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16175769 Sheldrake Rupert I Poteri Straordinari Degli Animali Httpzewalecom

Date post: 21-Jul-2015
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Prefazione Questo libro vuol essere un riconoscimento: dare atto che gli animali possiedono capacit che noi abbiamo smarrito. Ciascuno di noi ne ha in parte perduto la memoria ma in fondo ne da sempre consapevole. Quand'ero piccolo, come molti bambini, mi interessavo di piante e di animali. In famiglia tenevamo una gran variet di bestile il cane, Scamp, un coniglio, alcuni criceti, colombi, una taccola, un pappagallino, una tartarughina d'acqua dolce, due tartarughe di terra e molti pesci rossi, per non parlare delle popolazioni di girini e di bruchi che allevavo in primavera. Mio padre, Reginald Sheldrake, farmacista e appassionato del microscopio, incoraggi i miei interessi e aliment la mia passione per la natura mostrandomi il pullulare di una miriade di forme di vita in una goccia d'acqua dello stagno e la forma delle squame sulle ali delle farfalle. Un fenomeno che mi affascinava particolarmente era il ritorno dei colombi viaggiatori. Il sabato mattina mio padre mi portava ad assistere alla loro liberazione. Presso la nostra stazioncina di NewarkonTrent, nell'Inghilterra centrale, uccelli da competizione provenienti da tutto il paese attendevano dentro cesti di vimini accatastati. All'ora stabilita, gli inservienti aprivano gli sportelli e io avevo il permesso di aiutarli. C'era un'esplosione di vento e piume, ed ecco volteggiare in cielo centinaia di colombi che poi si dirigevano ciascuno verso la propria casa lontana. Come facevano? Nessuno lo sapeva. La loro abilit ancora un mistero. A scuola la biologia e le scienze furono per me una scelta naturale e cos pure all'universit di Cambridge. Ma via via cominci a spalancarsi un abisso tra la mia personale esperienza di piante e animali e l'atteggiamento scientifico che mi veniva insegnato. La teoria meccanicistica della vita, ancor oggi quella dominante e ortodossa, asserisce che gli organismi viventi altro non sono che macchine complesse, programmate geneticamente. Si assume che siano inanimate, cio letteralmente prive d'anima. Come regola generale, il primo passo per studiare un organismo vivente era ucciderlo o farlo a pezzi. Trascorsi molte ore in laboratorio a eseguire dissezioni, e poi, man mano che i miei studi procedevano, vivisezioni. Per esempio, sezionare i nervi delle zampe tagliate di una rana e stimolarli elettricamente, in modo che i muscoli reagissero, era una parte essenziale del mio curriculum di studente di biologia. Per osservare gli enzimi presenti nel fegato del ratto (uno dei tessuti preferiti dalla biochimica animale), per prima cosa dovevamo decapitare il ratto ancora vivo, avendo cura che il sangue gocciolasse nel lavandino. Non sentii mai parlare delle doti del colombo viaggiatore. I miei esercizi di studente erano uno scherzo in confronto a quello che mi sarebbe capitato nel breve periodo in cui lavorai come tecnico di laboratorio nel reparto farmacologia di una multinazionale farmaceutica, nel quale si creavano e si testavano nuove medicine. Vi lavorai per sei mesi, quando avevo diciassette anni, tra la fine della scuola e l'universit. Vi erano stanze piene di ratti, porcellini d'India, topi e altri animali in attesa di un'iniezione: bisognava scoprire quale dose di un determinato medicinale li avrebbe avvelenati. Ai porcellini d'India venivano stritolate le zampe finch urlavano di dolore, allo scopo di valutare le qualit antidolorifiche di una sostanza chimica. Si facevano esperimenti sui gatti. Alla fine della giornata dozzine di animali sopravvissuti ai vari test venivano asfissiati e buttati in un bidone destinato all'incinerazione. Avevo studiato biologia perch amavo gli ammali ed ecco dov'ero finito. Era una stortura. Che cosa stava succedendo? Pi tardi compresi che quel disagio non era solo mio, ma era avvertito da molti dentro e fuori dalla comunit scientifica. Non era un destino ineluttabile. Una scienza meno invasiva possibile ed anche assai meno costosa. Nel 1994 pubblicai un libro intitolato Sette esperimenti per cambiare il mondo, nel quale mi occupavo di fenomeni ben conosciuti ma poco studiati e suggerivo alcune ricerche poco costose che potevano condurre a importanti risultati. Uno degli esperimenti riguardava le possibili doti telepatiche di cani e gatti. In

particolare, prendevo in considerazione la capacit dimostrata da alcuni cani di sapere quando il padrone rientrer a ca$a. E cos, cercando un metodo scientifico per ampliare le prospettive, ho fatto ritorno agli animali di famiglia. Mi ci voluto del tempo per XI Prefazione ammettere che sono quelli che conosciamo meglio. Da bambino lo sapevo. Per molti di un'evidenza palmare, ma per me fu una rivelazione. Mi resi conto che gli animali che conosciamo meglio hanno molto da insegnarci. Possono aiutarci ad allargare la nostra comprensione della vita; non sono soltanto carini, dolci da coccolare, consolanti o divertenti. Negli ultimi anni ho lavorato sulle capacit percettive degli animali domestici con l'aiuto di oltre duemila padroni e addestratori. Ho intervistato pi di mille persone scelte a caso, per sapere quanto diffusi sono certi comportamenti apparentemente inspiegabili. I miei collaboratori e io abbiamo intervistato centinaia di esperti, tra cui istruttori di cani poliziotto e da soccorso, padroni di cani guida per ciechi, veterinari, proprietari di allevamenti canini e di scuderie, addestratori di cavalli e frequentatori di maneggi, contadini, pastori, guardiani di zoo, titolari di negozi di animali, allevatori di rettili e I >.idroni di animali. Se avessi citato tutte le testimonianze e le interviste, questo libro sarebbe almeno dieci volte pi corposo. In alcuni casi, per esempio quello dei cani che avvertono il ritorno del padrone, le testimonianze sono state centinaia. Ho dovuto sintetizzare e fornire solo alcuni esempi per ciascun tipo di percettivit preso in considerazione. Possi citare solo alcuni dei tanti che hanno contribuito al quadro generale, ma senza l'aiuto di tutti, anche quelli di cui qui non compare il nome, questo libro non avrebbe visto la luce. Sono molto grato a coloro che mi hanno aiutato e ai loro animali. 11 progetto ebbe i primi finanziamenti dal compianto Ben Webster, ii i Toronto, poi vennero le sovvenzioni della Lifebridge Foundation ili New York, dell'Institute of Noetic Sciences di Sausalito, California; di Evelyn Hancock di Old Greenwich, Connecticut; e del Ross Insti tute di New York. Ho ricevuto anche molto sostegno organizzala o: negli Stati Uniti dall'Institute of Noetic Sciences, nei paesi di lingua tedesca dalla fondazione Schweisfurth di Monaco e in Ingnill TI a dalla Scientific and Medicai Network. Sono assai riconoscente per la loro generosit e per l'incoraggiamento. I )ebbo molto ai miei collaboratori, Pamela Smart nel Lancashire, fan Turney a Londra, Susanne Seiler a Zurigo e David Brown a Santa < ni/, California; e naturalmente alla mia segretaria, Cathy Lawlor. Putti mi hanno assistito in vario modo: eseguendo sondaggi, interviste ed esperimenti e raccogliendo dati. Tutti hanno contribuito alla Ovazione di una grande banca dati computerizzata sulle premonizion i " It'gli animali da compagnia, ma Pam Smart ha avuto un ruolo pri XII I poteri straordinari degli animali

mario nella progettazione e nell'aggiornamento. Ringrazio inoltre Anna Rigano e la dottoressa Amanda Jacks, che mi hanno aiutato nella ricerca bibliografica, e Helmut Lasarcyk per le sue accurate traduzioni dal tedesco delle centinaia di resoconti provenienti dai paesi di lingua germanica e per averli trascritti nella banca dati. Un grazie di cuore va a Matthew Clapp, che ha avuto la bont di creare e di curare per me un sito Internet (www.sheldrake.org), gi da quando era studente della University of Gergia. Nella ricerca e nella stesura del libro ho avuto il sostegno di conversazioni, commenti, suggerimenti e critiche, nonch dell'assistenza pratica di molte

persone. In particolare sono grato a Ralph Abraham, Shirley Barry, Patrick Bateson, John Beloff, John Brockman, Sigrid Detschey, Lindy Dufferin con Ava, Peter Fenwick, David Fontana, Matthew Fox, Winston Franklin, Robert Freeman, Edward Goldsmith, FranzTheo Gottwald, il defunto Willis Harman, Myles Hildyard, Rupert Hitzig, Nicholas Humphrey,"Tom Hurley, Francis Huxley, Montague Keene, David Lorimer, Betty Markwick, Katinka Matson, Robert Matthews, Terence McKenna, John Micheli, Michael Morgan, Robert Morris, John O'Donohue, il defunto Brendan O'Reagan, Barbara e Charles Overby, Erik Pigani, Anthony Podberscek, mia moglie Jill Purce, Anthony Ramsay, John Roche, Miriam Rothschild, Marilyn Schlitz, Merlin e Cosmo Sheldrake, Paul Sieveking, Arnaud de St Simon, Martin Speich, Dennis Stillings, Dennis Turner, Varena Walterspiel, Ian e Victoria Watson, Alexandra Webster, Richard Wiseman e Sandra Wright. I miei appelli per ricevere informazioni sono stati raccolti da molti giornali e periodici europei e americani e da molti programmi televisivi e radiofonici. Ringrazio tutti. Ringrazio inoltre tutti coloro che hanno commentato le varie stesure del testo e dato suggerimenti: Letty Beyer, David Brown, Ann Docherty, KarlHeinz Loske, Anthony Podberscek, Jill Purce, Janis Roz, Merlin Sheldrake, Pani Smart, Mary Stewart, Peggy Taylor e Jane Turney. I redattori letterari Steven Ross e Kristin Kiser a New York e Susan Freestone a Londra mi hanno fornito una collaborazione affettuosa e la forma definitiva di questo libro deve moltissimo ai loro suggerimenti costruttivi. Infine un grazie a Phil Starling per il permesso di riprodurre le foto 2.1, 4.1 e 8.1, a Gary Taylor per la foto 2.2, e a Sydney King per i disegni e i diagrammi. Londra 1999 I poteri straordinari degli animali Grazie a tutti gli animali dai quali ho imparato Introduzione Kate Laufer ostetrica e operatrice sociale a Solbergmoen, in Norvegia, e il suo lavoro non ha orari, ma al suo rientro, se il marito Walter in casa, viene sempre accolta con una tazza di t fumante. Da cosa dipende il prodigioso tempismo del marito? Dal terrier Tiki, cane di famiglia. "Quando corre alla finestra e salta sul davanzale" dice il dottar Laufer "so che mia moglie sta tornando." Quando squilla il telefono, la moglie di un professore della University of California, a Berkeley, sa sempre se il marito a chiamare. Come fa a saperlo? Whiskins, il loro soriano grigio, corre verso l'apparecchio e con le zampette gioca col ricevitore. "Pi di una volta riuscito a staccarlo e allora miagola soddisfatto a mio marito che sta dall'altra parte" dice la signora. "Se telefona qualcun altro, Whiskins rimane indifferente." Julia Orr aveva trasferito i suoi cavalli da Skirmett, nella contea di Buckinghamshire, a una fattoria a quattordici chilometri di distanza, ed era convinta che gli animali si fossero abituati alla nuova scuderia. Ma Badger, un pony gallese di ventiquattro anni, e Tango, di ventidue, stavano aspettando l'occasione. Una notte, sei settimane pi tardi, quando un temporale spalanc ^cancelli, i due ne approfittarono. All'alba furono trovati che aspettavano pazientemente presso i cancelli della vecchia abitazione della signora Orr. Impronte di zoccoli sul ciglio della strada e sulle aiuole rivelarono che gli animali avevano raggiunto la casa battendo strade mai percorse prima. Il 17 ottobre 1989 la gatta di Tirzah Meek di Santa Cruz, California, all'improvviso corse a nascondersi in solaio. Non l'aveva mai fatto; sembrava terrorizzata e si rifiutava di scendere. Tre ore pi tardi si scaten il terremoto di Loma Prieta che devast il centro di Santa Cruz. 4 I poteri straordinari degli animali Cani che sanno quando il loro padrone rientrer, gatti che rispondono al telefono quando chiamano persone care, cavalli che ritrovano la via di casa per strade a loro ignote, gatti che prevedono i terremoti: sono alcuni comportamenti

