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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
€5,90 COPIA OMAGGIO
LA NEWSLETTER DI
L’INFORMAZIONE PERIODICA SUL MONDO DELLE ANOMALIE BANCARIE, DELLA SANITA’ INTEGRATIVA,
DELLE ASSICURAZIONI
CI SI PUO’ SALVARE DAI DEBITI ?
COME AVERE ASSISTENZA SANITARIA SENZA LISTE DI ATTESA E … SENZA SPENDERE UN PATRIMONIO
GLI ITALIANI SONO UN POPOLO
SOTTOASSICURATO. PERCHE’? STEPS ® SOLUZIONI PER L’IMPRESA
VIA CASTELLANA 86 - 31100 TREVISO TEL 0422 263609 www.salvareleimprese.com
®
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
Seguiamo il cliente passo dopo passo fino alla soluzione del problema!
STEPS Soluzioni per l’impresa …
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Quando e Perché… STEPS srl nasce nel 2013 dal sogno dei suoi due fondatori: dare alle aziende Soluzioni che possono aiutarle ad uscire dalla crisi o, meglio, dalla nuova realtà che si è creata dopo la crisi iniziata nel 2007/2008. L’esperienza in questo campo era già pluriennale e segnata da notevoli
successi. STEPS inizia quindi a occuparsi (in partnership con un’altra azienda) di quelle che sono comunemente chiamate Anomalie Finanziarie e Bancarie. In poche parole analizzando i conti e i finanziamenti delle aziende STEPS individua tutte quelle anomalie che possono aiutare le aziende a recuperare liquidità o a opporsi alle azioni intraprese dalle banche per recuperare i crediti, come ad esempio i decreti ingiuntivi. Alla fine del 2015 STEPS diventa completamente autonoma e, con l’ingresso di un altro valido socio, allarga la sua offerta, stringendo accordi con partner di altissimo livello. Nasce così la nuova STEPS, con tre divisioni: Pianificazione Finanziaria, Sanità Integrativa, Assicurazioni.
Sono state create 3 business unit per soddisfare le esigenze dei propri Clienti e
dei propri Advisor. Tutto questo con unico obiettivo: gestire le
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esigenze del cliente! L’offerta Finanziaria si allarga alle Cartelle Esattoriali, alla legge 3/2012 (esdebitamento), al Recupero Crediti e al Credito Gestito.
C’è poi la Divisione in cui si vanno a coprire le “mancanze” del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso l’offerta di sussidi mutualistici che coprono le persone dalla semplice esigenza di una somma di denaro (diaria) in caso di gessatura, alla possibilità di decidere dove farsi operare in caso di grande intervento chirurgico. E infine, la Divisione Assicurativa, dove si possono trovare tutte le offerte di coperture assicurative di cui un cliente, privato o azienda che sia, può aver bisogno. E molto altro STEPS ha ancora in cantiere….. Con questa NEWSLETTER, sarai sempre aggiornato sulle novità e avrai sempre un punto di riferimento a cui rivolgerti per soddisfare le esigenze che si presenteranno…. O anche per avere un sano e schietto confronto sulle soluzioni che hai già adottato. Buona Vita. Maria Sole Pavan Gianmario Bertollo Fabio Damassa
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
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Mi chiamo Gianmario Bertollo, ho 50 anni, vivo a Treviso con una splendida moglie e tre figli. Sono laureato in Scienze della Comunicazione. Dopo gli studi superiori e un anno di servizio militare ho iniziato (per la verità avevo iniziato molti anni prima durante le vacanze estive) a lavorare nella piccola azienda artigiana di famiglia, gestita come la quasi totalità delle micro aziende da due fratelli: mio padre e mio zio. A dire la verità appena finita la scuola avevo avuto l’opportunità di lavorare in banca. Ho resistito un giorno: forse era un segno del destino! A 25 anni ho ricevuto una telefonata, che mi invitava a un colloquio di selezione. Quel giorno è cominciato un percorso che avrebbe occupato la gran parte della vita professionale vissuta finora: 18 anni. Iniziai a fare il consulente finanziario anzi il “consulente globale”, come ci definiva l’azienda per cui iniziai e dove restai per tutti quegli anni, con molte gioie, molte soddisfazioni e anche un po’ di dolori. Qui ebbi l’opportunità di crescere professionalmente. Ero riuscito a creare una rete di venditori, a gestire delle persone e ad affermarmi come venditore. Nel 2010 dopo due o forse tre anni di scontri e traversie lasciai il lavoro di “consulente globale”
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per cominciare un’avventura totalmente diversa che mi portò a fare il capo area di un’azienda commerciale in Lombardia. E fu qui che incontrai (grazie a mia moglie) colui che mi avrebbe insegnato un nuovo lavoro. Una persona che stava fondando un’azienda che si occupava di recuperare per gli Imprenditori tutti quei soldi che le banche avevano illegittimamente fatto pagare per effetto dell’applicazione di interessi composti (anatocismo) e troppo alti (usura). In cinque anni quest’azienda è cresciuta fino a diventare la numero uno sul mercato e io sono cresciuto al suo interno fino a raggiungere il massimo grado di carriera e la qualifica di formatore. Alla fine del 2015, per divergenze di opinione sul modello organizzativo e soprattutto sulla visione del futuro dei suoi titolari, io e mia moglie e altri colleghi abbiamo deciso di troncare la nostra collaborazione. Non è stata una passeggiata ma l’unione di più teste pensanti e soprattutto la grande forza di volontà ci ha dato ragione. Con Maria Sole abbiamo creato la nostra azienda che ora condividiamo con un altro socio, con l’intento di tutelare davvero in maniera seria quegli imprenditori e quelle persone che, sempre di più, si sentono vessati dal sistema bancario. Inoltre abbiamo allargato le possibilità per i nostri collaboratori di risolvere le esigenze dei clienti creando la Divisione Sanità Integrativa e quella Assicurativa Abbiamo messo in campo tutta l’esperienza accumulata in questi anni con l’obiettivo di condividere i risultati con tutte le persone che decideranno di darci fiducia. Buona Vita
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
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Mi chiamo Gianmario Bertollo, ho 50 anni, vivo a Treviso con una splendida moglie e tre figli. Sono laureato in Scienze della Comunicazione. Dopo gli studi superiori e un anno di servizio militare ho iniziato (per la verità avevo iniziato molti anni prima durante le vacanze estive) a lavorare nella piccola azienda artigiana di famiglia, gestita come la quasi totalità delle micro aziende da due fratelli: mio padre e mio zio. A dire la verità appena finita la scuola avevo avuto l’opportunità di lavorare in banca. Ho resistito un giorno: forse era un segno del destino! A 25 anni ho ricevuto una telefonata, che mi invitava a un colloquio di selezione. Quel giorno è cominciato un percorso che avrebbe occupato la gran parte della vita professionale vissuta finora: 18 anni. Iniziai a fare il consulente finanziario anzi il “consulente globale”, come ci definiva l’azienda per cui iniziai e dove restai per tutti quegli anni, con molte gioie, molte soddisfazioni e anche un po’ di dolori. Qui ebbi l’opportunità di crescere professionalmente. Ero riuscito a creare una rete di venditori, a gestire delle persone e ad affermarmi come venditore. Nel 2010 dopo due o forse tre anni di scontri e traversie lasciai il lavoro di “consulente globale”
