Post on 15-Feb-2019
transcript
1
Incentivi al lavoro permanente e contratto a tutele crescenti:
una stima dell’impatto sulle nuove assunzioni nel 2015
M. Centra* e V. Gualtieri**
Sessione 11 (a) - La valutazione di impatto delle politiche pubbliche
Paper per la IX Conferenza ESPAnet Italia
“Modelli di welfare e modelli di capitalismo.
Le sfide per lo sviluppo socio-economico in Italia e in Europa”
Macerata, 22-24 settembre 2016
* Isfol, m.centra@isfol.it; ** Isfol, v.gualtieri@isfol.it
2
Introduzione1
Nel corso del 2015 si è registrato, oltre ad un incremento particolarmente marcato del numero di
occupati dipendenti a tempo indeterminato, un flusso consistente di assunzioni nel lavoro
permanente e di trasformazioni di rapporti di lavoro a termine in tempo indeterminato, nonché una
pressoché stabilità nel numero di cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato (ISTAT,
2016; INPS, 2016). Tali dinamiche hanno generato un saldo tra attivazioni, trasformazioni e
cessazioni di rapporti di lavoro marcatamente positivo, segnando una forte discontinuità con gli
anni precedenti (INPS, 2016).
L’incremento delle nuove assunzioni a tempo indeterminato è coinciso con la ripresa della crescita
economica: nel primo trimestre 2015 si è registrata la prima variazione positiva del prodotto interno
lordo dal 2011. Nei trimetri successivi la crescita ha mantenuto il segno positivo, sebbene con valori
inferiori all’1%, a conferma di una certa stabilità della ripresa economica.
In passato si è osservato un marcato ritardo tra l’uscita da una fase recessiva e la ripresa della
dinamica occupazionale, in special modo per il lavoro permanente, ritardo dovuto all’incertezza
sugli scenari futuri che caratterizza normalmente la fase iniziale di ripresa economica. Ancora, le
due fasi recessive nel periodo 2009-2014 sono state caratterizzate dalla riduzione dell’occupazione,
tramite mancati rinnovi di contratti a termine e licenziamenti, ma in misura maggiore dalla
diminuzione dell’orario di lavoro; il numero medio di ore lavorate ha subito una flessione più che
proporzionale rispetto al numero di occupati, rivelando una strategia delle imprese, in reazione al
progressivo calo degli ordinativi, volta in qualche misura al mantenimento della base
occupazionale, regolando l’input di lavoro tramite la rimodulazione degli orari. Nella prima fase di
ripresa della crescita si attendeva pertanto un aggiustamento dell’input di lavoro improntato
all’aumento delle ore lavorate e, solo in un secondo momento, il ricorso a nuove assunzioni. Il
marcato incremento dei nuovi contratti a tempo indeterminato appare quindi eccessivamente
anticipato rispetto alle attese, anche in considerazione del volume dei nuovi contratti, e
riconducibile solo in parte all’uscita dalla fase recessiva. Il comportamento dei datori di lavoro
sembra dovuta in buona parte a motivi diversi dalla ripresa della crescita.
Nel 2015 si sono registrate importanti modifiche nella normativa sul lavoro, sia in ordine ad
incentivi economici all’assunzione che alla regolamentazione delle forme contrattuali (Sestito e
Viviano, 2016).
La legge di stabilità per il 2015 ha introdotto un incentivo economico per le assunzioni di personale
dipendente a tempo indeterminato, o trasformazioni di rapporti a termine (l. 190/2014, art. 1, c.
118); la norma prevedeva l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali fino ad un
limite massimo di 8.060 euro all’anno per tre anni per le assunzioni e le trasformazioni avvenute nel
2015. Per le assunzioni e trasformazioni dal gennaio 2016 l’esonero contributivo è stato mantenuto
ma ridotto al 40%. La norma prevedeva l’ammissibilità all’incentivo per tutte le assunzioni a tempo
indeterminato e trasformazioni di contratti a termine ad esclusione di lavoratori occupati, presso
qualsiasi datore di lavoro, con contratto a tempo indeterminato nei sei mesi precedenti l’assunzione;
o già occupati a tempo indeterminato nel quarto trimestre 2014 con il medesimo datore di lavoro o
con società da questi controllate o a questi collegate.
Nel marzo 2015 è stato inoltre introdotto, nell’ambito delle riforme del mercato del lavoro volute
dal Jobs Act (l. 183/2014), il c.d. contratto a tutele crescenti, a parziale riordino delle tutele sul
licenziamento nel lavoro subordinato (d.lgs 23/2015). La nuova disciplina prevede la possibilità di
indennizzo economico in misura proporzionale all’anzianità del rapporto di lavoro in caso di
licenziamento illegittimo in sostituzione della possibilità di reintegro nel posto del lavoro previsto
dalla disciplina precedente.
1 Le opinioni espresse dagli autori non rappresentano necessariamente quelle dell’Ente di appartenenza. Il presente lavoro fa parte del programma di studi sul mercato del lavoro avviato tra l’Isfol e il Dipartimento di Scienze
Sociali ed economiche dell’Università Sapienza di Roma.
3
Il presente lavoro mira a valutare gli effetti, in termini occupazionali, delle due modifiche normative
introdotte nel 2015, al fine di misurare quanta occupazione additiva tali norme hanno creato e di
quantificare un eventuale effetto di sostituzione tra lavoro temporaneo e lavoro permanente.
L’ipotesi alla base del lavoro prevede che il volume di nuove assunzioni/trasformazioni di rapporti
di lavoro a tempo indeterminato contenga una componente dovuta alla ripresa economica e una
dovuta alle modifiche normative.
Il contributo ha dunque un duplice obiettivo: da un lato, stimare e isolare il numero di contratti di
lavoro a tempo indeterminato che sono stati attivati in ragione dello sgravio contributivo e del
contratto a tutele crescenti; dall’altro misurare l’impatto delle due modifiche normative
sull’incidenza di contratti a tempo indeterminato (calcolata sul totale delle assunzioni nel lavoro
subordinato).
Va chiarito che le due modifiche normative, in questa sede valutate congiuntamente, hanno
caratteristiche molto diverse. Lo sgravio contributivo ha carattere spiccatamente congiunturale, dal
momento che produce una diminuzione cospicua del costo del lavoro per tre anni per le sole
assunzioni avvenute nel corso del 2015. Il contratto a tutele crescenti è al contrario una riforma
strutturale che modifica in modo sostanziale la disciplina sul licenziamento. Per tali ragioni sarebbe
opportuno valutare separatamente le due misure, scorporando gli effetti netti sull’occupazione del
solo sgravio contributivo o dell’introduzione del contratto a tutele crescenti, coma fatto da Sestito e
Vivano per il Veneto (Sestito e Viviano, 2016). Tuttavia le informazioni disponibili nei dati
utilizzate per le analisi (di fonte Cico – MLPS) non consentono, nella attuale versione, di scorporare
le due misure. Il rapporto annuale del INPS 2016 riporta un’analisi utile a comprendere la natura
dell’incremento dell’occupazione permanente registrato nel 2015, concludendo che, da un lato,
l’esonero contributivo ha generato una massiccia campagna di stabilizzazioni di rapporti a termine,
di apprendisti e di parasubordinati e, dall’altro, sembra aver generato una quota elevata di
occupazione aggiuntiva (INPS, 2016).
Il lavoro è strutturato in tre parti. i) Nella prima parte sono descritte le fonti dati utilizzate per le
analisi empiriche e il disegno metodologico implementato; ii) nella seconda parte, di carattere
descrittivo, sono riportate le serie storiche degli avviamenti di rapporti di lavoro a tempo
indeterminato, delle trasformazioni di rapporti di lavoro a termine in tempo indeterminato e delle
cessazioni di rapporti di lavoro sia a termine che permanente, con particolare riferimento ai contratti
avviati e trasformati tramite agevolazione contributiva. In questa parte del lavoro viene analizzata la
variazione incrementale del numero di nuovi contratti avviati per ciascun mese del 2015 rispetto al
mese corrispondente nel 2014; iii) la terza parte del lavoro è dedicata a presentare i risultati di un
esercizio valutativo volto a stimare gli effetti dell’incentivo economico e del contratto a tutele
crescenti sull’occupazione permanente in termini di incidenza dei rapporti di lavoro avviati con
contratto a tempo indeterminato sul totale degli avviamenti di rapporti di lavoro subordinato. Il
contributo si conclude con delle brevi riflessioni.
