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ntusiasmante al limite del contagio, coinvolgente
come poche bande d’ottoni in giro per il globo san-
no essere. La Pocket Brass Band di Ray Anderson è
la sintesi perfetta di estro, creatività e linguaggi. Il
quartetto che surriscalderà il clima di Orvieto.
La Pocket Brass Band sembra una perfetta fo-tografi a di tutta la tua esperienza professionale: quando hai deciso di metterla insieme?
Ricordo di aver cercato di inserire un basso tuba in un mio trio nel
lontano 1988. Da quel momento, l’idea continuava a tornarmi in
mente ma vi rimase parcheggiata per anni. Però quella formazio-
ne funzionava alla grande; decisi quindi che era necessaria una
tromba per renderla una vera e propria brass band… Così nacque
la Pocket Brass Band.
Con compagni di viaggio così, il risultato è garantito. Ricordo Lew Soloff al tuo fi anco in quello splendido gruppo che erano gli Alligator. Come hai coinvolto gli altri?Ho sempre conosciuto musicisti tremite altri musicisti, ai concerti
o attraverso suggerimenti. Johnny Vidacovich (che suonava la
batteria su un mio disco pubblicato dalla Enja, «Blues Bred In The Bone») mi consigliò caldamente Matt Perrine. Conobbi Lew anni
fa a un concerto di Gil Evans. E conosco Bobby Previte da tan-
tissimo tempo. Perrine è un virtuoso, un vero e proprio groove master; anche Soloff è un virtuoso pazzesco e in più possiede un
gran senso dell’umorismo. Previte è estremamente melodico; un
ottimo compositore oltre che un grandissimo batterista.
La tua ultima esibizione in Italia con la Pbb ha avuto un enor-me successo. Com’è il tuo rapporto con il nostro pubblico?Il pubblico italiano è assolutamente meraviglioso per l’entusia-
smo e la profonda conoscenza della musica. È sempre un enorme
piacere suonare qui!
Andrea Scaccia
M U S I C A
• S P E C I A L E U M B R I A J A Z Z W I N T E R •
29 DIC02 GEN
SPECIAL NIGHT
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STEFANO BOLLANI & CHICK COREAIl duo torna a Umbria Jazz per uno degli eventi più attesi di questa edizione
Uno fa scenette divertenti che tanto piacciono al pubblico; l’altro, da sempre noto come persona assai seria, lo guarda
come fosse un bambino e asseconda i giochi. Non è mica un brutto indizio; al contrario: lascia intuire che l’intesa tra
i due è perfetta. Quando suonano incantano e gli spettatori vengono catapultati in un limbo dove si rintracciano echi
di musiche accademiche, l’improvvisazione più marcata e i linguaggi che si sovrappongono senza mai pestarsi i piedi.
Ritornano anche quest’anno, nella formula del duo, e le tre serate si attendono come fossero eventi eccezionali. Anche
o solo per il fatto che un produttore scrupoloso come Manfred Eicher dell’Ecm abbia deciso di registrare le tre serate
per trarne un disco: proprio lui che non ama per niente incidere dal vivo. Potrebbero essere padre e fi glio e invece sono
complici: sapienti ma sfacciati. Il labirinto della prova con due pianoforti è per loro come un cubo magico: una volta
capito il trucco, il segreto, è facile riprodurlo all’infi nito. È anche, per l’organizzazione di Umbria Jazz, il coronamento
di un sogno: far interagire due pianoforti. Ci avevano provato in passato con Danilo Rea e l’(allora) emaciato Brad
Mehldau. E poi, ma non solo loro, con lo stesso Bollani e Martial Solal. Ma il sogno si è avverato con i due: uno scherza e
l’altro lo guarda perplesso e gli va dietro dopo poco. Ma, quando suonano, tutto passa.
Federico Scoppio
TOP JAZZ 2010Un evento nell’evento vedrà, nell’ultimo gior-
no del festival, sul palco del Teatro Morlacchi
i vincitori del Top Jazz 2010. Il più importante
referendum musicale italiano, che la nostra ri-
vista promuove dal 1982, sarà ospitato per la
prima volta nella cornice orvietana, a corona-
mento di una collaborazione sempre più proli-
fi ca tra Musica Jazz e il festival.