che suggeriscono forme di percezione negli animali che la scienza non ha ancora esplorato. Dopo cinque anni di ricerca approfondita sui poteri inspiegati degli animali, sono giunto alla conclusione che molte delle storie raccontate dai padroni sono in buona sostanza vere. Sembra davvero che alcuni animali abbiano capacit percettive che superano quelle dei sensi a noi noti. Non una novit. Gli uomini lo sanno da secoli. Milioni di padroni di animali ne fanno esperienza diretta. Eppure il bisogno di negare o di minimizzare molto diffuso. La scienza istituzionale le ignora. Gli animali che vivono con noi sono quelli che conosciamo meglio, ma i loro comportamenti pi sorprendenti e curiosi non sono considerati degni di interesse. Come mai? Una delle ragioni il tab che vieta di considerare con atteggiamento scientifico gli animali di casa,1 tab che non riguarda solamente gli scienziati, poich rispecchia un atteggiamento schizofrenico verso gJi animali tipico della societ in cui viviamo. La nostra vita lavorativa tutta improntata a un'economia nutrita di scienza e tecnologia. Viviamo entro una visione meccanicistica dell'esistenza, che risale alla rivoluzione scientifica del Seicento, inaugurata daliateoria cartesiana dell'universo come macchina. Le metafore cambiano (al tempo di Cartesio il cervello era immaginato come una macchina idraulica; con la generazione che ci ha preceduti, si passati all'immagine del centralino telefonico; e oggi paragoniamo il cervello a un computer), ma tuttora noi pensiamo alla vita come a un congegno.2 Animali e piante sono visti come automi geneticamente programmati e il loro sfruttamento viene dato per scontato. Nel frattempo, per, a casa ci sono i nostri amici animali, che stan * no in una categoria a parte, e verso i quali proviamo un affetto limitato all'ambito del privato, del soggettivo. Noi tendiamo a tener fuori dal mondo "reale", "obiettivo" le nostre esperienze affettive con gli amici di casa. C' un abisso incolmabile tra loro che abitano con noi, trattati come membri della famiglia, e gli animali che stanno nelle fattorie industriali o nei laboratori di ricerca. All'amico di casa attribuiamo dignit di persona; non lo consideriamo un oggetto, secondo quanto esige la scienza. Io stesso, come dicevo nella prefazione, ho vissuto questa terribile ambiguit in prima persona. Sia in laboratorio sia sul campo, gli scienziati in genere tendono a :; ' :.,' Introduzione 5 evitare ogni coinvolgimento emotivo con gli animali studiati. Aspirano a un distacco obiettivo. dunque improbabile che si trovino a rilevare comportamenti che richiedono un legame molto forte tra animale e padrone. In questo campo, gli addestratori o i proprietari di animali la sanno in genere assai pi lunga degli studiosi; a meno che questi ultimi non possiedano a loro volta un animale. Il tab sopra descritto non l'unico a esimere la scienza istituzionale dall'obbligo di occuparsi dei fenomeni trattati in questo libro. Un altro quello che ci impedisce di prendere sul serio i fenomeni telepatici o "paranormali". Essi vengono detti "paranormali" (vale a dire ai margini del normale) non perch siano rari o eccezionali (alcuni sono comunissimi), bens perch non si possono spiegare in termini scientifici tradizionali; all'interno della teoria meccanicistica della natura essi non trovano posto. Il lavoro di ricerca con animali amici II patrimonio delle esperienze di addestratori di cavalli e di cani, di veterinari e di padroni di animali viene di solito liquidato sotto la voce "aneddotica". Anzi, questa parola si usa in proposito tanto spesso che ne ho voluto cercare l'origine sul vocabolario per capire che cosa volesse dire. Viene dal greco ankdotos, che significa "non reso pubblico". Un aneddoto una storia che non stata pubblicata. In alcuni campi della ricerca scientifica, per esempio la medicina, l'aneddotica riveste una funzione rilevante: ma un aneddoto, se pubblicato, cessa etimologicamente di esser tale; viene promosso al rango di "caso". Nel corso delle ricerche che descrivo in questo libro sono venuto a sapere che molti hanno riscontrato nei propri animali analoghe capacit percettive. E quando un numero cos grande di resoconti, tutti indipendenti gli uni dagli altri, ci descrive comportamenti riscontrati con regolarit e riproducibili,

l'aneddotica diventa storia naturale. La domanda successiva questa: sono giustificate s o no queste credenze? Ecco perch l'aspetto sperimentale una componente essenziale di questo lavoro. Uno dei libri di biologia che amo di pi Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico di Charles Darwin, che fu pubblicato per la prima volta nel 1868. Contiene una messe di informazioni che Darwin raccolse da naturalisti, esploratori, funzionari di stanza nelle colonie, missionari e altri interlocutori sparsi in tutto il mondo con cui era in corrispondenza. Compulsava pubblicazioni come Poultry 6 / poteri straordinari degli animali Chronicle (Cronaca di pollicoltura) e The Gooseberry Grower's Register (Registro del coltivatore di uva spina). Egli stesso coltivava 54 variet diverse di uva spina. Si valse dell'esperienza di dilettanti appassionati di gatti e conigli, di allevatori di cani e cavalli, di apicoltori, di coltivatori, di orticoltori e di esperti di animali e piante. Si iscrisse a due club londinesi di addestratori di colombi, allev tutte le razze di colombi su cui riusc a mettere le mani, e intratteneva rapporti con tutti i pi importanti ornitologi collezionisti per poter vedere gli esemplari delle varie specie. Gli effetti degli incroci selettivi su animali e piante domestici, osservati con tanta attenzione da uomini e donne dotati di forte senso pratico, diedero allo scienziato le prove definitive dell'importanza della selezione, ingrediente fondamentale della sua teoria dell'evoluzione mediante selezione naturale. Dopo di lui, la scienza andata sempre pi escludendosi dal patrimonio d'esperienza di coloro che scienziati non sono. Esistono ancora milioni di persone che si intendono di colombi, di cani, di gatti, di cavalli, di pappagalli, di api e di altri animali; o di meli, di rose, di orchidee e di altre piante. Vi sono decine di migliaia di naturalisti dilettanti. Ma la ricerca scientifica ora appannaggio quasi esclusivo delle universit e degli istituti di ricerca, condotta da accademici professionisti: uno stato di cose che impoverisce la biologia moderna in modo grave. Perch questa ricerca non mai iniziata? L'osservazione dei poteri inspiegati degli animali che descriver in questo libro stata resa pi semplice da strumenti tecnici moderni come computer e videocamere, ma in linea generale quasi tutto il nostro lavoro si sarebbe potuto fare cent'anni fa se non di pi. Il fatto che si sia cominciato soltanto ora un'indicazione di quanto siano forti i tab che ostacolano questo tipo di studi. Abbiamo, io credo, molto da guadagnare se questi tab li lasciamo cadere. Ritengo inoltre che vi sia molto da imparare se manteniamo un atteggiamento scientifico. Ma la parola "scientifico" pu avere significati assai diversi. Troppo spesso si trova appaiata a una mentalit ristretta e dogmatica, preoccupata di negare o sminuire qualunque fenomeno non, rientri nella visione meccanicistica del mondo. Al contrario, io per "scientifico" intendo un metodo di indagine aperto, attento alle testimonianze, che metta alla prova per via sperimentale le possibili spiegazioni. La strada dell'indagine Introduzione 7 pi consona alla scienza di quella del rifiuto. E di certo pi divertente. I contrastanti atteggiamenti della scienza sono ben illustrati dalla storia di un cavallo, der kluge Hans (Hans, l'intelligente), usata di solito a dimostrazione dell'inesistenza di facolt speciali negli animali. Io ne traggo la morale opposta; si tratta, a mio parere, di un esempio della necessit di investigare, e non di negare, un fenomeno che non ha spiegazione. La storia di Hans, l'intelligente Prima o poi, a chiunque voglia occuparsi dei poteri inspiegati degli animali verr raccontata la storia di Hans. Essa assurta al ruolo di apologo, di monito per chi si occupa di scienza. C'era una volta a Berlino, all'inizio del XX secolo, un cavallo che si chiamava Hans, il quale, si diceva, sapeva risolvere calcoli matematici, leggere e scrivere parole in tedesco. Dava le sue risposte battendo con lo zoccolo per terra. Il suo addestratore, Herr von Osten, ex insegnante di matematica, era convinto che il suo cavallo avesse capacit mentali ritenute esclusive