1. I dati e la metodologia
Le analisi sono basate sui dati ricavati dal Sistema statistico delle comunicazioni obbligatorie on-
line (Sisco) del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (MLPS)2. La fonte fornisce in forma
aggregata i flussi di attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro dipendente e i flussi di
trasformazioni in rapporti a tempo indeterminato di rapporti a termine o di apprendistato. L’utilizzo
della fonte Sisco impone alcune considerazioni di carattere metodologico al fine di interpretare
correttamente i risultati ottenuti. In primo luogo i dati sono riferiti a eventi (rapporti di lavoro
attivati, trasformati e cessati) e non ad individui; inoltre i dati riportano informazioni sui flussi e non
2 Il Sistema statistico delle comunicazioni obbligatorie on-line è alimentato dalle trasmissioni effettuate dai datori di lavoro che, al momento dell’attivazione, proroga, trasformazione o cessazione di un rapporto di lavoro, sono tenuti a
darne comunicazione ai servizi per l’impiego territorialmente competenti (decreto interministeriale del 30 ottobre 2007
e la successiva nota circolare n. 8371 del 21 dicembre 2007).
4
sulle consistenza degli occupati. Tali elementi impediscono un confronto immediato con gli usuali
indicatori del mercato del lavoro (tassi di occupazione e di disoccupazione, tassi di transizione tra
forme di lavoro, tassi di turnover, ecc.). Pertanto la lettura dei dati deve riferirsi alle modifiche nei
comportamenti della domanda di lavoro, elemento chiave per valutare l’impatto delle modifiche
normative sui flussi occupazionali. I dati sono quindi riferiti a informazioni sui flussi nel lavoro
dipendente e non consentono di ricostruire le consistenze crossezionali; l’utilizzo di dati di flusso è
stato motivato dalla loro maggiore capacità informativa sull’impatto delle modifiche normative sul
mercato del lavoro subordinato, dal momento che sensibili variazioni negli ingressi, nelle cessazioni
e nelle trasformazioni di lavoro dipendente si traducono in piccole variazioni degli aggregati,
rendendo scarsamente informativa la misura delle variazioni nelle serie storiche degli stock. Inoltre
i dati utilizzati hanno carattere censuario3 mentre i dati crossezionali, utilizzati per le stime ufficiali
sui principali indicatori del marcato del lavoro, sono generalmente ricavati da indagini campionarie
(Rilevazione Istat sulle forze di lavoro) e le stime sono affette da errore campionario. Ancora, dati
riferiti a flussi di eventi, ricavati da archivi amministrativi, consentono di identificare in misura più
precisa, rispetto a dati crossezionali, eventuali discontinuità nelle serie storiche riconducibili ad
azioni di policy e a conseguenti modifiche nel comportamento dei datori di lavoro.
I dati di fonte Sisco sono stati utilizzati sia in forma aggregata che individuale. Nel primo caso si è
fatto ricorso alla base dati per il monitoraggio delle politiche del lavoro, ricavata dagli archivi
gestionali delle comunicazioni obbligatorie on-line, fornita dal MLPS all’ISFOL in forma aggregata
ma con copertura censuaria. Tale base dati ha alimentato la parte descrittiva e, in particolare,
l’analisi delle serie storiche di avviamenti, cessazioni e trasformazioni e lo studio delle variazioni
incrementali. Nel secondo caso è stato utilizzato il file dati, denominato CICO, diffuso dal MLPS
nell’ambito della diffusione dei Microdati per la ricerca4. Si tratta di una collezione campionaria in
forma di dati individuali, ricavata dal medesimo archivio delle comunicazioni obbligatorie on-line.
Tale dataset è stato utilizzato per la stima dell’effetto della normativa sull’occupazione nella terza
parte del lavoro.
Per specifici approfondimenti di carattere descrittivo sono utilizzati anche i dati diffusi dall’INPS
tramite l’Osservatorio sul precariato5. I dati forniscono informazioni simili alla fonte Sisco (flussi
di attivazioni, cessazioni e trasformazioni di rapporti di lavoro) ma con una differente copertura
della popolazione di interesse. L’Osservatorio sul precariato non include il pubblico impiego
(tranne i lavoratori degli enti pubblici economici) i lavoratori domestici e gli operai agricoli e
comprendono il lavoro somministrato e il lavoro intermittente, mentre la base informativa ricavata
da Sisco non comprende queste ultime due tipologie e include il pubblico impiego e gli operai
agricoli. I dati diffusi dall’INPS consentono inoltre, a differenza della base informativa diffusa dal
MLPS, di distinguere gli avviamenti agevolati secondo quanto previsto dalla l. 190/2014 (art. 1, c.
118).
Il disegno metodologico, in coerenza con gli obiettivi del lavoro, segue un percorso in tre fasi.
i) Nella parte descrittiva sono presentate le serie storiche di flussi in ingresso e in uscita dal lavoro
subordinato, distinte per forma di contratto (a tempo determinato, indeterminato e, in alcuni casi, in
apprendistato), comprese le trasformazioni di rapporti di lavoro a termine in lavoro a tempo
indeterminato. I dati hanno cadenza mensile6; le serie storiche sono riportate sia in forma grezza che
destagionalizzata7. In questa fase si riporta, sempre in chiave descrittiva, il volume delle assunzioni
agevolate, ai sensi della l.190/2014 già richiamata, e la relativa incidenza sul totale delle assunzioni.
3 La base dati utilizzata per la stima del modello nella terza parte del lavoro utilizza una collezione campionaria, ma con
una numerosità molto elevata e in grado di produrre stime più attendibili rispetto alle fonti ricavate da indagini. 4 https://www.cliclavoro.gov.it/Barometro-Del-Lavoro/Pagine/Microdati-per-la-ricerca.aspx 5 https://www.inps.it/portale/default.aspx?sID=;0;9899;&lastMenu=10070&iMenu=1&itemDir=10342 6 In alcuni casi, nelle serie storiche riferite a periodi particolarmente lunghi, sono stati utilizzati dati trimestrali, ottenuti
come somma di dati mensili. 7 L’utilizzo, accanto ai dati grezzi, delle serie al netto dei fattori di stagionalità si è reso necessario al fine di consentire un’analisi della dinamica mensile. Diversamente, il marcato carattere di stagionalità dell’utilizzo di specifiche tipologie
di contratto, nonché della composizione in ordine a caratteristiche sia demografiche (genere, età, regione di lavoro) che
dell’occupazione (durata prevista ed effettiva del rapporto di lavoro, settore di attività economica, professione), avrebbe
5
ii) Oltre alla semplice osservazione delle serie storiche, che consentono di dare conto della marcata
discontinuità registrata dall’inizio del 2015, e agli usuali indicatori di variazione, è stato utilizzato
un indice sulle differenze incrementali a distanza di un anno8. Tale indicatore consente di misurare
lo scostamento della variazione osservata rispetto alla corrispondente variazione osservata nell’anno
precedente. In tal modo è possibile fornire una misura più precisa delle discontinuità osservate nelle
serie storiche degli aggregati di interesse (attivazioni, cessazioni e trasformazioni). In altre parole la
variazione incrementale misura lo scostamento osservato al netto di quanto si sarebbe verificato se
la variazione fosse stata pari a quella dell’anno precedente. In tal senso l’indicatore non configura in
alcun modo un approccio controfattuale, dal momento che non tiene conto di cambiamenti nei
fattori di contesto.
iii) In questa fase viene sviluppato un disegno di valutazione secondo lo schema diff-in-diff (Martini
e Sisti, 2009), implementato sui soli avviamenti di rapporti di lavoro escludendo quindi le
trasformazioni9. Al fine di stimare l’effetto netto della normativa sull’incidenza degli avviamenti a
tempo indeterminato sul totale degli avviamenti, è stato seguito un approccio controfattuale che ha
previsto la stima della dinamica che avrebbe avuto l’incidenza degli avviamenti a tempo
indeterminato sul totale degli avviamenti in assenza delle modifiche normative (dinamica
spontanea). In accordo con il metodo diff-in-diff sono stati definiti un gruppo di trattamento e un
gruppo di controllo, sfruttando uno dei criteri di eleggibilità per la fruizione dello sgravio
contributivo10
. Il gruppo di trattamento è costituito dagli avviamenti potenzialmente ammissibili
allo sgravio, vale a dire tutti gli avviamenti a tempo determinato o indeterminato che hanno
coinvolto lavoratori non già occupati a tempo indeterminato nei sei mesi precedenti l’avviamento; il
gruppo di controllo è costituito dagli avviamenti a tempo determinato e indeterminato di lavoratori
già occupati a tempo indeterminato nei sei mesi precedenti l’avviamento stesso. Il modello è stato
stimato sugli eventi registrati nel 2014 e nel 2015, considerando il 2015 l’anno del trattamento; la
variabile outcome è determinata dal carattere dell’assunzione, a tempo determinato o indeterminato,
espressa come variabile dicotomica.