Una serie di formazioni, per lo più inedite, si
avvicenderà sul palco per presentare i vincito-
ri delle rispettive categorie. Aprirà la serata il
duo formato dalla contrabbassista Silvia Bolo-
gnesi (nuovo talento) con il violinista Stefano
Pastor (miscellanea). A seguire, il Tinissima
Quartet (disco dell’anno e miglior formazione).
Subito dopo sarà la volta di un altro gruppo
inedito, formato da Fabrizio Bosso (ottoni), Ro-
sario Giuliani (ance), Danilo Rea (tastiere), Pa-
olo Damiani (compositore-arrangiatore) e Ro-
berto Gatto (batteria). E poi un gran fi nale a
sorpresa. Stefano Bollani, musicista dell’anno,
sarà purtroppo assente.
Antonio Blasi
Ray Anderson’s pocket brass band
ore21 Domenica 2 Gennaio Teatro Mancinelli
29-30 DICEMBRE 1 GENNAIO
TEATRO MANCINELLI
ORE 21
IL QUARTETTO TASCABILE DEL TROMBONISTA AMERICANO SBARCA IN UMBRIA
29-30 dicembre e 1 gennaio ore 22Palazzo del Popolo - Sala dei 400
1 gennaio ore 1, 2 gennaio ore 15:30 Teatro Mancinelli
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Jaz
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M U S I C A DAILY
Piazza Danti, 28
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2011Perugia, 5 - 17 luglio
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na storia d’amore con
la musica: l’incontro
fatale fu al festival
svizzero di Montreux,
con quel genio indi-
scusso che è Quin-
cy Jones, sconvolto
in quell’occasione
dall’inaspettato ascolto. E poi la fuga
dall’Avana e l’amministrazione Bush
che, nonostante le richieste del men-
tore, gli rifi uta l’ingresso negli States
fi no all’accesso coatto attraverso il
confi ne con il Messico per raggiunge-
re l’agognata terra promessa e l’am-
bìto asilo politico.
Oggi Alfredo Rodriguez vive Los An-
geles; a Cuba ha lasciato la famiglia e
un cognome ingombrante come quel-
lo del padre, cantante tra i più amati
dell’isola.
I festival di mezzo mondo fanno la fi la
per avere questo giovane pianista di
grande talento e il suo esordio perugi-
no all’ultima edizione di Umbria Jazz
fu accolto con un tripudio pari a quel-
lo riservatogli al Playboy Jazz Festival
e a Monterey, Newport o al North Sea,
citando a caso la lunga lista delle ap-
parizioni.
La stima di Quincy Jones nel frattem-
po cresce e il produttore americano
non perde occasione, in ogni intervi-
sta, per riaffermare che il ragazzo è
uno dei più grandi musicisti che abbia
mai incontrato nella sua lunga e strabiliante vicenda artistica. Il talento pianistico è indiscusso, non solo
per un ventiquattrenne ma come dato assoluto. Il linguaggio è ampio ed eterogeneo, tante sono le infl uen-
ze: non solo quelle dell’isola natìa – che rappresentano solo una piccola parte del variegato mosaico – ma
anche una conoscenza profonda del linguaggio jazzistico contemporaneo che fa di lui un’artista di sicuro
avvenenire.Plinio Bonato
U
29 DICEMBRE 2010 - 2 GENNAIO 2011
Ovviamente il divertimento è alla base di questo
incontro musicale, come racconta Paolo Fresu: «In-
vitai qualche anno fa a Berchidda i Sex Mob di Ste-
ven Bernstein e così ci conoscemmo e iniziammo a
capire come poter collaborare. Gianluca conosceva
già Steven; per cui, il trombone da affiancare a noi
era stato subito individuato. Poi credo che fu pro-
prio Steven a proporre per la tuba il nome di Mar-
cus Rojas [sostituito a Orvieto da Oren Marshall,
che ha suonato con la London Philharmonic come
con Django Bates, John Taylor, Jamie Cullum e Mc-
Ferrin, Bailey, Gibbs, Collier…] e il gioco era fatto».
