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ISTITUTO COMPRENSIVO
“S.BAGOLINO”
ALCAMO
PROTOCOLLO DI
ACCOGLIENZA
E INCLUSIONE
DEGLI ALUNNI CON
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
ANNO SCOLASTICO 2017- 2018
PREMESSA
La prospettiva dell’integrazione e dell’inclusione ha come fondamento il riconoscimento e la
valorizzazione delle differenze e rivolge particolare attenzione al superamento degli ostacoli,
all’apprendimento e alla partecipazione, che possono determinare l’esclusione dal percorso
scolastico e formativo. Riconoscere e accogliere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali significa fare in modo che
essi possano far parte del contesto scolastico assieme agli altri alunni, alla pari degli altri
alunni,senza discriminazione alcuna; significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo
scolastico. In tale prospettiva è necessario, da parte della scuola, un impegno efficace di conoscenza, e di
valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni Educativi
Speciali un impegno di promozione della loro formazione, attraverso un’organizzazione educativa
e didattica personalizzata.
IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA
• E’ un documento deliberato dal Collegio dei Docenti e annesso al PTOF dell’istituto.
• Il Protocollo è uno strumento che contiene principi, criteri e indicazioni riguardanti le
procedure e le pratiche per un inserimento e una presa in carico efficace degli alunni con
Bisogni Educativi Speciali.
• Definisce i compiti e i ruoli delle figure coinvolte all’interno e all’esterno della scuola.
• Indica le procedure nelle diverse fasi dell’accoglienza, dell’individuazione dell’alunno
BES, dell’accertamento diagnostico, della certificazione/diagnosi, e traccia le linee da
seguire per la definizione del percorso educativo/didattico degli alunni BES.
• Traccia le azioni inclusive della scuola.
Il Protocollo di Accoglienza delinea, inoltre, prassi condivise di carattere:
- amministrative e burocratiche (acquisizione della documentazione necessaria e verifica della
completezza del fascicolo personale degli alunni);
- comunicative e relazionali (prima conoscenza dell’alunno e accoglienza all’interno della nuova
scuola);
- educative-didattiche (assegnazione della classe, accoglienza, coinvolgimento dell’equipe
pedagogica e didattica);
- sociali (rapporti e collaborazione della scuola con la famiglia e le agenzie sanitarie e sociali del
territorio).
Esso costituisce un vero e proprio strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisitato
periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate.
L’adozione del protocollo di accoglienza consente di attuare in modo operativo le indicazioni
normative per gli alunni con disabilità contenute nella legge 104/92 e successivi decreti
applicativi, nella legge 170/2010 relativa agli alunni con Disturbo Specifico di apprendimento
(DSA), nel Decreto ministeriale del “7/12/2012 e Circolare applicativa dell’8/03/2013 relative
agli alunni BES.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
DISABILITA’ DISTURBI EVOLUTIVI
SPECIFICI
Area dello svantaggio socio-
economico, linguistico e culturale
Legge 104/92
Legge 170/2010
Decreto Ministeriale 27/12/2012
Tutte le difficoltà DSA
-deficit e/o disturbi specifici del
linguaggio
-disturbo della coordinazione
motoria, disprassia
-disturbo dello spettro autistico
lieve
-A.D.H.D./DDAI
-disturbo oppositivo provocatorio
-disturbo della condotta
-disturbi d’ansia e dell’umore
-funzionamento cognitivo limite
-comorbilità
Svantaggi derivanti da:
-motivi sociali
-motivi economici
-difficoltà derivanti dalla non
conoscenza della cultura e della
lingua italiana
-interazione tra i motivi
- Altre difficoltà (malattie, traumi...)
Alunni in accertamento diagnostico
DOCUMENTAZIONE
Disabilità
Disturbi Evolutivi Specifici
Area dello svantaggio
Socio-economico-
culturale
Linguistico-culturale
Certificazioni -DSA: diagnosi; anche in attesa del
rilascio si devono comunque
accogliere le difficoltà e adottare un
piano didattico individualizzato e
personalizzato.
-Altri disturbi: relazioni di specialisti,
considerazioni pedagogiche e
didattiche, riscontri oggettivi di
difficoltà.
Svantaggi diversi:
-Segnalazioni ai o dai servizi sociali.
-Relazioni di eventuali esperti.
-Considerazioni pedagogiche o didattiche
dei docenti.
-Riscontri oggettivi.
PEI PDP PDP-BES
FINALITA’ PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI BES
METODOLOGIA
Per raggiungere le finalità individuate, il Protocollo di accoglienza è strutturato in diversi percorsi.
• Saranno curati i rapporti con specialisti e istituzioni locali sia per la realizzazione di
eventuali “Progetti integrati”, sia per la stesura congiunta del Piano Educativo
Individualizzato relativo agli alunni con disabilità, o del Piano Didattico Personalizzato,
sia per particolari situazioni problematiche che eventualmente si potranno creare.
• Si cercherà di armonizzare il più possibile il lavoro dell’alunno a quello del gruppo classe.
Nell’intervento individualizzato o personalizzato, saranno privilegiate comunque le
attività a piccoli gruppi e/o laboratoriali senza mai perdere di vista le finalità
dell’integrazione.
• Saranno previsti incontri di continuità con i diversi ordini di scuola con particolare
attenzione alla realizzazione di attività idonee agli alunni con Bisogni Educativi Speciali
(infanzia/primaria, primaria/secondaria di 1° grado, secondaria di 1° grado/secondaria di 2°
grado). Per il bambino BES il passaggio da un ordine di scuola all’altro è un significativo
cambiamento di contesto, di persone, di relazioni che deve essere opportunamente
facilitato con percorsi di continuità programmati, condivisi e coordinati fra soggetti
diversi.
