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21 il GiornaleVenerdì 11 dicembre 2009

NUMERI

La Grecia prevede nel 2010 unrapporto tra deficit e Pil al 9,4%,una percentuale ben al di sopradel limite del 3% imposto dalPatto di stabilità

Nell’ultimo Bollettino la Bce rin-nova l’invito ai Paesi di Eurolan-dia a riportare entro il 2011 ilrapportotra deficit e Pil al di sot-to del limite del 3%

FTSE MIB 22.386 0,67 19.953

FTSE Italia All Share 22.796 0,64 -

FTSE MID Cap 24.247 0,25 -

FTSE Italia Star 11.037 0,61 -

1 Buzzi Unicem 10,85 + 4,53

2 Italcementi 9,185 + 2,45

3 Unicredit 2,305 + 2,10

4 Stmicroelectronics 5,795 + 1,94

5 Banca Popolare di Milano 5,12 + 1,79

1 Fondiaria-Sai 10,48 - 2,69

2 Geox 4,422 - 2,53

3Mediobanca 7,885 - 1,50

4 Bulgari 5,49 - 0,81

5 Banca Monte Paschi 1,256 - 0,40

NEW YORK Dow Jones 10.403,41 0,62

NEW YORK Nasdaq 2.189,76 0,26

LONDRA FTSE 5.244,37 0,78

FRANCOFORTE DAX 5.709,02 1,08

PARIGI CAC 40 3.798,38 1,09

TOKIO Nikkei 225 9.862,82 -1,42

ZURIGO SMI 6.410,64 0,93

DOLLARO Americano 1,47 -0,20

STERLINA Inglese 0,91 0,11

FRANCO Svizzero 1,51 0,00

YEN Giapponese 129,87 -0,56

DOLLARO Australiano 1,61 1,16

DOLLARO Canadese 1,55 0,34

CORONA Danese 7,44 -0,01

9,4%2011

PIAZZA AFFARI

Economia

Rodolfo Parietti

L’Unione europea sarà for-se«unafamiglia»,comericorda-vaieri ilministrosvedeseagliAf-fari europei, Cecilia Malmstro-em, ma di sicuro non è un ban-co del mutuo soccorso. Sedutasuunamontagnadidebitopub-blico da 300 miliardi di euro, laGrecia dovrà cavarsela da sola.Non sembra infatti esserci spa-zio per un’azione di sostegnoconcertata nella parole con cuiilpremiersvedeseFredrikRien-feldt, presidente di turno dellaCommissione Ue, ha riassuntola linea di condotta che Bruxel-les intende seguire: «La Greciaha un problema interno che vaaffrontato con decisioni nazio-nali».

Dopoigiornidelletensionige-nerate dai timori di default, coni mercati in fibrillazione dopoaverfaticosamentesmaltitoilvi-rus Dubai, ieri la parola d’ordi-ne è stata «rassicurare». Jean-ClaudeJuncker,presidentedel-l’Eurogruppo, è convinto cheAtene ce la farà: «Escludo cate-goricamente una bancarotta»,ha detto. Una reazione c’è stata,almeno a giudicare dal restrin-gersi dello spread tra i titoli gre-ci e quelli tedeschi e dal recupe-rodelleBorsedelVecchioconti-nente:quellaellenicahaguada-gnato il 5%, mentre Milano hasolo parzialmente beneficiato(+0,7%) del recupero dei titolibancari agevolato dalla notiziasecondocuigliistitutiitalianisa-rebbero esposti marginalmen-te con la Grecia, per appena 5,3miliardi di euro (dati della Bri).

Nessuno, comunque, mini-mizza una situazione definita«gravissima» da Bruxelles. E

non potrebbe essere altrimenti,consideratiglialtri focolaidicri-siaperti.Ilpremierspagnolo,Jo-séLuis Zapatero,èstatocostret-to a scendere in campo dopoche il deterioramento dei contipubblici è finito nel mirino de-gli investitori e sotto la lente diStandard&Poor’s,chemercole-dì ha modificato le prospettivedel Paese da «stabili» a «negati-ve»: «Dobbiamo essere chiari: ilTesoro spagnolo procede sui fi-

nanziamenti nella normalità».E a proposito della mossa diS&P,il leaderibericoharicorda-to come Moody’s e Fitch abbia-no invece confermato il ratingspagnolo.