Il repertorio spazia dagli omaggi al Lester Bowie
della Brass Fantasy alle citazioni accademiche e
soprattutto agli echi popolari, in un continuo gioco
di rimandi: un botta e risposta che cerca di stimo-
lare il pubblico. Ognuno dei quattro attori è dota-
to di una forte personalità e di un carisma assai
spiccato ma è anche capace di mettersi al servizio
dell’insieme. È un po’ questo il segreto del succes-
so della Brass Bang!: forza deflagrante e armonio-
so incastro di voci riconoscibili. E non aspettatevi
una street parade e i musicisti che vanno a cercare
la gente nei vicoli della città: questa è una band da
palcoscenico.
Antonio Blasi
UN PIANISTA CHE VIENE DALL’AVANA
DA NON PERDERE
RENATO SELLANIIl poeta è di casa. Con Moriconi e Manzi un trio collaudatissimo all’insegna di un jazz ormai riconoscibile Non è un mistero che «Il poeta» (qui virgolet-
tato per rifarci alla registrazione del rilancio di-
scografi co) Renato Sellani sia di casa a Umbria
Jazz. Il suo doppio duo quotidiano con Massi-
mo Moriconi è tra gli appuntamenti più seguiti
dell’estate perugina. Intelligibile e alla porta-
ta di tutti, il loro jazz detesta i proclami e ama
invece rispettare le melodie, derivino esse da
standard, canzoni italiane e brasiliane, musica
d’autore. Vastissimo è il repertorio timbrabile
«Sellani & Moriconi».
In trio il discorso non cambia; a maggior ragio-
ne se i due vengono raggiunti dall’esperto e
duttile Massimo Manzi, che offre swing e una
spinta leggera alla cantabilità del pianista. Chi
conosce la discografi a del poeta, ingigantitasi
negli ultimi anni grazie al lavoro in studio per
Philology (un catalogo che è un archivio da
preservare!), sa che Manzi è in un certo senso
il batterista di Sellani. La scaletta giornaliera,
siamo certi, non verrà mai stravolta: semmai
impreziosita qua e là da qualche brano (stan-
dard? canzone?) che non ci s’aspetta.Luca Civelli
BRASS BANG! Con Paolo Fresu - Steven Bernstein - Gianluca Petrella - Oren Marshall
Alfredo Rodriguez 30-31 dicembre ore 16
1-2 gennaio ore 16Palazzo del Popolo - sala dei 400
PALAZZO DEL POPOLO - SALA DEI 40030 DICEMBRE ORE 22
1 GENNAIO ORE 22TEATRO MANCINELLI
1 GENNAIO ORE 12 GENNAIO ORE 15:30
Palazzo dei Sette
29 dicembre ore 20:30 30 dicembre ore 18 e 22:30 31 dicembre ore 18 e 23 1 gennaio ore 16:30 e 212 gennaio ore 19:30 e 22:30
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Cortesia Umbria Jazz / Roberto Cifarelli
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Rosario Giulianimiglior sassofonista
Danilo Reamiglior tastierista
Roberto Gattomiglior batterista
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l’anima è nelle radici
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Top
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DANILO REASTEFANO BOLLANIFABRIZIO BOSSOROBERTO GATTOUNKNOWN REBEL BANDGALLO & THE ROOSTERSFRANCESCO BEARZATTIROSARIO GIULIANIROBERTO CECCHETTOSILVIA BOLOGNESI PAOLO DAMIANISTEFANO PASTOR
M U S I C A
MJCD 1232
S.I.A.E. P 2011
Tempo totale: 61:23 Selezione discografi ca di Filippo Bianchi.Cd fuori commercio allegato a Musica Jazz numero 1/2011
MJCD 1232 P 2011
S.I.A.E
nuovo talento: Silvia Bolognesi1. BUUAAH! (Silvia Bolognesi) 6:26Luca Marianini, Sergio Gistri (tr.), Tony Cattano (trne), Piero
Bittolo Bon, Cristiano Arcelli, Dimitri Grechi Espinoza, Rossano
Emili (ance), Ian Da Preda (vib.), Silvia Bolognesi (cb.), Andrea
Melani, Simone Padovani (batt., perc.). Colle Val d’Elsa, teatro
dei Varii, 5-6 giugno 2009.Da: Silvia Bolognesi Open Combo, «Large» (Fonterossa)strumentista (batteria): Roberto Gatto2. DEEP (Roberto Gatto) 6:06Giovanni Falzone (tr.), Francesco Bearzatti (ten., cl.),
Emmanuel Bex (org.), Dario Deidda (cb.), Roberto Gatto (batt.).