dell'uomo. Hans divenne un caso e diede molte esibizioni davanti a professori, ufficiali dell'esercito e anche davanti a un pubblico composito. Le abilit di Hans furono studiate dal professor C. Stumpf, direttore dell'Istituto di psicologia dell'universit di Berlino, e dal suo assistente Otto Pfungst. Si scopr che il cavallo riusciva a fornire le risposte solo quando chi lo interrogava le conosceva e gli era visibile. Si giunse alla conclusione che Hans non aveva alcun talento matematico e che non sapeva leggere il tedesco. Sapeva invece leggere i piccoli movimenti del corpo del suo esaminatore e capire cos quando aveva raggiunto il numero giusto di colpi di zoccolo. Da allora questa storia torna utile per giustificare la mancanza di interesse verso i fenomeni inspiegati del comportamento animale, che vengono ascritti a "suggerimenti nascosti" e non a eventuali "poteri straordinari". In definitiva, stata utilizzata per impedire ogni ricerca, invece che per stimolarla. Ma se questa la morale che traiamo dagli studi compiuti da Stumpf e Pfungst sul cavallo Hans noi non rendiamo giustizia al loro lavoro. I due fecero indagini su una questione controversa senza liquidarla come assurda e dimostrarono in tal modo di essere coraggiosi, perch le conclusioni cui giunsero andavano contro le credenze di molti colleghi. Alla base delle ricerche su Hans non c'era l'ipotesi dei poteri pa I poteri straordinari degli animali ranormali bens quella che un animale potesse pensare. Molti scienziati, in particolare i darwiniani, erano portati a credere che il cavallo sapesse di aritmetica e di lingua tedesca perch se si fosse dimostrato che gli animali sono capaci di pensiero razionale poteva finalmente essere incrinata la diffusa credenza dell'unicit dell'intelletto umano. Gli studiosi preferivano un'evoluzione graduale, in cui tra l'animale uomo e gli altri animali vi fosse una differenza di grado e non di specie. Di converso, i tradizionalisti erano molto scettici a proposito di Hans, perch pensavano che le facolt mentali superiori fossero appannaggio esclusivo dell'uomo. Le scoperte di Stumpf e Pfungst fecero loro gioco e furono poco gradite dai "darwiniani delusi, che espressero il timore che posizioni reazionarie e clericali traessero beneficio dalle conclusioni raggiunte".3 Sebbene i biologi considerino l'"effetto Hans" una buona ragione per ignorare qualunque capacit non omologata si riscontri in un animale, si tratta di un fenomeno preciso, che si serve del linguaggio del corpo, elemento fondamentale di comunicazione reciproca nei cavalli come in molte altre specie. Tuttavia, se un animale reagisce a un atto compiuto da un essere umano che non presente, questo fe;: nomeno non si pu ascrivere all'effetto Hans: bisogna trovare un'altra spiegazione. Durante la mia ricerca sui poteri straordinari degli animali domestici ho imparato che la maggior parte degli allevatori e dei padroni ben conscia dell'importanza del linguaggio del corpo. Ma in ogni caso molti dei fenomeni che tratter in questa sede, come l'apparente capacit di un animale di sapere quando il padrone torna a casa, non sono archiviabili sotto la voce "effetto Hans". Un animale non pu leggere il linguaggio del corpo di una persona che sta a molti chilometri di distanza. Tre esempi d percettivit inspiegata In questo libro mi occuper di tre grandi categorie di capacit percettive degli animali a tutt'oggi inspiegate, vale a dire la telepatia, il senso dell'orientamento e la premonizione. 1. Telepatia. Comincer a prendere in esame la capacit di alcuni cani e di altri animali di sapere quando i padroni torneranno a casa. In molti casi non possiamo spiegare il fenomeno con gli orari fissi del padrone, con i segnali lanciati dai familiari o con l'udito pi acu '.';.. :: "r Introduzione 9 to del nostro che consente loro di riconoscere il rumore dell'automobile che si avvicina. In esperimenti videoregistrati, i cani sono stati capaci di prevedere il ritorno del padrone anche in orari scelti a caso, anche quando il padrone ha

usato un taxi o un altro mezzo non riconoscibile. In qualche modo le persone comunicano la loro intenzione di tornare a casa. Alcuni animali da compagnia percepiscono telepaticamente un gran numero di intenzioni del padrone e rispondono a richiami e comandi silenziosi. Alcuni capiscono quando una determinata persona a chiamare per telefono. Altri sentono quando il padrone, che si trova lontano, in pericolo o in punto di morte. L'ipotesi che intendo avanzare che la comunicazione telepatica dipende da precisi legami tra uomini e animali, legami non in senso figurato ma nel senso di connessioni reali che si propagano attraverso campi morfici. Nel capitolo I spiegher che cosa siano i campi morfici e tratter l'evoluzione dei rapporti tra esseri umani e animali. 2. Senso dell'orientamento. I colombi viaggiatori trovano la via di casa percorrendo rotte sconosciute di molte centinaia di chilometri. Le rondini migratoci europee compiono un viaggio di molte migliaia di chilometri per raggiungere il loro territorio alimentare in Africa e in primavera tornano al luogo natio, addirittura allo stesso edificio dove avevano nidificato. Questa capacit di pilotarsi verso una meta tanto distante non stata ancora spiegata in modo soddisfacente; certo non dipende dall'olfatto o da un altro dei cinque sensi e nemmeno da una bussola interna. Anche alcuni cani, gatti, cavalli e altri animali domestici hanno un buon senso dell'orientamento e riescono a ritrovare la via di casa da luoghi ignoti e lontani. Sembrano attratti verso la meta desiderata, come se fossero tirati da un elastico invisibile che li tiene attaccati a quel luogo. Per alcuni animali, "casa" non un posto: sono le persone. Alcuni padroni di cani che partono lasciando a casa il loro amico vengono inseguiti fino a luoghi distanti che l'animale non h*a mai visto prima. L'olfatto potrebbe essere responsabile di questi fenomeni quando si tratta di distanze brevi, ma in altri casi l'unica spiegazione parrebbe essere un legame invisibile tra l'animale e la persona cara, un elastico teso dicevo, o in altri termini il campo morfico che unisce animale e padrone. 3. Premonizione. Alcuni di questi fenomeni possono essere spiegati in termini di sensazioni fisiche: per esempio, possibile che gli ani

I poteri straordinari degli animali mali che alla vigilia di un terremoto appaiono turbati stiano reagem do a impercettibili variazioni elettriche; o anche che i cani che prevedono l'insorgere di una crisi epilettica percepiscano un tremito dei muscoli per noi invisibile o odori insoliti. Ma altri tipi di previsione sembrano implicare fenomeni misteriosi d'altra natura, che sfidano il normale modo di concepire la separazione fra passato, presente e futuro. La telepatia, il senso dell'orientamento e la premonizione rientrano nella definizione di percezione extrasensoriale o ESP {extrasensory perception). Altri parlano di "sesto senso" (o di "settimo senso"; comunque di uno o pi sensi aggiuntivi). Altri definiscono "paranormali" questi fenomeni, altri ancora "metapsichici". Tutte queste espressioni concordano nell 'indicare qualcosa che va oltre i limiti della scienza tradizionale. "Percezione extrasensoriale" significa letteralmente una percezione che si spinge oltre i sensi. Viceversa "sesto senso" sembrerebbe indicare il contrario, perch postula una percezione sensoriale, bench non ancora riconosciuta dalla scienza. Questa contraddizione si dissolve nel momento in cui la parola "extrasensoriale" si consideri nell'accezione di "al di fuori dei sensi conosciuti". N "percezione extrasensoriale" n "sesto senso" rendono l'idea della specificit di questi fenomeni e di come si producono. Ci indicano soltanto ci che non sono. I sensi conosciuti non bastano a spiegarli. Tutti e tre i tipi di percezione, la telepatia, il senso dell'orientamento e la premonizione, sembrano pi sviluppati in alcuni animali, il cane in particolare,

che nell'uomo. Nondimeno essi si verificano anche fra gli uomini: il "sesto senso" apparir in una luce pi naturale, pi biologica, se considerato alla luce del comportamento animale. Molti dei fenomeni che oggi ci appaiono "paranormali" ci sembreranno normali se ampliamo il nostro concetto di normalit. La scienza pu progredire soltanto se cerca di superare i propri limiti. Con questo libro spero di riuscire a dimostrare che possibile indagare alcuni comportamenti ammali finora inspiegati seguendo un metodo scientifico n invasivo n crudele. Suggerir anche un certo numero di esperimenti mediante i quali studenti o padroni di animali potrebbero contribuire in modo determinante a questo nuovo campo di indagine. Abbiamo molto da imparare dai nostri amici. Possono insegnarci molte cose sulla loro natura, ma anche sulla nostra. Parte prima II legame tra animali ed esseri umani L'addomesticamento degli animali Legami affettivi con gli animali Molti instaurano con gli animali un forte rapporto affettivo, li iiiniino e ne sono riamati. In questo capitolo mi propongo di illustrare l'evoluzione e la natura di questi legami tra animali ed esseri umani. Anzitutto necessario aver chiaro che un legame affettivo tra aniii 1.1 le e padrone non la norma, bens l'eccezione. Per ogni cane o K.itto amato vi sono centinaia di animali domestici prigionieri in aml'icnti asettici come fattorie industriali e laboratori di ricerca. In mol11 paesi del terzo mondo gli animali da soma sono spesso trattati con i >natalit, e nel ruolo dei bruti ci sono gli esseri umani. In genere le oc i et primitive sono tutt'altro che favorevoli ai moderni ideali di benessere per gli animali. Gli esquimesi, per esempio, tendono a l dittare i loro husky con molta durezza. Poi ci sono le vittime di una negligente indifferenza o di violenze i Ifliberate. In tutto il mondo industrializzato le organizzazioni per la prevenzione della crudelt verso gli animali continuano a scoprire e .1 rendere pubbliche le innominabili sofferenze cui sono sottoposti ^li animali per mano dell'uomo: cavalli dalle costole visibili attraverso la pelle emaciata; cani incatenati e dimenticati; gatti torturati, li molti animali semplicemente vengono abbandonati. Soltanto negli SI,iti Uniti le autorit locali e alcune associazioni di volontari sopprimono ogni anno all'incirca cinque milioni di cani indesiderati e un numero suppergi equivalente di gatti.1 Ma nonostante gli sfruttamenti, i maltrattamenti e gli abbandoni, molti esseri umani si legano agli animali fin dall'infanzia. I bambini ricevono spesso orsacchiotti o altri animaletti giocattolo e si diverto 14 1 Pteri straordinari degli animali

no ad ascoltare racconti di animali. Ma pi di tutto i bambini amano avere animali veri. La maggioranza delle bestiole amiche vive in famiglie con bambini. 2 Ascoltare storie di animali che fanno paura (Cappuccetto Rosso, per esempio) e fare amicizia con gli animali sembra un tratto distintivo della natura umana. Anzi, il legame con gli animali stato tanto determinante nella nostra storia evolutiva che tutte le culture sono ricche di canzoni, danze, rituali, miti e storie di animali. L'evoluzione del rapporto uomoanimale La prima specie di ominide che ci sia nota attraverso i ritrovamenti di fossili 1''Australopithecus afarensis, che visse circa quattro milioni di anni fa. I primi utensili di pietra risalgono a due milioni e mezzo di anni fa, e i primi reperti di uomini che mangiavano carne si possono datare a circa un milione di

anni pi tardi, pi o meno nel periodo in cui l'Homo erectus cominci a lasciare l'Africa e a diffondersi in Eurasia (fig. 1.1). L'uso del fuoco risale probabilmente a 700.000 anni fa. L'uomo moderno ebbe la sua origine in Africa all'incirca 150.000 anni fa. Le prime manifestazioni artistiche, affreschi rupestri spesso raffiguranti animali, datano a circa 30.000 anni fa; l'agricoltura fece la sua rivoluzionaria comparsa 10.000 anni fa, mentre le prime civilt e la scrittura risalgono a 5000 anni fa.3 I nostri antenati vivevano di caccia e di raccolta, ma quest'ultima era preponderante rispetto alla prima. L'antica immagine del cacciatore primigenio che a grandi passi se ne va per la savana si rivela un mito. Anche tra gli odierni cacciatoriraccoglitori solo una piccola parte del cibo proviene dagli animali uccisi dagli uomini; quasi tutto il nutrimento consiste in ci che viene raccolto, per lo pi dalle donne. (Con l'eccezione delle popolazioni delle regioni artiche, povere di vegetazione.4) Generalmente gli ominidi e i primi esemplari di Homo sapiens, invece che cacciare per conto proprio, preferivano, laddove possibile, procurarsi la carne raccogliendo gli avanzi di predatori pi efficienti come i grandi felini.5 probabile che lo sciacal^ laggio sia stato sostituito dalla caccia grossa tra 70.000 e 90.000 anni fa, non prima. Nelle culture che vivono di caccia e raccolta gli esseri umani non ritengono di essere al di fuori del regno animale, ma di essere con questo intimamente connessi.6 Coloro che comunicano col mondo non umano, gli sciamani/tramite i loro spiriti guardiani, si mettono in contatto con i poteri animali. C' una misteriosa solidariet. Lo L'addomesticamento degli animali 15 Anni fa _ PRESENTE Rivoluzione industriale (150) Rivoluzione agricola (10.000) Prime manifestazioni artistiche (30.000) 100.000 Addomesticamento del cane 150.000 ? 700.000 1.000.000 Comparsa dell'uomo moderno in Africa Uso del fuoco Consumo di carne 2.000.000 Espansione del cervello. Primi utensili di pietra 3.000.000 -I 4.000.000 Primi ominidi ,1. Grafico dell'evoluzione dell'uomo.

