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I N QUE S TO
NUMERO
LAMPADA PER I MIEI PASSI -‐ ottobre p. 2 CON GESÙ NEL GETSEMANI -‐ Ottobre p. 6
MOMENTI PER UN CAMMINO VOCAZIONALE p. 12 -‐ Elementari p. 13
-‐ Medie p. 15
-‐ Giovani p. 16
-‐ Adulti p. 17
-‐ Fidanzati p. 19
Tariffa Associazioni senza fini di lucro: ”Poste Italiane S.p.A. -‐ Spedizione in Abbonamento Postale -‐ D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 2 -‐ DCB Rimini” validità dal 16/12/97
Bimestrale • numero 5/2017 • settembre/ottobre 2017
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dall’orecchio, al cuore, alla vita
Per preparare il cuore…
Tu Dio, in silenzio, cammini accanto a me e mi insegni ad ascoltare, a guardare, ad attendere, a capire. Mi chiedi il coraggio di aprire gli occhi e guardarmi intorno e vedere che lentamente solleva il mare le sue onde, lentamente arrossa il bosco nella gola, lentamente la verità si svela. Che qualcosa di nuovo avvenga, che il tempo si apra, che il cuore si apra, che le porte si aprano, che la roccia si apra, liberando la sorgente. La Parola Deuteronomio 6, 4-‐13
4Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. 5Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. 6Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. 7Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. 8Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi 9e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte. 10Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi pa-‐dri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, 11case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quan-‐do avrai mangiato e ti sarai saziato, 12guàrdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. 13Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome. Rifletto Ascoltare – Siamo di fronte ad uno dei numerosi appelli all’ascolto presenti nel testo del Deuteronomio; l’ascolto, in particolare, è l’atteggiamento chie-‐sto a Israele nei confronti delle parole di Mosè, dell’insegnamento che egli sta rivolgendo al popolo accampato nelle steppe di Moab sulle soglie della
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terra promessa. L’invito all’ascolto, è associato ad una serie di comandi che consentono di precisarne le caratteristiche e il contenuto (imparare; custodire; praticare). Si configura l’esperienza dell’ascolto secondo le sue caratteristiche essen-‐ziali. Il testo che abbiamo letto, lo Shema Israel, che occupa uno spazio quo-‐tidiano nella preghiera dell’Israelita, è un testo illuminante e particolar-‐mente significativo che ci fa entrare nel cuore della tematica dell’ascolto, illustrandoci le modalità con cui questo ascolto chiede di essere attuato.
Dall’orecchio, al cuore, alla vita -‐-‐ “Questi precetti che oggi ti do”. O più let-‐teralmente: “queste parole che oggi ti comando”. Due elementi sono rile-‐vanti: il primo è la menzione dell’oggi. Nel contesto del discorso di Mosè, l’oggi è un ieri, un momento passato in cui questo discorso è stato pronun-‐ciato, o scritto o raccolto in un testo assieme ad altri. Ma per l’israelita che torna su queste parole quotidianamente, ogni giorno è l’oggi. Questo pre-‐sente è il tempo in cui si gioca l’ascolto: esso richiede non solo una concen-‐trazione della persona verso l’altro, ma anche uno stare con tutto se stesso dentro il presente, senza fuggire in un futuro ipotetico, né tornare ad un passato che non c’è più. Per ascoltare è necessario stare nell’oggi. Ancora: la parola ricevuta contie-‐ne in sé un comando, una richiesta: quella di essere ascoltata e accolta. L’altro con la sua storia e le sue parole è un imperativo per la mia vita e come tale mi chiede necessariamente di prendere posizione. Di fronte a questo imperativo non posso rimanere neutro: posso ascoltare, accogliere e mettermi in gioco nella relazione, oppure posso rifiutare. In un senso o in un altro è una presa di posizione. “siano sul tuo cuore”. Il cuore è coinvolto in maniera decisiva nel momento dell’ascolto, non solo nella mi-‐sura dei sentimenti e della decisione. “Essere sul cuore” è una locuzione che in ebraico richiama il “ricordare” (cf. Is 47,7; 57,11; 65,17; Ger 3,16). Ascoltare chiede di porre l’altro sul proprio cuore (cf. Salomone che chiede nella sua preghiera un “cuore che ascolta”). L’espressione contiene alcune sfumature di senso: L’amore per le parole ascoltate: l’ascolto è legato all’amore, alla cura verso l’altro nel momento in cui accolgo le sue parole e, attraverso di esse, la sua stessa persona. La memoria di queste parole: ri-‐cordare ha a che vedere con il cuore. Così anche in questa espressione ebraica l’ascolto viene legato al ricordo, alla memoria. Cioè a dire: l’ascolto non può esaurirsi nell’attenzione di un momento, in un gesto che passa. Il passaggio dall’orecchio al cuore con-‐sente di custodire e ricordare.
