L’associazione Ecomuseo del Fiume e della Torre ha il ... Raccontami Umbria 2011... · vo...

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Anna Lia Sabelli Fioretti

PIANELLO - Partivano all’albada Pretola, la domenica, lungo unsentiero del quale oggi si sono ri-trovate le tracce solo in parte. Erainverno ed erano scalze e quando,dopo un’ora e mezza di cammino,arrivavano a Fontenovo si lavava-no i piedi dentro la fontana e infi-lavano gli zoccoli, perché allora lescarpe “ce l’avevano solo i signo-ri”. Il punto di incontro era PortaPesa, da sotto l’arco si separava-no, ognuna per la propria strada araccogliere dalle clienti i pannisporchi da lavare. Li pigiavanodentro dei grossi fagotti che poiriportavano a Porta Pesa per cari-carli sui carretti in attesa. Quandoandava bene salivano anche lorosui carretti insieme ai fagotti pertornare a casa, quando invece era-no troppo pieni riprendeva lo stes-so sentiero in discesa . Il lunedìinsaponavano i panni, il martedìsi faceva “la bucata” con la cene-re, il mercoledì si sciacquavano esi asciugavano e il giovedì si ripor-tavano puliti e stirati ai “signoridella città”. Erano le lavandaie diPretola che dalla fine dell'800 fi-no al 1953-54 formavano insiemela prima grande “lavanderia” diPerugia , un mestiere durissimoche si tramandava da madre infiglia. E gli uomini di Pretola ,invece, cosa facevano? Soprattuttoi muratori ma anche i pescatori, i

renaioli, i contadini. C’era ancheil mestiere curioso dell’”unci-naio”. Muniti di un strano attrezzosimile ad un’ancòra, realizzato pi-lotando la crescita degli aceri,piante che allora sostenevano leviti, scendevano al Tevere dopo lepiene (ognuno aveva la sua posta-zione e nessuno prendeva quelladell’altro) e lanciavano gli unciniper agganciare i tronchi galleg-gianti tirandoli a riva con una cor-da fatta con la canapa a Ponte Val-leceppi. La legna serviva per scal-darsi in inverno perché lì intornotutti i boschi erano di proprietàprivata. “Lavandaie e uncinai” so-no mestieri ormai finiti, il progres-so ed il benessere li hanno perfortuna eliminati. Ma non per chisi occupa di recuperare la memo-ria di quanto è stato, catalogando,rispettando, studiando, tenendovivo il passato perché “non ha fu-turo chi lo cancella”. E questo è ilcompito statutario di un “ecomu-seo” che la legge regionale n.34del dicembre 1997 ha riconosciu-to e disciplinato, con connotatiben precisi: un museo a cieloaperto nel territorio, con i relativifattori ambientali e sociali che lohanno plasmato caratterizzando-ne l’evoluzione storico-economi-ca. Per questo Pretola non dimen-tica il mestiere dei nonni e deibisnonni, per questo è nata nel2004 l’associazione Ecomuseo delFiume e della Torre con il compi-

to di tutelare e valorizzare l’am-biente naturale e storico del Teve-re e del Comune di Perugia, pro-muovere la raccolta, lo studio, ilrecupero di ogni testimonianza-documento della zona, tutelare ilterritorio circostante. Fondatoreed unico presidente Claudio Gia-cometti, ex disegnatore progetti-sta per 15 anni alla Nestlé Perugi-na, che per un anno si è impegna-to, insieme ad un gruppo di ami-ci, a studiare il modo di crearel’associazione. VicepresidenteMauro Mearelli, comitato diretti-vo composto da 11 membri. Uncentinaio di soci, quasi tutti prove-nienti da esperienze naturalisti-che, che pagano una tessera di 10