Facilitare l’ingresso dell’alunno a scuola e sostenerlo nella fase di adattamento al nuovo ambiente
Consentire all’alunno una maggiore partecipazione all’attività didattica della classe, aumentandone il coinvolgimento, il grado di autostima e la motivazione personale
Favorire l’integrazione dell’alunno all’interno della classe, tenendo presenti bisogni e potenzialità emerse nell’interazione con i coetanei e con gli adulti di riferimento
Promuovere iniziative di collaborazione Tra scuola, famiglia ed enti territoriali (Comune, Provincia,Enti Accreditati, Università)
RISORSE DELLA SCUOLA
1) Risorse di personale interno alla scuola:
• Dirigente Scolastico
• Docenti curricolari e di sostegno
• Referenti BES
• Docenti referenti
• GLI
• Collegio dei Docenti
• Personale ATA
2) Risorse curriculari ed extracurricolari:
• Progetti specifici attivati dalla scuola
• Progetti specifici attivati dalla rete territoriale
3) Risorse degli Enti Locali (operanti all’interno della scuola)
• Personale educativo
• Facilitatori della comunicazione e dell’integrazione
• Assistenti igienico-sanitari
4) Risorse del territorio
• CTI -Centro Territoriale Inclusione
• Mediatori linguistici
• Sportello di consulenza psico educativa
• Famiglie
• Rapporti tra Scuola e servizi socio-sanitari
• Rapporti con associazioni e volontariato.
LINEE OPERATIVE
Gli schemi seguenti riassumono, su un asse temporale, la procedura attivata nel caso in cui i
docenti rilevino nell’alunno una difficoltà che compromette il regolare percorso scolastico;
vengono indicate inoltre le diverse figure coinvolte nel processo di gestione degli alunni con BES.
RUOLI E COMPITI PRIMA DELLA DIAGNOSI
Prima della
diagnosi
INFANZIA PRIMARIA
SECONDARIA
I° GRADO
I DOCENTI
Identificano precocemente (a 5
anni) le possibili difficoltà di
apprendimento, riconoscendo i
segnali di rischio.
Predispongono attività mirate
per il recupero delle persistenti
difficoltà, e se nonostante tali
interventi i miglioramenti non
ci sono, si richiede alla
famiglia una valutazione
diagnostica presso Ente
sanitario accreditato.
Si compila un verbale del
colloquio.
Identificano precocemente le possibili difficoltà di apprendimento
riconducibili a problematiche di DSA e/o BES.
Predispongono attività mirate per il recupero delle persistenti
difficoltà, ma, se nonostante gli interventi di recupero i
miglioramenti non ci sono, si richiede alla famiglia una
valutazione diagnostica presso un Ente sanitario accreditato.
Si compila un verbale del colloquio.
IL DIRIGENTE • Garante del successo formativo degli alunni
• Garante della legalità del rispetto della normativa vigente.
• Informa le famiglie circa le attività di screening.
• Predispone la formazione/aggiornamento affinché gli insegnanti possano avere
competenze specifiche sui Disturbi Specifici nel rispetto della normativa vigente.
LA
SEGRETERIA
Accoglie,protocolla e consegna la documentazione clinico-legale ai referenti.
I REFERENTI
BES
Informano circa la normativa vigente tutto il corpo docente;
Coordinano le attività di screening;
Tengono contatti con le varie agenzie e associazioni socio-sanitarie.
LA FAMIGLIA Su sollecitazione degli insegnanti fa richiesta di valutazione presso il servizio sanitario nazionale
o strutture accreditate.
RUOLI E COMPITI DOPO LA DIAGNOSI
Dopo la diagnosi INFANZIA PRIMARIA SECONDARIA 1°
I DOCENTI Predispongono la lettura
attenta della diagnosi.
Incontrano la famiglia e
delineano le strategie
didattiche formative.
Incontrano gli specialisti che
seguono l’alunno/a.
Seguono il passaggio di
informazioni alla primaria.
Predispongono la lettura attenta
della diagnosi.
Incontrano la famiglia prima
della stesura del PDPo PEI che
poi condividono con la stessa e
che deve essere sottoscritto dai
docenti e dai genitori. Messa n atto degli strumenti
compensativi , delle misure
dispensative e di una didattica
flessibile (per i DSA). Stabiliscono incontri con i tutor
e/o terapisti.
Seguono il passaggio di
informazioni alla scuola
secondaria di 1° grado.
Predispongono la lettura
attenta della diagnosi.
Incontrano la famiglia prima
della stesura del PDP o PEI
che poi condividono con la
stessa e che deve essere
sottoscritto dai docenti e dai
genitori. Messa n atto degli strumenti
compensativi , delle misure
dispensative e di una didattica
flessibile (per i DSA). Stabiliscono incontri con i
tutor e/o terapisti.
Seguono il passaggio di
informazioni alla scuola
secondaria di 2° grado.
IL DIRIGENTE Accoglie la famiglia dell’alunno con certificazione e riceve la diagnosi che fa protocollare.
LA
SEGRETERIA
Acquisisce la documentazione inerente la diagnosi protocollandola e ne inserisce una copia nel
fascicolo personale degli alunni; informa la Funzione Strumentale/referente dell’arrivo della
nuova diagnosi. Inserisce anche nel fascicolo personale dell’alunno i verbali di comunicazione
scuola/famiglia.
I REFERENTI
BES
Forniscono ai colleghi
indicazioni utili al
potenziamento delle abilità
dell’alunno coordinando la
formazione delle classi
prime.
Forniscono ai colleghi indicazioni su strumenti compensativi,
misure dispensative e stesura del PDP ; raccolgono i vari PDP
e/o PEI redatti con gli insegnanti e li consegnano in segreteria. Incontrano le famiglia degli alunni certificati, ascoltandone i
bisogni e dando informazioni. Offrono supporto ai colleghi
riguardo a specifici materiali didattici.
LA FAMIGLIA Consegna al Dirigente
Scolastico la documentazione
accertante lo stato di
disabilità: il verbale del
collegio di accertamento
medico legale con la
certificazione per
l’integrazione scolastica, la
Diagnosi Funzionale (DF) e
ne chiede il protocollo. Può
richiedere un colloquio con i
docenti di riferimento.
