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Lo sviluppo delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza in Italia
negli ultimi 10 anni- Riccardo Poli -
Corso di formazione per l’Osservatorio regionale infanzia e adolescenza
– Regione Molise –
Campobasso 20 aprile 2004
Istituto degli Innocenti di Firenze
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Le tappe dello sviluppo delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza
Fermate:- la legge 285/97- la legge 451/97- la legge 328/00- i Piani d’azione
Esercitazione
ProgrammaProgramma
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Principali fasi di sviluppo
delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza
1989Convenzione Onu su sui diritti del fanciullo
1990 Piano d’azione mondiale per l’infanzia
1991 Ratifica della CRC L. 176
1997 Primo Piano d’azione
2000 II° Piano d’azione
2002 Ungass
1997 Legge 285
1997 Legge 451
2000 L. 328
2002 II° Conferenza. nazionale
1998 Legge 476
2001 L. 149
1998 Legge 269
1991 Legge 216
2003 L. 77
2003 III° Piano d’azione
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La legge 285/97La legge 285/97
OCCORRE ESSERE TANTO GRANDI
DA PRENDERE SUL SERIO LE COSE DEI PICCOLI
L. 285/97 Una legge per promuovere e sostenere l’avventura del diventare grandi
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Perché una legge Perché una legge per l’infanzia e l’adolescenza?per l’infanzia e l’adolescenza?
Per migliorare la vita dei bambini e delle bambine, passando dal riconoscimento dei diritti alla promozione di programmi concreti in ogni Comune Per prevenire il disagio e contrastare la povertà Perché i bambini-cittadini hanno diritto ad essere ascoltati e valorizzati
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È innovativa perché …È innovativa perché …
è un grande investimento a favore delle nuove generazioni, prescinde dalle condizioni sociali e culturali, dall’etnia
Richiede alle istituzioni, alle organizzazioni senza fini di lucro di collaborare per la realizzazione di interventi chiari e mirati
intreccia la solidarietà sociale al miglioramento della qualità della vita
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Una sfida sinonimo di fiduciaUna sfida sinonimo di fiducia
SFIDA alle istituzioni e al mondo degli adulti perché ci si facciano carico delle situazioni di disagio e si sostengano le persone in crescita
FIDUCIA nella capacità di collaborazione tra le istituzioni pubbliche e private del Paese
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Le finalitàLe finalità
Art. 4: servizi finalizzati al contrasto della povertà e al ricovero in istituti educativo-assistenziali, assistenza nei casi di abuso sessuale, maltrattamenti o violenza.
Art. 5: offerta di servizi socio-educativi per la prima infanzia e per i genitori
Art. 6: sostegno ed allo sviluppo di servizi ricreativi ed educativi per il tempo libero dei ragazzi nei periodi di sospensione dell’attività didattica.
Art. 7: promozione del diritto al miglioramento della qualità di vita dei bambini, ragazzi ed adolescenti anche valorizzando le differenze di genere, etniche e culturali.
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Schema applicazione legge 285/97Schema applicazione legge 285/97
SOGGETTI FASI TEMPI
Regione Enti pubbl.Ambito
Terzo settore
T1 T2 T3 T4 T5 T6
X Delibera di definizione ambiti, ripartizione fondo, indirizzi, priorità e tempi
X X Avvio della programmazione
X X Definizione del Piano
X X La progettazione
X L’accordo di programma
X X La gestione del piano e dei progetti
X X X Documentazione, Monitoraggio, verifica, valutazione
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Facciamo il punto … che numeri Facciamo il punto … che numeri ha dato la 285?ha dato la 285?
Prima triennalità 97-99
Seconda triennalità 00-02
N. Progetti + o - di 2000 ? ????????
Progetti per articolo
+ art. 6 che 4?
+ art 7 che 5?
????????
N. Ambiti territoriali
+ o – di 250? ????????
Finanziamenti + o – di 300mil Euro?
????????