In ottica sperimentale, ossia nel caso in cui i gruppi di trattati e di controlli fossero stati estratti in
maniera randomizzata dai potenziali beneficiari delle misure, e nel caso dei trattati ai datori di
lavoro fosse stata data l’opportunità di assumere con contratto a tempo indeterminato incentivato o
con contratto a termine (non incentivata), mentre nel caso dei controlli ai datori di lavoro fosse stata
data la possibilità di assumere a tempo indeterminato o a termine senza alcun incentivo, sarebbe
stato possibile misurare l’effetto di sostituzione operando una semplice sottrazione. In altri termini
sarebbe stato possibile misurare il vantaggio delle misure verificando la variazione della quota di
impedito l’osservazione di eventuali discontinuità nelle serie storiche, riconducibili alle modifiche normative. Per la
procedura di destagionalizzazione si è fatto ricorso all’applicativo Demetra+ ed è stato utilizzato un modello ARIMA
X13. 8 L’indicatore è costruito secondo una meccanica propria del modello diff-in-diff (Martini e Sisti, 2009): alla variazione
tra il numero di avviamenti registrati in ciascun mese del 2015 e il mese corrispondente del 2014 è stata sottratta la
medesima variazione osservata tra il 2014 e il 2013, ipotizzando che in assenza delle modifiche normative introdotte nel
2015 (sgravio contributivo da gennaio a dicembre 2015 e contratto a tutele crescenti da marzo 2015) si sarebbe
osservata la stessa variazione del biennio 2013-2014. Tale ipotesi non è sufficientemente robusta da configurare un costrutto controfattuale, tuttavia offre una lettura descrittiva della discontinuità osservata nel 2015, non consentendo
comunque di derivare relazioni causali. 9 L’esclusione delle trasformazioni è motivata dall’impossibilità di identificare correttamente le trasformazioni sul
dataset CICO che, a differenza del dati aggregati ricavato dal sistema SISCO, non consente l’identificazione puntuale
dei rapporti di lavoro trasformati. 10 La norma prevede che i casi più rilevanti per i quali il beneficio allo sgravio non è ammesso siano riconducibili
principalmente a tre categorie di lavoratori: 1) assunzione o trasformazione di lavoratori occupati, presso qualsiasi
datore di lavoro, con contratto a tempo indeterminato nei sei mesi precedenti l’assunzione; 2) assunzione o
trasformazione di lavoratori già occupati a tempo indeterminato nel quarto trimestre 2014 con il medesimo datore di
lavoro o con società da questi controllate o a questi collegate ai sensi dell’ar t. 2359 c.c., o comunque facenti capo,
ancorché per interposta persona, al datore di lavoro medesimo; 3) assunzione o trasformazione attivata da un’impresa non in regola con il Durc, Documento unico di regolarità contributiva (INPS, 2016, p. 36). I dati a disposizione
consentono di verificare solo il primo dei requisiti che tuttavia è il più rilevante, come risulta dalle statistiche diffuse
dall’INPS (INPS, 2016, p. 39).
6
rapporti di lavoro attivati con contratto a tempo indeterminato (sul totale dei rapporti di lavoro
subordinati attivati) tra il gruppo di trattati e il gruppo di controllo.
Poiché il disegno implementato è molto distante da una situazione sperimentale, ossia non è in
alcun modo possibile assumere che il gruppo dei trattati e il gruppo di controllo siano
statisticamente uguali in relazione alle caratteristiche osservate, al fine di misurare l’impatto della
modifica alla normativa sull’incidenza di avviamenti a tempo indeterminato non è possibile
semplicemente sottrarre i valori delle quote di ciascun gruppo ma occorre calcolare tale differenza
al netto delle differenze tra i due gruppi. Le differenze tra gruppo di trattati e gruppo di controllo
possono essere imputate sia alle caratteristiche strutturali dei due gruppi (sesso, età, regione di
residenza, ecc.) sia a comportamenti differenti nel tempo dei due gruppi (Trivellato, 2009). Se tali
differenze non vengono opportunamente prese in esame e controllate statisticamente i risultati
ottenuti possono essere affetti da distorsione da selezione (selection bias) e da distorsione da
dinamica spontanea (maturation) (Martini e Strada, 2011). Il metodo di valutazione implementato
permette di controllare entrambe queste differenze (una “doppia differenza”), una differenza nel
tempo (pre-post) e una differenza fra soggetti (destinatari e non destinatari): le prime vengono
controllate inserendo nel modello statistico una serie di paramenti time invariant, le seconde
facendo ricorso sia alle informazioni sui gruppi di trattamento e di controllo nel 2015 sia alle
medesime informazioni nell’anno precedente, ossia in assenza di modifiche alla normative. Il
disegno di valutazione così definito non garantisce tuttavia che il gruppo di controllo sia
indipendente dalle politiche oggetto di interesse. E’ verosimile che la dinamica dell’incidenza degli
avviamenti a tempo indeterminato tra il 2014 e il 2015 osservata sul gruppo di controllo sia
influenzata dalla possibilità di fruire della decontribuzione dal momento che i datori di lavoro
potrebbero aver preferito assumere un lavoratore eleggibile in sostituzione di un lavoratore non
ammissibile allo sgravio contributivo. Tale effetto può essere in parte recuperato controllando per le
caratteristiche dei lavoratori tra i due gruppi tramite le covariate di controllo inserite nel modello. In
sintesi a causa di tale effetto l’assunto di parallelismo potrebbe non essere sufficientemente robusto.
2. Le analisi descrittive
2.1 Il quadro d’insieme
Nel 2015 si rileva una forte discontinuità nella dinamica del lavoro a tempo indeterminato. Nel
corso del 2015 si sono registrati 2.347.101 avviamenti di nuovi rapporti di lavoro subordinato a
tempo indeterminato11
, con un incremento rispetto al 2014 pari al 43,6%. Il numero di cessazioni di
rapporti di lavoro permanente è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente,
mentre le trasformazioni in contratti di lavoro a tempo indeterminato, sono risultate, sempre nel
2015, pari a 499.303, con un aumento rispetto al 2014 del 76,7%. Il saldo tra attivazione,
trasformazione e cessazione nel 2015 è risultato pari a +772.094 nuovi rapporti di lavoro a tempo
indeterminato.
Analizzando un intervallo temporale più ampio, il flusso di nuovi avviamenti di rapporti di lavoro
dipendente a tempo indeterminato ha mostrato, al netto dei fattori di stagionalità, un andamento
variabile nel periodo 2010-2015 (Fig. 1): il trend si è mostrato stabile nella breve fase di ripresa tra
il 2010 e il 2011, e in marcata flessione nel biennio successivo, in coincidenza con la fase più critica
della crisi occupazionale. Nel 2014, la pur debole ripresa dell’occupazione ha interessato anche il
lavoro permanente, che ha interrotto la fase negativa. Nel quarto trimestre 2014 si è osservata una
lieve flessione del numero di nuovi contratti, dovuta presumibilmente alla decisione da parte dei
datori di lavoro di rimandare le assunzioni previste all’anno successivo in modo da usufruire dello
sgravio contributivo e della nuova disciplina prevista dal contratto a tutele crescenti.
11 I dati utilizzati nel presente paragrafo, se non diversamente specificato, provengono dal Sistema informativo delle
comunicazioni obbligatorie on-line (Sisco), del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; il file dati è in forma
aggregata e con copertura censuaria.
7
La dinamica del numero di trasformazioni di contratti a termine si è mossa parallela all’andamento
delle attivazioni a tempo indeterminato.
Nel primo trimestre 2015 il numero dei nuovi rapporti di lavoro è aumentato in ragione del 24,7%
rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e del 24,2% rispetto al trimestre precedente. Su
base tendenziale, gli incrementi più elevati hanno interessato il settore industriale (45%), le regioni
del nord-est (36,6%), i più giovani (33,7%) e la componente maschile della popolazione (31%). Da
segnalare, inoltre, la ripresa delle assunzioni a tempo indeterminato anche nel settore edile (19,8%),
tra i più colpiti dalla crisi occupazionale.
