MENSILE - ANNO VI2010 n. 48
MENSILE - ANNO VIMENSILE - ANNO VI20102010 n.n.
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. 353
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3 (c
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L. 2
7.02
.200
4, n
. 46)
– A
rt. 1
C. 1
– D
CB
Mil
ano
BRASILE La festa più matta del mondo!
COLOMBIA Un arcobaleno di colori
CIPROL’affascinante isola della filosofia e dell’amore
CAPO VERDE Magia ed energia nel cuore dell’Atlantico
ANTILLEVoglia di Caraibi...
TRENTINO A tutta neve!
All’in
tern
o
ITALIA
IN TASCA
4 m
inig
uide
tascabili
Il ministro degli Interni Roberto
Maroni ha già annunciato che 10
apparecchiature per la scansione
corporea completa saranno installate
all’Aeroporto di Fiumicino, a Roma,
presso lo scalo milanese di Malpensa e
al Marco Polo di Venezia entro i prossimi
tre mesi. Tutto è partito dalla U.S.
Transportation Security Administration,
che utilizza già 40 di questi strumenti
in diversi aeroporti degli Stati Uniti,
e ne ha chiesto l’adozione anche agli
scali europei. Ma alcuni Paesi non
concordano sull’opportunità di adottare
misure simili. Il portavoce del ministro
degli Interni tedesco, Stefan Paris, ha
fatto sapere che la Germania approverà
l’installazione degli scanner soltanto
quando verrà dimostrata oltre ogni
dubbio la loro utilità per la sicurezza
e l’assenza di pericoli per la salute dei
passeggeri, oltre all’adozione delle
misure necessarie perché non leda la
privacy dei viaggiatori. La questione,
quindi, sembra essere lontana da una
soluzione definitiva.
PRIMO PIANOL’EUROPA DIVISA SULLA SCANSIONE CORPOREA IN AEROPORTO
I viaggiatori sono in realtà dei tessitori. Nel loro instan-
cabile andare e venire intrecciano storie, conoscenza,
tolleranza, pazienza ed esperienza. E vivono davvero la
multidimensionalità. Anche sulla Rete. Il gruppo di amici
su Facebook aumenta ogni giorno ed è bello incontrare
nuove persone con voglia di condividere e di suggerire
piccoli accorgimenti che possono rendere il nostro lavo-
ro ancora più utile. In un mondo che si dibatte tra tanti
problemi il viaggiatore è il saggio che riunisce dove altri
dividono, che porta occhi e voce là dove qualcuno vuole ci
sia solo oscurità e silenzio. Siamo una famiglia! E viaggia-
re è più che un piacere o un bisogno. È una vocazione. È
una forma di ribellione. È un modo di affermare la propria
visione del mondo senza lasciarsi fuorviare da pregiudizi
e luoghi comuni. E allora viaggiate con noi, sulle nostre
pagine, scaricate il nostro primo documentario al quale a
breve seguiranno tanti altri. Perché saremo un magazine
da ascoltare e non solo da leggere. Questo nuovo anno si
presenta ricco di novità. Tanto per cominciare il restyling
grafico della vostra rivista. Siamo certi che vi piacerà
così come è piaciuto a noi. E poi tante altre sorprese che
bollono in pentola... ve le sveleremo pian piano nel corso
di questo 2010 che porta un lampo di rosa negli animi di
tutti grazie ai cenni di ripresa economica in ogni settore.
Così partire sarà una scelta ancora più facile. Un affet-
tuoso augurio di buona lettura a ciascuno di voi...
Una nuovaavventura...“A vantaggio del mondo sono le imprese di coloro che attraversano tanti mari, tanti climi diversi, tante genti straniere per acquistare quelli che comunemente son detti beni di fortuna!”
Miguel De Cervantes, Don Chisciotte della Mancia
Patrizia Bertolotti
3 | VIAGGIANDO
EDITORIALE | viaggiando.tv
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V43_Queens_Yachts_03-07_Nero_ok.ai 3-07-2009 16:52:34
40. Capo Verde Stregati dalle duneNatura sorprendente, rocce vulcaniche, piscine salmastre
e spiagge di “borotalco” nel paradiso tropicale più vicino...
70. Cipro L’isola infrantaIl fascino malinconico delle bellezze naturali e artistiche
nella terra di Afrodite. Tra merletti e fi losofi a...
52. Colombia Un arcobaleno di coloriAlla scoperta di un Paese dalle mille sfaccettature: dalle
foreste amazzoniche alla vivace cultura delle città84. Trentino Meraviglia tra i montiSulle cime predilette dal Grand Tour alla scoperta di
sapori genuini, magnifi che piste e passeggiate in troika
66. Antille Un sogno realizzabileUna meta romantica per eccellenza dove vivere la propria
favola in uno scenario esotico e travolgente
Speciale Piemonte Gira la rivista...
GRANDI ITINERARI
4 | VIAGGIANDO
SOMMARIO | FEBBRAIO 2010 | NUMERO 48
n. 48n.n.. 4488
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7.02
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4, n
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C. 1
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BRASILELa festa più matta del mondo!
COLOMBIA Un arcobaleno di colori
CIPROL’affascinante isola della filosofia e dell’amore
CAPO VERDE Magia ed energia nel cuore dell’Atlantico
ANTILLEVoglia di Caraibi...
TRENTINO A tutta neve!
All’in
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ITALIA
IN TASCA
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26. V.I.P. Gerry ScottiIl mondo visto dagli occhi dei
personaggi dello spettacolo, dell’arte
8. NewsNotizie dal mondo
12. CuriositàFatti strani ma incredibilmente veri!
14. Agenda & eventiArte, musica, cinema, folclore, fiere:
occasioni reali
30. GiramondoBrasile in maschera.
I magnifici cinque do Carnaval!
116. Idee in ValigiaTutte le novità di moda, hi-tech,
bellezza e benessere per benessere
106. Weekend EuropaTre giorni nelle più belle città d’Europa
112. Tendenze BenessereViaggi all’insegna del piacere nelle
più belle Spa d’Italia e del mondo
114. Libri & recensioniDa mettere in valigia per viaggiare
anche con la mente
110. Tendenze ViaggiNatura, avventura, storia,
archeologia, gusto, sport,
98. Weekend ItaliaNella Tuscia per scoprire una terra
ricca di mistero, storia e buona tavola
SOMMARIO | FEBBRAIO 2010 | NUMERO 48
6 | VIAGGIANDO
Signore e signori, benvenuti alla follia pura.
Folía, d’altronde, è un concetto stretta-
mente legato al carnevale brasiliano. Nel-
la succursale dell’Africa brasileira, nello Stato di
Bahía, la parte del leone, dal punto di vista festa-
iolo, la fa la capitale Salvador, dove tutto o quasi
s’incentra sulla figura del trio elétrico, un gigan-
tesco carrozzone ricoperto di casse acustiche
dalle quali esce musica al massimo volume. La
gente lo segue pulando (“saltando”) e sudando.
Secondo le statistiche, questo sarebbe il carne-
vale più grande del mondo. Qui si svolge la fe-
sta di strada più imponente: circa 25 chilometri
d’asfalto, senza contare piazze e strade minori,
sono il teatro della folía per un’intera settimana.
Si stima che, tra locali e turisti, in questo perio-
do nelle strade saltino, ballino, cantino, bevano
e amoreggino circa due milioni di persone. I
circuiti principali sono il giro nell’antico centro
storico, il Pelourinho (Pelò per gli aficionados),
quello di Campo Grande, che parte da praça Ca-
stro Alves, e la sfilata che va dalla spiaggia della
Barra a Ondina. Il trio elétrico domina negli ul-
timi due, a traino dei gruppi e dei cantanti più
famosi. Quest’anno sono previste le presenze di
Ivete Sangalo e Beyoncé Knowles. Tra i ritmi più
gettonati, l’Axé e il Samba Reggae, solo per cita-
re quelli “storici”, ma ogni anno vengono propo-
ste sonorità sempre nuove. Nel Pelò si partecipa
al carnevale più antico della città, con masche-
re di cartapesta, birra a go go e marcette più o
meno spontanee. Preparatevi a farvi polpacci
d’acciaio per salire e scendere per le ladeiras, le
stradine acciottolate del quartiere.
QUANDO: il carnevale di Salvador inizia con la
musica che risuona per le strade, amplificata
dagli altoparlanti dei trios elétricos, e quest’an-
no si protrarrà dall’11 al 17 febbraio.
CON CHI: la portoghese Tap propone un volo da
Milano e Roma per Salvador via Lisbona, men-
tre Alitalia e Tam fanno scalo a São Paulo. Naar
(naar.com) propone un pacchetto completo
per cinque notti con partenza su richiesta,
trasferimento da e per l’aeroporto con as-
sistenza in italiano, sistemazione in doppia
standard, prima colazione a buffet brasiliano
e mezza giornata di visita della città con gui-
da in italiano. In hotel di categoria turistica il
prezzo va dai 950 euro a persona in su. Il volo
dall’Italia ha un prezzo che parte da 750 euro
con circa 250 euro di tasse.
INFO: salvadordebahia.it - bahia-online.net.
SALVADOR DE BAHÍA
VIAGGIANDO | 3130 | VIAGGIANDO
GIRAMONDO | BRASILE IN MASCHERA | DI PIETRO SCÒZZARI
Signore e signori, benvenuti alla follia pura.
Folía, d’altronde, è un concetto stretta-
mente legato al carnevale brasiliano. Nel-
la succursale dell’Africa brasileira, nello Stato di
Bahía, la parte del leone, dal punto di vista festa-
iolo, la fa la capitale Salvador, dove tutto o quasi
s’incentra sulla figura del trio elétrico, un gigan-
tesco carrozzone ricoperto di casse acustiche
dalle quali esce musica al massimo volume. La
gente lo segue pulando (“saltando”) e sudando.
Secondo le statistiche, questo sarebbe il carne-
vale più grande del mondo. Qui si svolge la fe-
sta di strada più imponente: circa 25 chilometri
d’asfalto, senza contare piazze e strade minori,
sono il teatro della folía per un’intera settimana.
