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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano
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e-Settimanale - inviato oggi a 44374 utenti – Zurigo, 5 settembre 2015
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IPSE DIXIT
La forma di egoismo più intelligente - «Bisogna capire che la forma di
egoismo più intelligente è l'altruismo. Perché essere altruisti è nel
nostro interesse. È nel nostro interesse pagare i nostri debiti e non
lasciarli alle generazioni future. È nel nostro interesse accogliere i
migranti, come è nel nostro interesse aiutarli molto di più nei loro
paesi… Nel momento in cui si ammette che le libertà sono
fondamentali, la prima libertà è quella di circolazione. Arriverà gente e
questo sarà un bene. Bisogna preparare delle politiche di integrazione e
quella gente farà dell'Europa la prima potenza mondiale… Siamo
ancora tra la fine dell'impero americano e l'inizio della seconda tappa.
Dovrebbe già essere chiaro a tutti che nessuno sostituirà gli Stati Uniti
come superpotenza». – Jacques Attali
Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.
CONGETTURE
Avvertenza - Il testo che segue è una
congettura. Ma le nozioni, le citazioni
e le argomentazioni in esso contenute
corrispondono fedelmente alla
cronaca. Oppure alla storia.
Una madre disoccupata
Vittima di un’ingiustizia? “Centinaia di migranti avevano fatto
irruzione sfondando il cordone di polizia e uno di loro si è precipitato
verso di me. Ero spaventata. E ora sono una madre disoccupata di
bambini piccoli”, ha detto la video-giornalista ungherese licenziata a
causa degli sgambetti agli immigrati.
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La video-giornalista Petra Lazlo (a sinistra
nella foto, con la mascherina anti-contagio)
Ora sono una madre disoccupata. E questo perché? Me lo domando a
buon diritto. Se è vero com'è vero che entrare clandestinamente in
Ungheria è un reato penale. Se è vero com'è vero che l'immigrato senza
documenti va arrestato ipso facto. Se è vero com'è vero che alla
popolazione civile è severamente vietato dar da mangiare ai
clandestini. O aiutarli in altro modo…
Ma io che c’entro!? Mica li ho aiutati! Mica gli ho dato da mangiare.
Saranno stati gli ecologisti tedeschi a fargli avere in qualche modo quei
panini dentro a quei sacchetti rosso-verdi con su scritto: “Bio macht
schön” (“Il biologico rende belli”).
Io, Petra Lazlo, video-giornalista licenziata per un paio d’innocui
sgambetti, non ho infranto nessuna legge. Per me è stato un po’ quasi
come un atto di legittima difesa. Centinaia di migranti avevano fatto
irruzione sfondando il cordone di polizia e uno di loro si è precipitato
verso di me.
Che sarà mai un calcetto negli stinchi alla piccola fuggiasca? Una
ragazzina sicuramente abituata a prenderle tutti i santi giorni, come si
usa tra islamisti… E ché sarà mai uno sgambettino al paparino del
bambino clandestino!? Dopodiché io, è chiaro, da madre, sono
dispiaciuta per quel bambino. Non me ne ero nemmeno accorta, che si
portava il bambino. Non sono mica senza cuore. Ero spaventata. Ero
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confusa. Ero completamente nel panico. E ora sono una madre
disoccupata di bambini piccoli.
Sarebbe stato meglio per tutti se restavano a casa loro. Il presidente
Orbán lo ha detto urbi et orbi che è "nostro diritto decidere di non
volere un alto numero di musulmani nel nostro Paese". E basta con la
solita lagna che in Ungheria si contraddicono gli ideali liberali classici
nonché lo Stato di diritto in nome dei quali l’Europa orientale si
affrancò dal giogo sovietico…
Che barba!
Ma allora non lo avete ancora capito che "noi stiamo costruendo uno
stato volutamente non liberale. I valori liberali dell’occidente oggi
includono la corruzione, il sesso e la violenza". Abbasso Locke,
Montesquieu e Kant, dunque, ma soprattutto abbasso Beccaria!
E viva Orbán!
"Noi siamo per la formazione di un consenso in Europa circa il fatto
che la reintroduzione della pena di morte sia competenza nazionale…
Io sono per la vita, ma sono pronto ad accettare la pena di morte, se la
maggioranza della gente pensa che questa rappresenti una difesa più
efficace contro il dilagare della criminalità".