Roma, Casa del jazz, 23 marzo 2009.Da: Roberto Gatto, «Live At Casa del jazz» (Casa del jazz)
disco: «X (Suite For Malcolm)»3. A NEW LEADER (Francesco Bearzatti) 5:13Giovanni Falzone (tr., elettr.), Francesco Bearzatti (ten.,
elettr.), Danilo Gallo (cb., b. el.), Zeno de Rossi (batt.).
Cavalicco, 29-31 marzo 2010.Da: Francesco Bearzatti Tinissima Quartet feat. Napoleon
Maddox, «X (Suite For Malcolm)» (Parco della musica)musicista: Stefano Bollani4. DOM DE ILUDIR (Caetano Veloso) 5:51Stefano Bollani (p.), Jesper Bodilsen (cb.), Morten Lund (batt.).
New York, ottobre 2008.Da: Stefano Bollani, «Stone In The Water» (Ecm)compositore o arrangiatore: Paolo Damiani5. SENTIERI SMARRITI (Paolo Damiani) 4:57Fulvio Sigurtà, Francesco Lento (tr., fl ic.), Massimo Morganti
(trne, fi s.), Cristiano Arcelli (sop., alto, arr.), Marco Guidolotti
(bar., cl.), Michele Francesconi (p.), Luigi Masciari (chit.), Paolo
Damiani (cello, dir.), Daniele Mencarelli (b. el.), Alessandro
Paternesi (batt.), Ludovica Manzo (voc.). Perugia, giugno 2010.
Da: Paolo Damiani, «Pane e tempesta» (Egea)strumentista (ance): Rosario Giuliani6. OVER LINES (Rosario Giuliani) 4:19Rosario Giuliani (alto), Pierre de Bethmann (p.), Darryl Hall
(cb.), Joe La Barbera (batt.). Cavalicco, 24-26 settembre 2009.
Da: Rosario Giuliani, «Lennie’s Pennies» (Dreyfus)
strumentista (ottoni): Fabrizio Bosso7. BLACK SPIRIT (Fabrizio Bosso) 4:18Fabrizio Bosso (tr.), Max Ionata (sop., ten., fl .), Luca Mannutza
(p.), Nicola Muresu (cb.), Lorenzo Tucci (batt.). Roma, giugno
2009.Da: Fabrizio Bosso, «Black Spirit» (Pony Canyon)strumentista (basso): Danilo Gallo8. BELA LUGOSI (Danilo Gallo) 4:21
Gerhard Gschlössl (trne, tuba), Achille Succi (cl. b.), Gary Lucas
(chit., dobro), Danilo Gallo (cb., chit., tast., perc.), Zeno de
Rossi (batt., perc.). Milano, 9-10 febbraio 2008.Da: Gallo & The Roosters + Gary Lucas, «The Exploding Note
Theory» (El Gallo Rojo)formazione (II): The Unknown Rebel Band9. PRAZSKÉ JARO (Giovanni Guidi) 4:59Fulvio Sigurtà, Mirco Rubegni (tr., fl ic.), Mauro Ottolini (trne,
tuba), Dan Kinzelman (ance, arr.), Daniele Tittarelli, David
Brutti (ance), Giovanni Guidi (p., dir.), Giovanni Maier (cb.),
João Lobo (batt.), Michele Rabbia (perc.). Perugia, febbraio
2009.Da: Giovanni Guidi, «The Unknown Rebel Band» (p) 2009 C.A.M.