1 16 / poteri straordinari degli animali sciamano si sente guidato dagli animali, sente di tramutarsi in essi, di capire il loro linguaggio e di far sue le loro capacit divinatorie e i loro poteri occulti.7 L'addomesticamento del cane II primo animale a venire addomesticato fu il cane. L'antenato del cane, il lupo, cacciava in branco come l'uomo e fin dalla notte dei tempi il cane fu usato per la caccia nonch per la guardia agli insediamenti umani. Esso era gi addomesticato prima che si sviluppasse l'agricoltura.8 Secondo la tesi pi accreditata l'addomesticamento del lupo sa rebbe avvenuto tra i 10.000 e i 20.000 anni fa, ma studi recenti sul DNA del lupo e del cane indicano un'epoca molto posteriore, 100.000 anni fa, come inizio di un processo avvenuto a pi riprese e col per durare di incroci fra cani e lupi.9 : La conferma di queste scoperte significherebbe che l'antico vinco lo tra uomo e cane potrebbe essere stato determinante nella nostra

evoluzione. Il cane potrebbe aver avuto un peso decisivo nell'avan zamento delle tecniche venatarie verificatosi tra i 70.000 e i 90.000 anni fa. Il veterinario australiano David Paxton arriva a dire che non fu tanto l'uomo ad addomesticare il lupo quanto il lupo ad addome sticare l'uomo. possibile che i lupi abbiano cominciato a spingersi nelle periferie degli insediamenti umani. Alcuni avrebbero imparato a convivere con l'uomo, stabilendo con lui un rapporto di reciproca utilit ed evolvendosi gradualmente in cani; o quanto meno si sareb bero adoperati per proteggere il villaggio dando l'allarme in caso di pericolo.10 In termini evolutivi i lupi trasformatisi in cani hanno avuto un successo straordinario. una specie che conta centinaia di milioni di individui e vive in ogni parte del mondo abitato. Mentre i lupi rimasti contano pochi individui riuniti in popolazioni spesso minacciate e hanno una distribuzione assai scarsa. L'addomesticamento del cane avvenuto con immenso anticipo rispetto a quello di altre specie. anche possibile che il cane abbia contribuito all'assoggettamento di altre specie, con la sua abilit di tenere insieme gruppi di animali come le pecore e di proteggerli dai predatori. Alcune razze canine sono molto antiche. Ai tempi dell'antico Egitto vi erano gi parecchie razze distinte: cani sul tipo del levriero o del levriero persiano (saluki); del mastino, del basenji, del pointer, e una ntea di Essex, i suoi setter irlandesi sono quasi sempre al cancello ad incoglierlo. Yvette, sua moglie, dice che spesso si appostano l anche 1020 minuti prima che arrivi e ben prima che l'uomo svolti dalla stra dn principale nel viale che conduce alla fattoria. Per pi di vent'anni la "ignora non ci aveva fatto caso; pensava semplicemente: "Se i cani so no al cancello vuoi dire che Peter sta tornando a casa".

Finch un giorno lesse sul "Sunday Telegraph" che io lavoravo a una ricerca sui cani che sanno quando il padrone fa ritorno, Yvette cominci a riflettere. Come fanno i setter a sapere che Peter sta rincasando? I suoi orari a Londra sono molto irregolari e non si sa mai quando arriver. E i cani reagiscono indipendentemente dalla direzione del vento o dall'auto che adopera. Questo comportamento interessa molti altri cani. In un sondaggio da me condotto in Europa e nel Nordamerica, sono venuto a conoscenza di 580 casi di cani che sanno quando il padrone rientra e lo attendono alla porta o alla finestra con un anticipo di 10 minuti o pi sul suo ritorno dal lavoro, da scuola, dalla spesa o da altre commissioni. Altri escono di casa e vanno incontro ai padroni per strada o alla fermata dell'autobus. Certi lo fanno quasi quotidianamente, altri solo quando il proprietario torna da una vacanza o da un viaggio lungo, nel qual caso danno segni di agitazione, ore e qualche volta persino giorni, prima del suo arrivo. E, anche se alcuni scienziati si affrettano ad attribuire il fenomeno all'abitudine o all'udito e 30 I poteri straordinari degli animali Cani 31

all'olfatto, sviluppatissimi nel cane, scopriremo che in un gran numero di casi una spiegazione tanto semplicistica non basta. Il contesto in cui vanno collocati questi fenomeni di premonizione quello del grande entusiasmo con cui molti cani accolgono il padrone che rincasa. Se non addestrato alla disciplina, un cane tende a saltar su per leccare la faccia del suo amico nello stesso modo in cui un cucciolo saluta i genitori, vale a dire scodinzolando con tanto vigore che tutta la parte posteriore del corpo coinvolta nel movimento. Il lupo si comporta in maniera molto simile. Al tempo dello svezzamento i lupacchiotti cominciano a chiedere il cibo ai genitori o ad altri membri del branco che ritornano. Quando un adulto si avvicina con il cibo in bocca, i piccoli si affollano intorno a lui pieni di eccitazione, scodinzolando, facendo atto di sottomissione e saltando su per leccarlo agli angoli delle fauci. Presso il lupo adulto, questi atti si trasformano in saluto ritualizzato. Oggetto di attenzioni sono soprattutto gli animali di grado gerarchico superiore.1 Ci significa che il saluto che i cani riservano ai padroni ha un passato evolutivo assai antico, che risale al tempo dei lupi, gli antenati del nostro cane domestico. Ma molti cani vanno oltre: arrivano a prevedere l'arrivo del padrone, come sapessero che per strada, anche quando si trova a molti chilometri di distanza. Che si tratti di abitudine? Quando i padroni tornano sempre alla stessa ora, il comportamento del cane si potrebbe ascrivere a un semplice fatto di abitudine. Teresa Preston di Suffolk, Virginia, vedeva che il suo cane, Jackson, aspettava i bambini tutti i giorni alla fermata dell'autobus della scuola, e supponeva si trattasse di routine. Ma dovette cambiare idea quando si accorse che Jackson prevedeva anche il ritorno del marito, che era capitano della guardia costiera statunitense e non aveva orari. La sua nave, addetta alla manutenzione delle boe di segnalazione, era di stanza a Portsmouth, un tragitto di trenta chilometri: Arrivava a ore sempre diverse. Quando la nave entrava in porto, Jackson cominciava ad agitarsi, andava alla porta e voleva uscire. Di solito andava a sedersi in fondo al marciapiede per guardare nella direzione da cui "sapeva" che la macchina sarebbe arrivata. Era diventato tanto bravo che non potevo fare a meno di notarlo e certe volte mi fidavo di lui a tal punto che mi rifacevo il trucco e mi davo un colpo di spazzola prima che tornasse mio marito! Se stavo

cucinando e dovevo decidere quante porzioni preparare o per quanti apparecchiare, sfruttavo la sua preveggenza e mi regolavo sul suo istinto. J anche possibile che i cani riescano a captare i segnali trasmessi J chi aspetta a casa. Pu accadere che l'assente telefoni per dire che ta arrivando col risultato di modificare lo stato d'animo del paren il cane potrebbe riuscire a leggere il linguaggio del corpo. Ma tal Ita chi aspetta a casa non sa dell'arrivo del familiare. Ho ricevuto i uinerosi resoconti da famiglie di avvocati, tassisti, militari, giornali li, levatrici, e altri che non lavorano a ore fisse, in cui si riferisce i ic il cane ad avvertire le persone, e non viceversa. Ecco un esempio: Gloria Batabyal di Stretford, nella contea di incashire, lavorava in ospedale a orario flessibile, ma a qualsiasi ora rientrasse suo marito John la accoglieva con un t fumante. Fin qui scopr che, esattamente nel momento in cui lasciava la corsia per riprendere la macchina e tornare a casa, tutti e due i suoi cani balzavano su e si mettevano a sedere nel vano della finestra; suo marito era avvertito: era ora di mettere su l'acqua. Anche la bambinaia irlandese della famiglia West di Manhattan godeva dei vantaggi di un simile preavvertimento canino, offertole da una kerry blue terrier di nome, per l'appunto, Kerry. Il generale 1 harles West era di stanza sulla Governor's Island nel porto di New ork e la moglie era vicepresidente della Time Inc. Per dirla con le I Mrole del generale: Vivevamo al quarto piano in un palazzo di appartamenti, e ciascuno di noi tornava a casa a ore diverse e da direzioni diverse. N la bambinaia n il nostro bambino piccolo sapevano quando saremmo tornati a casa, ma dieci minuti, un quarto d'ora prima del nostro arrivo, Kerry entrava in agitazione: correva alla finestra e si metteva in piedi per guardare la strada, e mugoliva festosa, scodinzolando pazzamente. La tata sapeva che uno di noi due stava tornando e diceva sempre scherzando che per lei era il segnale per ripulire il bambino prima che arrivassero i genitori. E non accadeva di tanto in tanto. Ogni giorno, per anni. Molti cani sono abituati ad aspettare il ritorno del padrone a ore fisse senza che nessuno se ne sorprenda. Ma in quasi tutti i 585 casi che ho esaminato, come negli esempi che ho riportato pi sopra, il comportamento del cane non pu venir spiegato in termini di semplice routine. Che sia una questione di fiuto? La maggior parte dei cani ha un olfatto assai pi sviluppato del nostro e perci pu sentire l'odore del padrone o della sua automo 32 / poteri straordinari degli animali bile a una distanza maggiore di quella possibile a un essere umano. Qual questa distanza esattamente? Di norma un cane utilizza l'olfatto per seguire una pista sul terreno, annusando le orme. Ma per sentire l'odore di una persona che ritorna a casa gli sarebbe necessario annusare l'aria. Poniamo che il vento soffi nella direzione giusta e che l'animale sia fuori di casa o in casa con le finestre aperte, a quale distanza pu percepire un uomo o una macchina in avvicinamento? Le stime pi ottimistiche che sono riuscito a ottenere danno cifre notevolmente inferiori ai milleseicento metri, anche nel caso del segugio di sant'Uberto, o bloodhound, che quello dal fiuto pi sensibile. Malcolm Fish, dell'unit cinofila della polizia della contea di Essex, sta conducendo uno studio per conto del ministero dell'Interno inglese per scoprire se questa razza sarebbe pi adatta dei pastori tedeschi (attualmente gli animali pi usati) per talune operazioni di polizia. Fish sostiene che un bloodhound in grado di rintracciare un uomo nascosto in una siepe purch l'uomo si trovi in un raggio di ottocento metri, purch sia fermo e il vento sia a favore. Ritiene molto improbabile che un cane, persino un segugio di sant'Uberto, possa sentire l'odore di una persona che rincasa dal lavoro con un automezzo. "Immaginiamo una persona dentro a un'automobile che si dirige verso casa con un candelotto fumogeno, con le finestre aperte e il fumo che scappa fuori: il fumo va all'indietro. L'odore non si propaga in avanti come il suono. Inoltre oggi la maggior parte delle macchine viaggia con i finestrini chiusi; di conseguenza non

