ETICA E GIUSTIZIA Suor llde: mai pariate ai media di eutanasia fileterapeutico e testamento...

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il caso«Una donna fuori dalcoro», la religiosadelle Piccole SuoreMissionarie dellaCarità di don Orione,che è stata premiata aGenova per i 60 annial servizio di esistenze«ai minimi termini», flsuo no alle cure inutiliè stato frainteso. DonPeloso: «Si vuoi farpassare un'ideologiapericolosa»

ETICAE GIUSTIZIA

LECCO

Sabato preghiera per EluanaAttraverso la «preghiera per Eluana Englaro, la sua famigliae tutti noi» che si svolgerà sabato alle 16.30 al santuariodella Vittoria di Lecco, il prevosto e decano di Lecco,monsignor Franco Cecchin, affronterà il caso alle luce dellafede, senza intervenire personalmente, d'accordo con laChiesa Ambrosiana che si è già espressa attraverso la suaguida, il cardinale Dionigi Tettamanzi. Lo ha annunciato lostesso monsignore ieri nel corso di un incontro con lastampa. La preghiera proposta dall'Azione Cattolicanazionale presieduta da Franco Miano e fatta propriadall'Azione Cattolica di Lecco, presieduta da Marco Magni,sarà aperta a tutti, credenti e non. Monsignor Cecchin, nelpresentare l'iniziativa, ha sottolineato come la città diLecco sia tutt'altro che fredda rispetto al caso Englaro.«Anzi - ha spiegato - proprio perché i lecchesi non lovivono come un caso, ma come un fatto umanissimo,mantengono il loro riserbo e da loro molto fastidio labagarre davanti alla Casa di Cura. Non sono freddi ilecchesi, tutt'altro. Sono riservati e capaci di amare molto,ma con grande rispetto per le persone. Per Eluana e per lasua famiglia».

COLETTI

«Chiniamoci sui fratelli bisognosi di vicinanza e cura»mm É* ome uomo innamorato della vita, e come cristiano fedele al Dio della speranza,* ^ ^ * provo dolore e rincrescimento per la piega che la vicenda di Eluana ha preso».Queste le parole del vescovo di Corno Diego Coletti. «Sappiamo che esiste un robustoconsenso presso la comunità giuridica e scientifica nel ritenere i mezzi di sostegno vitaleuna forma di accudimento assolutamente dovuta a ogni persona malata, specie segravemente disabile. Sappiamo anche che, dal punto di vista scientifico, lo stato vegetativonon può dirsi certamente irreversibile. In più la comune coscienza etica ci trattiene dallevare la nostra mano per dare la morte. Ci spinge invece, come il buon samaritano, achinarci su ogni fratello bisognoso di vicinanza e di cura.Tutte cose a cui i giudici dellasuprema Corte non hanno voluto dare ascolto. Prego per la sorte di Eluana, ma ancheper la disperazione dei suoi familiari, alla quale peraltro non si può acconsentire, ma solorispondere con una rinnovata offerta di prossimità e di speranza. Ciò che mi sta a cuore,inoltre, è la ricaduta diseducativa di questa vicenda. Mi domando cosa mai potràrispondere una mamma al suo figlio di otto anni che gli domanda, secondo unatestimonianza che mi hanno riferito,"se io sto male come Eluana, cosa farà il papa?".Appellarsi al rispetto della libertà individuale (fra l'altro, nel caso di Eluana, ricostruitacon molta approssimazione) è solo un pretesto per nascondere le inadempienze della

nostra solidarietà. La vicenda di Eluana, suo malgrado,rischia di funzionare come un grimaldello che incrinala cultura dell'amore e del rispetto della vita. E cherende assopite le nostre coscienze proprio laddove la

' vigilanza dovrebbe essere massima».

