle lungo-assistenze (residenze sani-
tarie assistite e lungo-degenze) e degli ho-spice.
• Assistenza domiciliare e domiciliare integrata.• Assistenza agli anziani.
SERVIZIO 10“Isole minori”
• Valutazione dei bisogni delle popolazioni delleisole minori con particolare riferimento alladomanda diagnostica.
• Coordinamento dei servizi e dei modelli diofferta.
• Politiche di facilitazione nell'accesso alleprestazioni.
• Continuità assistenziale.
DIPARTIMENTO PER LE ATTIVITA’SANITARIE E OSSERVATORIOEPIDEMIOLOGICO
AREA INTERDIPARTIMENTALE 5“Accreditamento istituzionale”
• Pianificazione del sistema di accreditamento.• Istruttoria e verifica, anche mediante gestione
informatizzata, delle istanze di accre-ditamen-to in coordinamento con i competenti servizidipartimentali.
• Predisposizione, aggiornamento periodico epubblicazione, anche sul sito web dell'As-ses-sorato, dell'elenco delle strutture pubbliche eprivate soggette ad accreditamento isti-tuzionale.
• Controllo sul mantenimento dei requisiti esulle attività svolte dalle Aziende sanitarie inmateria di accreditamento.
AREA INTERDIPARTIMENTALE 6“Progetti, ricerca e innovazione”
• Promozione, elaborazione, coordinamento emonitoraggio dei programmi di investi-mento,dei programmi di intervento intersettoriali edei programmi di finanziamento.
• Coordinamento, ricerca di finanziamenti esupporto alla programmazione regionale degliinvestimenti in sanità ed alla pianificazionestrategica nei settori delle infra-strutture,edilizia sanitaria, patrimonio immobiliare,dotazione tecnologiche ed in-formatizzazionedel servizio sanitario regionale.
• Valutazione ex ante e verifica ex post deipiani e programmi di investimento comuni-tari.
• Internalizzazione e progetti di cooperazioneinternazionale.
• Progetti di ricerca finalizzata.• Programmi di ricerca comunitari.• Progetti di ricerca finalizzati alla prevenzione
e cura della talassemia.• Programmi di ricerca nazionale.• Promozione della ricerca.
AREA 1“Coordinamento, affari generali e comuni”
• Organizzazione, formazione e gestione delpersonale del Dipartimento.
• Rapporti con le OO.SS. e le associazioni divolontariato e degli utenti.
• Attività di raccordo e coordinamento dei rap-porti con la Conferenza Unificata e laConferenza Stato-Regioni, con le altreRegioni, con gli organi istituzionali e gli altridipartimenti e con gli enti ed organismi oper-anti nel settore sanitario per le materie dicompetenza.
• Supporto al Dirigente generale negli affari dicompetenza del Dipartimento.
• Controllo di gestione.• Valutazione della dirigenza.
AREA 2“Nucleo ispettivo e vigilanza ”
• Verifiche ed ispezioni in ordine alle attivitàespletate dalle Aziende ed Enti sanitari, conparticolare riguardo agli aspetti tecnico-sani-tari.
SERVIZIO 1“Igiene pubblica”
• Igiene ambientale e tutela delle acque.• Profilassi e sorveglianza malattie infettive e
diffusive.• Coordinamento interventi a tutela della salute
pubblica.• Sistemi sorveglianza dedicati.• Rete medici sentinella.• Pianificazione programmi di Screening sani-
tari.• Piano pandemico nazionale e regionale.• Sieri e vaccini.• Campagne informative e vaccinali, monitorag-
gio coperture ed anagrafe vaccinale.• Acque minerali e termali.• Acque di balneazione.• Stabilimenti termali e termalismo terapeutico,
rilascio di autorizzazioni.
SERVIZIO 2“Promozione della salute”
• Progettazione e realizzazione dei Piani di pre-venzione.
• Programmi di educazione alla salute: stili divita, progetti di prevenzione del tabagi-smo,valutazione delle abitudini e dei consumi ali-
mentari e progetti di promozione di una cor-retta alimentazione.