vi sarebbe gran fuga di odori e le porte delle case sono spesso chiuse per evitare le correnti. Dunque ritengo che sarebbe impossibile per un cane sentire l'odore del padrone a ottocento metri di distanza." Per i cani che reagiscono soltanto un minuto o due prima che torni il padrone si pu parlare di olfatto. Ma per quelli che reagiscono con dieci minuti o pi di anticipo, quando il padrone ancora a molti chilometri di distanza, sia con vento favorevole sia con vento contrario, e anche a finestre chiuse, non si pu ragionevolmente soste. nere che si tratti di olfatto. Che sia una questione di udito? Quasi tutti i cani ci sentono meglio di noi. Odono rumori di pi alta frequenza, come quelli emessi dai fischietti "muti" per cani, che superano la soglia di frequenza udibile dall'orecchio umano. E odo 33 Cani m> ii maggiore distanza. Grosso modo, si ritiene che "un cane oda a miti distanza quattro volte superiore a quella a cui ode l'uomo".2 Ma < possibile che la stima sia eccessivamente generosa verso i cani. Celi .1 Cox, inglese, specializzata in otorinolaringoiatria veterinaria, ha avuto modo di valutare l'udito di migliaia di cani e ritiene che sia puri a quello umano. Lei dubita che riescano a sentire da molto lonIrtno i padroni in arrivo: "Molti padroni mi dicono che i cani sentono II loro arrivo addirittura prima che abbiano svoltato nella strada di t'iisa, ma escluderei che dipenda soltanto dall'udito". Del pari, Kevin Munro, dello Hearing and Balance Centre (centro l'r l'udito e l'equilibrio) dell'universit di Southampton, ha fatto mia ricerca comparata delle capacit uditive dell'uomo e del cane ? " >n una tecnica sofisticata detta Evoked Response Audiometry (au iliometria della risposta suscitata).3 Egli si aspettava di riscontrare ? In' il cane ha un udito molto superiore a quello umano, conforme i IRTI te a quanto si crede. "Quando ho avuto in mano i risultati sono rimasto assai sorpreso di vedere che l'udito canino, tranne per la ca pncit di percepire ultrasuoni, per tutto il resto era molto simile a oHo umano." Ma ammettiamo pure che i cani ci sentano quattro volte meglio di Ili e cerchiamo di fare un calcolo. Se una macchina o qualcuno che inoscete si avvicina a piedi a casa vostra, da che distanza li sentite? lo vivo a Londra e con tutto il rumore di fondo, di macchine e pe< Ioni, potr udire un automezzo o una persona non oltre i diciotto motti e soltanto se mi trovo in una stanza che affaccia sulla strada e ? i>n le finestre aperte. Chi abita in zone isolate, in campagna, dove I '.issano poche auto o addirittura nessuna, potrebbe sentire un vei ? olo che si avvicina a pi di setteottocento metri, specialmente di notte. Ma ritengo che nelle zone urbane o suburbane in media si possano udire automezzi o persone a qualche centinaio di metri se non meno. Fate voi stessi una stima approssimativa e poi verificate l,i con l'aiuto di un familiare o di un amico. A che distanza riuscite a udire l'arrivo di una macchina o di qualcuno che conoscete? Moltiplicate il risultato per quattro. Avrete un'indicazione approssimativa, calcolata secondo le valutazioni pi generose dell'uditi > canino, del raggio nel quale un cane in grado di udire il ritorno ilei proprio padrone. Secondo me, in zone urbane o suburbane, non .irriva a ottocento metri, anche nelle condizioni pi favorevoli, con il vonto che soffia dalla parte giusta. Meno a vento contrario, e meno nncora se il cane in casa con le finestre chiuse. Tutto questo se la persona attesa si sposta a piedi o con la solita 34 / poteri straordnar degli animali auto. Ma che succede se arriva in taxi o con l'auto di un amico o con un diverso mezzo di trasporto? Anche in assenza di suoni noti, molti padroni hanno notato che la capacit di prevedere il loro ritorno resta immutata.

Per esempio, quando Louise Gavit di Morrow, in Gergia, si accinge a tornare a casa, il cane di famiglia, BJ, va alla porta. Il marito si accorge che il fenomeno si ripete e inizia a prendere nota degli orari. I due scoprono che le reazioni di BJ cominciano puntualmente quando Louise si avvicina al veicolo con il quale intende spostarsi. Anche se la signora si trova a molti chilometri di distanza. "I mezzi che adopero non sono mai gli stessi: la mia auto, quella di mio marito, un camion, svariate macchine guidate da persone che BJ non conosce; certe volte torno a piedi. In un modo o in un altro BJ risponde al mio pensiero/ azione. Anche quando si accorge che la mia auto ancora in garage." Ritorni in autobus, in treno o hi aereo L'ipotesi che il cane riconosca i rumori caratteristici dell'auto del padrone si rivela infondata perch i cani reagiscono allo stesso modo anche se il padrone torna con l'autobus o con il treno. Certo, se il padrone torna sempre con lo stesso autobus, per esempio il pulmino scolastico, l'animale potrebbe imparare a riconoscerne il rumore e a segnalarlo un po' prima del suo arrivo. Ma quando il proprietario viaggia su autobus o treni a ore diverse l'animale non pu capire dal rumore se il padrone sia o no presente su quel determinato mezzo di trasporto. Helen Meither, per esempio, andava tutti i giorni a lavorare a Liverpool, percorrendo in autobus un tragitto di 23 chilometri, e lasciando il suo cairn terrier con la famiglia. A seconda dell'orario di lavoro, capitava che tornasse qualche volta con l'autobus delle sei di sera e qualche volta con quello delle otto. "La fermata era a quattrocento metri di distanza, oltre un boschetto. Io non ero mai sicura di riuscire a prendere il primo autobus, ma il cane sapeva sempre se ero su quello oppure no. Se c'ero, piovesse o tirasse vento, usciva dalla porta tra le 17.45 e le 17.50 e attraversava il boschetto per venirmi incontro. Se arrivavo tardi non muoveva un passo prima delle 19.45, puntuale all'arrivo del secondo autobus." In banca dati abbiamo pi di 60 resoconti del genere, che stanno a dimostrare che un animale sa, senza valersi dell'abitudine, dell'udii to o dell'olfatto, che il padrone sta rincasando con l'autobus. E ne 35 Cani A Marno pi di 50 che dimostrano altrettanto quando il padrone torim col treno. Eccone un esempio: C 'nrole Bartlett di Chiselhurst, nel Kent, lascia il suo Sam, un incrocio fra un liibrador e un levriero, a casa con il marito quando va a teatro o a trovare j^ll umici a Londra. Per tornare prende il treno dalla stazione di Charing ( 'UIHS: un percorso di venticinque minuti, seguito da una passeggiata di cin| i'. Il signor Bartlett non sa con quale treno torner; potrebbe essere uno Blunque, dalle sei alle undici di sera. "Mio marito mi racconta che Sam I to gi dal mio letto, sul quale passa la giornata quando io sono fuori, ride al piano di sotto mezz'ora prima del mio arrivo e aspetta davanti ali porta d'ingresso." In altre parole, il cane si mette ad aspettarla pi o meno uri momento in cui lei inizia il suo viaggio in treno. A volte l'assente dice a chi sta in casa che prender un treno e poi ne prende un altro. Capit a Sheila Brown di Westbury, Wiltshire, i|ii II metodo pi spettacolare di difesa del banco quello dell'espari Telepatia fra animali 147 sione a flash, che vista in una ripresa filmata sembra una bomba che esplode. Nel momento dell'attacco, ciascun pesce guizza via dal centro del banco a una velocit che pu arrivare a un cinquantesimo di secondo. In quel tempo ciascun individuo accelera fino ad arrivare a una velocit di 1020 volte la propria lunghezza corporea al secondo, eppure nessun pesce si scontra con l'altro. "Non solo ciascun pesce sa in anticipo dove andare in caso di attacco, ma deve anche sapere dove nuoter ciascuno dei propri vicini."9 un comportamento che non pu dipendere da informazioni ricevute dal pesce vicino grazie ai sensi, perch avviene troppo rapidamente, e gli impulsi nervosi non hanno il tempo di viaggiare dall'occhio al cervello e dal cervello ai muscoli. Non nemmeno chiaro come venga coordinato il nuoto in banco1 pesci continuano a nuotare in formazione anche durante la notte; dunque non si servono della vista. In alcuni esperimenti di laboratorio ai pesci stato temporaneamente tolto l'uso della vista con lenti a contatto opache e si constatato che continuavano a mantenere la propria posizione all'interno del gruppo. Si pensato che la capacit di misurare la distanza dal pesce vicino sia dovuta alle linee

laterali, gli organi preposti alla misurazione della pressione dell'acqua, che corrono per tutta la lunghezza del pesce. Ma in altri esperimenti di laboratorio i nervi delle linee laterali sono stati tagliati all'altezza delle branchie senza che si producesse alcuna alterazione nel nuoto in banco.10 Inoltre, anche se riuscissimo a capire come i normali sensi consentono ai pesci di rilevare la posizione dei compagni, non si spiegherebbe comunque la rapidit delle loro reazioni, non si spiegherebbe come fa un pesce a sapere in anticipo in che direzione hanno intenzione di nuotare i suoi vicini. Ma, se il comportamento del gruppo fosse dettato dal campo morfico, si capirebbe pi facilmente. Il campo aiuta a modellare le attivit del gruppo nella sua totalit e gli individui che stanno al suo interno reagiscono alla situazione locale del campo.11 Un'analogia semplice tratta dalla fisica: la limatura di ferro all'interno di un campo magnetico. Quando la calamit viene spostata, la limatura si dispone diversamente secondo nuove "linee di forza" perch ciascun pezzetto di ferro preso individualmente reagisce al campo magnetico che gli sta dentro e intorno, ed il campo preso nel suo complesso che compone il disegno generale. Sarebbe affascinante scoprire come si comporterebbe un banco di pesci che venisse diviso in due da una barriera che blocca qualsiasi

148 I poteri straordinari degli animali contatto sensoriale. Le attivit dei due gruppi rimarrebbero ugualmente coordinate? Per quanto ne sappia, nessuno si mai addentrato in ricerche di questo tipo. Stormi di uccelli >, Come i banchi di pesci, anche gli stormi di uccelli mostrano una tale coordinazione da venir paragonati a un unico organismo vivente. Il naturalista Edward Selous ha scritto, a proposito del movimento di un grande stormo di storni: "Ciascun gruppo volteggiava, ruotava, invertiva la direzione del volo, cambiava colore d'un guizzo, da bruno a grigio, da scuro a chiaro, come se gli individui che lo componevano fossero stati una parte di un tutto".12 Selous ha studiato il comportamento degli stormi per trent'anni e ha finito per convincersi che non spiegabile in termini di normale comunicazione sensoriale. "Io chiedo: come si possono spiegare questi fenomeni se non facendo ricorso a un processo di trasferimento del pensiero tanto rapido da poter essere definito di fatto un pensiero collettivo e simultaneo?"13 sorprendente quanta poca ricerca sia stata compiuta a questo proposito; ma in uno studio eseguito negli anni Ottanta da Wayne Potts, una pietra miliare, i movimenti di virata di grandi stormi di piovanelli sono stati filmati con pellicole a esposizione rapida, in modo da poterle poi rallentare per studiare in dettaglio i movimenti dello stormo.14 Queste analisi hanno rivelato che il movimento non era esattamente simultaneo, bens partiva da un singolo individuo o da alcuni uccelli contemporaneamente. Il comando poteva partire da qualsiasi punto dello stormo e da quel punto le manovre si propagavano come un'onda. Le onde erano velocissime, impiegavano in media non pi di 15 millisecondi (millesimi di secondo) per trasmettersi da un uccello al suo vicino. Si provarono in laboratorio i tempi di reazione agli stimoli improvvisi dei piovanelli in cattivit. La reazione di spavento per un flash acceso all'improvviso era di 38 millisecondi. Questo significa che impossibile che la virata avvenga dopo aver colto il movimento del vicino, visto che essa avviene assai pi velocemente del tempo minimo di reazione. Potts giunse alla conclusione che gli uccelli rispondono a un'"onda di manovra" che attraversa lo stormo, e adeguano la rotta di volo anticipando l'arrivo dell'onda. Lo studioso avanza l'ipotesi delle "ballerine di fila", che si basa su esperimenti compiuti negli anni Telepatia fra animali 149