Suor llde: mai pariate ai media di eutanasiaLa religiosa: dico solo no all'accanimento terapeuticoII superiore generate: «Assurda cultura della morte»

Era a Genova per ritirare il Premio "Unadonna fuori dal coro", suor Ildefonsa,quando ha parlato con i giornalistidicendosi contraria all'accanimentoterapeutico (come sostiene del resto laChiesa). Parole che da alcuni mediasono state interpretate invece come unarinuncia alle cure, se non un'implicitaapertura all'eutanasia. È la stessareligiosa a scrivere una lettera (vedibox) in cui spiega alla superioragenerale, madre Maria Irene, il suopensiero e si rammarica per il modo incui è stato interpretato. Un paradosso: ilriconoscimento internazionale di cuiera stata insignita viene attribuito a

"quelle donne che col loro impegnocostante e silenzioso ridanno dignitàumana a coloro ai quali la dignità èstata calpestata". E suor Ildefonsa, silegge nelle motivazioni, "ha dedicatopiù di 60 anni a soccorrere gli altrilavorando in Italia, Madagascar,Polonia, Bielorussia...". Donandosi cioèproprio a vite ridotte ai minimi terminiper le quali oggi qualcuno invoca ladolce morte . Non a caso il Premio si»

definisce "una finestra su quella partedi mondo che il silenzio fa caderenell'oblio, l'occasione di ascoltare lavoce di chi di solito è obbligato atacere".

LA LETTERA

«Sorpresa e dispiaciutadi essere stata fraintesasulla sacralità della vita»Carissima Madre Maria IreneSento il bisogno di manifestare a lei il mio verointendimento nel parlare del tema dell'accanimentoterapeutico e testamento biologico per il quale il mionome è finito sui giornali. Sono sorpresa e dispiaciutache la mia conversazione - forse non precisa nelleparole - sia stata ripresa e usata dalla stampa peraccreditare forme di volontaria omissione di aiutomedico ai malati gravi che costituiscono forme dieutanasia. Ho passato la mia vita nel soccorrere eaiutare persone con gravi limiti (bimbi, malati,anziani) e mai li ho ritenuti "vegetali" o non degni diessere aiutati a vivere. Quello che personalmente

rifiuto è l'accanimento terapeutico nel senso e nelleforme illustrate dal magistero della Chiesa. Se iltestamento biologico di cui si parla oggi avesse peroggetto interventi del tipo eutanasia è chiaro che è darifiutare.Sono stata abituata con don Orione a «vedere e servireCristo nell'uomo» sapendo che «nel più misero degliuomini brilla l'immagine di Dio» e respingo ogni attoo omissione che attenti alla sacralità della vita.Cara Madre, voglia comprendere il mio stato diamarezza nell'essere stata occasione di malainterpretazione su valori sacri e per i quali ho speso eintendo spendere tutta la mia vita. Don Orione miaiuti a perseverare nella via del bene in piena unitàcon il magistero della Chiesa.Deo gradasi

Suor Maria Ildefonsa Busatta

DA MILANOLUCIA BELLASPIGA

Se ci sono persone chela sofferenza la tocca-no con mano, ogni

giorno e ogni notte, nei suoiamiti più estremi e appa-rentemente disumani, que-sti sono proprio gli orionini:mille religiosi, 850 religiose eun numero elevatissimo dilaici che in trenta nazionidedicano l'intera loro esi-stenza a quello che alcunioggigiorno definirebbero ilpiù vano degli

stenza 'a vite «Ho passatobisognose ditutto. Solo chiha visitato cer-ti loro reparti,chi ha vistol'impegno pro-fuso dietro pa-zienti del tutto n . IMIprivi - almeno Vegetali »per quanto sene può sapere- di facoltà mentali e reazio-ni consce, può capire il lorocarisma. «Che per noi di donOrione è di aiutare la "vitadebole" in tutte le sue forme- precisa don Flavio Peloso,superiore generale dellacongregazione -. Per questoanche solo un possibile e-quivoco nato attorno alleparole della nostra conso-rella ci ferisce in modo par-ticolare».