S.r.l. under license by CAM CINE TV MUSIC, Inc. ISRC: US29B0955719. strumentista (tastiere): Danilo Rea10. LA BALLATA DELL’AMORE CIECO (Fabrizio De André) 4:39
Danilo Rea (p.). Klais, Schloss Elmau, gennaio 2010.Da: Danilo Rea, «A Tribute To Fabrizio de André» (Act)strumentista (chitarra): Roberto Cecchetto
11. DEEP BLUE (Roberto Cecchetto) 5:03Francesco Bearzatti (ten., cl.), Roberto Cecchetto (chit.), Luca
Bulgarelli (cb.), Ivo Parlati (batt.). Cavalicco, 30-31 marzo
2009.Da: Roberto Cecchetto, «Mantra» (Parco della musica)strumentista (miscellanea): Stefano Pastor
12. PART 6 (Beckett, Haslam, Pastor, Harris, Kershaw) 4:44
Harry Beckett (tr.), George Haslam (tarogato, bar.), Stefano
Pastor (viol.), Richard Leigh Harris (p.), Steve Kershaw (cb).
Oxford, The Holywell Music Room, 17 settembre 2006.Da: Beckett, Haslam, Pastor, Harris, Kershaw, «The Holywell
Sessions» (Slam)
TOP JAZZ 2010
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CD
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Top2010
Jazz1. Silvia Bolognesi Open Combo: BuuaaH!
6:26
2. Roberto Gatto: Deep
6:06
3. Tinissima Quartet: A New Leader
5:13
4. Stefano Bollani: Dom de iludir
5:51
5. Paolo Damiani: Sentieri smarriti
4:57
6. Rosario Giuliani: Over Lines
4:19
7. Fabrizio Bosso: Black Spirit
4:18
8. Gallo & The Roosters + Gary Lucas: Bela Lugosi
4:21
9. The Unknown Rebel Band: Prazské Jaro
4:59
10. Danilo Rea: La ballata dell’amore cieco
4:39
11. Roberto Cecchetto: Deep Blue
5:03
12. Beckett, Haslam, Pastor, Harris, Kershaw: Part 6
4:44
tempo totale 61:23
Selezione discografi ca di Filippo Bianchi.Cd fuori commercio allegato a Musica Jazz n. 1/2011
Si ringraziano tutti i musicisti coinvolti e inoltre: per il brano 1, Fonterossa e Silvia Bolognesi; per il brano 2, Casa del jazz, Luciano Linzi
e Azienda Speciale Palaexpo; per i brani 3 e 11, PdM, Flavio Severini ed Egea; per il brano 4, Ecm, Manfred Eicher e Ducale; per il brano 5,
Egea e Antonio Miscenà; per il brano 6, Dreyfus, Helaine Dreyfus ed Egea; per il brano 7 (gentile concessione di Pony Canyon), Fumihito
Higashino e Verdearancio; per il brano 8, El Gallo Rojo e Danilo Gallo; per il brano 9, Cam, Ermanno Basso e Ird; per il brano 10, Act, Siggi
Loch ed Egea; per il brano 12, Slam e George Haslam.
M U S I C A
124 MM.
125 MM.6 MM.
93 MM.
120 MM.
126
MM.
126 MM.
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947. Woody Herman rag-
gruppa il secondo gregge
(Second Herd) della sua
orchestra. Per una regi-
strazione sarà conosciuta
come Four Brothers, per
via dei quattro sax: tre
tenori (Zoot Sims, Herbie
Steward e Stan Getz, poi sostituito da Al
Cohn) e un baritono (Serge Chaloff).
Harry Allen, Eric Alexander, Grant Ste-
wart e Gary Smulyan non sono fratelli
come non lo erano evidentemente i loro
predecessori. Eppure si conoscono bene
e nel corso delle rispettive carriere si
sono spesso incontrati. È il caso di Ste-
wart e Alexander: «Wailin’» e «Cookin’»,
titoli di chiara ascendenza davisiana, te-
stimoniano il peso musicale del quintet-
to Reeds And Deeds, da loro condiviso.
Le rispettive discografi e ed esperienze
personali c’informano ancora di più.