Cinquanta a teatro. Le ballerine provavano una serie di figure. Una di loro, d'accordo con lo sperimentatore, passava alla figura successiva senza avvertire. La velocit alla quale i movimenti si propagavano fu valutata grazie a filmati. In media la reazione richiedeva 107 millisecondi tra una ballerina e la sua vicina, vale a dire quasi la met della velocit della reazione visiva media dell'uomo, che di 194 millisecondi. Potts ritiene che il singolo individuo veda le ondate di manovra che si avvicinano e valuti in anticipo il loro arrivo. In altre parole, Potts ritiene che gli uccelli o le ballerine di fila rispondano all'onda non in quanto individui, ma come un tutto unico. Non reagiscono tanto agli altri, quanto allo spargersi del modello di movimento in s e per s. Stiamo parlando di qualche cosa di molto affine a un campo e io avanzo l'ipotesi che l'onda di manovra un modello che fa parte del campo morfico. A me sembra una spiegazione pi plausibile di quella, alternativa, che tutta l'onda sia coordinata attraverso stimoli puramente visivi, perch in questo caso gli uccelli dovrebbero essere in grado di captare queste onde, di prenderne nota e di reagire quasi immediatamente, anche se provengono dai compagni che stanno immediatamente dietro a loro, e di avere un'attenzione visiva a 360 gradi, continua, senza neppure un battito di ciglia. L'ipotesi del campo permetterebbe di capire pi facilmente come gli uccelli percepiscono e rispondono all'onda di manovra considerata come Gestalt, parola tedesca che significa forma intesa come insieme. Attraverso il campo morfico gli individui potrebbero cogliere il movimento dello stormo nel suo complesso e rispondere secondo la posizione che occupano. Il campo contiene in s il continuum dello stormo e le sue figure coreografiche.15 Se il campo morfico coordina' il volo di uno stormo si pu ipotizzare che continui a tenere collegati gli uccelli anche quando sono impegnati in altre attivit. Per esempio, se un gruppo va a caccia di cibo e alcuni uccelli trovano una buona fonte di nutrimento, la scoperta potrebbe propagarsi attraverso il campo morfico dello stormo sparpagliato e guidare gli altri nella giusta direzione. Vi almeno un naturalista, William Long, che ha fatto sperimentazioni su questo comportamento. Egli dava da mangiare ad alcuni uccelli selvatici a intervalli irregolari e not che, nel momento in cui taluni individui trovavano il nutrimento, altri apparivano ben presto nelle vicinanze. Non c' niente di misterioso in questo, dal momento che gli altri potevano aver visto o udito gli uccelli che mangiavano. Ma lo studioso scopr anche che uccelli relativamente pi rari, pi dispersi nella campagna, apparivano rapidamente se vi era 150 I poteri straordinari degli animali cibo a disposizione. Dopo molte osservazioni, Long ha concluso che le ipotesi pi ragionevoli fossero due: o gli uccelli che si stanno nutrendo emettono un "richiamo silenzioso da cibo" o la loro eccitazione si diffonde in modo da essere percepibile in lontananza. Egli conclude che il messaggio "viene sentito da altri uccelli affamati, sensibili e all'erta, a una distanza assolutamente al di fuori della normale portata della vista o dell'udito". Per approfondire queste ricerche in via sperimentale dovrebbe essere possibile lavorare con gruppi di uccelli domestici (oche, polli e anitre). Si potrebbe dividere il gruppo in due, in modo che non vi sia passaggio di informazioni da uno all'altro. Se una parte del gruppo disturbata o spaventata, questi sentimenti si trasmettono all'altra? Se si da da mangiare a una met del gruppo si eccita anche l'altra met? Telepatia delle mandrie Naturalisti e cacciatori che hanno studiato il comportamento delle mandrie allo stato selvatico, comprese quelle di carib e alci, hanno osservato spesso che una mandria intera entra in allarme e fugge dopo che uno o pi individui del gruppo hanno sentito un pericolo. Talvolta si tratta di un fenomeno dipendente dalle normali facolt sensoriali, ma in altri casi gli osservatori sono incapaci di spiegare le ragioni di fughe improvvise di animali che qualche istante prima stavano pascolando o riposando senza sospetto. Il segnale di pericolo o d'allarme si diffonde con rapidit e in silenzio. William Long ha studiato a lungo e in dettaglio le reazioni dei carib. Una volta stava seguendo una mandria da molte ore nei pressi di New Brunswick; a un

certo momento si accorse dalle orme che un membro del gruppo era ferito e camminava arrancando con tre zampe, la gamba anteriore destra che gli penzolava inutile. Giunto a un declivio boscoso, riusc a vedere col binocolo la mandria a un chilometro e mezzo di distanza circa. Mentre si dirigeva verso di loro, attento a non farsi vedere, si ritrov sulle orme dell'animale solitario e azzoppato e di l a poco lo scorse che si allontanava in mezzo alla boscaglia. Long trov un varco tra gli alberi e punt il binocolo in direzione degli altri carib. Erano in allarme e gi in fuga. Bench fossero troppo lontani dall'animale ferito avevano reagito "come a un campanello d'allarme". Long segu le orme del gruppo fino al luogo dove stavano riposando prima di darsi alla fuga, e vide che non vi era traccia d'uomo o bestia che avrebbe potuto spaventare la man ... Telepatia fra animali 151 dria. Concluse che doveva essere stato trasmesso un avvertimento silenzioso. Non sempre le cose vanno in questo modo, perch talvolta accade che un individuo del gruppo si spaventi senza per questo mettere in allarme gli altri. Long avanza l'ipotesi che in questo caso il carib ferito fosse molto impaurito e di conseguenza abbia lanciato un segnale particolarmente intenso. Osservazioni analoghe di gruppi d'alci lo hanno portato a concludere che mandrie intere sono in grado di percepire e afferrare al volo il tacito incitamento alla fuga e vi obbediscono senza esitazioni, in un modo che pu dirsi sostanzialmente telepatico.16 Esperimenti con i cavalli L'addestratore di cavalli inglese Harry Blake convinto che i cavalli comunichino telepaticamente tra loro e anche con gli uomini. Ritiene che sia una risorsa fondamentale per la sopravvivenza della specie, dal momento che allo stato selvatico una mandria di cavalli si sparpaglia e alcuni membri possono trovarsi fuori della portata di vista e udito. "Se alcuni individui del gruppo si spaventano per l'apparire di un uomo, di un lupo o di un altro predatore, il resto della mandria, che magari si trova in mezzo alla boscaglia, pu venire avvertita per telepatia, anche se non vede n sente i compagni. I cavalli cos allertati dapprima manifestano turbamento, poi drizzano le orecchie e sbuffano, indi cominciano ad allontanarsi dalla zona."17 Blake ha eseguito parecchi esperimenti sulla telepatia fra cavalli. Scelse coppie di cavalli fratelli o sorelle che vivevano a stretto contatto, abituati a muoversi, pascolare e svolgere molte attivit insieme. I due animali venivano separati in modo che non potessero n vedersi n sentirsi. Poi, uno dei due riceveva il pasto mentre l'altro veniva tenuto sotto osservazione. Durante l'esperimento i cavalli non furono mai nutriti alla medesima ora, n all'ora abituale. 21 volte su 24 Blake osserv che, mentre il compagno mangiava, il secondo cavallo mostrava segni di eccitazione e richiedeva il cibo, anche se non poteva vedere o sentire il primo. In un'ulteriore serie di esperimenti, uno dei due cavalli veniva portato all'aperto a correre, e quasi in tutti i casi l'altro mostrava segni di agitazione. Infine, Blake faceva le feste a uno dei due (di solito quello che amava di meno), e nella maggioranza dei casi l'altro dava segni di gelosia. In tutto, gli esperimenti compiuti da Blake furono 119, e nel 68 per 152 I poteri straordinari degli animali cento di essi i risultati furono positivi. Esegu anche alcune controprove con una coppia di cavalli in cattivi rapporti fra loro. Ebbe un risultato soltanto in un caso su 15. Per quel che ne so io, esperimenti pionieristici di questo tipo non si sono pi ripetuti. Essi sono significativi perch dimostrano che la ricerca sulla comunicazione telepatica tra cavalli o tra altri animali pu essere portata avanti con metodi semplicissimi. Esperimenti con cani e conigli Gli unici esperimenti sulla telepatia fra cani, che io sappia, sono stati compiuti su alcuni boxer a opera di Aristed Essner, psichiatra presso il Rockland State Hospital di New York. Egli diede inizio ai suoi studi perch gli era giunta voce che gli scienziati sovietici stavano sperimentando i poteri