• Sorveglianza nutrizionale.• Prevenzione delle malattie cronico-degenera-
tive correlate all'alimentazione.• Progetti di prevenzione dal consumo di
bevande alcoliche.• Progetti di promozione della mobilità e delle
attività fisiche.• Partecipazione a programmi di prevenzione
nazionali e comunitari.
SERVIZIO 3“Tutela della salute nei luoghi di vita e dilavoro”
• Prevenzione delle malattie professionali edegli infortuni sul lavoro.
• Radioprotezione.• Coordinamento delle attività di sorveglianza
sanitaria dei medici competenti.• Epidemiologia occupazionale.• Gestione del sistema informativo regionale
per la prevenzione, gestione dei fabbisogniinformativi e formativi.
• Autorizzazioni.• Vigilanza.• Promozione di programmi di attività.• Produzione di linee guida e procedure unifor-
mi in ambito regionale.
SERVIZIO 4“Igiene degli alimenti”
• Elaborazione e gestione dei piani regionaliper il controllo ufficiale degli alimenti.
• Igiene della produzione, trasformazione, com-mercializzazione, conservazione e tra-sportodegli alimenti e delle bevande.
• Sicurezza alimentare.• Acque destinate al consumo umano.• Sorveglianza sulle malattie trasmissibili con
gli alimenti.• Interventi nutrizionali per la ristorazione collet-
tiva (scuole, attività socio-assistenziali, menseaziendali).
• Sorveglianza nella commercializzazione e nel-l'utilizzo di prodotti fitosanitari.
SERVIZIO 5Qualità, L.E.A., appropriatezza e governo clinico”
• Valutazione, anche attraverso la proget-tazione e sviluppo di metodi dedicati, deiser-vizi, delle prestazioni e dell'attività sani-taria.
• Monitoraggio informatizzato delle attività edelle prestazioni.
• Verifica e monitoraggio in ordine ai livelliessenziali di assistenza.
• Valutazioni quali-quantitativa delle prestazionisanitarie.
• Appropriatezza.• Governo clinico.
SERVIZIO 6“Trasfusionale”
• Piano sangue regionale.• Centro trasfusionale sangue.• Rete dei centri di immuno¬ematologia e med-
icina trasfusionali.• Banca del sangue e del cordone.• Associazioni donatori volontari di sangue.• Rete regionale della talassemia.• Controllo dei consumi dei prodotto derivati
dal sangue nei presidi pubblici e privati enelle farmacie esterne.
SERVIZIO 7“Osservatorio epidemiologico”
• Sorveglianza dello stato di salute della popo-lazione regionale e dei relativi fattori di rischioattraverso strumenti e metodi epidemiologici.
SERVIZIO 8“Osservatorio veterinario”
• Studio, sorveglianza e valutazione dello statosanitario del patrimonio zootecnico.
• Analisi del rischio.• Epidemiologia veterinaria.• Gestione dei relativi dati informativi.• Anagrafe della popolazioni animali.
SERVIZIO 9“Sanità veterinaria”
• Profilassi generale, sorveglianza, controllo eprofilassi delle malattie contagiose degli ani-mali e di quelle che provocano emergenze
zoo-sanitarie, nonché, in particolare dell'in-fluenza aviaria e della malattia di Newcastle,delle pesti suine, della blue ton-gue, dellawest nile desease e altre epidemie e dellemalattie esotiche.
• Coordinamento e gestione degli interventi diemergenza veterinaria, unità regionale dicrisi.
• Polizia veterinaria.• Scambi intracomunitari ed import-export di
animali vivi, alimenti per animali, em-brioni,materiale seminale ed ogni altro prodotto diderivazione animale.
• Strutture veterinarie e pubblicità sanitaria.• Igiene urbana veterinaria, prevenzione del
randagismo e tutela del benessere anima-le.• Controlli sull'alimentazione animale, sullo
smaltimento dei sottoprodotti di origine a-nimale e sugli stabilimenti di produzione ecommercializzazione di alimenti per ani-mali.
• Igiene e sanità degli allevamenti, delle pro-duzioni animali e della riproduzione anima-le.
• Sperimentazione animale.• Vigilanza sull'Istituto Zooprofilattico
Sperimentale della Sicilia.