Consegna al Dirigente Scolastico la documentazione accertante
lo stato di disabilità e/o di BES: il verbale del collegio di
accertamento medico legale con la certificazione per
l’integrazione scolastica, la Diagnosi Funzionale e ne chiede il
protocollo. Può richiedere un colloquio con i docenti di
riferimento. Condivide e sottoscrive il PDP.
1 – ALUNNI DISABILI
FASI DEL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA
A SCUOLA
STRUMENTI DELLA
PROGRAMMAZIONE
COSA QUANDO
Il Dirigente Scolastico accoglie la famiglia dell’alunno e
riceve la diagnosi che fa protocollare.
Assegna l’insegnante di sostegno alla classe che accoglie
l’alunno con disabilità, in contitolarità con i docenti
curricolari. Richiede al comune di residenza dell’alunno un
assistente per l’autonomia personale e/o per la
comunicazione, qualora necessario.
All’inizio dell’anno scolastico.
1)Da richiedere all’ASP, attraverso la famiglia:
• il verbale di accertamento della situazione di
disabilità, per l’integrazione scolastica.
• La diagnosi funzionale
2) Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF), il Piano
Educativo Individualizzato (PEI). La relazione finale, le
verifiche periodiche e di fine anno scolastico.
Al momento dell’iscrizione a
scuola e/o ai primi segnali
della disabilità del minore
DESCRIZIONE
COSA CHI QUANDO
PDF (PROFILO
DINAMICO
FUNZIONALE)
Indica le caratteristiche fisiche,
psichiche e sociali dell’alunno, le
possibilità di recupero, le capacità
possedute da sollecitare e
rafforzare. Devono essere
evidenziate le aree di sviluppo
sotto il profilo riabilitativo,
educativo, didattico, socio-
affettivo (in base alla guida degli
accordi di programma.
Operatori socio-sanitari,
docente di sostegno,
genitori dell’alunno, (art.12
commi 5° e 6° della legge
104/92. Può collaborare, se
presente, anche l’assistente
educativo comunale.
Viene redatto all’inizio
dell’anno scolastico, dopo
una prima fase di
osservazione, e viene
aggiornato alla fine della
Scuola dell’Infanzia, alla
terza e quinta primaria e alla
terza secondaria di 1° grado.
PEI (PIANO
EDUCATIVO
INDIVIDUALIZZA
TO)
E’ il documento nel quale sono
descritti gli inteventi per l’alunno
disabile; mira a evidenziare gli
obiettivi, le esperienze, gli
apprendimenti e le attività più
opportune. Evidenzia l’assunzione
concreta di responsabilità da parte
delle diverse componenti
firmatarie. Deve essere valutato in
itinere ed eventualmente
modificato.
Gli insegnanti curriculari, il
docente di sostegno, con la
collaborazione
dell’assistente educativo,
degli operatori Ente Locale.
Sono ugualmente coinvolti
nella elaborazione del PEI i
genitori dell’alunno e sono
informati circa il percorso
ipotizzato.
Formulato nei primi mesi
dell’anno scolastico.
VERIFICA IN
ITINERE
Riscontro delle attività
programmate nel PEI e delle
modifiche da apportare.
Insegnanti di sostegno e
curriculari.
Il PEI è verificato a metà
anno scolastico e aggiornato
in itinere, qualora se ne
riscontri la necessità.
LE MISURE DISPENSATIVE E GLI STRUMENTI COMPENSATIVI
L’introduzione di misure dispensative e di strumenti compensativi sono rapportate
alle capacità individuali e all’entità del disturbo (L. 170/2010). Nel PDP il Team
individua proposte d’insegnamento che tengano conto delle abilità possedute dallo
studente e potenzino anche le funzioni non coinvolte nel disturbo. Periodicamente va
rivalutata la necessità e l’efficacia delle strategie e delle misure introdotte adattandole ai
bisogni e all’evoluzione dello studente.
Le strategie e gli strumenti compensativi dovrebbero essere utilizzati sia a scuola che
a casa.
Misure dispensative
L’adozione delle misure dispensative è finalizzata ad evitare situazioni di affaticamento e
di disagio, senza peraltro ridurre il livello degli obiettivi di apprendimento previsti nei
percorsi didattici personalizzati.
Particolare attenzione deve essere prevista durante le lezioni evitando: lettura ad alta voce o a prima vista; scrittura veloce sotto dettatura; memorizzazione di: tabelline, liste di vocaboli, lessico disciplinare specifico...; lo studio delle lingue straniere per quanto attiene esclusivamente la forma scritta; l’uso del vocabolario.
È invece particolarmente importante permettere tempi più lunghi e modalità
differenziate sia per le verifiche scritte e orali, sia per lo studio. Strumenti compensativi
L’impiego degli opportuni strumenti compensativi va introdotto curando
particolarmente l’acquisizione da parte dello studente delle competenze per un efficiente
ed autonomo utilizzo degli stessi.
Particolare importanza rivestono quindi strumenti compensativi quali: le tabelle di varia natura (regole grammaticali o teoremi matematici..) la calcolatrice; le registrazione e il riascolto delle lezioni; gli audiolibri e i libri digitali; i programmi di videoscrittura con correttore ortografico; la sintesi vocale; i testi multimediali; le mappe concettuali; ecc.
Accanto alle misure dispensative e compensative sono importanti, anche alcune
attenzioni pedagogiche quali:
individuare le attività nelle quali lo studente è più capace creando occasioni ed esperienze in grado di renderle visibili e di valorizzarle;
fissare obiettivi concreti e realistici, in sintonia con le capacità proprie di uno studente con DSA;
dare tempi distesi per le varie attività in modo da poter completare il lavoro senza fretta.
Le suddette strategie didattiche (misure dispensative e strumenti compensativi) saranno vagliati e
adottati autonomamente da ciascun consiglio di classe e inseriti nel relativo PDP.
