Post on 19-Oct-2021
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gli italiani e la cultura
UN‟OPPORTUNITÀ STRATEGICA IN BUONA PARTE INESPRESSA
MA PER GLI ITALIANI, «CULTURA» SIGNIFICA:
Famiglia ed educazione
Scienza e conoscenza
LE POTENZIALITÀ NON SI TRADUCONO ANCORA IN UN
NUOVO MODELLO DI SVILUPPO A BASE CULTURALE
SOCIALMENTE ED ECONOMICAMENTE EFFICACE
LA PRODUZIONE CULTURALE E CREATIVA È UNA COMPONENTE SIGNIFICATIVA DEL
SISTEMA ECONOMICO ITALIANO?
PORTARE LA CULTURA AL CENTRO DELLE
STRATEGIE DI POLITICA ECONOMICA, PERCHÉ IN
GRADO DI RIDARE UN IMPULSO SIGNIFICATIVO
ALLA COMPETITIVITÀ E ALL‟OCCUPAZIONE
Nei momenti di crisi economica, la cultura sale
alla ribalta quanto ai tagli della spesa pubblica,
mentre non se ne coglie il forte potenziale anti-ciclico
…..ma per far questo…..
OCCORRE COMPRENDERE E VALORIZZARE
LE INTERDIPENDENZE TRA I VARI AMBITI DELLA CULTURA
PER RESTITUIRE AI SETTORI CULTURALI E CREATIVI IL LORO GIUSTO RUOLO ALL‟INTERNO DEL MODELLO DI CRESCITA DEL NOSTRO PAESE
ARRIVATA OGGI ALLA SUA SECONDA EDIZIONE, È UNA RICERCA UNICA IN ITALIA, NELLA QUALE VENGONO SISTEMATIZZATI DATI , FATTI E TENDENZE INERENTI AI DIVERSI SEGMENTI DEL SISTEMA PRODUTIVO CULTURALE…..
..…GRAZIE AL COINVOLGIMENTO
DI ESPERTI DI CAMPI DIVERSI
E, NON DA ULTIME, DELLE IMPRESE PROTAGONISTE DI
UN MODELLO DI SVILUPPO CENTRATO SUL GIUSTO
CONNUBIO FRA INNOVAZIONE E
VALORIZZAZIONE DEI TERRITORI
L‟Italia che verrà Il modello sul quale costruire il Paese del futuro
COSA DISTINGUE IL NOSTRO MODELLO DI SVILUPPO A BASE CULTURALE?
INDUSTRIE CULTURALI
INDUSTRIE CREATIVE
PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO
PERFORMING ARTS E ARTI VISIVE
Pubblica Amministrazione Biblioteche, musei, teatri pubblici
Non Profit Fondazioni e Associazioni
Capitale culturale
(materiale e immateriale)
Quota di valore
economico imputabile alla cultura
La valenza strategica dell‟industria culturale italiana è
espressa dalla sua forte intersettorialità e capacità di
attivare altri importanti “segmenti” del sistema economico
LO STATO DI SALUTE DEL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE ITALIANO
76 MILIARDI DI EURO DI VALORE AGGIUNTO
NEL 2011, il 5,4% dell‟intera
economia.
Tra il 2007 e il 2011, la crescita nominale media
annua del settore culturale (+0,9%) si è dimostrata superiore a quella complessiva del
Paese (+0,4%).
1 MILIONE E 390MILA ADDETTI
NEL 2011, il 5,6% degli occupati
del Paese.
Tra il 2007 e il 2011, gli occupati del
settore sono cresciuti del +0,8% in media
annua, a fronte di una flessione dello 0,4%
riscontrata per l‟intera economia.
443.653 IMPRESE, il 7,3% dell‟intero tessuto produttivo
nel 2011.
Tra il 2009 e il 2011, le imprese del sistema
produttivo culturale sono aumentate dello 0,6% (+2.600 unità), contro il +0,4% del
totale dell‟economia.
La cultura genera lo stesso
valore della finanza e delle assicurazioni
La cultura genera il doppio dell‟occupazione della finanza e
delle assicurazioni
LA MAPPA DELLA CULTURA
Vince la «cultura produttiva» dei
territori del Made in Italy:
nella top 10 dominano Arezzo,
Pordenone, Pesaro, Macerata,
Vicenza, Treviso e Verona.