Nel quarto trimestre 2015 il flusso di nuovi contratti ha fatto registrare l’incremento più rilevante
nell’anno (100,9% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, 77,5% rispetto al trimestre
precedente), dovuto presumibilmente all’annunciata riduzione dell’esonero contributivo dal 100%
al 40% per il 2016.
Fig. 1 Avviamenti di rapporti di lavoro a tempo indeterminato e trasformazioni di rapporti a termine in tempo indeterminato. Serie trimestrale destagionalizzata.
Fonte: elaborazioni su dati SISCO, MLPS.
L’andamento del numero di cessazioni di rapporti di lavoro a termine è aumentato
progressivamente dal 2013 a tutto il 2014, in coerenza con il trend crescente dei rapporti di breve
durata (fig. 2). Nel 2015 il numero di cessazioni a termine registra una brusca inversione di
tendenza, dovuta alle mancate cessazioni convertite in trasformazioni a tempo indeterminato. Il
numero di cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato registra nel 2015 un incremento
compreso tra 5.000 e 10.000 unità /mese tra marzo e settembre, per poi diminuire a fine anno.
50.000
150.000
250.000
350.000
450.000
550.000
650.000
350.000
450.000
550.000
650.000
750.000
850.000
950.000
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV
2010 2011 2012 2013 2014 2015
Avviamenti (asse SX) Trasformazioni (asse DX)Fig. 3 Avviamenti di rapporti di lavoro a tempo indeterminato e trasformazioni di rapporti a termine in tempo indeterminato. Serie trimestrale destagionalizzata. Fonte: elaborazioni su dati SISCO, MLPS
8
Fig. 2 Cessazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato e indeterminato. Dati destagionalizzati
Fonte: elaborazioni su dati SISCO, MLPS.
2.2 Avviamenti e trasformazioni agevolati: un approfondimento
Il numero di rapporti a tempo indeterminato che hanno usufruito dello sgravio contributivo nel 2015
è stato pari a 1.176.00012
(58% del totale delle assunzioni) (tab.1), mentre il numero di
trasformazioni agevolate (tab. 1) ha superato le 400mila unità (70% del totale delle trasformazioni).
L’incidenza degli avviamenti agevolati sul totale è rimasta compresa tra il 50% e il 60% nel corso
dell’anno (fig. 3), ad eccezione del mese di gennaio (37,0%) e di dicembre (81,8%), in coincidenza
del già osservato effetto soglia dovuto all’annunciata riduzione dello sgravio contributivo nel 2016.
La quota di trasformazioni agevolate ha fatto registrare un incremento deciso nel mese di marzo
(68,5% rispetto a 43,7% del mese precedente) e un incremento nel mese di dicembre (87,2%) (fig.
4).
12 I dati, in questo caso, sono di fonte Inps - Osservatorio sul precariato. Rispetto ai dati del MLPS, sono esclusi i
rapporti di lavoro della pubblica amministrazione, il lavoro domestico e gli operai agricoli e non comprendono il lavoro
intermittente.
150.000
160.000
170.000
180.000
190.000
200.000
210.000
220.000
230.000
240.000
250.000
470.000
480.000
490.000
500.000
510.000
520.000
530.000
540.000
550.000
560.000
570.000
1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112
2012 2013 2014 2015
Tempo determinato Tempo indeterminato
9
Tab 1. Assunzioni e trasformazioni di rapporti di lavoro dipendente*
Totale Media mensile
2014 2015 var %
2014-2015 2016** 2014 2015 2016
Assunzioni
A tempo indeterminato 1.273.700 2.025.684 59,0 328.899 106.142 168.807 109.633
di cui agevolate 1.176.182
79.337 98.015 19.834
A termine 3.368.458 3.454.697 2,6 826.067 280.705 287.891 206.517
In apprendistato 231.331 180.296 -22,1 50.376 19.278 15.025 12.594
Totale 4.873.489 5.660.677 16,2 1.205.342 406.124 471.723 301.336
Trasformazioni
Da tempo determinato 331.473 575.049 73,5 85.377 27.623 47.921 21.344
di cui agevolate 403.251
18.191 33.604 4.548
Da apprendistato 69.553 85.330 22,7 24.903 5.796 7.111 6.226
Totale 401.026 660.379 64,7 110.280 33.419 55.032 27.570
*) Lavoratori dipendenti privati esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli. Sono compresi i lavoratori degli enti pubblici economici. Sono rilevati tutti i rapporti di lavoro attivati nel periodo, anche quelli in capo ad uno stesso lavoratore, con riguardo a tutte le tipologie di
lavoro subordinato, incluso il lavoro somministrato e il lavoro intermittente. **) Periodo gennaio-aprile, dati provvisori. Fonte: INPS, Osservatorio sul precariato, aprile 2016.
Fig. 3 Avviamenti di rapporti di lavoro a tempo indeterminato agevolati:
valori assoluti e incidenza sul totale.
Fonte: elaborazioni su dati INPS, Osservatorio sul precariato, aprile 2016.
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
450.000
500.000
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1 2 3 4
2015 2016
Avviamenti (asse SX)
Incidenza sul totale (asso DX)Fig. 1 Avviamenti di rapporti di lavoro a tempo indeterminato eagevolati trasformazioni di rapporti a termine in tempo indeterminato. agevolate Serie mensile. Fonte: elaborazioni su dati INPS, Osservatorio sul precariato, aprile 2016.
10
Fig. 4 Trasformazioni di rapporti a termine in tempo indeterminato agevolate: valori assoluti e incidenza sul totale.
Fonte: elaborazioni su dati INPS, Osservatorio sul precariato, aprile 2016.
2.3 Le variazioni incrementali dal 2014 al 2015
Un’analisi più approfondita è stata condotta sul confronto tra la dinamica del flusso di nuovi
rapporti di lavoro registrata tra il 2014 e il 2015 e quella del biennio precedente. Per ciascuna forma
contrattuale considerata (trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, avviamenti a
tempo indeterminato, avviamenti a termine, cessazioni a tempo determinato, cessazioni a tempo
indeterminato), come già anticipato nel paragrafo sugli aspetti metodologici, è stata analizzata la
variazione mensile del numero di nuovi contratti tra il 2014 e il 2015, decurtata dalla stessa
variazione registrata tra il 2014 e il 2013. In tal modo si è ottenuta la variazione incrementale per
ciascun mese del 2015 rispetto al mese corrispondente nel 2014.
Tab. 2 Avviamenti a tempo determinato e indeterminato nel 2015: serie mensile, variazioni incrementali 2014-2015. Dati grezzi e destagionalizzati
mese
Osservati Variazione incrementale
Dati grezzi Dati destagionalizzati Dati grezzi Dati destagionalizzati
Tempo
indeterm.
Tempo
determ.
Tempo
indeterm.
Tempo
determ.
Tempo indeterm.
Tempo determ. Tempo indeterm. Tempo determ.
Va % va % va % va %
1 197.741 684.721 155.584 583.873 37.951 19,2 29.887 4,4 28.237 18,1 -9.102 -1,6
2 167.459 460.649 168.761 590.492 35.553 21,2 -59.226 -12,9 37.837 22,4 -32.455 -5,5
3 192.244 541.136 178.801 591.469 53.245 27,7 -53.536 -9,9 45.053 25,2 -39.266 -6,6
4 201.212 602.185 183.254 587.559 55.404 27,5 -29.416 -4,9 46.349 25,3 -35.987 -6,1
5 181.020 647.018 181.388 581.879 46.044 25,4 -8.223 -1,3 42.603 23,5 -23.734 -4,1
6 171.020 643.428 177.328 576.931 31.856 18,6 -18.596 -2,9 36.630 20,7 -19.302 -3,3
7 164.311 568.393 173.790 573.257 24.486 14,9 -29.808 -5,2 30.471 17,5 -16.513 -2,9
8 88.210 388.848 172.716 563.931 18.447 20,9 -3.743 -1,0 28.876 16,7 -21.154 -3,8
9 244.004 800.925 177.088 551.086 14.820 6,1 -5.500 -0,7 35.259 19,9 -30.539 -5,5
10 200.816 584.841 221.460 535.920 50.521 25,2 -101.173 -17,3 83.340 37,6 -44.704 -8,3
11 198.570 483.795 304.799 525.530 90.815 45,7 -42.978 -8,9 164.537 54,0 -60.045 -11,4
12 340.494 407.866 346.469 520.335 237.026 69,6 -26.825 -6,6 192.589 55,6 -71.506 -13,7
Totale 2.347.101 6.813.805 2.441.439 6.782.263 696.168 29,7 -349.137 -5,1 771.781 31,6 -404.308 -6,0
Fonte: elaborazioni su dati SISCO, MLPS.