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I numeri della 285I numeri della 285
Prima triennalità 97-99
Seconda triennalità 00-02
N. Progetti 2.863 3.921*+ 37 %
Progetti per articolo
++++4; +++6
++5; ++7
++++4; +++6
++5; ++7
N. Ambiti territoriali (incl. Città riservat.)
260 376*+ 45%
Finanziamenti € 382.436.333 € 457.880.512
+19%
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Fine primo triennio
2001 2002 2003 04 05 06 07
Avvio della programmazione secondo triennio
’00 2001 2002 2003 04 05 06 07
Fine secondo triennio*
2002 2003 04 05 06 07
I tempi della programmazioneI tempi della programmazione
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I numeri della 285 in MoliseI numeri della 285 in Molise
N. Progetti 26
Articolo 4 14
Articoli
5-6-712
Ambiti 2
Finanziamento 1.760.488
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La legge 451/97La legge 451/97
Centro nazionaledocumentazioneanalisi infanziaadolescenza
Commissioneparlamentare
infanzia
Osservatorio nazionale infanzia adolescenza
FLUSSI INFORMATIVI
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La legge 451/97La legge 451/97
La CPI ha compiti di indirizzo e controllo sulla concreta attuazione di accordi internazionali e sulla legislazione La CPI Formula osservazioni, proposte, segnala limiti e richiede adeguamenti della legislazione per uniformarla alla CRC e alla normativa UE 20 senatori e 20 deputati
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La legge 451/97La legge 451/97
20 novembre Giornata italiana per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Osservatorio nazionale istituito presso la PCM-DAS ora Ministero del Welfare L’Osservatorio predispone ogni 2 anni il Piano nazionale d’azione per l’infanzia e l’adolescenza Il Piano è adottato sentita la CPI e dopo approvazione da parte del Consiglio Ministri
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La legge 451/97La legge 451/97
L’Osservatorio predispone ogni 2 anni la Relazione sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia Il Governo predispone il Rapporto all’Onu sull’attuazione della CRC L’Osservatorio per svolgere le sue funzioni si avvale del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza
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La legge 451/97La legge 451/97
Il CNDAIA ha i seguenti compiti:a) raccogliere e rendere pubblici normative statali, regionali, dell'Unione europea ed internazionali; progetti di legge statali e regionali; dati statistici, disaggregati per genere e per età, anche in raccordo con l'Istituto nazionale di statistica (ISTAT); pubblicazioni scientifiche, anche periodiche;
b) realizzare, sulla base delle indicazioni che pervengono dalle regioni, la mappa annualmente aggiornata dei servizi pubblici, privati e del privato sociale, compresi quelli assistenziali e sanitari, e delle risorse destinate all'infanzia a livello nazionale, regionale e locale;
c) analizzare le condizioni dell'infanzia, ivi comprese quelle relative ai soggetti in età evolutiva provenienti, permanentemente o per periodi determinati, da altri Paesi, anche attraverso l'integrazione dei dati e la valutazione dell'attuazione dell'effettività e dell'impatto della legislazione, anche non direttamente destinata ai minori;
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d) predisporre, sulla base delle direttive dell'Osservatorio, lo schema della relazione biennale e del rapporto di cui, rispettivamente, all'articolo 2, commi 5 e 6, evidenziando gli indicatori sociali e le diverse variabili che incidono sul benessere dell'infanzia in Italia;
e) formulare proposte, anche su richiesta delle istituzioni locali, per la elaborazione di progetti-pilota intesi a migliorare le condizioni di vita dei soggetti in età evolutiva nonché di interventi per l'assistenza alla madre nel periodo perinatale;
f) promuovere la conoscenza degli interventi delle amministrazioni pubbliche, collaborando anche con gli organismi titolari di competenze in materia di infanzia, in particolare con istituti e associazioni operanti per la tutela e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva;
g) raccogliere e pubblicare regolarmente il bollettino di tutte le ricerche e le pubblicazioni, anche periodiche, che interessano il mondo minorile.
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Compiti per lo Stato, le Regioni e le Province autonome: prevedono (...) idonee misure di coordinamento degli interventi locali di raccolta e di elaborazione di tutti i dati relativi alla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito regionale. In particolare devono essere acquisiti tutti i dati relativi a:a) la condizione sociale, culturale, economica, sanitaria e psicologica dell'infanzia e dell'adolescenza;
b) le risorse finanziarie e la loro destinazione per aree di intervento nel settore;
c) la mappa dei servizi territoriali e le risorse attivate dai privati.