Smulyan è uno che sa come si suona in
sezione: lo ha capito in anni di perma-
nenza nella Village Vanguard Orchestra
e nei tanti Monday Nights suonati al Vil-
lage. A inizio anni Novanta, Alexander
diede vita a un progetto non lontano dai
Four Others: The Tenor Triangle.
Con i Four Others la coesione, la capacità di ascolto e d’interazione sosterranno assoli dai quali buona parte
della storia dello strumento emergerà: Gene Ammons, Stan Getz, Al Cohn, Ben Webster, Zoot Sims e perfi no
sprazzi di John Coltrane riecheggeranno prepotentemente. C’è poi un altro aspetto interessante: la ritmica.
A dare man forte alla front line saranno i musicisti stabili del quartetto di Harry Allen: Rossano Sportiello
(pianista che la fuga dei cervelli ha estirpato dal suolo italiano), Joel Fobes (contrabbasso) e Chuck Riggs
(batteria) vanno a nozze con la dimensione ballad («New York State Of Mind» di Allen è in tal senso un disco
consigliato).
Luca Civelli
1
Four Others
Enzo Pietropaoli è molto amato dal pubblico: rappre-
senta un po’ l’immagine bella del jazz nazionale. La
cantabilità del contrabbasso a servizio delle immagini
e della parola, Pietropaoli ama negli ultimi anni pre-
sentare progetti inediti proprio a Umbria Jazz. E nep-
pure questa volta disattenderà le attese.
Enzo, ancora una volta un progetto multimediale inedito: ci racconti One Han d Jack?Rispetto ai progetti multimediali degli anni scorsi (nati
dalla passione di Massimo Achilli), in cui si coniugava-
no immagini e musica, One Hand Jack vede l’ingresso
di un terzo elemento: la parola. Due attori leggeranno
infatti un breve racconto di Stefano Benni.
L’anno scorso avevi al tuo fi anco Fulvio Sigurtà; ora Julian Mazzariello. È una scelta consapevole quella di puntare su musicisti della nuova generazione?Il sodalizio artistico con Fulvio e con Julian è frutto di
una grande stima, umana e musicale; non c’è un dise-
gno alle spalle. Il concetto di gioventù è sempre relati-
vo: si tratta di ottimi musicisti intorno ai trent’anni che
hanno già avuto importanti esperienze. La gioventù
non è una questione di anagrafe ma è il modo in cui
ci si pone di fronte alla vita e alla musica. A pensar-
ci bene, alla loro età non mi sentivo poi così giovane
ma la vita è strana: se essere giovani vuol dire avere
ancora tanto da imparare, allora oggi posso dire di ri-
sentirmi giovane.
Ormai il tuo rapporto con la città di Orvieto è più che consolidato: cosa ti lega a essa e più in generale a Umbria Jazz Winter?Amo questa città e in particolare il clima che si respira
in quei giorni e, come diceva l’indimenticabile amico
Sauro Peducci, mi sento come a casa. Ci si aggira da
una stanza all’altra, s’incontrano amici in un clima di
intimità e complicità. Entri ed esci senza condiziona-
menti di tempo: una magia che non può avvenire nei
grandi festival estivi.
Andrea Scaccia
ENZO PIETROPAOLITra immagini musica e parole il nuovo progetto del contrabbassista romano
NON SIAMO FRATELLI; PERÒ… ALLEN, ALEXANDER, STEWART E SMULYAN PROIETTANO WOODY HERMAN NEL 2011
29 dicembre ore 2230 dicembre ore 19
2 gennaio ore 19Palazzo del Popolo - Sala dei 400
31 dicembre ore 16 1 gennaio ore 18
Teatro Mancinelli
DA NON PERDERE
ROBERTO GATTO QUINTETTributo a Shelly Manne
Un disco su Shelly Manne: «L’idea nasce sicura-
mente dalla voglia di rendere omaggio a un gran-
de musicista del passato, così come feci già con
Miles Davis, ma sopratutto direi alla musica che
producevano alcuni gruppi in determinati periodi
storici. La musica che ho trascritto si riferisce a
una serie di cinque volumi registrati nel 1959 nel
famoso Blackhawk Club di San Francisco. La par-
ticolarità è soprattutto nel repertorio, molto più
newyorkese, considerato che il gruppo operava
sulla West Coast ed era quindi catalogato come
jazz californiano. Una musica molto energica e
piena di swing faceva di quel gruppo una delle
migliori ma un po’ sottovalutate formazioni di
Shelly Manne».