,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
200.000
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1 2 3 4
2015 2016
Trasformazioni (asse SX)
Incidenza sul totale (asso DX)Fig. 1 Trasformazioni di rapporti a termine in tempo indeterminato. agevolate Serie mensile. Fonte: elaborazioni su dati INPS, Osservatorio sul precariato, aprile 2016.
11
Complessivamente, tra il 2014 e il 2015 si è registrato un flusso incrementale, rispetto a quanto
osservato tra il 2013 e il 2014, pari a 696.168 avviamenti a tempo indeterminato (tab. 2),
corrispondente al 29,7% dei 2.347.101 nuovi rapporti totali attivati nel 2015 (771.781 al netto dei
fattori di stagionalità, pari al 31,6% del totale).
Gli avviamenti a tempo determinato hanno al contrario subito una decisa contrazione in termini di
variazione incrementale (-349.137 e -404.308 al netto della stagionalità, pari, rispettivamente,
al -5,1% e al -6,0% dei rispettivi totali).
La variazione incrementale delle trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in lavoro
indeterminato è stata pari a 271.000 unità, corrispondente al 54,4% delle trasformazioni registrate
nel 2015 (241.000 al netto dei fattori di stagionalità, 50,8% sul totale) (tab. 3).
La media mensile, al netto degli effetti di stagionalità, si posiziona intorno ai 41.000 avviamenti e
12.000 trasformazioni nei primi 10 mesi dell’anno; tra novembre e dicembre si conferma l’effetto
soglia già osservato, con un incremento nel bimestre di 328.000 avviamenti e 146.000
trasformazioni.
Tab. 3 Trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in lavoro indeterminato nel 2015: serie mensile, variazioni incrementali 2014-2015. Dati grezzi e destagionalizzati
mese
Osservati Variazione incrementale
Dati grezzi Dati
destagionalizzati
Dati grezzi Dati destagionalizzati
va % va %
1 19.883 19.620 3.251 16,4 2.992 15,3
2 25.042 30.645 7.705 30,8 9.810 32,0
3 41.653 45.635 25.067 60,2 26.745 58,6
4 38.118 42.303 21.807 57,2 23.161 54,8
5 31.339 37.534 11.110 35,5 14.461 38,5
6 36.258 35.063 7.672 21,2 10.225 29,2
7 28.612 34.133 6.265 21,9 8.921 26,1
8 22.818 33.507 4.990 21,9 7.807 23,3
9 38.561 33.735 14.195 36,8 11.479 34,0
10 37.558 33.827 23.309 62,1 21.315 63,0
11 51.001 63.840 40.285 79,0 50.448 79,0
12 128.460 65.534 106.002 82,5 54.021 82,4
Totale 499.303 475.376 271.658 54,4 241.383 50,8
Fonte: elaborazioni su dati SISCO, MLPS.
Fig. 5 Avviamenti TI, TD e trasformazioni: variazione incrementale 2015-2014.
Dati destagionalizzati.
Fonte: elaborazioni su dati SISCO, MLPS.
-100.000
-50.000
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Trasformazioni Tempo determinato Tempo indeterminato
12
La variazione incrementale del numero di cessazioni di rapporti a termine (tab. 4), al netto dei
fattori di stagionalità, mostra nel 2015 un andamento decrescente costante e assume valori negativi
dal mese di aprile: si tratta presumibilmente di mancate cessazioni convertite in trasformazioni in
rapporti a tempo indeterminato. La variazione incrementale del numero di cessazioni di rapporti a
tempo indeterminato riproduce tra aprile e luglio l’incremento rilevato sul dato osservato
destagionalizzato, a conferma di un effetto congiunturale probabilmente riconducibile a cessazioni e
riassunzioni immediate per usufruire del contratto a tutele crescenti13
. Nel secondo semestre si
registra, sempre sul dato destagionalizzato, una diminuzione della variazione incrementale che
raggiunge valori negativi dal mese di ottobre.
Tab. 4 Cessazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato e indeterminato nel 2015: serie mensile, variazioni incrementali 2014-2015. Dati grezzi e destagionalizzati
mese
Osservati Variazione incrementale
Dati grezzi Dati destagionalizzati Dati grezzi Dati destagionalizzati
Tempo indeterm.
Tempo determ.
Tempo indeterm.
Tempo determ.
Tempo indeterm.
Tempo determ. Tempo indeterm. Tempo determ.
Va % va % va % va %
1 168.473 363.979 170.965 557.277 24.267 14,4 36.890 10,1 14.745 8,6 14.469 2,6
2 146.239 363.456 170.241 555.705 -5.653 -3,9 -10.485 -2,9 5.974 3,5 5.537 1,0
3 164.562 469.783 172.906 553.208 -19.541 -11,9 -14.422 -3,1 6.841 4,0 227 0,0
4 151.388 451.365 177.314 549.963 21.800 14,4 9.522 2,1 14.252 8,0 -8.996 -1,6
5 180.916 459.194 182.423 545.454 42.654 23,6 -9.002 -2,0 22.825 12,5 -17.161 -3,1
6 189.381 722.478 182.098 540.468 22.971 12,1 -53.511 -7,4 19.562 10,7 -28.157 -5,2
7 169.938 420.015 178.921 536.995 11.816 7,0 -24.190 -5,8 12.000 6,7 -29.651 -5,5
8 143.183 446.459 174.805 534.086 -1.027 -0,7 -28.814 -6,5 2.960 1,7 -35.328 -6,6
9 190.210 719.202 172.960 535.577 2.808 1,5 -6.399 -0,9 63 0,0 -38.803 -7,2
10 177.749 606.893 170.388 534.427 -6.559 -3,7 -104.915 -17,3 -4.128 -2,4 -52.225 -9,8
11 161.468 486.999 166.267 532.388 1.481 0,9 -36.340 -7,5 -9.677 -5,8 -58.209 -10,9
12 230.803 1.005.546 164.206 531.369 -39.734 -17,2 -53.479 -5,3 -12.077 -7,4 -58.921 -11,1
Totale 2.074.310 6.515.369 2.083.493 6.506.917 55.283 2,7 -295.145 -4,5 73.340 3,5 -307.215 -4,7
Fonte: elaborazioni su dati SISCO, MLPS.
Fig. 6 Cessazioni TI, TD e trasformazioni: variazione incrementale 2015-2014
Dati destagionalizzati.
Fonte: elaborazioni su dati SISCO, MLPS.
13 In questo caso il datore di lavoro non ha potuto beneficiare dello sgravio contributivo.
-80.000
-60.000
-40.000
-20.000
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Trasformazioni Tempo determinato Tempo indeterminato
13
L’analisi congiunta delle variazioni incrementali di avviamenti, trasformazione e cessazioni
suggerisce l’avvio, nel 2015, di un effetto di sostituzione di rapporti di lavoro a termine con
contratti di lavoro a tempo indeterminato, anche per il tramite delle trasformazioni. Tra il 2014 e il
2015, rispetto a quanto osservato tra il 2013 e il 2014, si è registrato un aumento incrementale di
oltre 270.000 trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in lavoro indeterminato e
una diminuzione di circa 295.000 cessazioni di rapporti a termine; il marcato aumento degli
avviamenti a tempo indeterminato nel 2015 è coinciso, inoltre, con l’altrettanto sensibile riduzione
degli avviamenti di rapporti a termine. Il piccolo aumento del numero di cessazioni nel 2015,
sempre calcolato in termini di variazione incrementale rispetto al 2014, risulta concentrato nei mesi
di aprile e maggio all’indomani dell’entrata in vigore del contratto a tutele crescenti (14,4% e
23,6%, rispettivamente, a fronte di una media annuale pari a 2,7%), suggerendo un meccanismo di
sostituzione di rapporti a tempo indeterminato con il nuovo contratto introdotto dal jobs act.
3. Un esercizio valutativo sugli effetti dell’incentivo economico e del contratto a tutele
crescenti sull’incidenza dell’occupazione permanente
Come già anticipato nel paragrafo sulla metodologia, al fine di ottenere una misura precisa
dell’effetto delle due modifiche alla normativa introdotte nel 2015 sugli avviamenti a tempo
indeterminato è stato stimato un modello diff-in-diff.