Essendo la crisi greca l’argo-mentodelgiorno,ancheilfinan-ziere George Soros non ha fattomancare il proprio parere: «CisonostatepressioniperchèAte-nerimettesseinordinelasuaca-sa, ma non si permetterà che di-

chiari default. Lo stesso vale an-che per la Gran Bretagna». Perlaverità, Londranonsembrafarparte della lista dei Paesi ingua-iati, anche se qualche mese fa sierano sparse voci di un possibi-ledeclassamentodeldebitobri-tannico, con la perdita della tri-pla A dell’eccellenza.

Su una cosa Soros ha ovvia-menteragione:laGreciadevesi-stemare i propri conti, e ne èconsapevole.«Siamoprontiafa-re sforzi, a fare importanti cam-biamenti», ha detto ieri il pre-mier, George Papandreu. Entrol’inizio di febbraio la Commis-sione Ue renderà nota la nuovascadenza entro cui Atene dovràriportareildisavanzo entroipa-rametri imposti dal Patto di sta-bilità,mentre la Bce - nel Bollet-tino di dicembre - ribadisce cheil termine per riequilibrare le fi-nanze pubbliche delle nazionidell’euro zona è il 2011. Unamissione quasi impossibile perla Grecia, che prevede un defi-cit al 9,4% l’anno prossimo.

Il dossier Grecia sarà in ognicasosultavolodelverticedeica-pi di Stato e di governo che si èapertoierisera.AncheseilTrat-tato europeo non contemplaoperazioni di salvataggio (solol’Austriahasollevatolaquestio-nerelativaalle“munizioni”adi-sposizione per far fronte a crisidi questa natura), «il problemaGrecia è un problema di tutti»,ha ricordato il cancelliere tede-sco, Angela Merkel. Il timore èinfatti che si possa innescareuna sorta di effetto domino sulmercato dei titoli di Stato, unitoalle preoccupazioni che la curacheilgovernodiAtenedovràim-porre possa non essere accetta-ta dalla popolazione.

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REI peggiori Valore var%

Provocazione Quella sovranitàdella moneta in mani private

Valore % al 2-1-2009

DEBITO PUBBLICO A 300 MILIARDI

L’Europa scarica la Grecia: «Deve farcela da sola»Il presidente della Commissione, Rienfeldt: «Problema interno, va affrontato con decisioni nazionali». Juncker (Eurogruppo):«Escludo la bancarotta». Anche la Spagna nel mirino, ma Zapatero rassicura: «Il Tesoro non ha problemi di finanziamento»

CA

MB

I

di Ida Magli

Abbiamo ricominciato a tre-mareperle banche.Abbiamorico-minciato a tremare addirittura pergli Stati, a rischio di fallimento at-traverso i debiti delle banche. Si èalzataanche, in questi frangenti, lavocediMarioDraghiconilsuome-mento ai governanti: attenzione aldebito pubblico e a quello privato;doveteatutti i costi farli diminuire.Giusto. Ma l’unico modo efficaceper farli diminuire è finalmenteriappropriarsene.Nonèforsegiun-ta l’ora, dopo tutto quanto abbia-modovutosoffrireacausadellein-credibili malversazioni dei ban-chieri,disottrarcialloromacrosco-pico potere? Per prima cosa infor-mando con correttezza i cittadinidi ciò che in grande maggioranzanon sanno, ossia che non sono gliStati i padroni del denaro che vie-ne messo in circolazione in quan-to hanno delegato pochi privati,azionisti delle banche centrali, acrearlo. Sì, sembra perfino grotte-sca una cosa simile; uno scherzosurrealedelqualeridere;maèreal-tà. C’è stato un momento in cui al-cuni ricchissimi banchieri hannoconvintogliStatiacedere loro ildi-

ritto di fabbricare la moneta perpoi prestargliela con tanto di inte-resse.Ècosìchesièformatoildebi-to pubblico: sono i soldi che ognicittadino deve alla banca centraledel suo paese per ogni moneta cheadopera. La Banca d’Italia non èper nulla la «Banca d’Italia», ossialanostra,degliitaliani,maunaban-ca privata, così come le altre Ban-che centrali inclusa quella Euro-pea, che sono proprietà di grandiistitutidicredito,purtraendovolu-tamente i popoli in inganno fre-giandosi del nome dello Stato perilqualefabbricanoildenaro.Haco-minciato la Federal Reserve (che sichiamacosìmachenonhanulladi«federale»), banca centrale ameri-cana, i cui azionisti sono alcunedelle più famose banche del mon-doqualilaRothschildBankdiLon-dra, la Warburg Bank di Berlino, laGoldman Sachs di New York e po-che altre. Queste a loro volta sonoancheazionistedimoltedelleBan-che centrali degli Stati europei e

queste infine, con il sistema dellescatole cinesi, sono proprietariedella Banca centrale europea. In-somma il patrimonio finanziariodelmondoènellemanidipochissi-mi privati ai quali è stato conferitoper legge un potere sovranaziona-le, cosa di per sé illegittima negliStatidemocraticiovelaCostituzio-ne afferma, come in quella italia-

na, che la sovranità appartiene alpopolo.

