Pordenonelegge Quante storie dietro a tutte queste modelle · con il geologo Mario Tozzi. Mentre di...

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GIOVEDÌ 20 LUGLIO 2017 39

Saggio Gabriele Monti e il suo studio di taglio sociologico sulle indossatrici italiane dagli anni Cinquanta a oggi

Nel Paese dello sfolgoran-te Made in Italy, incom-prensibilmente mancaun monumentale edesaustivo museo dedica-

to alla storia della moda italiana, al-meno novecentesca: dall’autarchicanazionalizzazione del Fascismo mus-soliniano al battesimo fiorentino deiprimordiali défilé di Palazzo Pitti, allapresenza dei buyer americani e dellastampa mondiale; fino alla contem-poranea glorificazione della commer-ciale serialità del prêt-à-porter, concreativi brand nostrani e la conse-guente celeberrima settimana mene-ghina. Un museo magari milanese(escludendo le esposizioni vestimen-tarie di Palazzo Morando, con colle-zioni perlopiù civiche e locali) doveserbare, per posteri e fruitori, gli ope-rosi prodotti della ferace fantasia deidesigner italici, degli artigiani sarto-riali, dei setaioli comaschi, dei magi-strali fotografi, dei periodici di setto-re, etc. Per fortuna, all’osannata figu-ra della modella, ha parzialmentesopperito «In posa» (Marsilio, illu-strato a colori): scintillante saggio, as-sai sociologico e per nulla agiografico,analiticamente dedicato alle indossa-trici del nostro Stivale, dal boom deglianni Cinquanta ai fluidi giorni odier-ni. Il perito autore è Gabriele Monti:ricercatore presso l’Università Iuav diVenezia, dove insegna ai corsi di De-sign della moda; nonché curatore as-sociato di diverse mostre e relativi ca-taloghi, tra cui «Diana Vreeland afterDiana Vreeland» (2012) e «Bellissi-ma. L’Italia dell’alta moda 1945-1968»(2014-2016). E, così, in questo patina-to album fashion, viene sviscerato l’o-bliato ruolo internazionale delle tri-colori mannequin d’atelier e sfilataprima e delle modelle da posa per ri-

viste e pubblicità poi, ruoli professio-nali inizialmente separati e successi-vamente sovrapposti: tutte irrealicreature trasformate dal sistemamassmediologico in simboli femmi-nili, emblemi di un indelebile imma-ginario collettivo dell’italian beauty.Magnificamente affastellate in que-sto apparentemente frivolo atlanteiconografico, svettano le avvenentiinterpreti de l’esprit du temps dellapenisola mediterranea e le metamor-fiche protagoniste dell’evoluzionedella cultura pop: bellezze da feno-menale furore – spesso supportatedalla potentissima agenzia Elite diNew York e mitizzate da Vogue Usa,sotto la vulcanica egida della sulfureaDiana Vreeland - giudicate esotiche eselvagge, intrise di sensuale e anar-chica dolce vita, rispetto alle più pre-vedibili wasp americane, salubri si-gnorine bon ton sempre alquanto

Le grandi bellezze Dall'alto, la sontuosa Ivana Bastianello, Isabella Rossellini,l'artica Isa Stoppi. Nella foto piccola, la copertina del libro.

Quante storiedietro a tuttequeste modellePrima delle dive nate sul web, le mannequin sfilavanonegli atelier e si potevano ammirare su «Vogue»di Serena Faganello