Le Regioni trasmettono, entro il 30 aprile di ciascun anno, i dati raccolti e le proposte formulate al Centro per l’attuazione di progetti pilota
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La legge 328/00La legge 328/00
Legge quadroper la realizzazione del sistema integrato
di interventi e servizi sociali
Legge quadroper la realizzazione del sistema integrato
di interventi e servizi sociali
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• Il cittadino non è solo utente e le famiglie non solo portatrici di bisogni, Ma si promuove la partecipazione e le esperienze aggregative nonché la solidarietà organizzata
• La rete non si rivolge solo agli ultimi, Ma si assicurano livelli essenziali in tutte le realtà territoriali
• L’approccio non è solo riparatorio ed economico assistenziale, Ma si potenziano i servizi alla persona come la diversificazione e la personalizzazione degli interventi
• Il sapere non è solo professionale e gli interventi sociali non sono opzionali, Ma si valorizzano le risorse e le esperienze esistenti, le professioni sociali, il sapere quotidiano, un governo del sistema più vicino alle persone
Principali cambiamenti culturali introdotti dalla
legge
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Da• Interventi settoriali
• Interventi monetari
• Prestazioni rigide
• Politiche contro l’esclusione sociali
• Welfare State
A• Interventi per la persona e
la famiglia, universalistici• Trasferimenti integrati
monetari e reti di servizio• Prestazioni flessibili,
diversificate• Politiche per l’inclusione
sociale• Welfare community,
sistema allargato di governo
Principali cambiamenti culturali introdotti dalla
legge
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• Tutti i cittadini hanno diritto di usufruire degli interventi. Il criterio che da priorità di accesso è il bisogno grave.
• Il sistema da priorità a: poveri, disabili, emarginati e disoccupati, carcerati, minori a disagio
• Il comune è l’ente più vicino ai bisogni delle persone e pertanto ha la regia delle azioni dei diversi attori
• Sussidiarietà verticale e orizzontale
Principali cambiamenti culturali introdotti dalla legge
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Obiettivi sull’area minori-famiglia
• Sostegno alla conciliazione delle responsabilità familiari con quelle del lavoro
• Aumentare i servizi integrativi al nido, prescolastici, ludoteche• Misure di sostegno economico alle famiglie con figli e a quelle con
particolari carichi di cura• Incentivazione dell’affidamento familiare, gruppi appartamento per
adolescenti• Misure di sostegno alla responsabilità genitoriali• Incentivazione delle forme di partecipazione degli adolescenti• Creazione di spazi di socializzazione, ascolto, aggregazione, orientamento
professionale• Campagne informative sulle dipendenze• Strutture familiari di accoglienza• Incentivare gli interventi di educativa di strada• Misure di sostegno e cura per i casi di maltrattamento e abuso
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Elementi che rendono la pianificazione 328
più complessa della 285Piano territoriale 285
Si progettano politiche solo per una parte definita di cittadiniSi progettano interventi nuovi, in integrazione con quanto già esiste sui territori
Si pianifica in relazione ad una quota limitata di risorse per lo più extracomunali
In molte regioni ci si è potuti avvalere di una significativa azione di coordinamento e valutazione provinciale
Piano di zona 328
Si progettano le politiche sociali per tutta la cittadinanzaSi determinano i livelli essenzialiSi pianificano tutte le risorse comunali in materia di politica sociale e si negozia sul piano economico anche con l’Aslforme di coordinamento provinciale sono rare
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Le “4 Rivoluzioni” del Piano di zona
1. Si sintetizzano gli interventi e le politiche del settore sociale e si coordinano con altre politiche.2. Si passa da una programmazione nella prospettiva di government ad una prospettiva di governance coinvolgendo altri soggetti istituzionali e il terzo settore.