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L’intelligenza: ascoltare mette in atto l’intelligenza che, nell’antropologia ebraica ha sede nel cuore, un cuore che capisce. Ascolta-‐re chiede una dimensione sapienziale, attraverso la quale tradurre l’ascolto in una presa di posizione concreta. È quanto significato immedia-‐tamente dalle seguenti parole, che ci presentano un caso concreto di intel-‐ligenza (comprensione) delle parole ascoltate: “li ripeterai ai tuoi figli”. Il libro del Deuteronomio presenta l’immagine del figlio che interroga i ge-‐nitori, che desidera sapere e ricevere da loro una parola (cf. 6,20 “che si-‐gnificano queste leggi, queste norme…”). Solo colui che ha ascoltato è in grado di custodire nel cuore la parola e rispondere al momento opportu-‐no, cioè offrire una parola alla domanda di chi chiede, una parola oppor-‐tuna e conforme a ciò che si è ascoltato e alla domanda posta dall’altro. Per la riflessione personale
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L’oggi dell’ascolto; stare in questo oggi… prendo consapevolezza di quanto il mio pensiero va verso il futuro, verso la ricerca di soluzioni pos-‐sibili mentre l’altro sta ancora parlando… Ascoltare come porre sul cuore, ricordare… ascoltare come prendersi cura: non mi prendo cura solo quando offro soluzioni, ma già quando ascolto… L’intelligenza e lo sforzo di comprensione chiesto dall’ascolto… la “traduzione” di ciò che ascolto in risposte concrete… Cosa si converte nella mia vita quando ascolto… Salmo di contemplazione Salmo 42
2 Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio.
3 L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?
4 Le lacrime sono il mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: “Dov’è il tuo Dio?”.
5 Questo io ricordo e l’anima mia si strugge: avanzavo tra la folla, la precedevo fino alla casa di Dio, fra canti di gioia e di lode di una moltitudine in festa.
6 Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio.
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7 In me si rattrista l’anima mia; perciò di te mi ricordo dalla terra del Giordano e dell’Ermon, dal monte Misar.
8 Un abisso chiama l’abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati.
9 Di giorno il Signore mi dona il suo amore e di notte il suo canto è con me, preghiera al Dio della mia vita.
10 Dirò a Dio: “Mia roccia! Perché mi hai dimenticato? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?”.
11 Mi insultano i miei avversari quando rompono le mie ossa, mentre mi dicono sempre: “Dov’è il tuo Dio?”.
12 Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. Preghiera dei fedeli -‐ Per il Papa, i vescovi, i sacerdoti tutti, perché nell’ascolto costante del Maestro, sappiano trasmettere sempre la Parola di verità. -‐ Per i genitori, perché nell’ascolto sapiente dei figli, li aiutino a riconosce-‐re i talenti che li arricchiscono e possano metterli a servizio degli altri. -‐ Per tutti gli educatori, perché sappiano accogliere i ragazzi che sono loro affidati, e i ragazzi possano sperimentare un accompagnamento sollecito del loro bene. -‐ Per ogni cristiano, perché sia generoso nell’impegnarsi ad essere attento ai fratelli, che condividono lo stesso quartiere, nel creare una fraternità at-‐tenta ai più poveri. Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi; fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù tra le mille parole di questo mondo; fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo, ogni persona che incon-‐triamo, specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà. Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore, perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù, senza tentenna-‐menti; donaci il coraggio della decisione, di non lasciarci trascinare perché altri orientino la nostra vita. Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in fretta” verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen.