SERVIZIO 10“Formazione”
• Formazione e aggiornamento del personalesanitario e amministrativo.
• Realizzazione programmi formativi.• ECM.• Rapporti con il C.E.F.P.A.S.
• Campagne di aggiornamento su temi specifi-ci.
SERVIZIO 11“Valutazione delle tecnologie sanitarie”
• Analisi delle implicazioni medico-cliniche,sociali, organizzative, economiche, etiche elegali delle tecnologie.
• Valutazioni dell'efficacia, sicurezza, costi,impatto sociale e organizzativo e produzio-nedi linee guida.
DIPARTIMENTOPER LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA
AREA INTERDIPARTIMENTALE 1“Servizi generali e personale”
• Servizi Generali: repertorio, ufficio delConsegnatario, ufficio del Cassiere, servizioportineria, servizio posta, biblioteca.
• Gare e contratti inerenti l'acquisto di beni eservizi per il funzionamento dell'Assesso-rato.
• Sicurezza del lavoro (D.Lgs. 626/1994 –81/2008).
• Stato giuridico e trattamento economico delpersonale dell'Assessorato.
AREA INTERDIPARTIMENTALE 2“Ufficio del Piano di rientro ex art.1, comma180, legge 30 dicembre 2004, n. 311”
• Adempimenti connessi all'attuazione dellemisure del Piano di rientro e coordinamen-todelle correlate attività istruttorie dei servizidipartimentali.
• Coordinamento, anche al fine del rispetto delPatto di stabilità, in materia economi-co-finanziaria.
• Monitoraggio e verifica sullo stato diattuazione delle misure del Piano.
• Analisi e valutazione, successivo monitorag-gio, dell'impatto finanziario delle proposte diprovvedimenti normativi e dei provvedimentiamministrativi inerenti l'attuazione del Piano.
• Predisposizione del Piano sanitario regionale.• Relazioni sanitarie annuali.• Verifiche di conformità dei programmi azien-
dali al piano sanitario.
AREA INTERDIPARTIMENTALE 3“Affari giuridici”
• Adempimenti amministrativi e attività di vigi-lanza connessi agli organi di gestione e dicontrollo degli Enti e delle Aziende sanitarie.
• Atti aziendali.• Predisposizione, verifiche ed adempimenti rel-
ativi agli obiettivi dei direttori generali degliEnti e delle Aziende sanitarie.
• Attività inerente il contenziosodell'Assessorato.
• Controllo di coerenza normativa, verifica esupporto consulenziale, per gli aspetti giu-ridi-ci ed amministrativi, nelle materie di compe-
tenza dell'Assessorato, anche con rife-rimen-to a convenzioni e protocolli d'intesa construtture pubbliche e private operanti nel set-tore sanitario.
• Studi, ricerche e documentazione (elabo-razione di nuovi modelli gestionali, formula-zione di proposte normative, raccolta di nor-mative, sentenze e pareri, etc.).
• Tavoli tecnici.• Aspetti giuridici afferenti bandi e gare.
AREA INTERDIPARTIMENTALE 4“Sistemi informativi, statistica, monitoraggi”
• Andamento dell'entrata e della spesa e deidati economici.
• Raccolta ed elaborazione di dati statistici san-itari.
• Elaborazione e gestione dei flussi informativi.• Verifica e trattamento dei dati.• Predisposizione di report informatici in
relazione ai fabbisogni dei servizi dipartimen-tali.
• Analisi valutative e relativi controlli.• Centro Elaborazione Dati.• Raccordo con il Nuovo Sistema Sanitario
Nazionale.• Osservatorio costi.• Ufficio relazione con il pubblico.• Piani di Comunicazione.• Informatizzazione degli uffici.• Gestione informatizzata dei processi, dei dati
informativi e del SISR (Sistema Informa-tivosanitario Regionale) a supporto delle attività
di programmazione sanitaria, non-ché del por-tale dell'Assessorato.
• Attuazione, monitoraggio e controllo dei pro-grammi di informatizzazione.
• Rapporti con le società informatiche dellaRegione siciliana.
• Attuazione art. 50 Legge 326/2006 (tesserasanitaria).