Si stima che, tra locali e turisti, in questo perio-
do nelle strade saltino, ballino, cantino, bevano
e amoreggino circa due milioni di persone. I
circuiti principali sono il giro nell’antico centro
storico, il Pelourinho (Pelò per gli aficionados),
quello di Campo Grande, che parte da praça Ca-
stro Alves, e la sfilata che va dalla spiaggia della
Barra a Ondina. Il trio elétrico domina negli ul-
timi due, a traino dei gruppi e dei cantanti più
famosi. Quest’anno sono previste le presenze di
Ivete Sangalo e Beyoncé Knowles. Tra i ritmi più
gettonati, l’Axé e il Samba Reggae, solo per cita-
re quelli “storici”, ma ogni anno vengono propo-
ste sonorità sempre nuove. Nel Pelò si partecipa
al carnevale più antico della città, con masche-
re di cartapesta, birra a go go e marcette più o
meno spontanee. Preparatevi a farvi polpacci
d’acciaio per salire e scendere per le ladeiras, le
stradine acciottolate del quartiere.
QUANDO: il carnevale di Salvador inizia con la
musica che risuona per le strade, amplificata
dagli altoparlanti dei trios elétricos, e quest’an-
no si protrarrà dall’11 al 17 febbraio.
CON CHI: la portoghese Tap propone un volo da
Milano e Roma per Salvador via Lisbona, men-
tre Alitalia e Tam fanno scalo a São Paulo. Naar
(naar.com) propone un pacchetto completo
per cinque notti con partenza su richiesta,
trasferimento da e per l’aeroporto con as-
sistenza in italiano, sistemazione in doppia
standard, prima colazione a buffet brasiliano
e mezza giornata di visita della città con gui-
da in italiano. In hotel di categoria turistica il
prezzo va dai 950 euro a persona in su. Il volo
dall’Italia ha un prezzo che parte da 750 euro
con circa 250 euro di tasse.
INFO: salvadordebahia.it - bahia-online.net.
SALVADOR DE BAHÍA
VIAGGIANDO | 3130 | VIAGGIANDO
GIRAMONDO | BRASILE IN MASCHERA | DI PIETRO SCÒZZARI
CAPO VERDEstregati dalle dune
Magia, energia e un’aura particolare. Sal e Boavista hanno ancora tanto da regalare a chi sa cogliere la loro essenza di natura pura al 100 per cento. Sperando in un futuro sostenibile
testo di Vittorio Giannella e Teresa Scacchi - foto di Vittorio Giannella
REPORTAGE | MONDO | CAPO VERDE
VIAGGIANDO | 4140 | VIAGGIANDO
CAPO VERDEstregati dalle dune
Magia, energia e un’aura particolare. Sal e Boavista hanno ancora tanto da regalare a chi sa cogliere la loro essenza di natura pura al 100 per cento. Sperando in un futuro sostenibile
testo di Vittorio Giannella e Teresa Scacchi - foto di Vittorio Giannella
REPORTAGE | MONDO | CAPO VERDE
VIAGGIANDO | 4140 | VIAGGIANDO
«Stretto tieni il sogno, perché se il sogno muore la
vita diventa incapace di volare», questo verso
di Paul Bowles mi porta sempre alla mente l’ar-
cipelago di Capo Verde, queste dieci briciole di
terra nera cadute, come raccontano le leggen-
de locali, dalle mani di Dio dopo la Creazione.
L’idea di passare nel giro di cinque ore da un in-
verno grigio e freddo a un’eterna estate è sem-
pre stato il sogno di molti qui in Italia. Anche
per la luna di miele una località tropicale che
non sia troppo lontana è una meta ambita e in-
vitante. Grazie alla progressiva apertura delle
isole di Capo Verde al turismo questo sogno è
sempre più una realtà. E i capoverdiani sono di-
ventati abili imprenditori del settore, per fare
in modo che la loro terra diventi sempre più de-
siderata, non solo dai turisti, ma in questi ulti-
mi anni anche dagli imprenditori immobiliari.
IERI COME OGGI, QUESTO arcipelago al centro
dell’Oceano Atlantico è sempre stato ogget-
to del desiderio di Paesi del Vecchio e Nuovo
mondo. Qui, infatti, attraccavano i vascelli bra-
siliani che venivano a rifornirsi dell’ottimo sale,
mentre navi baleniere americane incrociava-
no in queste acque i cetacei, che qui vengono
a riprodursi, per cacciarli. Ancor prima, le vele
dei portoghesi sospinte dagli alisei giunsero in
questi lidi facendone una loro colonia fi no alla
defi nitiva indipendenza, ottenuta con sacrifi ci,
attentati e rivolte il 5 luglio 1975. Anche la popo-
lazione si è formata attraverso commistioni di
europei, africani e sudamericani, lo si intuisce
guardando gli abitanti delle numerose isole.
Non è diffi cile incontrare persone con incarnati
mulatti, occhi verdi e capelli biondi, bizzarrie ge-
netiche che vanno di pari passo con una cultura
meticcia, molto poco africana anche se le isole
distano solo 500 chilometri dalla costa senega-
lese. Sal e Boavista sono le “isole tropicali” più
vicine all’Italia, con spiagge deserte e infi nite,
bianche, nere e dorate e un mare che soddisfa
chi ama fare snorkeling, come la baia das Ga-
tas, dove le condizioni particolari delle correnti
fanno in modo che i coralli vi crescano in abbon-
danza, creando una biodiversità incredibile che
dà l’impressione di immergersi in un acquario
ricco di tanti pesci colorati e dalle diverse fogge,
in piena sicurezza. Il sostantivo “Gatas” si rife-
risce all’innocuo squalo nutrice, che nei periodi
estivi è facile incontrare in queste acque. E per
chi ama praticare il surf, ci sono luoghi ben se-
gnalati dove le onde sono davvero formidabili.
Insomma, gli ingredienti per fare di queste isole
un paradiso tropicale ci sono tutti, compreso
sole, balli, musica e spensieratezza, e oggi sono
ancora più comode da raggiungere grazie alla
recente apertura dell’aeroporto internazionale
di Rabil, a Boavista.
CHI ARRIVA A SAL è subito incantato dall’iso-
la. La spiaggia dorata di Santa Maria, lunga
otto chilometri, è popolata fi n dalle prime ore
della giornata da decine e decine di turisti che
fanno footing, incrociando e confondendo le
loro orme con le tracce lasciate sulla sabbia
dalle tartarughe che qui, nella notte, vengono
a deporre le uova. Dove la spiaggia costeggia
In apertura, le dune di Chave al tramonto. In alto, la suggestiva spiaggia di Santa Maria. A destra, una ragazza
di Fundo das Figueras, a Boavista. Nella pagina a fi anco, formazioni laviche a Cabo do Sol.
REPORTAGE | MONDO | CAPO VERDE
VIAGGIANDO | 4342 | VIAGGIANDO
«Stretto tieni il sogno, perché se il sogno muore la
vita diventa incapace di volare», questo verso
di Paul Bowles mi porta sempre alla mente l’ar-
cipelago di Capo Verde, queste dieci briciole di
terra nera cadute, come raccontano le leggen-
de locali, dalle mani di Dio dopo la Creazione.
L’idea di passare nel giro di cinque ore da un in-
verno grigio e freddo a un’eterna estate è sem-
pre stato il sogno di molti qui in Italia. Anche
per la luna di miele una località tropicale che
non sia troppo lontana è una meta ambita e in-
vitante. Grazie alla progressiva apertura delle
isole di Capo Verde al turismo questo sogno è
sempre più una realtà. E i capoverdiani sono di-
ventati abili imprenditori del settore, per fare
in modo che la loro terra diventi sempre più de-
siderata, non solo dai turisti, ma in questi ulti-
mi anni anche dagli imprenditori immobiliari.
IERI COME OGGI, QUESTO arcipelago al centro
dell’Oceano Atlantico è sempre stato ogget-
to del desiderio di Paesi del Vecchio e Nuovo
mondo. Qui, infatti, attraccavano i vascelli bra-
siliani che venivano a rifornirsi dell’ottimo sale,
mentre navi baleniere americane incrociava-
no in queste acque i cetacei, che qui vengono
a riprodursi, per cacciarli. Ancor prima, le vele
dei portoghesi sospinte dagli alisei giunsero in
questi lidi facendone una loro colonia fi no alla
defi nitiva indipendenza, ottenuta con sacrifi ci,
attentati e rivolte il 5 luglio 1975. Anche la popo-
lazione si è formata attraverso commistioni di
europei, africani e sudamericani, lo si intuisce
guardando gli abitanti delle numerose isole.
Non è diffi cile incontrare persone con incarnati
mulatti, occhi verdi e capelli biondi, bizzarrie ge-
netiche che vanno di pari passo con una cultura
meticcia, molto poco africana anche se le isole
distano solo 500 chilometri dalla costa senega-
lese. Sal e Boavista sono le “isole tropicali” più
vicine all’Italia, con spiagge deserte e infi nite,
bianche, nere e dorate e un mare che soddisfa
chi ama fare snorkeling, come la baia das Ga-
tas, dove le condizioni particolari delle correnti
fanno in modo che i coralli vi crescano in abbon-
danza, creando una biodiversità incredibile che
dà l’impressione di immergersi in un acquario
ricco di tanti pesci colorati e dalle diverse fogge,
in piena sicurezza. Il sostantivo “Gatas” si rife-
risce all’innocuo squalo nutrice, che nei periodi
estivi è facile incontrare in queste acque. E per
chi ama praticare il surf, ci sono luoghi ben se-
gnalati dove le onde sono davvero formidabili.
Insomma, gli ingredienti per fare di queste isole
un paradiso tropicale ci sono tutti, compreso
sole, balli, musica e spensieratezza, e oggi sono
ancora più comode da raggiungere grazie alla
recente apertura dell’aeroporto internazionale
di Rabil, a Boavista.
CHI ARRIVA A SAL è subito incantato dall’iso-
la. La spiaggia dorata di Santa Maria, lunga
otto chilometri, è popolata fi n dalle prime ore
della giornata da decine e decine di turisti che
fanno footing, incrociando e confondendo le
loro orme con le tracce lasciate sulla sabbia
dalle tartarughe che qui, nella notte, vengono
a deporre le uova. Dove la spiaggia costeggia
In apertura, le dune di Chave al tramonto. In alto, la suggestiva spiaggia di Santa Maria. A destra, una ragazza
di Fundo das Figueras, a Boavista. Nella pagina a fi anco, formazioni laviche a Cabo do Sol.