Preghiera a Maria a conclusione della recita del Santo Rosario (Piazza San Pietro, 31 maggio 2013)
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Giovedì 5 ottobre Introduzione -‐-‐ Ricordiamo che da questo anno uno stile semplice ci sta accompagnando nei nostri momenti di preghiera del giovedì. Lo abbiamo sintetizzato con queste frasi (che in questo sussidio mettiamo in grassetto) che scriviamo qui di seguito: prossimamente verranno semplicemente scritte senza essere spiegate ulteriormente: Mettiamoci alla presenza del Signore: il momento iniziale ci richiede un piccolo spazio di silenzio e di consapevolezza, per porci davanti a Gesù realmente presente innanzi a noi e dentro di noi. Invochiamo lo Spirito Santo: con parole nostre o recitando qualche pre-‐ghiera dedicata allo Spirito Santo, che sappiamo o che abbiamo in qualche raccolta, invochiamo Lui che è “animatore” della preghiera e “autore” della comunione con Gesù e col Padre. Chiediamo l’intercessione di Maria: recitiamo un’invocazione o una sem-‐plice Ave Maria, per chiedere a Lei, maestra nell’accoglienza di Gesù nella nostra vita, di aiutarci ad incontrarlo e ad accoglierlo.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il per-‐dono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando ver-‐so i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore.
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per tutti coloro che serviranno i fra-‐telli e le sorelle in questo nuovo anno di vita pastorale, in particolare per i giovani.
Lettura della parola di Dio Dal libro della Genesi (27,30-‐37) 30Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era allon-‐tanato dal padre Isacco, quando tornò dalla caccia Esaù, suo fratello. 31Anch’egli preparò un piatto, lo portò al padre e gli disse: “Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, per potermi benedire”. 32Gli disse suo padre Isacco: “Chi sei tu?”. Rispose: “Io sono il tuo figlio primogenito, Esaù”. 33Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: “Chi era dunque co-‐lui che ha preso la selvaggina e me l’ha portata? Io ho mangiato tutto prima che tu giungessi, poi l’ho benedetto e benedetto resterà”.
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34Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte, amarissime gri-‐da. Disse a suo padre: “Benedici anche me, padre mio!”. 35Rispose: “È venu-‐to tuo fratello con inganno e ha carpito la benedizione che spettava a te”. 36Riprese: “Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato già due vol-‐te? Già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha carpito la mia bene-‐dizione!”. E soggiunse: “Non hai forse in serbo qualche benedizione per me?”
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ Continua questa storia ano-‐mala, almeno per la nostra sensibilità moderna: siamo un po’ colpiti dall’inganno e da un’ingiustizia che normalmente associamo ad ogni ingan-‐no. Ma proviamo a seguire la storia come storia in cui, appunto, oltre e al di là dell’inganno, continua l’opera di Dio. Esaù è privato dei suoi diritti, è pri-‐vato dell’eredità che gli spetta. Eppure la storia di Giacobbe ci sta abituando a non fermarsi su ciò che ci spetta ma ad interpretare la vita alla luce di un’opera di Dio che sa soccorrerci al di là di ogni sventura o presunta tale, ed al di là di ogni diritto o pretesa. Anche per Esaù sarà così. Ma si rende conto che l’amore del padre Isacco non gli è tolto? Si rende conto che è que-‐sto amore che gli procurerà ogni necessità e non semplicemente il diritto giuridico? Così anche noi siamo provocati a sperare sempre che l’amore di Dio sappia sorprenderci laddove ogni nostro diritto od ogni nostro merito si spengono. Preghiera comune o personale (ognuno dedica il tempo che può e che vuo-‐le, se possibile però mai meno di dieci minuti!)
Preghiera conclusiva -‐-‐ Padre nostro che sei nei cieli, Tu hai promesso di non lasciarci orfani. Continua ad essere presente in mezzo a noi nella per-‐sona dei tuoi ministri. Sia santificato il tuo nome mediante il ministero dei sacerdoti che, rivestiti del sacerdozio di Cristo, ti facciano conoscere ed amare da tutti i popoli. Venga il tuo regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace, perché tutte le creature, liberate dalla schiavitù della corruzione, possano partecipare alla gloriosa libertà dei tuoi figli.
Giovedì 12 ottobre
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore.
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Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: per-‐dona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore...
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per tutti i bambini del catechismo af-‐finchè si sentano cercati e amati da Gesù attraverso i loro catechisti, i loro educatori e i loro preti.