AREA 1“Coordinamento, affari generali e comuni”
• Organizzazione, formazione e gestione delpersonale del Dipartimento.
• Rapporti con le OO.SS. e le associazioni divolontariato degli utenti.
• Attività di raccordo e coordinamento dei rap-porti con la Conferenza Unificata e laConferenza Stato-Regioni, con le altreRegioni, con gli organi istituzionali e gli altridipartimenti e con gli enti ed organismi oper-anti nel settore sanitario per le materie dicompetenza.
• Supporto al Dirigente generale negli affari dicompetenza del Dipartimento.
• Controllo di gestione.• Valutazione della dirigenza.
SERVIZIO 1“Personale dipendente S.S.R.”
• Dotazioni organiche, assunzioni a tempoindeterminato e mobilità nelle Aziende sani-tarie.
• Controllo degli atti deliberativi delle Aziendee degli Enti sanitari con particolare rife-rimento alle dotazioni organiche.
• Applicazione accordi collettivi nazionali e rel-ativi accordi regionali per la dirigenza med-ica e non medica e per il comparto sanitario.
• Professioni sanitarie.
SERVIZIO 2“Personale convenzionato S.S.R.”
• Attività amministrativa relativa alla medicina dibase e specialistica.
• Applicazione accordi collettivi nazionali e rela-tivi accordi regionali per la medicina gen-erale, pediatria, specialistica ambulatoriale.
• Adempimenti amministrativi concernenti lamedicina sociale e umanitaria ed il terma-lismo terapeutico.
SERVIZIO 3“Gestione degli investimenti”
• Attuazione dei programmi di investimentoregionali, nazionale e comunitari.
• Monitoraggio e verifica dei programmi diinvestimento degli Enti e delle Aziende sani-tarie.
• Verifica di conformità alla Programmazioneregionale degli investimenti aziendali di impor-to superiore alla soglia comunitaria.
• Attività inerenti il patrimonio degli Enti e delleAziende sanitarie.
SERVIZIO 4“Programmazione ospedaliera”
• Aziende Sanitarie Pubbliche.• Rapporti con i Policlinici Universitari della
Regione per gli aspetti tecnici sanitari.• Progettazione di modelli organizzativi dell'as-
sistenza ospedaliera.• Centri di riferimento regionali.• Ospedali classificati, IRCSS, Sperimentazioni
gestionali e Ospedalità accreditata.• Ospedalizzazione domiciliare.• Pareri ed autorizzazioni afferenti la materia.• Trapianti di organi e tessuti.• Adempimenti tecnico-sanitari sulle istanze di
ricovero extraregionale.• Criteri per la definizione dei budget.
SERVIZIO 5“Economico-finanziario”
• Intesa Stato-Regioni in ordine alla dotazione eripartizione del Fondo sanitario nazio-nale.
• Rapporti con l'Assessorato regionale delbilancio e delle finanze.
• Monitoraggio dei capitoli di bilancio.• Programmazione ed assegnazione alle
Aziende e agli Enti sanitari delle risorse delFondo Sanitario Regionale.
• Bilanci e conti consuntivi delle Aziende.• Controllo sulla spesa sanitaria.• Finanziamento delle quote mensili in favore
delle Aziende ed Enti sanitari.• Determinazione tariffe.
• Determinazione degli aggregati di spesaregionali e ripartizione provinciale dei relativitetti di spesa.
• Monitoraggio e relative verifiche.• Provvedimenti amministrativi in ordine a ticket
ed esenzione per patologia e reddito, anchein raccordo con il competente Servizio delDipartimento per le attività sanitarie e osser-vatorio epidemiologico.
• Verifiche e controlli amministrativi delle attiv-ità.
• Definizione dei budget.
SERVIZIO 6“ Programmazione dell’emergenza”
• Adempimenti amministrativi e contabili relativial servizio di soccorso regionale terre-stre, alservizio di elisoccorso regionale ed ai servizitelefonici afferenti il numero u-nico di chiama-ta del "118".
• Monitoraggio attività SUES "118".• Coordinamento ed indirizzo delle centrali
operative del Servizio Urgenza EmergenzaSanitarie (SUES) "118".