REPORTAGE | MONDO | CAPO VERDE
VIAGGIANDO | 4342 | VIAGGIANDO
La Colombia è un Paese dai mille volti. Sorprende per la sua natura meravi-
gliosa, anche se ancora, in alcuni luoghi, non è possibile esplorarla a fondo
in tutta sicurezza. Le imponenti città dalla storia millenaria si presentano
con il loro bagaglio culturale fatto di chiese, monumenti, musei, che ha
contribuito alla nascita di questa nazione dalle tante sfaccettature anche
contraddittorie. Senza dimenticare le tracce lasciate dalle civiltà perdute,
il cui fascino misterioso ci ricorda che qui, prima degli europei, fi orivano
società assai progredite. E poi, le spiagge caraibiche, lambite da un mare
cristallino e dalla vegetazione lussureggiante e il sorriso aperto della gen-
te, che ci ricorda quanto i colombiani amino il divertimento, la musica, il
ballo, il buon cibo, ma, soprattutto, la loro terra meravigliosa.
LA PRIMA TAPPA DEL viaggio in questi luoghi straordinari è la città di Me-
dellín, la più importante della regione dell’Antioquia. Famosa per avere
dato i natali allo scultore Fernando Botero, la città è circondata dalle vette
frastagliate della catena andina, che la protegge dalle variazioni climati-
che, mantenendo temperature miti per tutto il corso dell’anno. Caratteri-
stica, questa, che le è valso l’appellativo di “Città dell’eterna primavera”.
Anche se ancora permane qualche pregiudizio legato al turbolento pas-
sato della zona, connesso ai cartelli della droga, oggi Medellín è profon-
damente cambiata ed è annoverata tra le città più sicure della Colombia.
Ad attrarre qui i visitatori, oltre alla bellezza e alla storia dei suoi monu-
menti, è la cordialità e l’ospitalità dei suoi abitanti, i paisas, come vengono
chiamati gli abitanti dell’Antioquia. Discendenti dagli antichi agricoltori,
sono considerati i “texani” della Colombia, aspetto che sottolineano con
un atteggiamento decisamente spavaldo, degno dei più navigati cowboy.
Il centro della città, che si sviluppa attorno al Parque de Bolívar, spicca per
le caratteristiche case coloniali imbiancate a calce, mentre le strette viuz-
ze brulicano dell’umanità che le percorre in tutte le direzioni, con passo
Colombia un arcobaleno di colori
Dalla costa caraibica alle porte dell’Amazzonia, alla scoperta di un paese dalle mille sfaccettature che sta cambiando radicalmente
testo di Manuela Fiorini - foto di Fabrizio Angeloro
REPORTAGE | MONDO | COLOMBIA
La Colombia è un Paese dai mille volti. Sorprende per la sua natura meravi-
gliosa, anche se ancora, in alcuni luoghi, non è possibile esplorarla a fondo
in tutta sicurezza. Le imponenti città dalla storia millenaria si presentano
con il loro bagaglio culturale fatto di chiese, monumenti, musei, che ha
contribuito alla nascita di questa nazione dalle tante sfaccettature anche
contraddittorie. Senza dimenticare le tracce lasciate dalle civiltà perdute,
il cui fascino misterioso ci ricorda che qui, prima degli europei, fi orivano
società assai progredite. E poi, le spiagge caraibiche, lambite da un mare
cristallino e dalla vegetazione lussureggiante e il sorriso aperto della gen-
te, che ci ricorda quanto i colombiani amino il divertimento, la musica, il
ballo, il buon cibo, ma, soprattutto, la loro terra meravigliosa.
LA PRIMA TAPPA DEL viaggio in questi luoghi straordinari è la città di Me-
dellín, la più importante della regione dell’Antioquia. Famosa per avere
dato i natali allo scultore Fernando Botero, la città è circondata dalle vette
frastagliate della catena andina, che la protegge dalle variazioni climati-
che, mantenendo temperature miti per tutto il corso dell’anno. Caratteri-
stica, questa, che le è valso l’appellativo di “Città dell’eterna primavera”.
Anche se ancora permane qualche pregiudizio legato al turbolento pas-
sato della zona, connesso ai cartelli della droga, oggi Medellín è profon-
damente cambiata ed è annoverata tra le città più sicure della Colombia.
Ad attrarre qui i visitatori, oltre alla bellezza e alla storia dei suoi monu-
menti, è la cordialità e l’ospitalità dei suoi abitanti, i paisas, come vengono
chiamati gli abitanti dell’Antioquia. Discendenti dagli antichi agricoltori,
sono considerati i “texani” della Colombia, aspetto che sottolineano con
un atteggiamento decisamente spavaldo, degno dei più navigati cowboy.
Il centro della città, che si sviluppa attorno al Parque de Bolívar, spicca per
le caratteristiche case coloniali imbiancate a calce, mentre le strette viuz-
ze brulicano dell’umanità che le percorre in tutte le direzioni, con passo
Colombia un arcobaleno di colori
Dalla costa caraibica alle porte dell’Amazzonia, alla scoperta di un paese dalle mille sfaccettature che sta cambiando radicalmente
testo di Manuela Fiorini - foto di Fabrizio Angeloro
REPORTAGE | MONDO | COLOMBIA
Quante volte guardando fuori da una finestra, in pieno in-
verno, il freddo che s’insinua dappertutto, abbiamo pen-
sato ad una bella vacanza ai Caraibi? Mare, sole, spiagge
bianchissime, musica dal ritmo travolgente… Un sogno che
mai come in questo periodo, con le favolose offerte a prez-
zi imperdibili, può diventare realtà. Di paradisi i Carabi ne
hanno da vendere, ma se cerchiamo qualcosa che non sia
solo spiaggia-abbronzante-mare-lettino le Piccole Antille,
un pugno di isole che si estendono da Porto Rico al Vene-
zuela, offrono tre destinazioni davvero speciali. Parliamo
di Martinica, Guadalupa e Dominica. Molto vicine tra loro,
ognuna di esse offre particolari aspetti “caraibici” che le
rendono uniche e sicuramente da visitare.
L’ISOLA DI DOMINICA, ad esempio è la destinazione perfet-
ta per naturisti ed ecoturisti. Se per un errore temporale
Cristoforo Colombo dovesse incappare nel nostro secolo e
sbarcarvi di nuovo, state certi che la riconoscerebbe. È pra-
ticamente rimasta intatta, nella sua immensa distesa di ve-
getazione, con scenari che ricordano più le Hawaii che i Ca-
raibi. Ultima isola dell’arcipelago ad essere colonizzata dagli
europei, fu ceduta dalla Francia alla Gran Bretagna e tuttora
conserva una esigua comunità di stirpe pre-colombiana, gli
indigeni caribi, che vivono in una piccola parte della costa
orientale. È, dunque, l’aspetto natura quello che più colpisce
l’immaginario del viaggiatore. Un’esplosione di colori, felci
enormi, anthurium dall’incredibile carnosità e orchidee sel-
vatiche unite alle più alte vette dei Caraibi che culminano
nel Morne Diablotin di ben 1.450 metri, fanno di quest’isola
un vero paradiso da esplorare. L’Emerald Pool, la “piscina di
smeraldo”, è uno dei luoghi da non perdere. Irrorata da una
possente cascata, la piscina naturale si trova in una grotta
adorna di felci lussureggianti. Siamo nel Parco Nazionale
Morne Trois Pitons, 64 chilometri quadrati di terra dove si
trova anche uno dei sentieri da trekking più impegnativi dei
Caraibi: quello che conduce ad un’altra meraviglia della na-
tura, il Boiling Lake. È il secondo lago bollente del mondo,
una fumarola sotterranea dalla quale erompono gas emes-
si dalla lava fluida sottostante. Un paesaggio incredibile. In
tutta l’isola le sistemazioni sono più che dignitose, ma non
aspettatevi alberghi sfarzosi. Qui, a Dominica, il vero lusso
è dato dall’essere totalmente immersi nella natura più pura.
Di altro tono e charme è l’isola di Guadalupa, dipartimento
francese d’oltremare, conosciuta anche come “Farfalla dei
Caraibi”. Basta farsi un giro su Google maps per capirne il
motivo: dall’alto appare nella sua particolare forma che ri-
corda appunto una farfalla. Le sue ali sono Grande Terre e
Basse Terre, le due isole maggiori, a cui si aggiungono altre
cinque isole: La Désirade, Marie-Galante, Les Saintes, Saint-
Martin e Saint-Barthélemy a comporre un paradiso tropica-
le nel cuore delle Antille. Separate da uno stretto braccio di
mare, le due grandi isole offrono paesaggi completamente
diversi: Basse Terre è formata dalla parte emersa di un vulca-
no, La Soufriere, che raggiunge i 1.467 metri d’altezza. Lungo
le sue pendici si allunga una lussureggiante foresta tropica-
le di oltre 17.000 ettari, parco nazionale nel 1989 e territorio
ideale per trekking ed esplorazioni. Al suo interno crescono
vigorose più di 3.000 specie di piante e vivono un gran nume-
ro di animali esotici, fortunatamente non velenosi. Scenogra-
fiche le cascate e i piccoli laghi, riforniti dai numerosi corsi
d’acqua. I fondali sono una grande attrattiva per i sub, gra-
zie anche alla riserva sottomarina dedicata all’oceanografo
Piccole Antille un sogno realizzabile
Natura selvaggia, spiagge incredibili, tramonti da mozzare il fiato: Dominica, Guadalupa e Martinica sembrano essere sempre più vicine... Tutto merito dei low cost
testo di Lorenzo Valentini
REPORTAGE | MONDO | ANTILLE
VIAGGIANDO | 67
Quante volte guardando fuori da una finestra, in pieno in-
verno, il freddo che s’insinua dappertutto, abbiamo pen-
sato ad una bella vacanza ai Caraibi? Mare, sole, spiagge
bianchissime, musica dal ritmo travolgente… Un sogno che
mai come in questo periodo, con le favolose offerte a prez-
zi imperdibili, può diventare realtà. Di paradisi i Carabi ne
hanno da vendere, ma se cerchiamo qualcosa che non sia
solo spiaggia-abbronzante-mare-lettino le Piccole Antille,
un pugno di isole che si estendono da Porto Rico al Vene-
zuela, offrono tre destinazioni davvero speciali. Parliamo
di Martinica, Guadalupa e Dominica. Molto vicine tra loro,
ognuna di esse offre particolari aspetti “caraibici” che le
rendono uniche e sicuramente da visitare.