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per cominciare un’avventura totalmente diversa che mi portò a fare il capo area di un’azienda commerciale in Lombardia. E fu qui che incontrai (grazie a mia moglie) colui che mi avrebbe insegnato un nuovo lavoro. Una persona che stava fondando un’azienda che si occupava di recuperare per gli Imprenditori tutti quei soldi che le banche avevano illegittimamente fatto pagare per effetto dell’applicazione di interessi composti (anatocismo) e troppo alti (usura). In cinque anni quest’azienda è cresciuta fino a diventare la numero uno sul mercato e io sono cresciuto al suo interno fino a raggiungere il massimo grado di carriera e la qualifica di formatore. Alla fine del 2015, per divergenze di opinione sul modello organizzativo e soprattutto sulla visione del futuro dei suoi titolari, io e mia moglie e altri colleghi abbiamo deciso di troncare la nostra collaborazione. Non è stata una passeggiata ma l’unione di più teste pensanti e soprattutto la grande forza di volontà ci ha dato ragione. Con Maria Sole abbiamo creato la nostra azienda che ora condividiamo con un altro socio, con l’intento di tutelare davvero in maniera seria quegli imprenditori e quelle persone che, sempre di più, si sentono vessati dal sistema bancario. Inoltre abbiamo allargato le possibilità per i nostri collaboratori di risolvere le esigenze dei clienti creando la Divisione Sanità Integrativa e quella Assicurativa Abbiamo messo in campo tutta l’esperienza accumulata in questi anni con l’obiettivo di condividere i risultati con tutte le persone che decideranno di darci fiducia. Buona Vita
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
Banca Popolare di … LA STORIA DI LUIGI
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Oggi voglio raccontare la storia di Luigi e del rapporto con la sua banca. Luigi è un nome di fantasia, ma la storia è vera purtroppo. La banca di Luigi è quella banca che in uno spot televisivo di qualche anno fa parlava di valori e di tradizione. Luigi è una persona onesta, sposato, con un figlio e il suo appartamento acquistato con sacrificio e … con un mutuo. Mutuo che Luigi paga regolarmente visto che il lavoro va bene. Va talmente bene che riesce pure a risparmiare. E dove potrebbe investire Luigi i suoi sudati risparmi? Ma certo, in quello che gli consiglia la sua banca, quella dei valori e delle tradizioni: le azioni della banca stessa che “tanto vanno sempre su”. Infatti la banca non è quotata in borsa e il valore delle azioni viene deciso ogni anno
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dal Consiglio di Amministrazione della banca stessa.
Hai mai visto, caro Luigi, una banca che decide che le sue azioni valgono meno dell’anno prima? E così Luigi è tranquillo, lavora, paga il mutuo, risparmia e compra azioni. Un giorno però le cose cambiano, come per tante persone, visto che in quei giorni, mesi, anni, sta cambiando il mondo. Luigi non ha più un lavoro e quindi non ha più uno stipendio e si trova in difficoltà a pagare il mutuo. Ma lui è tranquillo, ha risparmiato e comprato le azioni della sua banca, quella dei valori e delle tradizioni, quelle azioni che vanno sempre su… Ha risparmiato tanto e se non dovesse trovare subito un lavoro, per un paio di anni il muto è pagato. Va in banca e chiede di vendere le azioni per poter tranquillamente andare avanti e pagare il mutuo. Lo prendono per pazzo: “Ma come, vuoi vendere
( Continua)
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
(Continua)
“Credo sinceramente che gli istituti bancari sono più pericolosi degli eserciti permanenti, e che il principio di spendere denaro a carico dei posteri, sotto il nome di debito pubblico, non è che una truffa su larga scala” (Thomas Jefferson)
“Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani mattina scoppierebbe una rivoluzione” (Henry Ford)
“Che cos’è rapinare una banca in confronto a fondarla?” ( Bertolt Brecht)
Uno studio scientifico dimostra che i cellulari possono essere molto dannosi alla salute. Specie se uno lo usa per comprare le azioni di una banca. (Fragmentarius)
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delle azioni così preziose? Quelle azioni che vanno sempre su? Ti diamo noi un fido, tanto hai come garanzia le azioni, poi intanto ti trovi un lavoro e tutto torna tranquillamente come prima.” Già, a 50 anni è facile di questi tempi trovare un lavoro!
E infatti Luigi non ce la fa e cade in una profonda depressione. Passano i mesi e le cose cambiano anche per la Banca, quella dei valori e delle tradizioni. Non è più sotto il controllo della Banca d’Italia che, come sappiamo, ogni tanto chiude entrambi gli occhi. Oggi è la BCE che controlla e che magicamente scopre quello che tutti sanno: che i bilanci delle banche Popolari sono redatti in maniera molto creativa. Lo sono tutti, lo sanno tutti, ma non lo sa Luigi che si fida della sua banca. Anche la Popolare di Luigi è costretta quindi a redigere un Bilancio con tutte le regole dei bilanci veri. E cosa si scopre?
Che il valore delle azioni, quelle che
vanno sempre su, scende del 90%. E scendono anche quelle di Luigi, che scopre che i suoi risparmi non ci sono più. Cosa succede a questo punto? La cosa più semplice del mondo. La Banca, quella dei valori e delle tradizioni, chiama Luigi e gli comunica che ha 10 giorni di tempo per rientrare dal fido, visto che le azioni che aveva in garanzia non valgono più niente. Luigi è disperato e pensa spesso al suicidio. Ma questo non è un problema della banca …
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Quanti Luigi ci sono in questi mesi in Italia? E a quegli amministratori che hanno ridotto i vari Luigi in questo stato, nessuno fa nulla? Questi signori negli ultimi 20 anni si sono comprati aerei, auto blu, e si sono dati stipendi milionari per ridurre i Luigi, ma anche i Pietro e i Giovanni, le signore Maria ed Elisabetta sul lastrico, per poi farli sentire addirittura come delinquenti.
Da oggi, prima di aprire un C/C o chiedere un mutuo, facciamoci
mostrare noi il bilancio della banca.
Facciamoci sentire!! Buona Vita! Gianmario
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(Continua)
“Credo sinceramente che gli istituti bancari sono più pericolosi degli eserciti permanenti, e che il principio di spendere denaro a carico dei posteri, sotto il nome di debito pubblico, non è che una truffa su larga scala” (Thomas Jefferson)
“Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani mattina scoppierebbe una rivoluzione” (Henry Ford)
“Che cos’è rapinare una banca in confronto a fondarla?” ( Bertolt Brecht)
Uno studio scientifico dimostra che i cellulari possono essere molto dannosi alla salute. Specie se uno lo usa per comprare le azioni di una banca. (Fragmentarius)
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delle azioni così preziose? Quelle azioni che vanno sempre su? Ti diamo noi un fido, tanto hai come garanzia le azioni, poi intanto ti trovi un lavoro e tutto torna tranquillamente come prima.” Già, a 50 anni è facile di questi tempi trovare un lavoro!
E infatti Luigi non ce la fa e cade in una profonda depressione. Passano i mesi e le cose cambiano anche per la Banca, quella dei valori e delle tradizioni. Non è più sotto il controllo della Banca d’Italia che, come sappiamo, ogni tanto chiude entrambi gli occhi. Oggi è la BCE che controlla e che magicamente scopre quello che tutti sanno: che i bilanci delle banche Popolari sono redatti in maniera molto creativa. Lo sono tutti, lo sanno tutti, ma non lo sa Luigi che si fida della sua banca. Anche la Popolare di Luigi è costretta quindi a redigere un Bilancio con tutte le regole dei bilanci veri. E cosa si scopre?