L’omaggio di Gatto ha ormai un paio d’anni; però
il disco è nuovo di pacca («Remembering Shel-ly» per la giapponese Alboré): un passaggio ob-
bligatorio per il batterista romano. «Ho sempre
ammirato Shelly Manne come batterista ma so-
pratutto come bandleader e musicista eclettico.
Raffi natissimo esperto di spazzole e famoso per
il suo suono elegante, fu capace di spaziare da
André Previn all’orchestra di Stan Kenton, da Bill
Evans a Sonny Rollins e Ornette Coleman». An-
che quella di Gatto è una presenza che si rinnova
spesso negli ultimi anni a Orvieto: «Ogni volta
che torno ne riesco ad ammirare angoli nuo-
vi e sfumature diverse. Sono sicuro che anche
quest’anno scoprirò ancora delle meraviglie».
Antonio Blasi
ORE 1730 E 31 DICEMBRE
1 E 2 GENNAIOSALA DEL CARMINE
Palazzo del Popolo - Sala Expo29 dicembre30 dicembre 1 gennaio 2 gennaio
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Teatro Mancinelli31 dicembre ore 16
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Il primo in Italia con combo e
orchestra a disposizione per
l’esecuzione e la pratica di direzione
delle partiture
da gennaio 2011 300 ore
www.slmc.it foto: Lu.Ce.
Anno 66° supplemento al n. 01 (722), gennaio 2011
Direttore responsabileFilippo Bianchi
VicecaposervizioAlessandro Achilliaachilli@22publishing.it
Assistente di redazioneAlessandra Andrettaaandretta@22publishing.it
Progetto grafi coPier Paolo Pitacco per Cento per Cento, MilanoGraphic designer: Silvia Rappini
Musica Jazz Daily Speciale Roma Jazz Festival
Project leaderFederico Scoppio e Andrea Scacciafscoppio@22publishing.it, ascaccia@22publishing.it
EditorAlessandro Achilliaachilli@22publishing.it
Hanno collaborato a questo numero: Alessio Biancucci, Antonio Blasi, Luca Civelli.
22publishing s.r.l.
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Sassofono, vibrafono e piano-
forte: nell’edizione 2009 il trio
fu una produzione originale del
festival. Ora ritorna con quat-
tro concerti che presenteranno
in anteprima il nuovo disco per
Egea. «Tutto nasce da un’idea di
Carlo Pagnotta», racconta Giulia-
ni, sassofonista del 2010 per il referendum della
nostra rivista. «Ci invitò in estate a Perugia per
tre concerti all’oratorio di Santa Cecilia, dalle
registrazioni dei quali nacque il disco in uscita
in questi giorni, “Stepping On Stars”. Cono-
scevo già Dado Moroni e Joe Locke, con i quali
collaboro da tempo e in diverse formazioni, ma
non avevamo mai avuto occasione di suonare
insieme in trio. Li stimo molto e per me è stato
e sarà un grande piacere condividere con loro
questa esperienza».
Che legame hai con il festival e con la città di Orvieto?Penso che suonare a Umbria Jazz sia una gran-
de opportunità, una splendida vetrina di cui
sono molto contento di far parte. Orvieto poi è
una città abbagliante, che rende Umbria Jazz
Winter unica al mondo.
Tu che sei ormai un frequentatore abituale della città, vuoi raccontarci quali luoghi visiti con più piacere?
Ci sono ambienti che hanno una magia incredibile: per esempio piazza Duomo, il museo Greco, la piazza
del Popolo. E poi ascoltare i concerti, visto che c’è la possibilità di incontrare tanti bravi musicisti, rende i
giorni di lavoro un momento anche molto istruttivo e di maturazione.
Federico Scoppio
S
Pare che Chicago stia pacifi camente invadendo
l’Umbria. Dopo lo sbarco dell’Aacm (Association For
The Advancement Of Creative Musicians) nell’estate
2009, con tanto di legittima carte blanche offerta a
George Lewis, Ernest Dawkins, Saalik Ziyad e Nicole
Mitchell, e ampiamente documentata da Musica Jazz
(con l’inserto e il Cd di luglio 2010), ritorna una delle
voci protagoniste di quel Great Black Music Ensem-
ble: la cantante Dee Alexander. La sua Vocaleidosco-pe appariva accanto ad altri cinque brani in quel Cd
di inediti, una gemma per i jazzofi li più appassionati e
impegnati. Chi ha quel disco, riascolti il brano per farsi
un’idea di alcune nozioni compositive (la voci che si
intersecano, appoggiano e sostengono come in una
sorta di tetris) e abilità vocali di Dee Alexander, che
ha appreso dai maestri di Chicago quanto sia impor-
tante vivifi care la tradizione, riuscendo a estendere
la storia delle cantanti jazz fi no al funky contaminato
degli ultimi vent’anni. In breve: ogni sua esibizione of-
fre uno spaccato della black music.
Staremo a vedere quale sarà il punto di partenza a
Umbria Jazz Winter. Facile pensare a un rilancio dei
brani di «Wild As The Wind» (BluJazz, 2009), inciso
assieme ad alcuni musicisti che aderiscono in pieno
alle direttive della leader. Il quartetto adopera una
strumentazione insolita (che stupirà meno chi cono-
sce la fantasia titpica degli organici chicagoniani), con
gli archi a sostenere o raddoppiare la voce: James
Sanders (violino), Tomeka Reid (violoncello), Junius
Paul (contrabbasso) ed Ernie Adams (batteria e per-
cussioni). Qualcuno li chiama Dee Alexander’s Evolu-
tion Ensemble. Se il vento fi schierà, sarà selvaggio
per le vie di Orvieto…
Luca Civelli
ANTEPRIMA DEL PRIMO DISCO DEL TRIO
DA NON PERDERE
THE SELVY SINGERSCome da tradizione a Orvieto sbarca il gospel:
una serie di appuntamenti in diversi luoghi del-
la città, culminanti con l’ormai consueto con-
certo che saluterà l’avvento del nuovo anno, al
Palazzo del Popolo, e con la messa della pace
nel Duomo, il primo dell’anno. Uno spettacolo
unico e irripetibile vedrà protagoniste le sorel-
le Selvy. Più che d’un gruppo è giusto parlare
di una vera e propria famiglia musicale. Dar
vita alla band fu un’idea del padre, il reverendo
Jesse Selvy Jr, e di sua moglie Johnnie; e con
un’esperienza live ventennale il gruppo ha con-
quistato il pubblico a stelle e strisce, fi no alla
nomination del 2003 come artista dell’anno
all’American Gospel Convention. Classici della
grande tradizione gospel e pezzi inediti, com-
posti dalla stessa band, si alterneranno in una
serata che rimarrà nella bacheca dei ricordi.
Plinio Bonato
DEE ALEXANDERSoffi a forte il vento di Chicago. Già a Perugia con il Great Black Music Ensemble
Joe Locke . Rosario Giuliani . Dado Moroni
30 dicembre ore 16Palazzo del Popolo - sala Expo.
31 dicembre ore 12 Museo Emilio Greco.
1 gennaio ore 12Palazzo del Popolo - sala dei 400
2 gennaio ore 15:30.Palazzo del Popolo - sala Expo
MUSEO EMILIO GRECO ORE 12 30 DICEMBRE ORE 12 1-2 GENNAIO
PALAZZO DEL POPOLO, SALA DEI 400 ORE 12 31 DICEMBRE
M U S I C A29 DICEMBRE 2010 - 2 GENNAIO 2011
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Palazzo del Popolo - sala dei 400
30 dicembre ore 12 1 gennaio ore 12 gennaio ore 12Duomo - Messa della Pace & Gospel
1 gennaio ore 17