sorridenti, come da visuale narrazio-ne statunitense. Ma, in realtà, le no-stre bandiere di beltà - androgine ogiunoniche, a seconda del gusto epo-cale - sono, fin dagli aurorali albori,irreggimentate da corsi e scuole adhoc e incorporate in una federazionelavorativa, con annessi decaloghi dibuone maniere e altero portamento.Ecco, allora, le nostre indiscusse stardel jet set internazionale. In primis, lecover girl dei servizi specializzati de-gli anni ‘50, ‘60, ‘70: l’elegante Isabel-la Albonico, la ieratica Benedetta Bar-zini, la sontuosa Ivana Bastianello, l’i-nossidabile Elsa Martinelli, l’enigma -tica Loredana Pavone, la duttile Mi-rella Petteni, la sofisticata MarinaSchiano, l’artica Isa Stoppi, l’alteraAlberta Tiburzi, l’irregolare Tilly Tiz-zani, etc. In secundis, le superbe su-permodel degli anni ‘80 e ‘90, indi-menticate interpreti di look e mooddi sfarzo e minimalismo: la morbidaMonica Bellucci, la funambolica Car-la Bruni, la magnetica SimonettaGianfelici, la rassicurante IsabellaRossellini, etc. Infine, le carismaticheprincipesse del nuovo millennio,marchiate dello status visuale di per-sonaggi divinizzati anche dalla rete:la felina Bianca Balti, l’elfica Maria-carla Boscono, l’algida Eva Riccobo-no. E poi? Ora tallonano le sgambet-tanti starlette dei narcisistici socialnetwork, a sovvertire i codici esteticie stravolgere la comunicazione mul-timediale, tramutando rapidamenteuna ragazza next door in celebritydella blogosfera. Ed è tutta un’altrastoria.u

®In posa. Modelle italiane daglianni Cinquanta a oggidi Gabriele MontiMarsilio, pag. 192, A 25,00

II Centinaia di autori italiani e stranieritra cui anche un premio Nobel: è il pro-gramma della diciottesima edizione diPordenonelegge. «Il mondo - ha ricor-dato il direttore artistico Gianmario Vil-lalta - parla con molte voci e in molteforme, e i libri sono ancora il croceviaprivilegiato del loro incontro. Pordeno-nelegge diventa quel luogo di convegno,perciò, dove l’idea di cultura che si pro-pone è quella della costruzione di unconfronto ampio, vario e senza pregiu-diziali: dalle provocazioni letterarie allediscussioni d’accademia fino alle con-taminazioni con cinema e teatro».

A Wole Soyinka sarà conferito il Pre-mio FriulAdria La storia in un romanzo,nato dalla collaborazione fra pordeno-nelegge con il Premio giornalistico in-ternazionale Marco Luchetta, e promos-so dalla Banca Crèdit Agricole FriulA-dria.

Anche quest’anno al festival ci sarannograndi nomi della letteratura italiana einternazionale: l’inaugurazione sarà af-fidata allo spagnolo Carlos Ruiz Zafònuno scrittore che ha regalato alcuni deipiù importanti best seller degli ultimianni. Per la letteratura italiana spiccanoDomenico Starnone, Stefano Benni,Walter Siti, Gianrico Carofiglio, Giusep-pe Culicchia, Marcello Fois, Silvia Aval-lone, Mauro Covacich, Marco Malvaldi eil fresco vincitore dello Strega Paolo Co-gnetti. Di straordinaria rilevanza è an-che la presenza di autori stranieri, tra cuiLuis Sepùlveda, Elizabeth Strout, Jen-nifer Niven, David Lodge, David Lager-crantz, Andrej Astvacaturov e LawrenceOsborne.

Per il giornalismo e l’inchiesta di ap-profondimento ci sono Ferruccio DeBortoli, Beppe Severgnini, Alan Fried-man, Pietrangelo Buttafuoco, MaurizioMolinari e Gianfranco Pasquino. La ra-dio sarà invece protagonista degli in-contri con due celebri conduttori radio-fonici: Massimo Cirri, di «Caterpillar», eAntonello Dose, del «Ruggito del coni-glio». I toni catastrofici fuori luogo chespesso ci riservano le emergenze eco-logiche saranno al centro dell’incontrocon il geologo Mario Tozzi. Mentre di unaspetto positivo, anche se a volte iper-bolico, del nostro rapporto con la naturasi occuperà Guido Guerzoni: l'amore pergli animali domestici. E inoltre VandanaShiva, una delle più note attiviste in-ternazionali in tema di ecologia, raccon-terà del mondo che vorrebbe e di comecostruirlo.u