L’ISOLA DI DOMINICA, ad esempio è la destinazione perfet-
ta per naturisti ed ecoturisti. Se per un errore temporale
Cristoforo Colombo dovesse incappare nel nostro secolo e
sbarcarvi di nuovo, state certi che la riconoscerebbe. È pra-
ticamente rimasta intatta, nella sua immensa distesa di ve-
getazione, con scenari che ricordano più le Hawaii che i Ca-
raibi. Ultima isola dell’arcipelago ad essere colonizzata dagli
europei, fu ceduta dalla Francia alla Gran Bretagna e tuttora
conserva una esigua comunità di stirpe pre-colombiana, gli
indigeni caribi, che vivono in una piccola parte della costa
orientale. È, dunque, l’aspetto natura quello che più colpisce
l’immaginario del viaggiatore. Un’esplosione di colori, felci
enormi, anthurium dall’incredibile carnosità e orchidee sel-
vatiche unite alle più alte vette dei Caraibi che culminano
nel Morne Diablotin di ben 1.450 metri, fanno di quest’isola
un vero paradiso da esplorare. L’Emerald Pool, la “piscina di
smeraldo”, è uno dei luoghi da non perdere. Irrorata da una
possente cascata, la piscina naturale si trova in una grotta
adorna di felci lussureggianti. Siamo nel Parco Nazionale
Morne Trois Pitons, 64 chilometri quadrati di terra dove si
trova anche uno dei sentieri da trekking più impegnativi dei
Caraibi: quello che conduce ad un’altra meraviglia della na-
tura, il Boiling Lake. È il secondo lago bollente del mondo,
una fumarola sotterranea dalla quale erompono gas emes-
si dalla lava fluida sottostante. Un paesaggio incredibile. In
tutta l’isola le sistemazioni sono più che dignitose, ma non
aspettatevi alberghi sfarzosi. Qui, a Dominica, il vero lusso
è dato dall’essere totalmente immersi nella natura più pura.
Di altro tono e charme è l’isola di Guadalupa, dipartimento
francese d’oltremare, conosciuta anche come “Farfalla dei
Caraibi”. Basta farsi un giro su Google maps per capirne il
motivo: dall’alto appare nella sua particolare forma che ri-
corda appunto una farfalla. Le sue ali sono Grande Terre e
Basse Terre, le due isole maggiori, a cui si aggiungono altre
cinque isole: La Désirade, Marie-Galante, Les Saintes, Saint-
Martin e Saint-Barthélemy a comporre un paradiso tropica-
le nel cuore delle Antille. Separate da uno stretto braccio di
mare, le due grandi isole offrono paesaggi completamente
diversi: Basse Terre è formata dalla parte emersa di un vulca-
no, La Soufriere, che raggiunge i 1.467 metri d’altezza. Lungo
le sue pendici si allunga una lussureggiante foresta tropica-
le di oltre 17.000 ettari, parco nazionale nel 1989 e territorio
ideale per trekking ed esplorazioni. Al suo interno crescono
vigorose più di 3.000 specie di piante e vivono un gran nume-
ro di animali esotici, fortunatamente non velenosi. Scenogra-
fiche le cascate e i piccoli laghi, riforniti dai numerosi corsi
d’acqua. I fondali sono una grande attrattiva per i sub, gra-
zie anche alla riserva sottomarina dedicata all’oceanografo
Piccole Antille un sogno realizzabile
Natura selvaggia, spiagge incredibili, tramonti da mozzare il fiato: Dominica, Guadalupa e Martinica sembrano essere sempre più vicine... Tutto merito dei low cost
testo di Lorenzo Valentini
REPORTAGE | MONDO | ANTILLE
VIAGGIANDO | 67
Un fi losofo non lo ammetterà mai, tanto meno il fondatore del-
la scuola stoica. Eppure, le rughe sulla fronte di Zenone tra-
discono inconfutabilmente una certa apprensione. Balzano
all’occhio non appena si osservi la statua che i suoi concitta-
dini gli hanno dedicato di fronte al municipio di Larnaca, che
ai tempi, fra il quarto e il terzo secolo avanti Cristo, si chiama-
va ancora Kition. Per uno che ha trascorso la vita a elogiare la
superiorità della ragione sul sentimento, essere nato sull’iso-
la della dea dell’amore deve essere sembrato quasi una beffa
del destino. Oggi osserva sfi lare sotto il suo piedistallo frotte
di giovani che notte e giorno affollano il Foinikoudes, il lun-
gomare puntellato di palme sul quale si succedono alcuni
dei locali più famosi di Cipro. Se un turista si avvicina alla
sua statua, quasi sempre lo confonde con il suo omonimo
collega di Elea, lo Zenone che inventò i paradossi sull’irrag-
giungibilità della tartaruga di Achille o sulla freccia che non
potrà mai centrare il bersaglio. Ne è testimone il municipio
alle sue spalle, splendido esempio di architettura coloniale
britannica. “Questo” Zenone era solito affermare che i miti
sono solo favole per addolcire la cruda realtà, con buona
pace delle coppiette d’innamorati che arrivano fi no a Petra
tou Romiou, ostinandosi a disegnare cuori di pietre bianche
sulla spiaggia ove Afrodite mosse i primi passi, un arioso gol-
fo dalle acque trasparenti.
PROPRIO QUESTO, INFATTI, SI aspettano i visitatori di Cipro
quando giungono sull’isola. Pensando alla Grecia classica,
credono di trovarvi il mito e la bellezza, mentre Larnaca par-
la loro dell’ineluttabilità della storia, punta il dito sui segni
del tempo. Non può fregiarsi dei grandi musei e delle nume-
rose chiese di Nicosia, l’illustre capitale ad appena 45 chilo-
metri più a nord, né tanto meno dei siti micenei o alessandri-
ni di Paphos, che si gode tramonti infi niti sull’estrema costa
occidentale. Non ha un porto cosmopolita come Lemesos e
neppure un’oasi naturalistica pari a Capo Gkreko, nei pressi
di Agia Napa. Eppure tutti passano per Larnaca, dal momen-
to che il suo aeroporto funge da ingresso principale al Paese
ormai dal 1974. Posto a dovuta distanza di sicurezza dal con-
fi ne della mai riconosciuta repubblica turca di Cipro Nord, si
trova più o meno alla stessa distanza da tutte le attrattive
dell’isola. A 32 chilometri dalla città si trovano curiose abi-
tazioni cilindriche risalenti al periodo neolitico. Si tratta di
alcune case-alveare che costituiscono il sorprendente vil-
laggio di Choirokoitia, patrimonio Unesco d’immenso valore
preistorico. Sarebbe il luogo ideale, di grande pregio simbo-
lico, da dove i cittadini di domani potrebbero costruire una
nuova storia cipriota sotto il segno dell’unità e dell’ordine.
Esattamente come avrebbe voluto Zenone, prima che la pas-
sione di Afrodite sconvolgesse i cuori dei suoi connazionali e
infrangesse il Paese in due. Minareto e campanile si fronteg-
giano a Larnaca senza pretese d’egemonia, l’uno dolcemente
accarezzato dalle palme che crescono sul lago salato della
città, l’altro baciato dal sole che immancabilmente splende
sulla chiara pietra calcarea con la quale il centro storico è
stato costruito. Entrambi consapevoli del proprio peso origi-
nario, ma non per questo pronti a rovinare sui fedeli di spon-
da opposta. Da una parte, la moschea di Hala Sultan Tekkesi
è, infatti, uno dei siti musulmani in assoluto più venerati sin
dal 648 d.C. Al suo interno custodisce la tomba della zia di Ma-
ometto, Umm Haram, tragicamente morta cadendo dal suo
mulo proprio nel punto in cui il gran califfo Moavia avrebbe
poi fatto edifi care il sito sacro. Dall’altra, la chiesa bizantina
di San Lazzaro cela, invece, le spoglie dell’uomo che Gesù
stesso fece tornare in vita, fi nendo poi per essere nominato
Cipro l’isola infranta
Il fascino malinconico dei templi, l’artigianato raffinato e una cucina dai sapori mediterranei caratterizzano l’isola che ha dato i natali alla dea greca dell’amore, Afrodite
testo e foto di Alberto Caspani
REPORTAGE | MONDO | CIPRO
VIAGGIANDO | 7170 | VIAGGIANDO
Un fi losofo non lo ammetterà mai, tanto meno il fondatore del-
la scuola stoica. Eppure, le rughe sulla fronte di Zenone tra-
discono inconfutabilmente una certa apprensione. Balzano
all’occhio non appena si osservi la statua che i suoi concitta-
dini gli hanno dedicato di fronte al municipio di Larnaca, che
ai tempi, fra il quarto e il terzo secolo avanti Cristo, si chiama-
va ancora Kition. Per uno che ha trascorso la vita a elogiare la
superiorità della ragione sul sentimento, essere nato sull’iso-
la della dea dell’amore deve essere sembrato quasi una beffa
del destino. Oggi osserva sfi lare sotto il suo piedistallo frotte
di giovani che notte e giorno affollano il Foinikoudes, il lun-
gomare puntellato di palme sul quale si succedono alcuni
dei locali più famosi di Cipro. Se un turista si avvicina alla
sua statua, quasi sempre lo confonde con il suo omonimo
collega di Elea, lo Zenone che inventò i paradossi sull’irrag-
giungibilità della tartaruga di Achille o sulla freccia che non
potrà mai centrare il bersaglio. Ne è testimone il municipio
alle sue spalle, splendido esempio di architettura coloniale
britannica. “Questo” Zenone era solito affermare che i miti
sono solo favole per addolcire la cruda realtà, con buona
pace delle coppiette d’innamorati che arrivano fi no a Petra
tou Romiou, ostinandosi a disegnare cuori di pietre bianche
sulla spiaggia ove Afrodite mosse i primi passi, un arioso gol-
fo dalle acque trasparenti.
PROPRIO QUESTO, INFATTI, SI aspettano i visitatori di Cipro
quando giungono sull’isola. Pensando alla Grecia classica,
credono di trovarvi il mito e la bellezza, mentre Larnaca par-
la loro dell’ineluttabilità della storia, punta il dito sui segni
del tempo. Non può fregiarsi dei grandi musei e delle nume-
rose chiese di Nicosia, l’illustre capitale ad appena 45 chilo-
metri più a nord, né tanto meno dei siti micenei o alessandri-
ni di Paphos, che si gode tramonti infi niti sull’estrema costa
occidentale. Non ha un porto cosmopolita come Lemesos e
neppure un’oasi naturalistica pari a Capo Gkreko, nei pressi
di Agia Napa. Eppure tutti passano per Larnaca, dal momen-
to che il suo aeroporto funge da ingresso principale al Paese
ormai dal 1974. Posto a dovuta distanza di sicurezza dal con-
fi ne della mai riconosciuta repubblica turca di Cipro Nord, si
trova più o meno alla stessa distanza da tutte le attrattive
dell’isola. A 32 chilometri dalla città si trovano curiose abi-
tazioni cilindriche risalenti al periodo neolitico. Si tratta di
alcune case-alveare che costituiscono il sorprendente vil-
laggio di Choirokoitia, patrimonio Unesco d’immenso valore
preistorico. Sarebbe il luogo ideale, di grande pregio simbo-
lico, da dove i cittadini di domani potrebbero costruire una
nuova storia cipriota sotto il segno dell’unità e dell’ordine.