Nella definizione della popolazione di interesse da sottoporre a valutazione sono stati considerati gli
avviamenti nel lavoro dipendente14
distinti per tempo determinato e indeterminato15
. E’ stata
considerata l’incidenza degli avviamenti a tempo indeterminato sul totale degli avviamenti,
nell’ipotesi che tale misura sia stata determinata dalle modifiche normative, attivando un
meccanismo di sostituzione di nuovi rapporti a tempo determinato con rapporti a tempo
indeterminato, spinto dal mutato rapporto costo-oppurtunità.
Nello schema seguente sono sintetizzate le principali informazioni del disegno valutativo.
Schema 1 Principali caratteristiche del disegno di valutazione
Componenti del disegno Descrizione
Popolazione obiettivo Avviamenti di rapporti di lavoro dipendente, escluso apprendistato, lavoro intermittente, domestico e somministrato.
Variabile risultato Incidenza degli avviamenti a tempo indeterminato sul totale degli avviamenti di lavoro dipendente escluso apprendistato, lavoro intermittente, domestico e somministrato.
Variabile trattamento Eleggibilità alla fruizione dello sgravio contributivo per assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato nel 2015.
Metodo per identificazione effetti Valutazione semi-sperimentale con metodo diff-in-diff
Di seguito, dopo una breve analisi delle caratteristiche e delle differenze tra gruppo di trattati e
gruppo di controllo saranno presentati i risultati della valutazione.
L’incidenza degli avviamenti a tempo indeterminato sul totale dei avviamenti di lavoro dipendente
è passata dallo 0,17 del 2014 allo 0,24 del 2015, con un incremento pari a 0,06 (tab. 5).
Se il valore annuale dell’incidenza degli avviamenti a tempo indeterminato sul totale degli
avviamenti di lavoro dipendente viene comparato, in termini descrittivi, tra i due gruppi e nelle
annualità 2014 e 2015 (tab. 5) si rileva che nel caso dei non eleggibili l’incidenza del 2014 si attesta
al 49% e si riduce di 4 punti percentuali nel 2015; al contrario per il gruppo degli eleggibili
l’incidenza, che risulta sistematicamente inferiore rispetto al gruppo di controllo, passa dal 14% del
2014 al 21% del 2015.
14 Le trasformazioni dal lavoro a termine a tempo indeterminato sono state escluse a causa di una limitata informazione presente sul file di microdati utilizzato per le analisi. 15 Sono esclusi l’apprendistato, il lavoro intermittente, domestico e somministrato. D’ora in avanti per lavoro
dipendente si farà riferimento a tale definizione.
14
Tab. 5 Incidenza degli avviamenti a tempo indeterminato sul totale degli avviamenti di lavoro dipendente*
2014 2015 Diff 2015-2014 diff-in-diff
Non eleggibile 0,49 0,45 -0,04 0,12
Eleggibile 0,14 0,21 0,07
Totale 0,17 0,24 0,06
*) Escluso apprendistato, lavoro intermittente, domestico e somministrato
Fonte: elaborazioni su dati Cico MLPS
L’applicazione del metodo diff-in-diff, in modo puramente descrittivo senza le covariate, fa
emergere una differenza tra le incidenze, dovuta al trattamento (e quindi alle modifiche normative
introdotte nel 2015) pari al 12% dell’incidenza. Tale effetto è dovuto alla diminuzione
dell’incidenza nel gruppo dei non eleggibili e all’aumento nel gruppo degli eleggibili, a suggerire
che i datori di lavoro hanno preferito assumere soggetti per i quali avrebbero usufruito del beneficio
contributivo.
Fig. 7 Incidenza degli avviamenti di rapporti di lavoro a tempo indeterminato sul
totale del lavoro dipendente*
*) Escluso apprendistato, lavoro intermittente, domestico e somministrato. Fonte: elaborazioni su dati Cico MLPS.
Come è possibile verificare dalla figura 7, sia nel 2014 che nel 2015 l’incidenza di avviamenti a
tempo indeterminato nel gruppo di controllo (non eleggibili) è nettamente più alta che nel gruppo
dei trattata (eleggibili). Tuttavia, dalla semplice osservazione del dato su base mensile si assiste a un
marcato avvicinamento delle incidenze tra i due gruppi negli ultimi mesi del 2015.
L’effetto positivo sull’incidenza degli avviamenti a tempo indeterminato registra, nel corso
dell’anno, un aumento nel mese di marzo, in coincidenza con l’introduzione del contratto a tutele
crescenti, e una marcata discontinuità negli ultimi due mesi, verosimilmente dovuta alla volontà da
parte dei datori di lavoro di usufruire dello sgravio contributivo del 100%, valido fino a dicembre
2015 (fig. 9).
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
2014 2015
Non eleggibile (mm3) Eleggibile (mm3)Incidenza degli avviamenti di rapporti di lavoro a tempo ideterminato sul totale (escluso apprendistato, lavoro intermittente, domestico e somministrato). Fonte: elaborazioni su dati Cico MLPS.
15
Fig. 8 Tasso di variazione tendenziale degli avviamenti a tempo indeterminato, anno
2015.
Fonte: elaborazioni su dati Cico MLPS.
Fig. 9 Avviamenti degli avviamenti a TI sul lavoro dipendente*. Effetto netto mensile
nel 2015, incidenze sul totale del lavoro dipendente, stime senza covariate.
*) Escluso apprendistato, lavoro intermittente, domestico e somministrato. Fonte: elaborazioni su dati Cico MLPS.
Analisi delle differenze tra il gruppo dei trattati e quello di controllo
L’analisi delle composizioni in ordine alle caratteristiche demografiche ed occupazionali conferma
una differenza non trascurabile tra il gruppo di controllo e il gruppo di trattamento (tab. 6), mentre i
due gruppi mantengono una composizione simile tra il 2014 e il 2015. Gli indici di dissimilarità
delle distribuzioni16
tra i due gruppi, calcolate su tutte le caratteristiche considerate nel modello,
sono pari mediamente al 4,9% e 4,6% nel 2014 e nel 2015, rispettivamente; le differenze tra il 2014
e il 2015 all’interno dei gruppi sono di poco superiori allo 0,6% sia per il gruppo di trattamento che
16 Si è fatto ricorso ad un indice che considera la differenza quadratica media tra le composizioni delle due distribuzioni.
-50,0
0,0
50,0
100,0
150,0
200,0
250,0
300,0
350,0
400,0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Non eleggibile EleggibileTasso di variaizone tendenziale degli avviamenti a tempo indeterminato, anno 2015. Fonte: elaborazioni su dati Cico MLPS.
0,00
0,05
0,10
0,15
0,20
0,25
0,30
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Avviamenti degli avviamenti a TI sul lavoro dipendente*. Effetto netto mensile nel 2015, incidenze sul totale del lavor dipendente, stime senza covariate. Fonte: elaborazioni su dati Cico MLPS.