Niente è segreto di quanto dettofinora, anzi: è sufficiente cercare levoci adatte in internet per otteneresenza difficoltà le informazionifondamentali sulla fabbricazionebancaria delle monete, sul cosid-detto«signoraggio»,ossiasull’inte-

resse che gli Stati pagano per avere«in prestito» dalle banche il dena-ro che adoperiamo e sulla sua as-surda conseguenza: l’accumulosempre crescente del debito pub-blico dei singoli Stati. Anche la bi-bliografiaèabbastanzanutritaeso-no facilmente reperibili sia le tra-duzioniinitalianocheivolumispe-cialistici di nostri autori. Tuttaviaqueste informazioni non circola-no e sembra quasi che si sia forma-ta, senza uno specifico divieto,una specie di congiura del silen-zio. È veroche le decisioni dei ban-chierihannoperstatutodirittoallasegretezza; ma sappiamo benequale forza pubblicitaria di diffu-sione la segretezza aggiunga allenotizie.Probabilmentesi trattadeltimore per le terribili rappresagliecui sono andati incontro in Ameri-ca quegli eroici politici che hannotentato di far saltare l’accordo conle banche e di cui si parla come dei«caduti» per la moneta. AbrahamLincoln, John F. Kennedy, Robert

Kennedy sono stati uccisi, infatti(questo collegamento causale na-turalmente è senza prove) subitodopoaverfirmatolaleggecheauto-rizzava lo Stato a produrre il dolla-ro in proprio.

Oggi, però, è indispensabile chei popoli guardino con determina-zione e consapevolezza alla realtàdel debito pubblico nelle sue verecause in modo da indurre i gover-nanti a riappropriarsi della sovra-nità monetaria prima che esso di-ventiinestinguibile.Èquestoilmo-mento. Proprio perché i banchierici avvertono che il debito pubblicoè troppo alto e deve rientrare, manonèpossibilefarlosenzaaumen-tare ancora le tasse oppure elimi-nare alcune delle più preziose ga-ranzie sociali; proprio perché lebanchehannoricominciatoafalli-re (anche se in realtà non avevanoaffattosmesso)eciportanoaldisa-stro;proprioperché èevidentecheilsistema,cosìdichiaratamentepa-tologico, è giunto alle sue estremeconseguenze, dobbiamo mettervifine. In Italia non sarà difficilecon-vincerne i governanti, visto chepiù volte è apparso chiaramentechelaloroinsofferenzaperlasitua-zione è quasi pari alla nostra.

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Leonardo a Milanodal 27 novembre al 27 dicembre 2009

Fonte:Bloomberg

REAZIONE In ripresa

le Borse (+5% Atene).

Banche italiane esposte

per «appena» 5,3 miliardi

EUROTOWER Il quartier generale della Bce, a Francoforte [Emblema]

I migliori Valore var%

PARADOSSI Il nodo è quello

del capitale delle banche

centrali, controllato

dalle aziende di credito

Il «pacchetto» di mi-sure per il rilanciodell’occupazione ne-gliUsadovrebbeesse-re votato la prossimasettimana dalla Ca-mera: è questo l’au-spiciodella presiden-te della House of Re-presentatives, NancyPelosi. Il «pacchet-to», annunciato dalpresidente Obamamartedì scorso, saràdi un importo com-preso tra 75 e 150 mi-liardididollari.Inno-vembre il mercatodel lavoro Usa ha in-terrotto la lunga spi-rale negativa, con iltassodidisoccupazio-ne sceso al 10% e ap-pena 11mila posti dilavoro persi. Ma dal-l’iniziodellarecessio-ne sono stati bruciati7,2 milioni di posti.Obamahainfattideci-so di estendere fino aottobre 2010 il pianodi aiuti Tarp, le cui ri-sorse saranno in par-te destinate proprioal rilancio dell’occu-pazione.

Stati UnitiA giorni il votosugli aiutiall’occupazione