Saggio Un libro nato da una tesi di laurea discussa a Parma restituisce al poeta lucano un'immagine che spezza i luoghi comuni

Scotellaro, un letterato poco naïfCamillo Bacchini

II Di umili origini, considerato da unacerta bibliografia soprattutto «il poetadei contadini» - di cui ha messo in versile rivendicazioni, le opere e i giorni inuna terra povera e assetata - Rocco Sco-tellaro (lucano di Tricarico 1923-Portici1953) è pure il «poeta-politico», sindacodel suo paese a soli ventitré anni. Ep-pure, non si può più oggi, e già da tempo,ricondurre la figura di Rocco Scotellaronella stretta gabbia costituita da questeetichette; invecchiate, suonano ormaicome luoghi comuni. Rocco Scotellaro è

stato indubbiamente un poeta di sta-tura nazionale, non soltanto per l’in -trinseca qualità dei suoi versi, ma ancheper la stratificazione culturale della suaopera e per la complessità non solo deiriferimenti cui si può ricondurre la suaesperienza letteraria, ma proprio per lacostruzione linguistico espressiva dellaversificazione, nonché per una certapluralità di tematiche e di ambienta-zioni. La sua figura emerge in contorniche diremmo più nitidi da quando SilviaMele ne ha fatto oggetto di una tesi dilaurea - relatore Paolo Briganti - nel-l’ambito dei propri studi letterari com-

piuti nel nostro Ateneo. Queste pagine,da cui la poesia di Scotellaro esce nettacome un cristallo, ora vedono la luceeditoriale in un volume - «Io sono unodegli altri. La poesia di Rocco Scotel-laro» che Silvia Mele dà alle stampe perl’editore EditricErmes di Potenza, e dicui Briganti firma la prefazione. Il la-voro della Mele, la quale - sembra unsegno del destino - è di Tricarico e dun-que lei stessa “compaesana” del poeta,in una analisi sinergica ripercorre davicino le tappe della esperienza biogra-fica e letteraria di Scotellaro, dagli annidella sua formazione, attraverso le fasi

di sviluppo della sua poesia e gli in-carichi politici, sino agli ultimi anni, tor-mentati dalla disillusione e dal carcere(la sua condanna, poi rivelatasi ingiusta,non aveva però convinto Carlo Levi, checontinuò a credere attivamente in lui).Ne emerge una poesia progressivamen-te sempre più matura, e soprattutto cól-ta, riconducibile alla assimilazione pro-fonda di letture importanti, dalla Bibbiaai testi classici - come Omero e Catullo -ma non solo; penso alla frequentazionedi riviste letterarie che, come sottolineal’autrice, gli hanno fatto conoscere, ac-canto alle prove degli autori italiani da

Gatto a Sinisgalli, da Quasimodo a Se-reni e Caproni, anche autori europei, eamericani come Whitman, ponendo lasua voce ben al di sopra dei limiti del“naif”cui un certo serbatoio di opinionesembrerebbe averlo, seppure a fatica,trattenuto per un certo tempo, con ilpretesto dell’orizzonte popolare e socia-le, geografico e topografico. Per inciso:anche la sua esperienza di traduttore gliha permesso di entrare nel cuore delmestiere di poeta, del meccanismo delverso, in una lettura intrinseca, ben con-sapevole dell’autore con cui Rocco si an-dava confrontando. In Scotellaro, siachiaro (e ciò è ancor più evidente dallalettura della Mele), l’aneddoto della vitareale - dall’accadimento biografico allasua risonanza psichica - sia esso sca-turito da una situazione sociale, pae-