16
per il gruppo di controllo. Tali risultati confermano, da un lato, la necessità di controllare tali
caratteristiche nella stima del modello e, dall’altro, rafforzano l’ipotesi di invarianza nella
composizione dei due gruppi dal 2014 al 201517
. Tab. 6 Composizione dei gruppi di controllo e trattamento rispetto alle caratteristiche, valori %
Variabile 2014 2015
Contr Tratt. Totale Contr Tratt. Totale
Genere Uomo 65,0 53,5 54,5 66,0 55,3 56,4
Donna 35,0 46,5 45,5 34,0 44,7 43,6
Cittadinanza Italiana 64,2 78,1 76,9 65,8 78,2 77,0 UE 5,8 7,7 7,5 5,6 7,2 7,1 Extra UE 30,0 14,2 15,6 28,7 14,6 16,0
Titolo di studio
Fino alla licenza media 72,0 59,3 60,4 70,3 58,5 59,7
Secondaria no accesso università 3,6 4,2 4,1 3,7 4,2 4,2
Secondaria si accesso università 18,2 25,0 24,4 18,7 25,7 25,0
Diploma terziario 0,4 0,9 0,9 0,5 0,9 0,9
Laurea 5,8 10,6 10,1 6,7 10,7 10,3
Sezione ateco 2007
A - Agricoltura, silvicoltura e pesca 5,0 20,9 19,5 5,0 20,7 19,1
B - Estrazione di minerali da cave e miniere 0,1 0,1 0,1 0,1 0,0 0,0
C - Attività manifatturiere 11,9 8,1 8,4 12,8 8,8 9,2
D - Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
0,1 0,0 0,0 0,1 0,1 0,1
E - Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento
0,6 0,4 0,4 0,6 0,4 0,4
F – Costruzioni 16,5 5,9 6,9 15,4 5,7 6,7
G - Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli
7,5 6,7 6,8 8,0 7,5 7,6
H - Trasporto e magazzinaggio 9,8 3,7 4,2 9,7 3,8 4,4
I - Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 16,7 16,0 16,0 16,9 15,2 15,4
J - Servizi di informazione e comunicazione 2,0 4,6 4,4 2,9 5,7 5,4
K - Attività finanziarie e assicurative 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3
L - Attivita' immobiliari 0,2 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3
M - Attività professionali, scientifiche e tecniche 1,3 1,2 1,2 1,6 1,6 1,6
N - Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
12,5 5,3 6,0 11,0 5,2 5,8
O - Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
2,0 2,9 2,8 1,6 2,3 2,2
P – Istruzione 6,5 16,4 15,5 6,3 14,8 14,0
Q - Sanita' e assistenza sociale 2,1 2,5 2,4 2,5 2,8 2,7
R - Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
2,4 2,8 2,8 2,2 2,9 2,8
S - Altre attività di servizi 2,7 1,6 1,7 2,5 1,7 1,8
T - Attività di famiglie e convivenze: datori di lavoro domestico; produzione di beni e servizi per uso proprio
0,1 0,3 0,3 0,1 0,1 0,1
U - Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Regione di lavoro
Piemonte 4,0 4,4 4,4 4,2 4,6 4,6 Valle D'Aosta 0,2 0,3 0,3 0,2 0,3 0,3 Lombardia 19,3 12,2 12,8 19,7 12,9 13,6 Trentino A.A. 1,5 3,0 2,9 1,7 2,8 2,7 Veneto 6,9 6,5 6,5 7,1 6,6 6,7 Friuli V.G. 1,0 1,4 1,4 1,1 1,4 1,4 Liguria 1,8 1,8 1,8 2,0 1,9 1,9 Emilia Romagna 6,6 8,1 8,0 7,1 7,8 7,7 Toscana 7,2 5,7 5,8 7,0 5,8 5,9 Umbria 0,9 1,3 1,2 1,0 1,3 1,3 Marche 2,2 2,0 2,0 2,1 2,0 2,0 Lazio 13,4 14,0 13,9 14,3 14,6 14,5 Abruzzo 2,5 2,1 2,2 2,6 2,1 2,1 Molise 0,5 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4 Campania 11,1 8,0 8,3 10,1 7,9 8,1 Puglia 7,6 12,2 11,8 7,3 11,9 11,4 Basilicata 1,1 1,6 1,6 1,1 1,6 1,5 Calabria 2,4 3,9 3,8 2,2 3,7 3,5 Sicilia 8,0 8,4 8,3 7,4 7,9 7,8 Sardegna 1,7 2,7 2,6 1,6 2,6 2,5
17 Tale ipotesi è necessaria dal momento che, diversamente dal classico schema diff-in-diff, le unità che costituiscono i
due gruppi non sono le stesse tra il 2014 e il 2015.
17
continua
Mese avvio
1 9,0 9,8 9,8 9,0 9,8 9,7
2 6,9 7,0 7,0 6,8 6,7 6,7
3 8,2 7,9 7,9 8,1 7,9 7,9
4 8,9 8,6 8,7 8,8 8,8 8,8
5 9,0 9,1 9,1 8,8 9,0 9,0
6 8,8 9,1 9,1 9,8 8,7 8,8
7 8,4 8,3 8,3 7,9 8,1 8,1
8 5,1 5,5 5,5 4,9 5,6 5,5
9 10,7 12,1 12,0 10,4 11,6 11,5
10 9,9 9,4 9,4 9,0 8,3 8,4
11 8,4 7,2 7,3 8,5 7,3 7,4
12 6,7 5,9 6,0 8,1 8,1 8,1
Professione (gruppo)
Legislatori, imprenditori e alta dirigenza 0,4 0,2 0,3 0,4 0,3 0,3 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione
9,1 18,9 18,1 9,4 18,3 17,4
Professioni tecniche 4,6 5,0 4,9 5,2 5,8 5,8 Professioni esecutive nel lavoro d'ufficio 5,9 5,5 5,5 7,0 6,5 6,5 Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi
22,7 19,2 19,5 22,7 18,8 19,2
Artigiani, operai specializzati e agricoltori 19,4 11,1 11,9 18,8 11,0 11,7 Conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli
8,6 4,7 5,0 9,1 5,0 5,4
Professioni non qualificate 29,2 35,4 34,8 27,4 34,3 33,6
Età in classi all'avviamento
15 – 19 1,0 1,8 1,7 1,0 2,0 1,9
20 – 24 10,3 9,8 9,9 9,9 9,8 9,8
25 – 29 16,1 12,9 13,2 15,6 13,0 13,2
30 – 44 45,9 43,7 43,9 45,4 42,7 43,0
45 – 54 19,3 22,0 21,8 20,5 22,1 21,9
55 – W 7,3 9,8 9,6 7,6 10,4 10,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Stima del modello
Di seguito sono riportate le stime del modello diff-in-diff completo di covariate. L’effetto netto,
coincidente con il coefficiente dell’interazione tra trattamento (T) e periodo di osservazione (P), è
pari a 0,109, espresso in termini di incidenza degli avviamenti a tempo indeterminato sul totale
degli avviamenti di rapporti di lavoro subordinato dovuta alle modifiche normative. L’impatto
risulta leggermente più basso rispetto alla stima dell’effetto senza covariate (0,12, tab. 5) ma
decisamente più elevato rispetto alla differenza osservata (0,7 sulla popolazione eleggibile e 0,06
sulla popolazione totale) a significare che in assenza di modifiche normative l’incidenza degli
avviamenti a tempo indeterminato sul totale sarebbe diminuita di 4 punti percentuali. Tale effetto,
verosimilmente dovuto in parte all’impossibilità di considerare le trasformazioni nell’analisi,
suggerisce la presenza di un meccanismo di sostituzione di avviamenti a termine con rapporti a
tempo indeterminato.
In termini assoluti il valore dell’impatto netto della normativa raggiunge circa 1 milione di nuovi
contratti dovuti alle modifiche normative18
.
18
Il valore assoluto è stato stimato tramite la seguente formula:
𝑌𝐴𝑇𝑇 =𝑌1 −
𝑌0𝑁0
𝑁1
𝑌1𝑁1
−𝑌0𝑁0
𝛽𝐴𝑇𝑇
dove:
𝑌0, 𝑌1= avviamenti a tempo indeterminato nel 2014 e 2015, rispettivamente;
𝑁0, 𝑁1= avviamenti totali nel lavoro dipendente nel 2014 e 2015, rispettivamente.
𝛽𝐴𝑇𝑇 = effetto netto in termini di incidenza degli avviamenti a tempo indeterminato sul totale
18
Tab. 6 Stime del modello diff-in-diff sull’incidenza degli avviamenti a tempo indeterminato (sul totale degli avviamenti di rapporti di lavoro subordinato*)
Variabili
Coefficienti non std. Coeff.
std. t Sig.
B Errore
std.