• Supporto ad organismi direttivi e di coordina-mento in materia di emergenza-urgenza.
• Emergenza sanitaria.• Coordinamento aspetti sanitari nel campo
della protezione civile.• Servizio Civile in sanità.
SERVIZIO 7“Farmaceutica”
• Politiche regionali del farmaco.• Prontuario terapeutico ospedaliero della
Regione siciliana.• Atti di indirizzo relativi a: assistenza farma-
ceutica diretta e distrettuale, assistenza far-maceutica ospedaliera, sperimentazione clini-ca dei farmaci.
• Farmacovigilanza e vigilanza sui dispositivimedici.
• Verifica quali–quantitativi delle prescrizioni.• Farmacoeconomia.• Farmacie pubbliche e private: approvazione
piante organiche, concorsi, autorizzazio-ne aitrasferimenti di sedi farmaceutiche perdecentramento o in sede di pianta orga-nicadelle farmacie.
• Farmacie rurali.• Presidi farmaceutici di emergenza.• Autorizzazione alla commercializzazione all'in-
grosso dei medicinali e dei gas medicali.
SERVIZIO 8“Programmazione territoriale ed integrazionesocio-sanitaria”
• Organizzazione e razionalizzazione dei distret-ti sanitari.
• Sviluppo rete dei Punti Territoriali diAssistenza.
• Rete delle strutture specialistiche, di diagnos-tica e di laboratorio.
• Rapporti con le associazioni dei familiari e delvolontariato per le materie di compe-tenza.
• Applicazione decreto legislativo 230 del
1999.• Organizzazione e strutturazione dei servizi
sanitari presso gli istituti penitenziari in rac-cordo con le Autorità agli stessi preposte.
• Gestione albi regionali afferenti il settore.• Promozione dell'integrazione socio-sanitaria
ed attuazione dei relativi interventi.• Rapporti con le organizzazioni sindacali rapp-
resentative delle categorie della speciali-sticaconvenzionata.
• Criteri per la definizione dei budget.• Dialisi.• Medicina sociale ed umanitarie e dei migranti.• Assistenza integrativa e protesica.• Consultori familiari.• Continuità terapeutica assistita.• Politiche del territorio in coerenza ed accordo
con le politiche orientate alla tutela dellefasce di popolazione deboli.
SERVIZIO 9“Tutela delle fragilità”
• Azioni a tutela delle disabilità, della salutementale, delle dipendenze patologiche e dellediverse fragilità.
• Medicina riabilitativa.• Rete delle lungo-assistenze (residenze sani-
tarie assistite e lungo-degenze) e degli ho-spice.
• Assistenza domiciliare e domiciliare integrata.• Assistenza agli anziani.
SERVIZIO 10“Isole minori”
• Valutazione dei bisogni delle popolazioni delleisole minori con particolare riferimento alladomanda diagnostica.
• Coordinamento dei servizi e dei modelli diofferta.
• Politiche di facilitazione nell'accesso alleprestazioni.
• Continuità assistenziale.
DIPARTIMENTOPER LE ATTIVITA’ SANITARIE EOSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO
AREA INTERDIPARTIMENTALE 5“Accreditamento istituzionale”
• Pianificazione del sistema di accreditamento.• Istruttoria e verifica, anche mediante gestione
informatizzata, delle istanze di accre-ditamen-to in coordinamento con i competenti servizidipartimentali.
• Predisposizione, aggiornamento periodico epubblicazione, anche sul sito web dell'As-ses-sorato, dell'elenco delle strutture pubbliche eprivate soggette ad accreditamento isti-tuzionale.
• Controllo sul mantenimento dei requisiti esulle attività svolte dalle Aziende sanitarie inmateria di accreditamento.
AREA INTERDIPARTIMENTALE 6
“Progetti, ricerca e innovazione”
• Promozione, elaborazione, coordinamento emonitoraggio dei programmi di investi-mento,dei programmi di intervento intersettoriali edei programmi di finanziamento.