ALUNNI DISABILI
-VERIFICHE-VALUTAZIONE-ESAME CONCLUSIVO-
-DIPLOMI DI LICENZA-
VERIFICHE
Le verifiche periodiche possono essere uguali, semplificate o differenziate rispetto a quelle
previste per la classe, in coerenza con il PEI. Ogni tipologia di Disabilità ha le proprie peculiarità,
pertanto non tutto è riconducibile unicamente all’asse cognitivo.
VALUTAZIONE
I criteri di valutazione sono definiti sulla base della legge 104/92 e del D.P.R. 122/2009 (art 9),
riferiti al Primo ciclo di istruzione. L’alunno deve essere valutato per quanto ha realmente
acquisito in base agli obiettivi individuati nel PEI, evitando i confronti con quanto acquisito dai
compagni di classe. Per gli alunni che seguono un piano individualizzato, semplificato o facilitato, riconducibile
alle Indicazioni Nazionali, comprensive di tutte le discipline seguite con obiettivi minimi e/o
ridotti, la valutazione espressa in decimi è riportata nel Documento di Valutazione di Istituto.
ESAME CONCLUSIVO
Per l’esame conclusivo del primo ciclo di istruzione sono predisposte prove di esame
differenziate, comprensive della prova a carattere nazionale, corrispondenti agli insegnamenti
impartiti, idonee a valutare il progresso dell’alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di
apprendimento iniziali. Le prove differenziate hanno un valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento
dell’esame e del conseguimento del diploma di licenza. Ciò si riferisce agli alunni con Disabilità
Cognitiva, ma non si riferisce a quegli alunni con Disabilità Sensoriale e/o Comportamentale, i
quali risultano pienamente in grado di sostenere le prove previste per la classe, compresa la Prova
Nazionale che può essere inserita nel Sistema Informatico di correzione. Le prove dell’esame
conclusivo del primo ciclo sono sostenute anche con l’uso di attrezzature tecniche e sussidi
didattici, nonché di altra forma di ausilio tecnico loro necessario.
DIPLOMI DI LICENZA
Sui diplomi di licenza viene riportato il voto finale in decimi, senza menzione delle modalità
di svolgimento e di differenziazione delle prove. I Facilitatori vengono definiti dal Consiglio di
Classe, su indicazione del Docente di Sostegno, e definiti in sede di Riunione Preliminare.
Gli alunni che hanno seguito un Piano Individualizzato differenziato a causa della gravità
dell’handicap, non comprensivo di tutte le discipline, non conseguono la licenza ma
semplicemente un attestato di credito formativo. Gli alunni che hanno conseguito l’attestato di
credito formativo possono frequentare le classi successive, ai soli fini del riconoscimento dei
crediti formativi validi anche per l’accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione.
Pertanto non è vincolante il conseguimento della Licenza al fine del proseguimento del percorso
formativo “in tutti gli Istituti di Istruzione di Secondo Grado Statali, Privati e Paritari”.
INTERVENTI A FAVORE DI STUDENTI CON DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI
Sono alunni con diagnosi clinica, ai quali non viene assegnato l’insegnante di sostegno. La
famiglia ha il compito di presentare alla scuola la documentazione che va protocollata e conservata
nei fascicoli personali. La valutazione diagnostica e clinica spetta agli specialisti dell’ASL
(neuropsichiatri infantili o psicologi) o a soggetti accreditati e convenzionati (neuropsichiatri
infantili e psicologi oppure strutture private in cui operano questi specialisti). Lo specialista rilascia
la diagnosi e la relazione descrittiva delle abilità strumentali specifiche, sulla base della quale il
Team dei Docenti redige il PDP (Legge 170/2010) nel quale definisce gli strumenti compensativi,
le misure dispensative, le forme di verifica e i criteri di valutazione da adottare.
La Documentazione comprende:
Relazione clinica che includa la codifica diagnostica (ICD-10), il percorso di valutazione
effettuato, le indicazioni di intervento, i riferimenti relativi alla presa in carico,
l’indicazione dei test e dei punteggi ottenuti. Affinché la certificazione di DSA possa essere
considerata valida per i benefici di legge, essa deve evidenziare chiaramente che la diagnosi
è avvenuta secondo quanto sopra indicato. 2. Piano Didattico Personalizzato per DSA (PDP).
Tipologie di Disturbo Evolutivo specifico
Dei Disturbi Evolutivi Specifici fanno parte:
- DSA.
- Deficit del linguaggio. - Deficit delle abilità non verbali.
- Deficit della coordinazione motoria.
- Funzionamento intellettivo limite.
- ADHD (deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività).
- Funzionamento cognitivo limite o borderline ( Q.I. lievemente sotto la norma) - Funzionamento cognitivo misto (confine tra disabilità e disturbo specifico).
- Deficit del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o, più in
generale, presenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale).
- Deficit delle abilità non verbali (disturbo della coordinazione
motoria, disprassia, disturbo non verbale o più in generale bassa intelligenza non verbale associata
ad alt intelligenza verbale).
- Altre problematiche severe che possono compromettere il
percorso didattico (es. disturbo dello spettro autistico lieve qualora non rientri nelle casistiche
previste dalla legge 104).
- Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP).
- Disturbo della condotta.
2 - ALUNNI CON D.S.A.
Sono alunni con diagnosi clinica, ai quali non viene assegnato l’insegnante di sostegno. La
famiglia ha il compito di presentare alla scuola documentazione che va protocollata e conservata
nei fascicoli personali; la famiglia riceve dalla scuola un documento che attesta l’avvenuta
consegna della diagnosi. La valutazione diagnostica e clinica spetta agli Specialisti dell’ASP (neuropsichiatri infantili o
psicologi), o a soggetti accreditati e convenzionati (neuropsichiatri infantili e psicologi oppure
strutture private in cui operano questi specialisti). Lo specialista rilascia la diagnosi e la relazione
descrittiva delle abilità strumentali specifiche, sulla base delle quali il Team dei Docenti redige il
PDP (Legge 170/2010) nel quale si definiscono gli strumenti compensativi, le misure dispensative,
le forme di verifica e i criteri di valutazione da adottare.