euro l’anno. “Dal 18 febbraio2003 al marzo 2004” racconta ilpresidente “abbiamo cercato di in-dividuare gli obiettivi, i mezzi rea-li a disposizione ed abbiamo ini-ziato un percorso fatto di ricercheed esplorazioni del territorio non-ché la costruzione di piccoli pro-getti”. Oggi l’Ecomuseo di Pretolaè una realtà, anche se non è all'op-timum. Ha sede al primo pianodella scuola dove, già sin dalle sca-le, troviamo accatasti reperti stori-ci della vita locale. Dai grandi te-lai per la canapa agli uncini diacero, dalle fotografie storiche del-le lavandaie ai loro veri fogatti. Einoltre vengono ricostruite map-pe con i sentieri scomparsi, i luo-

ghi ormai perduti come la minie-ra di lignite a San Martino, zonecaratteristiche per fauna, flora estoria. Il sogno dell’associazione èquello di riuscire a far diventaresede dell'Ecomuseo proprio laTorre dell'antico mulino sul Teve-re, al momento chiuso ed in attesadi restauro, che è il monumentosimbolo del paese. "Gli ecomu-sei" precisa Giacometti "vengonocostruiti a tavolino delineando ilterritorio e censendo parte del pa-trimonio. Noi abbiamo invertito ilprocesso, abbiamo reso protagoni-sti i cittadini, organizzando 41 pas-seggiate chiamate “Sentieri aper-ti" con le quali la comunità hariscoperto il proprio patrimonioterritoriale, realizzando ricercheattraverso le loro dirette testimo-nianze. Solamente mia zia EldaGiovagnoni è riuscita a ricordare inomi di ben 60 lavandaie e a rico-struire buona parte del loro sentie-ro. Pochi minuti fa è venuto uncittadino a donarci il grande brac-cio di una bilancia antica”. Un’al-tra ricerca dell’Ecomuseo è quellafatta sulla Brigata Pretolana,anti-co gruppo musicale locale, delquale hanno rintracciato l'ultimocantante. "Dopo aver recuperatofoto e spartiti i giovani hanno fon-dato la Nuova Brigata Pretolanache tuttora si esibisce proponen-do gli antichi canti popolari""Obiettivo del nostro Ecomuseo"prosegue Giacometti “è promuo-

vere lo sviluppo della comunità.Abbiamo un patrimonio in ogget-ti, in canti popolari, in memoria,in bellezze naturalistiche e artisti-che, dobbiamo però renderlo di-namico non museizzarlo. Sono sta-ti individuati sette siti naturalisti-ci. Faremo dei corsi appositi peraiutare la popolazione a censirequesti siti. Il territorio è attraversa-to dalla ferrovia Centrale Umbra.C’è stata una iniziativa, finanziatain parte dal Comune, che prevede-va un viaggio iu treno e ad ognistazione c’era uno spettacolino.All’interno dell’Abbazia di Monte-labate, oggi di proprietà dell'Ospe-dale Gaslini di Genova, sono stateorganizzate delle visite teatralizza-te per raccontare in modo godibi-le il periodo dei benedettini. In5-6 anni è stata visitata da 10 milapersone. Se i proprietari di ville ecastelli della zona mettessero a di-sposizione i loro saloni noi po-tremmo proporre delle iniziative.E' in questo modo che la comuni-tà può creare sviluppo. La genteriscopre l'ambiente e si formauna coscienza critica individuan-do il modo di utilizzare i beni chepossediamo”.Al momento il sito dell’Associazio-ne è in prestito presso www.citta-deltevere.it ma fra due mesi saràpronto quello ufficiale. Per comu-nicazioni telefoniche il numero è333-2289491. E mail claudio_gia-cometti@libero.it

L’associazione Ecomuseo del Fiume e della Torre ha il compito di custodire le tradizioni

Lavandaie e uncinai nella Pretola che fuVecchi mestieri tramandati nel tempo da padre in figlio

Pretola Il paesino in una foto di fine ‘800

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Lunedì 19 9Luglio 2010 CORRIEREPERUGIA