extrasensoriali degli animali. Girava in proposito un aneddoto: i russi avevano preso alcuni conigli appena nati e li avevano portati a bordo di un sottomarino, mentre la madre veniva tenuta in un laboratorio sulla terraferma. Una volta sott'acqua, i coniglietti furono uccisi uno dopo l'altro. A quanto pare la madre aveva manifestato grande agitazione nel preciso istante in cui venivano uccisi. 18 Per i suoi esperimenti, Essner us due stanze isolate acusticamente in zone diverse dell'ospedale. Una mamma boxer stava da una parte e il suo cucciolo dall'altra. I cani erano stati addestrati a rannicchiarsi per paura quando qualcuno levava su di loro un giornale arrotolato. Durante l'esperimento, il cucciolo fu "minacciato" con il giornale e reag come gli era stato insegnato. La madre, nella sua stanza isolata, ebbe la stessa reazione, precisamente nello stesso momento.19 Un altro esperimento prevedeva che un boxer venisse tenuto in una stanza, collegato a un elettrocardiografo, mentre la sua padrona, nell'altra stanza, sarebbe stata minacciata da un uomo. Nel momento in cui la padrona si spavent il battito cardiaco del suo cane acceler violentemente.20 improbabile che un padrone gradisca esperimenti del genere, ma usando stanze isolate e stimoli meno terrorizzanti si potrebbero ripetere. Per esempio, si potrebbe dar da mangiare a un cane in una stanza mentre si osserva se nello stesso momento si manifestino segni d'agitazione nel comportamento dell'altro, come ha fatto Blake con i cavalli. possibile che gli esperimenti russi con i sottomarini altro non siano che voci prive di fondamento, ma recentemente in Francia ne Telepatia fra animali 153 sono stati condotti altri, regolarmente controllati, con conigli, i cui risultati sono analoghi a quelli riportati pi sopra. In questi test agli animali venne misurato il grado di stress grazie alla pressione sanguigna delle orecchie. una pratica indolore: su una zona rasata dell'orecchio si piazza una piccola clip che da una parte ha una minuscola sorgente luminosa e dall'altra una cellula fotoelettrica. In questo modo la quantit di luce visibile attraverso l'orecchio poteva essere misurata di continuo. Quando un coniglio in tensione, le vene delle orecchie si contraggono, il flusso sanguigno diminuisce e la luce passa meglio. Questi studi, condotti da Rene Peoc'h, hanno utilizzato coppie di conigli della stessa cucciolata che sono vissuti insieme nella medesima gabbia per mesi, confrontando le loro reazioni con coppie che erano state tenute separate in gabbie singole. Durante l'esperimento ciascun coniglio veniva messo in una gabbia isolata sia da un punto di vista acustico sia da quello elettromagnetico. Durante la prova si misurava lo stress cui era sottoposto ciascun animale grazie al flusso sanguigno nelle orecchie. Peoc'h scopr che quando uno dei due riceveva uno shock, nel giro di tre secondi anche l'altro tendeva a manifestare segni di tensione. Invece i conigli utilizzati per la controprova, che non si conoscevano, non ebbero reazioni. La differenza fra le coppie che si conoscevano e le altre era altamente significativa da un punto di vista statistico.21 Ci stupirebbe se conigli e cani fossero capaci di comunicare telepaticamente durante un esperimento ma non nella vita reale. E in effetti molte persone che possiedono due o pi cani dichiarano che sembrano influenzarsi l'un l'altro a distanza. Margaret Simpson, di Castle Douglas in Scozia, per esempio, ha un whippet e un labrador. Quando escono insieme a passeggio il whippet in genere si tiene molto vicino alla padrona, mentre il labrador (una femmina) in genere si allontana di pi e sembra "chiamare" il compagno, specie quando trova un cervo. "Non c'era alcuna comunicazione normale o visibile ma il whippet sembrava ricevere una specie di messaggio e partiva. Esattamente come se fosse avvenuto un trasferimento di pensiero." Ci sono cani che reagiscono anche a un incidente o alla morte, avvenuta in un luogo lontano, di un cane cui sono legati. Abbiamo detto del pastore della Beauce che mostr segni di grande afflizione quando la madre rimase uccisa sull'isola della Runion, distante quasi 10.000 chilometri. Un altro esempio, riportato dal maggiore Patrick Pirie, vede protagoniste due labrador a pelo dorato, madre e

154 I poteri straordinari degli animali figlia. La figlia viveva con il maggiore Pirie nel Somerset e quando aveva nove mesi "per nessuna ragione e per l'unica volta in vita sua, rifiut il cibo e stette mogia per tutto il giorno. La sera ricevemmo una telefonata che ci informava che la madre era stata travolta da un'automobile ed era morta. Sono convinto che lei l'aveva intuito e che sapeva cos'era successo a 160 chilometri di distanza". Un altro esempio in banca dati riguarda una coppia di bovari bernesi. "A uno dei due fu diagnosticato un cancro; si trovava nell'ambulatorio veterinario di Cambridge. Improvvisamente (era appena passato mezzogiorno), l'altro cane si mise a ululare, e per parecchio tempo si mostr molto triste." Pi tardi quel pomeriggio il veterinario di Cambridge telefon per avvertire che il cane ammalato era stato abbattuto a mezzogiorno. (Josephine Woods) Gli esempi sopra riportati di cani, cavalli, carib e altre specie fanno pensare che la telepatia sia un fenomeno assai diffuso nel regno animale. Caratteristiche comuni della telepatia animale Le caratteristiche comuni della telepatia animale intraspecifica riscontrate in specie assai diverse tra loro sono le seguenti: 1. La telepatia animale implica la capacit di un animale di comu nicare con un altro in un modo indipendente dai cinque sensi cono sciuti. 2. Si verifica tra animali imparentati tra loro e facenti parte dello stesso gruppo sociale. In altre parole, tra individui "legati" fra di loro. 3. In banchi, stormi, mandrie e altri gruppi sociali, possibile che la comunicazione telepatica rivesta un ruolo importante nella coor dinazione dell'attivit del gruppo nel suo complesso. 4. Per lo meno presso uccelli e mammiferi, la telepatia riguarda le emozioni, i bisogni e le intenzioni. un canale per comunicare pau ra, allarme, eccitazione, richieste di aiuto, richiami per dirigere altri in un luogo determinato, previsioni di arrivi o partenze, il proprio stato di pericolo e la propria morte. Le stesse caratteristiche ritroviamo nella telepatia fra gli animali domestici e le persone cui sono legati. N cambiano in molta telepatia umana, come quei casi drammatici che riguardano incidenti o morti avvenuti in luoghi lontani. Una delle conclusioni pi importanti che si possono trarre dal lavoro di ricerca descritto in questo libro che la telepatia non esclu Telepatia fra animali 155 sivo appannaggio dell'uomo. una dote naturale, una parte della nostra natura animale. La telepatia funziona solo a distanza? , : II fatto che la comunicazione telepatica avvenga quando animali e persone non possono comunicare in modo diretto non prova che la telepatia non avvenga anche quando questo contatto c'. possibile che si tratti di una dote utilizzata solo quando necessaria, cos come si attiva un interfono quando si a una certa distanza e lo si spegne quando si insieme. D'altra parte, i vincoli parapsicologici e affettivi collegano animali e persone sia quando sono insieme sia quando sono separati. Pu darsi che la comunicazione telepatica avvenga anche contemporaneamente con quella che passa attraverso i cinque sensi. Di certo non pensiamo che un animale smetta di sentire l'odore di qualcuno perch lo vede o lo sente. per noi un dato di fatto che i sensi non si escludono a vicenda e che generalmente lavorano in sinergia. Io ritengo che la stessa cosa valga per l'invisibile comunicazione che passa attraverso i legami parapsicologici: essa di solito collabora con gli altri sensi. Il canale non viene disattivato quando gli individui collegati fra loro sono vicini e riattivato in caso di lontananza; sempre presente in potenza, sia quando si insieme sia quando si separati. Conclusione alla parte IV

Lo studio scientifico della telepatia animale sta compiendo i primi passi. Io prevedo che, man mano che la ricerca in questo campo progredisce, la telepatia sembrer un concetto sempre pi normale e non pi paranormale. uno degli aspetti della biologia dei gruppi sociali e della comunicazione, che permette ai membri di un gruppo di influenzare gli altri anche quando si trovano al di fuori della portata dei mezzi di comunicazione sensoriali, ed probabile che sia molto importante per la sopravvivenza. Se le cose stessero cos, le facolt telepatiche dovrebbero essere soggette alla selezione naturale. Ci dev'essere stata un'evoluzione. Le radici della telepatia con tutta probabilit affondano nella storia dell'evoluzione dei primi animali sociali. t iti i .1 ) "0' '4','. >

Parte quinto Senso dell'orientamento ** Incredibili avventure Gli animali non solo instaurano legami all'interno del proprio gruppo sociale, ma sviluppano talvolta affetto per un determinato luogo. Molti animali, sia selvatici sia domestici, hanno la capacit di ritrovare la via di casa da localit a essi sconosciute. una facolt che dipende dal campo morfico. Il senso dell'orientamento ha un ruolo fondamentale nel fenomeno della migrazione. Alcune specie (rondini, salmoni e tartarughe di mare) compiono percorsi migratori di migliaia di chilometri per andare e tornare dai propri territori alimentari a quelli di riproduzione. La loro capacit di tenere la rotta uno dei grandi misteri irrisolti della biologia, come vedremo nel prossimo capitolo. Anche a questo proposito ritengo che l'ipotesi del campo morfico che contiene in s una memoria ancestrale potrebbe spiegare molte cose. Cani, gatti e cavalli che ritrovano la via di casa Si narrano molti episodi a proposito di animali domestici che ritornano a casa dopo essere stati abbandonati o smarriti molto lontano. Alcuni sono divenuti leggendari, come un collie di nome Bobby, perduto nell'Indiana, che arriv a casa nell'Oregon dopo un anno e 3000 chilometri. A episodi del genere si ispira il racconto di animali The Incredible Journet/,1 dal quale la Walt Disney ha tratto lo spunto per il suo film L'incredibile avventura, in cui un gatto siamese, un vecchio bull terrier e un giovane labrador percorrono 400 chilometri attraverso le plaghe selvagge dell'Ontano settentrionale per ritornare a casa. Nella vita vera le incredibili avventure capitano continuamente e t 160 I poteri straordinari degli animali i casi pi clamorosi finiscono sui giornali. Nel 1995 il "Times" riportava la storia che segue: Un cane da pastore, dopo essere stato abbandonato da ladri d'automobile, ritornato a casa dal padrone: ha percorso un tragitto di circa 100 chilometri. Blake, un border collie di dieci anni, fu rubato insieme con il suo compagno di cuccia, Roy, di quattro anni, mentre si trovavano nel retro della Land Rover di Tony Balderstone. I malfattori, che avevano rubato la vettura a Cley, nella contea di Norfolk, hanno abbandonato gli ammali a Downham Market, a 100 chilometri dalla casa del signor Balderstone, a Holt. Roy stato catturato a Downham Market due giorni pi tardi e restituito al proprietario; ma Blake part tutto solo. Il signor Balderstone, che di mestiere fa il pastore, ha detto ieri: "Ero sicuro che ce l'avrebbe fatta, sempre che non finisse sotto una macchina o che non gli sparassero perch molestava il bestiame. Ho telefonato ai guardacaccia e alle fattorie che si trovavano sul suo percorso per avvertire". In cinque giorni il cane arrivato a Letheringsett, a un chilometro e mezzo dall'azienda agricola del signor Balderstone; l alcuni abitanti del paese lo hanno riconosciuto.2 Per un caso come questo che finisce sul giornale ce ne sono dozzine che rimangono sconosciuti. In banca dati abbiamo raccolto 60 storie inedite di cani

