Fotografia per raccontare luoghi e identità territoriali

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Nel 2009 Inizio a curare della pagina-rubrica “Fotografia & Ambiente” – per un impegno politico sociale ed ambientale della fotografia – sullo “Speciale Ambiente” quindicinale del quotidiano nazionale l’Opinione

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Lunedì 16 Novembre 2009 - Pagina 10

LA FOTOGRAFIA PER RACCONTARELUOGHI E IDENTITÀ TERRIRORIALI

di GIUSEPPE COCCO*

* RESPONSABILE PROGETTO OSSERVATORIOFOTOGRAFICO PAESISTICO TERRITORIALEAMBIENTALE FAREAMBIENTE

HENRY CARTIER BRESSON

photo Giuseppe Cocco

photo Giuseppe Cocco

così difficile guardare, ab-biamo l’abitudine di pensa-

re, riflettere sempre, più o menobene; ma non si insegna alla gente avedere”. Questo affermava il piùgrande fotoreporter di tutti i tempi,Henry Cartier Bresson, maestro in-discusso per tutti i fotografi.Da questa suggestione, partiremoper un lungo viaggio tra immagini eparole, documentazione e narra-zione dell’ambiente italiano: uncontenitore di aree agricole, terri-tori antropizzati, paesaggi naturalie urbani, beni culturali artistici epaesaggistici, archeologie industriali,atmosfere, produzioni tipiche; i-dentità distintive, materiali e im-materiali, concretizzabili con l’u-nico strumento in grado di renderlevisibili, la fotografia. Un appunta-mento quindicinale, una paginadello Speciale Ambiente de L’Opi-nione, nel quale, partendo dalleimmagini, racconteremo i guasti maanche la bellezza, perché svilupposostenibile, significa anche, curadella bellezza e dell’armonia, fontidi vita più gradevole e serena. Per inostri fotoreportage ambientalisti,useremo un’ottica grandangolare,per offrire, visioni quanto più al-largate e obiettive possibili, in gra-do di raccontare la realtà, evitandovisioni parziali, delimitate da unasoggettività preventiva e prevenuta.E’ possibile tratteggiare oggi un’im-magine fisica dei territori, che rap-presenti le caratteristiche, indivi-duando aspetti e peculiarità e-mergenti del territorio? Qual’èl’immagine territoriale e ambientale,quali gli elementi strutturali chepermettono di cogliere il senso diluoghi e territori naturali e antro-pizzati, in continua trasformazio-ne? A queste domande segue l’esi-genza di una lettura del territorio,che, configurandosi non, comesemplice illustrazione, ma stru-mento di documentazione, ricerca,storicizzazione, proponga l’affida-mento di questo lavoro di ricogni-zione alla fotografia professionale.Dunque, indagini sul paesaggio, in-teso come bellezza naturale e sto-rica da contemplare, ma anche, unlavoro sui cambiamenti nella mor-fologia dei territori e dell’ambiente,contenitori comprendenti anchel’uomo, con il suo agire e mano-mettere. In particolare, attraverso lafotografia, si può tentare di coglierela complessità e le stesse contrad-dizioni dei paesaggi naturali, ar-chitettonici e sociali, spesso sospesi

“E’ fra la naturalità e la tipicità deipropri elementi e, al tempo stesso,l’interferenza e la gravità di moltetrasformazioni. Da questo tipo dilettura, attenta alla rilevazione dellaforma del territorio e alle modifi-cazioni determinate dall’uomo, indefinitiva, si comprendono le rela-zioni fra natura e culture, ed e-merge la complessità dei segni,non sempre coerenti, che si so-vrappongono sui suoli, con le zonea rischio idrogeologico e quellepresidiate dall’agricoltura, sentinellacontro il degrado, anche sociale.Ambiente e territorio sono geogra-fia, storia, immaginazione; e, nellarappresentazione fotografica, sonodocumento, testimonianza, inter-pretazione, comunicazione, trasfi-gurazione, arte; a volte, tutte lecose insieme. Ciò che seduce e af-fascina della fotografia ambientale,come strumento sociale, è la so-vrapposizione di questi aspetti: unadoppiezza invisibile; un’immagine,in apparenza descrittiva, ma checontiene allusioni e rimandi nonimmediatamente percepibili chefanno della fotografia, un mezzo dicomunicazione potente. In una ci-viltà che vive, produce e consumacosì velocemente, la fotografia cisuggerisce che, l’unico modo pernon essere divorati è la posa, lalentezza dello sguardo con cui os-servare e collegare le cose, in unapproccio che proponga un viverelento, attraverso icone appartenentia un ordine contemplativo; una fo-tografia “padrona del tempo”, ispi-rata da sensazioni, pensieri, consi-derazioni. Questo tipo d’indaginevisuale, nasce dunque con l’obiet-tivo di fornire, al tempo stesso, unostrumento di controllo, documen-tazione, conoscenza, analisi dellarealtà, e denuncia costruttiva; unostrumento visivo importante per losviluppo di foto-inchieste prive dicondizionamenti, se pur dense dellasoggettività dell’autore. L’auspicioè che, molte persone, e soprattuttoi tecnici impegnati nelle trasforma-zioni dei territori, tornino a vederei luoghi attraverso gli elementi for-niti da questo nuovo sguardo.Quindi, un’iniziativa unica nel pa-norama ambientalista, e ancor pri-ma, giornalistico, per cui la narra-zione viene affidata per il 50% alleimmagini riconoscendo loro mag-giore capacità di raccontare,chiarire, focalizzare l’attenzione, diquanto non sappiano e possano faretante parole.

La rubrica vuole essere interattiva e quindi aperta a suggerimentisu temi, ambienti, luoghi e territori da approfondire e documentare.

A disposizione di tutti i lettori la mia mail:

“E’ così difficileguardare,abbiamo l’abitudinedi pensare,riflettere sempre,più o meno bene;ma non si insegnaalla gente a vedere”.