l'esistenza nelsoccorrerepersone congravi limiti e maili ho ritenuti

Suor llde, dedita da oltremezzo secolo con le Picco-le Suore Missionarie dellaCarità di don Orione alla di-gnità e alla cura di vite ri-dotte ai minimi termini,certamente non nega poi lastessa dignità quando la vi-ta è la sua.La sua e nostra vocazione,così come don Orione l'havoluta, è di riempire con lacarità la verità rivelata daCristo e insegnata dal magi-stero circa la sacralità e 1 a-more alla vita debole: debo-

le perché na-scente, o per-ché stabil-mente limita-ta (per disabi-lità o malat-tie), o perchéin "diminu-zione" (gli an-ziani).In effetti leparole di suorllde sono e-quilibrate e

chiare. Non si e mai lonta-namente sognata di accen-nare all'eutanasia. Perché,a partire dal Secolo XlXe poia seguire con i quotidianiche hanno ripreso imme-diatamente la notizia, è sor-to l'equivoco?L'abbaglio forse nasce dalfatto che suor llde, che co-nosco molto bene, voleva ri-badire il netto no all'accani-mento terapeutico: un rifiu-

to sacrosanto, che la Chiesasostiene senza esitazione al-cuna precisando cosa equando debba intendersi' accanimento terapeutico".Leggo che suor llde ha par-lato anche di "testamentobiologico", considerandolonel suo significato ristrettodi "rifiuto dell'accanimentoterapeutico". Purtroppo nel-la battaglia ideologica sca-tenata su questi temi si fapassare come "accanimen-to terapeutico" anche ilsemplice e doveroso e cari-tatevole "aiutoalla vita", co-me nel caso diEluana Engla-ro.Perché alloratanto clamo-re?Attualmente lalegislazionevuole appro-priarsi del di-ritto di stabili-re quando unavita è degna e quando no.Con la tecnica dei casi pie-tosi si prepara la spallata, sicreano le premesse per farpassare un'ideologia e unalegislazione che si appropriadel diritto di vita e di morte.Una prospettiva molto pe-ricolosa: se passa l'idea diun diritto privato di decide-re della propria vita, tantopiù si arriverà a un dirittopubblico in potere di farlo...

Il sacerdote:«La legislazionevuoleappropriarsidel diritto distabilire quandouna vita è degna»

II ritorno a un fosco passa-to, nella sostanza.Viene in mente l'immaginedell'ufficiale nazista che adAuschwitz, sul binario dellamorte, decideva con unsemplice movimento di undito, con un sì o un no, se ideportati dovevano finire di-rettamente al forno crema-torio o sopravvivere.Perché molti oggi sembra-no propendere sempre perscelte di morte anziché divita? Si difende più il "dirit-to a morire" che non il di-

ritto a vivere,come sarebbeovvio e natu-rale..."Morte e vitasi sono af-frontate in unpoderosoduello", reci-tiamo nellasequenza li-turgica di Pa-squa. È quan-to avviene an-

cora oggi tra la cultura dellavita e la cultura della morte.I cristiani sono in prima li-nea in questo duello: pro-fessando l'amore alla vitaprofessano l'amore al Diodella vita. Abbiamo la fidu-ciosa tranquillità e costanzache l'ultimo a vincere è Dio,è la vita. Questo ci anima aresistere all'assurda culturadella morte che oggi tantospaventa. ;-:,, .

Conto alla rovescia per il ricorso alla Corte europea

DI PAOLO VIANA . .