3. Si programma ad un nuovo livello: l’ambito territoriale, superando l’impasse storica del frazionamento comunale4. Si programma in modo congiunto anche con l’Asl, non nella logica della delega ma in quella dell’integrazione operativa a livello territoriale
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LA 285 COME PIONIERE DI QUESTO PROCESSO PROGRAMMATORIO
Si tratta di un percorso già in buona parte sperimentato con la 285, con luci ed
ombre, infatti le aggregazioni di soggetti che, in particolare per progettare il II°
triennio, si sono costituite, prefigurano in molte parti di Italia le aggregazioni che
stanno realizzando i PDZ.
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Questioni aperte dal passaggio dalla 285 alla 328
Normativa
Finanziaria
Gestionale
Culturale
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Questioni:
Normativa• La legge 285 non è abrogata • Nuovo scenario istituzionale legato alla riforma costituzionale• La finanziaria 2003 ha istituito il fondo unico indistinto
Economico/Finanziaria• Risorse limitate, costanti
o in diminuzione• Crescita della domanda• Situazione di quasi
mercato, squilibrio tra domanda e offerta
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Questione gestionale
Rischi• Funzionerà il rapporto tra i vari soggetti/attori delle politiche?• Regia: integrazione o disintegrazione?• Quali meccanismi di coordinamento e di supporto alle decisioni?• Quale sistema di raccolta delle informazioni e di comunicazione?• Quali strategie di gestione?
Opportunità• Disegnare circuiti di
regolazione• Tavoli, gruppi di lavoro• Promuovere la partecipazione• Intergrazione istituzionale,
gestionale, professionale• Formazione, documentazione,
monitoraggio e valutazione• Programmazione e
pianificazione• Sussidiarietà
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Questione culturale
Rischi• Perdita di centralità del “soggetto infanzia” a favore della “famiglia”?• Adultocentrismo: infanzia da proteggere e non da promuovere?• Visione della politiche sociali in senso residuale e assistenziale?
Opportunità• La famiglia come parte del
“capitale personale” del minore• Il suo ben-essere dipende dalla
qualità delle relazioni che vive• Le difficoltà dei bambini
rivelano oggi la difficoltà di “essere adulti”
• Effetto “contaminazione” delle politiche per l’infanzia
• Capacità delle istituzioni di avere un progetto sociale di futuro
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Il I° Piano d’azione 97-99Il I° Piano d’azione 97-99
C om p ito d e lla p o lit icaè p rom u overe
tu tt i i d irit t i d e i b am b in i e d e lle b am b in e
Il d irit to a ll'is tru z ion ecos titu isce l'in ves tim en to p iù fo rte d e lla soc ie tà p e r il fu tu ro
Il live llo d i vitad e i b am b in i e d e lle b am b in ie
è u n in d ica to re d i q u a lità
R isp e tto e p rom oz ion ed e i d irit t i
d e i b am b in i e d e lle b am b in e s tran ie re
S vilu p p o sos ten ib ile esa lvag u ard ia d e ll'am b ien te
M etod o log ia d e l coord in am en tod e lle az ion i
a live llo loca le e n az ion a le
Presupposti fondam entali del Piano d'Azione
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Il I° Piano d’azione 97-99Il I° Piano d’azione 97-99
A d eg u am en to d e ll'o rd in am en tog iu rid ico a lla C on ven z ion e O N U
P u b b lico tu to re d e ll'ìn fan z ia
R ifo rm a d irit to m in oriled e l cod ice p en a le
A b u s i e m a ltra ttam en ti
L eg g e d i sp esa
S os teg n o a lla rifo rm ad e l s is tem a fo rm ativo sco las tico
A rm on izzaz ion e d e i tem p id i lavoro e cu rap er la fam ig lia
A d oz ion e in te rn az ion a lem ig lio ram en to leg g e 1 8 4
R ifo rm a as ili n id oe n u ovi se rviz i
O sserva to rio eC en tro n az ion a le
d i d ocu m en taz ion e
Azioni legislative
M in ori e m ass m ed iaaz ion i d i tu te la e a lfab e tizzaz ion e
C on tras to s fru ttam en to lavo ro m in orile
D e is t itu z ion a liz zaz ion ep rom oz ion e a ffid o fam ilia re