“Ero spaventata, in preda al panico,
ho pensato che sarei stata aggredita”
Popolo d'Europa!
Ascoltami!
Oggi qui noi li imprigioniamo come criminali.
Ma evocheremo una marea oceanica di consenso e andremo OLTRE!
Non siamo maomettani!
Noi non tagliuzziamo il pisellino ai nostri neonati!
Noi siamo un fiero popolo cristiano al centro dell’Europa che ha
avuto il coraggio di ribattezzarli “delinquenti”… Questi infiltrati della
mezzaluna.
Questi diffusori di contagi.
Questi untori.
Domani li chiameremo fetenti vermi zozzi ignoranti.
E di battezzamento in ribattezzamento arriveremo a fare quel che è
assolutamente necessario.
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Abbiamo una strategia precisa.
Introdurremo metafore su metafore. Scarafaggi. Parassiti. Eccetera.
Di tanto in tanto diremo: "Ma noi si scherzava!".
Poi ammazzeremo di botte qualche ragazzo in qualche bar.
Oppure appiccheremo il fuoco a qualche baracca dove sappiamo noi.
Poi giù altre metafore a dosi generose.
E così via per un po’.
Finché tempo verrà in cui noi decideremo di avere riconquistato la
sacra libertà di prendere alla lettera le nostre stesse metafore.
E allora disinfesteremo l'Europa e il mondo intero…
Con l’insetticida!
“Dopodiché io, è chiaro, da madre,
sono dispiaciuta per quel bambino.”
Il Naga* dopo il vertice europeo www.naga.it/index.php
www.facebook.com/NagaOnlus
Il coraggio di chi parte
L’ignavia di chi governa
Nessun accordo, nessun documento condiviso, grotteschi conteggi
sulle quote, rinnovati tentativi di chiusure, rimpatri e controlli: le
cronache del vertice europeo di ieri raccontano di un'Europa fuori
tempo.
(Milano, 15/09/2015) - “Migliaia di persone decidono di lasciare il
proprio Paese, rischiano tutto per migliorare o salvare la propria vita.
Uomini, donne e bambini forti di una volontà e di un progetto che
nessun muro o barriera può fermare,” dichiara Luca Cusani, Presidente
del Naga.
“La reazione dell’Europa è prevedibile, deprimente e fortemente
inadeguata. Si continua a credere di poter fermare il desiderio o il
bisogno di spostarsi con misure di controllo, nonostante la storia
dimostri, in questi mesi in modo ancora più evidente, che le migrazioni
sono un fenomeno inarrestabile e che gli unici effetti di una politica
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securitaria sono quelli di rendere il viaggio più pericoloso e le morti
inevitabili. Invece di proseguire con patetici tentativi di controllo, chi
siede ai tavoli dei vertici europei dovrebbe avere il coraggio di farsi
contaminare dalla forza progettuale di chi arriva. E’ evidente che chi
arriva in Europa un progetto ce l’ha, come è evidente che chi la
governa un progetto politico non sa che cosa sia. Benvenuti!”.
*) Il Naga è un'associazione di volontariato laica e apartitica che si è costituita a
Milano nel 1987 allo scopo di promuovere e di tutelare i diritti di tutti i cittadini
stranieri, rom e sinti senza discriminazione alcuna. Il naga è una onlus iscritta ai
registri del volontariato.
SPIGOLATURE
“Con la speranza in cor”
di Renzo Balmelli
CANTO. Magari il coro non era quello della Scala, ma che importa.
Al Cooperativo di Zurigo, nella vibrante rievocazione per i suoi 110
anni di vita, una lunga vita di passione, passato, presente e avvenire
dello storico locale dell'emigrazione si sono ricongiunti in un ideale
abbraccio sulle note di Addio Lugano bella, il canto "con la speranza in
cor" che tiene aperta la fiducia in un mondo diverso e migliore. E' stato
un momento di grande emozione e, se la voce era velata, la divina
Erato avrà capito e perdonato. Centodieci anni! Oltre un secolo di
battaglie condotte nel nome di un'idea e di una mobilitazione immutati
nel tempo e che il complesso momento politico attuale, segnato
dalla via crucis dei profughi, rende più che mai indispensabili.
Solidarietà e fratellanza – i solidi valori del Coopi che ispirarono
l'azione dei padri fondatori – restano la sola risposta possibile per
fermare l'assurda strage di innocenti, il solo baluardo in difesa della
dignità umana mentre attorno a noi torna a mostrare i denti la destra
peggiore dopo quella totalitaria del secolo scorso.
