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Attenti a quei Rivoluzionari del '900Dal 17 ottobre a Palazzo Albergati la mostra con Magtitte, Dalì, Duchamp

di MARTINA SPAGGIARI

CHI HA MAI DETTO che l'ar-te è rassicurante. Quella vera, an-che quando si copre di armonia eproporzioni, non lo è quasi mai. El'idea dell'arte come mezzo pertur-bante per parlare del mondo è tan-to più vera quando si spalancal'abisso del Novecento, e tutte leproporzioni saltano.Così cosa succede quando si met-tono vicino Duchamp, Magritte,Max Ernst, Man Ray, Dalì, Pica-bia e Tanguy, e via via in un ruz-zolare un p& stordente, fino a Pol-lock? Di fatto, si concentra in unavolta sola tutta l'energia eversivadell'arte della prima metà del No-vecento: dadaismo, espressioni-smo, surrealismo, post impressio-nismo e action painting. C'è pro-prio tutto. I pilastri che hanno ro-vesciato l'immaginario artisticodel grande secolo (basta pensareall'orinatoio di Duchamp, o alsuo portaombrelli) e contempora-neamente hanno aperto le fine-stre sugli altri mondi.

QUESTO `salto mortale' dell'im-maginazione sarà raccontato a Pa-lazzo Albergati il prossimo otto-bre (dal 17) con la mostra Du-champ, Magritte, Dali. I rivoluziona-

ri del '900 prodotta e organizzatada Arthemisia in collaborazionecon l'Israel Museum di Gerusa-lemme, curatori Adina Kamien-Kazhdan e David Rockefeller.

ESPOSIZIONE decisamente dipeso, con oltre duecento opere lamaggior parte delle quali hannovarcato da tempo i confini dell'ar-te per diventare - inevitabilmen-te - icone: da Le Chateau de Pyre-nees di Magritte a Surrealist Essay

Organizzata da Arthemisiacon L'IsraeL M useumdi Gerusalemme

di Dalì, toccando la celeberrimaGioconda L.H.O.O.Q. di Du-champ (quella con i baffi, per in-tenderci). Icone, di certo. Parolamagica a indicare qualcosa diven-tato così noto (stra-noto?) da es-sersi insinuato nell'immaginariocollettivo. Come le magliette conla faccia di Che Guevara, insom-ma, portate `a prescindere'.E, volendo, come la Gioconda coibaffi. Che poi lo spettatore nonsappia che Duchamp l'ha fatta nel

1919 con un doppio sberleffo e unaltrettanto doppio ready made (èuna foto, quindi una riproduzio-ne, che viene ulteriormente mani-polata) poco importa. Se te la por-tano vicino a casa, vai a vederla.Quello che ci sta dietro, la 'bom-ba' piazzata sotto l'idea stessa diarte, casomai viene dopo.

C'È DA DIRE che in autunnonon mancheranno le occasioni diconfrontarsi con opere importan-ti. Se Palazzo Albergati - dopoFrida Kahlo e Mirò scommette dinuovo sulle `icone' del Novecen-to, a Palazzo Fava infatti - sedeepositiva di Genus Bononiae - do-po Astrid Kirchherr with the Beatles(che chiude il 9 ottobre) si guardaall'altra faccia del mondo conMéxico-La Mostra Sospesa. Orozco,Rivera, Siqueiros (dal 19 ottobre).Straordinaria occasione per vede-re le opere dei grandi muralistimessicani, figli della rivoluzionee di un sogno dell'arte per il popo-lo, pensate per una mostra mai fat-ta, imballate in fretta e nascosteall'alba del golpe di Pinochet.In città nello stesso periodo, ledue esposizioni raccontano duemodi diversi di guardare il mon-do - reale-surreale - e di raccon-tarlo, consegnandocelo comun-que in forme nuove.

Palazzo Albergati di via Saragozza e l'Israel Museum di Gerusalemme da dove arrivano le opere. Asinistra, tre capolavori che saranno in mostra : `Le Chateau de Pyrenees ' di Magritte , `GiocondaL. .O.O .Q.' di Duchamp e, nel tondo , `Surrealist Essay' di Dalì

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