Sarà una penalista belga, che inse-gna all'Università di Lovanio, a de-cidere se sia ammissibile o meno

il ricorso presentato alla Corte europeadei diritti dell'uomo per salvare Ema-na. Le 34 associazioni che lo firmanohanno invocato la procedura d'urgen-za e nelle prossime ore Francoiselulkens riunirà la seconda sezione del-

la corte. Potrebbe ammettereil ricorso e sospendere imme-diatamente i provvedimenticontestati, a partire dal decre-to della corte d'appello di Mi-lano che permette al tutore diEluana di interrompere l'ali-mentazione artificiale della

: v donna. È quello che speranole associazioni delle famiglie

dei disabili che accusano la magistra-tura - corte d'appello di Milano, Cas-sazione e Corte Costituzionale - di averliquidato il caso Eluana senza verifica-re rigorosamente lo stato di salute e lavolontà della giovane. Il ricorso affer-ma che, nelT accogliere le richieste diBeppino Englaro, ì giudici hanno vio-lato alcuni diritti fondamentali che lalegge italiana riconosce alle personeche si trovano nelle stesse condizioni

della ragazza lecchese.«Ogni anno l'Europa sanziona questogenere di errori - annota il vicepresi-dente del Parlamento europeo MarioMauro - e ci attendiamo che questo ca-so sia affrontato con la medesima se-verità: l'iter giudiziario attraverso ilquale si è arrivati alla condanna a mor-te di Eluana non può che lasciare scon-certati anche sotto il profilo giuridico;siamo di fronte a uno stravolgimentodella Costituzione repubblicana, oltreche della convenzione di Oviedo e del-la Carta dei diritti fondamentali del-l'Unione europea». Mauro ha presen-tato un'interrogazione alla Commis-sione europea e una al Consiglio euro-peo. Sullo sfondo, l'europarlamentarelancia un'accusa ben precisa - «un tri^bunale si sostituisce alle leggi del no-stro Paese» - che indirizza contro la

II vicepresidentedell'europarlamento Mauro:i giudici italiani si sostituisconoalla legge. Scendono in campoanche le donne marocchine

Corte di Cassazione, la cui sentenza,che ha respinto nei giorni scorsi il ri-corso del pubblico ministero presso laProcura Generale della Corte di appel-lo di Milano, è definita dal vicepresi-dente dell'Europarlamento «una con-danna gelida, fredda, calcolata». Mau-ro sottolinea che il potere giudiziarioin Italia «non gode di una legittimazio -ne democratica e nel momento in cuicerca di andare al di là dei propri com-piti, non applicando la legge, ma crean-

dola, dando voce a una presunta co-scienza sociale, tenta di esercitare unafunzione rappresentativa che mal si at-taglia alla sua indipendenza e terzietà».A riprova di queste affermazioni, l'eu-roparlamentare cita la nota con cui ilPrimo Presidente della Corte di cassa-zione ha accompagnato la sentenzadell'autunno 2007, che accoglieva l'i-stanza di Beppino Englaro mentre «inun sistema che funziona - annota - ilgiudice "parla" con le sentenze».A queste accuse, fatto del tutto inu-suale, i giudici italiani coinvolti a variotitolo nella polemica hanno replicatoimmediatamente: il Csm ieri ha aper-to una pratica «a tutela dei magistratidelle Sezioni Unite della Cassazione»e, in modo del tutto irrituale, pochi mi-nuti dopo la presentazione del ricorso,il sostituto procuratore generale della

Cassazione Marcello Matera faceva sa-pere a mezzo stampa che la richiesta diun intervento della Corte di Strasbur-go «è come se non esistesse: non ci so-no norme giuridiche che possano bloc-care il rispetto del verdetto della Su-prema Corte».Nelle prossime ore si vedrà se il giudi-ce Tulkens e i suoi colleghi della se-conda sezione sono della stessa opi-nione. Sul loro tavolo, in queste ore,stanno accumulandosi decine di ricorsi«salva Eluana». l i presentano soprat-tutto i disabili e le loro famiglie, checonsiderano iniquo il procedimentoche porta all'interruzione dell'alimen-tazione artificiale della ragazza di Lec-co. Ieri si è aggiunto anche quello del-l'Acmid, l'associazione delle donnemarocchine guidata dal deputato delPdl Souad Sbai.