e 29 di gatti che hanno ritrovato la via di casa. Alcune, come quella di Blake, riguardano animali che sono stati perduti o abbandonati. Ma quasi tutte le altre riguardano animali che ritornavano alla vecchia casa. Quasi sempre gli animali erano stati trasportati, non erano arrivati alla nuova abitazione con le proprie zampe. Non potevano dunque aver notato odori o particolarit del paesaggio. Di norma il viaggio di andata era stato compiuto in macchina, pi raramente in autobus o in treno, e in un caso in barca, sul lago di Zurigo. Talvolta la strada percorsa non era la pi diretta. Ciononostante, quando si potuto ricostruire l'itinerario, si riscontrato che gli animali tendevano a prendere la via pi breve e non quella compiuta all'andata. Del resto, un cane o un gatto che scegliesse di seguire la strada o il binario ferroviario percorso all'andata si troverebbe ben presto spiaccicato. In qualche modo sapevano in che direzione fosse casa propria, anche se si trovavano in un luogo mai visto prima, al quale erano stati portati compiendo un percorso complicato. La prova pi schiacciante del fatto che il senso dell'orientamento di un animale non dipende dalla capacit di memorizzare gli odori o i punti di riferimento incontrati per strada ci proviene dai casi di animali trasportati in aereo. Durante la guerra del Vietnam, le truppe americane utilizzavano cani da ricognizione, che venivano tradotti alle zone di guerra in elicottero. Uno di questi, Troubles, fu portato , 161 Incredibili avventure nella giungla insieme con il suo addestratore, William Richardson, a sostegno di una pattuglia che operava a una quindicina di chilometri di distanza. Richardson fu ferito dal fuoco nemico e portato in elicottero all'ospedale; gli altri soldati della pattuglia semplicemente abbandonarono il cane. Tre settimane pi tardi, Troubles fu ritrovato a casa sua, vale a dire presso il quartier generale della Prima divisione di fanteria aerotrasportata, ad An Khe. Stanco e macilento, non si lasciava avvicinare da nessuno. Frug per tutte le tende finch trov le cose di Richardson, vi si accoccol accanto e si addorment.3 Anche se quasi tutti coloro che hanno un animale da compagnia rimangono stupiti delle capacit insospettate del loro amico di ritrovare la strada di casa, i pastori e coloro che possiedono cani da lavoro le considerano normali. Non a caso, il padrone di Blake, che era tanto sicuro che il suo cane sarebbe ritornato, era un pastore. Ai tempi in cui si usava fare la transumanza dall'Inghilterra alle Highlands scozzesi e viceversa, i pastori scozzesi erano soliti rimandare a casa i cani da soli dopo aver consegnato il bestiame in Inghilterra mentre loro si fermavano per la mietitura. I cani ripercorrevano la strada dell'andata fermandosi alle fattorie o alle locande dove avevano mangiato e dormito. I locandieri li nutrivano e venivano pagati dai padroni che ripassavano l'anno successivo.4 Prima della seconda guerra mondiale i contadini del Lincolnshire portavano il bestiame al mercato, che distava pi di 150 chilometri, dividendo il tragitto in tappe di pi di 30 chilometri al giorno. Dopo la vendita, i pastori liberavano i cani perch tornassero a casa per conto proprio, in modo da risparmiare il biglietto del treno. (Roger Dale) Alcuni cavalli hanno ritrovato la via di casa percorrendo chilometri di strade sconosciute e probabilmente i casi sarebbero pi numerosi se non venissero tenuti chiusi in campi o scuderie. Un cavallo che se ne torna a casa una seccatura, ma a volte pu essere una fortuna. Era una bella giornata tranquilla, e Jean Welsh and a fare una passeggiata a cavallo per la campagna dello Yorkshire. A un certo punto decise di esplorare una zona che n lei n il cavallo conoscevano. Dopo un po' si rese conto di essersi smarrita. "Il mio senso dell'orientamento pessimo e cominciai ad agitarmi un pochino. Lasciai le redini abbandonate sul collo della mia cavalla e dissi: "Adesso tocca a te: portaci a casa!"". Lei prosegu senza esitazioni e si ferm davanti a un cancello che Jean non aveva mai visto. Jean lo apr.

"Procedeva sicura senza la mia guida." Segu sentieri sconosciuti finch Jean, con grande sollievo, riconobbe la via di casa. Incredibili avventure 163

Altri animali che ritrovano la via di casa iit La capacit di ritrovare la via di casa molto diffusa. Oltre a testimonianze a proposito di cani, gatti e cavalli, in banca dati ce n' una che riguarda un gregge di pecore fuggito dal campo di un contadino e ritornato al pascolo natio percorrendo tredici chilometri; una di un maiale da compagnia che ne percorse undici; e infine molte storie di uccelli. Una delle pi divertenti quella di Donald e Dora, due anatroccoli di Pasqua allevati dalla famiglia Erickson del Minnesota. Costruimmo un bellissimo recinto nel cortile posteriore della nostra casa che sta nel centro di Minneapolis. Gli davamo da mangiare e gli facevamo il bagno in una grande vasca di plastica. Diventarono la nostra attrazione estiva. Passarono i mesi: essi crebbero e raggiunsero la taglia definitiva. Che cosa ne avremmo fatto l'inverno seguente? Alla fine, verso la met di agosto, ci decidemmo a portarli a un grande stagno situato in un vasto parco non ancora completato, a tre chilometri da casa. La mamma diceva che sarebbe stato meglio per loro che si unissero ai propri simili e imparassero a comportarsi come animali selvatici prima dell'arrivo della neve. Accettammo con dispiacere e li lasciammo andare. Papa li marc con un po' di vernice sulle ali, in modo da poterli distinguere dagli altri. Tornammo a casa pieni di tristezza. Improvvisamente sentimmo i vicini che per la strada gridavano e ridevano. Corremmo fuori, nel giardino sul davanti, e, con sommo divertimento, ecco che vedemmo Donald e Dora in cima alla collina, in mezzo alla strada, che scendevano sculettando e facendo qua qua qua. Avevano trovato la via di casa attraverso i boschi e le caotiche strade della citt. (Leni Erickson) In questo caso la distanza non era grande, ma alcuni uccelli addomesticati hanno percorso centinaia di chilometri. Una gazza caduta dal nido era stata adottata dai bambini della famiglia Beauzetier a Drancy, nei pressi di Parigi. Durante le vacanze estive del 1995 i bambini andarono a stare dai nonni vicino a Bordeaux e portarono la gazza con s. Un bel giorno la gazza fugg, con gran dispiacere dei bambini che alla fine delle vacanze furono costretti a rientrare senza di lei. Non pass molto tempo che la avvistarono su un albero non lontano da casa. La chiamarono, lei rispose e torn ad abitare con loro. Aveva percorso quasi 500 chilometri. Ancor pi spettacolare fu il ritorno di un colombo, appartenente a Ken Clark di Bakersfield, California, che questi aveva regalato ai cugini venuti in visita dal Connecticut. "Un mese pi tardi era di nuovo qui! La coda e le piume non c'erano quasi pi. Era sporco e conciatissimo." I cugini avevano portato il colombo fino a casa (una distanza di 4800 chilometri), ma era volato via mentre cercavano di trasferirlo in una gabbia pi grande. Le doti dei colombi in questo senso non sono certo una novit, ma non sono affatto uniche: sono patrimonio di molte altre specie. Esperimenti con gatti e cani comprensibile che molti padroni di animali siano contrari all'idea di abbandonare i propri amici per studiare le loro eventuali capacit di ritrovare la via di casa. A parte le mie ricerche fatte con il cane Pepsi, che descriver pi oltre, sono al corrente di due sole sperimentazioni di questo tipo. La prima serie fu portata avanti a Cleveland, Ohio, pi di settantacinque anni fa, dallo zoologo F.H. Herrick, con il suo gatto. Il suo studio ebbe un inizio casuale: un giorno lo scienziato mise l'animale in una borsa e lo port in tram

dalla propria abitazione al suo ufficio presso la Western Reserve University; un percorso di 8 chilometri. Ma, al momento di uscire dalla borsa, il gatto scapp e arriv a casa la sera stessa. Lo studioso rimase esterrefatto e volle approfondire la cosa: port il gatto, in un contenitore chiuso, in vari luoghi la cui distanza da casa variava da un chilometro e mezzo a cinque. Scopr che il gatto era capace di ritrovare la via in varie situazioni e da qualsiasi direzione.5 La seconda serie di esperimenti fu condotta in Germania tra il 1931 e il 1932 dal naturalista Bastian Schmidt, il quale studi tre cani da pastore. In ciascuna prova, uno dei tre ammali veniva portato, in vettura chiusa e per strade tortuose, in un luogo dove non era mai stato prima e l liberato. Alcuni esperti osservatori, appostati sulla via che presumibilmente il cane avrebbe seguito per tornare a casa, prendevano nota del suo comportamento. Fu inoltre pedinato da ciclisti silenziosi, ai quali era stato dato l'ordine di non comunicare con il cane in alcun modo.6 I primi esperimenti furono eseguiti nella campagna bavarese, con un cane di fattoria di nome Max. Quando fu lasciato per la prima volta in un luogo che non conosceva, il cane scrut l'orizzonte in ogni direzione, come se stesse cercando di orientarsi. Dopo qualche incertezza, cominci a concentrarsi sulla direzione di casa, guardando da quella parte con molta risolutezza; mezz'ora pi tardi si decise a partire. Evit di passare per i boschi, al passaggio delle automobili si nascose e aggir fattorie e villaggi. Dopo poco pi di un'ora sbuc sulla strada del villaggio e giunse a casa al galoppo. Aveva coperto una distanza di circa dieci chilometri. Nel secondo esperimento il cane fu lasciato nello stesso posto e 165 164 I poteri straordinari degli animali dopo un'esitazione di soli cinque minuti ripart seguendo pi o meno lo stesso percorso della volta precedente ma con una scorciatoia e arriv a casa in 43 minuti. In un terzo tentativo impieg pi tempo, perch il traffico intenso lo obblig a una lunga deviazione. Ecco le conclusioni di Schmidt: "Max non utilizz in alcun modo l'olfatto, senso pur tanto importante in un cane". Non annus gli alberi n il terreno, n cerc di fiutare una pista. Non aveva motivo di farlo, conclude Schmidt: "Fiutare una pista, umana o canina, non serve a un cane che cerca di tornare a casa".7 N pensabile che si sia valso della vista, perch il paesaggio gli era totalmente sconosciuto. A questo punto Schmidt diede inizio a una serie di prove con un cane di citt, Nora, che viveva a Monaco. Nora fu portata una mattina presto in un quartiere della citt che non conosceva, distante circa cinque chilometri da casa sua, vicino al Tierpark. Uscendo dal cesto la cagna si trov in una grande piazza (la Johannisplatz a Bogenhausen). Si comport in modo assai simile a Max; per 25 minuti circa cerc di orientarsi, guardando per la maggior parte del tempo nella direzione di casa, poi part trotterellando. Tutto and bene fino al momento in cui, nella Tassiloplatz, incontr un cane in vena di giocare, che la condusse fuori strada. Dopo un po' si riorient e si mise sulla via pi diretta per casa. In tutto ci mise 93 minuti, compreso il tempo impiegato a studiare la situazione, a giocare e a cambiare rotta. Nel secondo esperimento, sei settimane pi tardi, Nora fu lasciata nello stesso luogo. Questa volta (anche qui come Max) ci mise solo cinque minuti a orientarsi e segu la rotta gi percorsa fino alla Tassiloplatz, dove non s'imbatt in distrazioni: arriv di corsa a casa dopo soli 37 minuti. Come Max, anche Nora non fiutava, non badava agli odori. Il paesaggio non le era familiare, perci non si valse della vista. Dunque Schmidt concluse: "Ci troviamo di fronte a un enigma, al mistero di un senso sconosciuto, che si potrebbe forse descrivere semplicemente come il senso dell'orientamento".8 Lo studioso tedesco intraprese a questo punto tre esperimenti analoghi con un altro cane di fattoria, ma furono tre fallimenti. Il cane partiva sempre nella direzione sbagliata. E questo serva di salutare monito: i cani, come le persone, hanno doti diverse e alcuni hanno un senso dell'orientamento migliore di altri.

Elizabeth Marshall Thomas, che nel suo libro La vita segreta dei cani racconta in modo affascinante le sue osservazioni sul comporta I 1 Incredibili avventure mento dei cani lasciati alle proprie risorse, giunta a conclusioni analoghe. Uno dei suoi cani, un husky di nome Misha, aveva un senso dell'orientamento eccezionale e riusciva a compiere tragitti di pi di trenta chilometri. (La compagna di Misha, Maria, non si perdeva quando era con lui ma quasi invariabilmente si smarriva se usciva da sola. In quel caso semplicemente si sedeva con aria derelitta sul gradino di una casa. Prima o poi qualcuno cercava sul suo collare il numero di telefono e chiamava la Thomas che andava a prenderla in auto.) La domanda che si era posta la Thomas nel dare inizio ai suoi studi riguardava il senso dell'orientamento di Misha. Ma a questo interrogati


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