Che il valore delle azioni, quelle che
vanno sempre su, scende del 90%. E scendono anche quelle di Luigi, che scopre che i suoi risparmi non ci sono più. Cosa succede a questo punto? La cosa più semplice del mondo. La Banca, quella dei valori e delle tradizioni, chiama Luigi e gli comunica che ha 10 giorni di tempo per rientrare dal fido, visto che le azioni che aveva in garanzia non valgono più niente. Luigi è disperato e pensa spesso al suicidio. Ma questo non è un problema della banca …
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Quanti Luigi ci sono in questi mesi in Italia? E a quegli amministratori che hanno ridotto i vari Luigi in questo stato, nessuno fa nulla? Questi signori negli ultimi 20 anni si sono comprati aerei, auto blu, e si sono dati stipendi milionari per ridurre i Luigi, ma anche i Pietro e i Giovanni, le signore Maria ed Elisabetta sul lastrico, per poi farli sentire addirittura come delinquenti.
Da oggi, prima di aprire un C/C o chiedere un mutuo, facciamoci
mostrare noi il bilancio della banca.
Facciamoci sentire!! Buona Vita! Gianmario
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18/5/2016 Pop Vicenza, la rabbia dei soci: "Non deve finire così" - IlGiornale.it
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/pop-vicenza-rabbia-dei-soci-non-deve-finire-cos-1255770.html 1/2
Simone Savoia - Sab, 07/05/2016 - 20:57
Pop Vicenza, la rabbia dei soci: "Non devefinire così"Rabbia e delusione tra i soci della Popolare di Vicenza: "Azioni carta straccia, non finirà così"
“Era la museta, il salvadanaio, la nostra Popolare”: è più rassegnazione che rabbia quella dei circa 800
soci risparmiatori della Banca popolare di Vicenza che hanno visto le loro azioni in cui avevano investito i
soldi di una vita diventare carta straccia.
Sono tutti qui, in un cinema nel centro di Vicenza a due passi da palazzo Thiene , la storica sede
palladiana della BpVi. Li ha convocati l’associazioni “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza”
che in pochi mesi ha riunito 650 soci, 100 solo nella mattinata di quest’ultima assemblea. “Andremo
avanti” dice il presidente Luigi Ugone, “vogliamo la messa in mora della banca e l’azione di responsabilità.
Qui c’è gente che ha fatto sacrifici per risparmiare, per la propria casa, la propria impresa, per i figli. Non
deve finire così”. Non sono solo parole. L’associazione ha ingaggiato una squadra di avvocati per venire
incontro alle esigenze di questo popolo della Popolare, che non può essere tutelato da una class action
ma da altri percorsi legali.
“L’obbiettivo- chiarisce Riccardo Federico Rocca, dell’omonimo studio legale milanese- è giungere alla
dimostrazione che le informazioni fornite dalla BpVi per far sottoscrivere le azioni erano false. Inoltre
bisognerà quantificare il risarcimento come differenza tra il prezzo realmente pagato per ogni singola
cronache
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video"Non può finiretutto così"
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Sono tutti qui, in un cinema nel centro di Vicenza a due passi da Palazzo Thiene, la storica sede palladiana della BpVi. Li ha convocati l’associazione “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza” che in pochi mesi ha riunito 650 soci, 100 solo nella mattinata di quest’ultima assemblea. “Andremo avanti” dice il presidente Luigi Ugone, “vogliamo la messa in mora della banca e l’azione di responsabilità. Qui c’è gente che ha fatto sacrifici per risparmiare, per la propria casa, la propria impresa, per i figli. Non deve finire così”. Non sono solo parole. L’associazione ha ingaggiato una squadra di avvocati per venire incontro alle esigenze di questo popolo della Popolare, che non può essere tutelato dalla class action ma da altri percorsi legali. “L’obiettivo –chiarisce Riccardo Federico Rocca, dell’omonimo studio legale milanese – è giungere alla dimostrazione che le informazioni fornite dalla BpViper far sottoscrivere le azioni erano false. Inoltre bisognerà quantificare il risarcimento come
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differenza tra il prezzo realmente pagato per ogni singola azione e quello che sarebbe stato giusto pagare”. Si distribuiscono i moduli, la gente sta in piedi o si siede per terra, le poltrone in platea e in galleria sono tutte occupate. Imprenditori, pensionati, dipendenti, giovani e meno giovani. In giacca e cravatta, in jeans, con la polo o la camicia buona. Il popolo della popolare si sente anzitutto tradito. In molti avevano un rapporto personale con i direttori delle filiali e con gli impiegati. Si sentono traditi dalla “loro” banca, quella che era stata dei genitori ed è magari diventata dei figli. Altri avevano sentito puzza di bruciato e avevano cercato di vendere le loro azioni, senza riuscirci: sono i cosiddetti “scavalcati”. Hanno remora a dire quanto hanno perso, per un’antica dignità delle genti venete per cui il truffato si sente quasi in colpa. Ma sono qui, perché no, non
( Continua)
Era la musina, il salvadanaio, la nostra Popolare” : è più rassegnazione che rabbia quella dei circa 800 soci risparmiatori della Banca Popolare di Vicenza che hanno visto le loro azioni in cui avevano investito i soldi di una vita diventare carta straccia.
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
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può finire tutto con la carta straccia in mano e chi s’è visto s’è visto. Preoccupano anche gli effetti futuri dello tsunami bancario: “Ci sono crediti che dovranno rientrare – chiarisce l’economista Fabio Lugano-‐ non solo dalle famiglie ma soprattutto della imprese. Ci potrebbero essere ricadute nella sola provincia di Vicenza per 3 miliardi di euro. Il 7% dell’intero Pil del Veneto”. Boom! In questo cinema di Vicenza c’è la solitudine dei cittadini più o meno ignorati dalle istituzioni, banditi con scarso successo dalla politica, senza fiducia nello Stato, che cercano di organizzarsi e di venire a capo dell’intricata
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matassa. Dentro questo cinema c’è la seconda fase di un attacco al cuore dell’Italia: dopo la manifattura ora tocca al risparmio delle famiglie e delle imprese che, nonostante tutto, resta altissimo. In definitiva in quel cinema c’è parte dl nostro smarrimento e insieme della nostra voglia di risollevarci. Palla al centro, si gioca Vicenza-‐Entella, campionato di serie B. La mitica “Lanerossi” dovrebbe salvarsi. Ma per i soci inizia un altro campionato, molto più difficile. La partita è appena cominciata. Il Giornale.it – Simone Savoia -‐ 07/05/2016
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Nell’ormai “lontano” 2012 è stata fatta una legge molto importante per i cittadini italiani, talmente importante che dopo 4 anni solo pochissimi la conoscono.
La legge 3/2012 e cioè più precisamente “Disposizioni in materia di composizione delle
crisi da sovra indebitamento” è stata giustamente soprannominata la salva suicidi.
Con questa legge sono state introdotte misure
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strumentali indirizzate a quelli che vengono definiti “soggetti non fallibili” che si trovano in una situazione di grave squilibrio finanziario e sono impossibilitati a far fronte agli impegni assunti. In parole povere cosa vuol dire?
Vuol dire che per effetto di queste norme anche un privato cittadino, un piccolo imprenditore, un agricoltore, un professionista hanno la
DEBITI: COME LIBERARTENE (PER LEGGE) E RIPARTIRE PULITO
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può finire tutto con la carta straccia in mano e chi s’è visto s’è visto. Preoccupano anche gli effetti futuri dello tsunami bancario: “Ci sono crediti che dovranno rientrare – chiarisce l’economista Fabio Lugano-‐ non solo dalle famiglie ma soprattutto della imprese. Ci potrebbero essere ricadute nella sola provincia di Vicenza per 3 miliardi di euro. Il 7% dell’intero Pil del Veneto”. Boom! In questo cinema di Vicenza c’è la solitudine dei cittadini più o meno ignorati dalle istituzioni, banditi con scarso successo dalla politica, senza fiducia nello Stato, che cercano di organizzarsi e di venire a capo dell’intricata
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matassa. Dentro questo cinema c’è la seconda fase di un attacco al cuore dell’Italia: dopo la manifattura ora tocca al risparmio delle famiglie e delle imprese che, nonostante tutto, resta altissimo. In definitiva in quel cinema c’è parte dl nostro smarrimento e insieme della nostra voglia di risollevarci. Palla al centro, si gioca Vicenza-‐Entella, campionato di serie B. La mitica “Lanerossi” dovrebbe salvarsi. Ma per i soci inizia un altro campionato, molto più difficile. La partita è appena cominciata. Il Giornale.it – Simone Savoia -‐ 07/05/2016
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Nell’ormai “lontano” 2012 è stata fatta una legge molto importante per i cittadini italiani, talmente importante che dopo 4 anni solo pochissimi la conoscono.
La legge 3/2012 e cioè più precisamente “Disposizioni in materia di composizione delle
crisi da sovra indebitamento” è stata giustamente soprannominata la salva suicidi.
Con questa legge sono state introdotte misure
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strumentali indirizzate a quelli che vengono definiti “soggetti non fallibili” che si trovano in una situazione di grave squilibrio finanziario e sono impossibilitati a far fronte agli impegni assunti. In parole povere cosa vuol dire?
Vuol dire che per effetto di queste norme anche un privato cittadino, un piccolo imprenditore, un agricoltore, un professionista hanno la
DEBITI: COME LIBERARTENE (PER LEGGE) E RIPARTIRE PULITO
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possibilità (finora prevista solo per le aziende) di chiedere un concordato o dichiarare fallimento in
modo che i debiti possano venire cancellati.
In questo modo tutti questi soggetti, che prima erano condannati ad essere degli indebitati a vita, possono pulirsi e ripartire, riacquistando quindi un ruolo attivo nell’economia. Quante persone non riescono più a pagare le rate di un mutuo, richiesto e concesso con troppa superficialità? Quante sono le cartelle esattoriali che continuano ad arrivare nelle case degli italiani? Chissà come mai quindi questa legge è stata nascosta per tanti anni! E perché continua ad esserlo? Mah, fai tu!! Andiamo nel concreto con un esempio: una persona ha accumulato debiti per 250.000 € e ora magari ha perso pure il lavoro. Non riesce più a pagare il mutuo e ha anche delle cartelle Equitalia in arretrato. Il suo destino è segnato. La banca metterà all’asta l’immobile e pure Equitalia si insinuerà nella procedura per far valere i propri diritti. Che prospettive ha questo soggetto? La casa, dopo 3 o 4 tentativi verrà venduta a un prezzo di molto inferiore al suo valore reale. I soldi ricavati non basteranno a soddisfare i creditori e quindi il suo futuro è quello di restare indebitato per l’eternità con tutte le conseguenze del caso e cioè la segnalazione in Centrale Rischi Banca D’Italia, CRIF , accesso al credito precluso per sempre. Anche fare un semplice contratto telefonico diventerà per lui quasi impossibile e il suo stipendio, quando troverà lavoro, sarà sempre a rischio pignoramento. Con la legge 3/2012 questo soggetto ha invece la possibilità di pulirsi definitivamente del carico debitorio mettendo a disposizione quello che ha
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come patrimonio. In questo caso la casa, che prima o poi perderebbe, viene considerata ad esempio per il valore di 120.000 € e questi dovranno bastare ai creditori (per ordine del giudice). La legge prevede infatti 3 diverse procedure: l’accordo di Composizione della Crisi, dedicata esclusivamente ai soggetti sovra indebitati a causa di una propria attività imprenditoriale o professionale svolta. In pratica, hai debiti e non riesci a pagarli e hai
un’attività? Li puoi ristrutturare e renderli sostenibili. Il Piano del consumatore, dedicata esclusivamente ai soggetti sovra indebitati per scopi estranei a una attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta; in pratica, hai debiti che non riesci a pagare e non hai un’attività? Si fa il piano del consumatore.
La Liquidazione , dedicata a tutti quei soggetti non fallibili nella quale il debitore affluisce direttamente (perché non ha nulla) o perché non è riuscito a mantenere quanto concordato nelle altre due procedure. In pratica, non rientri nei primi due casi o NON RIESCI A RISPETTARE QUANTO CONCORDATO? Fai la liquidazione.
Se il soggetto non ha nulla, viene prevista comunque la cancellazione di
tutti i debiti, se il soggetto ha qualcosa viene previsto il pagamento di quanto
umanamente possibile.
Buona Vita. Gianmario
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€5,90 COPIA OMAGGIO
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1
E io sono Maria Sole.
Nasco nel 1974 da due genitori imprenditori, che mi insegnano che il rispetto per le persone e il lavoro onesto ripagano sempre.
Nel 1998 mi laureo la prima volta in Economia e trascorro l’anno successivo a Londra lavorando nella società di uno sceicco Arabo che si occupa di investimenti di capitale, un’esperienza unica che mi insegna tantissimo. Torno e frequento un Master MBA -‐ Business Administration.
Fortunatamente le offerte non mi mancano e passo da essere responsabile del controllo di gestione a quello amministrativo ecc…
Ma il “problema” è che mi piace stare a contatto con le persone e così un giorno decido di entrare in un’azienda che mi permette di consigliare i clienti sui loro investimenti. Qui ricevo una grande formazione di vendita che mi seguirà sempre.
Dopo varie vicissitudini e con la voglia di essere sempre più indipendente mi stacco e, dopo un anno di pura esperienza commerciale, conosco un signore che ha un sogno: liberare gli imprenditori dalla schiavitù bancaria.
Coinvolgo il mio compagno e iniziamo l’avventura in questa nuova azienda. In pochissimi anni creiamo una rete di vendita
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importante e raggiungiamo entrambi i massimi livelli di carriera.
Nel frattempo ho due splendide bambine, mi laureo la seconda volta e, per colpa di mio marito, mi appassiono alla formazione, frequentando ogni genere di corso.
Alla fine del 2015 però non trovo più in quell’azienda quei valori di rispetto e lavoro onesto che i miei genitori mi hanno sempre impartito. Però continua a piacermi l’idea di lavorare con gli imprenditori e seguirli in quei settori non strettamente connessi con il loro prodotto.
Nel frattempo tristi vicissitudini familiari mi fanno riflettere sull’importanza che hanno la salute e la prevenzione.
Così assieme a due soci che hanno la mia stessa idea partiamo per la nuova avventura.
Creiamo un’azienda in quei settori che da anni ci vedono protagonisti e decidiamo di mettere a frutto tutte le nostre conoscenze, prendendo il buono dalle avventure trascorse e lasciando quello che invece non ci piaceva.
Il caso vuole che ognuno di noi sia “specializzato” in un ambito diverso e io da donna e mamma di due bambine, sono sempre stata molto attenta a quella che è la salute, la prevenzione, la sanità in genere.
Non a caso i latini dicevano “Mens Sana In Corpore Sano”…
Buona Vita!
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E io sono Maria Sole.
Nasco nel 1974 da due genitori imprenditori, che mi insegnano che il rispetto per le persone e il lavoro onesto ripagano sempre.
Nel 1998 mi laureo la prima volta in Economia e trascorro l’anno successivo a Londra lavorando nella società di uno sceicco Arabo che si occupa di investimenti di capitale, un’esperienza unica che mi insegna tantissimo. Torno e frequento un Master MBA -‐ Business Administration.
Fortunatamente le offerte non mi mancano e passo da essere responsabile del controllo di gestione a quello amministrativo ecc…
Ma il “problema” è che mi piace stare a contatto con le persone e così un giorno decido di entrare in un’azienda che mi permette di consigliare i clienti sui loro investimenti. Qui ricevo una grande formazione di vendita che mi seguirà sempre.
Dopo varie vicissitudini e con la voglia di essere sempre più indipendente mi stacco e, dopo un anno di pura esperienza commerciale, conosco un signore che ha un sogno: liberare gli imprenditori dalla schiavitù bancaria.
Coinvolgo il mio compagno e iniziamo l’avventura in questa nuova azienda. In pochissimi anni creiamo una rete di vendita
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importante e raggiungiamo entrambi i massimi livelli di carriera.
Nel frattempo ho due splendide bambine, mi laureo la seconda volta e, per colpa di mio marito, mi appassiono alla formazione, frequentando ogni genere di corso.
Alla fine del 2015 però non trovo più in quell’azienda quei valori di rispetto e lavoro onesto che i miei genitori mi hanno sempre impartito. Però continua a piacermi l’idea di lavorare con gli imprenditori e seguirli in quei settori non strettamente connessi con il loro prodotto.
Nel frattempo tristi vicissitudini familiari mi fanno riflettere sull’importanza che hanno la salute e la prevenzione.
Così assieme a due soci che hanno la mia stessa idea partiamo per la nuova avventura.
Creiamo un’azienda in quei settori che da anni ci vedono protagonisti e decidiamo di mettere a frutto tutte le nostre conoscenze, prendendo il buono dalle avventure trascorse e lasciando quello che invece non ci piaceva.
Il caso vuole che ognuno di noi sia “specializzato” in un ambito diverso e io da donna e mamma di due bambine, sono sempre stata molto attenta a quella che è la salute, la prevenzione, la sanità in genere.
Non a caso i latini dicevano “Mens Sana In Corpore Sano”…
Buona Vita!
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
Mutuo soccorso e sanità integrativa…. PARLIAMONE!
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Sanità Integrativa Privata… Società di Mutuo Soccorso… Io pensavo fossero organizzazioni antiche, ormai scomparse nella notte dei tempi. In effetti la loro nascita risale alla prima parte del 1800 per rispondere alla necessità di forme di tutela sanitaria nel mondo del lavoro. Il loro funzionamento venne regolato con la legge del 15 aprile 1886, legge tuttora in vigore. Nei primissimi anni del 1900 continuarono a espandersi e arrivarono a contare un milione di soci. Nel secondo dopoguerra la copertura sanitaria dei lavoratori fu affidata ad Enti Mutualistici Nazionali obbligatori e di categoria, molto lontani dal concetto fondamentale di volontarietà espresso dalle società di Mutuo Soccorso. Nel 1978 con la legge n. 883 venne istituito il Servizio Sanitario Nazionale che estese a tutti i cittadini il diritto di fruire delle prestazioni assistenziali sanitarie. Gli Enti Mutualistici Nazionali furono soppressi. La mutualità su base volontaria non fu toccata dal provvedimento. Nel 1992 col Decreto legislativo 502, furono introdotti i fondi sanitari integrati finalizzati
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all’erogazione delle prestazioni aggiuntive rispetto al Servizio Sanitario Nazionale Nel 1998 il governo vara una legge che incentiva i cittadini, dal punto di vista fiscale, ad aderire alla Sanità Integrativa, dichiarando quindi ormai l’impossibilità da parte dello Stato di far fronte a tutti i bisogni crescenti in questo specifico campo. Oggi infatti la sanità pubblica, per un insieme di
fattori, non riesce più a dare, come in passato, tutto a tutti. Infatti, la contrazione notevole di risorse finanziarie ed economiche, porta profili di criticità insostenibile nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Inoltre l’invecchiamento della popolazione nazionale
e il costante aumento della vita media, genera un crescente fabbisogno di prestazioni sanitarie. In più, il costante aumento dei flussi migratori fa crescere a dismisura il numero delle persone bisognose di cure.
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Per non parlare delle enormi differenze di spesa e gli enormi sprechi tra diverse Regioni, ma qui si entra in un contesto politico-‐ sociologico in cui è meglio non proseguire. Ecco quindi la necessità di correre ai ripari.
(Continua)
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
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E’ appena di pochi mesi fa il cosiddetto “decreto appropriatezza” che taglia
praticamente del tutto la possibilità da parte dei medici di prescrivere oltre 200 prestazioni, pena il rischio di incorrere in
pesanti sanzioni. Sanità Integrativa
Succede quindi che un’ ecografia ad un malato di tumore venga rimbalzata per giorni dal medico di famiglia, all’ospedale che ha scoperto il tumore, all’oncologo che lo dovrebbe curare, per poi tornare da medico di famiglia che, siccome siamo vicini al Natale rinvia a “dopo le ferie”… Tutto questo è successo veramente nel dicembre scorso nella bella e civilissima Treviso. Forte resistenza quindi da parte del personale Sanitario nel prescrivere analisi anche strumentali come TAC, risonanza magnetica, elettrocardiogramma o anche delle semplici analisi del sangue.
SOLUZIONE?
Arrangiarsi !! Chi, in questi anni, non si è mai arrabbiato con il Servizio Sanitario Nazionale? Chi non è mai stato toccato, di persona o molto da vicino, da un evento che riguarda la salute?
Ormai per chi ha a cuore la propria salute e quella dei propri famigliari, la situazione richiede un impegno
personale perché sulla Sanità Pubblica si potrà contare sempre meno. Sanità
Integrativa
Ecco quindi che tornano alla ribalta in questi ultimi mesi le Società di Mutuo Soccorso con
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l’obbiettivo di integrare quello che ormai lo Stato non è più in grado di garantire…. E proprio per i motivi espressi in precedenza, lo sarà sempre meno. Da buoni Italiani fatalisti siamo abituati a pensare che le brutte cose succederanno sempre “agli altri”. Non dimentichiamoci mai che per quasi tutti, “gli altri” siamo noi.
Buona Vita Maria Sole
COS’E’ L’ASSISTENZA SANITARIA
INTEGRATIVA ? E’ una forma di TUTELA che permette di
accedere ai servizi medico-‐sanitari integrando e/o sostituendo le prestazioni
del Servizio Sanitario Nazionzle. ______
Sono oltre 15 milioni gli italiani che hanno aderito a una qualche forma di assistenza sanitaria integrativa, in forma autonoma
o tramite il proprio datore di lavoro
______
Con l’assistenza sanitaria integrativa è possibile non anticipare alcun tipo di
spesa medico-‐sanitaria oppure ottenere un rimborso paraziale o totale delle
prestazioni ricevute
______
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
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E’ appena di pochi mesi fa il cosiddetto “decreto appropriatezza” che taglia
praticamente del tutto la possibilità da parte dei medici di prescrivere oltre 200 prestazioni, pena il rischio di incorrere in
pesanti sanzioni. Sanità Integrativa
Succede quindi che un’ ecografia ad un malato di tumore venga rimbalzata per giorni dal medico di famiglia, all’ospedale che ha scoperto il tumore, all’oncologo che lo dovrebbe curare, per poi tornare da medico di famiglia che, siccome siamo vicini al Natale rinvia a “dopo le ferie”… Tutto questo è successo veramente nel dicembre scorso nella bella e civilissima Treviso. Forte resistenza quindi da parte del personale Sanitario nel prescrivere analisi anche strumentali come TAC, risonanza magnetica, elettrocardiogramma o anche delle semplici analisi del sangue.
SOLUZIONE?
Arrangiarsi !! Chi, in questi anni, non si è mai arrabbiato con il Servizio Sanitario Nazionale? Chi non è mai stato toccato, di persona o molto da vicino, da un evento che riguarda la salute?
Ormai per chi ha a cuore la propria salute e quella dei propri famigliari, la situazione richiede un impegno
personale perché sulla Sanità Pubblica si potrà contare sempre meno. Sanità
Integrativa
Ecco quindi che tornano alla ribalta in questi ultimi mesi le Società di Mutuo Soccorso con
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l’obbiettivo di integrare quello che ormai lo Stato non è più in grado di garantire…. E proprio per i motivi espressi in precedenza, lo sarà sempre meno. Da buoni Italiani fatalisti siamo abituati a pensare che le brutte cose succederanno sempre “agli altri”. Non dimentichiamoci mai che per quasi tutti, “gli altri” siamo noi.
Buona Vita Maria Sole
COS’E’ L’ASSISTENZA SANITARIA
INTEGRATIVA ? E’ una forma di TUTELA che permette di
accedere ai servizi medico-‐sanitari integrando e/o sostituendo le prestazioni
del Servizio Sanitario Nazionzle. ______
Sono oltre 15 milioni gli italiani che hanno aderito a una qualche forma di assistenza sanitaria integrativa, in forma autonoma
o tramite il proprio datore di lavoro
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Con l’assistenza sanitaria integrativa è possibile non anticipare alcun tipo di
spesa medico-‐sanitaria oppure ottenere un rimborso paraziale o totale delle
prestazioni ricevute
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Decreto appropriatezza in Gazzetta. Per 203 prestazioni specialistiche nuovi limiti per la prescrizione a carico del Ssn
Le novità su Odontoiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami di laboratorio, Dermatologia allergologica, Medicina nucleare. Il DM aveva suscitato le forti proteste dei medici per le sanzioni che rischiano i sanitari che dovessero prescrivere le 203 prestazioni senza seguire le indicazioni del decreto.
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Arriva sulla Gazzetta Ufficiale di oggi, 20 gennaio 2016, il decreto che individua le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva per 203 prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell’ambito del Ssn di cui al Dm del 22 luglio 1996 e previsto dal decreto Enti locali dell'agosto scorso contenete diverse misure di contenimento della spesa sanitaria. Ricordiamo che il provvedimento, che ha fatto infuriare i camici bianchi lo scorso anno per la questione delle sanzioni cui potrebbero incorrere i medici che prescrivessero a carico del Ssn le prestazioni inappropriate, prevede condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva su prestazioni di Odontoiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami di laboratorio, Dermatologia allergologica, Medicina nucleare. Ricordiamo poi che, sempre il decreto Enti locali da cui scaturisce il DM appropriatezza, prevede che le 203 prestazioni se prescritte al di fuori delle condizioni di erogabilità contemplate dal DM saranno poste a totale carico del paziente. Per quanto riguarda le sanzioni per i medici esse, al momento, restano comunque quelle previste dal Decreto Enti Locali che prevede che
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al medico dipendente che abbia prescritto a carico del SSN una prestazione senza osservare le condizioni e le limitazioni citate, si applichi una riduzione del trattamento economico accessorio, nel rispetto delle procedure previste dal Contratto, e nei confronti del medico convenzionato con il SSN, una riduzione, mediante le procedure previste dall'Accordo Collettivo Nazionale di riferimento, delle quote variabili della convenzione. In vigore poi anche le sanzioni per i Direttori Generali di Asl e ospedali in caso della mancata adozione da parte dell'ente del SSN dei provvedimenti di competenza nei confronti del medico prescrittore. Il DG rischia infatti di vedere incrinata la sua valutazione da parte della Regione al momento della verifica dei risultati di gestione e della realizzazione degli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi. Ma torniamo al decreto pubblicato oggi in Gazzetta. L’allegato 1 al DM riporta le 203 prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale cui sono associate condizioni di erogabilità o indicazioni di appropriatezza prescrittiva.
( Continua)
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LA NEWSLETTER DI STEPS ANNO 1-‐ N.1 – BIMESTRALE –LUGLIO/AGOSTO 2016
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L’allegato 2 riporta invece le patologie diagnosticabili con le prestazioni di genetica medica; le patologie e condizioni per le quali è appropriata l’esecuzione di prestazioni di citogenetica; le patologie e condizioni oncoematologiche per le quali è indicata l’indagine genetica e/o citogenetica e le patologie e condizioni per le quali è appropriata
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l’esecuzione di prestazioni di immunogenetica. Infine l’allegato 3 indica i criteri in base ai quali sono state identificate le condizioni di erogabilità di odontoiatria. L.F. -‐ quotidianosanità.it 20/01/2016
ATTESE INFINITE: 120 GIORNI PER UNA ECOGRAFIA IN GRAVIDANZA PREVISTA PERO’ ENTRO IL TERZO MESE
Malato di tumore, un anno in coda per la risonanza
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Ci sono casi che piombano nel ridicolo. Se ci fosse da scherzare quando si parla di salute. Come l’ecografia in gravidanza, prevista dai protocolli entro il terzo mese, che in alcune regioni ha una lista di prenotazione di 120 giorni. In sostanza ci si dovrebbe mettere in fila prima ancora di concepire. Oppure, peggio, il caso di Lecce: una risonanza chiesta per un paziente oncologico, attesa un anno. “E’ un panorama molto vasto che varia da regione a regione” spiega Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanza Attiva. “Contro i paradossi ci sono anche eccellenze, come quelle dell’Emilia Romagna dove, grazie a una volontà ferrea, e investimenti tutto sommato limitati, si è riusciti ad abbattere le liste d’attesa del 60-‐70%”. Operazione che si potrebbe esportare in altre regioni. Ma perché le buon pratiche non vengono imitate? “il problema – sottolinea Gaudioso-‐ è complesso e comprende la scarsa trasparenza delle liste. Se ti viene dato un appuntamento a sei mesi non hai modo di verificare quante ore al giorno lavora la struttura, quanti giorni a settimana e via dicendo. Opportunità che favoriscono quanti lavorano, secondo un principio di servizio orientato al cittadino e non improntato sulle esigenze degli operatori”. Attese infine e, quel che si ottiene dal
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Servizio Sanitario nazionale, si paga di tasca propria. Un’indagine dell’Osservatorio civico rivela che un italiano si dieci rinuncia alle cure perché povero o sfiduciato, nell’insieme del servizio sanitario che spende, ogni anno, 115 miliardi per le prestazioni, 35 miliardi vengono dalle tasche di chi, pur di non aspettare troppo, tira fuori i soldi e paga la parcella.
A guardare i dati di Cittadinanza Attiva si scopre che, per il oltre il 58% delle segnalazioni il nodo delle liste di attesa rappresenta il primo, invalicabile gradino per chi voglia accedere al servizio sanitario. Troppa attesa e troppo care le prestazioni. Con i progressivo innalzamento del ticket di alcuni esami, eseguiti privatamente, vengono a costare meno del balzello che lo Stato pretende. Così il Sistema sanitario non incassa ma, in compenso, continua a pagare il personale preposto a quell’esame specifico. E il danno è doppio.
Silvia Mastrantonio – Nazione – Carlino -‐ Giorno
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L’allegato 2 riporta invece le patologie diagnosticabili con le prestazioni di genetica medica; le patologie e condizioni per le quali è appropriata l’esecuzione di prestazioni di citogenetica; le patologie e condizioni oncoematologiche per le quali è indicata l’indagine genetica e/o citogenetica e le patologie e condizioni per le quali è appropriata
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l’esecuzione di prestazioni di immunogenetica. Infine l’allegato 3 indica i criteri in base ai quali sono state identificate le condizioni di erogabilità di odontoiatria. L.F. -‐ quotidianosanità.it 20/01/2016
ATTESE INFINITE: 120 GIORNI PER UNA ECOGRAFIA IN GRAVIDANZA PREVISTA PERO’ ENTRO IL TERZO MESE
Malato di tumore, un anno in coda per la risonanza
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Ci sono casi che piombano nel ridicolo. Se ci fosse da scherzare quando si parla di salute. Come l’ecografia in gravidanza, prevista dai protocolli entro il terzo mese, che in alcune regioni ha una lista di prenotazione di 120 giorni. In sostanza ci si dovrebbe mettere in fila prima ancora di concepire. Oppure, peggio, il caso di Lecce: una risonanza chiesta per un paziente oncologico, attesa un anno. “E’ un panorama molto vasto che varia da regione a regione” spiega Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanza Attiva. “Contro i paradossi ci sono anche eccellenze, come quelle dell’Emilia Romagna dove, grazie a una volontà ferrea, e investimenti tutto sommato limitati, si è riusciti ad abbattere le liste d’attesa del 60-‐70%”. Operazione che si potrebbe esportare in altre regioni. Ma perché le buon pratiche non vengono imitate? “il problema – sottolinea Gaudioso-‐ è complesso e comprende la scarsa trasparenza delle liste. Se ti viene dato un appuntamento a sei mesi non hai modo di verificare quante ore al giorno lavora la struttura, quanti giorni a settimana e via dicendo. Opportunità che favoriscono quanti lavorano, secondo un principio di servizio orientato al cittadino e non improntato sulle esigenze degli operatori”. Attese infine e, quel che si ottiene dal
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Servizio Sanitario nazionale, si paga di tasca propria. Un’indagine dell’Osservatorio civico rivela che un italiano si dieci rinuncia alle cure perché povero o sfiduciato, nell’insieme del servizio sanitario che spende, ogni anno, 115 miliardi per le prestazioni, 35 miliardi vengono dalle tasche di chi, pur di non aspettare troppo, tira fuori i soldi e paga la parcella.
A guardare i dati di Cittadinanza Attiva si scopre che, per il oltre il 58% delle segnalazioni il nodo delle liste di attesa rappresenta il primo, invalicabile gradino per chi voglia accedere al servizio sanitario. Troppa attesa e troppo care le prestazioni. Con i progressivo innalzamento del ticket di alcuni esami, eseguiti privatamente, vengono a costare meno del balzello che lo Stato pretende. Così il Sistema sanitario non incassa ma, in compenso, continua a pagare il personale preposto a quell’esame specifico. E il danno è doppio.
Silvia Mastrantonio – Nazione – Carlino -‐ Giorno
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Mi chiamo Fabio Damassa, ho 56 anni, originario di Forlì, vivo a Cesena dal 1995 anno in cui condivido la mia vita con una splendida ragazza, Marina. La mia vita è stata determinata da un unico comune denominatore: UN SOGNO……. A 14 anni desideravo fortemente “il motorino” ; la mia mamma era assolutamente contraria ed il mio babbo affermava che me lo dovevo guadagnare. Così una vigilia di Pasqua inizia a lavorare come comeriere e lavorai tutti i weekend fino agli esami di 3a media, per poi passare a tempo pieno tutta l’estate (una media di 12 ore al giorno…….altri “bei” tempi) con uno stipendio di circa 70.000 Lire mensili. In Settembre finalmente portai a casa il sospirato “Caballero” della Fantic Motor, un sogno che si avverava !!! Sulla scorta di tale esperienza ho praticamente vissuto la mia vita: un sogno che diventava un obiettivo che mi dava la motivazione per raggiungerlo. I miei genitori erano commercianti e la mia crescita è stata “condizionata” da quell’ambiente, tanto che dopo la Maturità Scientifica mi trovai iscritto all’Università di Bologna ma anche rappresentante dell’Italpaghe (moduli continui) con l’obiettivo di salire la scala gerarchica nella vendita. Sono convinto di essere stato molto fortunato a
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vivere la meravigliosa esperienza degli anni ’80 e sono sempre stato attento ai cambiamenti socio-‐economici tanto da trovarmi proiettato nel mondo della finanza con Programma Italia che tuttora considero una scuola di vita: era il 1985. Quella fu l’esperienza che maturò in me la consapevolezza dei desideri inespressi, ovvero l’incredibile galassia che mi affascinava e mi rapiva nelle sue immense e sterminate volute. In quel periodo mi avvicinai anche al campo assicurativo, mio compagno di viaggio. Da li in poi il mio interesse e i miei obiettivi sono stati focalizzati in quel settore per arrivare al 2011, anno nel quale ho spostato la mia attenzione sulle anomalie bancarie. Ancora una volta un sogno che con il duro lavoro diventa realtà: fare carriera all’interno dell’azienda e creare un gruppo di validi collaboratori. Nel Dicembre 2015 i rapporti con la società diventano tesi perché vengono meno valori come l’etica e la meritocrazia e con 2 colleghi decidiamo di creare la nostra azienda. Il nostro obiettivo è quello di tutelare il cliente sia dalle banche/equitalia ma anche dalle avversità e dagli imprevisti esterni, offrendogli coperture assicurative adeguate e non eccessive e coperture sanitarie indispensabili. Non sono più gli anni ’80 anni dove tutto andava bene; oggi chi non si evolve viene eliminato dal mercato. Per questo motivo abbiamo posto l’attenzione ai migliori prodotti nel settore che meglio conosciamo, coinvolgendo collaboratori, sempre più professionali e professionisti. Con un abbraccio ed un augurio………..”faber est quisque fortunae suae !
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Gli italiani sono sottoassicurati. Lo si sa da tempo e il confronto con gli
europei e soprattutto i paesi anglosassoni parla chiaro. Si pensa a comprare una polizza in via obbligata quando si compra l'auto, ma non c'è abbastanza consapevolezza dell'importanza delle coperture offerte dalle compagnie. Insomma si utilizzano ancora poco come emerge anche dall'analisi condotta da Aiba sui possessori di almeno una polizza Rc Auto. Ben il 56% dei possessori di polizze di responsabilità civile sull'autoveicolo non ha altra polizza in famiglia. Nonostante in Italia oltre il 70% della popolazione viva in casa di proprietà, solo il 25,9% del panel analizzato ha pensato di sottoscrivere un contratto per la protezione della propria casa (multirischi). In uno dei paesi con la popolazione più longeva del mondo solo il 5,6% di chi ha un'auto ha pensato alla vecchiaia con una polizza vita di previdenza integrativa; il 10% possiede un'altra polizza Rc per il veicolo a due ruote e solo il 7% si copre dal rischio infortunio da circolazione. Si scende al 3% per i contratti malattia e infortuni e si va a zero per le altre polizze. La colpa non è tutta dei consumatori. Certamente anche il mondo assicurativo dovrebbe fare la propria parte. Pare molto strano che non funzionino le tecniche di cross selling. È più probabile che non ci sia ancora una reale volontà di sviluppare altri settori, magari facendo educazione finanziaria tramite i propri agenti. Meglio dedicarsi a rubare quote di mercato sull'auto visto che negli ultimi anni, grazie alla diminuzione dei sinistri e a ratio molto bassi, la Rc è risultata la gallina dalle uova d'oro. Non è un segreto, infatti, che i premi auto si siano mossi
Gli italiani sono ancora poco assicurati Lo conferma l'Aiba.
Solo il 25% di chi ha la polizza Rc auto copre anche
la propria casa. II 3% pensa agli infortuni.
2
con poca intensità e velocità al ribasso, consentendo ai gruppi assicurativi di realizzare ampi margini. Secondo Aiba però c'è anche un altro motivo per cui sono poco diffuse le polizze. «I contratti sono ancora poco leggibili e le numerosissime esclusioni scoraggiano -‐ spiega Carlo Marietti Andreani -‐. E proprio per migliorare la situazione ci stiamo muovendo con le associazioni dei consumatori, gli agenti assicurativi (Sna e Anapa Unapass) e i rappresentanti delle compagnie per discutere
con l'Ivass il nuovo identikit della nuova "nota informativa" semplificata delle polizze danni, che va consegnata al cliente prima di stipulare la polizza, per consentire una scelta consapevole. Vorremmo che si arrivasse a un documento realmente utile che non sia, come ora, una mera copia del contratto con oltre cento pagine da leggere». Con poche parole chiave e usando un linguaggio più semplice e maggiormente standardizzato, si potrebbe favorire la comparabilità dei prodotti. Proprio nei giorni scorsi in un incontro con i rappresentanti di categoria Ivass (l’Authority delle
assicurazioni) ha discusso altre possibili semplificazioni per facilitare i rapporti tra operatori e consumatori e ridurre i costi della regolamentazione (ad esempio casi in cui non è necessario consegnare la nota informativa perché la polizza è disegnata sulle specifiche esigenze dell'azienda cliente ovvero modalità di consegna alternative alla carta quali l'email o una pagina del sito web dell'impresa di assicurazione dedicata a ciascun cliente). Il prossimo passo sarà la definizione della nuova nota informativa e del relativo schema di regolamento che sarà sottoposto alla pubblica consultazione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA – Plus – Il Sole 24 Ore – 06/02/2016
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Gli italiani sono sottoassicurati. Lo si sa da tempo e il confronto con gli
europei e soprattutto i paesi anglosassoni parla chiaro. Si pensa a comprare una polizza in via obbligata quando si compra l'auto, ma non c'è abbastanza consapevolezza dell'importanza delle coperture offerte dalle compagnie. Insomma si utilizzano ancora poco come emerge anche dall'analisi condotta da Aiba sui possessori di almeno una polizza Rc Auto. Ben il 56% dei possessori di polizze di responsabilità civile sull'autoveicolo non ha altra polizza in famiglia. Nonostante in Italia oltre il 70% della popolazione viva in casa di proprietà, solo il 25,9% del panel analizzato ha pensato di sottoscrivere un contratto per la protezione della propria casa (multirischi). In uno dei paesi con la popolazione più longeva del mondo solo il 5,6% di chi ha un'auto ha pensato alla vecchiaia con una polizza vita di previdenza integrativa; il 10% possiede un'altra polizza Rc per il veicolo a due ruote e solo il 7% si copre dal rischio infortunio da circolazione. Si scende al 3% per i contratti malattia e infortuni e si va a zero per le altre polizze. La colpa non è tutta dei consumatori. Certamente anche il mondo assicurativo dovrebbe fare la propria parte. Pare molto strano che non funzionino le tecniche di cross selling. È più probabile che non ci sia ancora una reale volontà di sviluppare altri settori, magari facendo educazione finanziaria tramite i propri agenti. Meglio dedicarsi a rubare quote di mercato sull'auto visto che negli ultimi anni, grazie alla diminuzione dei sinistri e a ratio molto bassi, la Rc è risultata la gallina dalle uova d'oro. Non è un segreto, infatti, che i premi auto si siano mossi
Gli italiani sono ancora poco assicurati Lo conferma l'Aiba.
Solo il 25% di chi ha la polizza Rc auto copre anche
la propria casa. II 3% pensa agli infortuni.
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con poca intensità e velocità al ribasso, consentendo ai gruppi assicurativi di realizzare ampi margini. Secondo Aiba però c'è anche un altro motivo per cui sono poco diffuse le polizze. «I contratti sono ancora poco leggibili e le numerosissime esclusioni scoraggiano -‐ spiega Carlo Marietti Andreani -‐. E proprio per migliorare la situazione ci stiamo muovendo con le associazioni dei consumatori, gli agenti assicurativi (Sna e Anapa Unapass) e i rappresentanti delle compagnie per discutere
con l'Ivass il nuovo identikit della nuova "nota informativa" semplificata delle polizze danni, che va consegnata al cliente prima di stipulare la polizza, per consentire una scelta consapevole. Vorremmo che si arrivasse a un documento realmente utile che non sia, come ora, una mera copia del contratto con oltre cento pagine da leggere». Con poche parole chiave e usando un linguaggio più semplice e maggiormente standardizzato, si potrebbe favorire la comparabilità dei prodotti. Proprio nei giorni scorsi in un incontro con i rappresentanti di categoria Ivass (l’Authority delle
assicurazioni) ha discusso altre possibili semplificazioni per facilitare i rapporti tra operatori e consumatori e ridurre i costi della regolamentazione (ad esempio casi in cui non è necessario consegnare la nota informativa perché la polizza è disegnata sulle specifiche esigenze dell'azienda cliente ovvero modalità di consegna alternative alla carta quali l'email o una pagina del sito web dell'impresa di assicurazione dedicata a ciascun cliente). Il prossimo passo sarà la definizione della nuova nota informativa e del relativo schema di regolamento che sarà sottoposto alla pubblica consultazione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA – Plus – Il Sole 24 Ore – 06/02/2016
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… Seguiamo il cliente passo dopo passo nella soluzione dei suoi problemi…
Prevenire è meglio che curare….
Non sottovalutare la tua salute e quella dei tuoi cari:
è la cosa più preziosa che abbiamo:
PROTEGGITI!
Ricorda, che tu sia un imprenditore o un soggetto non fallibile, SALVARSI DALLE BANCHE E DAI DEBITI
E’ POSSIBILE!!
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