Esattamente come avrebbe voluto Zenone, prima che la pas-
sione di Afrodite sconvolgesse i cuori dei suoi connazionali e
infrangesse il Paese in due. Minareto e campanile si fronteg-
giano a Larnaca senza pretese d’egemonia, l’uno dolcemente
accarezzato dalle palme che crescono sul lago salato della
città, l’altro baciato dal sole che immancabilmente splende
sulla chiara pietra calcarea con la quale il centro storico è
stato costruito. Entrambi consapevoli del proprio peso origi-
nario, ma non per questo pronti a rovinare sui fedeli di spon-
da opposta. Da una parte, la moschea di Hala Sultan Tekkesi
è, infatti, uno dei siti musulmani in assoluto più venerati sin
dal 648 d.C. Al suo interno custodisce la tomba della zia di Ma-
ometto, Umm Haram, tragicamente morta cadendo dal suo
mulo proprio nel punto in cui il gran califfo Moavia avrebbe
poi fatto edifi care il sito sacro. Dall’altra, la chiesa bizantina
di San Lazzaro cela, invece, le spoglie dell’uomo che Gesù
stesso fece tornare in vita, fi nendo poi per essere nominato
Cipro l’isola infranta
Il fascino malinconico dei templi, l’artigianato raffinato e una cucina dai sapori mediterranei caratterizzano l’isola che ha dato i natali alla dea greca dell’amore, Afrodite
testo e foto di Alberto Caspani
REPORTAGE | MONDO | CIPRO
VIAGGIANDO | 7170 | VIAGGIANDO
TRENTINOmeraviglia tra i monti
Elegante meta sin dai tempi del Grand Tour, la valle del Primiero ha un’importante tradizione di ospitalità, arricchita da una gustosa cucina e da moderni impianti sciistici
testo e foto di Erika Mariniello
REPORTAGE | ITALIA | TRENTINO
VIAGGIANDO | 8584 | VIAGGIANDO
TRENTINOmeraviglia tra i monti
Elegante meta sin dai tempi del Grand Tour, la valle del Primiero ha un’importante tradizione di ospitalità, arricchita da una gustosa cucina e da moderni impianti sciistici
testo e foto di Erika Mariniello
REPORTAGE | ITALIA | TRENTINO
VIAGGIANDO | 8584 | VIAGGIANDO
Hanno affascinato i grandi viaggiatori inglesi
del Grand Tour, hanno ispirato illustri uomini
di cultura come Dino Buzzati, scrittore, gior-
nalista e pittore italiano di inizio Novecento e,
ancora oggi, lasciano senza fi ato i numerosi tu-
risti che, ogni anno, raggiungono la provincia
di Trento. Le Pale di San Martino dominano la
valle di Primiero e la boscosa val Canali. Il Ci-
mon della Pala, chiamato anche il “Cervino del-
le dolomiti”, pur non essendo la vetta più alta,
è la più famosa dell’intera catena e si erge sulla
strada di Passo Rolle che conduce a San Mar-
tino di Castrozza. «Un meraviglioso gruppo di
vette che renderanno per sempre straordinari
i luoghi ai loro piedi», così ha scritto l’alpinista
e naturalista irlandese John Ball, a cui è stata
dedicata una delle montagne.
SCELGO L’AUTO PER raggiungere questa locali-
tà turistica e mi addentro lentamente, paesino
dopo paesino, nella valle. Ammiro i colori can-
didi dell’inverno e respiro i profumi dei boschi
lungo la strada, stuzzicata da una frizzante
aria di montagna. Il navigatore indica poco più
di 13 chilometri dalla meta: ho raggiunto Fiera
di Primiero, mi avverte un cartello stradale. È
il momento di fare una sosta. Per il pranzo de-
cido di fermarmi in un ristorante per gustare
qualche ricetta tipica. Assaggio un piatto di
canederli in brodo, i knodel, nella traduzione
tirolese. Una tra le più gustose pietanze della
gastronomia locale, è costituita da saporiti e
nutrienti gnocchi di pane impastati con speck
e formaggio e cotti in un consommè di carne.
Una vera delizia per il palato! Poco dopo incon-
tro Gualtiero, un giovane abitante del paese
che mi svela, con orgoglio, i segreti di questa
piccola, nobile borgata le cui origini risalgono
al lontano Quattrocento, quando la valle era
un feudo dell’aristocratica famiglia Welsperg.
Diventato capoluogo per la sua posizione geo-
grafi ca strategica, il paese per anni è stato un
punto di riferimento della nobiltà dell’epoca
soprattutto grazie alla presenza di miniere di
rame, ferro e argento. Incuriosita dal racconto,
prima di salire a San Martino di Castrozza, mi
addentro nel centro storico di Fiera. Il palazzo
delle Miniere è il primo edifi cio che si staglia
davanti a me, una costruzione tardo-gotica
che nel Quattrocento era la sede del Giudice
Minerario. A fi anco si erge maestosa la chie-
sa arcipretale di Pieve dalla facciata spoglia,
che pare quasi incompiuta. Ma l’altare gotico
a portelle in legno che si trova all’interno mi
lascia a bocca aperta. Esco e mi accorgo che
il sole sta per tramontare e la temperatura è
prossima allo zero, potrebbe nevicare da un
momento all’altro. Mi fermo in un bar del cen-
tro per riscaldarmi con una tazza di tè caldo
prima di rimettermi in viaggio verso San Mar-
tino. Raggiunta la meta, dopo una cena a base
di gnocchetti con radicchio e speck e un assag-
gio di strudel, tipico dolce alla mele trentino,
mi concedo il meritato riposo.
AL RISVEGLIO, L’IMMAGINE delle cime inne-
vate mi regala una suggestione impagabile.
Sono le otto e trenta del mattino e mi aspetta
In apertura, i Campanili della Val di Roda,
aff ascinanti formazioni della catena delle Pale di San Martino. Sopra,
le Dolomiti sono un aff ascinante scenario
per la pratica dello sci alpinismo. A destra,
una veduta di Fiera di Primiero, il centro più
importante della valle. Al centro, anche i bambini hanno il loro spazio per
divertirsi sulla neve. Nella pagina a fi anco, i
cavalli neri di razza norica vengono usati per il traino
della troika.
REPORTAGE | ITALIA | TRENTINO
VIAGGIANDO | 8786 | VIAGGIANDO
Hanno affascinato i grandi viaggiatori inglesi
del Grand Tour, hanno ispirato illustri uomini
di cultura come Dino Buzzati, scrittore, gior-
nalista e pittore italiano di inizio Novecento e,
ancora oggi, lasciano senza fi ato i numerosi tu-
risti che, ogni anno, raggiungono la provincia
di Trento. Le Pale di San Martino dominano la
valle di Primiero e la boscosa val Canali. Il Ci-
mon della Pala, chiamato anche il “Cervino del-
le dolomiti”, pur non essendo la vetta più alta,
è la più famosa dell’intera catena e si erge sulla
strada di Passo Rolle che conduce a San Mar-
tino di Castrozza. «Un meraviglioso gruppo di
vette che renderanno per sempre straordinari
i luoghi ai loro piedi», così ha scritto l’alpinista
e naturalista irlandese John Ball, a cui è stata
dedicata una delle montagne.
SCELGO L’AUTO PER raggiungere questa locali-
tà turistica e mi addentro lentamente, paesino
dopo paesino, nella valle. Ammiro i colori can-
didi dell’inverno e respiro i profumi dei boschi
lungo la strada, stuzzicata da una frizzante
aria di montagna. Il navigatore indica poco più
di 13 chilometri dalla meta: ho raggiunto Fiera
di Primiero, mi avverte un cartello stradale. È
il momento di fare una sosta. Per il pranzo de-
cido di fermarmi in un ristorante per gustare
qualche ricetta tipica. Assaggio un piatto di
canederli in brodo, i knodel, nella traduzione
tirolese. Una tra le più gustose pietanze della
gastronomia locale, è costituita da saporiti e
nutrienti gnocchi di pane impastati con speck
e formaggio e cotti in un consommè di carne.
Una vera delizia per il palato! Poco dopo incon-
tro Gualtiero, un giovane abitante del paese
che mi svela, con orgoglio, i segreti di questa
piccola, nobile borgata le cui origini risalgono
al lontano Quattrocento, quando la valle era
un feudo dell’aristocratica famiglia Welsperg.
Diventato capoluogo per la sua posizione geo-
grafi ca strategica, il paese per anni è stato un
punto di riferimento della nobiltà dell’epoca
soprattutto grazie alla presenza di miniere di
rame, ferro e argento. Incuriosita dal racconto,
prima di salire a San Martino di Castrozza, mi
addentro nel centro storico di Fiera. Il palazzo
delle Miniere è il primo edifi cio che si staglia
davanti a me, una costruzione tardo-gotica
che nel Quattrocento era la sede del Giudice
Minerario. A fi anco si erge maestosa la chie-
sa arcipretale di Pieve dalla facciata spoglia,
che pare quasi incompiuta. Ma l’altare gotico
a portelle in legno che si trova all’interno mi
lascia a bocca aperta. Esco e mi accorgo che
il sole sta per tramontare e la temperatura è
prossima allo zero, potrebbe nevicare da un
momento all’altro. Mi fermo in un bar del cen-
tro per riscaldarmi con una tazza di tè caldo
prima di rimettermi in viaggio verso San Mar-
tino. Raggiunta la meta, dopo una cena a base
di gnocchetti con radicchio e speck e un assag-
gio di strudel, tipico dolce alla mele trentino,
mi concedo il meritato riposo.
AL RISVEGLIO, L’IMMAGINE delle cime inne-
vate mi regala una suggestione impagabile.
Sono le otto e trenta del mattino e mi aspetta
In apertura, i Campanili della Val di Roda,
aff ascinanti formazioni della catena delle Pale di San Martino. Sopra,
le Dolomiti sono un aff ascinante scenario
per la pratica dello sci alpinismo. A destra,
una veduta di Fiera di Primiero, il centro più
importante della valle. Al centro, anche i bambini hanno il loro spazio per
divertirsi sulla neve. Nella pagina a fi anco, i
cavalli neri di razza norica vengono usati per il traino
della troika.