SCENARI. Fino a pochi mesi fa si pensava che il Vecchio Continente
fosse sull'orlo del collasso. Ma chi paventava scenari apocalittici a
causa della crisi greca, ancora non aveva fatto i conti con l'altro "exit"
ben più devastante, lo "Humanexit" dei migranti che ha colto l'UE del
tutto impreparata. Qui non c'è di mezzo la moneta unica, ma è in gioco
il destino di milioni di individui alla deriva che richiede un approccio
di altra natura, più di cuore che di testa. Fatto più di generosità che di
aridi esercizi contabili sulle quote di accoglienza. Ma l'orizzonte è
cupo. Come erano state alzate sotto la spinta dell'onda emotiva, così le
saracinesche sono state di nuovo abbassate e rafforzate con muri e filo
spinato. Nel bel mezzo della crisi torna a prevalere l'Europa delle
frontiere, inquietante fenomeno ancora più marcato, paradossalmente ,
nei luoghi che a loro volta conobbero il triste esodo dei profughi, ma
ora sembrano avere la memoria corta.
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BLUFF. In Siria, paese da cui in queste ore proviene la maggior parte
degli esuli, Putin scherza col fuoco, ammirato dai populisti eurofobici e
incoraggiato dal bizzarro assist dell'ex Cav. in cerca di un improbabile
rilancio sulla scena internazionale. Sempre al limite del bluff, il capo
del Cremlino gioca la sua partita annunciando l'appoggio militare della
Russia al regime di Assad con una mossa che non solo rischia di
sparigliare il già traballante assetto strategico mediorientale , ma
addirittura di ricondurci agli anni roventi del confronto diretto e
muscolare tra le due super potenze. Senza neppure mascherare troppo
le carte, il presidente russo mira a conquistare rendite di posizione
nella regione spacciando però la sua iniziativa come un impegno per
contenere l'estremismo dell'Isis e cercando in pari tempo di far credere,
a chi ha voglia di crederci, che Assad sia qualcuno che si merita
sostegno.
MANDATO. Ora a Londra sono tutti lì a stracciarsi le vesti per il
trionfo di Jeremy Corbyn, proiettato alla testa del partito laburista con
una vittoria che pone seri problemi di identità alla sinistra. Difatti se
l'arzillo leader radicale è arrivato fin lì con una maggioranza che
equivale a un importante segnale per la dialettica interna del partito, la
svolta qualcosa vorrà pure significare. La base scalpitante che vede
moltiplicarsi gli iscritti soprattutto fra i giovani, rimprovera al New
Labour, posizionato al centro, di essere rimasto seduto sugli allori, in
pratica al traino dei conservatori , e chiede un deciso cambio di rotta.
Nella sua veste di leader, Corbyn diventa il capo del governo-ombra,
carica prestigiosa che lo promuove al ruolo di antagonista istituzionale
di Downing Street dai banchi dell'opposizione. Sotto le austere volte di
Westminster, con un programma di lotta che fa storcere il naso alla
leadership laburista e con l'ombra di Marx riapparsa sulle rive del
Tamigi, la sua sarà una presenza scomoda, preludio di acque agitate.
TORNADO. Strano, ma vero, Corbyn ha un emulo oltre Atlantico.
Negli Stati Uniti l'alter ego del radicale laburista porta il nome del
senatore Bernie Sanders, il "socialista" del Vermont che in un primo
sondaggio nello stato dello Iowa, ritenuto un termometro molto
affidabile degli umori e dei pronostici elettorali, è balzato in testa alle
indicazioni di voto per le primarie democratiche. Strano, certo; strano,
poiché l'epiteto di "socialista", nella terminologia politica americana
dei due partiti maggiori, ha un significato somigliante a quello di
"trinariciuto" coniato da Guareschi. Con simili premesse, non è quindi
difficile immaginare il subbuglio causato dall'improvvisa irruzione del
tornado "rosso" nella campagna di Hillary Clinton che non sta
attraversando un grande momento pur rimanendo ancora la candidata
più quotata, ma in calo di consensi.