• Coordinamento, ricerca di finanziamenti esupporto alla programmazione regionale degliinvestimenti in sanità ed alla pianificazionestrategica nei settori delle infra-strutture,edilizia sanitaria, patrimonio immobiliare,dotazione tecnologiche ed in-formatizzazionedel servizio sanitario regionale.
• Valutazione ex ante e verifica ex post deipiani e programmi di investimento comuni-tari.
• Internalizzazione e progetti di cooperazioneinternazionale.
• Progetti di ricerca finalizzata.• Programmi di ricerca comunitari.• Progetti di ricerca finalizzati alla prevenzione
e cura della talassemia.• Programmi di ricerca nazionale.• Promozione della ricerca.
AREA 1“Coordinamento, affari generali e comuni”
• Organizzazione, formazione e gestione delpersonale del Dipartimento.
• Rapporti con le OO.SS. e le associazioni divolontariato e degli utenti.
• Attività di raccordo e coordinamento dei rap-porti con la Conferenza Unificata e la
Conferenza Stato-Regioni, con le altreRegioni, con gli organi istituzionali e gli altridipartimenti e con gli enti ed organismi oper-anti nel settore sanitario per le materie dicompetenza.
• Supporto al Dirigente generale negli affari dicompetenza del Dipartimento.
• Controllo di gestione.• Valutazione della dirigenza.
AREA 2“Nucleo ispettivo e vigilanza ”
• Verifiche ed ispezioni in ordine alle attivitàespletate dalle Aziende ed Enti sanitari, conparticolare riguardo agli aspetti tecnico-sani-tari.
SERVIZIO 1“Igiene pubblica”
• Igiene ambientale e tutela delle acque.• Profilassi e sorveglianza malattie infettive e
diffusive.• Coordinamento interventi a tutela della salute
pubblica.• Sistemi sorveglianza dedicati.• Rete medici sentinella.• Pianificazione programmi di Screening sani-
tari.• Piano pandemico nazionale e regionale.• Sieri e vaccini.• Campagne informative e vaccinali, monitorag-
gio coperture ed anagrafe vaccinale.
• Acque minerali e termali.• Acque di balneazione.• Stabilimenti termali e termalismo terapeutico,
rilascio di autorizzazioni.
SERVIZIO 2“Promozione della salute”
• Progettazione e realizzazione dei Piani di pre-venzione.
• Programmi di educazione alla salute: stili divita, progetti di prevenzione del tabagi-smo,valutazione delle abitudini e dei consumi ali-mentari e progetti di promozione di una cor-retta alimentazione.
• Sorveglianza nutrizionale.• Prevenzione delle malattie cronico-degenera-
tive correlate all'alimentazione.• Progetti di prevenzione dal consumo di
bevande alcoliche.• Progetti di promozione della mobilità e delle
attività fisiche.• Partecipazione a programmi di prevenzione
nazionali e comunitari.
SERVIZIO 3“Tutela della salute nei luoghi di vita e dilavoro”
• Prevenzione delle malattie professionali edegli infortuni sul lavoro.
• Radioprotezione.• Coordinamento delle attività di sorveglianza
sanitaria dei medici competenti.
• Epidemiologia occupazionale.• Gestione del sistema informativo regionale
per la prevenzione, gestione dei fabbisogniinformativi e formativi.
• Autorizzazioni.• Vigilanza.• Promozione di programmi di attività.• Produzione di linee guida e procedure unifor-
mi in ambito regionale.
SERVIZIO 4“Igiene degli alimenti”
• Elaborazione e gestione dei piani regionaliper il controllo ufficiale degli alimenti.
• Igiene della produzione, trasformazione, com-mercializzazione, conservazione e tra-sportodegli alimenti e delle bevande.
• Sicurezza alimentare.• Acque destinate al consumo umano.• Sorveglianza sulle malattie trasmissibili con
gli alimenti.• Interventi nutrizionali per la ristorazione collet-
tiva (scuole, attività socio-assistenziali, menseaziendali).
• Sorveglianza nella commercializzazione e nel-l'utilizzo di prodotti fitosanitari.
SERVIZIO 5“Qualità, L.E.A., appropriatezza e governo clinico”
• Valutazione, anche attraverso la proget-tazione e sviluppo di metodi dedicati, dei ser-vizi, delle prestazioni e dell'attività sanitaria.