(Costante) 0,3997 0,0021 190,35 0,0000
T Eleggibile nel mese di attivazione -0,2411 0,0004 -0,1750 -553,37 0,0000 P Periodo 0,8650 0,0049 1,0700 177,42 0,0000
TP Interazione T*P (𝛽𝐴𝑇𝑇) 0,1090 0,0006 0,1347 188,45 0,0000
Genere Uomo
Donna -0,0053 0,0002 -0,0065 -27,02 0,0000
Cittadinanza
Italiana
UE 0,0148 0,0004 0,0095 42,21 0,0000
Extra UE 0,0919 0,0003 0,0830 343,58 0,0000
Titolo di studio
Fino a lic.media
Secondaria no accesso univ. -0,0121 0,0004 -0,0060 -27,41 0,0000
Secondaria si accesso univ. -0,0046 0,0002 -0,0049 -18,25 0,0000
Diploma terziario 0,0143 0,0009 0,0033 15,30 0,0000
Laurea 0,0480 0,0004 0,0360 125,53 0,0000
Sezione ateco 2007
A - Agricoltura, silvicoltura e pesca
B - Estrazione di minerali da cave e miniere 0,3281 0,0038 0,0180 86,11 0,0000
C - Attività manifatturiere 0,3136 0,0004 0,2203 791,91 0,0000
D - Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 0,3994 0,0036 0,0235 112,23 0,0000
E - Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento
0,3363 0,0013 0,0543 256,41 0,0000
F – Costruzioni 0,3922 0,0004 0,2438 944,33 0,0000
G - Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli
0,2964 0,0004 0,1897 696,71 0,0000
H - Trasporto e magazzinaggio 0,2960 0,0005 0,1492 587,34 0,0000
I - Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 0,1062 0,0004 0,0957 283,33 0,0000
J - Servizi di informazione e comunicazione 0,0727 0,0005 0,0391 136,05 0,0000
K - Attività finanziarie e assicurative 0,3952 0,0016 0,0532 247,56 0,0000
L - Attivita' immobiliari 0,2975 0,0016 0,0393 185,70 0,0000
M - Attività professionali, scientifiche e tecniche 0,2966 0,0008 0,0873 382,25 0,0000
N - Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 0,3061 0,0004 0,1786 714,38 0,0000
O - Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
0,0608 0,0007 0,0235 91,52 0,0000
P – Istruzione 0,0361 0,0005 0,0317 79,39 0,0000
Q - Sanita' e assistenza sociale 0,2487 0,0006 0,0977 403,06 0,0000
R - Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 0,0601 0,0006 0,0245 101,66 0,0000
S - Altre attività di servizi 0,3014 0,0007 0,0968 427,08 0,0000
T - Attività di famiglie e convivenze: datori di lavoro domestico; produzione di beni e servizi per uso proprio
0,6574 0,0021 0,0660 312,42 0,0000
U - Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 0,2012 0,0069 0,0061 29,11 0,0000
Regione di lavoro
Piemonte
Valle D'Aosta -0,0788 0,0017 -0,0101 -47,18 0,0000
Lombardia 0,0082 0,0005 0,0069 17,68 0,0000
Trentino A.A. -0,0756 0,0007 -0,0307 -115,69 0,0000
Veneto -0,0308 0,0005 -0,0189 -59,60 0,0000
Friuli V.G. -0,0308 0,0008 -0,0089 -37,54 0,0000
Liguria -0,0290 0,0007 -0,0097 -39,30 0,0000
Emilia Romagna -0,0347 0,0005 -0,0231 -69,34 0,0000
Toscana -0,0076 0,0005 -0,0044 -14,31 0,0000
Umbria -0,0204 0,0009 -0,0056 -23,95 0,0000
Marche -0,0355 0,0007 -0,0124 -49,58 0,0000
Lazio -0,0217 0,0005 -0,0188 -46,26 0,0000
Abruzzo 0,0064 0,0007 0,0023 9,10 0,0000
Molise 0,0506 0,0013 0,0085 38,64 0,0000
Campania 0,0738 0,0005 0,0501 148,13 0,0000
Puglia -0,0042 0,0005 -0,0033 -8,65 0,0000
Basilicata -0,0024 0,0008 -0,0007 -3,04 0,0023
Calabria 0,0354 0,0006 0,0164 58,62 0,0000
Sicilia 0,0281 0,0005 0,0190 55,96 0,0000
Sardegna -0,0268 0,0007 -0,0104 -40,22 0,0000
continua
19
Mese avvio
1
2 0,0032 0,0004 0,0020 7,58 0,0000
3 0,0004 0,0004 0,0003 0,97 0,3315
4 -0,1228 0,0007 -0,0858 -167,29 0,0000
5 -0,1345 0,0007 -0,0955 -183,66 0,0000
6 -0,1495 0,0007 -0,1057 -203,81 0,0000
7 -0,1003 0,0005 -0,0681 -194,10 0,0000
8 -0,1138 0,0006 -0,0642 -204,91 0,0000
9 -0,0352 0,0005 -0,0281 -71,58 0,0000
10 -0,0853 0,0005 -0,0601 -155,78 0,0000
11 -0,0732 0,0006 -0,0473 -128,56 0,0000
12 0,0105 0,0006 0,0067 17,84 0,0000
Professione (gruppo)
Legislatori, imprenditori e alta dirigenza
Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione -0,3755 0,0017 -0,3551 -225,56 0,0000
Professioni tecniche -0,2937 0,0017 -0,1639 -175,07 0,0000
Professioni esecutive nel lavoro d'ufficio -0,2122 0,0017 -0,1252 -126,95 0,0000
Professioni qualificate nelle attivita' commerciali e nei servizi -0,3306 0,0017 -0,3234 -199,67 0,0000
Artigiani, operai specializzati e agricoltori -0,3522 0,0017 -0,2814 -211,68 0,0000
Conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli
-0,3633 0,0017 -0,2005 -215,04 0,0000
Professioni non qualificate -0,3968 0,0017 -0,4661 -239,95 0,0000
Età in classi all'avviamento
15 – 19
20 – 24 -0,0183 0,0007 -0,0135 -26,78 0,0000
25 – 29 -0,0044 0,0007 -0,0036 -6,48 0,0000
30 – 44 0,0176 0,0006 0,0216 27,36 0,0000
45 – 54 0,0225 0,0007 0,0230 34,27 0,0000
55 – W 0,0285 0,0007 0,0210 41,42 0,0000
Var % PIL -2,1581 0,0114 -1,0171 -189,07 0,0000
Var % PIL 2 trim precedenti -0,7385 0,0042 -0,3542 -177,73 0,0000
*) Escluso apprendistato, lavoro intermittente, domestico e somministrato.
Riflessioni conclusive
Il 2015 ha certamente rappresentato una marcata discontinuità nella dinamica dell’occupazione
indipendente a tempo indeterminato. Secondo i dati dell’INPS il numero di assunzioni permanenti
ha superato i 2 milioni di unità con un incremento del 59% rispetto all’anno precedente (INPS,
2016). I rapporti di lavoro a termine trasformati in lavoro a tempo indeterminato hanno raggiunto le
575mila unità, anche in questo caso con un incremento considerevole rispetto al 2014 (73,5%). Le
due misure varate, la possibilità di fruire di uno sgravio contributivo totale e la modifica della
disciplina sul licenziamento introdotta dal contratto a tutele crescenti, hanno certamente inciso sul
rapporto costo-opportunità dei datori di lavoro favorendo il lavoro permanente. Il primo trimestre
dell’anno registra inoltre la prima variazione positiva del Pil del 2011. Dalle stime ottenute risulta
che le due modifiche normative hanno contribuito all’incidenza degli avviamenti a tempo
indeterminato sul totale dei nuovi contratti di lavoro dipendente in misura del 10,9%, pari a oltre 1
milione di assunzioni addizionali. La riduzione drastica del costo del lavoro dovuto all’esonero
contributivo ha certamente giocato un ruolo decisivo, confermato dall’incremento marcato delle
assunzioni permanenti negli ultimi due mesi dell’anno, immediatamente dopo l’annuncio che per
l’anno successivo lo sgravio contributivo sarebbe stato portato dal 100% al 40%. Tuttavia una
valutazione corretta delle due misure sarà possibile, da un lato, analizzando separatamente l’effetto
del contratto a tutele crescenti e la decontribuzione e, dall’altro, verificando gli esiti dei nuovi
contratti nel momento in cui terminerà la possibilità di usufruire dell’esonero contributivo. Inoltre le
analisi qui proposte non hanno tenuto conto delle trasformazioni di contratti a termine che hanno
inciso indirettamente sul volume delle assunzioni a tempo determinato, riducendole. Il lavoro è
quindi da intendersi in corso d’opera, in attesa che si rendano disponibili dati in grado di
identificare correttamente le trasformazioni in modo da considerarle nelle analisi. Da ultimo, il
modello utilizzato dovrà essere modificato in modo da tenere conto dell’impossibilità di assumere
che il gruppo di controllo sia indipendente dalla politica, utilizzando metodi per la verifica
dell’assunto di parallelismo.
20
Bibliografia
ISTAT (2016), Rapporto annuale 2016 – La situazione del Paese.
INPS (2016), XV Rapporto annuale dell’Inps.
Martini A. e Strada G. (2011), L’approccio controfattuale alla valutazione degli effetti delle
politiche pubbliche, in Marchesi G, Tagle L., Befani B. (a cura di), Approcci alla valutazione degli
effetti delle politiche di sviluppo regionale, Materiali UVAL, n. 22, Ministero dello Sviluppo
Economico.
Martini A. e Sisti M. (2009), Valutare il successo delle politiche pubbliche, il Mulino, Bologna.
Sestito P. e Viviano E. (2016), Hiring incentives and/or firing cost reduction?Evaluating the
impact of the 2015 policies on the Italian labour market, Questioni di Economia e Finanza,
Occasional papers, n . 325, Banca d’Italia.
Trivellato U. (2009), La valutazione degli effetti di politiche pubbliche: paradigma e pratiche,
Working Paper No. 2009-01, IRVAPP (Istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche).