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Decreto 56/ARS del
24 luglio 2014
Senigallia, 2 dicembre 2017 In fuga da conflitti e persecuzioni: l'accoglienza dei richiedenti asilo tra #Umanità e #Diritto
Intervento socio – sanitariodella CRI nell'accoglienza airichiedenti asilo
Dr.ssa Elisabetta EspostoDirigente medico – Specialista in Igiene e Medicina preventiva - ASUR Marche AV1
Infermiera volontaria Ispettorato IIVV Senigallia
Decreto 56/ARS del
24 luglio 2014
Senigallia, 2 dicembre 2017
Il fenomeno migratorio rappresenta per il sistema sanitario un banco di prova su cui misurare la capacità di dare risposte efficaci ai bisogni di salute emergenti. Tali risposte implicano la possibilità di gestire organicamente le criticità, mediante un approccio di sistema che superi la parcellizzazione e l’estemporaneità delle soluzioni, per approdare a modalità assistenziali e pratiche di sanità pubblica, per quanto possibile, standardizzate e basate sulle evidenze scientifiche.
Premessa
In fuga da conflitti e persecuzioni: l'accoglienza dei richiedenti asilo tra #Umanità e #Diritto
Per questo diventa necessario sostenere la produzione di documenti di indirizzo e raccomandazioni di buona pratica, nell’ambito di programmi a valenza interregionale, affidati al coordinamento di istituzioni nazionali che abbiano specifico mandato sugli obiettivi e competenze sul metodo.
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Senigallia, 2 dicembre 2017
Ricordiamo un po’ di dati
In fuga da conflitti e persecuzioni: l'accoglienza dei richiedenti asilo tra #Umanità e #Diritto
Nel 2015, i migranti nel mondo si attestavano intorno a 244 milioni (più del 3% della popolazione globale). Facendo riferimento all’ormai usuale – benché sempre meno sostenibile – differenziazione tra le persone che scelgono di partire per trovare condizioni di vita migliori (migranti economici) e coloro che invece sono costretti a scappare (migranti forzati), l’UNHCR ha stimato questi ultimi intorno a 65,3 milioni (per metà donne):
•21,3 milioni di rifugiati fuori dal loro Paese di origine, •40,8 milioni di sfollati interni fuggiti da guerre o persecuzioni • 3,2 milioni di richiedenti asilo.
Nel 2016, secondo i dati dell’Agenzia Frontex, i migranti che hanno raggiunto l’Unione europea sono stati 503.700 (una piccola quota rispetto a coloro che sono rimasti confinati all’interno dei continenti africano e asiatico); di questi 364 mila attraverso il mare.
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Ricordiamo un po’ di dati
Per quanto riguarda il nostro Paese, dal 2014 gli sbarchi costituiscono la prima modalità di accesso. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel triennio 2014-2016 sono stati registrati oltre 505 mila nuovi arrivi via mare: di questi, 181 mila solo nel 2016, provenienti in prevalenza da Nigeria (21%), Eritrea (11%), Guinea (7%), Costa d’Avorio (7%) e Gambia (7%).I minori non accompagnati giunti in Italia nel 2016 sono stati quasi 26 mila.
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Ricordiamo un po’ di dati
Rispetto al numero di richieste di asilo e protezione internazionale, nel 2016 si è raggiunta la cifra più alta degli ultimi vent’anni, pari a 123.600. Ogni mese sono pervenute alle Commissioni Territoriali più di 10 mila richieste. Ne sono state esaminate circa 91 mila ed è stato riconosciuto lo status di rifugiato al 5% dei richiedenti; il 14% ha avuto una protezione sussidiaria e il 21% quella umanitaria. Tra il 60% di coloro che hanno avuto un diniego, diversi sono stati i casi di ricorso.
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Ancora un pò
In fuga da conflitti e persecuzioni: l'accoglienza dei richiedenti asilo tra #Umanità e #Diritto
È necessario, tuttavia, sottolineare come i profughi e i richiedenti asilo in Italia rappresentino soltanto una parte numericamente limitata rispetto alla totalità della popolazione straniera residente che, secondo le stime Istat, ammontava al 1 gennaio 2017 a 5 milioni 29mila (8,3% della popolazione totale), in lievissimo aumento rispetto all’anno precedente (+2mila 500 unita, pari a +0,5 per mille)
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Stranieri residenti in Italia
popolazione giovane: 40% al di sotto dei 30 anni
Più di 5 milioni di cittadini stranieri in Italia
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L’assistenza sanitaria: dal soccorso all’accoglienza
Gli obblighi relativi al soccorso e all’accoglienza dello straniero – anche in riferimento alla tutela della salute – sono disciplinati da una serie di norme internazionali e nazionali, e posti sotto la responsabilità di diversi attori.
Costituzione italiana(art. 10 – “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche… ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”), sia dal diritto internazionale. L’art. 33 della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati (1951), infatti, ribadisce che “Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita e la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza…” (principio di non refoulement).
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Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati”
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Tale piano formalizza la distinzione tra:“una fase di soccorso (Centri di primo soccorso e assistenza nelle regioni di sbarco o limitrofe), una di prima accoglienza e quantificazione (Centri-Hub Regionali e/o Interregionali) e una di seconda accoglienza e integrazione (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati - SPRAR)”; e istituisce un sistema che consenta il tempestivo passaggio da una fase all’altra, attraverso l’utilizzo di strutture già esistenti o la creazione di nuove.
10 luglio 2014
All’interno di tale percorso, la tutela della salute deve essere prevista in ogni fase, dal soccorso al progressivo inserimento e all’integrazione, secondo specifiche esigenze contestuali e approcci differenziati e modulati, che devono comunque garantire la continuità dell’assistenza, evitando il rischio di frammentazione degli interventi.
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L’art. 32 della Costituzione italiana, infatti, ribadisce la centralità della tutela della salute per ogni individuo presente nel nostro Paese, come diritto fondamentale della persona e non solo del cittadino, oltreché interesse della collettività. Tale ultimo riferimento introduce la dimensione della sanità pubblica e la conseguente necessita – in particolare nel caso dell’arrivo di un numero rilevante di persone sul territorio nazionale – di:
individuare precocemente eventuali patologie trasmissibili e adottare, oltre alle misure di salvaguardia della salute individuale, anche le opportune attività di sorveglianza richieste dal Regolamento sanitario internazionale.
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Fase di soccorso e prima assistenza
Durante le operazioni di soccorso in mare, i migranti ricevono una prima valutazione sanitaria da parte dei team sanitari che operano a bordo, in coordinamento con laGuardia Costiera.
prima dell’arrivo in porto, possonoessere trasferiti presso strutture sanitarie per mezzo di velivoli della Marina Militare o della Guardia Costiera (evacuazione medica o Medevac ); una volta in porto, il trasferimento d’urgenza avviene tramite il sistema 118.
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Fase di soccorso e prima assistenza
Il Ministero della Salute, tramite i propri “Uffici di Sanita Marittima, Aerea e di Frontiera – USMAF”, ha l’incarico di rilasciare alle navi che portano migranti in arrivo, dopo le eventuali operazioni di soccorso in mare e MEDEVAC, un attestato di “libera pratica sanitaria - LPS”. La LPS segnala l’assenza di rischi per la salute collettiva e consente lo sbarco dei migranti in uno dei (circa) quindici porti attualmente interessati dal fenomeno, in cinque diverse regioni italiane. La LPS viene rilasciata dopo una prima verifica, da parte del personale sanitario dell’USMAF, delle condizioni generali di salute delle persone a bordo della nave.
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Fase di soccorso e prima assistenza
Sulle banchine è fornita – oltre all’indispensabile e prioritaria assistenza umanitaria – anche un’assistenza di tipo sanitario che consiste in una prima valutazione volta a identificare eventuali quadri emergenziali o situazioni sospette cui dare risposta immediata, attraverso una collaborazione tra Ministero della Salute USMAF e ASL. Tale prima valutazione sanitaria potrà anche essere effettuata in strutture chiuse (ad esempio nei cosiddetti Hotspot)
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Fase di prima accoglienza
Il sistema di prima accoglienza è strutturato in Centri/Hub governativi di livello regionale e/o interregionale, all’interno dei quali i migranti possono rimanere per un periodo che può variare da una settimana a un mese.
L’assistenza sanitaria offerta in questa fase dovrebbe comprendere una visita medica completa volta alla ricerca attiva di segni e sintomi suggestivi di specifiche condizioni morbose, al fine di garantire un adeguato e tempestivo accesso alle cure, nonché l’identificazione di condizioni per le quali e previsto uno specifico percorso di accoglienza (gravidanza e minore età).
Laddove invece la persona – in assenza dei presupposti giuridici necessari – venga collocata in una struttura di identificazione ed espulsione, si conferma la necessita di garantire la sorveglianza sanitaria mediante ricerca attiva di segni e sintomi, in modo da assicurare comunque le cure urgenti o essenziali, ancorché continuative.
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Fase di seconda accoglienza
In tale fase – caratterizzata da una permanenza prolungata in strutture volte ad assicurare la tutela giuridica e sanitaria e a favorire l’integrazione – i richiedenti protezione internazionale sono, per legge, obbligatoriamente iscritti al Servizio sanitario nazionale e godono di tutti i diritti assistenziali garantiti dai LEA. L’assistenza sanitaria si configura pertanto come una vera e propria presa in carico, comprensiva di interventi di prevenzione primaria e secondaria, e di tutti gli accertamenti che si dovessero rendere necessari, attraverso un approccio multiprofessionale e multidisciplinare.
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I problemi di salute
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La maggior parte di coloro che giungono in Italia è fondamentalmente in buona salute. Si osserva infatti il
cosiddetto “effetto migrante sano”, una forma di autoselezione all’origine in base a cui decide di emigrare solo chi è in buone condizioni di salute.
Una volta nel nostro Paese, però, gli immigrati vedono progressivamente il loro stato di salute impoverirsi, poiché esposti a molti fattori di rischio legati a condizioni di vita generalmente precarie. Nel tempo la rilevanza dell’”effetto migrante sano” tenderà a diminuire, con la stabilizzazione del fenomeno migratorio e l’integrazione sociale dei migranti nelle realtà locali.
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TBC
Visite centro immigrati 2016
Malattie a trasmissione sessuale
Patologie ginecologiche
Ortotraumatologia
Patologie gastrointestinali
Patologie dermatologiche
La popolazione immigrata è prevalentemente giovane e sana •I bisogni di salute sono spesso sovrapponibili a quelli della popolazione generale •le principali cause di malattie in questa popolazione non sono quelle infettive.
Per i richiedenti asilo è prioritaria:
•la prevenzione della riattivazione della tubercolosi latente (screening e terapia) •l’offerta delle vaccinazioni per i bambini secondo il calendario vaccinale e per gli adulti la dTIPV e il MPR e altre vaccinazioni)
Problemi di ordine Sociale
Conclusioni sanitarie
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Senigallia, 2 dicembre 2017 In fuga da conflitti e persecuzioni: l'accoglienza dei richiedenti asilo tra #Umanità e #Diritto
Cosa fa CROCE ROSSA in questo sistema complicato?Per la parte socio-sanitaria e sanitaria?
COLLABORARE NELLE VISITE SANITARIE E NELLE NECESSITA’ SOCIO_SANITARIE, GESTIRE AMBULATORI, SUPPORTARE PSICOLOGICAMENTE…..SEMPLICEMENTE
AIUTARE!!!!
#AMA#CONFORTA#LAVORA#SALVA: LE EMOZIONI DI S.LLA GIOVANNA URBINATI #CROCEROSSINE #SANBENEDETTODELTRONTO #MARCHE DI RITORNO DAL CAMPO CRI DI MINEO
Arrivi a Catania in aeroporto e percorrendo la strada per Mineo subito ti accorgi che è “lui” che domina il territorio: l’Etna, maestoso che si erge sui paesi sottostanti.
Poi entri nel campo profughi di Mineo e pensi: però che struttura ben fatta ed hai subito la sensazione di sentirti al sicuro, visto tutte le forze di polizia presenti con i loro mezzi.
Incontri donne con i loro figli sulla schiena sorretti ed avvolti da coperte colorate e vivaci, alla maniera di certi paesi africani ed altre che portano il loro figlio appena nato nelle carrozzine alla maniera occidentale.
Vedi donne dall’andatura avvenente e sensuale e di una bellezza straordinaria e giovani uomini con la voglia di vivere.
Dei bambini si rincorrono e urlano per chiamarsi tra di loro.
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Ci sono ragazzi che vanno in bicicletta, altri con il loro sacchetto del cibo preso al servizio mensa tornano a casa.
Tutto sembra normale, come in un paese normale della nostra Italia.
Sono persone come noi che cercano una vita regolare e dignitosa. Ho ancora impresso nella memoria la giovane donna con i braccio una bimba che mi dice con il suo inglese preciso e corretto che vorrebbe che sua figlia avesse il colore della mia pelle!
Poi al campo di Mineo incontri delle persone straordinarie e di un’#umanità che ti riconcilia con il mondo intero. Il pediatra che conosce i piccoli ospiti uno ad uno e non ne trascura nessuno e li cura con tutti i mezzi a sua disposizione. La giovane dottoressa della #CroceRossa che si preoccupa dell’ultimo ragazzo sbarcato il giorno prima perché ha visto nei suoi occhi stanchi e malati il dolore e la fatica del suo viaggio sul barcone senza copertura che gli scafisti hanno lasciato per tre giorni e tre notti in mezzo al mare sotto una pioggia che non finiva più.
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Il campo di Mineo è una città a parte dove coesistono culture e mondi diversi, dove ognuno ha una storia da raccontare e sono storie forti e dolorose che non sempre ci piace ascoltare; ma tutti hanno lo stesso ed unico scopo: IL DIRITTO AD UNA VITA NORMALE E DIGNITOSA. Una conquista più ardua e difficile da raggiungere per chi non è nato nel cosiddetto occidente civilizzato, ma che resta e deve diventare un diritto di tutti gli uomini ed è un obbligo e dovere di tutti noi aiutare a far sì che tutti, uomini di tutte le razze, diventino cittadini del mondo.
Sono le piccole gocce di umanità quotidiana che formeranno la coscienza ed il mondo diverso e migliore per i cittadini del futuro.
S.lla Giovanna UrbinatiIV San Benedetto del Tronto
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S.lla Giovanna UrbinatiIV San Benedetto del TrontoMineo 2017
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24 luglio 2014
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Cosa succede quando queste persone arrivano nella Regione Marche?
Quali sono le azioni sanitarie e gli attori coinvolti?
Quali linee guida e protocolli?
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24 luglio 2014
Decreto 56/ARS del
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Scheda sanitaria
Le malattie trasmissibili sono legate:
-ai rischi presenti nel paese di origine e di transito, al viaggio,
-all’assenza di condizioni igieniche decenti ed eventualmente alle condizioni di accoglienza.
Tali malattie possono diffondersi:a)da persona a persona (pediculosi, scabbia, infezioni trasmesse per via sessuale, HIV, TBC Epatite B - C…);
b) attraverso acqua o cibo contaminato (poliomielite, salmonellosi, epatite A, colera, tifo…);
c) attraverso vettori (zanzare, pidocchi, zecche, pulci, che possono trasmettere malaria, leishmaniosi, febbre recidivante, rickettsiosi…).
Lo stress psico-fisico e le condizioni di deprivazione potenziano il rischio di infezioni respiratorie (virus influenzali, tubercolosi).I gruppi vulnerabili – minorenni, minorenni non accompagnati, donne in gravidanza e anziani – sono particolarmente suscettibili.
PREVENZIONE MALATTIE TRASMISSIBILI
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Gli interventi in assoluto più efficaci nel prevenire il rischio di contrarre e diffondere malattie infettive e parassitarie sono:
- rispetto delle norme igieniche,
- l’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (da parte di tutti coloro che sono deputati alla identificazione e all’accoglienza) e l’allestimento di strutture deputate alla “prima accoglienza”
-Le strutture devono essere dotate requisititi minimi essenziali (letto pulito, cambio abiti, servizi igienici, spazi adeguati e riscaldatiecc.)
Prevenzione Malattie Infettive
Come previsto nei:• DM del 5 luglio 1975;• Decreto Ministero dell’Interno del 21 novembre 2008 “Schema di Capitolato di appalto per lagestione dei Centri di primo soccorso e di assistenza – Centri di accoglienza, Centri diaccoglienza per richiedenti protezione internazionale, Centri di identificazione ed espulsione”;• Circolare Ministero dell’Interno n. 2204 del 20 marzo 2014;• Circolare Ministero dell’Interno n. 3594 del 7 marzo 2017.
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• Tenere più sgombri possibile gli ambienti
• disposizione degli arredi (es brandine e letti ad almeno 70 cm di distanza gli uni dagli altri e fuori della linea di correnti d’aria e fonti di calore intenso);
• Adeguata AEREAZIONE-LUMINOSITA’ DEGLI AMBIENTI(FINESTRE 1/8 della superfice pavimentata)
•Superfici facilmente lavabili e disinfettabili
•Disinfestazione, derattizzazione e deblattizzazione, manutenzione aree verdi.
• Mantenere in condizioni di perfetta funzionalità tutti gli impianti tecnologici a servizio delle strutture (illuminazione, impianti idraulici relativi a tutti gli usi, etc.)
•Evitare correnti d’aria
misure preventive•igiene personale
•pulizia e disposizione degli ambienti•comportamenti “sociali” (stile di vita)
•prescrizioni medico-sanitarie (vaccinazioni, terapie)
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Misure Preventive•igiene personale
•pulizia e disposizione degli ambienti
•comportamenti “sociali” (stile di vita)
•prescrizioni medico-sanitarie (vaccinazioni, terapie).
