Corso di Formazione in Mediazione Familiare · necessarie alla mediazione •Inizio della...

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Modulo 5

a cura di Dr. Paolo Scotti

• Obiettivi e contenuti dei primi colloqui di coppia

• Il comportamento del mediatore nei primi colloqui

• I genitori in mediazione: emozioni ed aspettative

• La gestione delle emozioni dei genitori e del mediatore

• Conduzione colloqui: pratica e strumenti utili

Corso di Formazione in Mediazione Familiare

Andamento processo di mediazione Fase iniziale => pre-mediazione e valutazione di

mediabilità

– Andamento lineare

– Mediatore attivo, propositivo e direttivo

– Durata: dal 1° al 3°/4° colloquio

Fase centrale => negoziazione

– Andamento NON lineare

– Mediatore poco attivo, genitori protagonisti

– Durata: dal 4° al 10° colloquio

Fase conclusiva => bilancio e conclusione

– Andamento lineare

– Mediatore attivo ed in parte direttivo

– Durata: dal 10° al 12°/13° ed ultimo colloquio

La premediazione come preparazione ai colloqui a tre

• Nelle sedute congiunte, le parti si parlano

faccia a faccia.

• La premediazione serve appunto a

preparare questi faccia a faccia che, senza

adeguate istruzioni, possono diventare tutto

tranne che un dialogo

Colloqui di coppia dopo colloqui individuali

Come riprendere:

• Sintesi motivazioni al colloquio singolo (prassi)

• Rispetto riservatezza colloquio

• Ripresa caratteristiche mediazione

• Conferma appropriatezza intervento

• Analisi storia genitori/famiglia

• Iniziale lavoro con genitori su argomenti da affrontare

• Osservazione della comunicazione e della relazione

Primi colloqui

OBIETTIVI:

• Conoscere (persone, problemi, aspettative) e farsi conoscere (ruolo, funzioni, mediazione)

• Individuazione delle precondizioni necessarie alla mediazione

• Inizio della valutazione di mediabilità

• Preparazione alla mediazione cioè all’inizio della negoziazione

Precondizioni indispensabili per la mediazione

• condivisione di significati e di aspettative sulla mediazione

• accesso volontario

• autonomia e libertà da interferenze

• uguale potere decisionale ed operativo (no ricatti)

• possibilità di instaurare una tregua

• possibilità di garantire riservatezza

• disponibilità al cambiamento

Primi colloqui: modalità

• Individuazione di richieste e bisogni dei genitori e verifica compatibilità con mediazione (tipo e tempo)

• Chiarimento su mediatore familiare/mediazione familiare: cosa si fa e come (regole, contratto)

• Raccolta dati rilevanti su separaz. e storia famiglia

PREMEDIAZIONE

Primi colloqui: modalità

• Analisi comunicazione tra genitori

(prima e ora)

• Presentificazione dei bambini attraverso

il racconto dei genitori per:

– spostare i genitori dal conflitto

– creare un area di interesse comune

– prendere (med+gen) coscienza

bisogni figli

• Verifica disponibilità al cambiamento

• Preparazione negoziazione

(individuazione e scelta argomenti)

Primi colloqui: modalità

• Atteggiamento direttivo (padrone di casa) caratterizzato da:

– accoglienza (ambiente, modo di porsi)

– ritualità

• fare emergere ma contenere le emozioni (gestire bene analisi fallimento coppia)

• mettere ordine nelle informazioni avute

• dare buon esempio di regole (ascolto, no interruzioni) e di modalità di comunicazione (no esperto, no teoria)

• esemplificare cosa succede in mediazione quando si negozia: identificazione argomento, proposte, ascolto, accordo

Emozioni e aspettative dei genitori in M.F.

• Ansia

• Confusione

• Paura/timore per sé/bambini

• Speranza

• Rabbia

• Vendetta

• Desiderio di alleanza

• Stanchezza

• Delega

• Sostegno/alleanza

• Essere ascoltato

• Riconciliazione

• Rivendicazione

• Compiacimento

• Compiacere m.f.

• Ricerca conferme

• Protezione

• Volontà di accordo

EMOZIONI ASPETTATIVE

Emozioni e aspettative del Mediatore Familiare

• Ansia

• Confusione

• Paura di sbagliare

• Speranza di riuscire

• Fiducia

• Ottimismo

• Essere ascoltato

• Compiacimento

• Ricerca conferme

• Essere d’aiuto

• Capire e farsi capire

• Ottenere risultati

EMOZIONI ASPETTATIVE

La corretta “atmosfera emotiva” Caratterizzata da vicinanza emotiva associata a

equidistanza tra il professionista e le altre persone, nasce da gestione di:

• Empatia

– sentire il mondo personale dell’altro come se fosse nostro, cioè condividere emozioni, sentimenti e stati d’animo dell’altro senza identificarsi

• Imparzialità

– Evitare che pregiudizi su caratteristiche personali, culturali o sulle capacità (cognitive, intellettive) interferiscano con il processo di interazione;