Ma forte è il ruolo delle province
metropolitane a connotazione
culturale e creativa come Milano,
Roma, Firenze e Torino.
Fino a 3,53
3,53-4,34
4,34-5,27
Oltre 5,27
LA CENTRALITÀ DEL FATTORE LAVORO
LE PROFESSIONI
CULTURALI: QUANTE
SONO, QUALI SONO,
QUALI
CARATTERISTICHE
HANNO
Il 43,4% delle assunzioni
non stagionali sono relative alle
PROFESSIONI „CULTURALI‟
127 figure professionali impegnate nel
«core» delle attività culturali e creative,
che concentrano 10mila assunzioni nel 2012
32.250 assunzioni
programmate nel 2012 dal sistema
produttivo culturale
23mila al netto degli stagionali, pari al 5,6% del
totale di industria e servizi
IL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE
RESISTE MEGLIO ALLE DIFFICOLTA‟ CONGIUNTURALI
-0,7% la variazione dell‟occupazione dipendente attesa per il 2012 (-4.900 dipendenti),
ma è più contenuta rispetto al -1,2% delle altre imprese dell‟industria e dei servizi
Assunzioni
non stagionali
previste per il
2012
LE PROFESSIONI CULTURALI PIÙ RICHIESTE NEL 2012
Analisti e progettisti di software (2.190)
Operatori per ripresa e produzione video
(870)
Chef (650)
Tecnici della vendita e distribuzione (630)
Registi, direttori artistici, attori, scenografi e sceneggiatori (370)
Macchinisti e attrezzisti di scena (320)
Compositori musicisti e cantanti (270)
Designer (270)
Tecnici marketing (260)
Tecnici produzione radio-tv (240)
Specialisti rapporti con il mercato (220)
Giornalisti (200)
Settori non culturali
di cui:
13,7%
28,0%
39,7%
Sistema prod. culturale
profess. culturali
L‟UPGRADING DELL‟OFFERTA DI BENI E SERVIZI ATTRAVERSO L‟UPGRADING
DELLA DOMANDA DI LAVORO
UPGRADING FORMATIVO % assunzioni di laureati
UPGRADING PROFESSIONALE % assunzioni high-skill
Settori non culturali
di cui:
20,2%
48,2%
72,0%
Sistema prod. culturale
profess. culturali
MAGGIORE STABILITÀ CONTRATTUALE % assunzioni a tempo indeterminato
Settori non culturali
di cui:
40,8%
43,4%
48,5%
Sistema prod. culturale
profess. culturali
LE IMPRESE CULTURALI SEGNALANO DIFFICOLTÀ A REPERIRE IL 19,6% DEI LAVORATORI DA ASSUMERE (21,8% PER LE PROFESSIONI CULTURALI),
CONTRO IL 15,9% DEGLI ALTRI SETTORI
COME SI STANNO RIMODELLANDO I GRANDI ASSET
DELL‟IDENTITÀ CULTURALE ITALIANA
INDUSTRIE CREATIVE Design e immagine crescono più della produzione artigianale:
+3,2% il valore aggiunto tra il 2007 e il 2011, contro il +1,7% delle industrie creative e il +0,9% dell‟intero sistema produttivo culturale
INDUSTRIE CULTURALI Tecnologie e lavoro qualificato trainano lo sviluppo del settore:
L‟occupazione tiene, nonostante la crisi: solo -0,3% la variazione occupazionale del 2012, ma con un +0,7% per videogiochi e software
PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO Si irrobustisce la presenza del privato e si integra con l‟offerta pubblica:
Sono cresciute del 10,3% le imprese del settore tra il 2009 e il 2011. Aumentano le iniziative pubblico-private («caso» Torino e Piemonte)
PERFORMING ARTS E ARTI VISIVE In aumento il consumo grazie alle nuove modalità di fruizione:
Prodotto e occupazione sono cresciuti di più in media annua dal 2007 (+3,6% e +1,3%). Cresce l‟affluenza nei teatri (+17,1% 2001/2011)
L‟ITALIA VIENE ADEGUATAMENTE
RICONOSCIUTA COME UN POLO DI CULTURA
NEL NUOVO CONTESTO COMPETITIVO?