m in ori s tran ie ri
In teg raz ion e d e i se rviz ie in te rven ti te rrito ria li
p e r l'h an d icap
L o tta a lla d isp ers ion e sco las tica
R iq u a lificaz ion e d e i se rviz isoc io san ita ri
p e r l'in fan z ia e l'ad o lescen za
N eg oz iaz ion e b i-m u lt ila te ra lein am b ito m in orile
P rom oz ion ecoop eraz ion e in te rn az ion a le
a llo svilu p p o
P reven z ion e c rim in a litàe recu p ero d evian ti
In iz ia tive p e r favorireil d ia log o fra le g en eraz ion i
C ittà a m isu ra d i b am b in i e b am b in e
A n tic ip o ob b lig o sco las tico
Azioni di coordinam ento am m inistrativo
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Il II° Piano d’azione 00-01Il II° Piano d’azione 00-01
Principio etico del rispetto delle nuove generazioni
Il Piano chiama in causa tutta la società, la comunità educante
Coniugare le politiche per l’infanzia con quelle per lo sviluppo democratico e sociale del Paese
Una conoscenza sicura per una strategia
Principali presupposti
Coordinare gli interventi ai diversi livelli
Coniugare le leggi con le prassi
Attenzione allo sviluppo dell’intera personalità non solo alle espressioni di disagio
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Il II° Piano d’azione 00-01Il II° Piano d’azione 00-01
Nuovi servizi per l’infanzia e progettazione degli spazi urbani vivibili e sicuri
Preadolescenza, adolescenza e sostegno ai genitori
Sistemi formativi e culturali
Tv e mass media
I temi di lavoro delle Commissioni dell’Osservatorio nazionale
Riforme ordinamentali e adeguamento alla Convenzione Onu
Coordinamento interventi abuso, maltrattamento e sfruttamento sessualeSolidarietà internazionale e
adozione internazionaleLavoro minorile
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Il II° Piano d’azione 00-01Il II° Piano d’azione 00-01
Osservatorio nazionale
Relazione al Parlamento sulla L.269/98
Rifinanziamento della L. 216/91
Minori stranieri, prevenzione sfruttamento, sbarchi, sport, mutilazioni
Programma di azioni mirate
Maggiori risorse per il sostegno a distanza e la cooperazione allo sviluppo
Migliorare la qualità dei programmi TV
Un Piano d’azione europeo
Rilancio L. 285 e priorità di intervento
Piena attuazione alla legge sulle adozioni internazionali
Campagna informativa sulla genitorialità
Sostegno al tavolo contro lo sfruttamento del lavoro minorile
Integrazione sociale e sanitaria (POMI)
Tutore pubblico dei minori
Legge di ratifica Convenzione di Strasburgo
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Il III° Piano d’azione 03-04Il III° Piano d’azione 03-04
Nuove generazioni: compito rinnovare la società = futuro
Assicurare che ogni adolescente possa esprimere la personalità
Protezione del minore = prevenzione, tutela, recupero del soggetto in difficoltà
Principi fondamentali
Riequilibrio della spesa sociale a favore di famiglie e bambini
Sistema informativo sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza
L’educazione crea le condizioni per questo compito
Assicurare che ogni bambino possa crescere in famiglia e in rapporti positivi con altri ambienti
Famiglia come comunità educante
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Il III° Piano d’azione 03-04Il III° Piano d’azione 03-04
La promozione del benessere del ragazzo che cresce
I servizi per gli adolescenti
Il soggetto in età evolutiva e i media
Il lavoro minorile
I temi di lavoro delle Commissioni dell’Osservatorio nazionale
La tutela e la cura del soggetto in età evolutiva in difficoltà
Lo sviluppo delle politiche per l’infanzia a livello regionale e nazionale
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Principi traguardi
Chiusura degli istituti entro il 2006Interventi legislativi
Linee guida per gli interventi e i servizi sul territorio
Azioni di sistema
Coordinamento e sostegno agli interventi di cooperazione internazionale per l’infanzia e l’adolescenza
Il III° Piano d’azione 03-04Il III° Piano d’azione 03-04