– Non eliminarli ma esserne consapevoli per controllarli

Fare i conti con le emozioni • Il Mediatore è coinvolto nel processo al

pari dei genitori, è parte dell’”atmosfera emotiva” (campo emotivo), sebbene le competenze dei partecipanti siano specificatamente differenti

• Ogni incontro fra persone provoca un cambiamento (stimolo-risposta)

• Ognuno dei partecipanti può essere attratto o respinto, coinvolto o spaventato dalle emozioni in atto comunque mai rimanere neutrale (EMOZ.NON NEUTRE)

Accettare le proprie emozioni

• Saper leggere le proprie emozioni (auto-osservazione di fattori scatenanti e reazioni)

• Riconoscere a quale esperienza della nostra vita sono collegate per elaborarle e gestirle

Accettare le emozioni altrui

• Rispettare i vissuti emotivi dell’altro

• Concentrarsi sulle emozioni dell’altro per accoglierle e aiutarlo ad elaborarle

• Il mondo emotivo delle persone deve essere visto come una risorsa e non una minaccia

Influenza diretta e indiretta delle emozioni nella pratica professionale

Influenza diretta

Azioni/parole dell’interlocutore generano emozioni nel professionista

• Emozioni del professionista non gestite alterano la percezione/l’ascolto

• Emozioni del professionista non gestite si sommano con quelle dell’interlocutore

• Emozioni del professionista non gestite vengono vissute come provocazioni dall’interlocutore

Influenza indiretta

• Emozioni dell’interlocutore generano un giudizio nel professionista (persona debole/forte, aggressiva/remissiva, “depressa”, con distacco dalla realtà …)

• La non accoglienza genera distacco e mancanza di relazione (rapporto “tecnico”)

• L’eccesso empatico genera eccessivo coinvolgimento (rapporto “passionale”)

L’interagire delle emozioni del professionista con quelle delle

parti in conflitto

• Le emozioni sono una parte ineliminabile della vita umana.

• I negoziatori non possono e non devono cercare di sbarazzarsene.

• Devono essere consapevoli di sentimenti ed emozioni e imparare a controllarne le manifestazioni esteriori.

La gestione delle emozioni degli altri

Corretta

• Accoglienza (immergersi nelle emozioni/conflitto)

• Empatia

• Equidistanza

• Rispetto delle persone e del ruolo

Non corretta

• Difesa dalle emozioni (fuga, rifiuto, distacco)

• Eccesso empatico

• Eccessivo coinvolgimento

• Perdita del ruolo

La capacità di gestione delle emozioni dell’altro dipende da:

• Stato d’animo/condizione psicofisica

• Sintonia/dissintonia con l’altro

• Uguali esperienze dolorose (rischio identif.)

• Esperienze troppo diverse (rischio indiffer.)

• Autostima/consapevolezza di sé, rafforzata da corretta autocritica per reggere il dolore

• Consapevolezza del proprio ruolo e funzione (gestione equidistanza)

• Gestione propri pregiudizi e valori

Andamento colloquio mediazione

FASE INIZIALE

• Accoglienza

• Ripresa colloquio precedente (se c’è)

FASE CENTRALE

• Dialogo (spiegazioni reciproche)

• Descrizione di posizioni/proposte

• Negoziazione

• Ipotesi accordi

FASE FINALE

• Riformulazione/Sintesi finale

• Chiusura e rilancio

La deontologia del mediatore •Deve garantire il principio di autodeterminazione delle parti (necessità di promuovere un accordo volontario)

•Deve essere imparziale

•Deve dichiarare i possibili conflitti d’interesse

•Deve condurre la mediazione con equità, competenza, diligenza e in coerenza con il principio di autodeterminazione delle parti

•Deve dichiarare e spiegare con chiarezza quali saranno i costi economici

•Ogni informazione data dovrà essere veritiera e non dovrà garantire il risultato del processo

•Deve avere competenze specifiche ed ha l’obbligo di aggiornarsi (formazione permanente)

Stili di conduzione del mediatore (teoria)

• non risolve il conflitto in atto ma aiuta i genitori a gestirlo;

• non accetta la delega ma responsabilizza

• non si propone di ricomporre la separazione

• non attua un intervento giudicante

• non raccoglie informazioni per servizi o Tribunali (riservatezza);

• non propone compromessi o impone negoziato

• non si pone ad arbitro della controversia

• non attua consulenze di nessun tipo né da pareri o valutazioni

• non si pone in alternativa all’avvocato

• non incontra i figli

• non è l’alleato del più debole contro il più forte

Stili di conduzione del mediatore (pratica)

• E’ attento alla modalità del confronto

• Stimola riflessione su alternative, vantaggi e gli svantaggi delle rispettive posizioni,

• Orienta la discussione su aspetti e problemi concreti

• Problematizza la situazione: pone quesiti che rimandano ad un visione qualitativa delle relazioni, riconduce alla realtà i genitori anche attraverso una analisi delle conseguenze reali

• Lavora per far nascere nei genitori proposte diverse, tutte da vagliare e da analizzare nel concreto

MEDIATORE = CATALIZZATORE