REPORTAGE | ITALIA | TRENTINO
VIAGGIANDO | 8786 | VIAGGIANDO
Tuscania
ROMA
VITERBO
Laghi di Albano e Nemi
Fiumicino
Latina
Lago di Vico
Ferento
BolsenaGradoli
TOSCANA UMBRIA
MARCHE
ABRUZZO
MOLISE
CAMPANIA
Tarquinia
TUSCIA
Lago di Bolsena
Lago di Bracciano
Èla terra del mistero etrusco. Etruria prima e Tuscia poi,
la provincia viterbese invita a perdersi nella sua storia,
nelle leggende, nel folclore e nelle tradizioni enogastro-
nomiche che dopo tanto camminare, rinfrancano il palato e
lo spirito. Un percorso che si snoda intorno al capoluogo di
provincia, Viterbo appunto, che sorge su un grande pianoro
ondulato da colline giusto ai piedi dei Monti Cimini. La città
prima importante centro etrusco, di cui restano molti reperti
archeologici ed estese necropoli, divenne dominio romano nel
IV secolo d.C. ma conobbe il massimo splendore nel Medioevo.
Una ricca toponomastica ricorda questa epoca soprattutto
nel quartiere San Pellegrino, il meglio conservato, dove torri,
archi, fontane e botteghe artigianali e antiquarie sanno an-
cora irretire gli sguardi dei passanti. Ben protetto dalle mura
difensive, il centro storico è un tripudio di chiese e palazzi tra
cui il famoso Palazzo Papale, con l’elegante loggia, in Piazza
San Lorenzo. Qui si tennero i primi conclavi per l’elezione del
papa, tra cui quello più lungo di tutti i tempi. Sembra che i car-
dinali, indecisi nella scelta di un capo della chiesa furono lette-
ralmente messi cum claves, cioé sotto chiave dai viterbesi per
costringerli a mettersi d’accordo. Da non perdere una visita
alla chiesa di Santa Rosa che conserva il corpo incorrotto della
suora francescana canonizzata nel 1457. Vicino alla chiesa si
trova ancora la casa della Santa con l’urna lignea che conte-
neva le spoglie. Dopo una scorpacciata di cultura si parte alla
scoperta della meravigliosa campagna che circonda questo
gioiello medievale.
FUMI LATTESCENTI, POLLE D’ACQUA bollente e un’aria in-
trisa di vapore sulfureo... Non siamo nell’Inferno dantesco,
ma a soli otto chilometri dalla città. Le sorgenti termali
impreziosiscono questa terra vulcanica ricca e generosa.
Le cavità naturali diventano piscine aperte a chiunque vo-
glia ristorarsi grazie alle proprietà chimiche dell’acqua che
sgorga a una temperatura tra i 30 e i 65 gradi centigradi. Fa-
mose sono quelle calcaree di Bagnasco, strada Castiglione,
mentre quelle sulfuree di Bulicame, citate nella Divina Com-
media, si trovano a ridosso di Viterbo e proprio all’ingresso
del parco è possibile visitare l’Orto Botanico dell’Università
degli Studi della Tuscia, e le piscine Carletti, strada Marta-
Tusciauna terra che val bene un viaggio
L’ anima ammantata dal mito di un antica popolazione, gli Etruschi. Paesaggi ancora incontaminati, campi fertili che donano uve e olive d’eccezione. Se cercate cultura, tradizioni, benessere e buona tavola, questa è la vostra prossima meta!
testo di Stefano Bonafè
IL PRANZO DEL PURGATORIOOgni anno, il mercoledì delle ceneri, nel comune di Gradoli si celebra il Pranzo del Purgatorio, in ossequio ad una tradizione nata nel XVI secolo ad opera della Fratellanza del Suffragio, oggi Confraternita del Purgatorio. Lo scopo della Fratellanza era quello di suffragare le anime del Purgatorio attraverso la celebrazione di messe e di sostenere i poveri raccogliendo fondi. E così ancora oggi, come accadeva oltre 500 anni fa, la mattina del giovedì grasso i membri della Confraternita indossano il saio marrone, la mantellina viola, il cappuccio e con tamburino al seguito bussano a tutte le porte del paese ricevendo offerte di ogni genere. Nel pomeriggio dello stesso giorno, quanto raccolto viene venduto all ’asta in piazza e con il ricavato si procede all ’acquisto degli ingredienti necessari alla preparazione del Pranzo del Purgatorio: 250 chilogrammi di fagioli, 600 chili di luccio, nasello e baccalà, 60 di tinca. Sono gli stessi componenti della Fratellanza a cucinare e servire circa duemila commensali, ospitati in un ampio locale messo a disposizione dalla Cantina Sociale. Fin dalla nascita di questo evento, il menù è sempre lo stesso: fagioli in bianco conditi con olio extra vergine dei colli gradolesi e un pizzico di pepe; minestra di riso con sugo di tinca (solo i cuochi-membri sono a conoscenza della ricetta); luccio in umido; nasello fritto; baccalà lesso condito con olio ed un trito di aglio e prezzemolo; una mela. Informazioni e prenotazioni: Pro Loco Gradoli, tel. 0761 456 810. Comune di Gradoli, tel. 0761 456 082. Un’occasione per scoprire questo incantevole paesino dell’Alta Tuscia, tra le colline dei Volsini, in posizione panoramica sul lago di Bolsena, Nel centro storico di Gradoli si ammirano il cinquecentesco palazzo Farnese, che ospita un piccolo museo con ceramiche risalenti al XV-XVI secolo e costumi rinscimentali, e la chiesa della Maddalena, con facciata barocca. All’ interno si trovano un fonte battesimale marmoreo rinascimentale ed un affresco del Cinquecento raffigurante la Madonna con il Bambino. In un ambiente apposito è stato allestito un piccolo museo d’arte sacra.
A fi anco una veduta di Viterbo. Sotto la loggia del Palazzo Papale, in piazza San Lorenzo a Viterbo. Per maggiori informazioni: Azienda di Promozione
Turistica della Provincia di Viterbo, Piazza dell’Oratorio, tel. 0761 375 325 aptviterbo.it - tusciainforma.it
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WEEKEND | ITALIA | LAZIO
VIAGGIANDO | 9998 | VIAGGIANDO
Tuscania
ROMA
VITERBO
Laghi di Albano e Nemi
Fiumicino
Latina
Lago di Vico
Ferento
BolsenaGradoli
TOSCANA UMBRIA
MARCHE
ABRUZZO
MOLISE
CAMPANIA
Tarquinia
TUSCIA
Lago di Bolsena
Lago di Bracciano
Èla terra del mistero etrusco. Etruria prima e Tuscia poi,
la provincia viterbese invita a perdersi nella sua storia,
nelle leggende, nel folclore e nelle tradizioni enogastro-
nomiche che dopo tanto camminare, rinfrancano il palato e
lo spirito. Un percorso che si snoda intorno al capoluogo di
provincia, Viterbo appunto, che sorge su un grande pianoro
ondulato da colline giusto ai piedi dei Monti Cimini. La città
prima importante centro etrusco, di cui restano molti reperti
archeologici ed estese necropoli, divenne dominio romano nel
IV secolo d.C. ma conobbe il massimo splendore nel Medioevo.
Una ricca toponomastica ricorda questa epoca soprattutto
nel quartiere San Pellegrino, il meglio conservato, dove torri,
archi, fontane e botteghe artigianali e antiquarie sanno an-
cora irretire gli sguardi dei passanti. Ben protetto dalle mura
difensive, il centro storico è un tripudio di chiese e palazzi tra
cui il famoso Palazzo Papale, con l’elegante loggia, in Piazza
San Lorenzo. Qui si tennero i primi conclavi per l’elezione del
papa, tra cui quello più lungo di tutti i tempi. Sembra che i car-
dinali, indecisi nella scelta di un capo della chiesa furono lette-
ralmente messi cum claves, cioé sotto chiave dai viterbesi per
costringerli a mettersi d’accordo. Da non perdere una visita
alla chiesa di Santa Rosa che conserva il corpo incorrotto della
suora francescana canonizzata nel 1457. Vicino alla chiesa si
trova ancora la casa della Santa con l’urna lignea che conte-
neva le spoglie. Dopo una scorpacciata di cultura si parte alla
scoperta della meravigliosa campagna che circonda questo
gioiello medievale.
FUMI LATTESCENTI, POLLE D’ACQUA bollente e un’aria in-
trisa di vapore sulfureo... Non siamo nell’Inferno dantesco,
ma a soli otto chilometri dalla città. Le sorgenti termali
impreziosiscono questa terra vulcanica ricca e generosa.
Le cavità naturali diventano piscine aperte a chiunque vo-
glia ristorarsi grazie alle proprietà chimiche dell’acqua che
sgorga a una temperatura tra i 30 e i 65 gradi centigradi. Fa-
mose sono quelle calcaree di Bagnasco, strada Castiglione,
mentre quelle sulfuree di Bulicame, citate nella Divina Com-
media, si trovano a ridosso di Viterbo e proprio all’ingresso
del parco è possibile visitare l’Orto Botanico dell’Università
degli Studi della Tuscia, e le piscine Carletti, strada Marta-
Tusciauna terra che val bene un viaggio
L’ anima ammantata dal mito di un antica popolazione, gli Etruschi. Paesaggi ancora incontaminati, campi fertili che donano uve e olive d’eccezione. Se cercate cultura, tradizioni, benessere e buona tavola, questa è la vostra prossima meta!
testo di Stefano Bonafè
IL PRANZO DEL PURGATORIOOgni anno, il mercoledì delle ceneri, nel comune di Gradoli si celebra il Pranzo del Purgatorio, in ossequio ad una tradizione nata nel XVI secolo ad opera della Fratellanza del Suffragio, oggi Confraternita del Purgatorio. Lo scopo della Fratellanza era quello di suffragare le anime del Purgatorio attraverso la celebrazione di messe e di sostenere i poveri raccogliendo fondi. E così ancora oggi, come accadeva oltre 500 anni fa, la mattina del giovedì grasso i membri della Confraternita indossano il saio marrone, la mantellina viola, il cappuccio e con tamburino al seguito bussano a tutte le porte del paese ricevendo offerte di ogni genere. Nel pomeriggio dello stesso giorno, quanto raccolto viene venduto all ’asta in piazza e con il ricavato si procede all ’acquisto degli ingredienti necessari alla preparazione del Pranzo del Purgatorio: 250 chilogrammi di fagioli, 600 chili di luccio, nasello e baccalà, 60 di tinca. Sono gli stessi componenti della Fratellanza a cucinare e servire circa duemila commensali, ospitati in un ampio locale messo a disposizione dalla Cantina Sociale. Fin dalla nascita di questo evento, il menù è sempre lo stesso: fagioli in bianco conditi con olio extra vergine dei colli gradolesi e un pizzico di pepe; minestra di riso con sugo di tinca (solo i cuochi-membri sono a conoscenza della ricetta); luccio in umido; nasello fritto; baccalà lesso condito con olio ed un trito di aglio e prezzemolo; una mela. Informazioni e prenotazioni: Pro Loco Gradoli, tel. 0761 456 810. Comune di Gradoli, tel. 0761 456 082. Un’occasione per scoprire questo incantevole paesino dell’Alta Tuscia, tra le colline dei Volsini, in posizione panoramica sul lago di Bolsena, Nel centro storico di Gradoli si ammirano il cinquecentesco palazzo Farnese, che ospita un piccolo museo con ceramiche risalenti al XV-XVI secolo e costumi rinscimentali, e la chiesa della Maddalena, con facciata barocca. All’ interno si trovano un fonte battesimale marmoreo rinascimentale ed un affresco del Cinquecento raffigurante la Madonna con il Bambino. In un ambiente apposito è stato allestito un piccolo museo d’arte sacra.