Lettura della parola di Dio Dal libro della Genesi (27,37-‐45) 37Isacco rispose e disse a Esaù: “Ecco, io l’ho costituito tuo signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l’ho provveduto di frumento e di mosto; ora, per te, che cosa mai potrei fare, figlio mio?”. 38Esaù disse al padre: “Hai una sola benedizione, padre mio? Benedici anche me, padre mio!”. Esaù al-‐zò la voce e pianse. 39Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse: “Ecco, la tua abitazione sarà lontano dalle terre grasse, lontano dalla rugiada del cielo dall’alto. 40Vivrai della tua spada e servirai tuo fratello; ma verrà il giorno che ti riscuoterai, spezzerai il suo giogo dal tuo collo”. 41Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: “Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe”. 42Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore, ed ella mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli dis-‐se: “Esaù, tuo fratello, vuole vendicarsi di te e ucciderti. 43Ebbene, figlio mio, dammi retta: su, fuggi a Carran da mio fratello Làbano. 44Rimarrai con lui qualche tempo, finché l’ira di tuo fratello si sarà placata. 45Quando la collera di tuo fratello contro di te si sarà placata e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto, allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un solo giorno?”.
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ Ecco la normale reazione da-‐vanti ad una privazione, ad un male che ci capita o che gli altri ci procurano: la rabbia. Essa ci dice di un male ricevuto, e sin qui avremmo solo da impa-‐rare, cioè dovremmo non temere di dirci che siamo arrabbiati per quel mo-‐tivo o per quell’altro. In seguito la rabbia potrebbe diventare malvagia,
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quando si trasforma in un male da riversare su colui, o presunto tale, che ci abbia procurato quel dolore o quella limitazione. La saggezza di Dio, attra-‐verso la madre Rebecca, frappone tra i due fratelli contendenti, del tempo e una distanza, cosicchè la rabbia di Esaù sia costretta a mitigarsi, a dipanarsi in modo che non sia istintuale vendetta violenta ma possa essere interpre-‐tata e avere magari un altro seguito. Davanti alla rabbia è bene quindi at-‐tendere, pensarci, confrontarci per dar modo che essa sia elaborata e possa trovare un altra maniera di esprimersi che non divenga vendetta e male.
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag. 9
Giovedì 19 ottobre
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, Signore, perché, sorretti dal tuo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di operare il bene. Per il nos-‐tro Signore...
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per tutti i ragazzi e i giovani, affinchè sentano che la loro vita è preziosa ed è un dono da ridonare con gioia.
Lettura della parola di Dio Dal libro della Genesi (28,1-‐9) 1 Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede questo comando: “Tu non devi prender moglie tra le figlie di Canaan. 2Su, va’ in Paddan-‐Aram, nella casa di Betuèl, padre di tua madre, e prenditi là una moglie tra le figlie di Làbano, fratello di tua madre. 3Ti benedica Dio l’Onnipotente, ti renda fecondo e ti moltiplichi, sì che tu divenga un insieme di popoli. 4Conceda la benedizione di Abramo a te e alla tua discendenza con te, per-‐ché tu possieda la terra che Dio ha dato ad Abramo, dove tu sei stato fore-‐stiero”. 5Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in Paddan-‐Aram presso Làbano, figlio di Betuèl, l’Arameo, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù. 6Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l’aveva mandato in Pad-‐dan-‐Aram per prendersi una moglie originaria di là e che, mentre lo bene-‐diceva, gli aveva dato questo comando: “Non devi prender moglie tra le Ca-‐nanee”.
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7Giacobbe, obbedendo al padre e alla madre, era partito per Paddan-‐Aram. 8Esaù comprese che le figlie di Canaan non erano gradite a suo padre Isac-‐co. 9Allora si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie Macalàt, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt.
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ Isacco nonostante l’inganno di Giacobbe lo benedice per la seconda volta e rimane fedele alla benedi-‐zione che gli aveva già impartito sebbene vittima di scaltra astuzia. Il bene fatto o donato, quando è fatto con intenzioni rette e con consapevolezza, non va perduto, non è sprecato ma Dio lo valorizza: sebbene la benedizione a Giacobbe non sia corretta per il diritto familiare del tempo e per le circo-‐stanze ingannevoli con cui è avvenuta, sarà utilizzato da Dio per un bene più grande. Questa non è la giustificazione che il bene vada compiuto e do-‐nato sempre senza attenzione e discernimento ma, qualora questo risultas-‐se a posteriori errato, esso non sarà mai infruttuoso.
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag.9
Giovedì 26 ottobre
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Dio onnipotente ed eterno, crea in noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito. Per il nostro Si-‐gnore...
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo affinchè gli adulti seguano la propria vocazione del “prendersi cura dei più giovani”, secondo i loro vari stati di vita familiari, professionali, ecclesiali.