10,7
2,5
-10,4
12,0 10,8 9,7
4,9
-10,6
15,6 11,4
Cultura Totale economia
1991-2001 2001-2007
2007-2009
2009-2010 2010-2011
Variazioni % nominali medie annue delle esportazioni
ANNI „90: maggiore velocità
dell‟export culturale
INIZI DUEMILA: rallentamento
ANNI DI CRISI: recessione globale
2010: la più lenta
ripresa
2011: segnali
di recupero
NEL 2011, L‟EXPORT CULTURALE È TORNATO SUI LIVELLI PRE-CRISI, TOCCANDO I 38,1 MILIARDI DI EURO, PARI AL 10,1% DEL TOTALE NAZIONALE:
PIÙ DEI MEZZI DI TRASPORTO (36,4 MILIARDI, IL 9,7%).
Anche grazie al positivo saldo della bilancia commerciale del settore
(20,3 miliardi nel 2011, più che triplicato in venti anni),
la cultura sostiene la crescita del Pil.
LE ATTIVITÀ PUBBLICHE E NON PROFIT
CHE ARRICCHISCONO IL CAPITALE CULTURALE
MATERIALE E IMMATERIALE
La PA e il terzo settore sono dei «facilitatori» nelle relazioni
all‟interno dei diversi sistemi produttivi culturali
e tra questi e l‟intero sistema socio-economico, garantendo un ambiente
favorevole alla valorizzazione delle industrie culturali
Il settore nonprofit riesce a
sviluppare la propria
componente più
imprenditoriale
proprio nella cultura,
dove il suo modello
rappresenta un vero
laboratorio di
sperimentazione e di innovazione
Sistema produttivo culturale:
5,4% del valore aggiunto
totale italiano
Cultura PA: 1,5% del valore aggiunto
totale della PA
Cultura nonprofit:
9,9% del valore aggiunto totale del nonprofit
I metabolismi in atto nella produzione di cultura
LE TENDENZE DA SOSTENERE COME BEST PRACTICE
DAL “GRANDE” AL “PICCOLO IN RETE” :
NUOVI NETWORK
IL PICCOLO DIVENTA GRANDE, PUR
RESTANDO PICCOLO
LE NUOVE FORME DI FRUIZIONE DEL
PRODOTTO CULTURALE
I NUOVI HUB DELLA CULTURA
IL VALORE DEI SIGNIFICATI
LA RETE AMPLIFICA I PROCESSI
TERRITORIALI
La pervasività della cultura nell‟economia italiana
LA CAPACITÀ DEI SISTEMI CULTURALI DI ATTIVARE RICCHEZZA LUNGO LA FILIERA
La filiera della cultura
genera valore quasi quanto l‟intera
manifattura (16%)
I PRIMATI CULTURALI DELLE MARCHE
VALORE AGGIUNTO: 2° posto 2,3 mil.rdi di euro, 6,3% del totale
OCCUPATI: 2° posto 50 mila unità, 6,9%
IMPRESE: 7° posto 12.700 unità, 7,1%
Considerando l‟intera filiera della
cultura, il valore aggiunto del settore
passa da 6,3% a 16% del totale dell‟economia
regionale …ma nel biennio 2009-2011 sono cresciute dello 0,9% (ITA=+0,6%)
LE LEVE DI POLITICA ECONOMICA PER FAR VIAGGARE LA CULTURA
ITALIANA NEL MONDO rafforzare le reti (tra privati e pubblico-private) per valorizzare e organizzare l‟offerta di prodotti culturali
incentivare l‟occupazione qualificata e sostenere le competenze tecniche legate ai saperi del territorio
facilitare la «permeabilità» dei
saperi delle industrie culturali tra loro e tra loro e l‟esterno
sostenere la creazione di sistemi locali di sviluppo a base culturale, a partire dai sistemi urbani
valorizzare nel settore il ruolo del non profit e della nuova imprenditoria
(specie giovanile) per l‟innovazione e il rafforzamento dell‟offerta nelle aree
a maggiori potenzialità inespresse, a partire dal Mezzogiorno
ricostruire una vera «identità» del sistema produttivo
culturale, così da valutare le ricadute degli investimenti
lungo tutta la filiera