TAPPE DEL PERCORSO DIAGNOSTICO
Passi previsti dalla Legge 170/2010 per la gestione dei DSA
1- LA SCUOLA - individua i casi sospetti
- attua particolari azioni di recupero
- comunica alla famiglia le persistenti difficoltà
2- LA FAMIGLIA - accoglie le informazioni della scuola
- si rivolge ai servizi sanitari per una valutazione.
Nel caso in cui la famiglia non vuole rivolgersi ai servizi sanitari per una
valutazione, il consiglio di classe redige un verbale sulla avvenuta
comunicazione delle difficoltà dell’alunno alla famiglia.
3- I SERVIZI
SANITARI
- procedono ad una valutazione diagnostica
- redigono un documento di certificazione diagnostica e lo comunicano
alla famiglia
4- LA FAMIGLIA - consegna la diagnosi alla scuola.
Se, nonostante la certificazione, la famiglia non richiede la
formalizzazione del PDP, il consiglio di classe redige un verbale sulla
avvenuta comunicazione delle difficoltà dell’alunno alla famiglia.
5- LA SCUOLA -il consiglio di classe/team docente redige, in accordo con la famiglia, il
PDP in cui sono definiti i provvedimenti compensativi e dispensativi da
applicare nella didattica e nella valutazione
STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE
RELAZIONE
CLINICA
Include la codifica diagnostica (ICD 10), il percorso di valutazione
effettuato, le indicazioni di intervento, i riferimenti relativi alla presa in
carico, l’indicazione dei test e dei punteggi ottenuti. Affinché la
certificazione di DSA possa essere considerata valida per i benefici di
legge
PDP Piano Didattico Personalizzato
ALUNNI CON D.S.A.
VERIFICHE-VALUTAZIONE-ESAME CONCLUSIVO-
-DIPLOMA DI LICENZA-
VERIFICHE
Le prove di verifica tengono conto delle specifiche situazioni soggettive e vengono svolte con
l’ausilio degli strumenti compensativi e misure dispensative individuate nell’ambito del PDP. La
strutturazione delle verifiche, dovrà consentire allo studente di mostrare il grado di prestazione
migliore possibile. Le prove orali verranno concordate, nei tempi, con l’alunno.
VALUTAZIONE-ESAME CONCLUSIVO-DIPLOMA
Per la valutazione degli alunni con DSA si fa riferimento a due fonti normative: il D.P.R.
n.122/2009, art. 10, comma 1, il D.M. n. 5669 del 12 luglio 2011 art.6.
Le commissioni degli esami di stato tengono in debita considerazione le specifiche situazioni
soggettive, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito del PDP.
Le prove di esame possono essere svolte con tempi più lunghi di quelli ordinari e con idonei
strumenti compensativi (art.5 del DM 5669/2011). Nella valutazione delle prove di esame, sia
per gli scritti (compresa la prova a carattere nazionale INVALSI) che per il colloquio orale, si
adottano criteri volti a verificare i contenuti piuttosto che la forma. Alla valutazione della lingua straniera è lasciata la massima flessibilità didattica. Per le
verifiche scritte di lingua straniera si possono progettare,presentare e valutare prove compatibili
con le difficoltà connesse ai DSA.
Dispensa - Esonero
In riferimento alla lingua straniera, è prevista la possibilità che gli alunni con DSA possano
essere esonerati o dispensati dalle prove scritte, con conseguenze diverse ai fini del titolo
conseguito al termine del percorso di istruzione.
La dispensa dalle prestazioni scritte in lingua straniera può essere concessa nei seguenti casi:
� Certificazione di DSA, con indicazione della gravità del disturbo e della esplicita richiesta di
dispensa dalle prove.
� Richiesta della famiglia di dispensa dalle prove scritte.
� Approvazione del consiglio di classe che, sulla base delle valutazioni diagnostiche e delle
risultanze delle progettazioni pedagogiche/didattiche, dispensa, in via temporanea o definitiva
dalle prove scritte.
I candidati con DSA che hanno seguito un Piano di Studio semplificato con la relativa
dispensa dalla prova scritta di lingua straniera, conseguono il titolo di studio valido per
l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado. La dispensa dallo scritto della lingua
straniera prevede l’accertamento dei contenuti da parte della Commissione di esame con la
verifica orale. La verifica orale può essere sostenuta dal candidato il giorno medesimo,in
contemporanea o in differita, oppure un giorno successivo, comunque prima della pubblicazione
degli esiti delle prove scritte. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami, valido a tutti gli
effetti, non verrà fatta menzione delle modalità di svolgimento.
L’esonero dalla lingua straniera può essere concesso nei seguenti casi:
� Certificazione di DSA, attestante la particolare patologia e la richiesta esplicita di esonero.
� Richiesta di esonero da parte della famiglia
� Approvazione dell’esonero da parte del Consiglio di Classe con la programmazione di un
percorso didattico personalizzato.
I candidati con DSA che hanno seguito un Piano di Studio con l’esonero dall’insegnamento
della lingua straniera, possono ottenere solo il rilascio dell’attestazione delle competenze di cui
all’art.13 del D.P.R. n.323/1998. L’esonero dalla lingua straniera sarà specificato nell’attestato.
3- ALUNNI IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO SOCIO ECONOMICO,
LINGUISTICO E CULTURALE
Ogni alunno può manifestare Bisogni Educativi Speciali con continuità o per determinati
periodi. I motivi possono essere diversi: fisici, biologici o anche psicologici e sociali. Le
situazioni di svantaggio, anche temporanee, possono compromettere in modo significativo la
frequenza e il positivo svolgimento del percorso scolastico formativo. Pertanto esse vengono
considerate nella misura in cui costituiscono un ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo,
relazionale, sociale dell’alunno e generano scarso funzionamento adattivo, con conseguente
peggioramento della sua immagine sociale. Tali tipologie di alunni con BES, vanno individuate sulla base di elementi oggettivi (ad
esempio una segnalazione dei Servizi Sociali), oppure di considerazioni di carattere
psicopedagogico e didattico, scaturite da attenta osservazione effettuata dal Team dei docenti.