Lettura della parola di Dio Dal libro della Genesi (28,10-‐22) 10Giacobbe partì da Betsabea e si diresse verso Carran. 11Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pie-‐tra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. 12Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. 13Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: “Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. 14La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti
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espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si di-‐ranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. 15Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritor-‐nare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quel-‐lo che ti ho detto”. 16Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: “Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo”. 17Ebbe timore e disse: “Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo”. 18La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. 19E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. 20Giacobbe fece questo voto: “Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, 21se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. 22Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti offrirò la decima”.
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ Questo brano è bellissimo. Il tema principale è la paura: è per lo smarrimento e la paura del fratello Esaù, che Giacobbe fugge. È in questa notte della paura che Dio si rivela in una delle visioni più belle ed evocative di tutta la Bibbia. La paura, come sentimento di limite, di non autosufficienza è a volte molto utile per far sì che noi usciamo dalle nostre sicurezze (che nella paura sono infrante) per aderire al Signore, per essere raggiunti dalla sua presenza, per fa sì che il nostro “essere chiusi in noi stessi” venga spezzato e noi incontriamo e spe-‐rimentiamo, come Giacobbe, che Dio è “qui ed ora” e noi non lo sapevamo, che Dio sempre ci accompagna ed agisce.
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag. 9
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Questi incontri proposti a tutti i ragazzi di IV e V elementari, vogliono creare momenti di condivisione e di festa tra tutti i ragazzi della nostra Diocesi, cercando di aiutarli ad intravedere il disegno di Dio nella loro vita. Il tema proposto quest’anno è la storia di Giuditta. L’inizio della storia è drammatico. L’esercito di Nabucodonosor, infatti, sotto la guida del generale Oloferne, pone l’assedio a una città della Giudea, Betulia, tagliando il rifornimento dell’acqua e fiaccando così la resistenza della popolazione. Giuditta, vedova, donna di grande bellezza e saggezza, parla al popolo con il linguaggio della fede Il cammino che Giuditta ci indica è quello della fiducia, dell’attesa nella pace, della preghiera e dell’obbedienza. È il cammino della speranza. Senza facili rassegnazioni, facendo tutto quanto è nelle nostre possibilità. Con lo sguardo di un profeta, vede al di là dello stretto orizzonte proposto dai capi della città di Betulia, orizzonte che la paura rende ancora più limitato. Ridà forza al suo po-‐polo in pericolo mortale e lo conduce sulle vie della speranza e della li-‐berazione da Oloferne.
Attraverso la drammatizzazione i ragazzi conosceranno, nel corso delle quattro giornate, la storia articolata di Giuditta. L’attività che seguirà li aiuterà a portare nella loro vita i messaggi di una storia antica, ma sem-‐pre attuale. Al centro della giornata vivremo insieme la Santa Messa, preparata per un’assemblea di ragazzi, animata per meglio permettere ad ogni ragazzo di potervi partecipare attivamente. La giornata si con-‐cluderà come sempre con un ampio spazio dedicato al gioco caratteriz-‐zato ogni giornata dalla tematica trattata. La giornata: 09.30-‐10.00 Accoglienza 10.00-‐10.45 Preghiera, Canzone dell’anno, Drammatizzazione della
Storia di Giuditta 10.45 Attività 12.00 Santa Messa 13,15 Ritrovo in palestra 13.30 Inizio giochi 15.30 Fine giornata... saluti e baci…
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Coppie Giovani “lontane” dal matrimonio
Notizie:
Dalle ore 17 alle 19 della domenica se-‐ra con la possibilità di cenare insieme.
Date: 5 novembre 3 dicembre 14 gennaio 4 marzo
21-‐22 aprile (week end) 13 maggio
Descrizione:
Cosa significa “lontane dal matrimo-‐nio”? Intendiamo dare un tempo di rifles-‐sione e di confronto a coloro che vivo-‐no l’esperienza del fidanzamento. La proposta non è pensata come prepara-‐zione al matrimonio ma come periodo di verifica e approfondimento della propria vocazione di coppia. Dopo la proposta di tematiche legate alla vita di coppia e il tempo del con-‐fronto tra coppie, si conclude col mo-‐mento della cena. Info:
Erica: 328 357 5491
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via Covignano 259 – 47923 Rimini � tel. 0541 084418 sito: http://www.seminariovescovilerimini.it � e-‐mail: seminariovescovilerimini@gmail.com
COLOPHON: “Vita del Seminario”
Editore: Seminario Vescovile – Rimini Autorizzazione: Curia Vescovile di Rimini n. prot. CA96/48 del 18/04/1996 Redazione – Amministrazione – Stampa: Seminario Vescovile – Rimini
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