• Monitoraggio informatizzato delle attività edelle prestazioni.
• Verifica e monitoraggio in ordine ai livelliessenziali di assistenza.
• Valutazioni quali-quantitativa delle prestazionisanitarie.
• Appropriatezza.• Governo clinico.
SERVIZIO 6“Trasfusionale”
• Piano sangue regionale.• Centro trasfusionale sangue.• Rete dei centri di immuno¬ematologia e med-
icina trasfusionali.• Banca del sangue e del cordone.• Associazioni donatori volontari di sangue.• Rete regionale della talassemia.• Controllo dei consumi dei prodotto derivati
dal sangue nei presidi pubblici e privati enelle farmacie esterne.
SERVIZIO 7“Osservatorio epidemiologico”
• Sorveglianza dello stato di salute della popo-lazione regionale e dei relativi fattori di rischioattraverso strumenti e metodi epidemiologici.
SERVIZIO 8“Osservatorio veterinario”
• Studio, sorveglianza e valutazione dello stato
sanitario del patrimonio zootecnico.• Analisi del rischio.• Epidemiologia veterinaria.• Gestione dei relativi dati informativi.• Anagrafe della popolazioni animali.
SERVIZIO 9“Sanità veterinaria”
• Profilassi generale, sorveglianza, controllo eprofilassi delle malattie contagiose degli ani-mali e di quelle che provocano emergenzezoo-sanitarie, nonché, in particolare dell'in-fluenza aviaria e della malattia di Newcastle,delle pesti suine, della blue ton-gue, dellawest nile desease e altre epidemie e dellemalattie esotiche.
• Coordinamento e gestione degli interventi diemergenza veterinaria, unità regionale dicrisi.
• Polizia veterinaria.• Scambi intracomunitari ed import-export di
animali vivi, alimenti per animali, em-brioni,materiale seminale ed ogni altro prodotto diderivazione animale.
• Strutture veterinarie e pubblicità sanitaria.• Igiene urbana veterinaria, prevenzione del
randagismo e tutela del benessere anima-le.• Controlli sull'alimentazione animale, sullo
smaltimento dei sottoprodotti di origine a-nimale e sugli stabilimenti di produzione ecommercializzazione di alimenti per ani-mali.
• Igiene e sanità degli allevamenti, delle pro-duzioni animali e della riproduzione anima-le.
• Sperimentazione animale.• Vigilanza sull'Istituto Zooprofilattico
Sperimentale della Sicilia.
SERVIZIO 10“Formazione”
• Formazione e aggiornamento del personalesanitario e amministrativo.
• Realizzazione programmi formativi.• ECM.• Rapporti con il C.E.F.P.A.S.• Campagne di aggiornamento su temi specifi-
ci.
SERVIZIO 11“Valutazione delle tecnologie sanitarie”
• Analisi delle implicazioni medico-cliniche,sociali, organizzative, economiche, etiche elegali delle tecnologie.
• Valutazioni dell'efficacia, sicurezza, costi,impatto sociale e organizzativo e produzio-nedi linee guida.
LA FIDUCIA E L’OTTIMISMO
Ci sono poi delle cose che non si possono tradurre né in unalegge né in alcun tipo di provvedimento amministrativo: la fiducia e
l’ottimismo che devono caratterizzare l’azione di ognuno di noi eche si traducono nella speranza di un domani migliore.
Da cittadini, più che come assessorato, ci piace pensare cheognuno per la propria parte possa fare qualcosa per far crescerela propria terra. E consegnare ai nostri figli un’obiettiva ragione di
orgoglio piuttosto che una soggettiva autoreferenzialità. Ci deve essere, infatti, la capacità e la volontà, di avere e dare
a tutti una visione di insieme. Una condizione necessaria per con-tribuire alla crescita del sistema con spirito costruttivo,
invece che campanilistico.Adesso comincia la parte più difficile, applicare la legge.
Fin qui sono stati descritti tutti gli impegni. Adesso serve l’impegno di tutti.
Realizzato dall’Assessorato della Sanità con il contributo dell’Ufficio Stampa della Presidenza della Regione