saggistica (oltre alla Lucania, anche ilTrentino, Roma e la Campania), affet-tiva (come la morte del padre all’età di 19anni) amorosa, politica persino, ha tut-tavia una vita letteraria che lo innalza adorizzonti di tutt’altro respiro. Rimane,per noi di Parma, a latere, da sottoli-neare il legame sottile - ed estremo - chela sorte ha voluto tessere tra Rocco e lacultura letteraria della nostra città: co-me ricorda Briganti, Rocco ebbe a pub-blicare, pochi giorni prima della suamorte, una poesia su «Il Raccoglitore»,grazie alla stima di cui godeva pressoMario Colombi Guidotti.u

® «Io sono uno degli altri. Lapoesia di Rocco Scotellaro»di Silvia MeleErmes, pag. 270, A18,00

Pordenonelegge

ll NobelSoyinkae Sepùlvedain Friuli

Christian Stocchi

UUlisse, il viaggiatore per eccel-lenza, è alla base di una lun-ghissima tradizione letteraria in

Occidente, che, dopo Omero, attraversa,da Dante a Joyce, fino alla letteratura delterzo millennio, poesia e prosa. Ora ilpoeta siciliano Valerio Mello, già autoredi apprezzate opere, quali «Asfalto»(2014) e «Giardini pensili» (2015), ripren-de il motivo topico dell’eroe viaggiatore,attraverso una raccolta di frammenti li-rici in prosa. «Cercando Ulisse», volumeedito da Italic, è infatti un viaggio conUlisse, o, meglio, con il fantasma di Ulisse

sempre accanto, interpretato come unpunto di riferimento dell’anima. Perciòquello di Mello non è un viaggio fisico,quanto piuttosto di un itinerario mentalealla ricerca delle chiavi di lettura ne-cessaria a comprendere, ad analizzare, asentire nel profondo l’esistenza e il suopalpito misterioso. E sono le parole ascandire il senso e le tappe di questopercorso, spesso dolorosamente comples-so. E la fede nelle parole appare evidentenell’approccio del poeta. «Il viaggio di cuimi parli, Odisseo, - scrive Mello program-maticamente - sorge dall’uso impropriodi tutte le parole. La tua guida conducedentro i focolai della materia, nelle in-

tense fessure che trasformano l’acqua interra bruna. Ecco perché chiedo che la tuaparola possa parlarmi e che la parolapossa definirti. Anche una parola ine-satta, schiacciata, frantumata. Il nostroessere comincia a vivere soltanto quandola parola può costruire l’essenza». La rac-colta si costruisce in sette sezioni, traMilano, Bologna, Torino e Agrigento, maanche Delos, Paros, La Gomera, Amster-dam. Si tratta di «Sala d’attesa», «Festedelie», «Primo intervallo», «Archivio»,«Secondo intervallo», «Via Lattea»,«Esposizioni e proiezioni». Fin dalle pri-me pagine, si coglie l’accostamento tramappa e sogno, tra percorso reale e per-

corso onirico, nell’unicità irripetibile delvissuto individuale. «I nomi – scrive ilpoeta - esercitano la voce al di là dellamappa e più in là ancora dei confini,affinché i naufraghi possano onorare ilricordo della loro casa». E il sentimentodel tempo che si coglie in queste pagine,come nel frammento «Terra», rende finoin fondo il senso di sospensione percepitodal poeta, calato in un equilibro delicatotra io e mondo.u

®Cercando Ulissedi Valerio MelloItalic, pag. 68, A 12,00

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CulturaA ORVIETO PRESENTAZIONE DEL «MERIDIANO» DI MALERBADomani alle 17, a Orvieto presentazione del Meridiano Mondadori «Romanzi eracconti» di Luigi Malerba. Interventi di Guido Barlozzetti, Daniele Benati,Giuseppe Leonelli e Paolo Mauri. Saranno presenti i famigliari dello scrittore.

IL LIBRO DI MELLO

In viaggiocon ilfantasmadi Ulisse