SALOTTO. A volte per inquadrare ciò che accade e capire perché
accade bisogna staccarsi dalla cronaca minuta e affidarsi alla
letteratura. Emblematico a tal proposito è l'incredibile vicenda del clan
romano dei Casamonica, del funerale-show del capo famiglia e della
bufera sollevata dalla partecipazione a "Porta a Porta" della figlia e del
nipote del boss che ha fatto ancora più clamore delle iperboliche
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esequie. Va detto però in relazione alla risonanza mediatica, che il
vento impetuoso del trash, come lo ha definito Pierluigi Battista, quel
vento che oggi buca lo schermo e sbaraglia l'audience, non è frutto dei
nostri tempi, ma ha origini lontanissime e affonda le radici nella
turbolenta storia dell'Urbe secoli prima che nascesse la televisione.
Eccone d'altronde un indizio significativo. Nello sfogliare "La
Chimera", il capolavoro di Sebastiano Vassalli, balza all'occhio
un'annotazione sulle cose che nel Seicento succedevano a Roma e -
dice l'autore- in nessun'altra parte del mondo, ma unicamente in quel
luogo "consacrato dai millenni" dove "tutto ciò che c'è stato e ci sarà
può convivere con tutto". Anche nel salotto buono della televisione
pubblica.
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana
LAVORO E DIRITTI
a cura di www.rassegna.it
Fiom-Cgil, bene il protocollo
su occupazione e legalità
Per Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom-Cgil, e Fabrizio Potetti,
responsabile Fiom per Agile si è fatto "un primo passo verso il
contrasto all'illegalità negli appalti pubblici". Ora però serve un
intervento sugli appalti
Nella mattinata di ieri (15 settembre) presso il ministero dello
Sviluppo economico, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa per
l'occupazione e la legalità che ha visto coinvolti, oltre al Mise
rappresentato dal sottosegretario Giacomelli, Infratel, le associazioni
delle imprese di telecomunicazioni e di installazioni telefoniche e le
organizzazioni sindacali delle categorie dei lavoratori delle
telecomunicazioni e dei metalmeccanici.
Il protocollo si pone l'obiettivo, a fronte degli investimenti pubblici
previsti dal Piano denominato 'strategia italiana per la banda
ultralarga', di tutelare le situazioni di crisi occupazionale nel settore
delle telecomunicazioni, garantire la legalità e la sicurezza nei rapporti
di lavoro e contrastare la corruzione.
"Come Fiom riteniamo che il protocollo sia un primo passo verso il
contrasto all'illegalità negli appalti pubblici e verso la salvaguardia
dell'occupazione nel settore - scrivono in una nota Roberta Turi,
segretaria nazionale Fiom-Cgil, e Fabrizio Potetti, responsabile Fiom
per Agile - Fatto questo, ora abbiamo bisogno di passi più decisi. Sugli
appalti è necessario intervenire modificando profondamente la
legislazione. Noi abbiamo delle proposte in questo senso: la tutela dei
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trattamenti retributivi e previdenziali dei lavoratori attraverso la
responsabilità in solido; il contrasto all'illegalità e alle infiltrazioni
malavitose attraverso la reintroduzione degli indici di congruità a
garanzia dei livelli occupazionali; il contrasto al massimo ribasso e
l'introduzione della clausola sociale nei campi di appalto; l'esclusione
dalle procedure di appalto delle imprese che abbiano violato gli
obblighi contrattuali".
Da Avanti! online www.avantionline.it/
Affare
europeo
Mentre continua l’emergenza profughi, l’Europa prova ad
affrontarla ergendo muri nazionali e lasciando così che si sbriciolino
i presupposti comunitari sui quali era nata.
di Maria Teresa Olivieri
L’Ungheria dopo aver eretto il muro contro gli immigrati, ha
promulgato anche delle leggi per fermare gli arrivi, ma solo ieri 367
migranti sono entrati illegalmente in Ungheria e tutti saranno oggetto
di un procedimento giudiziario. Oggi sono avvenuti nuovi scontri tra
profughi e le forze dell’ordine ungheresi ad Horgos, davanti al muro
eretto al confine con la Serbia, gli immigrati hanno rpovato a varcare il
confine lanciando delle coperte sul fino spinato del muro e provando
così ad attraversarlo, ma la polizia ungherese ha reagito con lancio di
lacrimogeni e intervento dei cannoni ad acqua.
Di contro i Paesi ai confini ungheresi hanno annunciato nuovi
controlli alle frontiere con il Paese di Orban: il Governo sloveno ha
annunciato i controlli ai confini ungheresi preceduto da quello
austriaco che ha iniziato a controllare anche le frontiere italiane. I
controlli, annunciati da Vienna, per il momento riguardano soprattutto
il confine con l’Ungheria.