Il Team docente, in base all’osservazione pedagogica e alla raccolta di informazioni sugli
aspetti cognitivi, comportamentali e relazionali degli studenti, ha l’opportunità di riconoscere
quegli studenti che, per determinate condizioni sociali o ambientali, necessitano di attenzioni
educativo/didattiche specifiche.
TERZA TIPOLOGIA DI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
SVANTAGGIO
SOCIO-ECONOMICO
� Alunni seguiti dal servizio famiglia-minori
� Situazioni segnalate dalla famiglia
� Alunni rilevati dal Team Docenti attraverso osservazione
diretta.
DOCUMENTAZIONE
� Segnalazione Servizio Famiglia-Minori se presente
� Scheda di identificazione e analisi dei bisogni
� Piano Didattico Personalizzato BES (PDP-BES)
SVANTAGGIO
LINGUISTICO E
CULTURALE
� Alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non hanno
ancora acquisito le adeguate competenze linguistiche
DOCUMENTAZIONE
� Indicazioni Commissione Intercultura e Protocollo di
Accoglienza Alunni Stranieri
� Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team
docenti
� Piano Didattico Personalizzato (PDP-BES)
ALUNNI IN FASE DI ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO
DOCUMENTAZIONE
� Scheda di identificazione e analisi dei bisogni
� Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team
Docenti
� Piano Didattico Personalizzato BES (PDP-BES)
3.1 – RILEVAZIONE DELLA
SITUAZIONE DI SVANTAGGIO
SOCIO-ECONOMICO
La rilevazione del bisogno e la definizione del disagio in ambito scolastico, compete in prima
analisi ed azione alla scuola che attiva le specifiche modalità di intervento in classe, sul singolo
alunno e con la famiglia, valutando la possibilità di coinvolgere i Servizi Sociali.
La modalità prevista è la seguente:
• osservazioni in classe
• incontro docenti e famiglie
• attivazione/rilevazione di progetti interni alla scuola
• eventuale contatto/invio ai servizi specialistici (neuropsichiatria,logopedia…)
• monitoraggio delle situazioni segnalate e in carico ai servizi specialistici.
Segnalazione al Servizio Sociale
Il Dirigente, il Docente Funzione Strumentale e i Docenti valutano l’opportunità di
coinvolgere il Servizio sociale, attraverso lo strumento della segnalazione quando si verificano le
seguenti condizioni:
• inefficacia degli interventi attivati a scuola
• inadeguata collaborazione della famiglia.
La scuola informa la famiglia riguardo alla segnalazione (ad esclusione dei casi di sospetto
maltrattamento e/o abuso).
Modalità di segnalazione:
• La scuola segnala direttamente al Servizio Sociale solo le situazioni verificabili di
difficoltà del minore e solo nel caso in cui la collaborazione della famiglia risulti
inefficace.
• La Scuola inoltra la segnalazione presentando una relazione effettuata dai docenti,
indirizzata ai servizi sociali.
• I Servizi Sociali valutano ed assegnano ad un operatore del servizio (assistente sociale) la
pratica per una eventuale presa in carico.
• L’assistente sociale incaricato del caso, convoca il personale scolastico (Dirigente,
Referenti, Docenti) per un incontro al fine di definire la modalità degli eventuali
interventi.
Segnalazione già avvenuta
In caso di una segnalazione già inoltrata ed in carico al Servizio Sociale, i Docenti potranno
prendere i contatti con l’assistente sociale già attivo sulla situazione e viceversa. Durante l’anno scolastico è auspicabile un incontro per i nuovi ingressi nella Scuola
dell’Infanzia e per le classi prime della Scuola Primaria, da effettuarsi entro la fine dell’anno
scolastico con l’obiettivo di coordinare l’intervento sui casi, monitorare le situazioni più
complesse e scambiarsi le informazioni utili per una visione integrata. In caso di necessità, riguardo tutti gli altri casi presenti nella Scuola dell’Infanzia e per le altre
classi della Scuola Primaria, gli incontri potranno effettuarsi ogni volta che i docenti o gli
assistenti sociali abbiano la necessità di comunicare tra di loro. Gli insegnanti che hanno la
necessità di effettuare un colloquio con i Servizi Sociali, dovranno informare la figura della
Referente dell’Area Disagio che, a sua volta, provvederà a contattare i Servizi Sociali e a fissare
un colloquio con gli Assistenti Sociali assegnati al caso. All’incontro saranno presenti:
• gli insegnanti richiedenti il colloquio
• gli Assistenti Sociali
• l’insegnante referente dell’area Disagio
• genitori
• eventuali altre figure (membri di associazioni o di comunità) che si occupano del minore.
Ad ogni incontro verrà redatto un verbale che sarà poi conservato agli atti della scuola. Si
riportano qui di seguito, per una migliore individuazione dei casi, gli indicatori di rischio che
denotano una situazione di possibile disagio.
INDICATORI DI RISCHIO DI POSSIBILE DISAGIO
Percorso Scolastico Salute psicofisica
• ricorrenti assenze e
frequenza irregolare
• ripetute bocciature
• abbandono scolastico
• marcate difficoltà ad
inserirsi nel gruppo classe e
a relazionarsi con i
compagni
• assenza di motivazione,
difficoltà di concentrazione,
indifferenza persistente alla
vita scolastica
• inibizione delle capacità
intellettive e di
apprendimento.
• incuria e trascuratezza
• segni di maltrattamento fisico
• sospetto abuso sessuale
• disturbo del comportamento alimentare
• segni di maltrattamento psicologico ( timore verso gli
altri, autosvalutazione, persistente stato di allerta dove
si riscontrano posizioni di chi si attende punizioni o
umiliazioni)
• segni di riflessione del tono dell’umore (apatia,
passività, irritabilità,scarsa autostima, perdita di
interessi)
• segni importanti di comportamenti devianti
(atteggiamenti dominanti nei confronti dei
compagni,tendenza ad esercitare abusi di potere e ad
esercitare paura negli altri, persistente difficoltà a
riconoscere e a rispettare le regole, mancanza di
capacità di comprendere gli stati d’animo altrui, totale
mancanza di senso di colpa)
• frequenza di scoppi d’ira o aggressività non motivati.
