Post on 18-Mar-2016
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il cibo come relazione:aspetti psicologici ed educativi
dell’alimentazione
Maria Luisa BarbazzaPsicologa- Consulente e Mediatrice familiare
educazione alimentare
invito a riflettere suglisugli aspetti, non solo nutritivi del cibo
ma anche su quelli emozionali, educativi, formativi
e sul suo ruolo aggregante, sociale e
culturale
alimentarsi significa incontrare la mamma,
il caregiver, chi si prende cura di me
l’alimentazione,dall’allattamento in poi,
conserva un significato relazionale
il cibo è, fin dalla nascita, uno dei principali mediatori nella nostra relazione col mondo
che nutre un bambino instaura con lui una relazione profonda ed importante, essenziale per il suo
sviluppo psichico
nel neonato la sopravvivenza e quindi la vita
sono strettamente legati alla ricerca del benessere
il processo alimentare è al centro della vita emotiva del neonato e tutto gravita attorno ad esso con le emozioni più importanti:
la soddisfazione,la paura, la rabbia…
il cibo buono rinforza il vissuto di mamma buona
il benessere organico diventa benessere relazionale
benessere che è alla base di quel senso
di fiducia sul quale si fonda la personalità e l’identità sociale
l’atto del nutrire e dell’alimentarsi non è la semplice soddisfazione del bisogno biologico
è da subito un atto sociale e di comunicazione, un atto relazionale
carico di informazioni, di significati e di emozioni
il cibo rende persone
perché il nutrirsi e nutrire è fondamentale per la costruzione della soggettività, del senso del
sé
siamo quello che mangiamo
la competenza alimentare evolve parallelamente allo sviluppo
della mente, della reattività emozionale, delle competenze
sociali
il cibo è buono da mangiare ma anche da sentire e da pensare
incorporare, metter dentro , significa per un bambino,
porsi in relazione,accettare, fidarsi, conoscere, sperimentare…
nella prima infanzia si iscrivono nel nostro corpo dei significati e
delle associazioni che permangono perché
il corpo del bambino memorizza e quindi ricorda…
nella costruzione dei gusti alimentari intervengono
quattro tipi di fattoribiologicipsicologiciculturalisociali
il contesto familiare e socio-culturale esercita una forte condizionamento
sulla formazione dei suoi gusti alimentari e del suo rapporto col cibo in
generalequello che gli viene dato conta
tanto quanto da chi e da come gli viene dato
se mangio, accetto di appartenere, di far parte…chi mangia si sistema in un gruppo di riferimento (famiglia, classe, gruppo..)importanza della suggestione sociale
neofobiepossono corrispondere ad una fase
normale dello sviluppo
fase in cui struttura una sua alimentazione, ponendo scelte rigide
Ricerca in Francia nel 2008 su un campione di 840 bambini
divisi per fasce d’età 4/7 -11/14 -17/18avversione per le verdure (specialmente verdi)predilezione per il croccante (impanati, patatine..) tendenza a rifiutare cibi mescolatirifiuto per parti molli dei cibi (pelle, frattaglie, grasso della carne..)formaggi molto saporiti o alimenti che puzzano
i genitori hanno la responsabilità dell’alimentazione propria e dei dei
figli
soprattutto dello stile del rapporto col cibo
e della cura dei momenti legati al cibo
il pasto in famiglia è una sintesi originale di molti
aspetti
perché, oltre al cibo, entrano in gioco la cura , le attenzioni per gli altri
e le relazioni interpersonali
spesso i pasti sono un momento in cui emergono conflitti
su cui i bambini, soprattutto se piccoli, non hanno altro modo
di richiamare l’attenzione
la necessità di pasti veloci, semplici, ed
economicirischia di far cercare soluzioni
veloci, semplici ed economiche ai problemi che hanno a che fare con
l’alimentazione
la tavola è una grande occasione educativa
ma non dovrebbe essere un luogo di lezioni educative
la tendenza attuale è di tener separati i bisogni degli
adulti e quelli dei bambini
col rischio di mettere costantemente in primo piano
le esigenze dei bambini o di tenere i mondi separati
dalla parte dei bambinii dalla parte della famiglia
sono concetti che si equivalgono
perché un bambino può crescere meglio dove si sta bene
insieme
bibliografiaMangiare e crescere: aspetti cognitivi, sociali e relazionaliFrancisco Javier Fiz Perez
La difficoltà di alimentazione nei bambini:la generosità dell’accettare.Gianna Polocco Williams