La rotta balcanica - Il primo ministro croato, Zoran Milanovic,
dopo la chiusura del confine serbo-ungherese, ha annunciato che la
Croazia consentirà il passaggio dei profughi nel proprio Paese. “È
evidente che queste persone non vogliono restare in Croazia”, ha detto
Milanovic che ha anche chiesto una riunione urgente del consiglio di
sicurezza dell’Onu. I migranti che scelgono la rotta balcanica per
arrivare nel “cuore” dell’Europa ora potranno attraversare la Croazia
“pronta a ricevere queste persone o indirizzarle dove vogliono andare”,
ha detto Milanovic dinanzi al Parlamento. “Potranno attraversare la
Croazia e li aiuteremo”. “Il filo spinato nell’Europa del XXI secolo –
ha aggiunto, chiaramente rivolto, ai suoi vicini ungheresi – non è la
risposta, ma una minaccia”. Intorno a mezzogiorno, il ministro
dell’Interno Ranko Ostojic ha comunicato che erano 277 quelli entrati
fino a quell’ora in Croazia dalla Serbia. Ma per migranti arrivati in
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Croazia, già stremati da settimane di cammino, si profila adesso un
altro rischio: incappare in qualcuna delle mine lasciare nella zona
orientale del Paese, durante la guerra della Jugoslavia: per evitare
nuove tragedie, il governo di Zagabria ha già inviato sminatori. La
Croazia resta ormai l’unico modo per proseguire la rotta balcanica e
raggiungere la Slovenia per poi proseguire verso la Germania, anche
perché l’Ungheria ha cominciato le misurazioni per proseguire la
barriera lungo la frontiera con la Romania.
Oggi la Polizia greca rende noto che circa 5.000 migranti hanno
attraversato il confine nord della Grecia entrando in Macedonia in 24
ore, tra martedì e mercoledì. La rotta balcanica inizia qui dove i
poliziotti macedoni gestiscono con i manganelli l’afflusso di migranti
dalla Grecia.
Il richiamo all’Unione - Mentre ogni Stato europeo procede di
proprio conto Berlino chiede a Bruxelles un vertice straordinario
sull’emergenza profughi. Sulla stessa linea il commissario Ue, Cecilia
Malmstrom “Qualsiasi costruzione di muri e barriere non è l’Europa
che vogliamo”. “Gente disperata troverà sempre strade alternative” per
entrare in Europa, ed è per questo che è importante “trovare un accordo
la settimana prossima”.
Sul tema dei migranti “occorre una assunzione di responsabilità da
parte dell’Unione e di tutti i paesi al suo interno”. Lo dice il presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, da Vienna. “È un fattore di
carattere epocale con una dimensione e un ritmo crescente che richiede
di essere governato non dai singoli stati che non potrebbero farlo, non
sarebbero in condizione di farlo, ma può essere governato soltanto
dall’Unione nel suo complesso, da una gestione comune”, conclude il
Capo dello Stato. La soluzione per il presidente austriaco Heinz
Fischer è “far partire il prima possibile gli ‘hotspot'”. Quella dei
profughi, ha aggiunto, è ormai “un’emergenza epocale e lo spirito
unitario dell’Unione è a rischio. L’Europa ha la forza per affrontare il
problema, c’è la volontà ma va risolto insieme”. Infatti, secondo
Fischer, “lo sforzo della redistribuzione dei richiedenti asilo va fatto a
28 e non a 8 paesi, serve uno sforzo collettivo e comune”. Il presidente
austriaco, che oggi ha avuto un lungo colloquio con Sergio Mattarella,
dopo aver confermato che Schengen deve rimanere “il filo conduttore
dell’Europa”, ha spiegato che quello di Dublino “è un trattato di
compromesso ma ora non c’è di meglio anche se non rappresenta una
soluzione da qui all’eternità”.
Confindustria: “Priorità è dare lavoro agli italiani” - “Non è
l’immigrazione che può risolvere i nostri problemi. Noi abbiamo
bisogno di ridare lavoro innanzitutto agli italiani”. Parola del leader di
Confindustria Giorgio Squinzi, a margine della presentazione a Milano
della Fondazione E4impact Per Squinzi è necessario che “cominciamo
a ridare un futuro ai nostri giovani e una velocità al Paese” visto che
“abbiamo oltre il 13% di disoccupazione e oltre il 40% di
disoccupazione giovanile”.