3.2 – RILEVAZIONE DELLA SITUAZIONE DI SVANTAGGIO
LINGUISTICO E CULTURALE
La presenza di un numero di alunni stranieri nella scuola è un dato ormai strutturale e riguarda
tutti i livelli del sistema scolastico. Per gli alunni stranieri, l’ostacolo linguistico è uno dei
problemi maggiori per l’inserimento in una classe o per il percorso di apprendimento dei primi
anni.
Per gli alunni di origine straniera neo-arrivati in Italia e per quelli che non hanno ancora
acquisito le adeguate competenze linguistiche è possibile, sulla base di ben fondate
considerazioni psicopedagogiche e didattiche del team docenti, formulare un PDP-BES. Il
progetto didattico può prevedere l’elaborazione di un piano educativo individualizzato, quando
vengono definiti obiettivi, metodi e contenuti diversi per le discipline e si prevedono, pertanto,
anche verifiche differenziate dal resto della classe.
I docenti possono altresì prevedere un percorso individualizzato che contempli la temporanea
riduzione dal curricolo di alcune discipline che presuppongono una più specifica competenza
linguistica. Al loro posto verranno predisposte attività di alfabetizzazione o consolidamento
linguistico. Quando sarà possibile affrontare i contenuti delle discipline curricolari, essi dovranno
essere opportunamente selezionati, individuando i nuclei tematici irrinunciabili, e semplificati in
modo da permettere almeno il raggiungimento degli obiettivi minimi previsti dalla
programmazione. In tal caso viene elaborato un piano educativo personalizzato, in quanto
vengono mantenuti gli obiettivi minimi delle discipline, comuni al resto della classe e si prevede
una diversificazione ed una semplificazione delle verifiche.
Per il passaggio alla classe successiva è comunque necessario l’accertamento delle
competenze relativamente richieste.
Protocollo di accoglienza alunni stranieri
Il Piano Didattico Personalizzato BES (PDP-BES) per alunni con svantaggio linguistico e
culturale deve essere formulato attraverso le indicazioni ricavate dal protocollo di accoglienza
alunni stranieri che prevede:
Colloquio con i genitori dell’alunno al fine di raccogliere informazioni sul ragazzo e
la famiglia, sulla sua storia scolastica,sul progetto migratorio dei genitori.
Presentazione dell’organizzazione della scuola (orari, attività ecc…)
Approfondimento della conoscenza: rilevazione della situazione di partenza tramite
test di livello.
Determinazione della classe in base a: parere del referente BES, livello delle
conoscenze, scolarità pregressa, periodo dell’anno in cui avviene l’inserimento e, in
ultimo, l’età.
Scelta della sezione dopo la rilevazione della complessità delle classi (disagio,
disabilità, dispersione). Nella ripartizione degli alunni nelle classi è importante evitare
la costituzione di sezioni con predominanza di alunni stranieri.
Accoglienza nelle classi attraverso attività specifiche.
Organizzazione delle attività didattiche attraverso il coinvolgimento di classi diverse
da quelle di appartenenza.
Valutazione: la valutazione formativa deve essere privilegiata rispetto a quella
certificativa,prendendo in considerazione: percorso dell’alunno, passi realizzati,
obiettivi possibili, motivazioni e impegno, modalità di apprendimento.
LE MODALITA’ DI VERIFICA E VALUTAZIONE
ALTRE SITUAZIONI BES
Per gli alunni con altre situazioni BES è necessario sottolineare quanto indicato nella nota del
MIUR del 22/11/2013 in cui si pone in evidenza che la finalità è quella di tutelare le situazioni in
cui è presente un disturbo clinicamente diagnosticabile ma non ricadente nell’ambito della legge
104/92 o della legge 170/2010. Pertanto il consiglio di classe o il team docenti possono prevedere l’uso di strumenti
compensativi e di particolari metodologie didattiche al fine di aiutare l’alunno ad affrontare gli
esami conclusivi dei diversi cicli di istruzione alla pari degli altri studenti della stessa classe
evitando fatica e difficoltà connesse alle specificità BES.
Nel Piano Didattico Personalizzato potrà essere previsto l’utilizzo di particolari metodologie
didattiche individualizzate e personalizzate e, solo in ultima istanza, eventuali compensazioni o
possibili dispense.
Ai fini della valutazione degli alunni BES si terranno presenti:
i livelli di partenza degli alunni
i risultati raggiunti raggiunti dagli studenti nei propri percorsi personali di
apprendimento
i livelli essenziali di apprendimento previsti per la classe frequentata e per il grado di
scuola di riferimento
le competenze acquisite nel percorso di apprendimento.
Nell’ambito dell’Istituzione scolastica è opportuno che ai vari livelli, Collegio Docenti e
Consiglio di classe/team Docenti, si dedichi particolare attenzione al processo di valutazione. In
particolare, sulla base dei livelli essenziali di competenze disciplinari individuati dal Collegio
Docenti, il Consiglio di Classe deve definire i criteri e i contenuti della valutazione, curando
principalmente il processo di apprendimento piuttosto che il prodotto elaborato. Inoltre ogni
docente deve tener conto degli obiettivi irrinunciabili e degli obiettivi essenziali della propria
materia, al fine di evitare riduzioni di acquisizioni di competenze essenziali che precluderebbero
l’ottenimento di un valido titolo di studio con valore legale.
Ai fini dell’esame di Stato non sono previste, allo stato attuale, forme di differenziazione nella
verifica degli apprendimenti, Di conseguenza l’utilizzo di dispense, compensazioni e varie forme
di flessibilità didattica hanno l’unico scopo di alleviare le difficoltà degli alunni per sostenere
l’Esame di Stato conclusivo del ciclo di studi con le medesime modalità e tempi degli studenti
che non vivono situazioni BES.