igiene delle mani
oggetti monouso
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Prevenzione
Procedure AccoglienzaPresa in carico SSR
Procedure all’arrivo
IDENTIFICAZIONE DA PARTE DELLE QUESTURE
L’operazione di identificazione deve essere svolta preventivamente alla “prima visita medica”
Affidamento all’Ente gestore dell’accoglienza
“prima visita” effettuata dal personale medico STP
- rispetto delle norme igieniche,
Dispositivi di Protezione Individuale
- rispetto delle norme igieniche,
Dispositivi di Protezione Individuale
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Valutazione sanitaria al di fuori di emergenze/urgenze cliniche per singoli soggetti:
ENTE GESTOREprovvede
all'accompagnamento del migrante presso
Ambulatori distrettuali STPSTPvalutazione clinica e compilazione della scheda individuale
avvia il percorso ASSISTENZIALE per il controllo della
malattia tubercolare
urgenza/emergenza
il migrante va inviato al Pronto Soccorso
ospedaliero.
Cartella sanitaria personale
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Ente gestore dell’accoglienza (ENTRO 48 ORE)
prende accordi con gli operatori del
Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP)
Cosa fa il SISP
VACCINAZIONI
NELGIORNO DELL’APPUNTAMENTO
accompagnamento del migrante presso le sedi degli ambulatori vaccinali
PERSONALE QUALIFICATO DELL’ENTE GESTORE
(mediatore culturale) cartella sanitaria individuale
ambulatori vaccinali
1)verificano lo stato vaccinale (SCHEDA 7);
2) effettuano le vaccinazioni mancanti secondo il calendario vigente e secondo il protocollo per l’immunoprofilassi di bambini e adulti immigrati stabilito dal Ministero della Salute, dal Piano nazionale Vaccini e dalle norme regionali
3) rilasciano la certificazione.
cartellino di riconoscimento !cartellino di riconoscimento !
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Verifica dello stato vaccinale
documentazione è insufficiente stato vaccinale è dubbio
Minori (0-17 anni)non è mai stato
vaccinato stato vaccinale è documentato
Completamento vaccinazione primario e/o richiami
in rapporto all’età
Vaccinazione seguendo il vigente calendario
vaccinale in rapporto all’età
difto-tetano-pertossepolio IPV: ciclo completo (3 dosi di vaccino).epatite B: ciclo completo (3 dosi di vaccino).Hib: ciclo completo (numero di dosi in rapporto all’età).
PCV: ciclo completo (numero di dosi in rapporto all’età).
Men B (solo nei nati a partire dal 2017):ciclo completo (n. di dosi in rapporto all’età).
Men ACWY coniugato: una dose al 13-15 mese di vita; una dose nell’adolescenza
MPR– varicella: ciclo completo (2 dosi di vaccino
HPV: ciclo completo nell’adolescenza (2 o 3 dosi secondo l’età).Rotavirus nel primo anno di vita (solo nei nati a partire dal 2017)
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VACCINAZIONIADULTI (> 18 anni)
Vaccinazione anti-poliomielite
a)Per tutti: verifica dello stato vaccinale nei confronti della polio, che dovrà essere documentato da certificato di vaccinazione valido.
b) Soggetti che dichiarino di non essere mai stati vaccinati: effettuazione della vaccinazione anti-polio (ciclo completo).
c) Soggetti sprovvisti di adeguata documentazione e con stato vaccinale dubbio:somministrazione di almeno 1 dose di vaccino anti-polio.
Altre vaccinazioni previste nel calendario vaccinale
il medico STP o il MMG - che ha in carico il migrante - dovrà porre particolare attenzione ai fattori di rischio legati alla migrazione forzata e a quelle di accoglienza, anche attraverso la valutazione dello stato immunitario, proponendo le vaccinazioni appropriate.
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VACCINAZIONI: Procedure operative ulteriori
a) Registrare tutte le vaccinazioni effettuate, sia nei bambini che negli adulti, - dati anagrafici del soggetto vaccinato, - tipo e del lotto di vaccino.
b) Aggiornare la documentazione attestante lo stato vaccinale del soggetto, nei casi in cui sia stata esibita
c) rilasciare un libretto vaccinale personale, se bambini (da dare ai genitori o tutori), o un certificato attestante l’avvenuta vaccinazione, se adulti. Nel libretto vaccinale e nel certificato di vaccinazione dovranno essere indicati tipo e lotto del vaccino somministrato.
c) Segnalare gli eventuali eventi avversi a vaccinazione
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• Indagine epidemiologica e ricerca dei contatti
• Attivazione misure di profilassi e contumaciali
• forniscono indicazioni agli Enti gestori per provvedimenti di sanità pubblica in caso di malattie infettive trasmissibili, al fine di prevenire la diffusione di malattie presso il Centro di accoglienza e, in generale, nella collettività
In caso di Malattia Infettiva sospetto/accertata
NOTIFICA
SISP
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