La Russia contro la risoluzione Onu contro i trafficanti - Mosca si
è detta fermamente contraria alla risoluzione Onu che permette
all’Europa l’uso della forza contro i trafficanti di esseri umani nel
Mediterraneo. La Russia non vuole che si ripeta ciò che accadde nel
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2011 con la Libia quando con la risoluzione adottata per autorizzare il
ricorso a “tutte le misure necessarie” per proteggere i civili venne di
fatto spianata la strada all’intervento militare.
Vai al sito dell’avantionline
Da MondOperaio http://www.mondoperaio.net/
Vespa e i Casamonica
Uno sconcerto finora muto domina le redazioni dei media italiani da
quando, nove mesi fa, i mandati di cattura della Procura della
Repubblica di Roma hanno portato all’onor del mondo i volti e gli
intrecci sociali e politici di Mafia Capitale.
di Celestino Spada
Come è stato possibile, ci si chiede, che non si siano accorti di quello
che accadeva? Che non ve ne sia traccia nei giornali e nelle interviste e
talk show radio e televisivi, in tutte quelle pagine e spazi e rubriche
quotidiane e settimanali, da anni – e così efficacemente, e con tanto
successo di pubblico – presentate, spesso in diretta, come la “verità”,
come la “realtà”? E questo a Roma e a ridosso della politica, in
ambienti non molto lontani da quelli frequentati dai più vari operatori
dell’informazione locale e nazionale.
Domande ruminate nel disappunto, e finora senza risposta, fra le
quali in questi ultimi giorni, dopo il successo della puntata di “Porta a
porta” con due esponenti della famiglia Casamonica, si è venuto
insinuando il rammarico per i risultati di vendita e di ascolto che si
sarebbero potuti cogliere a suo tempo, e che non furono neppure
tentati: un rammarico che a suo modo trapela dai vocaboli scelti e dai
toni in crescendo di servizi e commenti che lasciano pochi dubbi
sull’effetto liberatorio, quasi catartico per alcuni, dell’ennesimo alloro
conseguito da Bruno Vespa: l’enfasi sull’incremento dei dati d’ascolto
rispetto alla puntata del giorno prima con Renzi; il “video sfondato”;
“il vento impetuoso del trash” che “schiaccia intenzioni e critiche”
dentro e fuori lo studio TV; “Il pop. Il trash. Il kitsch” evocati tutti
insieme associando la “simpatia un po’ burina degli ospiti” alla “Terza
Camera della seconda Repubblica” (ma in Parlamento, diciamo la
verità, si era visto di meglio). A riprova del successo che nella
comunicazione mediale assicura la miscela sapiente dei registri “alti” e
“bassi” (magari con esiti involontari, ma lì sta l’arte!).
Qualcosa come una rinfrancata consapevolezza delle risorse
disponibili e delle capacità accumulate negli anni – “lasciateci fare il
nostro mestiere!” – affiora nelle polemiche che ne sono seguite, e
sembra annunciare la riscossa di una professione giornalistica messa a
dura prova dalla crisi dell’industria editoriale a stampa e del duopolio
pubblico-privato della televisione nazionale: ma soprattutto dal tracollo
della sua credibilità presso lettori e utenti, dopo decenni di
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appartenenze, contiguità, riferimenti ai partiti e alle aree politiche della
seconda Repubblica, oggi in crisi terminale.
Nel “mondo di mezzo” (soprattutto negli incerti territori ai margini
della legalità finora inesplorati, così diffusi e popolati) si intravvedono
nuove opportunità di informazione, spettacolo e successo. Una realtà
tanto più interessante quanto finora (tenuta?) lontana dal flusso
omologante dei media: con le sue plebi e, a saperle contattare e
coinvolgere, le sue aristocrazie, di cui è possibile attingere volti e
parlate e umori inediti, rinnovando così il prodotto e il rapporto con il
pubblico, fino ai fasti degli indici di ascolto. Solo che non se ne sia
impediti: solo che i giornalisti e tutti gli operatori dell’informazione
sappiano respingere a piè fermo “l’assalto di una politica ormai
agonizzante”, che anche in questa occasione non ha mancato di reagire
e protestare.
E’ significativo che questa riscossa professionale muova da una
trasmissione della Rai. Per chi ha a cuore le sorti del servizio pubblico
di radiotelevisione è importante che esso si confermi palestra di libertà
e presidio delle opportunità di innovazione, ormai residuali nel
contesto del duopolio, e così minacciate da pregiudizi e
condizionamenti impropri. Si può essere sicuri che su questa nuova
strada – che segnerà, lo sappiamo, una nuova, significativa, tappa
nell’esperienza italiana della comunicazione politica, si saprà andare
presto oltre il frame, oltre la cornice sociale e linguistica in cui si è
inscritta questa prima prova, in qualche modo condizionandola: non
certo ospitando in studio pregiudicati o condannati (neanche a dirlo),
ma portandoci in casa non solo i paesani.
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana
Lettera
Meglio una sola camera che
un pasticcio costituzionale
Sulla Stampa, a pagina 3, si attribuisce al premier (tra virgolette)
l'intenzione di far votare un emendamento che sopprima il Senato. Di
Palazzo Madama – dice Renzi – farei un "museo delle istituzioni della
Repubblica".
Sono d'accordo con il segretario del Pd. E presenterò con altri
senatori l'emendamento soppressivo del Senato. Meglio un
monocameralismo esplicito di un bicameralismo pasticciato, alibi per
una legge elettorale che mette tutti i poteri nelle mani di un premier
che conquisti il premio di maggioranza, anche al secondo turno, anche
con poco più di un quarto dei voti.
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Sciolto il Senato, spero che tutta l'Italia, di sinistra, di centro e di
destra, pretenda che Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale
non finiscano sotto il controllo di un premier eletto col trucco.
Si può decidere, come in Grecia che il Parlamento venga sciolto se
non riesce a eleggere in tre votazioni, e con i 2/3 dei voti, il Presidente
della Repubblica. O può riprendere l'emendamento Toniolo alla
Costituzione (elezione popolare diretta del presidente della repubblica,
se il parlamento non trova l'intesa per eleggerlo con i due terzi dei
voti).
L'impianto della Costituzione sarebbe salvo. Ed è per difendere
quell'impianto che mi sono battuto e mi batto contro pasticci, bugie e
prove di forza.
Corradino Mineo, senatore (PD)
Lettera
145° Anniversario
della Breccia di Porta Pia
Il Circolo "G.E. Modigliani", con il Circolo "L. Einaudi",
l'Associazione "Livorno delle Diversità", l'AMII, l'UARR Circolo
Livorno, hanno promosso, con lo sponsor Reset Livorno, una giornata
di celebrazioni del 145° Anniversario della Breccia di Porta Pia,
iniziativa alla quale il Comune ha dato il proprio patrocinio.
Domenica 20 Settembre, alle ore 11,15, in Piazza XX Settembre
sarà deposta una corona di fronte alla targa che ricorda l'occasione in
cui fu dato il nome alla stessa piazza, in contemporanea
l'accompagnamento delle note della Fanfara dei Bersaglieri di
Montopoli.
Nel pomeriggio, alle ore 16,30, nella Sala degli Specchi di Villa
Mimbelli (gc), vi sarà un dibattito sul tema
"Laicità è far decidere ai cittadini le regole istituzionali"
presieduto da Riccardo Voliani, Presidente del Circolo "L. Einaudi".
Dopo i saluti del Vice Sindaco, Stella Sorgente, interverranno il prof.
Persio Tincani, dell'Università di Bergamo, il prof. Gian Mario
Cazzaniga, del'Università di Pisa, ed il dr. Roberto Caluri,
dell'Università di Pisa. Seguiranno le domande del pubblico.
Le iniziative di questa giornata intendono richiamare l'attenzione
della città di Livorno sull'esperienza storica che ha introdotto il
principio di separazione Stato/Religioni: il convivere civile affidato al
dibattito, alle scelte e alle verifiche dei cittadini consente uno sviluppo
più vicino ai loro bisogni, più tempestivo e sempre correggibile.
Angelo Pedani, Livorno Circolo Giuseppe Emanuele Modigliani
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Lettera
Giacchetta condannato
a nove anni di detenzione
IL PRINCIPALE ACCUSATO DELLA TRUFFA ALL'INCA/CGIL È STATO
CONDANNATO OGGI (16.9.2015) DAL TRIBUNALE DISTRETTUALE DI
ZURIGO A NOVE ANNI DI RECLUSIONE.
L’ex direttore del patronato INCA Svizzera, Antonio Giacchetta, è stato
condannato dalla giustizia zurighese a 9 anni di detenzione per aver truffato
decine di lavoratori italiani sottraendo 12 milioni di franchi della loro cassa
pensione. Il 52enne è stato incarcerato subito dopo la lettura della sentenza.
Sul Corriere del Ticino si legge in merito: «Il patronato INCA opera su
incarico del Ministero italiano del lavoro e sul suo sito internet si
presenta con lo slogan: "Previdenza, cittadinanza lavoro: ovunque ti
trovi, INCA difende i tuoi diritti". Facile quindi immaginare la
reazione delle persone rimaste vittime del raggiro, molte quali si erano
rivolte all'organizzazione che dipende dal sindacato perché avevano
difficoltà con il tedesco».
È la prima volta che un giornale scrive questa verità scomoda.
Qualcosa sta cambiando.
Marco Tommasini, Wettingen Presidente del Comitato Difesa Famiglie (CDF)
LETTERA
US Open: non è
un successo privato
Era da tempo che non si leggevano sciocchezze simili. Il signor Marco
Imarisio è un vero signore, non ci sono dubbi, noto come notista
politico, scrive sul Corriere, nelle pagine dello sport, il seguente
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commento dal titolo "Iniziativa privata che sopperisce alle carenze
statali" per celebrare il successo delle nostre tenniste agli US open di
Tennis.
Vediamo di chiarire.
La Mazzucato nota ricercatrice economica, in un suo recente libro
"lo stato innovatore" ha dimostrato come i successi ottenuti dalla
iniziativa privata nel campo della new economy trovino origine nei
massicci investimenti statali in ricerca e sviluppo, soprattutto del
settore militare.
Ora, il successo delle due tenniste pugliesi non è un successo privato
se non nel senso che sono due singolariste. E' invece la dimostrazione
della eccellente 2scuola italiana" in questo caso tennistica esistente
anche al sud e che si intende trasformare con la "#buona scuola".
Queste due tenniste pugliesi sono state, e lo sono ancora, formate e
assistite tecnicamente e anche finanziariamente dalla Federazione
Italiana Tennis, un ente pubblico, sia nella fase di avvio all'agonismo
che nella successiva fase, la più rischiosa, di avvio al professionismo.
Una delle due la Vinci, non si è mai, mai allenata all'estero e ha la
residenza fiscale in Italia. Restituendo così all'erario ovvero ala
collettività qualcosa degli ingenti investimenti che il settore pubblico
ha sostenuto per lei. Insomma sembra un articolo scritto a bellapposta
per rovinare una festa non solo di sport con argomenti frusti quanto
insulsi. Oltre che per veicolare il solito messaggio qualunquista e
superficiale delle magnifiche sorti del privato contrapposte ad un
settore pubblico di inefficienti fannulloni.
E questo è il Corriere della Sera, di Milano, il giornale della
borghesia "illuminata", o “fulminata”?, della capitale morale d'Italia.
Figurammoce gli altri come stanno 'nguiati !
Antonio Ayroldi, Roma
P.S. Il tennis essendo uno sport estremamente competitivo, universale
e individuale, replica abbastanza fedelmente le logiche del capitalismo
globalizzato sotto moltissimi aspetti.
LETTERA
Che cosa fare contro la
spammizzazione dell’ADL?
Buon pomeriggio, per caso ho trovato l’ADL di questa settimana…
Nella casella “spam”. Ve lo segnalo, perché mi dispiace che avvenga e
forse potete prendere delle contromisure. Buon lavoro
E.M.C., e-mail
Ogni mail rischia questa fine. Dalla quale solo l’interesse dei nostri
lettori può preservarci.– La red dell’ADL
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LETTERA
Nel segno del…
buon Risotto
Vorrei fare gli Auguri di Buon Compleanno ad Andrea, a Felice, a
tutto lo staff, agli amici, collaboratori e simpatizzanti del Coopi di
Zurigo, per la prestigiosa tappa di un lungo cammino. Ammiro da
sempre la vitalità e dinamicità del Coopi e mi rammarica molto non
aver potuto festeggiare con tutti voi questo evento così importante!
Comunque al vostro fianco nel brindisi, ascoltando un po' di buona
musica e magari degustando un... buon Risotto!
Stefano Sardena, Pavia Confraternita del Risotto
Un Buon Risotto anche a voi, da tutti noi!
I cultori del Risotto al Coopi di Zurigo
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.