MONITORAGGIO
Le attività di monitoraggio sono importantissime poiché determinano la pianificazione del
miglioramento delle azioni inclusive della scuola. E’ importante conoscere in modo approfondito
l’utenza, le problematiche e i bisogni espressi per ottenere i maggiori benefici.
Quindi, al fine di progredire costantemente nei processi di integrazione e inclusione di tutti gli
alunni, verranno pianificate e proposte attività strutturate di verifica e riesame finale.
SVOLGIMENTO PROVE INVALSI
Gli insegnanti terranno conto che l’INVALSI si può predisporre una versione informatizzata
della prova nazionale per candidati con DSA e BES per i quali ciascuna Istituzione Scolastica
abbia fatto richiesta in tempo utile.
Per gli allievi con DSA/BES sono ammessi strumenti compensativi e misure dispensative, se
previsti. Comunque per la prova nazionale ci si riferisce e si rinvia alla normativa vigente.
Svolgiment
o prove
INVALSI
Inclusione
dei risultati
nei dati di
classe e di
scuola
Strumenti
compensativ
i o altre
misure
Documento
di
riferimento
BES
Disabilità
certificata ai sensi
dell’art. 3 c.1 e c.3
della legge
104/1992
Disabilità
intellettiva
Decide la
scuola
No
Tempi più
lunghi e
strumenti
tecnologici
(art.16, c3
L104/92)
PEI
Disabilità sensoriale
e motoria
Si Si (c) Decide la
Scuola
PEI
Altra disabilità Decide la
scuola
No (b) Decide la
Scuola
PEI
Disturbi evolutivi
specifici( con
certificazione o
diagnosi)
DSA certificati ai
sensi della legge
170/2010 (d)
Decide la
scuola
Si (a)
Decide la
Scuola
PDP
Diagnosi di
- ADHD
-Borderline
cognitivi
-Altri disturbi
evolutivi specifici
Si
Si (a)
Decide la
Scuola
PDP
Svantaggio socio
economico,
linguistico e
culturale
Si
Si
No
-
(a)- A condizione che le misure compensative o dispensative siano concretamente idonee al superamento
della specifica disabilità o dello specifico disturbo.
(b)- Salvo diversa richiesta della Scuola.
(c)- A condizione che i dispositivi e gli strumenti di mediazione o trasduzione sensoriale (ad esempio
sintesi vocale) siano concretamente idonei al superamento della specifica disabilità sensoriale.
(d)- Sono compresi anche gli alunni e gli studenti con diagnosi di DSA in attesa di certificazione.
GLI- GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIVITA’
Il Gruppo di Lavoro per l’inclusione (GLI) , in conformità alla C.M. n.8 del 6 marzo 2013, è
un’estensione del preesistente Gruppo di Lavoro per l’Handicap(GLH) previsto dalla L. n.
104/1992, art. 15, i cui compiti si estendono a tutte le problematiche relative ai BES.
Il GLI si struttura su due livelli:
1. il GLI di Istituto (trasversale), in cui confluisce il preesistente GLH, la commissione
DSA e Stranieri
2. Il GLI operativo, in cui confluisce il preesistente gruppo H.
Il GLI di Istituto è costituito dal Dirigente scolastico e/o persona delegata dal medesimo,
docenti referenti B.E.S. (alunni con disabilità, alunni con DSA, alunni di lingua nativa non
italiana o con altri B.E.S.), docenti curricolari, di sostegno e dai rappresentanti dei genitori dei tre
ordini di scuola, A.E.C., un collaboratore scolastico.
Il GLI di Istituto svolge le seguenti funzioni, ad esso attribuite dalla C.M. n.8 del 6 marzo
2013:
• rilevazione dei BES presenti nella scuola;
• rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
• elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività da sottoporre al Collegio
Docenti e da inviare agli Uffici competenti, anche per l’assegnazione delle risorse di
sostegno.
I rappresentanti dei genitori degli alunni presenti nel GLI di Istituto esprimono proposte
relativamente all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità e all’inclusività realizzata
dalla scuola.
Il GLI operativo espleta le seguenti competenze specificamente dedicate all’area della
disabilità e già spettanti al GLH:
Competenze di tipo organizzativo:
1. definizione delle modalità di passaggio dei minori da una scuola all’altra e modalità di
accoglienza; gestione e reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili tecnologici,
biblioteche…);
2. proposta di acquisto di attrezzature, sussidi e materiale didattico destinati ad alunni con
disabilità o con altri BES;
3. Gestione delle risorse di personale (criteri e proposte di assegnazione dei docenti alle
attività di sostegno, richiesta e attribuzione ore di sostegno alle classi con alunni in
situazione di disabilità, utilizzazione eventuali ore a disposizione).
Competenze di tipo progettuale e valutativo:
1. definire i criteri generali per la stesura di PDF e PEI;
2. dare indicazioni e supporto per la stesura PDF e PEI;
3. approntare e mettere a disposizione dei colleghi la modulistica necessaria ai vari
adempimenti;
4. seguire l’attività dei docenti di sostegno, verificando che siano conosciute e applicate le
procedure corrette e che sia sempre perseguito il massimo vantaggio per lo sviluppo
formativo degli alunni, nel rispetto della normativa, tenendo conto di quanto indicato
nelle Linee guida del 4 agosto 2009.
PIANO ANNUALE INCLUSIVITA’
PAI
Il Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) è un documento che è parte integrante del PTOF e che
sintetizza gli elementi finalizzati a migliorare l’azione educativa/didattica della scuola. E’ lo
strumento di progettazione dell’Offerta Formativa della Scuola nell’ottica dell’inclusione.
Il PAI è predisposto dal GLI e viene presentato al Collegio dei Docenti affinché, dopo
condivisione e discussione, sia approvato ed inoltrato all’USR.
Il PAI raccoglie dati di tipo quantitativo e qualitativo dell’utenza scolastica, contiene i punti di
forza o di criticità della scuola, gli obiettivi che si intendono attuare e la proposta di assegnazione
delle risorse funzionali alla realizzazione degli obiettivi presentati.