A fi anco una veduta di Viterbo. Sotto la loggia del Palazzo Papale, in piazza San Lorenzo a Viterbo. Per maggiori informazioni: Azienda di Promozione
Turistica della Provincia di Viterbo, Piazza dell’Oratorio, tel. 0761 375 325 aptviterbo.it - tusciainforma.it
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WEEKEND | ITALIA | LAZIO
VIAGGIANDO | 9998 | VIAGGIANDO
ITINERARIOLA NONA ARTE BELGA - 3 giorni, 2 nottiLucky Luke, i Puffi, Tintin, Blake e Mortimer. Chi non conosce questi
leggendari personaggi dei fumetti? Forse però non tutti sanno che
proprio in Beglio essi ebbero origine. Per scoprire tutto ciò che riguarda
la “nona arte belga”, dagli albori alle creazioni contemporanee, visitate il
Centro Belga del Fumetto. All’interno si trovano collezioni permanenti,
mostre temporanee e la più grande “fumettoteca” del mondo con una
collezione di oltre 25mila album. La capitale belga ospita in ogni suo
angolo negozi che vendono fumetti nuovi e di seconda mano, articoli da
collezione e gadget tridimensionali. Inoltre gli appassionati del genere
non possono mancare una visita al Percorso del Fumetto, nel centro di
Bruxelles: una passeggiata tra 30 murales giganti con i più famosi eroi
del mondo del fumetto “made in Belgium”. La quota comprende voli a/r
e sistemazione all’Hotel Vendrome*** con prima colazione.
Quota da: € 132 a persona, Partenze: fi no a marzo 2010
cocktailviaggi.it - Tel. 02 693 361
ITINERARIOBENESSERE ALPINO - 3 giorni, 2 nottiGli amanti dello sport trovano a Kranjska Gora un ambiente ideale. La
città, oltre ad essere la base di partenza per escursioni tra i boschi alpini
e le montagne circostanti, dispone di strutture per le discipline invernali,
parco acquatico e piscina, campo da golf, Bike Park per ciclismo
estremo, campi da tennis e da beach volley. E per rigenerarsi dopo una
giornata di sport ecco il pacchetto Benessere alpino del Resort Špik,
appartenente al Gruppo Hit, comprensivo di colazione e cena a buffet,
un massaggio, un ingresso al centro benessere, un ingresso giornaliero
al mondo delle saune Špik, ingresso illimitato al parco acquatico Aqua
Larix, alla piscina del centro Kompas e al mondo acquatico Špik.
Quota da: € 126 a persona, Partenze: dal 21 marzo al 27 novembre 2010
hit.si - Tel. 00386 4 587 71 00
Nel segno di MagritteNel 2009 la capitale belga ha reso omaggio al talento e alla
fama del grande maestro surrealista inaugurando il Mu-
sée Magritte Museum (info: musee-magritte-museum.be).
L’edifi cio custodisce la più vasta collezione permanente di
opere magrittiane: ben 200 straordinari lavori, incluse due
versioni de L’empire des lumières, i celebri Le Joueur Secret e
Le Retour, oltre a testimonianze scritte, fotografi e, disegni e
fi lmati realizzati da Magritte e dai suoi amici. Realizzato nel
centro di Bruxelles, il Musée Magritte Museum si può consi-
derare il punto di partenza ideale per un viaggio in città alla
scoperta dei luoghi abitualmente frequentati dal maestro.
Come la taverna La Fleur en papier doré , oggi convertita
in un centro culturale dedicato a Magritte, o Le Greenwhich
dove l’artista era solito giocare a scacchi e discutere dei
suoi lavori con amici e avventori. Infi ne merita una visita la
casa dove Magritte visse per 24 anni con la moglie Georget-
te. Qui dipinse i suoi capolavori, tra cui L’Empire des lumiè-
res. Oggi l’abitazione è diventata il René Magritte Museum,
sede uffi ciale degli “amici del surrealismo”.
a BruxellesIl richiamo della natura
Immersa nel cuore delle Alpi Giulie, al confi ne fra Slovenia,
Italia e Austria, Kranjska Gora è una rimomata meta turisti-
ca sportiva, molto conosciuta nel mondo grazie ad eventi
internazionali come la Coppa del Mondo di sci alpino e la
Coppa del Mondo di salto con gli sci. La municipalità di Kran-
jska Gora è situata nell’area dell’alta valle del fi ume Sava,
un paradiso per gli amanti delle escursioni. Nel Parco natu-
rale del Tricorno è possibile fare fotosafari per immortalare
esemplari di animali alpini, mentre le cascate di Martuljek
e le sorgenti di Zelenci, con l’attiguo lago verde smeraldo,
sono considerate vere perle del mondo alpino. Zelenci è una
riserva naturale importante poiché testimonia gli eventi
geologici del passato, oltre ad essere habitat di numerose
specie animali e vegetali rare ed in pericolo. Altra ambita
meta di escursione è la cascata Pericnik, tra i salti d’acqua
più noti in Slovenia. Essa è composta da due cascate, quella
inferiore, dal salto di 52 metri, e quella superiore, dal salto
di 16 metri, che d’inverno si trasformano in una miriade di
stalattiti e di piastre di ghiaccio dai colori azzurri e verdi.
a Kranjska Gora
Le opere del maestro sono distribuite su tre diversi livelli del Musée Magritte Museum. Tutte le visite guidate cominciano sempre partendo dal terzo piano
D’inverno si possono vivere emozioni indimenticabili scalando le cascate ghiacciate e ammirando i panorami alpini a bordo di una slitta trainata da renne
Alcuni dei capolavori di Magritte, nato a Lessines il 21 novembre 1898 e morto a Bruxelles il 15 agosto 1967. In alto, Shéhérazade. Sopra a sinistra, La bonne Foi. Sopra a destra, Carte Blanche. Sotto, Le Retour.
Kranjska Gora ospita piste per snowboardisti e sciatori sia esperti sia principanti, collegate con un sistema di sei seggiovie e 13 sciovie, oltre a un percorso segnato di 40 chilometri per lo sci di fondo, immerso nella natura.
©OPT
WEEKEND | EUROPA | DI STEFANO BONAFÈ
VIAGGIANDO | 107106 | VIAGGIANDO
ITINERARIOLA NONA ARTE BELGA - 3 giorni, 2 nottiLucky Luke, i Puffi, Tintin, Blake e Mortimer. Chi non conosce questi
leggendari personaggi dei fumetti? Forse però non tutti sanno che
proprio in Beglio essi ebbero origine. Per scoprire tutto ciò che riguarda
la “nona arte belga”, dagli albori alle creazioni contemporanee, visitate il
Centro Belga del Fumetto. All’interno si trovano collezioni permanenti,
mostre temporanee e la più grande “fumettoteca” del mondo con una
collezione di oltre 25mila album. La capitale belga ospita in ogni suo
angolo negozi che vendono fumetti nuovi e di seconda mano, articoli da
collezione e gadget tridimensionali. Inoltre gli appassionati del genere
non possono mancare una visita al Percorso del Fumetto, nel centro di
Bruxelles: una passeggiata tra 30 murales giganti con i più famosi eroi
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Quota da: € 132 a persona, Partenze: fi no a marzo 2010
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ITINERARIOBENESSERE ALPINO - 3 giorni, 2 nottiGli amanti dello sport trovano a Kranjska Gora un ambiente ideale. La
città, oltre ad essere la base di partenza per escursioni tra i boschi alpini
e le montagne circostanti, dispone di strutture per le discipline invernali,
parco acquatico e piscina, campo da golf, Bike Park per ciclismo
estremo, campi da tennis e da beach volley. E per rigenerarsi dopo una
giornata di sport ecco il pacchetto Benessere alpino del Resort Špik,
appartenente al Gruppo Hit, comprensivo di colazione e cena a buffet,
un massaggio, un ingresso al centro benessere, un ingresso giornaliero
al mondo delle saune Špik, ingresso illimitato al parco acquatico Aqua
Larix, alla piscina del centro Kompas e al mondo acquatico Špik.
Quota da: € 126 a persona, Partenze: dal 21 marzo al 27 novembre 2010
hit.si - Tel. 00386 4 587 71 00
Nel segno di MagritteNel 2009 la capitale belga ha reso omaggio al talento e alla
fama del grande maestro surrealista inaugurando il Mu-
sée Magritte Museum (info: musee-magritte-museum.be).
L’edifi cio custodisce la più vasta collezione permanente di
opere magrittiane: ben 200 straordinari lavori, incluse due
versioni de L’empire des lumières, i celebri Le Joueur Secret e
Le Retour, oltre a testimonianze scritte, fotografi e, disegni e
fi lmati realizzati da Magritte e dai suoi amici. Realizzato nel
centro di Bruxelles, il Musée Magritte Museum si può consi-
derare il punto di partenza ideale per un viaggio in città alla
scoperta dei luoghi abitualmente frequentati dal maestro.
Come la taverna La Fleur en papier doré , oggi convertita
in un centro culturale dedicato a Magritte, o Le Greenwhich
dove l’artista era solito giocare a scacchi e discutere dei
suoi lavori con amici e avventori. Infi ne merita una visita la
casa dove Magritte visse per 24 anni con la moglie Georget-
te. Qui dipinse i suoi capolavori, tra cui L’Empire des lumiè-
res. Oggi l’abitazione è diventata il René Magritte Museum,
sede uffi ciale degli “amici del surrealismo”.
a BruxellesIl richiamo della natura
Immersa nel cuore delle Alpi Giulie, al confi ne fra Slovenia,
Italia e Austria, Kranjska Gora è una rimomata meta turisti-
ca sportiva, molto conosciuta nel mondo grazie ad eventi
internazionali come la Coppa del Mondo di sci alpino e la
Coppa del Mondo di salto con gli sci. La municipalità di Kran-
jska Gora è situata nell’area dell’alta valle del fi ume Sava,
un paradiso per gli amanti delle escursioni. Nel Parco natu-
rale del Tricorno è possibile fare fotosafari per immortalare
esemplari di animali alpini, mentre le cascate di Martuljek
e le sorgenti di Zelenci, con l’attiguo lago verde smeraldo,
sono considerate vere perle del mondo alpino. Zelenci è una
riserva naturale importante poiché testimonia gli eventi
geologici del passato, oltre ad essere habitat di numerose
specie animali e vegetali rare ed in pericolo. Altra ambita
meta di escursione è la cascata Pericnik, tra i salti d’acqua
più noti in Slovenia. Essa è composta da due cascate, quella
inferiore, dal salto di 52 metri, e quella superiore, dal salto
di 16 metri, che d’inverno si trasformano in una miriade di
stalattiti e di piastre di ghiaccio dai colori azzurri e verdi.
a Kranjska Gora
Le opere del maestro sono distribuite su tre diversi livelli del Musée Magritte Museum. Tutte le visite guidate cominciano sempre partendo dal terzo piano
D’inverno si possono vivere emozioni indimenticabili scalando le cascate ghiacciate e ammirando i panorami alpini a bordo di una slitta trainata da renne
Alcuni dei capolavori di Magritte, nato a Lessines il 21 novembre 1898 e morto a Bruxelles il 15 agosto 1967. In alto, Shéhérazade. Sopra a sinistra, La bonne Foi. Sopra a destra, Carte Blanche. Sotto, Le Retour.
Kranjska Gora ospita piste per snowboardisti e sciatori sia esperti sia principanti, collegate con un sistema di sei seggiovie e 13 sciovie, oltre a un percorso segnato di 40 chilometri per lo sci di fondo, immerso nella natura.
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WEEKEND | EUROPA | DI STEFANO BONAFÈ
VIAGGIANDO | 107106 | VIAGGIANDO
Terra di storia, agricoltura e innovazione tecnologica. Il Pie-
monte si presenta così. Dolci colline che accolgono fi lari
di vitigni rigogliosi, cime innevate che abbracciano l’intera
regione, pianure dove da secoli mani premurose curano te-
nere piantine di riso. E ancora folclore, castelli e leggende.
Come quelle legate alle lotte politiche che infi ammavano
le sue città più importanti. Capitale prima del ducato di Sa-
voia, e poi del Regno d’Italia dopo l’Unità, Torino conserva
importanti testimonianze di quel periodo, a partire dall’aula
del Parlamento Subalpino, ancora oggi conservata in Palaz-
zo Carignano. Il trasferimento a Roma della capitale non ha
privato il Piemonte della sua centralità nell’elaborazione
delle idee e nella partecipazione ai grandi movimenti di tra-
sformazione delle relazioni sociali. E Torino ne è diventata il
fulcro nel suo nuovo ruolo, conquistato a partire dalla metà
dell’Ottocento e strenuamente difeso oltre le soglie del nuo-
vo millennio, di capitale dell’industria grazie soprattutto
alla Fiat, la cui fabbrica, il Lingotto, oggi è stata convertita
in uno dei centri polifunzionali più importanti d’Europa. Un
fulgido esempio della capacità di rinnovarsi e trasformare le
crisi in occasioni di sviluppo che consente oggi al Piemonte
di posizionarsi come centro nevralgico dell’innovazione e
delle nuove tecnologie, non più solo in Italia, ma nell’intera
Europa. A tutto questo si aggiunge una ricchezza artistica
e paesaggistica che raramente trovano un corrispondente
all’altezza in altri luoghi del mondo. Un esempio eclatante
sono le 15 Residenze Reali dei Savoia, riconosciute dall’Une-
sco come Patrimonio dell’umanità nel 1997, che hanno un
valore architettonico già importante, accresciuto dalle ope-
re d’arte conservate in alcune di esse. Un patrimonio cultu-
rale che ritroviamo anche nelle numerose antiche abbazie,
nelle chiese e nei sette Sacri Monti, anch’essi presenti, dal
2003, nella lista dell’Unesco. A completare questa panora-
mica si aggiungono oltre 400 musei capaci di garantire una
proposta suggestiva e completa agli amanti dell’arte, ab-
bracciando sedi espositive e allestimenti che vanno dall’ar-
cheologia all’arte contemporanea, dalle scienze naturali al
cinema, dalle arti decorative all’antropologia. Oltre a ciò il
Piemonte, con i suoi 160.000 ettari di aree protette, offre la
possibilità di conoscere paesaggi naturali unici e habitat ti-
pici del territorio alpino, collinare e di pianura. Il 41 per cento
del territorio è caratterizzato da imponenti catene montuo-
se che accolgono località sciistiche di fama internazionale,
dove si sono tenute le ultime olimpiadi invernali, mentre il
restante 59 per cento è suddiviso tra colline e pianura, dove
si trova la principale risaia d’Europa. Tra le aree tutelate
sono presenti due parchi nazionali: il Gran Paradiso e la
Val Grande, e particolare importanza rivestono il sistema
della fascia fluviale del Po, che interessa tutto il tratto
piemontese del fiume e l’area nordorientale occupata dal
Lago Maggiore e dal Lago d’Orta. Passato e futuro, arte
e cultura gastronomica, artigianato e ricerca si fondono
in una regione attenta all’innovazione e, allo stesso tem-
po, alle straordinarie ricchezze naturali e paesaggistiche,
dove le occasioni culturali si coniugano con i divertenti
locali che accendono la movida piemontese.
Il bello del PIEMONTE
4 | VIAGGIANDO VIAGGIANDO | 5
SPECIALE | PIEMONTE | DI MASSIMO NARDI
Terra di storia, agricoltura e innovazione tecnologica. Il Pie-
monte si presenta così. Dolci colline che accolgono fi lari
di vitigni rigogliosi, cime innevate che abbracciano l’intera
regione, pianure dove da secoli mani premurose curano te-
nere piantine di riso. E ancora folclore, castelli e leggende.
Come quelle legate alle lotte politiche che infi ammavano
le sue città più importanti. Capitale prima del ducato di Sa-
voia, e poi del Regno d’Italia dopo l’Unità, Torino conserva
importanti testimonianze di quel periodo, a partire dall’aula
del Parlamento Subalpino, ancora oggi conservata in Palaz-
zo Carignano. Il trasferimento a Roma della capitale non ha
privato il Piemonte della sua centralità nell’elaborazione
delle idee e nella partecipazione ai grandi movimenti di tra-
sformazione delle relazioni sociali. E Torino ne è diventata il
fulcro nel suo nuovo ruolo, conquistato a partire dalla metà
dell’Ottocento e strenuamente difeso oltre le soglie del nuo-
vo millennio, di capitale dell’industria grazie soprattutto
alla Fiat, la cui fabbrica, il Lingotto, oggi è stata convertita
in uno dei centri polifunzionali più importanti d’Europa. Un
fulgido esempio della capacità di rinnovarsi e trasformare le
crisi in occasioni di sviluppo che consente oggi al Piemonte
di posizionarsi come centro nevralgico dell’innovazione e
delle nuove tecnologie, non più solo in Italia, ma nell’intera
Europa. A tutto questo si aggiunge una ricchezza artistica
e paesaggistica che raramente trovano un corrispondente
all’altezza in altri luoghi del mondo. Un esempio eclatante
sono le 15 Residenze Reali dei Savoia, riconosciute dall’Une-
sco come Patrimonio dell’umanità nel 1997, che hanno un
valore architettonico già importante, accresciuto dalle ope-
re d’arte conservate in alcune di esse. Un patrimonio cultu-
rale che ritroviamo anche nelle numerose antiche abbazie,
nelle chiese e nei sette Sacri Monti, anch’essi presenti, dal
2003, nella lista dell’Unesco. A completare questa panora-
mica si aggiungono oltre 400 musei capaci di garantire una
proposta suggestiva e completa agli amanti dell’arte, ab-
bracciando sedi espositive e allestimenti che vanno dall’ar-
cheologia all’arte contemporanea, dalle scienze naturali al
cinema, dalle arti decorative all’antropologia. Oltre a ciò il
Piemonte, con i suoi 160.000 ettari di aree protette, offre la
possibilità di conoscere paesaggi naturali unici e habitat ti-
pici del territorio alpino, collinare e di pianura. Il 41 per cento
del territorio è caratterizzato da imponenti catene montuo-
se che accolgono località sciistiche di fama internazionale,
dove si sono tenute le ultime olimpiadi invernali, mentre il
restante 59 per cento è suddiviso tra colline e pianura, dove
si trova la principale risaia d’Europa. Tra le aree tutelate
sono presenti due parchi nazionali: il Gran Paradiso e la
Val Grande, e particolare importanza rivestono il sistema
della fascia fluviale del Po, che interessa tutto il tratto
piemontese del fiume e l’area nordorientale occupata dal
Lago Maggiore e dal Lago d’Orta. Passato e futuro, arte
e cultura gastronomica, artigianato e ricerca si fondono
in una regione attenta all’innovazione e, allo stesso tem-
po, alle straordinarie ricchezze naturali e paesaggistiche,
dove le occasioni culturali si coniugano con i divertenti
locali che accendono la movida piemontese.
Il bello del PIEMONTE
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SPECIALE | PIEMONTE | DI MASSIMO NARDI
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dell’abbonamento senza alcun rischio di aumenti.
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TAGLIA IL COUPON LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA E SPEDISCILO
(ANCHE IN FOTOCOPIA) CON ALLEGATA COPIA DELL’AVVENUTO PAGAMENTO
IN BUSTA CHIUSA A:
ROSATI COMMUNICATION SRL VIA MONFALCONE, 41
20092 CINISELLO BALSAMO (MI)
MENSILE - ANNO V
DICEMBRE 2009
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il mondo nelle mani
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MENSILE - ANNO V
DICEMBRE 2009
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VIAGGIANDO n.48118 | VIAGGIANDO